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Al TEATRO DELLA CORTE DI OSOPPO PARLAMI D AMORE GIOVEDI 24 OTTOBRE ore 20.45

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Academic year: 2022

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Al TEATRO DELLA CORTE DI OSOPPO “PARLAMI D’AMORE”

GIOVEDI’ 24 OTTOBRE ore 20.45

NATHALIE CALDONAZZO con la regia FRANCESCO BRANCHETTI

Al centro dell’evento teatrale il rapporto tra uomo e donna nelle sue sfaccettature più vere, profonde ed intime e il testo di Philippe Claudel è straordinario nel raccontare una società e una coppia in crisi profonda di valori e di punti di riferimento ed è straordinario nel costruire dei caratteri di clamorosa rappresentatività di una certa società e di una concezione del rapporto di coppia che qui vede sgretolarsi i suoi punti cardine e le sue fondamenta. Claudel mostra come sottotraccia possano convivere moltitudini di sentimenti intrecciati, impulsi contrastanti e come sia denso e irto di ostacoli il cammino del dialogo tra uomo e donna. Non a b b a n d o n a n d o m a i u n o s g u a r d o

profondamente umano Claudel affonda la lama nelle pieghe più intime e a tratti inconfessabili di un rapporto d i c o p p i a a n c h e a t t r a v e r s o u n a straordinaria e pungente ironia che accompagna tutto il testo. Fragilità, debolezze e addirittura inalcuni momenti candore trovano spazio in un duetto di coppia a tratti terribile ma sempre accompagnato da irresistibile humour e travolgente ironia. Le interpretazioni dei personaggi sono

tese a ricostruire due profili psicologici che fanno riflettere a quello che a volte un rapporto può diventare e a quanto sia difficile uscire da certi schemi comportamentali e a volte anche sociali. La regia intende restituire al testo la straordinaria capacità d’indagare l’animo umano e le tortuose

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relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri;

ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza che muta di ritmo ad ogni scambio di battute tra i protagonisti; tra momenti di grande ironia e amarezze profonde ci muoviamo come investigatori alla ricerca di verità nel “privato” di un rapporto di coppia, di una relazione, di un incontro.

Biglietti €14 intero – €12 ridotto

i n f o e p r e n o t a z i o n i 0 4 3 2 1 7 4 0 4 9 9 – 3 4 5 3 1 4 6 7 9 7 info@anathemateatro.com

Rambo: Last Blood – La recensione

Stiamo parlando di un film mediocre, recitato male, con una storia scialba, altamente prevedibile. Trattandosi tuttavia di un film che ha come protagonista Rambo, la delusione è ancora più cocente, in quanto questa pellicola facilmente tradisce le aspettative che inevitabilmente ha uno spettatore quando va a guardare l’ultimo episodio di una saga diventata un mito del cinema.

Il settantatreenne Sylvester Stallone non è stato capace di fare evolvere il suo personaggio, ma al contrario lo ha reso quasi risibile, con il suo volto completamente inespressivo, le sue battute scontate, i suoi movimenti impacciati, il suo spessore psicologico inconsistente, schiacciato nel ruolo del vecchio combattente che non riesce a fare altro che massacrare l’odiato nemico.

E proprio di una massacro stiamo parlando, perché nella parte finale della pellicola, quando Rambo ottiene l’agognata

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vendetta, il vecchio veterano del Vietnam non si limita a eliminare fisicamente gli avversari, ma letteralmente li fa a pezzi, fino a strappare il cuore dal petto del capo dei suoi nemici. Un eccesso di violenza gratuita che avrebbe forse senso in un filmetto splatter di serie B a bassissimo budget, ma che nell’ultimo capitolo della saga di Rambo sembra essere francamente fuori posto.

Una storia scontata

Rambo passa la sua vecchiaia ritirato nel suo ranch in Arizona, dove alleva cavalli. Vive con Maria, con la quale sembra avere un rapporto platonico, e la nipote di quest’ultima, Gabrielle, entrambe messicane. Il protagonista ha un atteggiamento paterno nei confronti della giovane ragazza, che è in procinto di andare al college.

Come al solito Rambo cerca di convivere con il trauma che la guerra in Vietnam gli ha lasciato, e per aiutarsi ricorre anche ai farmaci. Sotto il ranch ha scavato un dedalo di tunnel nel quale ha ammassato le sue armi e dove cerca rifugio dai suoi drammi interiori, che tuttavia non lo abbandonano mai.

Gabrielle viene a sapere che il suo vero padre è ancora vivo, e vive in Messico, al di là del confine. Nonostante Rambo cerchi di dissuaderla, lei parte alla ricerca del genitore e viene rapita da una banda di messicani dediti allo sfruttamento della prostituzione e al traffico di droga. Il protagonista parte oltreconfine per riportarla a casa, ma viene pestato a sangue e si salva grazie al provvidenziale intervento di una giornalista che indaga sulle attività dei cartelli della droga messicani.

Il protagonista riesce comunque a fare fuggire Gabrielle dallo squallido bordello dove era stata segregata, ma la ragazza muore in seguito ai maltrattamenti subiti e all’uso di droga cui è stata forzata. A questo punto Rambo medita la sua

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terribile vendetta e attira nel proprio ranch in Arizona i narcotrafficanti, grazie all’aiuto della giornalista. La mattanza avviene principalmente nei tunnel sotterranei, dove ha allestito una serie di trappole mortali nelle quali i suoi nemici verranno inesorabilmente scannati, uno dopo l’altro.

