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NOTIZIARIO 485

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Academic year: 2021

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NOTIZIARIO

IUFRO CONFERENCE MONITORING AND INDICATORS OF FOREST BIODIVERSITY IN EUROPE

FROM IDEAS TO OPERATIONALITY Nel mese di Novembre si è svolta a Firenze un’impor- tante conferenza IUFRO su monitoraggio e indicatori della biodiversità forestale in Europa.

L’evento, organizzato in collaborazione tra le unità IUFRO 8.07.01 (Key factors and ecological functions for forest biodiversity – Tor Bjorn Larsson, M. Marchetti), 4.02.05 (Remote Sensing and World Forest Monitoring – Sten Folving), 4.02.06 (Resource data in the boreal and tem- perate regions – Piermaria Corona), l’European Forest Institute, l’European Environment Agency, il Joint Research Centre, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali - Corpo Forestale dello Stato, l’Accademia Italiana di Scienze Forestali e l’Università degli Studi di Firenze e supportato da ASITA (Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali), AIT (Associazione Italiana di Telerilevamento), GEUS (Geological Survey of Denmark and Greenland) e SEPA (Swedish Environmental Protection Agency), ha riscosso un notevole successo e ha visto la par- tecipazione di oltre 150 rappresentati provenienti da 16 diversi stati europei e da 5 stati extra europei.

La conferenza è stata avviata il 12 Novembre presso l’Aula magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze con i saluti del Prof. A. Marinelli, Rettore dell’Ateneo fiorentino, del Prof. F. Mancini, Presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, del Dr. R. Casacchia, Presidente dell’Associazione Italiana di Telerilevamento, e dell’Ing. F.

Martinelli del Corpo Forestale dello Stato. La conferenza si è svolta nei locali del Rettorato fino alla giornata di giovedì 13 Novembre, dopodiché si è trasferita presso l’Accademia Italiana di Scienze Forestali dove si è conclusa nella serata di venerdì 14 Novembre. Nel corso della giornata di sabato 15 Novembre, i partecipanti interessati sono stati accompagnati in una suggestiva escursione nella foresta di Vallombrosa, presso Firenze, guidati dai Prof. O. Ciancio e S. Nocentini dell’Università di Firenze e dal Dr. B. Petriccione del Corpo Forestale dello Stato.

La conferenza ha rappresentato un significativo momento di incontro e di discussione tra esponenti del mondo scientifico forestale e ambientale su come operare per implementare efficaci indicatori e adeguati sistemi di monitoraggio della biodiversità forestale a differenti scale di riferimento: specie, popolamento, paesaggio.

In particolare, durante lo svolgimento della manifesta- zione sono state affrontate cinque tematiche principali, trat- tate nel corso di undici sessioni, una delle quali dedicata a esperienze realizzate in paesi extra europei.

La prima delle cinque tematiche ha riguardato gli inte- ressi legati all’uso delle foreste da parte di differenti gruppi di stakeholder e le relative pressioni esercitate sulla biodiver- sità forestale, con particolare riferimento alla presentazione di indicatori e di sistemi di monitoraggio dei fenomeni che costituiscono una minaccia per gli ecosistemi forestali europei, quali gli incendi, l’introduzione di specie alloctone e invasive, ecc..

NOTIZIARIO

Il secondo argomento affrontato ha trattato dell’uso di indicatori a livello di popolamento e delle possibili intercon- nessioni con le scelte operative di carattere gestionale, sia in termini di verifica degli obiettivi proposti, sia come supporto decisionale in fase di revisione delle linee di gestione perse- guite.

Nel corso delle sessioni dedicate alla terza tematica è stata posta attenzione alle attività di monitoraggio della bio- diversità forestale a livello di paesaggio e agli indicatori adot- tati a questa scala. In tale contesto sono stati illustrati i primi risultati scaturiti nell’ambito di varie iniziative internazionali tuttora in corso di sviluppo, quali il processo MCPFE (Ministerial Conference on the Protection of Forests in Europe), gli indicatori EEA (European Environment Agency), gli indicatori CBD (Convention on Biological Diversity).

