• Non ci sono risultati.

Associazione Donne Magistrato Italiane

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi " Associazione Donne Magistrato Italiane "

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

A.D.M.I.

Associazione Donne Magistrato Italiane

_________________

La responsabilità disciplinare dei magistrati Riflessioni sulla riforma e questioni aperte

Roma, 22 maggio 2011, ore 15 Corte di Cassazione- P.zza Cavour

Aula Giallombardo - II piano

(2)

Oggetto

A cinque anni dalla entrata in vigore del d.lgs 2006, n. 109, che ha introdotto significative modifiche alla disciplina sulla responsabilità disciplinare dei magistrati, si impone una riflessione sulla prima applicazione della riforma che valga ad evidenziare le insufficienze e i limiti operativi del modello voluto dal legislatore, ma anche a registrare i segnali di un processo di auto – riforma che passa necessariamente attraverso la riappropriazione del senso di responsabilità della funzione da parte dei singoli magistrati e della stessa struttura giudiziaria in cui si trovano ad operare.

La nuova disciplina richiede in particolare un approfondimento in ordine alle specifiche previsioni delle condotte disciplinarmente rilevanti, per chiarirne la portata ed eliminare incertezze interpretative.

Sulle rigidità della tipizzazione degli illeciti disciplinari si è di recente espresso anche il Presidente della Repubblica, che nel corso di una seduta del CSM ha sottolineato che alcuni comportamenti dei magistrati sfuggono alla sanzionabilità disciplinare, sollecitando un intervento legislativo diretto a colmare i “vuoti normativi … non colmabili in via interpretativa”.

Una riflessione critica non può non riguardare anche le sanzioni al fine di verificare se una maggiore graduazione in relazione all’effettiva gravità dei fatti sia più rispondente a ragioni di equità e ad esigenze di coerenza della complessiva normativa.

Ma la riforma, pur con tutte le sue insufficienze, ha certamente rafforzato il sistema di garanzie della indipendenza della magistratura, innescando processi di responsabilizzazione e favorendo in tal modo il corretto esercizio della giurisdizione .

I dati statistici, se confrontati con i dati di altri Paesi della U.E. a noi più vicini sul piano ordinamentale , dimostrano infatti una complessiva efficacia della nuova disciplina , sia per la capacità di reazione immediata con l’applicazione di misure cautelari, sia per il numero e i tempi di definizione dei procedimenti.

Certamente, molte sono ancora le questioni aperte.

In particolare, il disegno governativo sulla istituzione di un autonomo organo di giustizia esterno al CSM, nelle forme di una Corte disciplinare a composizione mista tra magistrati ordinari ed esperti, richiede un approfondimento ed un confronto anche con le magistrature amministrativa e contabile , rimaste estranee alla riforma del 2006, per la ricerca comune di uno strumento di garanzia non solo della funzione giurisdizionale, ma anche del cittadino.

PROGRAMMA

Ore 15

Introduzione e saluti

ERNESTO LUPO

Primo Presidente della Corte di Cassazione

INTERVENGONO

GIUSEPPE MARIA BERRUTI ELISABETTA CESQUI

PASQUALE CICCOLO

PIERLUIGI PELLEGRINO

D I B A T T I T O

Coordina: GRAZIANA CAMPANATO presidente A.D.M.I.

Riferimenti

Documenti correlati

corte d’appello di Roma PASQUALE D’ASCOLA massimario corte di cassazione Relatori LAURA SALVANESCHI. università di Milano

Maria Teresa POLITO, Corte dei Conti - Segretario generale Associazione Magistrati Cons.. Salvatore SALVAGO, Corte di Cassazione - Sezione

[r]

L’incontro è aperto alla partecipazione di docenti universitari, avvocati, studiosi, studenti, tirocinanti e operatori

In relazione alla disciplina del procedimento, va ricordato inoltre che la presentazione di una denuncia «circostanziata» (almeno secondo la prospettazione dei

VISTA la propria Determinazione 28 luglio 2016, n. 62), con la quale è stato approvato il “Disciplinare di partecipazione agli avvisi - Sostegno al

Andando avanti con questo Seminario emergeranno altre discipline da prendere sotto esame e anche in quei casi rifletteremo su quale contributo hanno già portato allo sviluppo

- ritenuto di poter condividere integralmente il parere del Consiglio Giudiziario, giacché è evidente che la formazione di un “ruolo stralcio” con riassegnazione a un magistrato