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Qualità dell’aria, monitoraggio in quota sulle Prealpi lombarde - SNPA - Sistema nazionale protezione ambiente

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Campagna di approfondimento della composizione chimica del PM10

15 novembre 2019 – 31 luglio 2020

ARPA Lombardia

Aprile 2021

Comune di Moggio

(2)

Documento redatto da:

Laura Carroccio Lucio Corrente Eleonora Cuccia Vorne Gianelle Anna De Martini

ARPA Lombardia | U.O. Qualità dell’Aria – Area Nord Via 1° Maggio, 21/b

23848 - Oggiono (Lc) Tel. 02.69666.1

PEC: arpa@pec.regione.lombardia.it WEB: www.arpalombardia.it Aprile 2021

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Sommario

Introduzione ... 4

Sito di Misura ... 5

Emissioni sul territorio ... 6

Situazione meteorologica nel periodo di misura ... 8

Andamento degli inquinanti monitorati e confronto con le altre stazioni fisse ... 14

Gli ossidi di azoto (NO e NO2) ... 16

L’ozono (O3) ... 21

L’ammoniaca (NH3) ... 30

Il particolato atmosferico ... 34

Campagna di approfondimento della composizione chimica del PM10 dal 15 novembre 2019 al 1° agosto 2020 ... 41

Source Apportionment mediante analisi multivariata ... 70

Conclusioni ... 77

Allegati ... 80

Allegato 1 – Tabelle INEMAR 2017 ... 81

Allegato 2 – Concentrazioni medie delle specie componenti il PM10 nei siti a confronto ... 83

Allegato 3 - Dataset ... 86

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Introduzione

La stazione della Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria (RRQA) di Moggio sorge in località Culmine di San Pietro a quota 1196 m s.l.m., a ridosso della fascia pedemontana e lontana da fonti emissive dirette. Secondo la classificazione del D.lgs. 155/10 è una stazione rurale di fondo, appartenente al Programma di Valutazione (PdV) regionale, dotata di analizzatori automatici per il monitoraggio di NOX, NH3, O3 e di campionatori automatici di particolato atmosferico (PM10 e PM2.5). Nata per la necessità imposta dal D.lgs. 155/2010 del monitoraggio dell’ozono nella fascia prealpina ai fini della protezione della vegetazione, la stazione è attiva dal 2006 dapprima solo per il rilevamento dell’O3, successivamente sono stati installati gli strumenti per la misurazione ed il campionamento degli altri inquinanti citati.

Il presente lavoro riassume l’andamento della qualità dell’aria rilevata a Moggio fin dalla sua installazione e relaziona della campagna di approfondimento per la determinazione della speciazione del particolato atmosferico condotta nel 2020. Dal 15 novembre 2019 al 31 luglio 2020, infatti, è stato installato a Moggio un ulteriore campionatore gravimetrico per effettuare misurazioni quotidiane di speciazione chimica del PM10 con lo scopo di stimare l’impatto delle varie sorgenti emissive nel sito che spesso rimane al disopra dello strato di rimescolamento atmosferico in relazione alle condizioni meteorologiche e alle sue caratteristiche orografiche. Come previsto dalla normativa vigente il campionamento è stato esteso nel tempo, per 8 mesi senza soluzione di continuità, in modo da renderlo rappresentativo delle variazioni stagionali della qualità dell’aria.

Figura 1: Il lago di Lecco ed il Comune di Moggio (in giallo).

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5

Sito di Misura

Il comune di Moggio sorge in Valsassina, ad oriente del massiccio della Grigna, in prossimità del confine con la provincia di Bergamo. Il suo territorio prevalentemente boschivo, si estende su una superficie di circa 13 km2 dal profilo geometrico irregolare, raggiungendo quote altimetriche elevate fino a 1849 metri. Il piccolo centro abitato di 480 abitanti (al 31 dicembre 2019, fonte ISTAT) è adagiato in una valle verdeggiante ed appartata. Esso è costituito in prevalenza da seconde case, sfruttate prevalentemente nel periodo estivo. Il comune, infatti, si popola in prevalenza da maggio ad agosto anche grazie ai turisti attratti dalla presenza della funivia e di diversi sentieri boschivi, mentre si svuota quasi completamente nel periodo invernale.

Nelle figure successive tratte da Google Earth, viene visualizzato il posizionamento della stazione di rilevamento di Moggio – Località Culmine all’interno del territorio comunale, fotografato a diverse quote per illustrarne la collocazione geografica.

La stazione della Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria (RRQA) sorge in località Culmine di San Pietro, a 1196 m s.l.m. lontana da fonti emissive dirette ed è circondata da boschi e valli. Si tratta di una stazione rurale di fondo, appartenente al Programma di Valutazione regionale.

(Latitudine: 45°54'46.57" N, Longitudine: 9°29'50.60" E)

Figura 2: Stazione di rilevamento Moggio – Località Culmine di San Pietro fotografata da un’altezza di circa 4000 metri.

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Figura 3: Stazione di rilevamento Moggio – Località Culmine di San Pietro fotografata da un’altezza di 300 metri.

Figura 4: Stazione di rilevamento della qualità dell’aria Moggio – Località Culmine di San Pietro.

Emissioni sul territorio

Per la stima delle principali sorgenti emissive sul territorio comunale di Moggio è stato utilizzato l’inventario regionale delle emissioni INEMAR (INventario EMissioni ARia), nella sua versione più recente “Emissioni in Lombardia nel 2017- Pubblic Review”.

L’inventario INEMAR, seguendo le impostazioni derivanti dalle esperienze nazionali e internazionali, è realizzato in base alle informazioni bibliografiche e tramite la partecipazione ai gruppi di coordinamento nazionali e internazionali. Le stime delle emissioni in atmosfera sono tipicamente soggette a grandi incertezze, dovute a numerose cause distribuite lungo tutta la procedura di stima. In particolare, un

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7 inventario regionale, per sua natura, non può considerare tutte le specificità locali e può soffrire di una incompleta qualità delle informazioni statistiche disponibili, inoltre, il soggetto delle emissioni è in continuo

“movimento” cioè in trasformazione.

L’inventario INEMAR fornisce dunque una "fotografia" delle emissioni e va considerato come un “database anagrafico” delle sorgenti presenti sul territorio con relativa stima delle quantità emesse. Tuttavia, non può essere utilizzato come un puro e unico indicatore della qualità dell’aria di una specifica zona, in quanto non può tenere conto dell’interazione che le sostanze emesse possono avere con l’atmosfera, la meteorologia o l’orografia del territorio. In particolare, il vento, la pioggia, etc. trasportano, disperdono o depositano gli inquinanti emessi alla fonte in tutto il territorio circostante, così che la qualità dell’aria dipende non solo dalle sorgenti locali ma dall’insieme degli inquinanti emessi in tutto il bacino territoriale e dalle loro interazioni.

