JOLE
OPERA LIRICA IN DUE PARTI
POESIA
RAFFAELE SALUSTRI
MUSICA
DI
ALBANO SEISMIT-DODA
Venezia — IE. BROCCO Editore
Merceria dell1Orologio 229
Proprietà letteraria riservata
Stab. Tip.-Lit. C. Ferrari
PERSONAGGI
Beltramo
de' DaoliJole, sua figlia
vlscardo
dibraunia
Frate Anselmo
(Basso)
(Mezzo soprano) (Tenore)
(Baritono)
Cori,
Dame,
gentiluomini, contadini, fanciulli Comparse, Paggi, valletti, gente d'arme.Italia, sec. XIV.
»
Bertrame
di Daolo, dicto de lapiagia de li diabolidove
elmanieri
stava.Et advene gran
maravigliache
per lo dispiacimento delle peccata, corno sonoe lacampana
di Brauenia, in quello die, simorìo
; et cusìGuiscardo
ripiglioe sua signoria, et se dixe per li saviiche
fue per imperationedivina. »...ALDINO VOLUMNIO
« Dì antique famiglie di Romagna. » Cron. ined.
PARTE PRIMA
Vasta terrazza.
A
destra folti alberi; a sinistra cespugli, grandi vasi di fiori.Un
po'verso ilcentrodellascenauna tazza di marmo, donde s' innalza unlargo fiocco d'acqua. Avantialla fontana un sedile dimarmo
; in fondo una balaustrata; al di là la valle e il cielo.È
il crepuscolo.Passano inlontananzaicontadini reducidal lavoro, cantando la ballata dello Smirnio (1)
Che
ti dice, fanciulla vezzosa, laverde
rosadai fiori d'òr?
Le
sue sfere volaron leggiere,come vapor
?—
Io sospiro, edognuna
sen vola;resta
una
sola; io so perchè.Il
mio
fioremi
dice nel core eh' eipensa
ame.
{Le voci si disperdono).
Voce dall'alto
Air
erta sto.(1) In questa ballatasi allude a un anticogiuococampestre poco dissimile da quello della margherita.
Voce
piùlontana
All'erta sto.
Frate Anselmo
Vegliate, o scolte, invano.
Pauroso
spettro,veglia il rimorso qui.
Che
vai possanza?che vai
temuto nome
?Ecco, colui che sterminò,
che
uccise, che a gioito nelsangue
;sotto la
man
della giustizia eterna, fragile vita, orlangue
nel ribrezzo perpetuo del ricordo, nell'agonia del terrore, nel sordo
martir del
pentimento
; e a lui le insonni ciglia, sì altereun
dì,consuma
il pianto.Baglior', trionfi, voluttà del
mondo, menzogna
siete: verità è il dolore ;T
alto doloreumano,
di cui talor la voce, ne' solenni silenzi,
giunge
a' veggenti,come
eco di
mar
lontano. (Sorge la luna, la scena sìva gradatamente rischiarando). tu,che
deglieventi reggilefila ascose,che
sai tutte le lagrimedell'uomo
e delle cose;9
possente Iddio, consola chi la
madre
a perduto, chi le forze e lamente immola
alla vittoria d'una
nobile fede, chi nel dubbio è abbattuto, chi senzaspeme
adora, chi soffre senza gloria!(inginocchiandosi) Dio, soccorri ai raminghi, soccorri alla severa povertate anelante fra lo stento e il lavor;
Dio, benedici il
sonno
del fanciul, la preghiera de' rei ch'espiano, il trepido sospiro di chimuor!
Beltramo
Frate
Anselmo
!Pregate
?Frate Anselmo
Pregavo. (si atea)
Beltramo
Anch'
io testécercava orando
alcun conforto all'inquieto spirto;ma
sul labbromorìa
la supplice parola:
io sorgea col crine irto
per lo spavento :
mi
parea d' udireuna sommessa
e minacciosa voce, e per la notteuna lugubre
squillache mi chiamava ....
(rabbrividendo)—
10—
Frate Anselmo
Fosche
illusionipotè evocar in te
vago
racconto, forse natoda
viva fantasia, dimandrian
poeta,una
notte d' inverno.Beltramo
Eppur
la fiaba cantaognor
:
» Sui caduti veglia
ancora
» la
campana
emuta
sta:»
ma,
se parla, 1'ultim' ora» d'
un
potenteannunzierà
!Eppur
la fiaba framemori macerie
interrompe, là giù, le vespertine canzoni del pastor,
che
passa e guata labruna
rocca, testimon severa di feroci vittorie. Allamina
essa sorvive ; e aspetta misterioso
incolume ....
!-
11—
Frate Anselmo
Può
il volgo errar:ma
son presagicT
un
provvido disegnoche
ordisce il ciel; d'unmomento, che
cangi in seren le tempeste,' che cancellinegro passato: . . . . Piangi?
