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Il cambiamento della politica economica fascista dopo il 1925: dal liberismo al protezionismo

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Academic year: 2021

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Il cambiamento della politica economica fascista dopo il 1925:

dal liberismo al protezionismo

1922-24, liberismo economico promosso dal ministro delle finanze Alberto De Stefani Politica economica del fascismo

dal 1925, linea di interventismo statalista, con il nuovo ministro delle finanze, il conte Giuseppe Volpi di Misurata

Perché nel ’25 la politica economica fascista subisce un cambiamento d’impostazione (si passa dal liberismo allo statalismo)?

 Perché il liberismo economico degli anni precedenti aveva creato un consistente aumento produttivo, ma aveva anche causato 1) deficit nei conti con l’estero: l’incremento della produzione avveniva con un volume di importazioni di materie prime

superiore a quello delle esportazioni.

2) inflazione: il deficit determinò un forte rialzo dei prezzi e perciò inflazione, perdita di capacità di acquisto dei salari 3) un forte deterioramento del valore della lira: era la conseguenza della perdita della capacità di acquisto dei salari.

Va inoltre ricordato che l’economia aveva risentito della cessazione dell’emigrazione perché gli Usa perseguivano una politica di isolazionismo. Ciò aveva provocato la cessazione delle rimesse degli emigrati che fornivano grandi quantità di valuta alla bilancia commerciale. L’economia ne aveva risentito e perciò si decise di percorrere una strada differente. Questo venne fatto anche per dare al paese un’immagine di stabilità monetaria oltre che politica, rassicurando i ceti medi risparmiatori.

Come si attuò la svolta?

 La svolta, guidata dal conte Volpi, si attuò essenzialmente attraverso:

1. Protezionismo (inasprimento del dazio sui cereali e “poi battaglia del grano”) 2. Deflazione e stabilizzazione monetaria

3. Più accentuato intervento statale nell’economia

Come venne attuata la politica deflazionistica e di stabilizzazione monetaria ovvero la rivalutazione della lira?

 La politica deflazionistica volta a far scendere i prezzi e a rivalutare la lira (che verrà portata dalla quota 107, che essa raggiungeva intorno alla metà degli anni venti, a quota 90, cioè la quota che essa aveva nel ’22, quando il fascismo prese il potere: se nel ‘26 ci volevano 107 lire per avere una sterlina, successivamente ce ne vorranno solo 90), si attuò essenzialmente attraverso questi provvedimenti:

1. Si cercò di diminuire le spese dello Stato (ad es. venne limitato drasticamente il credito e lo Stato non concedeva più prestiti alle piccole industrie).

Il bilancio dello Stato si arricchì inoltre con fonti di entrata esterne (alcune banche statunitensi avevano infatti concesso dei prestiti all’Italia).

2. Vennero compressi i salari e gli stipendi in modo che la moneta circolante diminuisse, i prezzi si abbassassero e dunque calasse l’inflazione

Quali furono i vantaggi della rivalutazione della lira (quota novanta = 90 lire per 1 sterlina invece di 107 lire) e quali gli svantaggi?

Vantaggi Svantaggi

Vennero favorite le importazioni.

Se prima occorrevano 107 lire per acquistare una merce straniera del valore di 1 sterlina, ora ne occorrevano solo 90.

Vennero danneggiate le esportazioni (che in Italia erano soprattutto agricole – vino, olio, agrumi – e perciò danneggiarono soprattutto il Mezzogiorno).

Se prima occorreva solo 1 sterlina per comprare un certo prodotto italiano, ora ce ne volevano 1,18.

Vennero favorite le industrie che lavoravano su un mercato interno, perché il costo del lavoro diminuiva grazie al calo dei salari che permetteva di pagare meno gli operai.

Vennero sfavorite le piccole aziende, che furono strozzate dalla restrizione del credito.

Venne danneggiato il turismo, perché gli stranieri non trovavano più conveniente venire in Italia.

Se i salari si abbassavano più dei prezzi e gli operai ne risentivano, il ceto medio ne risultava invece avvantaggiato.

Le retribuzioni dei ceti medi subiscono anch’esse dei ribassi, che però non andavano oltre i ribassi dei prezzi, dando a questi ceti una sensazione psicologica di sicurezza e di stabilità, che rendeva popolare presso di essi il regime fascista.

Vennero tagliati salari e stipendi ai ceti meno abbienti. I salari si abbassarono più dei prezzi.

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