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Il determinante det(A − − − − λ λ λ λ I) si chiama determinante caratteristico della matrice A;

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(1)

AUTOVALORI ED AUTOVETTORI DI UNA MATRICE

TEOREMA: Un elemento λ λ λ λ di K è un autovalore per una matrice A, di ordine n, se e solo se, indicata con I la matrice identità di ordine n, risulta:

det( A − λ I ) = 0

Il determinante det(A − − − − λ λ λ λ I) si chiama determinante caratteristico della matrice A;

l’equazione det(A − − − − λ λ λ λ I) = 0 si chiama equazione caratteristica della matrice A.

In forma sviluppata, il determinante caratteristico

det(A - λ λ λ λI)

si scrive:

det( )

...

...

... ... ... ...

...

A I

a a a

a a a

a a a

n n

n n nn

− =

− λ

λ

λ

λ

11 12 1

21 22 2

1 2

Se si considera

λ λ λ λ

come uno scalare variabile in K, questo determinante è un polinomio

ϕ ϕ ϕ ϕ(λ λ λ λ)

, di grado n, che si chiama polinomio caratteristico della matrice A.

♦ il grado del polinomio caratteristico di una matrice quadrata è uguale all’ordine n di questa matrice;

♦ il coefficiente del termine di grado massimo è ±±±1 a seconda che n sia pari o dispari; ±

♦ la somma degli elementi diagonali di una matrice A, si chiama “traccia” di A, e si indica con la scrittura tr(A), cioè si pone:

tr A a

ii

a a a

i n

( ) = = + + ... +

nn

=

1

11 22

Risulta allora che: il coefficiente del termine in

λ λ λ λ

(n-1) è uguale alla traccia della matrice A, moltiplicata per ±±±1 a seconda che n sia dispari o pari; ±

♦ il termine noto del polinomio caratteristico di una matrice A è uguale al determinante di tale matrice, cioè

ϕ ϕ(0) = det(A). ϕ ϕ

Se la matrice A ha gli autovalori λλλλ1, λλλλ2, ..., λλλλn tutti distinti, allora i corrispondenti autovettori x1, x2, ..., xn sono linearmente indipendenti.

λ λ λ

λ

O

è un autovalore di A, se e solo se λ λ λ λ

O

è una radice del polinomio caratteristico di A, cioè se:

det( A − λ

O

I ) = 0

La determinazione degli autovalori di una matrice A equivale, quindi, alla ricerca delle radici del polinomio caratteristico

ϕ ϕ(λ ϕ ϕ λ λ λ)

di grado n. Trovato un autovalore λλλλO, allora gli autovettori corrispondenti sono le soluzioni del sistema omogeneo:

( A − λ

O

I ) ⋅ X r = 0

ESERCIZIO 1.:Determinare gli autovalori e gli autovettori della matrice

A = 

  

  1 2 3 2

Dobbiamo determinare uno scalare

λ λ λ λ

ed un vettore

r

x x

=  x

  

 

1 2

, tali che:

A x x x

x

x

⋅ = ⋅ ⇒  x

  

  ⋅ 

  

  = ⋅ 

  

 

r r

λ 1 2 λ

3 2

1 2

1

2

(2)

L’equazione matriciale sopra scritta è equivalente al seguente sistema lineare omogeneo:

x x x

x x x cioè x x

x x

1 2 1

1 2 2

1 2

1 2

2

3 2

1 2 0

3 2 0 1

+ =

+ =

 

− ⋅ + =

− + − ⋅ =

 

 λ

λ

λ : ( ) λ

( ) ( )

Un sistema omogeneo ha una soluzione non nulla (soluzione non banale) solo se il determinante della matrice incompleta vale zero, cioè se risulta:

det ( )

( ) ( ) ( )

1 2

3 2 1 2 6 0 2 2 2 6 0

− −

  

  = − ⋅ − + = ⇒ − − + + =

λ

λ λ λ λ λ λ

ovvero:

λ 2 − 3 λ − 4 = 0 ⇒ ( λ − 4 )( λ + 1 ) = 0

Pertanto, λλλλ è un autovalore solo se:

λ λ = 4 λ λ

o

λ λ = -1 λ λ

. Per

λ λ λ λ = 4

, il sistema (1) diventa:

− + =

− + =

 

 = ⋅ ⇒ = 

  

  = 

  

 

3 2 0

3 2 0

2 3

2 3

1 2

1 2 1 2 1

2

x x

x x cioè x x x x

: x

Il vettore

x = (2, 3)

è un autovettore relativo all’autovalore

λ λ λ λ = 4

; ogni altro autovettore relativo a

λ λ λ λ = 4

, è un multiplo di

x = (2, 3).

