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UNA NUOVA LEGGE FORESTALE PER LA SARDEGNA

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L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments       71 (6): 345‐355, 2016 

© 2016 Accademia Italiana di Scienze Forestali      doi: 10.4129/ifm.2016.6.03 

DONATELLA SPANO (*)

UNA NUOVA LEGGE FORESTALE PER LA SARDEGNA

(*) Assessore della difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna. Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio - DipNeT, Università di Sassari - UniSS, via E. De Nicola 9, 07100 Sassari;

spano@uniss.it

In Sardegna la superficie forestale supera 1,2 Milioni di ettari e costituisce più della metà del territorio regionale. Data l’importanza strategica del settore forestale nonché la sua valenza ambientale, sociale, eco- nomica e culturale, è divenuto indispensabile dotare la Regione Sardegna di nuovi strumenti normativi e di indirizzo in materia. Il lavoro esamina i principi ispiratori e lo sviluppo della nuova Legge Forestale della Sardegna, che è fondata sui criteri della gestione sostenibile e della multifunzionalità delle foreste, al fine di assicurare lo sviluppo produttivo, la tutela della biodiversità, la capacità di rigenerazione, il mantenimento degli ecosistemi e la protezione del territorio dai rischi rilevanti.

Parole chiave: politiche forestali; leggi forestali; gestione forestale sostenibile; Sardegna.

Key words: forest policy; forest law; sustainable forest management; Sardinia.

Citazione: Spano D., 2016 - Una nuova legge forestale per la Sardegna. L’Italia Forestale e Montana, 71 (6): 345-355. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2016.6.03

1. I NTRODUZIONE

È ampiamente riconosciuto da parte del Governo Regionale della Sardegna il rilevante apporto del sistema forestale pubblico e privato per lo sviluppo eco- nomico e sociale della Sardegna e per una corretta gestione del territorio orien- tato alla tutela dell’ambiente.

È ben noto infatti che le foreste hanno una funzione protettiva, con un ruolo fondamentale nell’assetto idrogeologico del territorio, una funzione produttiva e una funzione ambientale in termini di biodiversità e salvaguardia, paesaggio, cambiamento climatico e ciclo del carbonio. Tali funzioni hanno ancor maggior importanza in Sardegna dove la superficie forestale è superiore a 1,2 Milioni di ettari (di cui circa 580.000 ettari bosco e 630.000 ettari altre terre boscate 1 ) e costituisce più della metà del territorio sardo (50,36%). Tale valore risulta molto superiore al valore medio nazionale (circa 35%) ed europeo (circa 42%) e tra le regioni italiane risulta inferiore unicamente a quelli della Liguria e Trentino (Figura 1).

In linea con il dato nazionale anche la superficie forestale sarda ha subìto un

forte incremento dovuto in particolare alla riduzione registrata nella superficie

agricola.

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Figura 1 - Superficie forestale Sardegna, Italia e Europa.

In riferimento alla proprietà forestale, si evidenzia che la maggior parte della superficie forestale regionale è di proprietà privata e solo un terzo è pubblica (regionale e di altri enti pubblici). Dall’analisi delle categorie forestali del territorio della Sardegna si nota che oltre l’85% dei boschi è costituito da boschi di latifoglie e che oltre l’80% delle altre terre boscate è composto da macchie e arbusteti mediterranei.

In tale contesto, le Politiche Forestali rappresentano una delle strategie prioritarie del Programma Regionale di Sviluppo della Sardegna 2014-2019 2 e sono anche considerati obiettivi strategici per le ultime annualità. L’obiettivo del Governo Regionale consiste nella implementazione del complesso delle azioni di natura pianificatoria, programmatica nonché gestionale del settore, con il fine di perseguire gli obiettivi primari di tutela dell’ambiente e del paesaggio agroforestale, accrescere la redditività dell’economia rurale, contrastare l’abbandono delle zone montane e forestali con particolare riferimento alle zone interne.