Beltramo
Sì! Di sperar
degno
son'io? me, carco d'anni, sazio di colpe e di dominio,non
fé' pio lapaura
?Ah
! delitti v'àn, cui chiusa laclemenza
èpur
del ciel.In quest'
anima
è un'accusa formidabile, crudel !Ghigna Satana
; il suo fissoocchio folgora su
me, preda
sua nel dìsupremo
!L'urlo io sento dell'abisso infernal sotto il
mio
pie!Ah
!Padre Anselmo,
iotremo
! . . . .Frate Anselmo
Oh
Beltramo,come
il senso la ragione t'offuscò!—
12—
Dio è bontà, palpito
immenso,
eh'uomo
intenderenon
può.Pensa
tuche
la vendettanon
è il gaudio del Signor;dal benefico suo trono
non
fu precemai
reiettache
a lui volse il peccator :Beltramo, Dio è
perdono
!Beltramo
accento, che insiieti
balsami in seno infonde!
Codesta rozza veste
mi nasconde
il cor d'
un
sapienteo d'
un
eroe? Certo patiste voitutto;
meno Y
orror di voi stesso...
Frate Anselmo
Io? . . . Io patii la fallace
ebbrezza della scienza
e de' potenti il fasto e la miseria ; e poi, spezzato ogni ceppo terreno, abbracciai 1'umiltà, la pazienza dolce del
Nazzareno
;per
compir
fra gli errori e le fragilità della materia,per
compir
fra gli oppressi e gli oppressori lamia
mission di carità, di pace.-
13—
Beltramo
{inchinandosi riverente)
Padre, sul capo
mio
la vostra
man
stendete, poichéun
santo voi siete !Frate Anselmo
{impedisce Catto di Beltramo)
Sei
mio
fratel!Fa
core, e più securo alle tue stanze ti riduci. Insieme parlerem di mirabile dottrinache
i pentiti avvalora; finché su te discendaT
oblìo d'un
giorno ancora.{Partono lentamente a destra. Pausa)
14
—
(La parte sinistra della scena è tutta illuminata dal plenilu- nio. Da destra, in fondo, entra
JOLE
e si appoggia in atto di meditazione alla balaustrata)Jole
Queta
è la valle.Cadon
1' ore tacite nella notte.—
Io ti penso,mio
gentil cavalier, ti penso in questa serenitàche mi
sorride; e t'amo,t
amo ....
(inviando un bacio)Farmi,
o s'udìa nella forestagaloppo di destrier? . . . . Nulla : è susurro degli alberi lontani
— Quanto
azzurro!che calma
!Ahimè
! . . . . sonmesta
![avanzandosiin mezzo alla scena)
Spazio interminato, astri tremebondi,
d'acque, d'aure
murmure,
olezzanti fior';
arpa
del creato, che, vibrando, inondid'armonia
la vita; da voi stilla in corcome
di romitaestasi
languor
! {Torna verso là balaustrata, rimanendo assorta. Brevepausa)—
15—
Ei
giunge
!Un
dolce brividoM'
assai....
Di gioia il senmi
balza....
In quest' istante ei corre; ansantem'
invoca; ei vien...!...
Viscardo
{Apparendo a un trattofra i cespugli, dietro lafontana, e scendendo rapidamente sulla scena)
Jole
mia
!Jole
Mio
fedel! qual periglio!Viscardo
Me
seguìa 1' occhio solo di Dio nell'audace sentier, nelmio
slancio per salir fino a te, per vederti,lungamente
vederti,amor mio
. . .Jole
Io t'attesi nei giorni deserti, io t' attesi nel tedio
che
agghiaccia lamia povera
vita.Ma
tu,or tu
meco
sei : dalle tue bracciaAh
! vorreinon
dividermi più!16
VlSCARDO
Deh,
non
piangere !da me
divisa, io lo sento nel cor,non
sarai.A me
invan ticontende V
oscuraman
del fato. «Alza
ilguardo
e m'affisa» il
mio nome
ricorda sventura» cruda,
orrenda
; viltade,giammai
! »Jole
Fin
dal giornoche
impavida, anela Io t' ò amato, fumia
la tua sorte.Qual
tu sia, nel mister,che mi
velail tuo
nome,
è la storia d'un
forte.Io scorgevo in te
un
esule,un
vinto,ma non domo da
antico dolore ;e
mia
fede fu 1' umile IstintoVlSCARDO
Mi
leggevi, o divina, nel core!Sì, son vinto; su
me
de'malvagi
passò bieca, esultando.P
insania, passò d'odj fraterni, di stragiun
furorche
la patria dilania.—
17—
Quanto sangue
! . . . .(con esaltazione) e qui forse
non
spira1
J
odor
suo?mai
qui lagnonon suona
d'inulte
ombre
? . . .Ah!