Per

λ λ λ λ = − − − −1

, il sistema (1) diventa:

2 2 0

3 3 0

1 1

1 2

1 2 1 2 1

2

x x

x x cioè x x x x

x

+ =

− − =

 

 = − ⇒ =

  

  =

  

  :

Si ottiene, pertanto, che il vettore

x = (x

1

, x

2

) = (2, −−1)

è un autovettore relativo all’autovalore

λ λ λ

λ = − −1 − −

; ogni altro autovettore relativo a

λ λ = − λ λ − − −1

, è un multiplo di

x = (1, − − − −1).

ESERCIZIO 2.:Determinare gli autovalori e gli autovettori della seguente matrice:

A = − −

− − −

 

 

4 6 0

3 5 0

3 6 5

Il polinomio caratteristico è dato dalla relazione seguente:

p ( ) λ det( A λ I ) det

λ

λ

λ

= − =

− − −

− − − −

 

 

4 6 0

3 5 0

3 6 5

Sviluppando il determinante secondo gli elementi dell’ultima colonna, si perviene alla scrittura:

p( ) (5 ) [ (5 ) ( ) ] ( ) ( )

( ) ( ) ( )

λ λ λ λ λ λ λ

λ λ λ

= − + ⋅ − + ⋅ − + = − + ⋅ + − =

= − + ⋅ + ⋅ −

4 18 5 2

5 2 2

2

Pertanto, gli autovalori sono ottenuti come soluzione dell’equazione seguente:

0 ) 1 ( ) 2 ( ) 5 ( 0

)

( λ = ⇒ − λ + ⋅ λ + ⋅ λ − = p

ovvero:

λ = − 5 λ = − 2 λ = 1

Indichiamo, ora, un

autovettore x

come vettore colonna nella forma seguente:

v x

a b c

=

 

 

Se

λ λ λ λ

è

l’autovalore

ad esso corrispondente, dovrà essere:

( A − λ I ) ⋅ x r = 0

; ossia:

(3)

4 6 0

3 5 0

3 6 5

0

4 6 0

3 5 0

3 6 5 0

2

− − −

− − − −

 

  ⋅

 

  = ⇒

− + =

− − + =

− − − + =

 



λ

λ

λ

λ

λ λ a

b c

a b

a

a b c

( )

( )

( )

( )

• Per

λ λ λ λ = − − − −5

, il sistema (2) assume la forma:

9 6 0

3 0

3 6 0

0 0

a b

a

a b

a b c arbitrario

+ =

− =

− − =

⇒ = = =

 



Si può dunque porre arbitrariamente

c = 1

e porre l’autovettore

x

1 nella forma:

r x

1

0 0 1

=

 

 

• Per

λ λ λ λ = − − − −2

, il sistema (2) assume la forma:

6 6 0

3 3 0

3 6 3 0

0 0 0

a b

a b

a b c

a b a b c b

a b

c b a c b

+ =

− − =

− − − =

+ = + = + =

 



 



⇒ = −

= −

 

 ⇒ = = −

Si può dunque porre arbitrariamente

b = − − − −1

e porre l’autovettore

x

2 nella forma:

r x

2

1 1 1

= −

 

 

• Per

λ λ λ λ = 1

, il sistema (2) assume la forma:

3 6 0

3 6 0

3 6 6 0

2 0

2 0

0

2 0

a b

a b

a b c

a b

a b

c

a b

c

+ =

− − =

− − − =

+ =

+ =

=

 



 



⇒ = −

=

 

Si può dunque porre arbitrariamente

b = − − − −1

e porre l’autovettore

x

3 nella forma:

r x

3

2 1 0

= −

 

 

ESERCIZIO 3.: Determinare tutti gli autovalori della matrice assegnata A ed una “base” per ogni autospazio.