È stato pertanto indispensabile dare avvio ad una nuova regolamentazione

organica del settore forestale della Regione Sardegna basata da un lato su una

razionalizzazione dell’assetto organizzativo al fine di migliorarne l’efficacia e

dall’altro su un concetto di integrazione delle azioni di pianificazione,

programmazione, gestione e controllo.

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2. P RINCIPI ISPIRATORI DELLA R IFORMA

La Commissione Europea ha adottato nel 2013 una nuova strategia forestale dell’Unione Europea per le foreste e il settore forestale 3 , che promuove la gestione sostenibile e la multifunzionalità delle foreste e l’utilizzo efficiente delle risorse forestali. L’obiettivo trasversale a tutte le politiche settoriali regionali è infatti la promozione di uno sviluppo sostenibile che applicato ai sistemi forestali si traduce in una gestione forestale sostenibile. La questione diviene dunque individuare il miglior compromesso o trade-off fra obiettivi ecologici, sociali ed economici che riguardano diverse aree di interesse, tra le quali si possono citare, l’utilizzazione delle foreste, la loro protezione, lo sviluppo stesso del settore forestale.

Il perseguimento di questi obiettivi rimanda necessariamente all’identifica- zione degli elementi che permettono di rendere attuabile e operativo il concetto di gestione forestale sostenibile. È fondamentale individuare criteri, principi e indicatori al fine di predisporre efficaci strategie di pianificazione, monitoraggio e poter valutare gli interventi di gestione forestale che vengono attuati.

Deve essere rimarcato con forza il ruolo multifunzionale delle foreste che interessano diversi ambiti e funzioni fondamentali, tra i quali, il sequestro della CO 2 , la biodiversità di specie, le funzioni ecologiche e il paesaggio, la produzione di biomasse, la fauna selvatica, la fruizione in termini di possibilità ricreazionali e i luoghi di interesse culturale. Questo implica il riconoscimento del valore economico delle risorse forestali che deve considerate gli aspetti ambientali, sociali, economici e politici, non limitandosi unicamente all’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici.

I mercati così come i governi non hanno tenuto in debita considerazione il valore dei servizi forniti dalla natura, cioè i servizi ecosistemici e di contro si assiste sempre più ad un eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e a un loro continuo impoverimento 4 . Far fronte ai danni provocati da tale processo ha un costo economico elevatissimo per i territori, come a titolo esemplificativo gli effetti del cambiamento climatico sui settori economici quali il turismo, l’agricoltura, etc.

Il Millennium Ecosystem Assessment (MA) 5 , un’iniziativa di ricerca internazionale che ha l’obiettivo di individuare lo stato degli ecosistemi globali, misurare le conseguenze dei loro cambiamenti negli ecosistemi sul benessere umano nonché fornire un supporto scientifico per la formulazione delle azioni necessarie, fornisce una classificazione dei servizi ecosistemici, definiti come i benefici che le persone ottengono dagli ecosistemi.

I servizi ecosistemici sono suddivisi in supporto alla vita (ciclo dei nutrienti, formazione del suolo, produzione primaria, etc.) approvvigionamento (cibo, acqua, materiali e combustibile) regolazione (regolazione del clima e delle maree, depurazione dell’acqua, regolazione epidemiologica), valori culturali (estetici, spirituali, educativi, ricreativi, etc.).

Oggi si beneficia di tali beni senza che venga sostenuta alcuna spesa da parte di

chi ne dispone e senza che venga riconosciuto alcun indennizzo a chi ne garantisce

la fruizione e pertanto la gestione e il mantenimento. Da quanto suesposto emerge

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con chiarezza la necessità di dare valore economico concreto a questi servizi, per poterli meglio apprezzare e riconoscere il loro reale contributo e i costi che do- vremmo sopportare in loro assenza. Questo si traduce nella trasformazione dei servizi ecosistemici ed ambientali in prodotti di mercato ovvero nel dare un prezzo alla natura.

Uno dei vantaggi nel dare un valore a questi servizi è sicuramente quello di rallentare l’abbandono delle zone interne da parte dell’uomo mantenendo per- tanto dei presidi importantissimi per l’attività prevenzione contro il rischio idro- geologico e il rischio incendi.