In aggiunta alle considerazioni su INEMAR, bisogna anche considerare che le condizioni meteorologiche, in particolare il vento, la pioggia, etc. trasportano, disperdono o depositano gli inquinanti emessi alla fonte in tutto il territorio circostante, così che la qualità dell’aria dipende non solo dalle sorgenti locali ma dall’insieme degli inquinanti emessi in tutto il bacino territoriale e dalle loro interazioni.

Nell’ambito di tale inventario la suddivisione delle sorgenti avviene per attività emissive. La classificazione utilizzata fa riferimento ai macrosettori definiti secondo la metodologia CORINAIR (CORe INventory of AIR emissions) dell’Agenzia Europea per l’Ambiente:

• Produzione energia e trasformazione combustibili

• Combustione non industriale

• Combustione nell'industria

• Processi produttivi

• Estrazione e distribuzione combustibili

• Uso di solventi

• Trasporto su strada

• Altre sorgenti mobili e macchinari

• Trattamento e smaltimento rifiuti

• Agricoltura

• Altre sorgenti e assorbimenti

Maggiori informazioni e una descrizione più dettagliata in merito all’inventario regionale sono disponibili sul sito web http://www.inemar.eu/xwiki/bin/view/Inemar/WebHome.

Nel presente testo, con i dati di INEMAR è stato possibile definire i contributi dei singoli macrosettori e dei diversi combustibili alle emissioni in atmosfera degli inquinanti di interesse per questa campagna di monitoraggio:

• Particolato atmosferico (PM10, PM2.5)

• Precursori Ozono

• Ossidi di azoto (NOx)

• Ammoniaca (NH3)

• IPA-CLRTP (Convention on Long Range Transport of Air Pollution), B(a)P

• Metalli (Cr, Ni, Zn, Pb e Cu)

• Frazione carboniosa (OC/EC)

Per contestualizzare le emissioni nel comune, nei paragrafi relativi ai diversi inquinanti vengono riportati, per ogni macrosettore e per tipologia di combustibile, i contributi percentuali sul carico emissivo totale nel

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comune di Moggio, in provincia di Lecco ed in regione Lombardia. Le quantità assolute delle emissioni sui medesimi territori vengono riportate per completezza in Allegato 1.

Figura 5: Inquadramento del comune di Moggio all’interno della provincia di Lecco della Lombardia (da Google Earth).

È fondamentale sottolineare che le stime attribuite dall’inventario INEMAR non sono sufficienti per fornire indicazioni complete sulla qualità dell’aria: le sostanze prodotte dalle varie sorgenti non rimangono trattenute all’interno dei confini comunali ma subiscono fenomeni di trasporto e dispersione a opera dei vari agenti atmosferici. Tale compito è affidato alle misure dirette degli inquinanti, presentate nei paragrafi relativi ai singoli inquinanti.

Situazione meteorologica nel periodo di misura

I livelli di concentrazione degli inquinanti atmosferici in un sito dipendono, come è evidente, dalla quantità e dalle modalità di emissione degli inquinanti stessi nell’area, mentre le condizioni meteorologiche influiscono sia sulle condizioni di dispersione e di accumulo degli inquinanti, sia sulla formazione di alcune sostanze nell’atmosfera stessa. È pertanto importante che i livelli di concentrazione osservati siano valutati alla luce delle condizioni meteorologiche verificatesi nel periodo del monitoraggio.

Dato il periodo esteso di cui tratta la presente relazione, la situazione meteorologica è valutata preferenzialmente per il periodo di svolgimento della campagna di approfondimento del PM10, evidenziando la relazione con il decennio precedente.

Considerato che alcuni parametri meteorologici perdono significatività se valutati su lunghi periodi, si è preferito partizionare il periodo della campagna in due fasi: un “periodo freddo” contraddistinto dal perdurare di temperature mediamente basse anche sotto i 0°C, e un “periodo caldo” con temperature in

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9 aumento. In questo lavoro, quindi, le elaborazioni dei dati meteorologici e degli inquinanti sono fanno riferimento alle due fasi: 15 novembre 2019 – 12 marzo 2020 e 13 marzo – 31 luglio 2020.

I parametri meteorologici utilizzati sono quelli rilevati dalla stazione meteorologica a Cassina Valsassina, una frazione di Moggio, posta a circa 2500 m in direzione nord rispetto a Culmine San Pietro.

Sono qui considerati i seguenti parametri meteorologici:

• Temperatura (°C);

• Precipitazione (mm) e Umidità relativa (%);

• Velocità (m/s) e direzione del vento.

• Radiazione solare globale

I grafici in Figura 6 evidenziano come nelle due fasi della campagna il numero di giornate con pioggia non si sia discostato significativamente dal numero medio del precedente decennio 2009/2019.

Figura 6: Confronto della piovosità nelle fasi di freddo e di caldo della campagna con la media sullo stesso periodo nel precedente decennio 2009/2019 a Moggio. Le barre di errore riportate nei grafici rappresentano la variabilità

(deviazione standard) sul decennio.

Durante la campagna di approfondimento, l’area è stata interessata da diversi fenomeni di precipitazione che, dalle figure 7 e 8, eccetto i mesi di gennaio e febbraio, appaiano distribuirsi uniformemente lungo il periodo; infatti, in totale sono caduti 1332 mm di pioggia (600 mm nella prima fase e 732 nella seconda), valori che non si discostano significativamente dalle medie del precedente decennio 2009/2019.

0 20 40 60 80 100 120

15-nov 29-nov 13-dic 27-dic 10-gen 24-gen 07-feb 21-feb 06-mar

Precipitazioni (mm)

Tempo (giorni) Andamento delle precipitazioni

Precipitazioni Moggio - dal 15 novembre 2019 al 12 marzo 2020

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Figura 7: Andamento delle precipitazioni nel periodo “freddo” a Moggio durante la campagna e negli anni.

Nel grafico non è riportato il dato relativo al periodo 09/10 per l’assenza di oltre il 25% dei dati.

Figura 8: Andamento delle precipitazioni nel periodo “caldo” a Moggio, durante la campagna e negli anni.

La temperatura media per tutto il periodo della campagna è stata di 8.7 °C, in particolare, nel periodo freddo la media è stata di 3.8 °C, mentre in quello caldo stata di 12.8 °C; gli andamenti sono mostrati nella Figura 11.

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

13-mar 27-mar 10-apr 24-apr 08-mag 22-mag 05-giu 19-giu

Precipitazioni (mm)

Tempo (ore)

Andamento delle precipitazioni

Precipitazioni

Moggio - dal 13 marzo al 31 luglio 2020

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11 Figura 9: Andamento della temperatura nel periodo “freddo” a Moggio durante la campagna e negli anni.

