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La violenza sulle donne è una delle

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Academic year: 2022

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DICEMBRE 2021

IN QUESTO NUMERO

Rna messaggero, base per la medicina del futuro

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2 Alzheimer, prevenirlo curando la cataratta

4

4 L'importanza del silenzio

4

5

Dolore alla cervicale, i rimedi

4

6 I nostri 17 anni insieme

4

8 Narcolessia, quella sonnolenza eccessiva

4

12

Attenzione all'uso degli antidepressivi

4

14 Come prevenire le malattie del freddo

4

15 Godiamoci il Capodanno... con cautela

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DICEMBRE 2021

in regalo con il

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L

a violenza sulle donne è una delle piaghe più terribili della nostra socie- tà. Sebbene il termine latino domi- na, dal quale deriva la parola italiana donna, abbia il significato di “signo- ra-padrona”, la storia e la letteratura ci in- segnano che dall’età più arcaica a oggi, passando per il medioevo, la donna, pur- troppo, non sempre è stata effettivamen- te “signora” o “padrona” della propria vi- ta e del proprio destino. Dante Alighie- ri, più di settecento anni fa, nella sua Di- vina Commedia è riuscito ad affrontare questo tema ponendo l’accento su vicen- de e su figure femminili che risultano es- sere a mio avviso eccezionalmente attuali.

Sto pensando a Pia de’ Tolomei, che nel V Canto del Purgatorio pronuncia paro- le che lasciano supporre il tragico epilogo della sua vita per volere di ‘altri’: “… h’i’

fe’ di me quando ‘l dolor mi vinse; voltòm- mi per le ripe e per lo fondo, poi di sua pre- da mi coperse e cinse. Deh, quando tu sa- rai tornato al mondo, e riposato de la lunga via… ricordati di me, che son la Pia…”.

E Il Sommo Poeta parla anche a Pic- carda Donati. A lei e alla sua storia nel Canto III del Paradiso, sono riservati versi che non ho più dimenticato. “Dal mondo, per seguirla (santa Chiara D’Assi- si – ndr) giovinetta fuggi’mi, e nel suo abito mi chiusi e promisi la via de la sua setta.

Uomini poi, a mal più ch’a bene usi, fuor mi rapiron de la dolce chiostra: Iddio si sa qual poi mia vita fusi”.

Piccarda fin dalla tenera età si era vota- ta a santa Chiara entrando giovanissima nel convento delle Clarisse, a Firenze, ma Corso, il fratello, la fece rapire e strappa- re con la forza da quel luogo di preghiera per darla in sposa a un uomo di cui non era innamorata, annientandole ogni vo- lontà, rubandole il presente e distruggen- dole il futuro.

La giovane sarebbe morta prima di aver consumato il matrimonio. Ed è pro- prio Piccarda ad indicare a Dante, tra gli spiriti beati che si trovano nel Cielo del- la Luna, quello di un’altra donna che, in base a una leggenda conosciuta all’epoca, sarebbe stata costretta a sposarsi rinun-

ciando a farsi monaca ovvero Costan- za d’Altavilla: sovrana di Sicilia, madre di Federico II di Svevia, moglie di Enri- co VI. “Quest’è la luce de la gran Costanza che del secondo vento di Soave generò ‘l ter- zo e l’ultima possanza… Così parlommi, e poi cominciò ‘Ave, Maria’ cantando, e can- tando vanio come per acqua cupa cosa gra- ve…”.

Mi sembra incredibile, ma se chiudo gli occhi i versi danteschi riecheggiano nella mia mente, come se a pronunciarli fosse una donna che vive ai giorni nostri, dove esistono ancora i matrimoni combi- nati, le “spose bambine” alle quali viene strappato il diritto di giocare, di credere alle favole, di studiare, per essere date in sposa a uomini molto più grandi di loro.

Esistono ancora padri, fratelli, e altre

“persone di famiglia”, che si arrogano il

potere di decidere che cosa è meglio per le “femmine di casa”. E basta veramente un “clic” sulla tastiera per entrare in una storia che sembra “d’altri tempi” e che, invece, si svolge nel modernissimo mon- do di oggi, in un tempo che naviga sem- pre più veloce all’interno di un universo senza confini, dove tutto sembra magico e a portata di mano, dove vivere sembra la favola più bella, dove l’immagine della famiglia felice è su tutti i mezzi di comu- nicazione, dove sopra una patina di lu- strini la donna sembra essere la “signora”

indiscussa della propria vita e la ”padro- na“ del proprio destino, pronta a vivere quel sogno che è un diritto inalienabile, di tutti e tutte, indistintamente.

“Una donna dovrebbe essere due co- se: chi e cosa vuole”, cito le parole di Co- co Chanel, ma troppo spesso quel sogno viene spezzato da qualcun altro, un fred- do buio avvolge un giorno che non avrà più lo stesso domani e la morte diventa l’unica via possibile da percorrere.

“Lottare contro ogni forma di violen- za nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità” (Kofi Annan)

PRIMO PIANO.

Dante, la Divina Commedia e lo sconcertante tema dei soprusi di uomini a mal più ch’a bene usi

DONNE: LA VIOLENZA DI IERI E DI OGGI

CLAUDIA DONDOLI

COORDINAtRICE DEL CENtRO StuDI E RICERChE

“PIA DE’ tOLOmEI” DI tAttI

I versi danteschi riecheggiano i giorni nostri, dove esistono ancora i matrimoni combinati, le “spose bambine” alle quali viene strappato

il diritto di giocare, di credere alle favole, gli abusi, le brutalità

Claudia Dondoli [FOtO DI EDOARDO FIACChI]

A sinistra, il rapimento di Piccarda Donati Sopra, Pia de’ Tolomei e Costanza d’Altavilla

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2 DICEMBRE 2021

I

vaccini anti-Covid di Pfizer e Mo- derna - basati sulla tecnologia a RNA messaggero (mRna) - non solo finora hanno salvato centinaia di migliaia di vite, ma hanno anche aperto la stra- da a nuove possibilità terapeutiche su vari fronti, dai tumori alle malattie ra- re, dall’influenza stagionale all’Hiv e al- la malaria. Con la tecnologia a mRna si può praticamente curare qualunque ma- lattia in modo rapido, personalizzato e via via sempre più economico.

Come funziona

La tecnologia implementata per i vaccini anti-Covid sfrutta una semplice molecola – l’Rna messaggero appunto – dove è custodita l’informazione genetica per far produrre all’organismo umano la proteina virale Spike. Una volta inietta- to nel nostro corpo, il piccolo RNA dà le istruzioni alle cellule, che cominciano a produrre in grandi quantità Spike, la proteina alla base del vaccino.

Le prospettive a 360 gradi in medicina

Analogamente, qualsiasi proteina di interesse medico può essere fatta pro- durre al corpo umano iniettando il cor- rispondente mRna.

Le proteine sono le macromolecole più importanti per i viventi e alla base di molte cure mediche. Ad esempio, oggi per molte malattie rare caratterizzate da un difetto proteico ereditario si inietta- no ai pazienti le proteine sane corrispon- denti.

Passando all’Rna messaggero, per una certa proteina di interesse, si potrebbe semplificare di molto la terapia e render- la anche meno costosa. Infatti, mentre produrre proteine terapeutiche è costoso e dispendioso in termini di tempo e ap- parato tecnologico necessario, produr- re gli analoghi RNA è più economico, semplice e rapido. Le possibilità di im-

piego sono teoricamente infinite. Pen- siamo ad esempio a tutta la vasta gam- ma di anticorpi oggi in uso per le malat- tie più disparate: dalla psoriasi all’artrite reumatoide, all’emicrania. Gli anticorpi, a loro volta, non sono altro che protei- ne: anche per queste malattie si potreb- be passare all’inoculazione dell’Rna cor- rispondente e quindi a una terapia più economica e semplice da produrre.

