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Elogio della lentezza

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Academic year: 2022

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bibliografia

Elogio della lentezza

lunga giornata della lentezza – dal 7 al 13 giugno 2015

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Elogio della lentezza

Lunga giornata della lentezza

VIVERE CON LENTEZZA “Rallentare”, è questa la parola d’ordine di questa settimana: in

tutto il mondo si celebra infatti la “Giornata della lentezza”.

Il Centro culturale Il Pertini aderisce all’iniziativa, organizzata per il nono

anno, dall’associazione di volontariato “L’arte del vivere con lentezza”,

(www.vivereconlentezza.it) che invita tutti ad alzare lo sguardo e prendersi del tempo

per riscoprire l’autenticità dei gesti e degli attimi che accompagnano la nostra vita, a

prendersi una pausa e riconsiderare il ritmo della propria vita per non farsi travolgere

dallo sconforto e dalla frenesia, nel privato, nel lavoro e nel tempo libero.

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Vivere con lentezza, i 14 ComandaLenti!

1. Svegliarsi 5 minuti prima del solito per farsi la barba, truccarsi o far colazione senza fretta e con un pizzico di allegria.

2. Se siamo in coda nel traffico o alla cassa di un supermercato, evitiamo di arrabbiarci e usiamo questo tempo per programmare mentalmente la serata o per scambiare due chiacchiere con il vicino di carrello.

3. Se entrate in un bar per un caffè: ricordatevi di salutare il barista, gustarvi il caffè e risalutare barista e cassiera al momento dell’uscita (questa regola vale per tutti i negozi, in ufficio e anche in ascensore).

4. Scrivere sms senza simboli o abbreviazioni, magari iniziando con caro o cara.

5. Quando è possibile, evitiamo di fare due cose contemporaneamente come telefonare e scri- vere al computer…se no si rischia di diventare scortesi, imprecisi e approssimativi.

6. Evitiamo di iscrivere noi o i nostri figli ad una scuola o una palestra dall’altra parte della città.

7. Non riempire l’agenda della nostra giornata di appuntamenti, anche se piacevoli, impariamo a dire qualche no e ad avere dei momenti di vuoto.

8. Non correte per forza a fare la spesa, senz’al- tro la vostra dispensa vi consentirà di cucinare una buona cenetta dal primo al dolce.

9. Anche se potrebbe costare un po’ di più, ogni tanto concediamoci una visitina al negozio sottocasa, risparmieremo in tempo e saremo meno stressati.

10. Facciamo una camminata, soli o in compa- gnia, invece di incolonnarci in auto per raggiun- gere la solita trattoria fuori porta.

11. La sera leggete i giornali e non continuate a fare zapping davanti alla tv.

12. Evitate qualche viaggio nei weekend o du- rante i lunghi ponti, ma gustatevi la vostra città, qualunque essa sia.

13. Se avete 15 giorni di ferie, dedicatene 10 alle vacanze e utilizzate i rimanenti come decom- pressione pre o post vacanza.

14. Smettiamo di continuare a ripetere: “non ho tempo”. Il continuare a farlo non ci farà certo sembrare più importanti.

L’Arte del Vivere con Lentezza vi propone i BiciLenti!!!

1 - Rispetta il pedone che c’è in te.

2 - Lascia a casa la tua aggressività. Posologia:

non più di un allegro vaffa al giorno.

3 - Mentre vai in bici, goditi l’arietta e molla il tuo parabrezza mentale.

4 - Ogni tanto rimetti le rotelline immaginarie alla tua bici e torna bambino.

5 - Se proprio devi salire sul marciapiede, scala la marcia.

6 - II campanello non è un animale intelligente, se usato male spaventa la gente.

7 - Sii gentile con chi va più lento di te, non sei l’unico a rotelle: passeggini, carrozzine, tricicli.

8 - Dai un nome alla tua bici e ogni tanto acca- rezzala.

9 - Il telefono in bici è a sbanda larga.

10 - Ricordati che anche se ti senti onnipotente di notte non sei fosforescente.