Nel grafico non è riportato il dato relativo al periodo 09/10 per l’assenza di oltre il 25% dei dati.

Figura 10: Andamento della temperatura nel periodo “caldo” a Moggio, durante la campagna e negli anni.

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In Figura 11 i vengono presentati gli andamenti della temperatura media giornaliera nelle due fasi della campagna sovrapposti a quella mediata sul decennio 2009 – 2019 per confronto. Si evidenzia come nel periodo invernale della campagna, a differenza di quello estivo, la temperatura media risulta significativamente diversa (maggiore) della media del precedente decennio 2009/2019

Figura 11: Andamento delle temperature medie giornaliere nelle due fasi della campagna confrontate con quelle delle medie sul decennio 2009 – 2019 a Moggio.

Osservando l’andamento medio giornaliero del regime anemologico, emerge che i venti (Figura 12) sono stati generalmente deboli o moderati, in prevalenza provenienti da NE nel periodo freddo; nel periodo caldo, corrispondente ad una maggiore ventilazione, la direzione del vento è risultata distribuita un po’ su tutti i settori meridionali. I venti seguono la fenomenologia della brezza di monte, tipica di un contesto orografico complesso come il territorio in esame (Figura 12).

Durante il periodo della campagna possiamo concludere che le condizioni climatiche, nel loro complesso, hanno contribuito ad un rimescolamento dell’atmosfera ed alla dispersione degli inquinanti.

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Figura 12: Distribuzioni orarie del vento per le due fasi della campagna.

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Frequenza (%)

Tempo (ore)

Distribuzioni orarie della velocità vento

Classi (m/s) 0.3 1

1.5 2 4

5

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Frequenza (%)

Tempo (ore)

Distribuzioni orarie della velocità vento

Classi (m/s) 0.3

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15 Moggio - dal 13 marzo al 31 luglio 2020

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Frequenza (%)

Tempo (ore) Rose orarie del vento

Variabile E O SE S SO NE N NO

Calma

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Frequenza (%)

Tempo (ore) Rose orarie del vento

Variabile E O SE S SO NE N NO Calma Moggio - dal 13 marzo al 31 luglio 2020

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Figura 13: Rose del vento per le due fasi della campagna.

Andamento degli inquinanti monitorati e confronto con le altre stazioni fisse

La strumentazione presente nella stazione di monitoraggio di Moggio consente il monitoraggio a cadenza oraria degli inquinanti gassosi, quali gli ossidi di azoto (NO e NO2), ozono (O3), ammoniaca (NH3), oltre alla misurazione della concentrazione media giornaliera delle frazioni PM10 e PM2.5 del particolato aerodisperso.

Gli inquinanti dispersi in atmosfera possono essere divisi schematicamente in due gruppi: primari e secondari. I primi sono emessi direttamente in atmosfera da sorgenti antropogeniche o naturali; i secondi si formano in atmosfera in seguito a reazioni chimiche che coinvolgono altre specie, primarie o secondarie. Le concentrazioni di un inquinante primario dipendono significativamente dalla distanza tra il punto di misura e le sorgenti mentre le concentrazioni di un inquinante secondario, essendo prodotto dai suoi precursori già dispersi nell’aria ambiente, risultano in genere diffuse in modo più omogeneo sul territorio.

Si descrivono nei diversi paragrafi le caratteristiche principali degli inquinanti monitorati a Moggio.

Nella Tabella 1 sono riassunte, per ciascuno dei principali inquinanti atmosferici misurati, le principali sorgenti di emissione.

Poiché, come già descritto in precedenza, i livelli di concentrazione degli inquinanti in atmosfera dipendono fortemente dalle condizioni meteorologiche verificatesi e dalle differenti sorgenti emissive durante il periodo di misura, per comprendere le peculiarità di un sito è importante confrontare i dati misurati con quelli rilevati nello stesso periodo dalle stazioni fisse della Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria (RRQA), oltre che con i rispettivi limiti.

Per tale motivo le concentrazioni rilevate a Moggio sono state confrontate prioritariamente con quelle misurate in tutte le stazioni del Piano di Valutazione della Lombardia, di seguito PdV (vedi http://www.arpalombardia.it/sites/QAria/_layouts/15/QAria/ReteDiRilevamento.aspx) e secondariamente solo con quelle della provincia di Lecco per osservarne le differenze o le analogie e poter individuare l’impatto sulla qualità dell’aria di eventuali sorgenti locali o eventuali fenomeni di traporto.

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N

NE

E

SE

S SO

O

NO > 5.0 m/s

4.0 - 5.0 m/s 2.0 - 4.0 m/s 1.5 - 2.0 m/s 1.0 - 1.5 m/s 0.3 - 1.0 m/s

< 0.3 m/s Rosa del vento

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4.0 - 5.0 m/s 2.0 - 4.0 m/s 1.5 - 2.0 m/s 1.0 - 1.5 m/s 0.3 - 1.0 m/s

< 0.3 m/s Rosa del vento

Moggio - dal 13 marzo al 31 luglio 2020

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15 Inquinanti Principali sorgenti di emissione

Biossido di Azoto*/**

(NO2)

Impianti di riscaldamento, traffico autoveicolare (in particolare quello pesante), centrali di potenza, attività industriali (processi di combustione per la sintesi dell’ossigeno e dell’azoto atmosferici)

Monossido di Carbonio*

(CO) Traffico autoveicolare (processi di combustione incompleta dei combustibili fossili) Ozono**

(O3) Non ci sono significative sorgenti di emissione antropiche in atmosfera Idrocarburi non Metanici*

(IPA, Benzene)

Traffico autoveicolare (processi di combustione incompleta, in particolare di combustibili derivati dal petrolio), evaporazione dei carburanti, alcuni processi industriali, combustioni di biomasse

PM10 */** È prodotto principalmente da combustioni e per azioni meccaniche (erosione, attrito, ecc.) ma anche per processi chimico-fisici che avvengono in atmosfera a partire da precursori anche in fase gassosa.

Tabella 1: Principali sorgenti di emissione degli inquinanti.

Il Piano di Valutazione è il programma di monitoraggio previsto dal D.lgs. 155/2010 (art.5), per la misura della qualità dell’aria con stazioni fisse, individuate nel rispetto dei canoni di efficienza, efficacia ed economicità.

In Lombardia il piano è operativo dall’estate 2018.

Nella Tabella seguente è fornita una descrizione delle stazioni della provincia di Lecco in termini di localizzazione e tipologia di destinazione urbana, considerando la proposta più recente di classificazione secondo la normativa italiana definita nel D.lgs. 155/2010.

Nome stazione Rete Tipo zona Tipo stazione Altitudine (m s.l.m.)

