LA FORESTA DELLA LENTEZZA
ERA AUTUNNO NELLA FORESTA DELLA LENTEZZA E GLI ANIMALI CHE PRESTO SAREBBERO ANDATI IN LETARGO ERANO A CACCIA DI CIBO, DI FOGLIE SECCHE E DI UN RIPARO PER IL LUNGO SONNO INVERNALE.
TUTTI TRANNE UNO…
LA LEPRE SIMONETTA, RAPIDA COME UNA SAETTA, NON AVEVA NESSUNA VOGLIA DI DARSI DA FARE, CONVINTA COM’ERA CHE LE SAREBBE BASTATO UN SOLO GIORNO PER PROVVEDERE AD OGNI COSA… IN FONDO LEI ERA L’ANIMALE PIÙ VELOCE DELL’INTERA FORESTA!
OLTRE LA COLLINA DEI CASTAGNI VIVEVA MARLENA, UNA DOLCE TARTARUGA CHE CON FATICA PORTAVA LA SUA CASA SULLA SCHIENA.
NON SI LAMENTAVA MAI, NON SI DAVA PENA, LEI ERA SEMPRE PAZIENTE E SERENA.
LE VOLEVANO BENE TUTTI, MA PROPRIO TUTTI PERCHÉ ERA BUONA E DOLCE E SOPRATTUTTO LA SUA LENTEZZA LE AVEVA DATO LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE BENISSIMO L’INTERA FORESTA E I SUOI ABITANTI.
AVEVA SEMPRE IL TEMPO PER SCAMBIARE DUE CHIACCHIERE, PER BERE UNA TAZZA DI THE E PER DARE BUONI CONSIGLI.
MARLENA AMAVA L’AUTUNNO PERCHÉ TRASFORMAVA LA SUA BELLISSIMA FORESTA CON TANTI COLORI: IL GIALLO DEL SOLE, IL ROSSO DEL FUOCO, L’ARANCIONE DELLE ARANCE PROFUMATE, IL MARRONE DELLE CASTAGNE.
IN QUESTI TRE MESI INFATTI I MELI, I PERI E I CASTAGNI DAVANO I LORO DELIZIOSI FRUTTI E MARLENA NE ANDAVA GHIOTTA; NON DIMENTICHIAMOCI DELL’UVA! ERA DOLCISSIMA E SUCCOSA!
UNA MATTINA DI OTTOBRE LA TARTARUGA USCÌ DI CASA, COME FACEVA SEMPRE, DI BUON ORA; ADORAVA GUARDARE L’ALBA E VEDERE IL CIELO CHE DIVENTAVA ROSSO E ARANCIONE COME LE FOGLIE AUTUNNALI.
MENTRE CAMMINAVA A RITMO LENTO INCONTRÒ RICCIO PASTICCIO, UN SUO AMICO CHE NON VEDEVA DA TEMPO.
PASTICCIO ERA UN SIMPATICONE MA, ESSENDO RICOPERTO DI PUNGENTI ACULEI, NESSUNO, A PARTE MARLENA, VOLEVA STARE IN SUA COMPAGNIA. PASTICCIO ERA UN PO’ TIMIDO E QUANDO SI VERGOGNAVA SI TRASFORMAVA IN UNA PALLA SPINOSA… MARLENA LO CAPIVA BENISSIMO PERCHÉ ANCHE LEI SPESSO SI CHIUDEVA NEL SUO COMODO GUSCIO.
PASTICCIO ERA VENUTO A DIRLE CHE LA LEPRE SIMONETTA STAVA DIVENTANDO INSOPPORTABILE… NON FACEVA ALTRO CHE VANTARSI TUTTO IL GIORNO PER LE SUE ABILITÀ DI VELOCISTA E OFFENDEVA GLI ALTRI POVERI ANIMALI.
“PASTICCIO SEI UN IMPICCIO!
MARLENA MI FAI PENA!”
E POI SE NE ANDAVA RIDENDO COME UNA MATTA!
MARLENA, CON LA SUA CALMA, NON DAVA RETTA ALLE BRUTTE PAROLE DELLA LEPRE E OGNI VOLTA CONVINCEVA PASTICCIO A LASCIAR PERDERE.
“VEDRAI!... UN GIORNO QUALCUNO LE DARÀ UNA BELLA LEZIONE! IL TEMPO PROVVEDERÀ…!”
PASSARONO I GIORNI E GLI ALBERI DIVENTAVANO SEMPRE PIÙ SPOGLI E FACEVA SEMPRE PIÙ FREDDO: ERA IL MESE DI NOVEMBRE.
RICCIO PASTICCIO STAVA GIRONZOLANDO IN CERCA DI CIBO QUANDO VIDE UNO STRANO FIORE, TUTTO VARIOPINTO DI TONALITÀ BLU, AZZURRO, VERDE E VIOLA… INSOMMA UNA MERAVIGLIA!