I 7 ComandaLenti per vivere con lentezza in cucina

1. Il cibo è la tua prima medicina: insegna Ippo- crate… crediamoci.

2. La poesia del cibo inizia quando facciamo la spesa: scegliamo prodotti di stagione e di qualità. Se vogliamo risparmiare diminuiamo la quantità: che è anche un’ottima scelta per controllare colesterolo e peso.

3. È scientificamente provato che l’acqua non bolle prima se continuiamo a osservarla: quindi senza fretta appassioniamoci alla preparazione della nostra cenetta e apparecchiamo con cura la tavola, un fiore?

4. Utilizziamo tutti i nostri sensi per godere dei singoli ingredienti: la vista, il tatto, l’olfatto, il gusto… anche l’udito (i rumori della cucina fanno tanto casa e calore).

5. Gustiamo ogni forchettata e ogni piccolo sor- so di quel vino che, anche se da incompetenti, avremo scelto con amore e cura.

6. Evitiamo il “due in uno”. Se mangiamo non telefoniamo, se telefoniamo non mangiamo.

7. Non precipitiamoci … il cinema, la lavastovi- glie, l’ultimo ritocco al computer, ecc. aspettano

Ecco i trucchi per decelerare e vivere più

lentamente ogni giorno.

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lamberto maffei

Elogio della lentezza

il mulino, 2014

Siamo davvero programmati per la velocità? Viviamo in un mondo veloce, dove il tempo sembra via via contrarsi: continuamente connessi, chia- mati a rispondere in tempi brevi a e-mail, tweet e sms, iper-sollecitati dalle immagini, in una frenesia visiva e cognitiva dai tratti patologici. Di- mentichiamo così che il cervello è una macchina lenta e, nel tentativo di imitare le macchine veloci, andiamo incontro a frustrazioni e affanni.

Queste pagine esplorano i meccanismi cerebrali che guidano le reazioni rapide dell’organismo umano, di origine sia genetica sia culturale, con un invito a scoprire i vantaggi di una civiltà dedita alla riflessività e al pensiero lento.

mikics david

Slow reading

Leggere con lentezza nell’epoca della fretta garzanti, 2015

Non si è mai letto tanto come in questi anni di rivoluzioni tecnologi- che: email, siti web, sms, tweet. Siamo costantemente circondati da testi scritti, eppure mai prima d’ora la lettura è stata così rapida, superficiale, affrettata. Scorriamo sempre più velocemente le parole sui nostri scher- mi, saltando da una pagina all’altra al ritmo incessante della modernità, continuamente distratti da nuovi stimoli digitali. Slow Reading ci riporta invece a un modo diverso di leggere, capace di far comprendere la pro- fondità della parola scritta e di apprezzarne la sua bellezza. Grazie ai quattordici semplici consigli dell’autore, la lettura paziente e appassio- nata di un libro può così diventare l’opportunità per reimpossessarsi del proprio tempo, per conoscersi e migliorarsi

A cuor leggero

La felicità è legata al quotidiano, fatta di piccole cose di tutti i giorni che troppo

spesso non siamo in grado di godere. (libri sulla filosofia della lentezza)

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sten nadolny

La scoperta della lentezza

garzanti, 2014

A dieci anni, John Franklin (1786-1847), colui che sarà destinato a diventa- re uno dei più grandi esploratori artici inglesi, non riesce ancora ad affer- rare la palla che gli lanciano i compagni. Capisce, non capisce. Rimugina parole. Stenta ad esprimersi. Un disadattato, si direbbe. Eppure John è pronto per iniziare l’inarrestabile ascesa che lo vedrà ufficiale di marina sulle prestigiose navi da guerra britanniche, poi al seguito di spedizioni scientifiche nell’Artico canadese; quindi per sei anni pacato governatore della colonia penale della Tasmania ed esploratore del leggendario pas- saggio a nord-ovest.Perfettamente in bilico tra rigore illuministico e iro- nia romantica, la scoperta della lentezza irride alla cieca convulsione del nostro vivere attuale, con la precisione e il piglio che sono nella migliore tradizione letteraria di lingua tedesca.