I tumori

Un grosso campo di interesse sono i tumori. L’impiego di RNA messagge- ri paziente-specifici apre le porte a te- rapie oncologiche personalizzate anche per tumori in fase avanzata. La Pfizer- BioNTech ha già all’attivo una serie di sperimentazioni cliniche per diversi tu- mori solidi, dal melanoma al cancro del seno e delle ovaie. L’idea, testata con suc- cesso in diversi lavori pubblicati su rivi- ste scientifiche importanti come Natu-

re e Science Translational Medicine, è di iniettare nel paziente cocktail di RNA messaggeri che contengono le istruzioni per proteine del cancro paziente-specifi- che. Una volta che il paziente comincia a fabbricare queste proteine, le sue difese immunitarie le riconoscono come nemi- che e si attivano contro le cellule tumo- rali che espongono tali proteine (come un tag) in superficie. Si tratta di fatto di un nuovo tipo di immunoterapia su mi- sura di paziente.

Le malattie infettive

L’Rna messaggero può essere anche impiegato per tutta una serie di malat- tie infettive: è in fase di sperimentazio- ne, ad esempio, un vaccino antimalarico a RNA (anche se non proprio un Rna messaggero) che potrebbe portare a una svolta nella prevenzione della malattia. I primi risultati positivi su animali sono stati annunciati da Richard Bucala della

“Yale University” nel 2018 sulla rivista Nature Communications.

L’influenza stagionale

Anche i vaccini per l’influenza stagio- nale potrebbero essere rivoluzionati dal- la tecnologia a RNA messaggero. Oggi il vaccino antinfluenzale si produce in modo lento su uova di gallina in cui vie- ne prodotto il principio attivo proteico, ogni anno diverso. I tempi di produzio- ne sono tali che annualmente bisogna iniziare con largo anticipo facendo solo una stima di quelli che saranno i ceppi virali prevalenti nell’inverno successivo.

Con la tecnologia a RNA questo passag- gio produttivo verrebbe ampiamente ac- corciato e ogni anno il vaccino potrebbe essere fatto in tempo reale sui ceppi real- mente circolanti.

Insomma, un’infinita gamma di nuo- ve possibilità terapeutiche si dispiega con la tecnologia dei vaccini anti-Covid.

L’RNA MESSAGGERO.

Non solo ha salvato centinaia di migliaia di vite, ma ha anche aperto la strada a nuove possibilità terapeutiche

Nella tecnologia dei vaccini anti-Covid le basi per la medicina del futuro

PAOLA MArIANO

EDITORIALE.

Insulti e spintoni tra medici no-vax e sì-vax. Un momento buio, quando bisogna combattere la pandemia

S

ono scene che non vorremmo mai vedere. La scienza e l’antiscienza.

L’arrivo dei carabinieri per sedare la bagarre che si è scatena a Roma tra medici sì-vax e no-vax nel cor- so di un’assemblea dell’Ordine dei Me- dici e degli Odontoiatri di Roma per la votazione del bilancio.

Insulti e spintoni, un episodio che fa male, definito dal presidente dell’Ordi- ne romano, Antonio Magi, “degenera- zioni della categoria”. Una vicenda che ha subito provocato lo sconcerto del presidente della Federazione Nazionale

degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, che ha parlato di “inaccettabilità” e “in- tollerabilità”.

Va detto, che se l’umanità si è liberata dal vaiolo lo si deve ai vaccini. Se la po- liomielite non produce più storpi, lo di deve ai vaccini, se la meningite fa meno vittime tra i bambini, lo si deve ai vacci- ni. E potremmo continuare a lungo. E la gente di buon senso lo sa.

L’anti-covid è sperimentale? Tutti i vaccini hanno avuto un loro inizio. E ci chiediamo: dopo due anni, lo si può an- cora definire in sperimentazione? Milio- ni e milioni di persone lo hanno ricevu- to nel mondo e nel nostro Paese la mag-

gioranza della popolazione è vaccinata.

La prova della sua efficacia? Sta proprio nel fatto che i casi gravi si verificano nei non vaccinati, in altissima percentuale.

Allora, di cosa stiamo parlando? Si agi- sce per partito preso dicendo di no alla profilassi vaccinale anti-Sars-CoV-2? Se è possibile accettare che una persona ab- bia paura del vaccino, per considerazio- ni proprie, la scienza, da chi è uomo di scienza, va rispettata.

Plaudo all’intervento immediato a commento del momento oscuro oc- corso a Roma di Loredana Costabi- le, vicepresidente dell’Associazione me- dici e odontoiatri liberi professionisti

(AMOlp), che ha puntualizzato: ““Sia- mo medici e per primi dobbiamo dare testimonianza di essere persone di scien- za, crediamo che il vaccino sia allo sta- to l’unica arma per uscire da una pande- mia che ha mietuto troppe vittime an- che tra i nostri colleghi. Ci auguriamo che quanto accaduto sia da stimolo per una partecipazione più attiva alle riunio- ni ordinistiche, al fine di non permette- re che una minoranza diventi la voce di tutti. La categoria dei medici e degli odontoiatri, che ha aderito per la grande maggioranza alla campagna vaccinale, si impegna duramente ogni giorno per la lotta alla pandemia”.

CArMeLO NICOLOsI

LA SCIENzA E L’ANTISCIENzA,

ciò che non vorremmo mai vedere

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DICEMBRE 2021

I

l Premio letterario “A fianco del coraggio”, promosso da Roche per raccontare le storie di uomini che vivono al fianco di pazienti onco- logiche, è alla sua quin- ta edizione e si arricchi- sce della prestigiosa colla- borazione di “Fondazione Anica Academy”, la scuo- la di alta specializzazione di cinema e audiovisivo.

L’obiettivo è mettere in lu- ce la testimonianza di pa- dri, partner, fratelli, figli, amici, che vivono al fian- co di donne che affronta- no una malattia oncolo- gica o onco-ematologica, uomini in primo piano, atti a narrare il coraggio, la forza delle donne a lo- ro vicino nell’affrontare la patologia. In altre paro- le, racconti che parlano di donne, ma scritti da uo- mini.

In Italia, oltre 3.600.000 persone (il

5,7% circa della popolazione) convi- vono con una diagnosi di tumore. Nel corso del 2020 si sono registrati cir- ca 377.000 nuovi casi, dei quali circa 182.000 hanno riguardato persone di sesso femminile. I progressi nella ricerca e delle terapie hanno aumentato la so- pravvivenza media, ormai raggiunta a 5 anni dal 59,4% degli uomini e dal 65%

delle donne. Numeri che confermano la rilevanza non solo epidemiologica, ma anche sociale dei tumori, accresciu- ta quando a essere colpita dalla malattia è una donna, spesso architrave e punto di riferimento in ambito familiare e so- ciale.

Roche dà voce, per il quinto anno consecutivo, agli uomini che si prendo- no cura di una donna con tumore, in-

vitandoli a condividere il vissuto attra- verso il sito web www.afiancodelcorag- gio.it entro il 28 febbraio 2022. Dal 1°

marzo al 1° aprile 2022 accedendo al si- to il pubblico potrà esprimere la propria preferenza attribuendo un like a una sto- ria. I tre racconti che avranno raccolto il maggior numero di like saranno al cen- tro del project work nell’ambito del cor- so di scrittura per giovani sceneggiato- ri “Creare Storie” a cura di Fondazione Anica Academy che avrà l’obiettivo di sviluppare 3 soggetti, valutati dalla Giu- ria per individuare quello destinato a di- ventare un cortometraggio/spot.

“Il Premio #afiancodelcoraggio, fin dagli esordi ha avuto l’ambizione di voler cambiare la lente attraverso cui guardare all’esperienza della malattia, raccoglien-

do il punto di vista inusuale di uomini, papà, compagni, mariti, figli, amici che sono a fianco del coraggio di donne con malattia oncologica”. spiega Maurizio de Cicco, presidente e Amministratore Delegato di Roche Italia.

In occasione del lancio della quinta edizione del premio, è stato anche pre- sentato in anteprima “Il cane Yago”, lo spot tratto dal racconto vincitore di

#afiancodelcoraggio 2019-2020, inter- pretato da Giulio Corso e Federica De Benedittis, con la regia di Alessandro Guida.