Moggio PUB Rurale Fondo 1197

Lecco via Amendola PUB Urbana Traffico 214

Lecco via Sora PUB Suburbana Fondo 214

Merate PUB Urbana Traffico 292

Colico PUB Suburbana Fondo 218

Perledo PUB Suburbana Fondo 211

Valmadrera PRIV Suburbana Fondo 237

Tabella 2: Stazioni della rete della qualità dell’aria della provincia di Lecco.

TIPO ZONA (Allegato III del D. Lgs. 155/2010):

- URBANA: sito inserito in aree edificate in continuo o almeno in modo predominante.

- SUBURBANA: sito inserito in aree largamente edificate in cui sono presenti sia zone edificate, sia zone non urbanizzate.

- RURALE: sito inserito in tutte le aree diverse da quelle urbane e suburbane.

TIPO STAZIONE (Allegato III del D. Lgs. 155/2010):

- TRAFFICO: stazione ubicata in posizione tale che il livello di inquinamento sia influenzato prevalentemente da emissioni da traffico, provenienti da strade limitrofe con intensità di traffico medio alta.

- INDUSTRIALE: stazione ubicata in posizione tale che il livello di inquinamento sia influenzato prevalentemente da singole fonti industriali o da zone industriali limitrofe.

- FONDO: stazione ubicata in posizione tale che il livello di inquinamento non sia influenzato prevalentemente da emissioni da specifiche fonti (industrie, traffico, riscaldamento residenziale, etc.), ma dal contributo integrato di tutte le fonti poste sopravento alla stazione rispetto alle direzioni predominanti dei venti nel sito.

L’evoluzione temporale dei diversi inquinanti monitorati è rappresentata con l’utilizzo di grafici relativi a:

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• concentrazioni medie orarie: evoluzione oraria dell’inquinante nel periodo di misura;

• concentrazioni medie su otto ore: ogni valore è ottenuto come media tra l’ora “x” e le 7 ore precedenti l’ora “x”;

• concentrazioni medie giornaliere: evoluzione giornaliera dell’inquinante ottenuta mediando i valori delle concentrazioni dalle ore 00.00 alle ore 23.00;

• giorno tipo: evoluzione media delle concentrazioni medie orarie nell’arco delle 24 ore.

Si fa inoltre presente che l’ora a cui sono associati i dati si riferisce all’ora solare di fine misura.

Nei grafici seguenti è indicata con “25°-75° percentile RRQA” l’area del grafico compresa tra il 25° percentile e il 75° percentile delle concentrazioni degli inquinanti registrate dalle centraline fisse di rilevamento della qualità dell’aria lombarde. In altre parole, in quest’area ricade la metà delle stazioni presenti in Lombardia.

La linea tratteggiata “Mediana RRQA”, invece, è la mediana delle concentrazioni giornaliere di inquinante misurate su tutte le postazioni fisse della rete di monitoraggio regionale (ovvero il valore al di sotto del quale si trova il 50% dell’insieme di tutti i valori misurati, il valore cioè che corrisponde all’esatta metà della distribuzione dei dati).

Si fa presente che di tutte le stazioni della rete lombarda sono state considerate nei calcoli, come previsto dal D.lgs. 155/2010, quelle con un rendimento maggiore o uguale al 90% sia durante l’anno che nel periodo in esame e, per l’O3, quelle con il 90% di dati validi in estate e il 75% in inverno.

Gli ossidi di azoto (NO e NO

2

)

Gli ossidi di azoto (nel complesso indicati anche come NOX) sono emessi direttamente in atmosfera dai processi di combustione ad alta temperatura (impianti di riscaldamento, motori dei veicoli, combustioni in genere, centrali di potenza, etc.), per ossidazione dell’azoto atmosferico e, solo in piccola parte, per l’ossidazione dei composti dell’azoto contenuti nei combustibili utilizzati. All’emissione, gran parte degli NOX è in forma di monossido di azoto (NO), con un rapporto NO/NO2 notevolmente a favore del primo. Si stima che il contenuto di biossido di azoto (NO2) nelle emissioni sia tra il 5% e il 10% del totale degli ossidi di azoto.

L’NO, una volta diffusosi in atmosfera può ossidarsi e portare alla formazione di NO2. L’NO è quindi un inquinante primario mentre l’NO2 ha caratteristiche prevalentemente di inquinante secondario.

La stima delle emissioni di NO2

L’inventario delle emissioni INEMAR, individua come sorgente emissiva prevalente per gli NOx nel comune di Moggio il Trasporto su strada, seguito in piccola percentuale dalla Combustione non industriale.

Anche se il carico emissivo assoluto è notevolmente diverso tra gli ambiti territoriali considerati (vedi la tabella nell’Allegato 1) anche in provincia di Lecco e nella regione l’emissione degli automezzi diesel è la fonte prevalente degli ossidi di azoto, seguita dalla Combustione industriale e non industriale. A Moggio non vi sono attività industriali.

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17 Figura 14: NOx - Contributi percentuali delle emissioni per macrosettori e per combustibile.

La normativa di riferimento per NO2

Il monossido di azoto (NO) non è soggetto a limiti alle immissioni, in quanto, alle concentrazioni tipiche misurate in aria ambiente, non provoca effetti dannosi sulla salute e sull’ambiente. Se ne misurano comunque i livelli poiché esso, attraverso la sua ossidazione in NO2 e la sua partecipazione ad altri processi fotochimici, contribuisce, tra altro, alla produzione di ozono troposferico. Per il biossido di azoto sono invece previsti valori limite.

Il Biossido di Azoto svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico in quanto è l’intermediario per la produzione di pericolosi inquinanti secondari come l’ozono, l’acido nitrico e l’acido nitroso. Questi, una volta formati, possono depositarsi al suolo per via umida (ad esempio le piogge acide) o secca provocando danni alla vegetazione e agli edifici. Inoltre, l’acido nitrico può reagire con l’ammoniaca portando alla formazione di particelle di nitrato di ammonio, componente quantitativamente significativa del particolato aerodisperso.

Gli ossidi di azoto, in particolare il biossido, sono inoltre gas nocivi per la salute umana in quanto possono provocare effetti acuti sulla salute, in particolare:

• acuti quali disfunzionalità respiratoria e reattività bronchiale (irritazioni delle mucose);

• cronici quali alterazioni della funzionalità respiratoria e aumento del rischio tumori.

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Il Decreto Legislativo n. 155 del 13/08/2010 recepisce la Direttiva Europea 2008/50/CE istituendo un quadro normativo unitario in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria. Al fine di salvaguardare la salute umana e l’ambiente, stabilisce limiti di concentrazione, a lungo e a breve termine, a cui attenersi.

La Tabella 3 riassume i limiti previsti dalla normativa per il biossido d’azoto.