Rambo lascia per ultimo il capo dei trafficanti di droga, per massacrarlo con calma, gustandosi fino in fondo il piacere della vendetta.

Pesto, ferito e dolorante dopo il massacro, il vecchio eroe si trascina su una vecchia sedia a dondolo sotto un porticato, dove ancora una volta viene assalito dai ricordi del passato, che lo inchiodano al suo destino di eterno combattente che non riesce mai a ritrovare una normalità o un posto dove sentirsi veramente a casa.

Seguono delle scene tratte dagli altri film di Rambo, che hanno l’unico effetto di suscitare nello spettatore un profondo rimpianto per i precedenti episodi della saga.

L’ombra del razzismo

Nel film è facilmente riconoscibile la profonda dicotomia tra l’Arizona, luogo dove Rambo può almeno illudersi di stare a casa, ma dove comunque la vita scorre normale e ben codificata, e il Messico, dove i cartelli della droga fanno il bello e il cattivo tempo, con la polizia corrotta che scodinzola deferente a loro piedi.

Appena arrivata oltreconfine alla ricerca del padre, in poche ore la povera Gabrielle viene rapita dai narcos e costretta a prostituirsi, in un ambiente urbano dove i delinquenti fanno quello che vogliono alla luce del sole. La stessa giornalista che ha salvato Rambo ammette che non c’è più speranza per la giustizia, e che lottare non serve a niente. Ma il vecchio combattente le farà cambiare idea, prospettandole la possibilità di ottenere giustizia tramite la vendetta.

Ovviamente la punizione dei cattivi non può avvenire nel

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corrotto Messico, ma potrà compiersi sono in Arizona, nei tunnel appositamente attrezzati allo scopo da Rambo, nei quali i narcos si lasciano attirare con molta faciloneria. In altre parole i messicani non vengono tratteggiati solo come delinquenti incalliti e senza scusanti di sorta, ma anche come degli ingenui con un quoziente intellettivo assai basso, vista l’imbarazzante facilità con la quale si fanno macellare nello scannatoio allestito da Rambo.

Nel film fa bella mostra di sé il muro che separa le due Nazioni, che verrà facilmente eluso dagli uomini del cartello tramite un tunnel sotterraneo. Una breve sequenza che sembra un invito neanche troppo celato a potenziare le barriere con il Messico.

Difficile non pensare a un assist alle politiche di Trump, anche se va detto che in passato Sylvester Stallone, nel momento in cui Ronald Reagan aveva individuato in Rambo il prototipo dell’eroe repubblicano ideale, si era dichiarato politicamente ateo e aveva negato ogni connotazione politica per il personaggio da lui impersonato. Sarà, ma il dubbio rimane.

Anche perché tutti i personaggi messicani, con l’eccezione di Maria, Gabrielle e la giornalista, vengono dipinti come persone infide e squallide, quando non completamente votate al crimine. Il padre biologico di Gabrielle, per esempio, si rivela essere una creatura senza sentimenti e senz’anima, visto come tratta la figlia che ha vigliaccamente abbandonato.

L’eterno confronto tra Natura e Cultura

La semplicità della trama rende palese una seconda dicotomia presente nel film: il vizio, la prostituzione, la corruzione e il crimine dilagano negli ambienti metropolitani messicani, mentre l’ordine, la famiglia e la normalità caratterizzano l’agreste pianura dell’Arizona, nella quale si distende il ranch del prode Rambo.

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Il vecchio eroe viene inizialmente sconfitto dai narcos nel loro ambiente cittadino, ma riesce a sterminarli senza problemi nella sua amata campagna. Non solo: il protagonista sente il bisogno di scavare dei tunnel sotterranei dove trovare rifugio, dai suoi demoni interiori prima e dai narcotrafficanti dopo. Quasi che sprofondare fisicamente nella sua terra natia fornisca nuove energie al vecchio combattente.

Forse Rambo ha semplicemente sentito la necessità di riprodurre un ambiente, quello dei tunnel che i Vietcong scavavano per combattere le truppe statunitensi, che ha segnato la sua esistenza. Certo è che la classica dicotomia presente nei film western, ma non solo, che prevede la Cultura delle città opporsi alla Natura della frontiera selvaggia, in questo film sono invertite.

I cattivi da sterminare sono annidati nell’ambiente metropolitano, mescolati ad una umanità squallida e corrotta, immersi in un degrado morale che li rende invincibili. Ma quando abbandonano la città e affrontano il buon vecchio Rambo a casa sua, per loro non c’è scampo.

Certo, quella amata da Rambo è una Natura sui generis, che per essere goduta fino in fondo necessita di un arsenale a portata di mano. In ogni caso alla fine del film possiamo vedere il protagonista cavalcare verso le montagne. Una scena che fa ritornare in mente i vecchi western, nei quali alla fine l’eroe ritorna nella Natura, alla quale appartiene.

Ma è veramente l’ultimo film della saga?

Ci sono diversi elementi che suggeriscono che in realtà potrebbe esserci un sequel. Oltre alla già citata cavalcata finale, che lascia pensare che il vecchio eroe sia pronto a nuove avventure, il film lascia alcuni elementi della storia in sospeso.