sylvain menétrey

Slow : rallentare per vivere meglio

egea, 2014

Che cos’hanno in comune le “vere” lasagne all’emiliana con tracce di DNA equino, i suicidi in azienda e la crisi dei subprime? Sono tre scandali che testimoniano di un mondo che, a forza di cercare il profitto immediato, trascina consumatori, lavoratori e risparmiatori in una folle corsa attra- verso una realtà industrializzata e globale, sempre più kafkianamente complessa. L’essere umano si ritrova così sconnesso tanto dai ritmi na- turali quanto dal suo ambiente più prossimo. Critici di fronte a questa accelerazione che ci sta intossicando, i movimenti Slow seducono ogni giorno di più nuovi adepti in tutto il mondo. Ma che cosa propongono?

Da un lato di impiegare il tempo in modo autentico, dall’altro di conside- rare che il piacere non consiste nell’accumulo disordinato che da decenni ormai ci viene venduto come un progresso.

luis sepùlveda

Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza

guanda, 2013

Le lumache che vivono nel prato chiamato Paese del Dente di Leone, sotto la frondosa pianta del calicanto, sono abituate a condurre una vita lenta e silenziosa, a nascondersi dallo sguardo avido degli altri animali, e a chiamarsi tra loro semplicemente “lumaca”. Una di loro, però, trova ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Per questo, nonostante la disapprovazione delle compa- gne, intraprende un viaggio che la porterà a conoscere un gufo malinco- nico e una saggia tartaruga, a comprendere il valore della memoria e la vera natura del coraggio, e a guidare le compagne in un’avventura ardita verso la libertà.

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daniel kahneman

Pensieri lenti e veloci

mondadori, 2012

Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal pre- mio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamen- ti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un’esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due pro- cessi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all’attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azio- ne quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensie- ro ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l’intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.

maria novo

Vivere slow : Apologia della lentezza

dedalo, 2011

Marìa Novo propone in questo libro una serie di idee e strategie per riap- propriarsi del proprio tempo e liberarsi dalla schiavitù della produttività.

L’autrice racconta le sue personali vicissitudini nel “caos organizzato” di Roma; parla di progetti innovativi collegati a una nuova cultura del tem- po, come quelli avviati a Ferrara, la Città delle biciclette, o a Fano, la Città dei bambini; descrive le esperienze concrete di individui singoli, gruppi, città o organizzazioni (come Slow Food, Città Slow e le Banche del Tem- po) che hanno cominciato a cambiare, rallentando i ritmi e riducendo la velocità. Una riflessione sul tema dello sperpero di tempo, che rientra in una problematica più ampia: la ricerca di un benessere collettivo, fondato sull’equilibrio ecologico e l’uguaglianza sociale.

sonia savioli

Slow life : del vivere lento, sereno e contento

malatempora, 2006

Come svegliarsi la mattina. Come fare colazione e godersela. Come cena- re con gusto. Come addormentarsi bene (soli e/o accompagnati). Come trovare il tempo per tutto, evitando di correre. Come spendere poco e bene nei week-end, nelle vacanze, con i figli e gli amici. E infine, come evitare le ansie e trovare l’equilibrio nel tempo e nello spazio.

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paolo merlini

L’ arte del viaggiare lento : a spasso per l’italia senz’auto

ediciclo, 2012

Rinunciare all’automobile è possibile. Un’idea semplice e “rivoluzionaria”

è quella di viaggiare utilizzando i trasporti pubblici locali, una forma di er- ranza in perfetto equilibrio tra lentezza e comodità. Ogni giorno migliaia di autobus tessono una capillare rete di linee extraurbane che penetra- no nel profondo della provincia italiana solcando, a velocità moderata, le belle strade della Penisola. Con biglietti economici, comodamente seduti a quasi due metri di altezza, si può godere del lungometraggio del Bel Paese che scorre lento fuori dal finestrino sentendosi un po’ nei panni di Soldati, Piovene o Rumiz. È una forma di viaggio che si può praticare dai dodici ai novant’anni senza essere accompagnati dai genitori. “L’esperto di vie traverse” Paolo Merlini ci guida in questo nuovo modo di viaggia- re, selezionando i percorsi più significativi, descrivendo le autolinee più efficienti lungo itinerari suggestivi, portandoci per mano alla scoperta di un’altra Italia, da attraversare senza fretta.