Lo spot andrà in onda sulle reti Me- diaset - Iris e La 5 e nei circuiti cinema- tografici partner dell’iniziativa (Circuito Cinema, Massimo Ferrero Cinemas e The Space).

uomini testimoni della vita di donne con tumore

PREMIO LETTERARIO.

“A fianco del coraggio”, con la collaborazione di “Anica Academy”

I

l Comitato per i medicinali umani (CHMP) dell’EMA ha raccoman- dato di autorizzare l’anticorpo mo- noclonale sotrovimab per il tratta- mento del Covid-19. Il richiedente è GSK Trading Services Limited , che ha sviluppato il medicinale insieme a Vir Biotechnology.

Il Comitato ha raccomandato di autorizzare questo farmaco biotecno- logico per il trattamento per il Sars- CoV-2 negli adulti e negli adolescenti a partire dai 12 anni di età e con un peso di almeno 40 chilogrammi, che non richiedono ossigeno supplemen- tare e che sono a maggior rischio di peggioramento della malattia.

Sotrovimab il terzo anticorpo mo- noclonale raccomandato nell’UE per il trattamento del Covid e la sua ap- provazione segue quella di Regdanvi- mab e Casirivimab/Imdevimab a no- vembre.

Gli anticorpi monoclonali sono pro- teine progettate per legarsi a un bersa- glio specifico, in questo caso la proteina spike di Sars-CoV-2, che il virus utiliz- za per entrare nelle cellule umane.

Per giungere alle sue conclusioni, il CHMP ha valutato i dati di uno stu- dio che ha coinvolto 1.057 pazien- ti con Covid-19, che mostra come il trattamento con Sotrovimab riduca si- gnificativamente il ricovero e i decessi in pazienti con almeno una condizio- ne di base che li mette a rischio grave.

Dopo il trattamento con questo anti- corpo, solo l’1% dei pazienti trattati è stato ricoverato in ospedale per più di 24 ore, rispetto al 6% dei pazienti trattati con placebo (30 su 529), 2 dei quali sono deceduti.

La maggior parte dei pazienti era stata infettata dal virus Sars-CoV-2 originale, mentre alcuni erano stati in- fettati da varianti tra cui Alpha ed Ep- silon. Sulla base di studi di laborato- rio, si prevede che Sotrovimab sia atti- vo anche contro altre varianti (incluso Omicron).

AUTORIzzATO IN EUROPA

Nuovo farmaco

Biotecnologico

Contro il Covid-19

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4 DICEMBRE 2021

D

a una procedura medica di rou- tine e da un farmaco già in uso clinico da svariati anni, potreb- be arrivare un po’ di luce contro l’Alzheimer, una malattia anco- ra orfana di cure che colpisce oltre 35 milioni di persone nel mondo, numero destinato a triplicarsi entro il 2050.

Una ricerca condotta da Cecilia Lee, dell’università di Washington, a Seattle, ha dimostrato che sottoporsi al- la chirurgia della cataratta difende dalla demenza e, in particolare, dalla malat- tia di Alzheimer, la forma di demenza più diffusa, mentre un altro lavoro con- dotto presso la Cleveland Clinic in Usa mostra che il sildenafil, il principio at- tivo della pillola blu contro la difficol- tà erettile, difenderebbe dall’Alzheimer, con potenziali effetti terapeutici contro la malattia.

Nel primo lavoro, pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine, gli esper- ti hanno coinvolto un campione di oltre 3.000 partecipanti over-65 che soffri- vano o di cataratta (opacizzazione della lente dell’occhio, il cristallino) o di glau- coma (malattia del nervo ottico), se- guendone, nel tempo, lo stato di salute.

Ogni due anni, il campione è stato sottoposto a una batteria di test cogni- tivi per verificarne l’eventuale declino cognitivo. Una parte del campione è stata operata per rimuovere la cataratta a uno o a entrambi gli occhi. Ebbene, è emerso che la rimozione del cristalli- no opacizzato (che viene sostituito da uno nuovo sintetico, intervento ormai routinario) si associa a una riduzione si- gnificativa del rischio di ammalarsi di Alzheimer, una riduzione di almeno il 30%. Gli esperti hanno osservato che,

al contrario, le cure per il glaucoma non riducono il rischio di demenza.

“Poter ridurre il rischio di Alzheimer con una procedura medica routinaria – spiega la Lee – è qualcosa di entusia- smante”.

Mai prima d’ora era stata individua- ta un’associazione così forte tra una te- rapia medica consolidata e il ridotto ri- schio di Alzheimer. Secondo gli esper- ti rimuovere la cataratta difende dalla demenza perché, migliorando la qua- lità della visione, aumentano anche gli imput che arrivano al cervello. In effet- ti, diversi studi hanno dimostrato che i deficit sensoriali di udito e vista si as- sociano a maggior rischio di Alzheimer.

Ma questa potrebbe non essere tutta la storia: togliere le cataratte potrebbe au- mentare, in particolare, la quantità di

luce blu che arriva alla retina e la luce blu è importantissima per il cervello, ad esempio è cruciale nella regolazione dei ritmi sonno-veglia, ampiamente distur- bati nei pazienti con Alzheimer.

“Poiché la cataratta – conclude Ceci- lia Lee – è un problema che interviene nella maggior parte degli anziani” poter fornire un’adeguata e tempestiva risolu- zione potrebbe, di fatto, aiutare a preve- nire l’insorgere di molti casi di demenza o quanto meno a ritardarne l’esordio.

Il secondo studio, pubblicato su Na- ture Aging, è a sua volta promettente in quanto lascia intravedere una possibilità di cura in un farmaco già da diversi an- ni in uso clinico e quindi sicuro e ben rodato. Gli esperti Usa hanno scoperto le proprietà anti-Alzheimer del sildena- fil selezionandolo tra 1.600 altri farmaci

già in uso, sulla base delle presunte inte- razioni molecolari (previste al pc) che il principio attivo può avere con due pro- teine legate alla demenza: la beta-ami- loide e la proteina tau. Dopo averlo sele- zionato con complicatissimi modelli al calcolatore, gli esperti hanno analizzato dati clinici di oltre 7 milioni di ameri- cani, parte dei quali era in cura con il sildenafil. È emerso che a parità di altri fattori potenzialmente influenti, assu- mere la pillola blu si associa a un rischio di Alzheimer inferiore del 69%. Ma il farmaco per curare la deficienza eretti- le, potrebbe essere promettente anche come terapia per i pazienti con Alzhei- mer già diagnosticato: studi su animali hanno infatti dimostrato che il farma- co (usato anche nell’ipertensione pol- monare) migliora le capacità cognitive e rallenta il declino mentale. L’aspetto più entusiasmante è che essendo il sildenafil un farmaco già con tanti anni di uso alle spalle, gli esperti statunitensi potranno partire presto con una sperimentazione clinica di fase avanzata (fase II), bypas- sando le prime fasi sperimentali, su pa- zienti con Alzheimer per verificarne l’ef- fettiva efficacia terapeutica.

Per una malattia che in 20 anni ha visto solo un farmaco affacciarsi all’oriz- zonte, l’anticorpo monoclonale Aduca- numab (Aduhelm) - il cui uso è stato di recente approvato in America solo per pazienti in fase precoce di malattia e in modo condizionato, perché anco- ra molti dubbi di efficacia gravano su questo farmaco biotecnologico - sco- prire delle procedure o delle terapie già ben consolidate su pazienti che possono cambiare il corso della malattia o, quan- tomeno, ritardarla è qualcosa di forte- mente entusiasmante per la comunità scientifica.

ALzhEIMER,

prevenirlo curando la cataratta

PAOLA MArIANO

LA CATARATTA

È una perdita di trasparenza del cristallino (opacità), che provoca una pro- gressiva e indolore perdita della vista. Fortunatamente, per la cataratta si può intervenire prima che provochi cecità. La patologia è molto frequente e colpisce principalmente i soggetti anziani. Circa una persona su cinque tra i 65 e i 74 sviluppa una cataratta abbastanza evoluta da ridurre la vista, men- tre il numero scende a una su due dopo i 75 anni.