Le metodologie di acquisizione dei dati e i parametri implementati nelle reti di monitoraggio per lo studio della biodiversità forestale promosse nell’ambito di differenti ini- ziative, quali inventari forestali nazionali o altri progetti (il sistema di monitoraggio ICP Forest - International Co-ope- rative Programme on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests, i progetti promossi dal JRC - Joint Research Centre e quelli finanziati dal programma EU RTD - Research and Technological Development Project per la raccolta di dati a supporto della gestione sostenibile delle foreste europee) sono stati oggetto della quarta tematica affrontata.

Le strategie di stima e di classificazione delle foreste a livello europeo, con particolare attenzione all’impiego del concetto di tipo forestale e dei relativi indicatori quale stru- mento di valutazione, stima e scambio di informazioni sulla biodiversità forestale, sia a scala internazionale che a scala locale, sono state argomento di discussione e confronto della quinta e ultima tematica sviluppata.

I settanta contributi esposti sono stati presentati sia sot- toforma di relazioni orali, sia come brevi illustrazioni di posters appositamente realizzati.

Al termine di questa breve nota informativa, si ritiene doveroso elencare le principali conclusioni scaturite nel corso della conferenza, così come riportate nella pagina web del sito ufficiale (vd. www.efi.fi):

- ai fini del monitoraggio della biodiversità forestale è stata evidenziata l’importanza di collegare differenti scale spa- ziali e temporali e la necessità di sviluppare un integrato set di indicatori tra i vari livelli di analisi;

- sulla base di quanto emerso da studi empirici sulla com- presenza di specie, il concetto di specie indicatrici sembra difficilmente difendibile soprattutto se non viene presa in esame l’azione esercitata delle attività umane; tuttavia, è stato osservato che l’abbondanza di specie appartenenti a un determinato genere può essere utilizzata per la previ- sione della ricchezza di specie appartenenti ad altri generi:

a esempio, i licheni sono un importante taxon sotto vari aspetti, incluso la dipendenza di molte specie dalla persi- stenza delle foreste;

- il legno morto e altri aspetti strutturali dei popolamenti forestali sono importanti potenziali indicatori della biodi- versità forestale;

- l’uso di dati telerilevati combinati con rilievi a terra sembra essere un valido approccio per la messa a punto di un ampio sistema di stima e monitoraggio della biodiversità forestale a livello europeo a costi contenuti;

- la struttura del paesaggio può essere frequentemente 05 notiziario- recensioni 27-01-2004 15:08 Pagina 485

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NOTIZIARIO

FURIOBIANCO, ANTONIOLAZZARINI(2003) – Forestali, mer- canti di legname e boschi pubblici. Candido Morassi e i progetti di riforma boschiva nelle Alpi Carniche tra sette- cento e ottocento.Udine, Forum - Editrice Universitaria Udinese. 239 pagine. Prezzo € 26.

Due storici, studiosi delle vicende alpine e delle società che vi si svilupparono, analizzano l’evoluzione della gestione forestale dei boschi pubblici delle Alpi Carniche a cavallo tra la fine del ‘700 e i primi decenni del ‘800. Un periodo di grandi sconvolgimenti per l’Europa, nel quale anche il mondo forestale - pur arroccato sulle montagne - subì gli influssi delle nuove idee. La nascente selvicoltura, segnata- mente quella legata alla scuola tedesca, la necessità di ali- mentare le richieste delle città e dell’incipiente industrializzazione si ripercossero sul modo di vedere e di gestire i boschi. La società locale, basata su antiche e conso- lidate tradizioni e con una secolare pratica forestale, venne chiamata a rispondere alle mutate esigenze, cui le produzioni tipiche dei boschi non erano più funzionali. Si impostò per- tanto un ampio progetto di sostituzione di specie, dal faggio verso le conifere, abete rosso e larice, più richieste dal mer- cato della pianura. Nel contempo la sostituzione implicava ampie utilizzazioni che potevano fornire combustibile per le nascenti industrie. Ma anche allora vi erano problemi di burocrazia, di dimensione e capacità delle imprese, di orga- nizzazione del trasporto, che condizionarono l’effettiva ese- cuzione dei progetti. Il mondo forestale era già gravato da questi problemi, peraltro molto attuali.

Il volume contiene due contributi diversi, amalgamati da un continuo logico, corredati da numerosi allegati, tabelle, carteggi personali e pubblici e tavole cartografiche dell’epoca, che costituiscono anche un ricco repertorio com- mentato di fonti dettagliate.