gaia de pascale

Slow travel : Alla ricerca del lusso di perdere tempo

ponte alle grazie, 2008

Il piacere di viaggiare, di scoprire la vita di un luogo, non di materializzarsi in posti lontani senza sapere cosa c’è in mezzo. Il gusto di percorrere le strade guardando quello che c’è intorno, e non sfrecciandovi in mezzo.

Oggi si può andare ovunque in poco tempo. Proprio per questo è ora di recuperare il viaggio a misura d’uomo, il viaggio lento, a piedi o in bici- cletta. Viaggiare lento: Tiziano Terzani in “Un indovino mi disse” racconta di un anno passato viaggiando solo in treno. Perché è quello il modo per entrare davvero in contatto con la gente, con i popoli a cui tutto passa sopra la testa, non solo gli aeroplani. Un libro di consigli pratici, ma non solo: una guida ricca di riflessioni, con un approccio romantico-letterario.

Perché il turista pellegrino è soprattutto questo: un nuovo poeta.

Il viaggio, dimensione interiore

Il camminare lento

Non ci interessa arrivare alla vetta, o fare dei record, ma di assaporare il percorso

che per noi non è mai una linea retta tra due punti. Ci fermiamo per leggere, per

guardare il tramonto, per riconoscere un fiore.

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claudio sabelli fioretti

A piedi

chiarelettere, 2007

A piedi. Lentamente. Da Lavarone aVetralla. Attraversando le strade, i pa- esi, i bar, la gente, i dialetti. Trovando un compromesso tra il tempo e lo spazio, tra la bellezza dei paesaggi e la lunga distanza da percorrere.

Sulle strade asfaltate.Perché da Lavarone aVetralla,659 km a piedi per 32 giorni? Possiamo buttarla sullo sportivo (fa bene muoversi). Possiamo az- zardarci sul fìlosofico (i sapienti greci divulgavano Ea loro scienza cammi- nando). Possiamo provare la via spirituale (il bisogno di isolarsi, meditare).

E infine il letterario: StendhaE, Goethe, Kerouac. Alla fine abbiamo scelto due tipi di risposta. La prima, un po’dada, un po’situazionista, e forse an- che betabloccante:Perché no?. E Ea faccenda finisce lì, davanti allo sguar- do sbigottito dell’interlocutore. La seconda risposta è più articolata: A giugno non avevamo niente da fare.

stefano faravelli

Egitto : Cercando l’aleph

edt, 2008

Un percorso di ricerca estetica e spirituale sulle acque del Nilo da Assuan ad Edfu, scandito dal ritmo lento della navigazione a vela su un sandalo;

le lunghe ed avventurose digressioni nelle oasi nel deserto libico, (luoghi di alti pellegrinaggi quello di Alessandro a Siwa, per esempio), le mirabilia monumentali dell’Islam Cairota, la persistenza nella memoria di Alessan- dria di una città ibrida e levantina, l’assoluto non turistico della città san- tuario di Tanta e gli inaggirabili monumenti dell’Egitto faraonico.

a cura di roberto lavarini

Viaggiar lento : andare adagio alla scoperta di luoghi e persone

hoepli, 2008

La frenesia dei ritmi della vita quotidiana e la continua sollecitazione a cui veniamo sottoposti dai mezzi di comunicazione sta creando diffu- samente degli anticorpi che si traducono in movimenti ed eventi che privilegiano la lentezza del fare: slow food, città slow, slowUp, slow shop- ping, slow work, slow travel. Anche nel modo di viaggiare è visibile questa contrapposizione: si va sempre più lontano, ci si muove veloci come mai prima, si vedono in numero infinito luoghi, persone e cose senza real- mente conoscerli e apprezzarli, ma sempre più cresce il bisogno di qual- cosa di diverso. Il testo riflette sui nuovi stili di viaggio che hanno come principale interesse la scoperta del territorio e delle popolazioni che lo abitano. Si compone di dodici saggi che propongono e descrivono altret- tanti modi di intendere la lentezza del viaggiare legati dal convincimento che il viaggiar lento stia a indicare uno stile di movimento in cui i mezzi di trasporto non precludono la possibilità di fermarsi per godere di un panorama o per parlare con chi si incontra.