In primo luogo Maria se ne va dal ranch quando viene a sapere della morte di sua nipote, ma non si capisce bene dove vada.

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Non si sa neanche cosa accada alla giornalista, che a un certo punto sparisce per non essere più né vista né citata.

Trattasi di errori di una sceneggiatura traballante oppure sono degli studiati suggerimenti al pubblico, per prepararlo a un possibile sequel?

Francamente non si sente la necessità di un altro film di così bassa qualità. Lasciateci il ricordo del nostro vecchio Rambo, come lo abbiamo conosciuto nei primi film. Anche perché nel prossimo probabilmente avrebbe bisogno della sedia a rotelle e del catetere.

GEMONA DEL FRIULI Teatro Sociale Stagione teatrale 2019/2020

P r e s e n t a t o u f f i c i a l m e n t e i l c a r t e l l o n e d e l l a stagione 2019/2020 del Teatro Sociale di Gemona del Friuli.Presenti l’Assessore alla Cultura Flavia Virilli e il Direttore dell’Ente Regionale Teatrale Renato Manz, dopo i saluti di rito si è subito dato risalto al leggero ritardo per la partenza della stagione e conseguente avvio della campagna abbonamenti per il noto ammodernamento del Teatro Sociale di G e m o n a . N o n a b b i a m o p o t u t o visionare lo stato dell’avanzamento lavori, ma l’assessore Virilli, nel confermare di comune accordo con il direttore del teatro Fabio Cumini hanno confermato che il debutto della stagione sarà il 19 novembre con Pensaci, Giacomino novella del 1915 di Luigi Pirandello divenuta pièce teatrale nel 1917 e che vedrà nei panni del personaggio principale, il professor Toti il noto Leo Gullotta.

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Leo Gullotta

La stagione vedrà il secondo appuntamento giovedì 28 novembre con lo spettacolo Infinito tra parentesi che ha debuttato nel corso del Mittelfest 2019 e scritto da Marco Marvaldi e portato sulle scene dai fratelli Crippa, Maddalena e Giovanni. La rappresentazione affronta il rapporto tra letteratura , poesia e scienza in una veste insolita e accattivante. Il 2019 si chiuderà con due serate da non perdere giovedì 12 dicembre con l’Orchestra del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, e la seconda il 18 dicembre con la lezione spettacolo di Vittorio Sgarbi su Leonardo che sarà il prologo alla mostra programmata in Castello per la chiusura del cinquecentenario della morte del grande uomo di scienza. L’anno nuovo si aprirà con uno spettacolo di danza allestito dal coreografo italo-africano Mvula Sungani che mercoledì 22 gennaio c o n l ’ e t o i l e E m a n u e l a Bianchini porterà sul palco Caruso:passione 2.0. Sarà la volta della commedia brillante con la compagnia di Roberto Ciufoli e Benedicta Boccoli con la pièce Il Test in programma il 13 febbraio.

Sempre per il filone della commedia brillante salirà sul palco del Sociale di Gemona il 27 febbraio Marco Paolini con il suo Filo Filò . Una novità esilarante sarà la commedia La casa di Famiglia interpretata

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da Luca Angeletti, Toni Fornari, Simone Montedoro e Laura Ruocco il 5 marzo e la chiusura della stagione il 26 marzo è affidata alla verve e all’estro di Rocco Papaleo che con il suo fortunato Coast to coast che con la sua band tra musiche, racconti e sapori renderà ancora una volta

Rocco Papaleo

vivo il problema dei migranti e della vita di chi viaggia per realizzare una vita.

La campagna abbonamenti inizierà in Teatro da lunedì 4 Novembre a giovedì 7 dalle ore 16,00 alle 19,00. In seguito le giornate dedicate ai nuovi abbonati. Per informazioni, prevendita biglietti ed eventuali nuovi abbonamenti il teatro sarà aperto dalle 17,00 alle 19,00 lunedì 18 novembre ed il giorno dopo inizierà, come anticipato, la stagione.

Forse la sgradita sorpresa di un piccolo aumento di prezzo degli abbonamenti sarà sicuramente ricompensata dalla nuova struttura della platea e della galleria dove le migliorie apportate rappresenteranno” un vero salotto della cultura per Gemona e tutto il gemonese” come ha voluto rimarcare l’assessore Flavia Virilli che può andare fiera degli sforzi profusi dall’ Amministrazione e dalla sua volontà di spendersi in prima persona per la cultura e per la propria città.

Enrico Liotti

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enrico.liotti@ildiscorso.it

EVENTO JAZZ: VENERDI’ 18 OTT.

L’OMAGGIO A JOBIM DI ROSALIA DE SOUZA AL MORO DI CAVA DE’

TIRRENI (SA)

Un viaggio nel caldo e malinconico Brasile di Antonio Carlos J o b i m , c o n u n a d e l l e m i g l i o r i i n t e r p r e t i d i b o s s a nova. Rosalia De Souza sarà in concerto venerdì 18 ottobre al M o r o d i C a v a d e ’ T i r r e n i ( i n i z i o o r e 2 2 , info: 0894456352 e www.pubilmoro.it) con la sua classe e la sua splendida voce, a interpretare le canzoni dei suoi dischi e gli standard della canzone carioca accompagnata da Aldo Vigorito contrabbasso, Dario Congedo alla batteria e Antonio De Luise al pianoforte.