Sappiamo che la luce che penetra nell’occhio passa attraverso il cristalli- no. L’opacità di questa lente blocca, distorce la luce, provocando una ridu- zione della visione.

Il primo sintomo è una vista annebbiata, riverberi e aloni (più raramente visione sdoppiata). Alcune persone possono anche notare una visione dei colori alterata, che appare meno intensa e maggiormente incentrata sul gial- lo. Quale prevenzione, l’uso di occhiali da sole con lenti filtrate per gli ultra- violetti è consigliato, come lo sono, allorché si è in presenza di un’opacità del cristallino, delle lenti scure in presenza di luci molto forti e di lampade con retroilluminazione: possono ridurre il riverbero e aiutare nella visione. Il solo trattamento che garantisce la guarigione è quello chirurgico, oggi facilitato dalle moderne tecnologie. L’intervento va effettuato allorché l’acuità visiva è ridotta di parecchio, tanto da essere diventata un serio problema.

Aumentano gli imput che arrivano al cervello e la quantità di luce blu che giunge alla retina, importantissima per il sistema nervoso centrale

LO STUDIO

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DICEMBRE 2021

Better Health, Brighter Future

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Takeda Italia

N

ella vita quotidiana siamo sot- toposti a un bombardamento di rumori variegati, tanto che si parla di inquinamento acustico, dovuto alla mescolanza fragoro- sa di innumerevoli frequenze acustiche.

Ma esporre il nostro cervello ai rumori quotidiani cosa comporta per la salute?

Da tempo, è nozione acquisita che il rumore, alla lunga può farci amma- lare. Infatti, quando siamo immersi in un silenzio assoluto, questo può dive- nire liberatorio. Numerose ricerche in- dicano un rapporto tra malattie cardio- vascolari e rumore costante: per esem- pio nei pressi di aeroporti e autostrade.

Rumori violenti stimolano quella zona del cervello chiamata amigdala, che si attiva quando si ha paura o in presenza di emozioni negative. Di seguito, l’asse ipotalamo-ipofisi-surreni accende il si- stema di stress. L’Organizzazione Mon- diale della Sanità ha formalizzato che l’inquinamento acustico è una “minac- cia alla salute pubblica”.

Esiste anche un silenzio religioso, ol- tre a quello laico. Il Cardinale Robert Sarah ha scritto il libro “La forza del si- lenzio. Contro la dittatura del rumore”,

con la prefazione di Benedetto XVI.

Anche la vita spirituale è sopraffatta dal rumore della verbosità. Il silenzio, vice- versa, permette di entrare sempre più profondamente nella verità delle cose.

Studi condotti nell’Università di Pa- via, per contro, sembrano dimostrare che il silenzio continuo sia meno van- taggioso rispetto all’alternanza di rumo- re e silenzio. I nostri neuroni preferisco- no tale avvicendamento.

Nell’Ateneo dell’Oregon (Usa) si è evidenziato che il cervello ha una rete neuronale specializzata per gestire il si- lenzio, che si attiva quando termina il rumore. Questi tempi di “vuoto acu- stico” sono assai benefici. È utile però notare che tali vantaggi sono tempora- nei e la memoria genera suoni imma-

ginari. Un gruppo di regioni cerebrali (corteccia, lobo temporale, lobo parie- tale) smettono di funzionare, secondo sperimentazioni condotte nella “Wa- shington University di St. Louis”, e la periodica mancanza di concentrazione è un dono per il cervello perché favori- sce la ricchezza immaginativa. Quando si è sottoposti a stimoli forti e diversi, la nostra capacità di concentrazione si lo- gora, come se le ‘batterie’ cerebrali fos- sero scariche. Si ricaricano in ambiente povero di stimoli, come quando si am- mira un tramonto in una natura incon- taminata.

Lo studio delle reazioni umane all’as- senza totale di stimoli sensoriali viene verificato da neuropsicologi di Tulsa, mediante Floating-Tank, cioè vasche

piene d’acqua salata concentrata, iso- late da suoni e luci. I partecipanti gal- leggiano nell’acqua come in assenza di gravità, quasi non avessero peso. Que- sta tecnica mitiga i sintomi dello stress e contrasta i disturbi d’ansia. Tale misura tranquillizzante non può essere lunga e continua. Infatti la deprivazione senso- riale assoluta e prolungata era impiega- ta fin dal Medioevo come tortura assai temuta, ricordando il Conte di Monte- cristo e la Maschera di Ferro. Effetti fi- siologici alterni: il silenzio, nei tempi e nelle maniere sinteticamente descritte, può essere un salutare e forte sostegno;

mentre il silenzio duro e prolungato è capace di rappresentare un vuoto, che in taluni soggetti risveglia timore e ap- prensione di solitudine. Rumori e silen- zio devono essere affrontati con saggia moderazione.

Gli attuali strepitosi successi delle neuroscienze (tecnologiche, informati- che, di imaging) in pratica conferma- no la saggezza dei nostri padri, quando affermavano: il silenzio è d’oro, ma in medio stat virtus. Mentre Pascal aggiun- geva: “Il silenzio eterno di quegli spazi infiniti mi spaventa”.

I CONTRASTI DEL SILENzIO

IL TACCUINO

DI ADeLfIO eLIO CArDINALe

Stimoli forti logorano la capacità di concentrazione e scaricano le ‘batterie’ cerebrali, ma anche

un silenzio duro e prolungato

può essere dannoso

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6 DICEMBRE 2021

M

i fa male la cervicale! Quante volte abbiamo sentito questa frase. Ma non sempre il pro- blema è il sintomo di artrosi.

Potrebbe trattarsi di una soffe- renza della zona dorsale della colonna che si riflette sulla parte alta della schiena, op- pure il dolore può essere causato da trau- mi come cadute, colpi di frusta e attività sportive che implicano un’eccessiva esten- sione della colonna, come la pallacanestro o la pallavolo. Cerchiamo di fare chiarez- za su un disturbo così comune.

Attraversi un periodo difficile? È do- vuto al troppo stress

Responsabilità sul lavoro e in famiglia, un lutto importante e problemi econo- mici sono alcune situazioni che sotto- pongono l’organismo a un forte stress.

Se questo non viene “scaricato” nel mo- do giusto, come fare attività fisica, conce- dersi pause o regalarsi momenti di relax, può causare una contrattura cronica dei muscoli di spalle e collo. Si tratta di un meccanismo di difesa messo in atto dal corpo, ma che con il tempo causa irrigi- dimento e dolore cervicale.

Usi i tablet e gli smartphone? È colpa della postura scorretta

Trascorrere molto tempo attaccati a smartphone, tablet e altri dispositivi elet- tronici può avere ripercussioni sulla co- lonna vertebrale. Non stupisce, quindi, che spesso il dolore cervicale abbia ori- gine proprio da questa cattiva abitudine.

Usando questi dispositivi, infatti, si man- tiene una postura sbagliata, perché la te- sta rimane in avanti rispetto al resto del corpo e i muscoli cervicali devono fare un lavoro maggiore per sostenere il peso.

Hai subito un trauma? forse è il “col- po di frusta”

Una delle cause più importanti di dolo- re cervicale è il “colpo di frusta”, che si manifesta quando la testa subisce un mo- vimento violento. È tipico delle persone che hanno avuto un tamponamento in auto, ma anche in seguito a un trauma, soprattutto in chi fa certi sport. Soprat- tutto nei primi giorni dal trauma, è im-

portante indossare un collare rigido o se- mirigido che immobilizzi il collo, impe- disca la rotazione della testa e mantenga la colonna in trazione. Deve essere pre- scritto dal medico.

È una giornata ventosa? Hai preso un colpo di freddo

Quando si alza il vento e le temperatu- re si abbassano, è facile essere vittime di una contrattura o di un irrigidimento muscolare, specialmente a livello di collo e spalle. In questi casi, tenere la parte al caldo, per esempio con cuscini caldi, op- pure con la classica borsa dell’acqua cal- da. È bene anche proteggere il collo e le spalle con sciarpe o foulard, in modo da non avere traumi se si va da una zona cal- da a una fredda.

