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La recinzione verrà realizzata con pali in legno castagno del diametro in testa di cm. 8-10 dell’altezza di mt.

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Academic year: 2022

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1 – INTRODUZIONE

Il Parco Nazionale del Pollino con Determina Dirigenziale n. 941 del 06/11/2012 pubblicato in data 08/11/2012 prevede che colui il quale intende far ricorso ai contributi previsti per la realizzazione di recinzioni atte a prevenire i danni alle colture agricole provate da cinghiali e cervi, tra l’altro, deve dotarsi della valutazione di incidenza ambientale da presentare all’Ufficio di Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata.

La V.Inc.A è lo strumento utilizzato per assicurare la conservazione delle specie e degli habitat rari in pericolo nel loro ambito territoriale naturale, garantendo un regime di tutela e salvaguardia della loro biodiversità.

Sulla base di quanto stabilito dall’allegato G del DPR 357/97 lo studio di valutazione di incidenza si compone di:

- una descrizione del progetto soggetto a valutazione con le tipologie di azioni e/o opere previste

- un’analisi delle interferenze del progetto con le componenti naturali del sito.

Nella redazione del presente studio si è tenuto conto di quanto indicato nella “guida metodologica” proposta dalla Commissione Europea che individua 4 fasi principali nella valutazione di Piani o Progetti da realizzare in Siti della rete Natura 2000:

Fase 1: verifica (screening) Fase 2: valutazione

Fase 3: analisi di soluzioni alternative

Fase 4: definizione di misure di compensazione

La relazione di valutazione d’incidenza è il prodotto di uno studio volto ad individuare e valutare gli effetti diretti ed indiretti del progetto su un sito NATURA 2000 in relazione agli obiettivi di conservazione del sito stesso.

http://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Ambiente/Autorit

%C3%A0+Ambientale/Valutazione+di+incidenza+ambientale/ - _top La relazione di valutazione d'incidenza deve essere presentata:

1) per tutti i progetti per i quali lo Screening non esclude la possibilità di effetti significativi su un sito NATURA 2000;

2) per tutti i progetti per i quali lo Screening non raggiunge sufficienti certezze riguardo all’adeguatezza della valutazione effettuata.

Per i progetti assoggettati a VIA la valutazione d’incidenza è compresa nell’ambito della stessa procedura. A tal fine lo studio di impatto ambientale predisposto dal proponente deve contenere un’apposita sezione riguardante le verifiche relative alla compatibilità del progetto con le finalità conservative degli habitat e delle specie presenti nell’area SIC o ZPS.

2 – QUADRO LEGISLATIVO DI RIFERIMENTO

I principali riferimenti normativi in tema di valutazione d'incidenza sono:

Livello comunitario: Direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Direttiva Habitat);

Livello nazionale: DPR 357 dell'8 settembre 1997 e successive modifiche, in particolare DPR 120 del 12 marzo 2003;

- Livello regionale: L. R. N. 47 DEL 14 -12-1998 (DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E NORME PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE)

La procedura di valutazione di incidenza è una delle disposizioni previste dall’articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE per garantire la conservazione e la corretta gestione dei siti NATURA 2000. Consiste in una procedura progressiva di valutazione degli effetti che la realizzazione di piani/progetti può determinare su un sito NATURA 2000, a prescindere dalla localizzazione del piano/progetto all’interno o all’esterno del sito stesso.

La L. R N. 47 del 14-12-1998, in linea con le indicazioni contenute nelle guide metodologiche elaborate dalla Commissione Europea, prevede la suddivisione della procedura per la valutazione d'incidenza in:

a) Screening;

b) Relazione di valutazione d'incidenza.

Lo Screening consiste in un'analisi preliminare finalizzata a identificare i possibili effetti del progetto su un sito NATURA 2000, a valutare la significatività di tali effetti e, quindi, a stabilire la necessità o meno di redigere la relazione di valutazione di incidenza.

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- impostazione del quesito in merito alla probabilità che il progetto comporti effetti significativi sul sito NATURA 2000 e/o sia direttamente connesso e necessario alla gestione del sito stesso;

- descrizione del progetto e del sito potenzialmente coinvolto ed identificazione dei relativi impatti;

- valutazione della significatività degli impatti;

- formulazione di un giudizio in merito alla probabilità che il progetto comporti effetti significativi sul sito NATURA 2000 e sintesi delle informazioni rilevate e delle determinazioni assunte.

http://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Ambiente/Autorit

%C3%A0+Ambientale/Valutazione+di+incidenza+ambientale/ - _top La relazione di valutazione d’incidenza è il prodotto di uno studio volto ad individuare e valutare gli effetti diretti ed indiretti del progetto su un sito NATURA 2000 in relazione agli obiettivi di conservazione del sito stesso.