Brasiliana doc, voce vellutata, Rosalia De Souza è considerata una delle migliori interpreti di bossa nova, grazie a un’eleganza stilistica innata e a una duttilità vocale che le permette di arricchire l’impronta carioca con elementi jazz, afro e pop.

ll suo album d’esordio del 2001 “Garota Moderna”, prodotto da Nicola Conte, fu così apprezzato da produrre, due anni dopo

“Garota Diferente”, una versione di remix e rivisitazioni affidate ad altri artisti e top dj’s. Poi “Brasil Precisa Balançar”, registrato in Brasile con il leggendario Roberto Menescal. Nell’ultimo cd, “D’improvviso”, uscito nel 2009 per Schema Records, Rosalia De Souza rievoca luoghi e sapori della musica brasiliana degli anni ‘60 ma vi sono, riconoscibili, anche cose a noi familiari: “Ho sempre trovato nella canzone italiana e in quella brasiliana degli anni ‘60 un linguaggio

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comune –dice- come la ricerca della felicità intrinseca nella nostalgia, che noi chiamiamo saudade, la bella vita anche nelle difficoltà, un aspetto bohèmienne tanto proposto nel cinema italiano dell’epoca”.

Sul palco del locale del Borgo Scacciaventi per due ore di show raffinato e coinvolgente che, secondo l’inconfondibile stile dell’artista, rievocherà le atmosfere e i sapori della bossa nova grazie a canzoni come l’immancabile Garota de Ipanema, alternata a D´Improvviso, Ondinha, Carolina Carol Bela, Samba Noite. Non mancherà l’omaggio a Napoli di cui la De Souza firma una magnifica versione di Anema e core.

“Il tempo dei bambini”, lunedì 21 ottobre 2019, ore 16.30 presso la Sala Convegni di Fondazione Friuli di Udine

Infanzia, Friuli-Venezia Giulia:

Save the Children presenta la decima edizione dell’Atlante

dell’Infanzia a rischio “Il tempo dei bambini”, lunedì 21 ottobre

2019, ore 16.30 presso la Sala

Convegni di Fondazione Friuli di

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Udine, alla presenza dell’assessore Alessandro Ciani

In occasione del lancio della Campagna “Illuminiamo il Futuro”

per il contrasto alla povertà educativa, Save the Children, l’Organizzazione che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, presenta la decima edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio “Il tempo dei bambini”. Il rapporto annuale 2019 verrà lanciato in contemporanea in 10 città italiane, fra le quali Udine, lunedì 21 ottobre 2019, ore 16.30 presso la Sala Convegni di F o n d a z i o n e F r i u l i i n V i a M a n i n 1 5 , a l l a p r e s e n z a dell’assessore all’Edilizia privata, Servizi demografici e statistica, centri di aggregazione giovanile, Alessandro Ciani.

La pubblicazione da 10 anni raccoglie e studia un’ampia serie d i d a t i e d i i n d i c a t o r i d e l m o n d o d e l l ’ i n f a n z i a e dell’adolescenza con tavole, mappe e grafici fornendo una fotografia d’insieme delle condizioni di vita di bambine, bambini e adolescenti in Italia.

L’incontro intende essere un momento di riflessione su cosa ha significato essere bambini in Italia negli ultimi 10 anni e sulle sfide future da affrontare. Interverranno: Alessandro Ciani, assessore all’Edilizia privata, Servizi demografici e statistica, centri di aggregazione giovanile; Elena Debetto, Presidente Comitato UISP FVG; Giancarlo Cavinato, Presidente Movimento Cooperazione Educativa e Mery Pagliarini Associazione GET Up; Annamaria Cosatti, Capo Unità prima infanzia di Save the Children.

Ufficio Stampa Save The Children Udine

Edoardo Caprino – e.caprino@bovindo.it – 339 5933457 Martina Giuffrè – account@bovindo.it – 346 8013281

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NOVARA: Prima edizione Premio Nervi

Lo scorso 10 ottobre, presso l’Istituto “Pier Luigi Nervi” di Novara, si è svolta la prima edizione del “Premio Nervi”, una manifestazione finalizzata al conferimento di attestati di merito ai migliori studenti delle sedi Nervi e Bellini, ammessi alla classe successiva o diplomati dell’anno scolastico 2018/2019.

La premiazione ha avuto luogo nell’Aula Magna dell’Istituto, dove il Dirigente Scolastico, ing. Brunetto Leonardo Giuseppe, insieme ad alcuni docenti, ha ricevuto gli studenti e le loro famiglie. Durante l’incontro, che ha visto una straordinaria partecipazione di allievi, ex allievi e genitori, il Dirigente ha posto l’accento sull’importanza di alcuni aspetti fondamentali e irrinunciabili del processo formativo, quali il confronto continuo tra scuola, famiglia e territorio, il rispetto del patto formativo tra utenza e istituzione scolastica, l’attenzione costante alle esigenze di crescita dei ragazzi, con particolare riferimento alla sfera affettivo- relazionale, e la necessità di uno sviluppo il più possibile completo e al passo con i tempi delle abilità e delle competenze tecnico-professionali degli studenti, soprattutto in funzione della complessità del mondo del lavoro in cui essi andranno ad inserirsi una volta diplomati.