A = −

 

  3 2 0 1 0 0 0 0 1

Il polinomio caratteristico è individuato dalla relazione di seguito riportata:

p ( ) det( A I ) det ( ) [ ( )]

( )( ) ( ) ( ) ( ) ( )( )

λ λ

λ

λ

λ

λ λ λ

λ λ λ λ λ λ λ λ

= − =

− −

 

  = − ⋅ − ⋅ − =

= − − + = − − ⋅ − ⋅ − = − − −

3 2 0

1 0

0 0 1

1 2 3

1 2 3 2 1 1 2 2 1 2

Pertanto, gli

autovalori

sono

λ λ λ λ = 1

, con ordine di molteplicità νννν = 2, e

λ λ λ λ = 2

.

• Per trovare un

autovettore x

relativo all’

autovalore

doppio

λ λ λ λ

1

= 1

, bisogna risolvere la seguente equazione:

( A − λ 1 I ) = 0

; ovvero:

(4)

2 2 0

1 1 0

0 0 0

0 0 0

− −

 

  ⋅

 

  =

 

  a

b c

ossia il seguente sistema:

2 2 0

0

0 0

a b

a b c

+ =

− − =

⋅ =

 



le cui soluzioni

sono:

a = −−b

e

c

qualsiasi, e dipendono quindi da due scalari arbitrari

b

e

c

. Il sistema, dunque, ha due soluzioni indipendenti, e precisamente:

x r

1

0 0 1

=

 

 

ottenuto ponendo

b = 0

e

c = 1

;

r x

2

1 1 0

=

 −

 

 

ottenuto ponendo

b = 1

e

c = 0

;

Quindi, i vettori x1 ed x2 sono degli autovettori indipendenti che generano l’autospazio di λλλλ1 = 1, che risulta, allora, a due dimensioni. Ciò significa che tutti gli altri autovettori di A, associati all’autovalore λλλλ1 = 1, sono “combinazioni lineari“ di questi “vettori base“ e coprono il piano generato dai vettori x1 ed x2.

• Per λλλλ2 = 2 si ottiene, ragionando analogamente, il sistema di seguito ricavato:

1 2 0

1 2 0

0 0 1

0 0 0

− −

 

  ⋅

 

  =

 

  a

b c

ossia il seguente sistema:

a b a b c

+ =

− − =

− =

 



2 0

2 0

0

le cui soluzioni

sono:

a = -2b

e

c = 0

, e dipendono, quindi, da uno scalare arbitrario (

a

oppure

b

). Il sistema presenta una soluzione indipendente e precisamente:

x r

3

2 1 0

=

 −

 

 

ottenuto ponendo

b = 1.

L’autospazio di λλλλ2 = 2 è ad una dimensione, ed ha per

base, per esempio, il vettore

x

3. Ciò significa che tutti gli altri autovettori di A, associati allo autovalore λλλλ2 = 2, sono combinazioni lineari del vettore base

x

3.

ESERCIZIO 4.:Determinare il parametro h in modo che la matrice assegnata A ammetta un autovalore λλλλ = 1; in corrispondenza di tale valore del parametro determinare gli autovalori della matrice A.

A

h h

h

= −

 

  1 0

1 0 2

1 1

Determiniamo, dapprima, la matrice

(A −− λ − λ λI) λ

, si ottiene:

( A I ) h

h

h

− =

− −

 

  λ

λ

λ

λ

1 0

1 2

1 1

Poiché λλλλ = 1 è un autovalore della matrice A, allora il determinante di

(A − − − − λ λ λI) λ

calcolato perλλ = 1 λλ deve essere uguale a zero. Per questo determiniamo:

( )

( )

A I

h h

h

− =

− −

 

  λ λ = 1

1 1 0

1 1 2

1 1 1

e imponiamo che:

det[( ) ]

( )

A − λ I λ = 1 = 0

. Si ottiene la relazione seguente:

(5)

− − − − + − − − =

− + − − − − = ⇒ − − = ⇒ =

( ) ( ) ( )( )

( ) ( ) ( ) ( )

h h h h

h h h h h

1 2 1 2 1 1 0

1 2 1 2 1 0 2 1 1 0 2

2

2 2

Per tale valore del parametro h, la matrice A e (A - λλλI) assumono, rispettivamente, la forma: λ

A h = = − A h = I

 

  ⇒ − =

− −

 

 

2 2

2 1 0 1 0 2 1 1 2

2 1 0

1 2

1 1 2

( ( ) λ )

λ

λ

λ

Gli autovalori di A sono definiti dalle soluzioni dell’equazione che si ottiene uguagliando a zero il polinomio caratteristico, ovvero:

p ( ) λ = det( A − λ I ) = 0 ⇒ − λ ( 2 − λ ) 2 + − 2 2 2 ( − λ ) + ( 2 − λ ) = 0

ovvero:

− − + ⋅ + − + + − =

− + − = ⇒ ⋅ − ⋅ − =

( )

( ) ( )

4 4 2 4 2 2 0

4 3 0 1 3 0

2

3 2

λ λ λ λ λ

λ λ λ λ λ λ

Per h = 2, la matrice A presenta, pertanto, i seguenti autovalori:

λ 1 = 0 λ 2 = 1 λ 3 = 3

ESERCIZIO 5.:Determinare tre autovettori, linearmente indipendenti, della seguente matrice

A =

 

  1 1 1 1 1 1 1 1 1

Si devono determinare, dapprima, gli autovalori

λ λ λ λ

i della matrice

A

, ovvero tutte le soluzioni della equazione ottenuta uguagliando a zero il polinomio caratteristico

p(λ λ λ λ) = 0

. Si ottiene:

det( AI ) = det ( ) ( )

 

  = − + + − ⋅ − λ

λ

λ

λ

λ λ

1 1 1

1 1 1

1 1 1

1 3 1 1 3 1

Svolgendo le operazioni richieste, si ottiene:

det( A − λ I ) = + 1 3 λ 2 − 3 λ − λ 3 + − + 2 3 3 λ = 3 λ 2 − λ 3 = − λ λ 2 ( − 3 )

Ne consegue che:

det( A − λ I ) = 0 ⇒ − λ λ 2 ( − 3 ) = 0 ⇒ λ = 0 λ = 0 λ = 3

L’autovalore

λ λ λ λ

1

= 0

presenta un ordine di molteplicità pari a 2, mentre

λ λ λ λ

2

= 0

è un autovalore semplice. Gli autovettori di A sono determinati dalle soluzioni dell’equazione fra matrici del tipo:

( A − λ i I ) ⋅ x r i = 0

• Per

λ λ λ λ

1

= 0

, si ottiene la relazione fra matrici ed il relativo sistema di seguito mostrati:

1 1 1 1 1 1 1 1 1

0 0 0

0 0 0

 

  ⋅

 

  =

 

  ⇒

+ + = + + = + + =

 



⇒ = − +

a b c

a b c a b c a b c

c ( a b )

(6)

Le soluzioni dipendono da due scalari arbitrari

a

e

b

. Il sistema ha, quindi, due soluzioni indipendenti; perciò i vettori:

x r

1

1 0 1

=

determinato da

a = 1

e

b = 0

;

r x

2

0 1 1

=

determinato da

a = 0

e

b = 1

sono degli autovettori indipendenti che generano l’autospazio di

λ λ λ λ

1

= 0

, che risulta, quindi, a due dimensioni. Ciò significa che tutti gli altri autovettori di A, associati all’autovalore λλλλ1= 0, sono combinazioni lineari dei vettori base x1 ed x2 e coprono il “piano” generato dai vettori x1 ed x2 stessi.

• Per

λ λ λ λ

2

= 3

, si ottiene, analogamente, la relazione fra le matrici ed il relativo sistema associato di seguito mostrati:

 

  ⋅

 

  =

 

  ⇒ − + + =

− + =

+ − =

 



⇒ = −

− =

− + =

 



2 1 1

1 2 1

1 1 2

0 0 0

2 0

2 0

2 0

2

3 3 0

3 3 0

a b c

a b c

a b c

a b c

c a b

a b

a b

ovvero:

a = b

e

c = a

. Tali soluzioni dipendono da un solo scalare arbitrario

a

. Il sistema ha, dunque, una soluzione indipendente; perciò il vettore seguente, ottenuto ponendo

a = 1

:

x r

3

1 1 1

=

 

 

r r r

x

1

x

2

x

3

1 0 1

0 1 1

1 1 1

=

 

  =

 

  =

 

 

ESERCIZIO 6.:Si determini la matrice A associata alla “applicazione lineare” ƒƒƒƒ : ℜℜℜℜ2→→→→ℜℜℜℜ2, sapendo che la ƒƒƒ ammette gli autovalori λƒ λλλ1 = 1 e λλλλ2 = −−2 a cui corrispondono, rispettivamente, gli autovettori seguenti:

r r

x 1 1 x 2 2

2

=  1

  

  = 

  

 

Se

x

1 ed

x

2 sono gli autovettori relativi, rispettivamente, agli autovalori

λ λ λ λ

1

= 1

e

λ λ λ λ

2

= −−2

, dovrà, per definizione di autovalore e di autovettore, risultare verificata la seguente relazione:

A x ⋅ r i = ix r i λ

in cui A è la matrice associata alla “applicazione lineare” ƒƒƒ : ℜƒ ℜℜℜ2→ℜ→→→ℜℜℜ2. Si tratta, pertanto, di una matrice quadrata di ordine 2.