La relazione di valutazione d’incidenza si dovrà comporre di:

1) Descrizione del progetto

2) Descrizione dei siti della Rete Natura 2000 3) Descrizione ed analisi delle incidenze 4) Soluzioni alternative

5) Misure di mitigazione

6) Motivi imperativi di rilevante interesse pubblico 7) Misure di compensazione

8) Dati raccolti per l'elaborazione dell'idonea valutazione 9) Valutazione riassuntiva

http://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Ambiente/Autorit

%C3%A0+Ambientale/Valutazione+di+incidenza+ambientale/ - _top 3 – DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI

Le opere da realizzare consistono nella recinzione atta a prevenire i danni alle colture agricole provocate da cinghiali.

La recinzione verrà realizzata con pali in legno castagno del diametro in testa di cm. 8-10 dell’altezza di mt.

2,00 posti ad una distanza di mt. 2,00, rete metallica romboidale dell’altezza di mt. 1,50 di cui 30 cm. interrata e n. 5 ordini di filo liscio, di cui tre utilizzati come tendi rete e due posizionati in testa ai pali.

La parte interrata della rete sarà consolidata con la posa in opera di pietre di fiume.

La recinzione ogni 100 mt. lineari ( e comunque non meno di due per appezzamento) sarà interrotta con uno spazio di cm. 15 per proteggere la fauna selvatica minore.

Le superfici recintate sono tutte a colture così come riportato nel quadro di cui al punto 2.

La recinzione ogni 100 mt. lineari ( e comunque non meno di due per appezzamento) sarà interrotta con uno spazio di cm. 15 per proteggere la fauna selvatica minore.

Si precisa che i terreni oggetto di recinzione sono ubicati a ridosso del bosco in una zona ad alta concentrazione di cinghiali e cervi che durante tutto l'anno causano ingenti danni alle colture praticate quali frutteti e ortaggi.

La recinzione sarà realizzata nel modo di seguito descritta.

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DESCRIZIONE MOVIMENTI TERRA

Per la realizzazione della recinzione i movimenti terra sono ridotti al minimo e riguardano essenzialmente lo scavo per il rinterro della rete a maglie romboidali il tutto per una profondità di cm. 50.

Per quanto riguarda la regimazione delle acque non è stata prevista alcuna opera in quanto non è prevista alcuna alterazione nel profilo del suolo.

4 - CARATTERISTICHE DEL SITO PRESENTE NALL’AREA DI PROGETTO Nome del sito: Massiccio del Monte Pollino e Monte Alpi

Regione biogeografia: Mediterranea Codice: IT9210275

Tipo: Z.P.S. Area: 90.000 ettari 4.1- Descrizione del Sito

L’ambiente forestale di grande pregio ospita numerose specie di mammiferi ed uccelli (lupo, gatto selvatico, aquila, falco pellegrino, gufo reale, picchio nero) ed esemplari dell’entomofauna di interesse comunitario. Tale ambiente è arricchito da un piccolo lago che ospita una interessante fauna di anfibi e rettili.

4.2- Qualità e importanza del Sito

Pregevole consorzio faggio-abete e cerro-abete con maestosi esemplari di conifere anche senescenti: ottima la propensione dell’abete a rinnovarsi sotto il faggio ed il cerro. Importante risorsa genetica da utilizzare per la ridiffusione dell’abete.

4.3 - Vulnerabilità del Sito prodotto una rarefazione dell’abete.

4.3.1 - Uccelli migratori abituali non elencati dell’Allegato 1 della Direttiva 79/409/EEC

Dryocopus martius, Dendrocopos medium, Bubo bubo, Aquila chrysaetos, Falco biarmicus, Falco peregrinus, Milvus milvus, Milvus migrans, Lanius collurius

4.3.2 - Uccelli migratori abituali non elencati dell’Allegato I della Direttiva 79/409/EEC

Turdus viscivorus, Turdus philomelos, Picus viridis, Cuculus canorus,Oriolus oriolus, Scolopax rusticola, Buteo buteo, Columba palumbus, Corvus corax, Dendrocopos major, Apus apus, Otus scops, Hirundo rustica, Upupa epops, Athene noctua, Accipiter nisus

5.3.3 - Mammiferi elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/EEC Canis lupus