Biossido di azoto

Valore limite

(g/m3) Periodo di mediazione

Valore limite protezione salute umana

(da non superare più di 18 volte per anno civile) 200 1 ora

Valore limite protezione salute umana 40 anno civile

Soglia di allarme 400 1 ora

(rilevati su 3 ore consecutive) Tabella 3: Valori limite e soglia di allarme dell’ozono secondo il D.lgs. 155/10.

Per valore limite si intende il livello di un inquinante, ovvero la concentrazione, fissato in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana o per l’ambiente nel suo complesso e che non deve essere superato.

La soglia di allarme e la soglia di informazione sono le concentrazioni dell’inquinante oltre le quali sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata rispettivamente per la popolazione nel suo complesso e per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione.

Il biossido di azoto a Moggio negli anni

Fin dall’inizio del monitoraggio degli NOx presso la Culmine di San Pietro a Moggio, le concentrazioni medie giornaliere di NO2 sono risultate le più basse rilevate in regione. Le medie annuali sono risultate ben al disotto del limite normativo di 40 g/m3 ed il limite di protezione della salute umana da calcolarsi su 1 ora, non è mai stato superato.

Nella successiva Figura 15 è riportato l’andamento delle concentrazioni medie annuali di NO2 di Moggio, confrontato con quello delle stazioni del Programma di Valutazione della Regione e con quello della provincia di Lecco.

(19)

19 Figura 15: Andamento delle concentrazioni medie annuali di NO2 di Moggio confrontato con quello della regione

(stazioni del programma di valutazione) e della provincia di Lecco.

Generalmente, l’andamento delle concentrazioni medie mensili di biossido di azoto mostra una marcata dipendenza stagionale, con valori più alti nel periodo invernale, a causa sia della peggiore capacità dispersiva dell’atmosfera nei mesi più freddi sia della presenza di sorgenti aggiuntive come il riscaldamento domestico.

Ciò rispecchia quanto è avvenuto anche nel 2020 in provincia di Lecco, fatta eccezione per Moggio, i cui valori medi mensili sono stati pressoché costanti tutto l’anno. Questo piccolo comune, infatti, è costituito in prevalenza da seconde case che rimangono vuote durante il periodo invernale per cui le emissioni di origine antropica sono limitate in questo periodo dell’anno. Esso, inoltre, rimane spesso al di sopra dello strato limite di rimescolamento.

Si riporta in Figura 16, l’andamento delle concentrazioni medie mensili nel 2020, delle stazioni della rete di monitoraggio della qualità dell’aria (RRQA) della provincia di Lecco incluse nel Programma di Valutazione per l’NO2. I rettangoli gialli rappresentano l’insieme dei valori compresi fra il 25° e il 75° percentile della distribuzione dei valori di concentrazione, considerando le medie mensili di tutte le stazioni provinciali. Le barre verticali individuano i valori minimi e massimi delle medie mensili di tutte le stazioni considerate.

Figura 16: Andamento delle concentrazioni medie mensili di NO2 per tutti i sensori del PdV della prov. Lecco e Moggio.

(20)

Il grafico del giorno tipo mensile di Moggio mostra un andamento costante senza variazioni significative nell’arco delle 24 ore, come detto per l’assenza di fonti emissive rilevanti. Quanto misurato risulta quindi una concentrazione di fondo. Diverso è l’andamento nelle stazioni urbane, come p.es. quello della più vicina stazione di Lecco Sora, in cui specialmente nei mesi invernali sono rilevabili i doppi picchi attribuibili essenzialmente al Trasporto nelle ore di punta.

Figura 17: NO2 - Andamento del giorno tipo mensile delle stazioni di Moggio e di Lecco via Sora.

Di seguito, in Tabella 4 si riportano le statistiche essenziali relative al biossido di azoto rilevato nel 2020 a Moggio e in tutte le altre stazioni di rilevamento della provincia di Lecco appartenenti al PdV della Lombardia.

Protezione della salute umana Stazione Rendimento

(%)

N° superamenti del limite orario (200 µg/m3 da non superare

più di 18 volte/anno)

Media annuale NO2

(limite: 40 µg/m3)

Moggio 96 0 5

Lecco Sora 96 0 21

Merate 100 0 30

Colico 98 0 20

Perledo 96 0 15

Lecco Amendola 100 0 33

Valmadrera 99 0 20

Tabella 4. NO2: Informazioni di sintesi e confronto dei valori misurati con la normativa.

La stazione di Moggio, inoltre, è l’unica della provincia di Lecco ad essere idonea alla valutazione della protezione della vegetazione secondo le prescrizioni dell’allegato III, paragrafo 3, punto 2, del D. Lgs.

155/2010.

Si riporta di seguito la tabella con i valori medi annuali di NOx rilevati a Moggio. I valori non hanno mai raggiunto il limite di 30 µg/m3.

Moggio 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

(21)

21 NOX

media annuale (limite 30 g/m3)

9 7 9 10 8 8 11 7 6 7 7 9 6

Tabella 5. NOx: Concentrazione media annuale a Moggio.

L’ozono (O

3

)

L’ozono (O3) è un gas blu pallido con un caratteristico odore pungente. È un gas instabile e tossico per gli esseri viventi e un potente ossidante con molte applicazioni industriali. In natura più del 90% si trova nella stratosfera (fascia di atmosfera che va indicativamente dai 10 ai 50 km di altezza) dove costituisce una indispensabile barriera protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal Sole. Nella troposfera (fascia di atmosfera che va dal suolo fino a circa 10 km di altezza) l’ozono si forma a seguito di reazioni chimiche tra ossidi di azoto e composti organici volatili (COV), favorite dalle alte temperature e dal forte irraggiamento solare. Tali reazioni causano la formazione di vari composti tra i quali, oltre l’O3, nitrati e solfati (costituenti del particolato fine), perossiacetilnitrato (PAN), acido nitrico e altro ancora. Questi, nell’insieme, costituiscono il tipico inquinamento estivo detto smog fotochimico. L’ozono è, quindi, un inquinante secondario senza sorgenti emissive dirette di rilievo, i cui precursori sono generalmente prodotti da combustione civile e industriale e da processi che utilizzano o producono sostanze chimiche volatili, come solventi e carburanti. A differenza degli inquinanti primari, le cui concentrazioni dipendono direttamente dalle quantità dello stesso inquinante emesse dalle sorgenti presenti nell’area, la formazione risulta, pertanto, più complessa.