VOLEVA FARE UN REGALO A MARLENA E PROVÒ A STACCARLO MA SENTÌ UN URLO. “AHI!”
MA CHI HA PARLATO? IL FIORE?
“MACCHÈ FIORE E FIORE… QUELLA È UNA PIUMA! ANZI LA MIA PIUMA!”
RICCIO PASTICCIO SI SPAVENTÒ E SI TRASFORMÒ IN UNA PALLA SPINOSA.
QUELLA ERA DAVVERO UNA PIUMA BELLISSIMA E UNICA PERCHÉ APPARTENEVA ALLA SPLENDIDA CODA DI UN PAVONE.
GEDEONE IL PAVONE, L’ANIMALE PIÙ VANITOSO DELL’INTERA FORESTA DELLA LENTEZZA.
UN PO’ ANTIPATICO, SI GIRÒ VERSO RICCIO PASTICCIO E INIZIÒ A PARLARE:
“MA COSA SEI? STRANO ANIMALE CON LE SPINE? SEI UN PO’
BRUTTINO DIREI!”
RICCIO PASTICCIO CHE GIÀ SI VERGOGNAVA DI TUTTO, SI STRINSE ANCORA DI PIÙ NELLA SUA PALLA PUNGENTE. “CI MANCAVA SOLO UN ALTRO GUASTAFESTE!!!”
AVREBBE VOLUTO RISPONDERE PER LE RIME A QUEL PRESUNTUOSO E MALEDUCATO MA PROPRIO NON CI RIUSCIVA…
ERA TROPPO TIMIDO.
O FORSE AVREBBE VOLUTO CHIEDERE UN CONSIGLIO A MARLENA CHE, CON LA SUA CALMA E LA SUA SAGGEZZA, AVREBBE SICURAMENTE SAPUTO DIRE LA COSA GIUSTA!
PROPRIO IN QUEL MOMENTO COMPARVE SIMONETTA… CHE VEDENDO IL PAVONE INIZIÒ A PRENDERLO IN GIRO COME SUO SOLITO:
“PAVONE FANNULLONE!
GEDEONE SOMIGLI A UN PICCIONE!”
GEDEONE ANDÒ SU TUTTE LE FURIE, GONFIÒ LA SUA CODA E LA APRÌ IN TUTTO IL SUO SPLENDORE E BEH… SIMONETTA RIMASE SENZA PAROLE… NON AVEVA MAI VISTO NIENTE DI PIÙ BELLO IN VITA SUA.
E PIAN PIANINO ECCO AVVICINARSI LA DOLCE MARLENA CHE AVEVA VISTO E SENTITO TUTTO E CHE, COME DICE RICCIO PASTICCIO, SA SEMPRE COSA DIRE.
“CIAO GEDEONE, È DA UN PO’ DI TEMPO CHE NON TI VEDEVO…
SEI SEMPRE PIÙ BELLO, È VERO, MA TANTO VANITOSO… PERCHÉ NON FAI UN GESTO BUONO? PERCHÉ NON CI REGALI UNA DELLE TUE PIUME?
IL PROSSIMO MESE CI SARÀ IL NATALE ED È UNA FESTA PER TUTTI NOI, CI ABBRACCIAMO, CI STRINGIAMO, STIAMO TUTTI INSIEME E SAREBBE BELLO SE ANCHE TU TI UNISSI ALLA BELLA COMPAGNIA.
OGNUNO DI NOI IN QUESTO GIORNO PORTA UN DONO E DEVE ESSERE QUALCOSA DI MOLTO SPECIALE; LE TUE PIUME SONO STUPENDE E PIACCIONO A TUTTI… COSA NE PENSI?”
GEDEONE, CHE NON AVEVA MAI AVUTO UN AMICO VISTO IL SUO CARATTERINO, RIMASE COLPITO DALLA PROPOSTA DI MARLENA E OVVIAMENTE NE FU MOLTO FELICE: A TUTTI PIACE RICEVERE AFFETTO E AMORE.
SI STACCÒ UNA PIUMA DELLA SUA VARIOPINTA CODA E LA DIEDE A MARLENA. E COSÌ IL NATALE AVEVA GIÀ FATTO IL SUO PICCOLO MIRACOLO.
ED ECCO CHE GENNAIO, CON LA SUA BIANCA NEVE E IL SUO GELIDO GHIACCIO, BUSSÒ ALLA PORTA DELLA FORESTA DELLA LENTEZZA… ERA ARRIVATO L’INVERNO.
IL SILENZIO AVVOLGEVA TUTTO IL BOSCO COME UN CANDIDO MANTELLO.