In questi ultimi anni si sta assistendo ad una maggiore attenzione su questa tematica da parte dei differenti livelli di governo. Un esempio su tutti è dato dalla Strategia europea sulla biodiversità 6 che con l’obiettivo 2 si prefigge di ripristi- nare e mantenere gli ecosistemi e i relativi servizi e nello specifico entro il 2020 di preservare e valorizzare gli ecosistemi e i relativi servizi mediante l’infrastrut- tura verde e il ripristino di almeno il 15% degli ecosistemi degradati.

A livello nazionale, la L. 221/2015 7 impegna il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per l’introduzione di un sistema di pagamento dei servizi ecosistemici e ambientali (PSEA), definito come sistema di remunerazione di una quota di valore aggiunto derivante dalla trasformazione dei servizi ecosiste- mici e ambientali in prodotti di mercato.

La legge prevede, tra l’altro, che siano remunerati i servizi di fissazione del car- bonio delle foreste e dell’arboricoltura da legno di proprietà demaniale; di regimazione delle acque nei bacini montani; di salvaguardia della biodiversità delle prestazioni ecosistemiche e delle qualità paesaggistiche; di utilizzazione di proprietà demaniali e collettive per produzioni energetiche. La stessa legge ha previsto l’Istituzione di un Comitato per il capitale naturale 8 , inteso come l’insieme degli Stock mondiali di beni naturali, a cui prende parte anche la scrivente in qualità di rappresentate Conferenza delle re- gioni e delle province autonome 9 . Il Comitato trai suoi compiti ha anche la re- sponsabilità di effettuare valutazioni degli effetti delle politiche pubbliche sul ca- pitale naturale e sui servizi ecosistemici e di promuovere l’adozione di sistemi di contabilità ambientale e la predisposizione di appositi bilanci ambientali da parte degli enti locali.

3. G ENESI DELLA L EGGE F ORESTALE DELLA R EGIONE S ARDEGNA

La complessità della tematica forestale è evidenziata anche dai numerosi attori

che intervengono nella sua gestione. A tal riguardo, in Sardegna le competenze

su questa tematica ricadono su diversi dipartimenti e enti, tra i quali: l’Ex Ente

Foreste della Sardegna, la cui missione riguarda lo sviluppo e la valorizzazione

del patrimonio forestale e faunistico del territorio regionale; la Direzione Gene-

rale della Difesa dell’Ambiente che realizza attività di pianificazione e program-

mazione; la Protezione civile, che opera normalmente promuovendo le attività

di previsione, prevenzione e studio degli scenari di rischio, il Corpo Forestale

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Regionale, che esercita funzioni operative di prevenzione e lotta agli incendi bo- schivi, provvede alla tutela tecnica ed economica dei boschi e svolge compiti di prevenzione e repressione dei comportamenti illegali; la Direzione generale dell’agricoltura che attua le misure del Programma di Sviluppo Rurale; gli Enti locali, in quanto il bosco e le foreste sono beni ambientali ma anche beni pae- saggistici e pertanto sono sottoposti a tutela paesaggistica.

Sui principi di sostenibilità ambientale, multifunzionalità, valorizzazione dei servizi ecosistemici e capitale naturale si basa la riforma del settore forestale che è stata portata avanti in questi ultimi anni in Regione Sardegna.

La Sardegna era infatti rimasta l’unica regione italiana priva di normativa organica del settore forestale e l’unico strumento regionale per il settore Fore- stale era rappresentato dal Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR) 10 , adottato nel 2008.

Riconoscendo la strategicità del settore forestale nonché la sua valenza am- bientale, sociale, economica e culturale, che assumeva sempre più importanza nei vari contesti locali ma anche internazionali, diveniva non più rimandabile dotare la Regione Sardegna di strumenti normativi e di indirizzo in materia.