Il male si propaga alle braccia? Po- trebbe essere artrosi

Se il male si propaga al tratto cervicale della colonna fino alle braccia, la causa potrebbe essere l’artrosi cervicale, una progressiva degenerazione delle articola- zioni molto frequente alle prime vertebre cervicali. Oltre alla predisposizione gene- tica e all’età (con gli anni, le articolazioni perdono elasticità e capacità di rigenerar-

si), tra le cause più importanti ci sono al- cuni tipi di lavoro usuranti o che richie- dono di rimanere a lungo in una posizio- ne scorretta.

Vai da uno specialista per il controllo In genere, se il dolore cervicale è lieve, passa con qualche massaggio e un po’ di caldo a livello locale, mentre se persiste, possono essere efficaci farmaci antidolori- fici, ma per brevi periodi. Quando, però, la situazione non migliora, è necessario un controllo da uno specialista e una ria- bilitazione nei centri dove lavorano fisio- terapisti specializzati. Per essere efficace, la terapia necessita di un programma di esercizi mirati, da eseguire regolarmente, dapprima sotto il controllo dello speciali- sta e in seguito anche a casa, da soli.

Mani esperte per aggiustare le ver- tebre

Ancora poco diffusa in Italia, ma molto efficace per la cura dei dolori cervicali è la chiropratica. Secondo questa disciplina, la malattia nasce da una malposizione di una o più vertebre che creano interferen- ze con i nervi, finendo poi con lo scate- nare il male. Dopo una visita accurata per escludere che il dolore sia dovuto ad

altre cause, fatte radiografie per conosce- re la posizione delle singole vertebre ed essere certi che il problema sia provocato da queste ultime, fuori posto, si può pas- sare alla cura.

Lo specialista interviene con le mani, in modo deciso ma leggero, in un pun- to preciso della colonna, praticando un

“aggiustamento” per correggere le verte- bre che non sono nella giusta posizione.

In genere bastano cinque o sei sedute, a meno che il problema non sia particolar- mente complesso.

Un aiuto dalla fitoterapia

Diverse sono le piante dotate di caratte- ristiche in grado di combattere i sintomi dolorosi. L’artiglio del diavolo è partico- larmente efficace perché interrompe la catena dei processi che scatenano il do- lore, così come l’arnica montana è consi- derata un potente antinfiammatorio na- turale. La boswellia è indicata per i dolori che aumentano con il freddo e migliora- no con il movimento, mentre la spirea ulmaria contiene salicilati ed è impiegata con successo contro il dolore causato da alcuni disturbi reumatici, come artrosi e artrite reumatoide.

LA DOMANDA.

Tante le risposte ai problemi che possono causare sofferenza alle vertebre cervicali: dall’artrosi al colpo di vento

CesAre bettI

Perché ho dolore alla cervicale?

FONDAzIONE ONDA

S

e negli uomini si registra un tasso di mortalità quasi doppio, le don- ne sono più suscettibili alla malat- tia (51 percento) da Covid e han- no anche il doppio delle probabi- lità di sviluppare effetti negativi a lungo termine. Gli uomini invece sono colpiti dalle forme più gravi.

L’universo femminile ha, inoltre, su- bito maggiormente il peso della pande- mia in termini di “sovraccarico” di lavo- ro in ambito familiare, disoccupazione (99.000 dei posti persi su 101.000 a di- cembre 2020) e violenza domestica (in- cremento del 74,5 percento delle richie- ste di aiuto alla rete nazionale antiviolen-

za D.I.Re), come evidenziato nel Libro bianco “COVID 19 e salute di genere:

da pandemia a sindemia”, realizzato da

“Fondazione Onda, Osservatorio Nazio- nale sulla salute della donna e di genere”, grazie al supporto di Farmindustria.

“Questa tredicesima edizione del Li- bro Bianco, analizza quanto accaduto nel corso dell’emergenza sanitaria sof- fermandosi, oltre che sulle conseguen- ze sanitarie, economiche e sociali della pandemia, anche sulle sfide che ne sono nate e che hanno portato a una vera e propria sindemia”, commenta France- sca Merzagora, presidente della Fonda- zione Onda.

Le donne più suscettibili

Alla malattia da Sars-CoV-2

LA RACCOMANDAzIONE EMA

L’

European Medicines Agency (EMA), l’ente regolatorio europeo per i farmaci, ha approvato una di- chiarazione dell’International Co- alition of Medicines Regulatory Authority (ICMRA) che esorta tutte le parti interessate, inclusi ricercatori, in- dustria farmaceutica, operatori sanita- ri, agenzie di finanziamento della ricer- ca sanitaria e istituti di ricerca, a conti- nuare a concentrarsi sullo sviluppo di te- rapie per il trattamento e la prevenzio- ne del Covid-19 nei pazienti di tutto il mondo.

“Sebbene i vaccini rimangano l’ar- ma principale nella nostra lotta contro

la pandemia, abbiamo anche bisogno di medicinali sicuri, efficaci e di alta qua- lità per trattare e prevenire il Covid-19, in tutte le sue manifestazioni e in tutte le popolazioni, compresi i bambini e le donne incinte”, afferma. Emer Cooke, presidente dell’ICMRA e direttore ese- cutivo dell’EMA.

“I membri dell’ICMRA – aggiunge – sono impegnati a continuare gli sfor- zi per semplificare i requisiti normativi per i farmaci Covid-19, onde miglio- rare l’accessibilità e la disponibilità del- le terapie che integrano la vaccinazione, in particolare nei paesi a basso e medio reddito”.

tutti uniti nella ricerca

di nuovi farmaci anti-Covid

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7

DICEMBRE 2021

E

levati livelli di colesterolo potreb- bero avere un ruolo nello svilup- po della Sclerosi Laterale Amio- trofica (SLA), malattia neuro- degenerativa progressiva dell’età adulta, che conduce alla paralisi dei muscoli volontari, fino a coinvolgere anche quelli respiratori. Quello che era un sospetto viene sottolineato da un imponente studio internazionale, col contributo italiano, che ha identifica- to nuovi geni responsabili della pato- logia, definendo i meccanismi patoge- netici e l’esordio motoneuronale della malattia.

La collaborazione internazionale volta alla identificazione di geni re- sponsabili della sclerosi laterale amio- trofica, porta a un significativo passo in avanti, che raggiunge un rilevante risultato pubblicato sulla rivista Natu- re Genetics.

Lo sforzo di più centri al mondo, guidato dal professore Jan Veldink dell’Università di Utrecht, in Olanda ha permesso di analizzare i DNA di 29.612 pazienti affetti da SLA in for- ma sporadica e di 122.656 soggetti sa- ni, con identificazione di 15 varianti geniche associate alla malattia. Queste varianti interessano geni implicati nei processi neurodegenerativi anche di al- tre malattie.

Tra i gruppi di ricerca Italiani che hanno contribuito all’importante la- voro, anche il Laboratorio di Neu- roscienze ed Unità di Neurologia dell’Istituto Auxologico Italiano IRC- CS che ha supportato la ricerca insie- me all’Università degli Studi di Milano e al “Centro Dino Ferrari”. Il gruppo comprende la dott.ssa Isabella Fogh e i professori Nicola Ticozzi ed Anto- nia Ratti dell’Università degli Studi di Milano, coordinati dal professore Vin- cenzo Silani, Ordinario di Neurologia della Università degli Studi di Milano, primario di neurologia all’Auxologico

San Luca di Milano e fondatore del Consorzio Italiano SLAGEN.

“Questo potente studio – osserva Silani – si discosta dai precedenti per l’ampio numero di pazienti analizzati e per la completezza di informazioni raggiunte con inserimento della SLA accanto alle altre malattie neurodege- nerative, perché accomunata da co- muni meccanismi patogenetici con l’

indicazione di un processo neurona- le primitivo all’origine della malattia, rinforzando quindi il concetto di una vulnerabilità selettiva della cellula mo- toneuronale nella SLA”.

“Da ultimo – aggiunge il professo- re Silani – elevati livelli di colesterolo sembrano assumere un ruolo causale

per la SLA come verrà ulteriormente sottolineato da un lavoro in uscita del- lo stesso gruppo”.