MARLENA, SIMONETTA E PASTICCIO DORMIVANO GIÀ DA UN PO’ NELLA LORO CALDA TANA… ERANO IN LETARGO.
GEDEONE, INVECE, AVEVA TROVATO RIPARO IN UNA VECCHIA FATTORIA ABBANDONATA MA SI SENTIVA MOLTO SOLO E TANTO TANTO TRISTE SENZA I SUOI NUOVI SIMPATICI AMICI.
POI GLI VENNE IN MENTE CHE, CON TUTTA QUELLA NEVE, AVREBBE POTUTO COSTRUIRE UN BELLISSIMO PUPAZZO DI NEVE… MA SÌ, CERTO!
ÙN PUPAZZO ERA QUELLO CHE CI VOLEVA!
COMINCIÒ SUBITO A RACCOGLIERE TANTA NEVE E FECE LA PRIMA GRANDE PALLA DI NEVE DELLA BASE DEL PUPAZZO…
UUUHHH!!! CHE FATICA!!! PER UN UCCELLO ABITUATO A PASSARE IL SUO TEMPO SOLO A FARSI AMMIRARE…!!!
MA NON ERA IL MOMENTO DI PENSARE A QUESTO… GEDEONE SI FECE FORZA E HOP HOP HOP… COSTRUÌ LA SECONDA PALLA DI NEVE CHE, CON UN GRANDE SFORZO, POSÒ SOPRA ALLA PRIMA.
ORA ERA DAVVERO ESAUSTO E SI SDRAIÒ SULLA NEVE…
QUANDO SENTÌ UNA VOCINA…
“ FORZA GE!
FORZA GE!”
“OH… MA CHI È?” ESCLAMÒ GEDEONE, UN PO’ SORPRESO…
INTORNO NON C’ERA PROPRIO NESSUNO.
NESSUNO RISPOSE PIÙ E LUI PENSÒ DI AVER SOGNATO… POI SI ALZÒ E PROSEGUÌ IL SUO LAVORO, RACCOLSE LE ULTIME FORZE E GUARDÒ SODDISFATTO IL SUO PUPAZZO DI NEVE! ERA BELLISSIMO!
POI SI RICORDÒ DEI REGALI DI NATALE… UNA CALDA SCIARPA (QUELLA DI RICCIO PASTICCIO) SAREBBE STATA DAVVERO BENE A QUEL BIANCO OMINO…
E LE SCARPE DI SIMONETTA? PERFETTE DIREI!
E LE SUE PIUME? AL POSTO DI UN CAPPELLO PER DARE COLORE, TIPO LE PIUME DI UN GRANDE CAPO INDIANO… HAUG!
GLI SCAPPÒ UNA RISATA… ERA IL PUPAZZO DI NEVE PIÙ DIVERTENTE CHE AVESSE MAI VISTO…
“AH AH AH!
AH AH AH AH!!!” QUALCUNO RISPOSE.
“OH… DI NUOVO? MA CHI È STATO? CHI HA PARLATO?” DISSE GEDEONE.
“SONO IO! SONO IL PUPAZZO CHE HAI COSTRUITO… MI HAI FATTO CON COSÌ TANTO AMORE CHE MI HAI REGALATO UN CUORE!”
“QUESTO È PROPRIO STRANO - PENSÒ GEDEONE - MA… NE SONO MOLTO FELICE!
DIREI CHE A QUESTO PUNTO TI SERVE UN NOME… VEDIAMO UN PO’… POTREI CHIAMARTI… SEI BIANCO, SEI DOLCE, SEI SCINTILLANTE…
MA SÌ… ZUCCHERO!
MI PIACE! ZUCCHERO!!!!
COSA NE PENSI?”
“OH… È BELLISSIMO!
GRAZIE! È IL MIO NOME… TUTTO MIO… EVVIVA!!!”
CHE MERAVIGLIA! ORA GEDEONE AVREBBE AVUTO UN AMICO MOLTO SPECIALE CON IL QUALE TRASCORRERE I LUNGHI MESI INVERNALI E TUTTA QUELLA NEVE E QUEL GHIACCIO IMPROVVISAMENTE GLI SEMBRARONO UN INCREDIBILE PARCO DI DIVERTIMENTI.
GEDEONE E ZUCCHERO DIVENNERO GRANDI AMICI E UN GIORNO, MENTRE GIOCAVANO A PALLE DI NEVE, VIDERO UNA PICCOLA CICALA CONGELATA SOTTO AD UN RIPARO DI PICCOLI SASSI…
LA PORTARONO SUBITO ALLA FATTORIA, ACCESERO UN CALDO FUOCO E LE DIEDERO DELLE COPERTE E LEI LI RINGRAZIÒ MOLTO E RACCONTÒ LORO LA SUA STORIA….