4.3.4 - Anfibi e rettili elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/EEC

Salamandrina terdigitata, Triturus carnifex, Bombina variegata, Emys orbicularis

4.3.5 - Invertebrati elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/EEC Rosalia alpina, Buprestis splendens, Cerambyx cerdo

4.3.5 - Altre specie importanti di fauna e flora

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nidus-avis, Pedicularis elegans, Quercus cerris, Ranunculus lanuginosus, Rubus idaeus, Canicola europaea, Sorbus aria, Thalictrum aquilegifolium, Tilia cordata, Viola pseudogracilis ssp. Cassinens, Dryomys nitedula, Felis silvestris, Glis glis, Hila intermedia, Martes foina, Rana dalmatina, Rana italica, Sciurus vulgaris, Triturus italicus

4.4 - Tipi di Habitat presenti nel sito Tipo di Habitat allegato I:

Codice Habitat: 9220

Nome Habitat: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggeti con Abies nebrodensis Copertura percentuale: 10

Conservazione: B Codice Habitat: 9180

Nome Habitat: Foreste di versanti , ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion Copertura percentuale: 10

Conservazione: B

Codice Habitat: 9210

Nome Habitat: Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex Copertura percentuale: 80

Conservazione: B

5 – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

Il procedimento della V.Inc.A è articolato su quattro fasi, ciascuno delle quali potrà fornire risposta ad uno specifico quesito.

Lo schema seguito nel presente studio è conforme alla procedura proposta dalla Commissione Europea che prevede le fasi di:

PRIMA FASE: FASE DI VERIFICA (SCREENING)

Per screening s’intende il processo d’individuazione delle implicazioni potenziali degli interventi previsti dal progetto e la determinazione del grado di significatività di tali incidenze. Essa deve verificare se la proposta dell’intervento è direttamente connessa e necessaria alla conservazione del sito.

SECONDA FASE: FASE DI VALUTAZIONE APPROPRIATA

Per valutazione appropriata s’intende la ricerca degli effetti che incidono negativamente sulla conservazione del sito.

TERZA FASE: FASE DI ANALISI DI SOLUZIONI ALTERNATIVE

La finalità di questa fase è quella di verificare se esistono soluzioni alternative rispetto alla proposta d’intervento avanzata avente minore impatto ambientale, o modalità alternative in grado di prevenire gli effetti che potrebbero pregiudicare il sito.

QUARTA FASE: FASE DI VALUTAZIONE DI MOTIVAZIONI E DEFINIZIONE DI MISURE DI COMPENSAZIONE

La prima valutazione serve ad individuare ed a stimare, se i motivi addotti per la realizzazione dell’opera, sono idonei a giustificare le incidenze negative che essa andrà a produrre sul sito.

La seconda, serve ad individuare le misure di compensazione idonee a compensare

l’incidenza negativa

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5.1 – SCREENING

Le caratteristiche ecologiche e i processi socio-economici in atto in molte aree protette, in Italia e, più in generale in Europa, risultano estremamente favorevoli ad incrementare la densità e l’areale distributivo delle popolazioni di Ungulati in genere e di Cinghiale in particolare. L’incremento del Cinghiale è quello che desta le maggiori preoccupazioni per l’impatto negativo esercitato sugli ecosistemi e nei confronti di importanti attività economiche.

Pur non essendo ancora stati realizzati studi specifici che chiariscano l’entità dell’impatto del Cinghiale sugli ecosistemi, esiste la preoccupazione per le conseguenze che l’attività di scavo e di ricerca del cibo attuata dal Cinghiale può avere su zoocenosi e fitocenosi rare o su endemismi e forme relittuali.

Tra le cause della riduzione dei rettili, anche la distruzione, operata dai cinghiali, dei microvertebrati e degli invertebrati che costituiscono la principale risorsa trofica dell’erpetofauna.

Per alcune specie di uccelli che nidificano al suolo, in particolare per i galliformi, il Cinghiale costituisce un potenziale predatore dei nidiacei e delle uova ed un’eccessiva presenza del Suide potrebbe concorrere a limitarne il successo riproduttivo.

Il Cinghiale potrebbe essere coinvolto nella diffusione del mal dell’inchiostro che colpisce i castagneti.

I danni prodotti dai cinghiali contribuiscono al progressivo regredire delle colture montane

che costituiscono i siti di alimentazione per diverse specie di uccelli di interesse comunitario quali il codirossone, l’ortolano, la passera lagia, la coturnice e il gracchio corallino.