La chimica dell’ozono ha come punto di partenza la presenza di ossidi di azoto, che vengono emessi in grandi quantità nelle aree urbane. Sotto l’effetto della radiazione solare (rappresentata di seguito con hν), la formazione di O3 avviene in conseguenza della fotolisi del biossido di azoto:

𝑁𝑂2+ ℎ𝜈 → 𝑁𝑂 + 𝑂 (1)

L’ossigeno atomico 𝑂 reagisce rapidamente con l’ossigeno molecolare dell’aria in presenza di una terza molecola, la quale non entra nella reazione vera e propria ma assorbe l’eccesso di energia vibrazionale e pertanto stabilizza la molecola di ozono che si è formata:

𝑂+ 𝑂2+ 𝑀 → 𝑂3+ 𝑀 (2)

Una volta generato, l’ozono reagisce con l’𝑁𝑂 e rigenera 𝑁𝑂2:

𝑁𝑂 + 𝑂3→ 𝑁𝑂2+ 𝑂2 (3)

(22)

Le tre reazioni descritte formano un ciclo chiuso che, da solo, non sarebbe sufficiente a causare gli alti livelli di ozono che possono essere misurati in condizioni favorevoli alla formazione di smog fotochimico. La presenza di altri inquinanti, quali ad esempio gli idrocarburi, fornisce una diversa via di ossidazione del monossido di azoto che provoca una produzione di NO2 senza consumare ozono, di fatto spostando l’equilibrio del ciclo visto sopra e consentendo l’accumulo dell’O3.

Le concentrazioni di ozono raggiungono i valori più elevati nelle ore pomeridiane delle giornate estive soleggiate. Inoltre, dato che l’ozono si forma durante il trasporto delle masse d’aria contenenti i suoi precursori, emessi soprattutto nelle aree urbane, le concentrazioni più alte si osservano soprattutto nelle zone extraurbane sottovento rispetto ai centri urbani principali. Nelle città, inoltre, la presenza di NO tende a far calare le concentrazioni di ozono, soprattutto in vicinanza di strade con alti volumi di traffico.

La stima dei precursori dell’ozono

Essendo, come detto precedentemente, l’ozono un inquinante secondario, nell’inventario INEMAR si sono stimate le emissioni dei suoi precursori. La categoria che influisce maggiormente a Moggio è il macrosettore Altre sorgenti ed assorbimenti, legato alle emissioni di COV della vegetazione boschiva, dato che il territorio di questo comune è prevalentemente montano. In provincia, invece, tale macrosettore contribuisce con lo stesso peso dell’Uso dei solventi e del Trasporto. In ambito regionale è rilevante anche il contributo emissivo legato all’Agricoltura. Unico macrosettore che influisce in modo simile nei tre contesti è il Trasporto, che come spiegato in precedenza, interviene come precursore per le emissioni di NOx.

I contributi percentuali dei combustibili alle emissioni dei precursori di ozono, invece, non differiscono significativamente nei tre ambiti considerati, fatta eccezione per il maggior apporto di Senza combustile a Moggio dovuto sempre l’emissione della vegetazione, a scapito dell’uso del metano in provincia ed in regione.

(23)

23 Figura 18: Precursori dell’O3 - Contributi percentuali delle emissioni per macrosettori e per combustibile.

La normativa di riferimento per l’O3

L’ozono troposferico, essendo un forte ossidante, è in grado di attaccare i tessuti dell’apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. La maggior parte di questi effetti sono a breve termine e cessano con il cessare dell’esposizione ad elevati livelli di ozono, ma è noto che possano sussistere anche danni derivati da ripetute esposizioni di breve durata, come l’accelerazione del naturale processo di invecchiamento della funzione polmonare.

Inoltre, l’ozono e gli ossidanti fotochimici in generale possono provocare una riduzione della crescita delle piante e, per elevate concentrazioni, clorosi e necrosi delle foglie. Per tale motivo, al fine di salvaguardare la salute umana e l’ambiente, il D.lgs. 155/10 stabilisce limiti di concentrazione, a lungo e a breve termine, a cui attenersi. La Tabella 6 riassume i limiti previsti dalla normativa per l’ozono.

Ozono

Valore limite

(g/m3) Periodo di mediazione

Valore obiettivo per la protezione della salute umana (da non superare più di 25 volte per anno civile come media su tre anni)

120 8 ore

Valore obiettivo per la protezione della vegetazione 18000 AOT40 (mag-lug) su 5 anni

Soglia di informazione 180 1 ora

Soglia di allarme 240 1 ora

Tabella 6: Valori limite e obiettivo, soglie di informazione e allarme dell’ozono secondo il D.lgs. 155/10.

Il valore obiettivo è il livello fissato per evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana o per l’ambiente nel suo complesso da conseguire, ove possibile, entro una data prestabilita.

La soglia di allarme e la soglia di informazione sono le concentrazioni dell’inquinante oltre le quali sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata rispettivamente per la popolazione nel suo complesso e per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione.

Per AOT40 si intende la somma delle differenze tra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg/m³ e 80 µg/m³ in un dato periodo di tempo, utilizzando solo i valori orari rilevati ogni giorno tra le 8:00 e le 20:00. Il dato presentato è stimato sulla base di un rendimento teorico del 100% a partire dall’AOT40 misurato,

(24)

rinormalizzato al periodo di effettivo funzionamento secondo quanto previsto dall’Allegato VII punto 1 del D.lgs. 155/2010. Si considerano solo le stazioni sub-urbane (fondo), rurali, rurali di fondo.

L’ozono a Moggio negli anni

Da quando è stata installata la stazione di monitoraggio in località Culmine di San Pietro a Moggio, nell’agosto 2006, essa rileva le concentrazioni medie annuali di ozono più alte di tutte le stazioni della regione. Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che la stazione viene a trovarsi sottovento alle zone di maggior emissione dei suoi precursori, prima che la direzione del vento cambi nelle ore serali/notturne, senza quindi raggiungere le aree ancora più a nord come la Valtellina (cfr. cap. Situazione meteorologica nel periodo di misura). Solo nel 2010, la media è stata maggiore a Bormio.

Figura 19: Andamento delle concentrazioni medie annuali di ozono per i sensori del PdV della Regione dal 2007 al 2020.

Come da letteratura e come confermato nel grafico di Figura 20, a causa della sua formazione secondaria, favorita dall’elevate temperatura e radiazione solare, le concentrazioni medie mensili di ozono seguono l’andamento stagionale con valori più elevati nei mesi estivi e concentrazioni minori nei mesi più freddi.

(25)

25 Figura 20: Andamento delle concentrazioni medie mensili di ozono per i sensori del PdV della regione dal 2007 al 2020.

La Figura 21 mostra come il valore obiettivo per la protezione della salute umana (120 g/m3 come media mobile su 8h da non superare più di 25 giorni anno come media su tre anni), sia stato superato dal triennio 2007-2009 praticamente in quasi tutta la regione raggiungendo il maggior numero di giorni di superamento proprio a Moggio. Le altre stazioni della provincia di Lecco hanno comunque registrato superamenti tra i più elevati fino al triennio 2010-2012.

Figura 21: Andamento del numero di giorni di superamento del valore obiettivo per la salute umana in regione. Solo sensori delle stazioni di fondo del PdV.