“QUALCHE MESE FA IO MI TROVAVO SUL RAMO DI UN ACERO E CANTAVO, CANTAVO, CANTAVO… E CON IL MIO VIOLINO SUONAVO, SUONAVO, SUONAVO…
POI VIDI PASSARE SOTTO DI ME UNA LUNGA STRADA NERA FATTA DI MINUSCOLE FORMICHE CHE NON SMETTEVANO MAI DI LAVORARE. IO RIDEVO E LE PRENDEVO IN GIRO E UNA DI LORO MI DISSE:
“ SAI, CICALA… CHI PENSA AL DOMANI, SEMPRE BEN SI TROVERÀ!”
“BEH… AVEVA PROPRIO RAGIONE! ORA LE FORMICHE SONO AL CALDUCCIO NELLA LORO TANA PIENA DI PROVVISTE E IO…
CONGELATA, SOLA E AFFAMATA!!!”
PER SUA FORTUNA LA CICALA AVEVA INCONTRATO GEDEONE E ZUCCHERO, ALTRIMENTI NON AVREBBE SUPERATO L’INVERNO…
E ORA ERANO IN TRE!
IL TEMPO PASSAVA E PIAN PIANINO MARLENA, PASTICCIO E SIMONETTA SI SVEGLIARONO DAL LUNGO LETARGO.
IL BOSCO ERA RICOPERTO DI GERMOGLI E DI FIORELLINI APPENA SPUNTATI, LE GIORNATE INIZIAVANO AD ESSERE PIÙ CALDE. MA SOPRATTUTTO QUEST’ANNO, AL LORO RISVEGLIO, C’ERA GEDEONE!
IL LORO AMICO PAVONE AVEVA TRASCORSO L’INVERNO CON ZUCCHERO CHE ORA PERÒ ERA PARTITO PER IL POLO NORD, ALTRIMENTI SI SAREBBE SCIOLTO.
E C’ERA UN’ALTRA BELLISSIMA NOVITÀ… LO SCOIATTOLO MICHELE SI ERA SPOSATO CON LA SCOIATTOLA MARGHERITA E AVEVANO AVUTO TRE CUCCIOLI!
AH… LA PRIMAVERA!
TI FA INNAMORARE IN UNA SERA!
EH SÌ! ANCHE IL TASSO E LA TASSA AVEVANO UNA DOLCISSIMA CUCCIOLA!
“MA CHE MERAVIGLIA - PENSÒ MARLENA – IL BOSCO È IN PERFETTA ARMONIA!!!”
EVVIVA!!!
E COSÌ PASSARONO IL MESE DI APRILE E QUELLO DI MAGGIO E IL BOSCO SI RIEMPIVA DI FIORI, FARFALLE COLORATE, API, INSETTI LABORIOSI, CUCCIOLI CURIOSI.
TUTTI VIVEVANO IN PERFETTA ARMONIA… MA DAL VICINO RUSCELLO SI SENTIVA LITIGARE…
MARLENA SI AVVICINÒ CON I SUOI AMICI, MOLTO LENTAMENTE, E VIDE UN RANOCCHIO VANITOSO E UNO STUPENDO USIGNOLO CHE GRIDAVANO FORTISSIMO PERCHÉ OGNUNO DEI DUE SI CREDEVA IL PIÙ BRAVO A CANTARE.
“COSA VUOI? NON SAI CANTARE!”
DICEVA IL RANOCCHIO.
“PARLI TU, CHE SAI GRACCHIARE!”
RISPONDEVA L’USIGNOLO.
MA AD UN CERTO PUNTO, UNO DEI DUE COMINCIÒ A CANTARE UNA BELLISSIMA CANZONE CHE PARLAVA DI… FELICITÀ E CHE TUTTI GLI ANIMALI DEL BOSCO CONOSCEVANO MOLTO BENE…
FU COSÌ CHE USIGNOLO E RANOCCHIO (ENTRAMBI MOLTO BRAVI A CANTARE) USARONO LE LORO SPLENDIDE VOCI PER GUIDARE UN CORO MERAVIGLIOSO!
EH SÌ! PERCHÉ IN UN CORO NON C’È IL PIÙ BRAVO, CI SONO TANTE VOCI DIVERSE CHE INSIEME CREANO UNA VERA MAGIA DI SUONI.
MARLENA GUARDÒ IL BOSCO E I SUOI ABITANTI E DISSE:
“CHE BELLO VIVERE IN ARMONIA, MA SE SI VA DI FRETTA…
ADDIO ALLA POESIA!
SIAMO ANIMALI TUTTI DIVERSI MA, SENZA AMICI SAREMO PERSI.
ANDATE LENTI… ANDATE PIANO E…
ARRIVERETE MOLTO LONTANO!”
FINE