.. .nascemmo
nell'ira !Jole
Che
! . . neirira dicesti? . . .Viscardo
(ravvedendosi)
Perdona
;vaneggiavo .... ma
il torbidoquadro
già è sparito.Or
viviam : ci accarezzail chiaror della
luna
;un
leggiadrosogno
è tutto d'amor, di bellezza! . . .(Si assidonodinanzi allafontana, dolcemente guardandosi. Si ode il mormorio dell'acqua cadente. Viscardos*inginocchiaafianco diJole)
Così
....
Ti vo' adorar, Jole,mio
ben,mia
gloria; nel secolo delmale
apparizione eterea:che T amor
d'un mortale
trasformi in paradiso! . . .Jole
Così
....
Nelmesto
riso de'tuoi begli occhi neri,—
18—
su la tua fronte splendida,
i teneri pensieri, la passi'on dolcissima, T
amore
io vo' baciar !Viscardo
Ecco
:d'amore
ebbreimmemori
Fanime
nostre s' abbracciano.Jole
Porgimi
il tuo labbroancor
;vo'
che
si stempri ilmio
cor nelsovrumano
sospir....
Viscardo
In
un
desio dimorir
! . . . . {Pausa) {Beltramo, seguito dafrate Anselmo,apparisce nelVombra, da destra)
Jole
Mio padre
Beltramo
{avanzandosieguardando Viscardo)
Ohi
sei tu?19
VlSCARDO
La
stirpemia
fu già nota a te
che
il chiedi; d'essaT
ultimo inme
vedi;son
Viscardo
diBraunia!
{stupore: pausa)Beltramo
Ti ravviso appieno; il figlio
veggo
in te . , . {con dolore) delmio
rivai!Desiata e in
un
terribile, tua presenza qui è fatai!Viscardo
'Solo,
inerme
ioson; ne
t'odio;mi
svelai leale, alterd«
un amor,
eh' è ilmio
coraggio, cuinon
vinceuman
poter.Jole
(Ciel !
che
ascolto! or so quai spasimi soffocasti in cor perme
!E
più t'amo
! oh, al tuo martirio fossepremio
lamia
fé!)20
Frate Anselmo
(Stanno
il giusto ed il colpevole al cospetto tuo ; su lor,deh, s'
adempia
ora il miracolodi tua santa opra, o Signor!) (Pausa)
Beltramo
Prode
e leal ti disse lafama
: oscuro, errando, tu consacrastisempre
la tuavita, il tuobrando
all'equità, all'onore ...Se contro il
mio
delitto ti grida il corvendetta, colpiscimi, n'ài dritto.Da
torve fazioni travolto, folle, infransiUn
dì la tua fortuna.. .Non
fui felice: piansi, epiango
!Un moribondo
son io,non un nemico;
e l'amor tuo, decreto del cielo, io benedico,
Jole
(con gìoja)
(Fia ver?)
VlSCARDO
«
Quai
detti! e crederti degg' io? ... »—
21—
Beltramo
« Jole,
colomba
» fra noi di pace, siatua sposa; e a
me
latomba
» lieve sarà.
Tu
taci?»
Jole
(con esaltazione) « (Fia
ver
!) »VlSCARDO
(commossoprofondamente)
Parli, o vegliardo, solenne, e
pur
solenne ti risponde Viscardo.—
Fummo ambedue
ludibrio d'un rio genio,che
fieri ci fé' contro noi stessi, l'uno all'altro stranieri....Ebben;
su lamemoria
cara delpadre
mio, giuro che tiperdono
; ti perdonianche
Iddio!(abbraccia Beltramo)
Beltramo
«
non
sperato amplesso! ...Come
viver vorrei»
nova una
vitaancora
di calma, e d' onestade!»
Mercè!
mercè, omagnanimo!
ospitemio
tu sei,»
che ognun
più dime
stessoonorerà ...»
22
Frate Anselmo
V amate
!La
carità,che
or v'anima,non avrà un
dì confini;stringerà tutto
un
popolo, conscio de'suoi destini!«
La
carità è la sola forzache
può,che
vuole;»
che muta
inroseirovi,che
trae dall'ombrailsole! » {Viscardo e Jole, stringendosiperlememisiavanzano sulla scena)
VlSCARDO
Sei
mia
persempre
! In oasi prodigiosa assunti,noi
lasciammo
il dolore, noi palpitiam congiunti!Jole
Son
tua!Balena
intorno a noi festosa un'iride; di nostre vite il flore s'apre aun
divino giorno!(Quadro. Cala la tela)
PARTE SECONDA
Grande aula del Castello de' Daoli.