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Gli allievi destinatari del premio sono stati individuati tra quanti, al termine dell’anno scolastico appena conclusosi, abbiano riportato una media dei voti di almeno 8/10, o abbiano superato l’Esame di Stato con una votazione non inferiore ad 85/100. Gli allievi premiati sono stati complessivamente 120, di cui 50 per il Nervi e 70 per il Bellini.

Per la sede Nervi, che si articola nei due indirizzi

“Costruzioni, Ambiente e Territorio” (Geometra tradizionale) e

“Grafica e Comunicazione”, sono stati premiati i seguenti alunni: Pellegatta Lorenzo, Peota Elisa (2A); Baratto Federica, Carnevale Laura, Kaur Gurleen (2B); Liberti Alessia, Sonzogni Giada (2C), Carta Giorgia, Concil Sofia, Crifò Sara, Marsigliese Giulia (2D); Beppato Mattia, Casoni Filippo, Mennella Francesco, Incasa Elena, Orlando Asia (2E); Filippi Laura, Toncelli Andrea Sofia (3A); Lorenzon Federico, Miglio Alessandro, Mor Luca (3B); Aldera Michela, Borroni Emanuele, Ghelma Laura, Miglio Anna, Montissori Luca (3D); Cozzi Greta, Mangano Elisa, Rinaldi Martina, Tellatin Martina, Tolotti Riccardo (4B); Manzini Chiara, Tucci Noemi, Vanoli Leonardo (5B); Fagnoni Chiara, Panozzo Serena (5C); Colosimo Chiara, Panozzo Chiara, Ramponi Valeria (5D); Celentano Giovanna, Soncin Andrea (dipl. 5A); Bossoni Giulia, Greco Stefano (dipl.

5B); Zanardi Sogni Cristian (dipl. 5C); Bagnati Angela, Boscari Pietro, Capra Lorenzo, Manni Iacopo, Saia Ivan, Uglietti Virginia (dipl. 5D).

Per la sede dell’IPSIA Bellini, che prevede gli indirizzi Elettrico, Elettotecnico, Veicoli a Motore, Meccanico e Moda, gli allievi premiati sono stati i seguenti: Paloka Mikele, Sgrò Christian (2ELA); Verdi Simone (2EA); Arlunno Riccardo (2MA); Crivelli Eleonora, Matzuzzi Federico (2VMA); Brunacci

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Alessandro, Girolami Thomas (2VMB); Borghi Riccardo, Giugliano Diletta, Lin Lan Yi Ying, Lombardo Mariagrazia, Zanetti Alessia (2MDA); Bellanzon Giulia, Zanforlin Sara (2MDB);

Morabito Andrea (3EA); Kaur Harleen, Lin Jiaxin, Pomayay Davalos Giulia Nadia, Sylaj Ina (3MDB); Salamina Letizia (3VMA); Boccato Carlotta, Iob Angelika (3MDA), Aguida Mostapha, Errico Alessio (3ELA); Ferrad Aymane, Ranieri Aaron (4ELA); Troia Alex, Chiriac Andrei, Leonardi Lorenzo, Morgani Niccolò (4VMB); Africano Aurora, Carminati Elisa, Martelli Sofia, Ortiz Narvaez Fiorella Nayelly, Preti Marta (4MDA);

Bassani Giulia, Fugallo Sabrina, Kudagammanage Fernando Imasha Nataliya, Kudagammanage Fernando Ishali Victorian, Lana Irene, Mariotti Sara, Mazzitelli Noemi Pia, Pulito Martina, Qurku Alessia, Rziouil Nouhaila, Trogu Anna (4MDB); Fontana Leonardo, Raibaldi Emanuele, Trogu Filippo (5MATA); Di Vittorio Andrea, Figliola Lorenzo, Manzone Roberto (5MATB);

Maruca Paolo, Schiavetta Tommaso (5MATC), Erdem Nusret (5MMTA); Crosa Mario, Rabhi Youssef (5MMTB); Bashi Dajana, Malaj Mirsada, Mariani Elisa, Sempio Margherita (5MDA);

Mannarino Fabio, Salerno Christian (dipl. 5MMTA); Abruzzese Giorgia, Garcia Condori Jennifer Carmen, Toffanello Noemi (dipl. 5MDA); D’Alessio Sonia, Dini Sofia, Marchetti Sabrina (dipl. 5MDB).

ANTONELLO VENDITTI Sabato 29 feb.2020 JESOLO (VE), PalaInvent

Biglietti disponibili online sul sito di TicketOne (www.ticketone.it) dalle ore 16.00 di giovedì 17 ottobre e in tutti i punti vendita autorizzati dalle 11.00 di giovedì 24

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ottobre

La programmazione musicale del PalaInvent di Jesolo vede oggi aggiungersi un nuovo grande appuntamento musicale per l’inizio del nuovo anno. Sarà Antonello Venditti, cantautore fra i più amati di sempre, a salire sul palco del palazzetto cittadino per un nuovo imperdibile appuntamento del tour che celebra il 40° anniversario di “Sotto il segno dei Pesci”, album fondamentale per la sua carriera e anche per l’intera storia musicale italiana. A “Sotto il segno dei Pesci the Anniversary Tour”, che vedrà Antonello esibirsi a Roma, Milano e Londra, si aggiunge quindi il nuovo concerto di Jesolo, in programma il prossimo sabato 29 febbraio (inizio alle 21.00). I biglietti per lo spettacolo, organizzato da Zenit srl, in collaborazione con il Comune di Jesolo e Jesolo Turismo, saranno disponibili, online su Ticketone.it dalle 16.00 di giovedì 17 ottobre e in tutti i punti autorizzati dalle 11.00 di giovedì 24 ottobre. Info e punti vendita su www.azalea.it .