Nel caso specifico proposto dalla traccia, la relazione sopra scritta, fornisce la coppia di scritture di seguito riportate:

A x ⋅ r = ⋅ x r A x ⋅ r = ⋅ x r

1 λ 1 1 2 λ 2 2

La generica matrice quadrata A di ordine 2 assume la forma:

A a b

c d

= 

  

 

. Dovrà, allora, verificarsi che:

è l’autovettore che genera l’autospazio di

λ λ λ λ

2

= 3

che è ad una dimensione ed ha come base appunto x3.

I tre autovettori linearmente indipendenti della matrice A sono:

(7)

A x x a b c d

A x x a b

c d

a b

c d

a b c d

⋅ = ⇒ 

  

  ⋅ 

  

  = ⋅ 

  

 

⋅ = ⇒ 

  

  ⋅ 

  

  = − ⋅ 

  

 

+ =

+ =

 

+ = − + = −

 

r r

r r

1 1 1

2 2 2

1

2 1 1

2 2

1 2 2

1

2 1

2 2

2 4

2 2

λ λ

Le soluzioni del primo sistema, data l’unicità della matrice associata all’applicazione lineare devono essere le soluzioni anche del secondo sistema; pertanto, dovrà verificarsi che:

a b

c d

b b

d d

a b

c d

b b d d

a b

c d

b d

= −

= −

⋅ − + = −

⋅ − + = −

 

 

= −

= −

− + = −

− + = −

 

 

= −

= −

− ⋅ = −

− ⋅ = −

 

  1 2

2 2

2 1 2 4

2 2 2 2

1 2 2 2

2 4 4

4 4 2

1 2 2 2

3 6

3 6

( )

( )

l’ulteriore semplificazione algebrica conduce alle relazioni seguenti:

a b

c d

b d

b d a c

a b c d

= −

= −

=

=

 

 

=

=

= − ⋅

= − ⋅

 

 

= −

=

= −

=

 

  1 2

2 2 2

2

2 2

1 2 2 2 2 2

3 2

2 2

Si conclude che la matrice quadrata A, di ordine 2, associata alla applicazione lineare ƒƒƒƒ : ℜℜℜℜ2→→ℜ→→ℜℜℜ2 proposta dalla traccia, assume la forma seguente:

A = −

  

  3 2 2 2

Verifichiamo, per essere esaustivi, che la matrice A così determinata presenta gli autovalori

λ λ λ λ

1

= 1

e

λ λ λ λ

2

= − −2. G − −

li autovalori

λ λ λ λ

i della matrice

A

, altro non sono che le soluzioni della equazione che si ottiene uguagliando a zero il polinomio caratteristico

p(λ λ λ λ) = 0

. Si ottiene:

det( AI ) = det − − ( ) ( )

− −

  

  = − − ⋅ − +

λ λ

λ λ λ

3 2

2 2 3 2 4

Svolgendo le operazioni richieste, si ottiene:

det( A − λ I ) = − + 6 3 λ − 2 λ + λ 2 + 4 = λ 2 + λ − 2 = ( λ − 1 ) ( ⋅ λ + 2 )

Ne consegue che:

det( A − λ I ) = 0 ⇒ ( λ − 1 ) ( ⋅ λ + 2 ) = 0 ⇒ λ 1 = 1 λ 2 = − 2

OSSERVAZIONE

Dato che la matrice A presenta due autovalori distinti allora risulta essere diagonalizzabile. Una matrice diagonale M simile alla matrice A è la matrice che ha lungo la diagonale principale gli autovalori di A. La matrice diagonalizzante P è la matrice le cui colonne sono costituite dagli autovettori associati agli autovalori della matrice A. Le matrici M e P hanno, pertanto, la forma seguente:

M = P

  

  = 

  

 

1 0

0 2

1 2 2 1

Si verifichi che le matrici A, M e P soddisfano la relazione seguente:

M = P −1 A P

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