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marco deambrogio

Le tre vie della vita: Il mio cammino di Santiago

ultra, 2013

Ottocento chilometri a piedi, uno straordinario percorso dai Pirenei all’O- ceano, un pellegrino molto particolare: Marco Deambrogio. Viaggiatore infaticabile, “l’uomo che attraversa i deserti in moto”, dopo aver compiu- to ogni genere di impresa, affronta questa volta la sfida più diffìcile: quel- la della fede. Marco ha percorso le strade impervie del cammino di San- tiago secondo l’antica tradizione, con l’unico ausilio delle proprie gambe.

Il cammino gli ha dato la forza necessaria, dopo aver tanto vissuto, per cambiare di nuovo il proprio destino, permettendogli di credere ancora.

E gli ha regalato questo libro, vivido diario di viaggio e confessione senza filtri, che potrà ispirare e insieme consigliare chi vorrà seguire i suoi passi, metaforicamente o concretamente, e mettersi in cammino.

valentina musmeci

Un anno col baio : dalle dolomiti al mar adriatico con un pastore errante e duemila pecore

ediciclo, 2014

Il libro racconta, per immagini e testi, un anno di transumanza e alpeggio al fianco di un pastore della Val di Fiemme, Ruggero Divan, e le sue 2200 pecore, 15 capre e 16 asini dal Parco di Paneveggio-Passo Rolle Pale di San Martino verso la pianura Padana e il mar Adriatico. La prima parte del volume, prevalentemente fotografica, segue lo scorrere del tempo della transumanza, dalla partenza sull’Alpe Lusia in ottobre all’alpeggio estivo e la nuova partenza l’anno successivo. Ad alcuni momenti importanti – la nascita e la morte, la tosatura, l’allattamento, la preparazione dell’aia per la notte – sono dedicate pagine speciali. Le fotografie, rubate a una quotidianità semplice e rude, permettono di entrare in un mondo antico e poco conosciuto e in contatto diretto con una geografia naturale e cul- turale che solo il tempo lento del viaggio a piedi consente di apprezzare a fondo. Al termine della narrazione fotografica l’intervista al pastore, sui suoi 35 anni di vita nomade, avvicina i lettori al lavoro della pastorizia in questi ultimi decenni e mette in risalto le sue peculiari caratteristiche umane e culturali.

In prima persona

I veri viaggiatori non sono persone ricche ma curiose.

Non sono alla ricerca di comodità, ma di novità, sorprese.

( Paolo Crepet )

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frédéric gros

Andare a piedi : filosofia del camminare

garzanti, 2013

Frédéric Gros, con un libro originale e delicato, ci fa riscoprire la bellezza e la profondità del semplice camminare, il senso di libertà che genera, la crescita interiore. Attraverso la riflessione e il racconto magistrale delle vite di grandi camminatori del passato – da Nietzsche a Rousseau, da Proust a Gandhi –, Andare a piedi propone un percorso ricco di curiosità, capace di far pensare e appassionare. Nella visione limpida ed entusiasta di Gros, camminare in città, in un viaggio, in pellegrinaggio o durante un’escursione, diventa un’esperienza universale che ci restituisce alla di- mensione del tempo e ci consente di guardare dentro noi stessi.

luca gianotti

L’ arte del camminare : consigli per partire con il piede giusto

ediciclo, 2011

In fondo, se ci pensate, non serve nessuna arte per camminare. L’abbiamo imparata da piccoli e non l’abbiamo più scordata. Basta alzarsi, uscire di casa, e mettersi in marcia. Ma per farlo in modo cosciente, occorre qual- che premessa, qualche attenzione. L’arte del camminare è rivolto sia a chi non ha mai camminato per più di una giornata, sia a chi già trascorre il suo tempo libero camminando e vuole aggiungere qualcosa al proprio bagaglio di conoscenze. Come preparare uno zaino? Usare o non usare i bastoncini? È possibile dormire serenamente sotto le stelle? Che cos’è la meditazione camminata? Sono solo alcune delle domande cui l’autore risponde in modo chiaro ed esauriente. Questo libro è rivolto a chi vuole partire per un lungo cammino, per esempio andare a Santiago, ma anche a chi vuole fare semplici passeggiate con una maggiore consapevolezza.