Di estremo interesse risulta la con- divisione dei geni patogenetici riporta- ti con altre malattie neurodegenerative quali la malattia di Alzheimer, di Par- kinson, la degenerazione corticobasale, la paralisi sopranucleare progressiva e la demenza frontotemporale convali- dando ulteriormente il presupposto di comuni meccanismi patogenetici per le diverse malattie neurodegenerative.

La prospettiva di poter agire su mec- canismi condivisi tra diverse patologie costituisce il presupposto per una alle- anza terapeutica volta a definire rapi- damente approcci terapeutici efficaci.

LA SCOPERTA.

La collaborazione internazionale porta a un significativo passo in avanti

SLA, colesterolo alto

e l’implicazione genetica

AZSalute250x105,8.indd 1 03/09/20 14:57

L

a ricerca prima di tutto. Il suo valore si è capito oggi più di pri- ma con la pandemia dovuta al CoViD-19 che ha impartito nu- merose lezioni per il presente e per il futuro e che ha fatto emerge- re l’importanza della ricerca porta- ta avanti con una collaborazione tra pubblico e privato, preziosa per svi- luppare cure efficaci in tempi rapi- di, ma anche per valorizzare eccel- lenze e creare valore per il nostro Pa- ese. Il libro bianco sulla ricerca a cu- ra delle Fondazioni FADOI e IRC- CS Policlinico San Matteo di Pavia, presentato di recente a Roma duran- te un’iniziativa dedicata e organizza- ta dalla Fondazione Roche, riassume bene questi concetti e ne aggiunge degli altri.

Riconoscere che la ricerca sia in- dispensabile è infatti già qualcosa, ma non basta: bisogna investire di più su di essa. In Italia solo l’1,4 per cento del PIL è attualmente desti- nato alla ricerca globale, di cui ap- pena il 10 percento è stanziato per la ricerca biomedica per la promo- zione della salute, la stessa percen- tuale devoluta per l’esplorazione dello spazio.

Il numero dei nostri ricercatori è tra l’altro inferiore a quello delle al- tre nazioni, sebbene la qualità delle loro pubblicazioni sia superiore alla media europea.

Che il nostro Paese abbia delle buone potenzialità è fuori discussio- ne, ma l’eccessiva burocrazia pone un freno al loro sviluppo.

Il nuovo Regolamento Europeo della ricerca, che entrerà in vigore all’inizio del prossimo anno, potrà essere pertanto un’opportunità per modernizzare il sistema, per indurre cambiamenti normativi e organizza- tivi e andare verso una ricerca il più possibile collaborativa.

FONDAzIONE ROChE

Riconoscere il valore

della ricerca

MANUeLA CAMPANeLLI

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8 DICEMBRE 2021

I ricordi sono l’anima di ogni cosa, come è stato sostenuto. Alla direzione e a tutta la redazione piace dunque ricordare la programmazione, l’ansia della chiusura e la presentazione del primo numero (gennaio 2005), nella spendita cornice di Villa Malfitano, alla presenza di numerose personalità della politica, della medicina, delle società scientifiche, delle associazioni dei pazienti,

dell’industria farmaceutica e dell’informazione. In basso ripresentiamo ai lettori i complimenti formulati dai Presidi, del tempo, delle tre facoltà mediche siciliane

Quell’avventura iniziata nel 2005

CONCLUSI 17 ANNI INSIEME

UN VALOre AGGIUNtO Per LA sANItÀ sICILIANA

È con molto piacere che plaudo all’ini- ziativa di pubblicare un nuovo periodico sulla Sanità Siciliana che accompagnerà, con cadenza mensile, il “Giornale di Si- cilia”.

La Sicilia è culla di cultura e sede di ben tre Università prestigiose dove le Facoltà Mediche hanno trovato piena collocazione sin dagli albori della Storia della Medicina. Da più parti, si assiste oggi al fiorire di iniziative che riguar- dano la Medicina, però l’impegno as- sunto dal nuovo mensile e dal suo di- rettore, presenta senz’altro un valore aggiunto, in quanto affronta i temi del- la Sanità sotto tutte le problematiche, facendo ampio riferimento ai progressi scientifici, alle innovazioni culturali e ai

delicati problemi connessi attualmente con una formazione che richiede co- stante aggiornamento per far fronte ai continui impegni che il processo sani- tario oggi impone.

Agostino Serra Preside della Facoltà di Medicina e Chi- rurgia dell’Università degli Studi di Catania PrOMUOVere, DIVULGAre, IN- fOrMAre. IL MIO CONtrIbUtO ALLA feLICe INIZIAtIVA

Ho appreso con soddisfazione dell’ini- ziativa di dedicare un numero mensile a problematiche relative alla sanità nelle sue varie articolazioni, con particolare attenzione alla nostra realtà regionale.

Il mio benvenuto, dunque, alla na- scita di un periodico che potrà promuo- vere, divulgare e informare sulle attivi-

tà più innovative in ambito di salute, di formazione e ricerca biomedica e, nel contempo, stimolare l’attenzione del- le Istituzioni più rappresentative della nostra Regione, su tematiche emergen- ti. Mi dichiaro, sin d’ora, disponibile a contribuire nella mia triplice veste di medico radiologo, docente e Preside di Facoltà Medica.

Emanuele Scribano Preside della Facoltà di Medicina e Chi- rurgia dell’Università degli Studi di Messina Le LANterNe DeLLA sCIeNZA

Il tema della trasmissione del sapere è uno dei cardini del progresso umano e sociale.

Gli strumenti del giornalismo, assu- mono il ruolo di veicolo d’informazio- ne delle scoperte, in quanto la scrittura

scientifica, interiorizzando i meccanismi più strutturali del discorso scientifico, è il mezzo per far progredire il sapere fra i membri della comunità.

Per questo è un nobile e commende- vole accadimento la nascita di un nuo- vo mezzo d’informazione: una lanterna aggiuntiva nella comunità scientifica.

Esprimiamo, pertanto, il più vivo com- piacimento al direttore, il dottor Car- melo Nicolosi, noto giornalista, divul- gatore di scienza biomedica e sanitaria, e al “Giornale di Sicilia”, diario storico della nostra isola, sempre attento pro- movente delle innovative manifestazio- ni culturali, che arricchiscono i cittadi- ni siciliani.

Adelfio Elio Cardinale Preside della Facoltà di Medicina e Chi- rurgia dell’Università degli Studi di Palermo

Dal primo numero

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Col nuovo anno ti auguriamo 2022

di poter realizzare i tuoi sogni… in salute

Con questo numero chiudiamo 17 anni di lavoro ed entriamo nel 18°.

Anni in cui siamo stati, con lo storico quotidiano (1860) Giornale di Sicilia, accanto ai lettori, recando nelle loro case, con affetto, i concetti della

prevenzione e della formazione per il mantenimento del benessere fisico e psichico. Ci siamo impegnati, fin dal primo numero, a dare ai nostri lettori, e continueremo sempre con più energia e passione a farlo, i consigli

dei grandi medici, le notizie sulle innovazioni di cura, le prospettive e le speranze terapeutiche che ci riserva il futuro, non trascurando le curiosità

che fanno parte del bagaglio culturale dell’umanità

AZ Salute è, fin dalla sua nascita, impegnato nella programmazione di incontri, convegni, tavole rotonde, rendendo possibile un fattivo dialogo, tra Istituzioni,

medici, associazioni scientifiche, dei pazienti, operatori dell’informazione, lavoro che ha condotto a intese di grande interesse. E continueremo

nel compito che ci siamo dati, sempre al servizio della comunità

PONTE DI DIALOGO

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10 DICEMBRE 2021

È

da Joseph hubertus Pilates, na- to in Germania verso la fine del 1880 che ha origine la sempre più diffusa disciplina del Pilates, una forma di fitness di tipo rieduca- tivo-preventivo, focalizzato sul con- trollo della postura, tramite la regola- zione del baricentro, onde guadagnare maggiore armonia e fluidità nei movi- menti. Dall’esecuzione regolare di que- sto tipo di ginnastica traggono vantag- gio soprattutto la colonna vertebrale e il controllo dell’equilibrio.