(26)

I valori rilevati a Moggio rimangono i più elevati di tutta la fascia Pedemontana, riunita in Fascia C/D nella classificazione dettata dalla normativa. Infatti, recependo le direttive europee, nel D. Lgs.155/2010 è previsto che ogni Regione definisca la suddivisione del territorio in zone e agglomerati, nelle quali valutare il rispetto dei valori obiettivo e dei valori limite e definire, nel caso, piani di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria. Moggio ricade in zona C.

Nella successiva Figura 22 è riportata l’attuale suddivisione in zone e agglomerati relativi alla Regione Lombardia.

Figura 22. Zonizzazione ai sensi della D.G.R. n° 2605/11.

Come mostra la Figura 23, Moggio ha il numero di superamenti nettamente maggiori del 50% delle stazioni della zona di appartenenza.

Figura 23: Andamento del numero di giorni di superamento del valore obiettivo per la salute umana in regione nella zona C-D. Solo sensori delle stazioni di fondo del PdV.

(27)

27 Considerando solo la provincia di Lecco, la Figura 24 mostra come il numero di giorni di superamento del limite per la protezione della salute umana sia comunque elevato in tutte le stazioni, in particolare a Moggio, ma anche a Lecco Sora e Valmadrera.

Figura 24: Andamento del numero di giorni di superamento del valore obiettivo per la salute umana in tutte le stazioni della provincia di Lecco.

Anche la soglia di informazione è stata superata in più giorni in tutta la provincia, ma in diversi anni il maggior numero di superamenti è stato registrato nelle stazioni di Lecco Sora o Valmadrera. A Moggio le concentrazioni sono mediamente più alte durante tutto l’anno, senza però che vengano raggiunti i valori più elevati registrati nelle altre stazioni della provincia. In nessuna stazione è stata superata la soglia di allarme nel 2013, 2014, 2018 ed anche nel 2020.

(28)

Figura 25: Numero di giorni di superamento della soglia di informazione e di allarme nelle stazioni del PdV della provincia di Lecco.

Le concentrazioni elevate dei mesi estivi fanno sì che anche il valore obiettivo per la protezione della vegetazione calcolato con le rilevazioni tra maggio e luglio, sia sempre stato superato, dal 2007, in entrambe le stazioni della provincia di Lecco idonee per la valutazione di tale obiettivo: Moggio e Colico.

Figura 26: Andamento del numero di giorni di superamento del valore obiettivo per la protezione della vegetazione nelle stazioni del PdV della provincia di Lecco.

Di seguito le statistiche essenziali relative al 2020 per Moggio e tutte le altre stazioni di rilevamento della provincia di Lecco.

(29)

29 Stazione Rendimento

(%)

Media annuale (µg/m3)

N° giorni con superamento della soglia di informazione

(180 µg/m3)

N° giorni con superamento della

soglia di allarme (240 µg/m3)

Moggio 98 92 13 0

Colico 95 47 1 0

Valmadrera 91 63 10 0

Lecco Sora 99 58 11 0

Perledo 95 63 6 0

Merate 99 48 2 0

Tabella 7. O3: Informazioni di sintesi e confronto dei valori misurati con la normativa.

Si riportano di seguito, in Figura 27, gli andamenti delle concentrazioni medie mensili per l’ozono, ottenuti per la rete di monitoraggio della provincia di Lecco nel corso del 2020. Il grafico mostra il caratteristico andamento stagionale, con valori medi più alti nei mesi caldi, a causa del peculiare meccanismo di formazione dell’ozono favorito dalla temperatura e dall’irraggiamento solare. Le concentrazioni di Moggio sono le più elevate durante tutto l’anno; nonostante le basse temperature dei mesi invernali, rimanendo spesso al di sopra dello strato limite di rimescolamento, le concentrazioni di Moggio registrano valori di fondo atmosferico, mentre negli altri siti prevalgono i processi di formazione di questo inquinante secondario.

Figura 27: Andamento delle medie mensili di ozono solo per i sensori del PdV della provincia di Lecco.

Infatti, diversamente dalle altre stazioni della provincia (che non sono in quota), il grafico del giorno tipo mostra come anche nei mesi più freddi, le concentrazioni di ozono a Moggio siano mediamente sui 60 g/m3, non raggiungendo mai i tipici valori invernali anche minori di 10 g/m3 (si veda per esempio Lecco Sora in Figura 28). Moggio, infatti, si colloca generalmente al disopra dello strato di rimescolamento e registra pertanto in inverno concentrazioni più elevate, tipiche degli strati atmosferici superiori.

(30)

Anche l’andamento nelle 24 ore è diverso dalle altre stazioni e risulta pressoché costante durante tutta la giornata. Il tipico andamento a campana dell’ozono delle altre stazioni, dovuto all’irraggiamento e alla temperatura, è più mitigato a causa della quota e del fondo rilevato. Si evidenzia inoltre, che i valori maggiori si registrano verso le ore serali o notturne a causa del trasporto di ozono dalle aree della pianura.

Figura 28: Andamento del giorno tipo mensile dell’ozono a Moggio e a Lecco via Sora.

In conclusione, le concentrazioni di ozono misurate nella stazione di Moggio si attestano tra le più alte della regione. Ciò è da attribuirsi alla dinamica di formazione di questo inquinante secondario, favorita dalla collocazione geografica del territorio provinciale sottovento alla zona di produzione dei suoi precursori.

Tuttavia, come visto, pur mostrando diffusi superamenti della soglia di informazione e non rispettando l’obiettivo per la protezione della salute umana, il parametro ozono non rappresenta una criticità specifica della provincia di Lecco, ma più in generale di tutta la Lombardia.

L’ammoniaca (NH

3

)

L’ammoniaca (NH3) a temperatura ambiente è un gas incolore dall'odore pungente molto forte, irritante e tossico. L’ammoniaca è molto solubile in acqua alla quale conferisce una netta basicità, mentre in aria, grazie alla presenza di ossigeno, può intaccare l'alluminio, il rame, il nichel e le loro leghe. L’ammoniaca gioca un ruolo importante nel nostro ambiente in quanto partecipa al ciclo dell’azoto, contribuisce alla neutralizzazione di acidi e partecipa alla formazione di particolato atmosferico, specie quello con diametro aerodinamico minore di 2.5 µm. Ad esempio, l’ammoniaca reagisce con l’acido nitrico e con l’acido solforico portando alla formazione rispettivamente di nitrato d’ammonio e solfato d’ammonio, i due sali inorganici maggiormente presenti nel particolato. Non è previsto alcun limite normativo.