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“Una voce speciale si aggiunge al ricco cast di artisti e interpreti della musica italiana che in questi mesi e ormai da qualche anno, hanno fatto tappa a Jesolo – commenta il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia -. Antonello Venditti è uno di quegli artisti che nel tempo ha saputo raccogliere l’apprezzamento del pubblico soprattutto per l’impegno sociale che emerge da molti dei suoi brani. Un autore che riesce a coinvolgere un pubblico ampio, non solo di adulti ma anche di giovani ed è una grande soddisfazione poterlo accogliere nella nostra città e regalarne le emozioni ai tanti amanti della sua musica”.

Nuova data a Jesolo per il grande Antonello Venditti, cantautore italiano fra i più amati di sempre, capace di consegnare alla storia canzoni e album memorabili. Il nuovo concerto nella città balneare in provincia di Venezia si aggiunge alla serie di eventi unici per celebrare i 40 anni di

“Sotto il segni dei pesci”, appuntamenti dove Antonello Venditti, accompagnato dalla sua band storica, dà vita a concerti intergenerazionali, con i brani dell’album inseriti al centro di 45 anni di canzoni, tra cui hit memorabili come

“Giulio Cesare”, “Ci vorrebbe un amico”, “Roma Capoccia”,

“Notte prima degli esami”, “Amici mai”, “Grazie Roma”,

“Benvenuti in paradiso”. Un live che riesce a riunire, grazie alla scelta di una scaletta e di un allestimento potenti, generazioni diverse e apparentemente lontanissime, sotto la stessa costellazione. Nel 1978, anno della sua pubblicazione,

“Sotto il segno dei pesci” ebbe un forte impatto sul Paese, sia a livello musicale che culturale. Tra tematiche fortissime e attuali mai affrontate prima in maniera così esplicita in una canzone (come in “Sara”, o “Giulia”), brani dagli arrangiamenti modernissimi e rivoluzionari (come “Sotto il segno dei Pesci”, che ancora oggi è un’inesauribile fonte di ispirazione per i nuovi cantautori it-pop) e tracce che sono una preziosa testimonianza della scena musicale anni ’70 (come

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“Francesco”, dedicata all’amico Francesco De Gregori), l’album riuscì a farsi strada nel cuore e nell’immaginario italiano.

Un vero e proprio viaggio con perle entrate nella memoria collettiva di un intero Paese, che raccontano un’epoca e che sono diventate senza tempo, che parlavano ai giovani di allora e che sono capaci di comunicare ai ragazzi di oggi con un linguaggio assolutamente contemporaneo.

Antonello Venditti, nato a Roma nel 1949, già da giovane conquista immediatamente la vetta delle classifiche con canzoni che diventano vere e proprie colonne sonore della vita di intere generazioni. Nei suoi spettacoli dal vivo è capace di appassionare e far sognare il pubblico conducendolo in un lungo viaggio attraverso le pagine più emozionanti della storia della musica italiana, pagine che lui stesso ha contribuito a scrivere, dagli anni ’60 fino ai giorni nostri.

Considerato fra i più popolari e tra i più prolifici della cosiddetta Scuola Romana, dal 1972, anno del suo debutto discografico, ha condensato nel suo repertorio canzoni d’amore e d’impegno sociale. Con 30 milioni di copie è uno tra gli artisti italiani con il maggior numero di dischi venduti

Biglietti in vendita, info su www.azalea.it Enrico Liotti

Festival Mimesis “Leonardo”

Arte, scienza, filosofia

Sesta edizione Venerdì 18

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ottobre 2019

A l v i a l a s e s t a e d i z i o n e d e l F e s t i v a l M i m e s i s , l a manifestazione che dal 2014 accoglie a Udine alcuni tra i principali protagonisti del dibattito culturale nazionale e internazionale.

In due distinti weekend, 18-19 e 24-25-26 Ottobre, il capoluogo friulano e altre realtà del territorio saranno palcoscenico di cinque giornate caratterizzate da arte, dibattito culturale e riflessione scientifica.

Il tema proposto quest’anno è “Leonardo”, il genio che fu capace di coniugare in un solo pensiero cultura umanistica e scientifica. Partendo dall’analisi della sua figura, il festival si prefigge lo scopo di favorire il dialogo tra discipline e prospettive diverse, di ibridare le conoscenze per creare nuove idee e sviluppare intuizioni inedite.

Vera novità di quest’anno è il premio “Udine filosofia 2019”, curato da Luca Taddio in collaborazione con l’Associazione Culturale Territori delle Idee. Questa prima edizione intende rilanciare il ruolo della filosofia come forma di riflessione p e r m e t t e r n e i n l u c e i l r u o l o d e t e r m i n a n t e n e l l a problematizzazione del presente e del futuro in divenire.