Pilates, si dice fosse affetto da asma, rachitismo e febbre reumatica. Gio- vanissimo decise di impiegare tutte le sue energie per trovare una soluzione che lo aiutasse a migliorare il fisico non proprio atletico, sperimentando su di sé alcune soluzioni ginniche.

Il giovane Pilates riuscì a plasmare così bene il proprio corpo, che all’età di 14 anni venne preso come modello per esercitazioni di disegno anatomico.

Divenne esperto ginnasta, culturista, sciatore. I risultati ottenuti non erano dovuti unicamente allo spirito intra- prendente volto a sperimentare esercizi fisici efficaci, ma inseriti in una ricerca personale ben più ampia, che affianca- va forti interessi per la filosofia orien- tale e occidentale, per lo yoga e per le tecniche di respirazione. Pilates fa della respirazione un principio fondamenta- le di apprendimento da applicare alla disciplina. Spesso, non ce ne rendia- mo conto, ma non respiriamo a pieni polmoni, non utilizziamo l’estensione polmonare e quindi non favoriamo il ricambio totale dell’aria.

Per respirare in maniera corretta oc-

corre inspirare a pieni polmoni e espirare in modo completo, svuotando

completamente i polmo- ni, cercando con forza di estromettere ogni atomo di aria impu- ra, proprio come si farebbe strizzando ogni goccia di acqua da un panno bagna- to. Una corretta re- spirazione ossigena il sangue, favorisce la cir- colazione e l’espulsione di tossine.

Nel Pilates esistono 8 principi

guida, che rappresentano i punti chiave del metodo, principi che si ri-

velano utili anche per altre discipline, che insieme collaborano alla rea-

lizzazione del benes- sere fisico.

È fondamentale per l’esecuzione de- gli esercizi, e per la tecnica in generale, pensare che ogni mo- vimento è frutto del pensiero, senza conceder- si distrazioni, e mantenere la costante consapevolezza del lavoro

che il corpo sta svolgendo: conoscendo esattamente il movimento da effettua- re, sarà più facile per il cervello attivare i muscoli adatti.

È non disperdendo energie, ma ese- guendo al meglio l’esercizio, che si trag- gono i maggiori benefici, che si tradu- cono in grazia ed equilibrio in tutte le attività quotidiane.

Movimento ritmico e coordinazione sono gli elementi fondamentali nell’ese- cuzione degli esercizi Pilates.

*(Nella foto tonda) Istruttrice di Pi- lates, Centro chinesiologico “Starbene”, Associazione “Futura” e Palestra “Skull Broken”, Brindisi.

PILATES, mente e corpo insieme per dare grazia ed equilibrio

Disciplina sempre più diffusa, focalizzata sul controllo della postura, per guadagnare armonia e fluidità nei movimenti

BENESSERE

ANtONIA PerrUCCI *

MALATTIE RARE.

A carico della retina, costituiscono la prima causa di cecità nell’infanzia e nell’età lavorativa

Distrofie retiniche ereditarie, nasce LUC-Y

I

l percorso verso una diagnosi corretta è molto lungo e non privo di difficol- tà, anche dovute alla mobilità intere- gionale. Stiamo parlando delle distro- fie retiniche ereditarie, un gruppo di malattie rare a carico della retina, deter- minate geneticamente e che rappresen- tano la prima causa di cecità nell’infan- zia e nell’età lavorativa.

“Si tratta di una progressiva degene- razione dei fotorecettori della retina (co- ni e bastoncelli) che nel tempo porta a una grave riduzione della capacità visiva, fino a ipovisione e cecità, con importan- ti riflessi sulla qualità di vita dei pazien- ti e dei familiari”, spiega la professores- sa Francesca Simonelli, direttrice della Clinica Oculistica dell’Azienda ospeda- liera universitaria Luigi Vanvitelli di Na-

poli.

Queste malattie sono caratterizza- te da una sintomatologia variabile che nelle forme più gravi vede l’insorgenza, sin dalla nascita, di una profonda e pro- gressiva perdita della funzione visiva, che conduce a cecità nei primi 30 anni di vi- ta. Sebbene colpiscano 1 persona ogni 4.000 sono tuttavia patologie ancora oggi troppo sconosciute: permangono, infatti, scarsa informazione su quale iter diagnostico intraprendere, sulle opzio- ni terapeutiche a disposizione, sul ruolo della consulenza genetica, ma anche er- rate convinzioni su temi come ipovisio- ne e disabilità visiva.

Il primo specialista consultato, nel 57% dei casi, è il pediatra e prima di ac- cedere a un centro specializzato vengo-

no consultati fino a 5 centri diversi e 10 specialisti.

“Convivere con una patologia così invalidante come una distrofia retinica è faticoso: senso di inadeguatezza, pau- ra per il futuro, tendenza a isolarsi con il rischio di depressione, a cui si aggiungo- no le difficoltà quotidiane, a scuola e al lavoro”, commenta Assia Andrao, pre- sidente “Retina Italia Onlus”.

“È sicuramente – aggiunge Assia An- drao – un percorso complesso e difficile, il cui primo passo è conoscere la malat- tia, per poter valorizzare le proprie pos- sibilità, ma anche acquisire le capacità e le armi per combattere contro pregiudizi e stereotipi. La corretta comunicazione e la creazione di nuovi canali di appro- fondimento in cui trovare informazioni

utili e accreditate, ma anche esperienze di altre persone, sono sicuramente ele- menti essenziali per sostenere pazienti e familiari in questo processo”.

Ecco che nasce, ed è già online, LUC-Y, il nuovo spazio digitale di in- formazione e approfondimento creato per aumentare la conoscenza sulle di- strofie retiniche ereditarie e rispondere ai dubbi dei pazienti e dei loro fami- liari. LUC-Y va ad arricchire il canale YouTube “Innovazioni per la Vita” pro- mosso da Novartis, nato con l’obiet- tivo di spiegare e raccontare le terapie avanzate, frutto dei progressi scientifici nel campo della biotecnologia cellulare, molecolare e genica, possibile speranza di cura per pazienti colpiti da patologie rare e genetiche.

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DICEMBRE 2021

E

dward Jenner (1749-1823), me- dico britannico nato nella cittadi- na di Berkeley, pensava spesso a quanto sentiva dire ai mungito- ri delle fattorie del Glocesteirshi- re che le pustole nelle mammelle del- le vacche affette da quello che veniva chiamato cow-pox (il vaiolo delle vac- che o vaccino) contagiavano le loro ma- ni, ma che una volta guariti la cosa non si ripeteva più, ed erano in molti a so- stenere di essere immuni a quella ma- lattia chiamata vaiolo che imperversava nel mondo e che provocò 60 milioni di vittime. Chi ne guariva portava cicatri- ci deturpati.

Jenner incuriosito, iniziò a conside- rare quella che sembrava essere una di- ceria contadina e ben presto si ritrovò a fare un’osservazione che si sarebbe di- mostrata importante: le eruzioni pre- senti nelle mammelle delle vacche non erano tutte uguali e che soltanto una specie poteva realmente rendere immu- ni quei mungitori al vaiolo umano.

La svolta giunse il 14 maggio del 1796, una data fatidica per la storia della medicina e dell’umanità. In una

fattoria nei pressi di Berkekey dove si era scatenata un’epidemia di vaiolo vac- cino, Jenner prelevò un po’ di materiale purulento da una lattaia infettata, Sarah Nelmes, e lo inoculò in un altro sog- getto, che lamentò un indolenzimento all’ascella, un po’ di febbre, mal di testa, che passarono dopo qualche giorno. Il 1° di luglio gli somministrò una dose

di vaiolo di provenienza umana, non ci fu alcuna reazione. L’immunità era av- venuta. Jenner non comunicò subito la scoperta, ma praticò il metodo ancora per qualche anno, finché non fu sicu- ro dei risultati. Solo allora pubblicò lo studio di 23 casi, ma come accade per molte grandi scoperte, quello che fu poi definito il padre dell’immunizzazione,

ebbe contro i membri della Royal So- ciety. Jenner rimase profondamente de- luso e si ritirò nella sua città. Ci volle del tempo perché il suo lavoro venisse pienamente riconosciuto e, col tempo, il vaiolo (è causato da un virus) venisse sconfitto. E fu così che nacque il termi- ne “vaccino”.