Ne esce un quadro articolato e dettagliato anche da spunti di vita quotidiana, che guida il lettore, tramite la storia personale di un tecnico forestale e della sua famiglia, alla ricostruzione delle vicende che segnarono le profonde trasformazioni nella gestione forestale e dei boschi dell’area Carnica, in un periodo di grandi cambiamenti storici, dalla Repubblica di Venezia fino all’Impero Asburgico. Uno spac- cato di vita forestale ma anche delle comunità di questi monti, delle loro strutture economiche e tradizioni sociali.

FEDERICOMAETZKE

RECENSIONI

monitorata e utilizzata come rapido indicatore di possibili cambiamenti della biodiversità su ampia scala;

- l’analisi dell’evoluzione storica e i valori colturali assu- mono una importanza rilevante quando si cerca di valutare e di interpretare la diversità del paesaggio su scala europea;

- gli obiettivi politici e gli interessi della società per le foreste si sono modificati negli anni e si modificheranno ancora: i sistemi di monitoraggio dovranno pertanto essere capaci di far fronte a tali futuri cambiamenti;

- a fini gestionali, l’influenza che la biodiversità esercita sulla funzionalità degli ecosistemi forestali deve essere ana- lizzata esaminando processi che agiscono su scala multi- temporale e multispaziale: le foreste devono essere percepite come un sistema biologico complesso, adattativo e resiliente;

- è necessario avviare attività che integrino dati esistenti su differenti livelli di scala e di differente contenuto informa- tivo, al fine di ottenere un armonizzato sistema di monito- raggio della biodiversità;

- è necessario individuare idonei indicatori capaci di descri- vere il grado di biodiversità dei popolamenti a supporto della gestione forestale;

- considerati gli scarsi budgets a disposizione, gli schemi di monitoraggio esistenti dovrebbero essere estensivamente utilizzati (a esempio, NFIs – National Forest Inventories, ICP Forests): a tal fine, un aspetto cruciale è rappresen- tato dal loro coordinamento (a esempio, ForestBIOTA);

- nel complesso si registra una eccessiva frammentarietà tra le esperienze di lavoro fino a ora realizzate: é necessario avviare a tal fine una specifica linea di azione di sintesi e guida per i decisori e i gestori che operano nel settore forestale.

DAVIDETRAVAGLINI

SIENA

PRIMO CASO DI PROVINCIA INTERAMENTE CERTIFICATA AMBIENTE Partito nel 2001, il Progetto SPIn-Eco Sostenibilità in Provincia di Siena mediante Indicatori Ecodinamici, ha rag- giunto una tappa importante: la certificazione ISO 14001. Il 6 dicembre 2003 il Presidente della Provincia di Siena Fabio Ceccherini ha ricevuto dall’Ente certificatore, l’ambito bol- lino verde.

La certificazione secondo lo standard internazionale ISO 14001 testimonia l’impegno profuso in questi tre anni per migliorare l’impatto ambientale dell’insieme di tutte le infrastrutture e dei servizi della Provincia.

Per il progetto SPIn-Eco, la Provincia di Siena si è avvalsa del sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della collaborazione del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi dell’Università degli Studi di Siena, che ha condotto un’analisi scientifica del ter- ritorio senese con indicatori di sostenibilità ambientale foto- grafando lo stato del sistema ambiente e delle risorse naturali.

Per il conseguimento della certificazione, la Provincia di Siena ha messo a punto un complesso sistema di gestione ambientale, che ha fissato obiettivi e modalità di gestione da

adottare per conseguire gli obiettivi di sostenibilità prestabi- liti. L’esperienza acquisita servirà come apripista per un pro- cesso ancora più lungo e impegnativo che prevede la certificazione di tutti i 36 comuni senesi.

Alcuni Enti locali italiani certificati o che stanno per esserlo si sono riuniti nell’Associazione Qualitambiente con sede proprio a Siena, che si è data l’obiettivo di promuovere la certificazione come strumento capace di sostenere le Amministrazioni soprattutto di piccole e medie dimensioni, nei loro progetti di sviluppo di qualità sul piano ambientale, culturale e turistico.

GIOVANNAPUCCIONI

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