La prima giornata del Festival Mimesis è inaugurata alle 9:30 dall’incontro presso il Teatro Palamostre che vede in dialogo gli scrittori Tullio Avoledo, Antonella Sbuelz e Angelo Floramo sul tema “Che cos’è la letteratura?”.

Alle ore 15:30, presso la libreria Tarantola, il critico e curatore d’arte contemporanea Riccardo Caldura e il filosofo Davide Dal Sasso discutono attorno al tema “Che cos’è l’arte concettuale: come interpretare l’arte contemporanea?”.

Doppio appuntamento alle ore 16:00: presso la libreria Einaudi, “Nichilismo, negazione e violenza: intorno al pensiero di Emanuele Severino” con i filosofi Nicoletta Cusano e Luigi Vero Tarca; presso la libreria Friuli, “L’isola di Brendano: un romanzo inedito di Carlo Sgorlon” e la presentazione della nuova collana di Mimesis dedicata all’opera del grande scrittore, con gli interventi del neuroscienziato Franco Fabbro e del documentarista Marco D’Agostini.

Un triplice appuntamento alle ore 18:00, presso Spazio Make, Fondazione Friuli e la Libreria Moderna: nel primo sarà

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inaugurata la mostra dell’artista esordiente Martino Lorenzon, cui farà seguito la tavola rotonda “Opera prima: l’arte oggi”

con il filosofo Stefano Marino, gli artisti Stefano Marotta e Roberto Russo e il critico d’arte Riccardo Caldura; il secondo con “Leonardo: arte e scienza umano e post-umano” con il critico letterario Andrea Colasanti e il teorico del post- umano Roberto Marchesini; il terzo, vedrà Angelo Floramo riflettere sul tema “La sensualità del libro”.

Alle 18:30, presso la Libreria Cluf, l’incontro dedicato all’infanzia “Leonardo per bambini”, con la scrittrice Martina Pellegrini, il pedagogista Anselmo Paolone e i formatori e saggisti Pierpaolo Casarin e Silvia Bevilacqua.

La prima giornata di festival si concluderà alle ore 21:00, presso il Cinema Centrale, con un appuntamento speciale: il filosofo Maurizio Ferraris e il giornalista de “L’Espresso”

Marco Pacini aprono un confronto dal titolo “Documanità:

Filosofia del digitale”.

Tutti gli incontri sono aperti al pubblico e gratuiti.

Carlo Liotti

DOMANI, GIOVEDI 17 OTTOBRE, A PORDENONE UN INCONTRO TRA PSICOLOGIA E ARTE PER IL PRIMO FESTIVAL DELLA PSICOLOGIA

Alle 17.30, nell’Auditorium della Regione di Pordenone (ingresso libero), il Primo Festival della Psicologia in Friuli Venezia Giulia presenta “Specchiarsi nell’arte.

Percorso teorico-pratico di fruizione estetica”.

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Continua il primo Festival della Psicologia in Friuli Venezia Giulia, organizzato dall’Associazione Psicoattività (che riunisce psicologi impegnati in diversi campi) grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; esso nasce dall’idea che sviluppare nelle persone una conoscenza e una sensibilità verso i temi di natura psicologica possa migliorare la qualità della vita degli individui, dei gruppi e della comunità. Per raccontare questo approccio il Festival, sotto la direzione scientifica di Claudio Tonzar – psicologo, psicoterapeuta e docente all’Università di Urbino – accosta eventi scientifici, culturali e artistici focalizzati sul rapporto tra la figura di Leonardo da Vinci e la psicologia.

Domani, giovedì 17 ottobre, alle 17.30, nell’Auditorium della Regione a Pordenone (via Roma, 2), a ingresso libero, è atteso l’incontro “Specchiarsi nell’arte. Percorso teorico-pratico di f r u i z i o n e e s t e t i c a ” . A l c e n t r o d e l l ’ i n c o n t r o è l a particolarità dell’opera d’arte, che, grazie alla sua ambiguità, permette alla nostra psiche di proiettarvi i propri contenuti, rendendo la fruizione dell’opera stessa un mezzo per prendere consapevolezza di chi siamo e di ciò di cui abbiamo bisogno. Il contatto con l’opera d’arte attiva nell’individuo una serie di conoscenze ed esperienze pregresse che giocano un ruolo nell’interpretazione dell’opera stessa.

La produzione pittorica di Leonardo Da Vinci, anche grazie ai s u o i a t t e n t i s t u d i f i s i o g n o m i c i , c i a c c o m p a g n e r à nell’analizzare ed esperire questi processi empatici.

Dopo l’introduzione del direttore scientifico del Festival, Claudio Tonzar, ne parlerà la dott.ssa Alessia Anello, psicologa-psicoterapeuta, storica dell’arte, segretario generale International Association for Art and Psychology

L’evento, organizzato da Psicoattività (Palmanova, Ud) con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura e Sport, ha come partner la Scuola di

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Specializzazione in Psicoterapia AETOS (Pordenone) ed è in collaborazione con International Association for Art and Psychology – Arte e Psicologia, Club per l’UNESCO di Udine.