Il contesto richiedeva pertanto un concreto cambiamento culturale ma anche politico e sociale al fine di riconoscere la multifunzionalità del patrimonio fore- stale e la necessità della sua tutela come strettamente connessa allo sviluppo eco- nomico ed occupazionale. Questo processo deve promuovere da un lato il raf- forzamento dei compiti delle autonomie locali, alle quali spetta l’attuazione di piani di assestamento forestale per la gestione dei boschi pubblici, e dall’altro il ruolo attivo svolto dai soggetti privati nella gestione delle risorse forestali, che in Sardegna è caratterizzata da un modello esclusivamente pubblico. Infatti, solo attraverso il miglioramento dei processi di filiera e la semplificazione degli iter amministrativi connessi alla gestione delle risorse forestali è possibile attuare una concreta valorizzazione economica dei beni e dei servizi del bosco.

A tal fine, nell’aprile 2015 la Giunta Regionale ha approvato il disegno di legge n. 218 concernente “Legge Forestale della Sardegna”, divenuta legge l’anno suc- cessivo (Legge n. 8 del 27/04/2016 11 ), che prevede un riordino complessivo della materia forestale e l’istituzione dell’Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e l’Ambiente della Sardegna (FoReSTAS), in sostituzione dell’ente strumentale regionale, Ente Foreste.

La proposta di legge, elaborata con il supporto di gruppo di lavoro interas- sessoriale, si fonda sull’esame degli indirizzi nazionali e europei sulle tematiche forestali e ambientali, e sul raffronto con gli altri strumenti normativi regionali in materia forestale.

4. L A L EGGE F ORESTALE DELLA S ARDEGNA 12

Di seguito sono descritte le principali finalità che la legge regionale si prefigge

e che permeano l’azione pianificatoria e programmatoria regionale.

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In primo luogo la tutela, in termini di difesa della biodiversità, protezione dai rischi ambientali e cura territorio, nonché salvaguardia degli ecosistemi costieri e terresti. Questo obiettivo non deve essere in contrasto con il concetto di valorizzazione, ovvero di sviluppo e di fruizione delle risorse forestali pubbliche/

private, promozione dell’associazionismo e delle filiere produttive. Viene inoltre ricercato il principio di razionalizzazione, che si traduce in semplificazione e riordino istituzionale del settore. Ciò viene realizzato anche grazie all’istituzione Agenzia FoReSTAS (in sostituzione dell’Ente Foreste) attraverso una riorganizzazione e attualizzazione dei suoi compiti. Infine la conoscenza, che significa ricerca e sperimentazione, nonché promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico; tutto ciò supportato anche da indispensabili strumenti di informazione e monitoraggio (Figura 2).

Figura 2 - I principi fondamentali della 27 aprile 2016, n. 8 - Legge Forestale della Sardegna.

La Legge fornisce gli indirizzi per la pianificazione e la programmazione fo- restale, considerati strumenti fondamentali per garantire la gestione sostenibile delle risorse silvo-pastorali, e identifica gli strumenti per la conoscenza e il mo- nitoraggio delle risorse forestali articolando la pianificazione forestale su tre li- velli : il Piano forestale ambientale regionale (PFAR), il Piano forestale territoriale di distretto (PFTD), che contiene le analisi di dettaglio del territorio locale e in- dividua, di concerto con le comunità locali, le destinazioni funzionali degli ambiti forestali ed infine il Piano forestale particolareggiato (PFP), che costituisce lo strumento operativo per la gestione e programmazione degli interventi selvicol- turali delle proprietà forestali, delle opere e infrastrutture (Figura 3).

Al fine di migliorare la definizione e la condivisione delle politiche forestali

con i vari stakeholder sono stati individuati nuovi strumenti di programmazione e

organi, quali il Documento esecutivo di programmazione forestale (DEPF) e la

Consulta regionale per le politiche forestali.

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Lo strumento normativo si basa sul concetto di multifunzionalità, valorizzando l’aspetto socioeconomico, con il sostegno alla nascita di forme associative della gestione forestale e la promozione dei lavori forestali e delle filiere produttive.