Prefazione di Wu Ming 2.

alessandro vergari

Manuale del camminare lento

macro edizioni, 2001

Questo piccolo, eccezionale manuale ci dice tutto quello che c¹è da sapere e da imparare per riscoprire il profondo piacere di momenti intensi vissuti in comunione con se stessi e con la Natura. Quali calzature scegliere, quale abbigliamento indossare, quale sacco a pelo preferire, quale zaino, quali ac- cessori, e ancora, come averne cura, come procurarseli o come realizzarli.

Riappropriarsi delle proprie capacità di camminare, ritrovare il contatto con la natura e con se stessi, avere il tempo di meravigliarsi del colore di un papavero o della forma di una nuvola, sono semplicemente queste le regole del camminare “lento”.

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michele riefoli

Mangiar sano e naturale con alimenti vegetali integrali : manuale di

consapevolezza alimentare per tutti

macro edizioni, 2011

Consapevolezza alimentare ed evoluzione della coscienza: ecco i due pilastri su cui poggia questa preziosa guida, capace di rispondere alle domande più importanti su cibo, salute ed ecologia. Con un taglio edu- cativo-scientifico e un linguaggio comprensibile da tutti, Michele Riefoli traccia un percorso di consapevolezza alimentare in grado di migliora- re il nostro stato di salute e benessere e, al tempo stesso, di diminuire l’impatto ambientale del nostro stile di vita. Il risultato è un manuale di educazione alimentare ricco di informazioni utili, capace di spiegare l’im- portanza dell’ascolto del corpo e di indirizzare le scelte alimentari di chi voglia migliorare le proprie prestazioni fisiche e mentali in modo naturale

alberto mora

Dizionario dei sapori perduti

cairo, 2014

Ricordate le buone cose di una volta? Quelle proprio buone: frutta pro- fumata e verdure croccanti, fresche e di stagione? Di stagione, sì, perché nessuno certo si sognava di cercare zucchine e fragole a dicembre. Dei surgelati nemmeno a parlarne, già il frigorifero era un’innovazione guar- data con sospetto. Tutti gli anni, in certi giorni - che fosse Natale o Pa- squa, la stagione della vendemmia o il picnic della tradizione familiare - si mangiava quel piatto, cucinato in quel modo da che se ne aveva memoria.

E proprio alla memoria-nostalgia del gusto è dedicato questo volumetto, che mette in fila dalla A di acqua alla Z di zucchine tanti sapori perduti o, magari, ripescati per moda. Come la misteriosa panaché dei locali mo- daioli, ovvero la gazzosa con uno schizzo di birra, che d’estate veniva consentito anche a noi bambini degli anni del boom. Quando a tavola si beveva l’Idrolitina che trasformava l’acqua (allora minerale e buona di suo) in minerale frizzante trattenuta a stento dal tappo con la guarnizione di gomma. E le “merendine”: pane burro e zucchero, pane e marmellata, rigorosamente fatta in casa, oppure uovo sbattuto. Pagine leggere e pro- fumate di malinconia per rivedere la pentola poggiata a sobbollire in un angolo della cucina economica e risentire il grido del gelataio che, sul suo baracchino a due ruote, si presentava puntuale la domenica pomeriggio con i suoi due deliziosi gusti, e non uno di più.

Star bene a tavola

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Centro culturale

piazza Confalonieri 3 | 20092 Cinisello Balsamo 02 66 023 542

ilpertini@comune.cinisello-balsamo.mi.it

www.ilpertini.it

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