Teatro Nuovo Giovanni da Udine, al via la 23ma stagione con la grande musica

Atteso ritorno del carismatico direttore russo, protagonista nella scorsa stagione di una performance memorabile con la EUYO. Di grande fascino il programma, con musiche di Richard Strauss, Edvard Grieg e Sergej Rachmaninov. Prima del concerto, dalle 19.45, brindisi alla nuova stagione offerto al pubblico

Udine, 10 ottobre 2019 – Un appuntamento di assoluto prestigio darà il via, sabato 19 ottobre alle 20.45, alla ventitreesima stagione del Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Sul podio un grande ritorno, quello di Vasily Petrenko alla guida della Oslo Philarmonic, la “sua” orchestra che, invece, si esibirà per la prima volta sul palcoscenico friulano.

La compagine norvegese festeggia i suoi primi cento anni di attività con un tour europeo di dieci concerti, dei quali quello di Udine è l’unico per il Nord Est. Di grande fascino il programma, che rende omaggio nella sua parte centrale al patrimonio musicale norvegese: dopo il poema sinfonico Don Juan di Richard Strauss, cavallo di battaglia della Oslo Philharmonic e al centro di un suo recente progetto discografico, sul leggio dei professori d’orchestra ci sarà infatti il noto concerto per pianoforte e orchestra di Edvard Grieg, personalità musicale leggendaria della Norvegia. Nel

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ruolo di solista potremo apprezzare Leif Ove Andsnes, artista di punta del momento e anch’esso al suo debutto in Friuli Venezia Giulia. A seguire, la voluttuosa Sinfonia n. 2 di Sergej Rachmaninov chiuderà il primo capitolo di un nuovo, imperdibile viaggio con i più acclamati protagonisti della musica sinfonica internazionale.

Fondata nel 1919, la Oslo Philharmonic è stata diretta da grandi compositori come Igor Stravinskij e Maurice Ravel. Nel 1975, sotto la guida di un giovane Mariss Jansons, l’orchestra ha raggiunto livelli altissimi di perfezione tecnica facendosi conoscere e apprezzare in tutto il mondo. Ora sotto la guida del carismatico direttore russo Petrenko, che ne è il direttore principale dal 2013, la compagine continua ad esibirsi con tournée internazionali, ultime in ordine di tempo in Spagna, Regno Unito, Romania, Germania, Austria, Paesi Bassi e Italia.

Originario di San Pietroburgo dove è nato quarantatré anni fa, Vasily Petrenko è uno dei direttori d’orchestra più quotati e richiesti del momento. Di recente il pubblico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine ha potuto apprezzarlo alla guida della EUYO, orchestra giovanile fra le più sorprendenti del panorama internazionale. Formatosi con Ilya Musin, Mariss Jansons e Yuri Temirkanov, dopo aver ottenuto diversi riconoscimenti in concorsi internazionali di direzione d’orchestra Vasily Petrenko è stato direttore principale dal 2004 al 2007della State Academic Symphony Orchestra di San Pietroburgo. Oltre che della Oslo Philharmonic e dell’EUYO è direttore principale della Royal Liverpool Philharmonic Orchestra e direttore ospite principale della State Academic Symphony Orchestra russa. Ha collaborato con London Symphony, London Philharmonic, Seoul Philharmonic, Philharmonia, Russian National Orchestra, Orchestre National de France, Czech Philharmonic, Finnish Radio Symphony, NHK Symphony, Sydney Symphony, Philadelphia Orchestra, Los Angeles Philharmonic e le orchestre sinfoniche di San Francisco, Boston, Chicago,

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Montreal e St Louis. Ha diretto ai festival di Edimburgo, Grafenegg, Aspen e Ravinia e ha partecipato più volte ai BBC Proms. Con la Oslo Philharmonic ha pubblicato i concerti per violoncello di Šostakovič, i concerti per violino di Szymanowski, Romeo e Giulietta di Prokof’ev, le sinfonie di Skrjabin e i poemi sinfonici di Richard Strauss.

Prima del concerto, dalle 19.45, brindisi inaugurale offerto al pubblico del Teatro in collaborazione con Vigneti Pittaro, Dok Dall’Ava, Latteria Sociale di Cividale e Witor’s.

La stagione sinfonica 2019/20 realizzata anche grazie al sostegno di Fondazione Friuli, Amga Energia & Servizi – Gruppo Hera Comm, Civibank, Banca di Udine, Accademia di Studi Pianistici “Antonio Ricci” di Udine, Calzavara SpA e Confindustria Udine, continuerà con altri prestigiosi ospiti fra i quali i direttori Zubin Mehta, Sir John Eliot Gardiner, Gustavo Dudamel, Daniel Harding, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestre Révolutionnaire et Romantique e la Russian National Orchestra.

Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine aperta dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00. L’acquisto dei b i g l i e t t i è p o s s i b i l e a n c h e o n l i n e su www.teatroudine.it e www.vivaticket.it, nei punti vivaticket e, dall’11 ottobre, anche alla Libreria Feltrinelli di Udine (Via Canciani), il venerdì mattina dalle 9.30 alle 1 3 . 0 0 . P e r i n f o : t e l . 0 4 3 2 2 4 8 4 1 8 e biglietteria@teatroudine.it. Previste speciali riduzioni per i possessori della G-Teatrocard.

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