Un titolo della legge è dedicato alla promozione dell’economia e della ricerca forestale, all’interno del quale sono identificate le azioni per il sostegno all’eco- nomia forestale, gli indirizzi per la valorizzazione e la crescita delle filiere agro- silvo-pastorali legate alla gestione dei boschi e dell’associazionismo. Nello speci- fico, viene promossa la creazione di forme associative di gestione forestale legate alle attività vivaistiche, alla gestione faunistica e a favorire la costituzione di con- sorzi forestali tra pubblico e privato. Vengono valorizzate le filiere di produzioni legnose, foresta-sughero, foresta-prodotti non legnosi, favorito il sostegno alle attività selvicolturali e incentivata la certificazione forestale come strumento di promozione, qualificazione e valorizzazione.

Figura 3 - I livelli della pianificazione forestale.

Sono contenute anche disposizioni specifiche per la promozione della ricerca e della sperimentazione forestale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico anche attraverso la collaborazione con enti pubblici di ricerca, università, istituti di ricerca nazionali ed internazionali. Questo anche attraverso l’istituzione della Scuola Forestale che nasce come scuola del Corpo Forestale regionale ma che si aprirà al territorio mettendosi pertanto a servizio di tutte le iniziative in ambito forestale e che prevede il coinvolgimento vari soggetti tra i quali università, enti di ricerca, Agenzia Forestas, protezione civile, etc.

Un obiettivo primario del testo normativo ha riguardato lo snellimento e la

semplificazione degli iter amministrativi connessi alla gestione delle risorse

forestali. In particolare, al fine di rendere più efficiente il confronto fra il

cittadino e la pubblica amministrazione, le procedure di autorizzazione e i

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controlli riguardanti i boschi sono state semplificate e ricondotte ad un’unica autorità amministrativa, il Corpo forestale.

È presente anche un titolo del testo normativo dedicato alla prevenzione e alla lotta contro gli incendi boschivi in quanto la gestione delle foreste rappre- senta un compito primario di fronte agli incendi boschivi. In particolare vengono individuati i contenuti del Piano Regionale Antincendi (PRAI), la composizione del sistema regionale antincendi e gli indirizzi per migliorare il coordinamento delle attività di prevenzione e di lotta contro gli incendi. A tal riguardo a breve la Giunta Regionale approverà un Disegno di Legge di riforma del Corpo fore- stale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna che permetterà di ridise- gnare il ruolo del Corpo favorendo non solo le attività repressive, ma soprattutto quelle di prevenzione, sensibilizzazione e supporto agli operatori del settore, ri- spondendo ad un’esigenza di rinnovamento e di adeguamento alle mutate e ac- cresciute esigenze di tutela ambientale.

La legge prevede infine la trasformazione dell’Ente Foreste della Sardegna in Agenzia FoReSTAS 13 finalizzata alla modernizzazione e attualizzazione dei com- piti istituzionali, attribuendo all’Agenzia nuove funzioni che vanno oltre la sem- plice gestione delle risorse forestali per inquadrarsi nelle più articolate politiche ambientali di tutela del territorio. Tra i compiti dell’Agenzia figurano infatti azioni volte alla tutela della biodiversità, al contrasto ai cambiamenti climatici, alla difesa dei sistemi forestali e silvo-pastorali dai rischi ambientali, alla valoriz- zazione produttiva, turistico ricreativa e culturale del patrimonio naturale, alla promozione della ricerca scientifica, sperimentazione, innovazione tecnologica e della cultura nel settore forestale e al sostegno delle attività di informazione, sen- sibilizzazione ed educazione ambientale.

Non si può pensare che uno strumento normativo risolva tutti problemi, tut- tavia rappresenta sicuramente un buon punto di partenza. Consci di ciò è stata realizzata una “legge quadro” che per tutte le disposizioni per le quali è necessa- rio un livello dettaglio tale da non poter essere proficuamente contenute nel testo normativo rimanda ad appositi atti da adottarsi con deliberazione della Giunta regionale o altri strumenti attuativi.