La stima delle emissioni di ammonica

Le sorgenti maggiori di NH3 comprendono le attività agricole (allevamenti zootecnici e fertilizzanti) e, in misura minore, trasporti stradali, smaltimento dei rifiuti, combustione della legna e combustione di combustibili fossili. In particolare, si veda la Figura 29, in regione Lombardia le stime dell’inventario regionale attribuiscono alle attività agricole il 97% delle emissioni di ammoniaca sul totale annuo.

(31)

31 Figura 29: Contributi percentuali delle emissioni per macrosettori e per combustibile.

Dal primo grafico di Figura 29 è possibile notare come a Moggio, a differenza di quanto accade a livello regionale e provinciale, la prevalenza di emissioni di NH3 sia attribuita al settore del Trasporto su strada (54%) principalmente dovuto ai mezzi a benzina ( il 35%); solo il 35% agli spandimenti (senza combustibile) in Agricoltura non essendo praticata in modo diffuso tale attività; il restante 11% alla combustione di legna e similari per riscaldamento residenziale, cioè nella Combustione non industriale.

L’ammoniaca a Moggio negli anni

Da marzo 2009 è stata installato l’analizzatore di ammoniaca nella stazione di monitoraggio di Moggio, pertanto è stato possibile valutare le concentrazioni rilevate in questa campagna anche in relazione a quelle dell’ultimo decennio.

11%

7%

54%

6%

35%

85%

97%

CO MUNE PROVI N C I A REG I O N E

NH3

I N E MA R 2 0 1 7 - N H3 - RI PA RT I Z I O N E DE LLE E MI SSI O N I PE R MAC RO SE T TO RE

Combustione non industriale Combustione nell'industria

Processi produttivi Estrazione e distribuzione combustibili

Uso di solventi Trasporto su strada

Altre sorgenti mobili e macchinari Trattamento e smaltimento rifiuti

Agricoltura Altre sorgenti e assorbimenti

Produzione energia e trasform. combustibili

41%

4%

8% 5% 11%

8%

35%

87%

98%

CO MUNE PROVI NCI A REG I O NE

NH3

I NE MA R 2 0 1 7 - NH3 - RI PA RT I Z I O NE DE LLE E MI SSI O NI PE R CO MBUST I BI LE

benzina carbone diesel gas di raffineria

gasolio GPL kerosene legna e similari

metano olio combust senza comb. altro

(32)

In Figura 30 viene mostrato l’andamento delle concentrazioni medie giornaliere di ammoniaca a Moggio nel corso della campagna di approfondimento. La media calcolata nel periodo freddo è stata di 0.7 g/m3 e 3.2

g/m3 in quello caldo.

Figura 30: NH3. Andamento delle concentrazioni medie giornaliere nel periodo della campagna a Moggio.

Osservando l’evoluzione delle medie delle concentrazioni di NH3 a Moggio nel corso degli anni e calcolate sullo stesso periodo della campagna di approfondimento, il grafico in Figura 31 mostra come la media di ammoniaca durante la campagna di monitoraggio rientra nella fascia di variabilità evidenziata nell’area colorata del grafico (ovvero la deviazione standard di tutte le medie sul periodo della campagna tranne Moggio) ed è quasi coincidente con la media.

Figura 31: NH3. Andamento delle concentrazioni medie nel periodo della campagna lungo il decennio a Moggio.

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

11-nov-19 1-dic-19 21-dic-19 10-gen-20 30-gen-20 19-feb-20 10-mar-20 30-mar-20 19-apr-20 9-mag-20 29-mag-20 18-giu-20 8-lug-20 28-lug-20 Concentrazione (µg/m3)

Tempo (giorni)

NH3 Moggio - Andamento delle concentrazioni medie giornaliere 15 novembre 2019 - 31 luglio 2020 Moggio

0 1 2 3 4 5 6

09/10 10/11 11/12 12/13 13/14 14/15 15/16 16/17 17/18 18/19 2019/2020

Ammoniacag/m3)

Tempo (anni)

Ammoniaca - Andamento della media del periodo della campagna sul decennio 2009 - 2019 a Moggio Variabilità sul decennio (deviazione standard della media del decennio 09/19)

Media sul periodo della campagna (15 nov/31 lug) Media del decennio 09/19

(33)

33 Come stimato da INEMAR, le sorgenti di NH3 sono ripartite prevalentemente tra traffico veicolare ed agricoltura ed in minor parte al riscaldamento residenziale. Sebbene la misurazione dell’ammoniaca non sia richiesto dalla normativa attuale, ci si è chiesto se per questo inquinante, i valori misurati durante la campagna rappresentino significativo o meno in relazione alla qualità dell’aria di Moggio; a tale proposito torna utile il confronto con altri siti variamente distribuiti sul territorio regionale (Figura 32), le cui caratteristiche sono riportate in Tabella 8. La selezione è rappresentativa delle concentrazioni di ammoniaca che mediamente si hanno sul territorio lombardo.

Figura 32: Concentrazioni medie nel periodo della campagna in diverse stazioni di monitoraggio; viene riportata anche la concentrazione media tra tutti i siti tranne quelli caratterizzati da notevole impatto delle attività agricole (linea rossa).

In Figura 32, si osservano differenze notevoli tra le misure di Moggio e le stazioni di Bertonico, Corte De’

Cortesi e Schivenoglia, in cui l’attività agricola, sorgente quasi esclusiva di NH3, ha un impatto notevole.

A Moggio non sussiste una realtà simile; infatti, le concentrazioni misurate, sono addirittura minori della concentrazione media calcolata tra i siti considerati ad esclusione di Bertonico, Corte De’ Cortesi e Schivenoglia. Tornando al profilo dell’andamento giornaliero in Figura 30, gli isolati picchi di concentrazione sono da attribuire a saltuarie attività agricole o legate agli allevamenti nei dintorni della stazione di misura.

Stazione Tipologia zona e stazione, quota (m)

Rendime nto (%)

Media (µg/m3)

Dev. St.

(µg/m3)

Massima (µg/m3)

Moggio rurale, fondo, 1197 94 2.6 3.1 16.9

Bertonico rurale, fondo, 55 87 35.4 16.2 99.5

Colico suburbana, fondo, 218 92 6.6 2.3 15.4

Corte de Cortesi rurale, fondo, 60 99 49.2 35.5 180.5

Cremona Fatebenefratelli urbana, fondo, 43 100 5.3 3.7 27.1

Cremona Gerre Borghi BorghiFatebenefratellii

rurale, fondo, 36 100 11.5 7.8 57.8

Milano Pascal urbana, fondo, 118 87 8.4 4.2 22.7

Pavia Folperti urbana, fondo, 80 100 4.8 3.4 20.2

Sannazzaro de’ Burgundi urbana, industriale, 87 97 7.1 3.6 18.8

Schivenoglia rurale, fondo, 13 85 19.2 34.6 403.5

Tabella 8. Informazioni di sintesi sui dati di tutti i siti in cui è presente un analizzatore di NH3.

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