A
sinistra il sontuoso camino.A
destra una porta ornata di ricca tenda. Nel mezzo del fondo grande porta d'ingresso, sormontatadaarcale a sesto acuto, e dadue pennoni con le armi de1Daoli e diBraunia, in- trecciati da ghirlande di rose. Due veroni la fiancheggiano, dai quali si scorge una parte dell'atrio.Preludio d1 organo neH' interno e
Coro
Uxor
tua sicut vitisabundans,
in lateribusdomus
tuae.Benedicat
libiDominus ex Sion
:et videas
bona Jerusalem omnibus
diébus vitae tuae.Et
videas filios filiorumtuorum, pacem super
Israel.Salmo CXXVII.
(La sposa tua sarà
come
viteabbondante
nei lati della tua casa.A
te benedica il Signore di Sion :possa tu vedére i beni di
Gerusalemme
in tutti i giorni della tua vita.
E
possa tuvedere
i figli dei figli tuoi, e lapace
sopra Israele!)(Il suono dell'organo cessa, e incominciala marciata nuziale.
Dalla porta centrale difondo entranodame egentiluomini. Jole, Viscardo, Beltramo e frate Anselmo, preceduti da valletti che portanotorcie accese,da paggi che spargono fiori. Dai veronisi scorgono alabardieri, che fanno ala al corteo).
INNO NUZIALE
Imeneo,
imeneo
!A
te s'inalzi l' inno di gioia, a te,che
uniscicon
la tuagemma
due nomi
eletti,ne
faiuno stemma, ne
fai di pace gentil trofeo,imeneo
! Trionfa, o sposa :da
mille cetere,da
mille cori lauda sispanda
sulla tua grazia,
che
al crin ghirlanda dinon caduche
rose ti fèo.imeneo
!Prode
garzone, gioisca, onorisi in te ladonna che
il ciel ti scelse; su lei tu splendi per opre eccelse, e intreccia al mirtoT
allòr febeo.imeneo
! oimeneo
!(Gli sposi ricevono le congratulazioni delle dame e dei ca- valieri: indi,insieme con frateAnselmo,circondanoBeltramo se- duto verso il centro della scena).
—
25—
Beltramo
Salute a voi, preclari ospiti e amici!
Tra
i dolci fiori e i canti brillin le tazzeprònube
!Questo
dì seguiran giostre e tornei dellamia
Jole innome
e di Viscardo,che
innanzi a voi di Daolie di
Braunìa
oggiSignor
proclamo.(aliandosi)
Viscardo
(Che
disse? r . .)Jole
pensier!)
(0
inattesoFrate Anselmo
(Pia ragione lo ispira, o è
compreso
d'
arcana
visione? . . .)Dame
e Gentiluominispumeggi
gagliardo nei nappi il liquor;al
prode Viscardo omaggio
edonor
!Viscardo
D'
amor,
di gioia il cantico gentilche non
s' oblia,che
alpar
d' un'alba roseasi
spande
qui tra i fior' ;—
26-
di pace alto
messaggio
parli alla patria mia,dove m'
arriseun
angelo dov' io rivivoancor
!(Un improvviso turbamento si scorge sul volto di Beltramo.
Egli siede: tutti si rivolgono a lui con ansietà.)
Jole
Padre, tu impallidisci! . . .
Beltramo
È
fugacemalor
. . .Guarda
: sorrido!Viscardo
Prezioso, o Beltramo, fu il nuzial tuo
dono
. . .Beltramo
Il
mio
profondo voler t'affido . . .Viscardo
M'
è sacro.Beltramo
Finita
non
è perme
la vita, se, vecchio, le tempesteabbandono
delmondo
.Frate Anselmo
(À
Viso.) Sii clemente:Previeni a età più mite,
che
a questi ferrei tempi succederà.Beltramo
Il passato io son, tu sei
T
avvenir....
(Lafolla passa al di fuorirumoreggiandoe acclamando Vi- stardo;
ma
in breve le grida si allontanano).Te
desiail popolo,
bhe
accorre.Odi
il suo grido ?Bsso vola qual dardo,
vola a colpir degli avi tuoi la torre . . .
(S'odono da lungii rintoccaligravie irregolari di una campana).
28
—
Beltramo
Ah!
(Tone una mano sul cuore, tenta di rialzarsi t ricade sulla sedia).
Coro
Che
fu?Jole
Gran
Dio!(svienefra le braccia di alcune dame)
Coro
[accorrendo in tumulto)
Vacilla! . . .
{{Beltramo muorefra le braccia di frate Anselmo).
VlSCARDO
La leggenda
s'avverò
!-
29—
Coro
Fatai dì!
Funerea
squilla !(Tuttis9 inginocchiano)
Frate Anselmo
Non
piangete: egli espiò !\
(Quadro. Cala la tela)