Recenti studi effettuati su praterie d’altitudine sui Pirenei (C. G. Bueno et al. Anno 2010) hanno

dimostrato un significativo impatto del cinghiale sui delicati ecosistemi delle praterie montane. Gli stessi autori (anno 2011) evidenziano come nel Parco Nazionale di Ordesa e Monte Perdido vi sia stata una diminuzione del valore pascolivo ed ecologico degli ecosistemi prativi danneggiati dal cinghiale e suggeriscono l’adozione di misure di gestione per la conservazione di tali habitat.

E fuor di dubbio, dunque, che il cinghiale abbassa notevolmente il grado di biodiversità in un ecosistema: determina squilibri ecologici a carico di ambienti e specie animali e vegetali rare e di interesse comunitario inserite in Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli.

La perdita di specie, sottospecie o varietà comporterebbe infatti una serie di danni. Questi possono raggrupparsi come:

ecologico, perché comporta un degrado della funzionalità degli ecosistemi;

culturale, perché si perdono conoscenze e tradizioni umane legate alla biodiversità;

economico, perché riduce le risorse genetiche ed il loro potenziale di sfruttamento economico.

Più genericamente si può dire che la presenza di una ricca varietà di specie in un ambiente ne aumenta la sua resilienza, ossia la sua capacità di tornare "a posto" dopo avere subito uno stress.

Occorre pertanto attuare opere atte a prevenire i danni all’ambiente, ad attenuare i conflitti sociali ed a contenere i danni alle colture.

La realizzazione della rete elettrificata posta a protezione delle colture agrarie contribuisce, anche se in minima parte, a garantire la biodiversità tra le specie coltivate, una composizione floreale diversificata nei pascoli e nelle zone boscate.

5.2- VALUTAZIONE APPROPRIATA

La realizzazione della recinzione elettrificata prevede le seguenti fasi:

tipo di operazione modalità e mezzi di esecuzione

Trasporto e distribuzione del materiale in cantiere Con operai o con mezzi agricoli in terreni pianeggianti Infissione dei pali nel terreno Manualmente da operai

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Il progetto non prevede cambiamenti temporanei o permanenti dei luoghi in quanto non si prevedono realizzazioni di opere, o cambiamenti delle morfologie dei luoghi.

Gli interventi progettuali mirano al mantenimento delle colture in atto senza sconvolgere il paesaggio.

- La recinzione metallica non comporta alcun fabbisogno e uso di altre risorse naturali (es. estrazione di acqua);

- La recinzione metallica non comporta smaltimento di rifiuti ;

- Trasporti – Il trasporto dei materiali necessari alla realizzazione della recinzione viene effettuato lungo le piste esistenti.

- Emissioni – gas di scarico dei mezzi di trasporto (trattori ) quantitativamente trascurabili per la integrità e salvaguardia dell’ecosistema.

- Emissioni sonore – (asce, mazze, e mezzi di trasporto) interferenze compatibili con la conservazione del sito e delle specie animali. L’utilizzazione interessa spazi alquanto limitati rispetto al “territorio” areale delle specie animali.

- Tempo occorrente per la realizzazione del Progetto massimo 3 mesi;

- Effetti cumulativi con altri progetti: nessuno Valutazione della significatività dei possibili effetti

- Perdita di superfici coperte da vegetazione: la realizzazione delle opere non comporta diminuzione di aree boscate o comunque coperta da vegetazione naturale;

- Frammentazione degli habitat: la realizzazione delle opere non prevede la frammentazione degli habitat presenti;

- Perturbazioni: Le perturbazioni temporanee sono limitate al periodo di attività di realizzazione dei lavori e ad aree di superficie limitata.

- Cambiamenti negli elementi principali del sito (es. qualità dell’acqua): la realizzazione delle opere non prevede alcuna modifica degli elementi principali del sito;

- Influenza sulla consistenza numerica delle popolazioni animali (numero di specie e numero di individui della specie): non comporta una riduzione delle popolazioni animali;

- Influenza sulla consistenza numerica delle popolazioni vegetali (numero di specie e numero di individui della specie): non comporta una riduzione delle popolazioni vegetali.

Il presente studio di valutazione di incidenza, in ottemperanza al principio della sequenzialità, non necessita della fase TERZA “analisi di soluzioni alternative” e della fase QUARTA “definizione di misure di compensazione” in quanto gli interventi del progetto non incidono in misura significativa sugli Habitat e nel sito Natura 2000 ( ZPS IT9210300) e assicurano nel contempo “uno stato di soddisfacente conservazione dei siti”.

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