IERI E OGGI.

Vaiolo, la grande scoperta, a cavallo tra Settecento e Ottocento, del medico inglese Edward Jenner

tutto incominciò in una fattoria

I

l Policlinico di Milano è la prima struttura pubblica in Italia a utilizzare il robot Versus frutto dell’innovativa tecnologia della CMR Surgical di Cambridge (Regno Unito).

“Siamo lieti di essere i primi ad avere l’opportunità di utilizzare una nuova tecnologia chirurgica all’avanguar- dia. L’installazione del robot Versius, prima alternativa al sistema robotico fino ad ora disponibile sul mercato in una struttura pubblica come il Policlinico di Milano, po- trebbe aumentare le possibilità di accesso a queste nuove tecnologie da parte di tutti i cittadini. La chirurgia robo- tica, utilizzata in associazione con le procedure laparosco- piche, potrebbe anche contribuire a migliorare i risultati clinici dei pazienti che accedono a questi interventi attra- verso il sistema sanitario nazionale” commenta il professo- re Luigi Boni, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia Generale del Policlinico di Milano.

Versius sarà utilizzato in una serie di procedure tra cui la colecistectomia, la resezione anteriore bassa e la resezione polmonare, una procedura chirurgica adoperata nel trat- tamento del tumore al polmone. L’utilizzo della chirurgia robotica mininvasiva in questi casi può ridurre significati- vamente lo sforzo fisico del chirurgo durante l’esecuzione dell’intervento. È stato inoltre dimostrato che rispetto alla chirurgia a cielo aperto, la chirurgia mininvasiva riduce il tempo di degenza del paziente – da settimane a giorni – e può ridurre il rischio di infezioni del sito chirurgico, un problema che secondo le stime costa ai servizi sanitari di tutta Europa fino a 19 miliardi di euro l’anno.

Per il professore Mario Nosotti, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia Toracica e Trapianti di Polmone del Policlinico di Milano, “L’approccio mininvasivo di queste tecnologie nelle procedure chirurgiche più complesse, co- me quella toracica, consentirà di ridurre i tempi di degen- za post-operatoria, traducendosi in un grande vantaggio sia per il paziente che per l’intero sistema sanitario. Infine, l’accuratezza del gesto chirurgico viene amplificata dallo strumento robotico traducendosi in interventi ancora più efficaci e radicali”.

SANITÀ PUBBLICA

Robot Versus

il primo al Policlinico di milano

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L’ULTIMO CASO NEL MONDO

L’ultimo caso conosciuto di vaiolo nel mondo è stato diagnosticato nel 1977 in Somalia. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato uffi- cialmente eradicata questa malattia nel 1980 e la vaccinazione obbligatoria sospesa a partire dagli anni ’70 e ’80 in tutti i Paesi. In Italia, La sospensione è avvenuta nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981.

Riserve del virus, per motivi di studio, sono mantenute ufficialmente solo in due laboratori in condizioni di stretta sicurezza: uno negli Stati Uniti e uno in Russia. Non si può però escludere che esistano altri depositi di virus, in vio- lazione a quanto prescritto dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Allo stato attuale, non c’è nessun motivo perché la vaccinazione antivaio- losa venga reintrodotta. In ogni caso, le riserve di vaccino antivaioloso sono disponibili tramite l’Organizzazione mondiale della sanità per l’uso imme- diato, sotto la direzione delle autorità sanitarie nazionali e internazionali.

L’Italia possiede oggi 5 milioni di dosi di vaccino antivaioloso, che attra- verso le diluizioni possono arrivare a 25 milioni di dosi.

Edward Jenner

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12 DICEMBRE 2021

F

are un breve riposino dopo pran- zo è del tutto normale. Anzi è una benefica pausa: allontana lo stress quotidiano, potenzia la memoria e la lucidità mentale e dà energia per affrontare attivamente il pomeriggio e la sera. Diverso è invece avere una sonno- lenza diurna eccessiva e particolare che induce a fare numerosi sonnellini sparsi in modo disordinato nell’arco della gior- nata, durante i quali spesso si sogna. Può essere la narcolessia, il raro disturbo del sonno di cui si sente spesso parlare? Ri- conoscerla non è semplice, tant’è che, spesso, viene scambiata per epilessia, per psicosi e persino per depressione. Le dia- gnosi tardive sono davvero troppo nu- merose. Nel nostro Paese solo duemila persone sanno di averla contro i seimi- la casi stimati. A tutt’oggi, il suo ricono- scimento richiede circa 14 anni e, se si considera che nella maggior parte delle volte il disturbo esordisce nell’infanzia e

nell’adolescenza, significa che si arriva a dare un quadro corretto ai sintomi ver- so i trent’anni.

Le persone che la manifestano sono spesso assai creative, hanno tutte le carte in regola per andare bene a scuola, riu- scire nello sport e avere soddisfazioni sul lavoro, ma il disturbo può essere con- dizionante. Ecco che il riconoscimento precoce della narcolessia può senz’altro ridare loro una vita normale e di buona qualità, oltre ad evitare somministrazio- ni di farmaci inutili.

Proprio per favorire una maggiore conoscenza del disturbo, è stata avviata la campagna di sensibilizzazione #Cre- ateforSleep, realizzata dall’Associazione Italiana Narcolettici e Ipersonni (AIN), con il patrocinio dell’Associazione Italia- na Medicina del Sonno (AIMS).

Durante la diretta Facebook di con- clusione dell’iniziativa, è stata resa nota anche la vincitrice del concorso abbina- to alla campagna, una sfida rivolta agli studenti della Nuova Accademia di Belle

Arti (NABA), che si dovevano cimenta- re a illustrare con disegni i sintomi della narcolessia. Si è infatti tornati a bussare alla porta della creatività dopo il succes- so riscosso qualche anno fa dalle vignette di “Lupo Alberto” nel descrivere i segni della malattia. Grazie all’abile mano di Silver, il disegnatore del noto cartone, avevano preso una forma visiva la son- nolenza diurna, quell’irresistibile impul- so ad addormentarsi che i narcolettici provano in media ogni due ore, la loro capacità di sognare ad occhi aperti con sogni che interagiscono di solito con la realtà, la cataplessia cioè la loro perdita di forze fino a cadere a volte per terra di fronte ad emozioni forti come il riso, l’imbarazzo o la collera, il sonno distur- bato, assai poco ristoratore e costellato da continui risvegli e la paralisi del son- no che porta a non potersi muovere, pur essendo coscienti, prima di addormen- tarsi o subito dopo il risveglio.

I campanelli d’allarme a cui prestare attenzione sono molto caratteristici e si

manifestano di solito in gruppo. Quan- do si presentano nei primi anni di vita, si attenuano di solito spontaneamente, ma tendono tuttavia a cambiare nel cor- so della vita.

Negli adulti, prevale per esempio la sonnolenza diurna e la cataplessia, che possono essere accompagnate da alluci- nazioni e dall’impossibilità di muoversi durante il sonno. A chi si chiede se nar- colettici si diventa all’improvviso o un po’ alla volta, gli esperti rispondono che entrambe le strade sono possibili. I più piccoli manifestano immediatamente il disturbo: ritornano a fare il pisolino dopo essersi prima addormentati, sono spesso irrequieti, disattenti, vanno a let- to presto alla sera, cadono a terra anche solo per una risata. È importante, per- tanto, saper gestire queste diverse mani- festazioni sia dal punto di vista compor- tamentale sia terapeutico. Curare la nar- colessia è infatti oggi possibile con far- maci e con strategie che aiutano a con- trollare le emozioni.

OCChIO A...

La narcolessia, quel disturbo che induce una sonnolenza diurna eccessiva e disordinata. Riconoscerla non è facile

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