Affinché si arrivi in tempi celeri a trasformare in azioni concrete ed operative le previsioni contenute nella norma è stato istituito un gruppo di lavoro interdi- partimentale, costituito da diversi tavoli tematici, che stanno portando avanti il lavoro di analisi e attuazione delle disposizioni normative.

5. I CAMBIAMENTI CLIMATICI E IL RUOLO DELLE FORESTE

Affrontando la tematica forestale non si può trascurare un aspetto fondamen- tale al centro dell’agenda politica internazionale, ovvero i cambiamenti climatici.

Le foreste sono infatti caratterizzate da un’elevata vulnerabilità alle mutazioni

del clima ed è pertanto necessario rinforzare la loro capacità di adattamento e

resilienza 14 . D’altro lato è indubbio il ruolo del patrimonio forestale nel contrasto

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ai cambiamenti climatici a seguito della sua capacità di riduzione delle concen- trazioni di CO 2 in atmosfera. In questo ambito la Regione Sardegna sta rico- prendo un ruolo primario a livello nazionale ed europeo.

In riferimento all’adattamento ai cambiamenti climatici, la strategia Europea in materia 15 incoraggia gli stati ad adottare strategie nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici che identifichino priorità e indirizzino gli investimenti in materia. In Italia, la Strategia Nazionale di Adattamento (SNAC) 16 ha l’obiettivo di identificare le azioni volte a minimizzare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sui settori economici rilevanti sulla base delle vulnera- bilità dei sistemi naturali e antropici.

In relazione alla rilevanza strategica dell’argomento, è stato istituito, su richie- sta della Regione Sardegna, un Tavolo interregionale di coordinamento sulla SNAC, in cui la Sardegna riveste il ruolo di regione capofila, che è stato ricono- sciuto dal Ministero dell’Ambiente come diretto interlocutore sulla strategia e sul Piano nazionale in corso di predisposizione, nonché per la definizione dei piani di adattamento regionali. Le politiche regionali giocano infatti un ruolo determi- nante sulla questione climatica, e il Tavolo ha il compito di individuare le moda- lità con cui le regioni possono coordinarsi al fine di garantire che le loro pianifi- cazioni e programmazioni siano coerenti con il futuro piano nazionale sulla stra- tegia di adattamento, e che lo sviluppo di quest’ultimo tenga conto delle specifi- che esigenze regionali, anche attraverso progetti congiunti.

La Sardegna può portate questi argomenti a livello internazionale attraverso il Presidente della Regione che riveste il ruolo di Presidente della Commissione Ambiente Cambiamenti Climatici ed Energia (ENVE) del Comitato delle Re- gioni in Europa (CdR) 17 , ovvero l’assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell’Unione Europea. Per ribadire il ruolo delle città e delle regioni nella lotta ai cambiamenti climatici, il CdR, ha di recente approvato un Parere sull’argomento dal titolo “Attuare l’accordo di Parigi sul clima - Un approccio territoriale alla COP22 di Marrakech” 18 . Il Parere, di cui il Presidente Sardegna è stato indivi- duato come relatore, ribadisce la posizione adottata dal CdR in merito alla ne- cessità di ridurre del 50% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 supe- rando gli obiettivi della stessa Unione Europea, rimarca la necessità di instaurare un dialogo permanente e diretto tra i diversi livelli a partire da quello locale e regionale e riconosce il ruolo fondamentale del settore della ricerca nel fornire un sostegno scientifico ai decisori politici ai fini della formulazione delle politi- che territoriali collegate ai cambiamenti climatici.

La Regione Sardegna sta promuovendo questi principi tra le tutte le regioni italiane a seguito del ruolo di coordinamento della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza delle Regioni che abbiamo assunto lo scorso anno an- che con l’obiettivo di riconoscere il ruolo delle foreste nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici.

A tal proposito, possono essere portate avanti azioni di sensibilizzazione at-

traverso campagne di disseminazione e comunicazione sulla materia, tramite la

promozione di progetti pilota, ma possono anche essere incoraggiati meccanismi

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di sensibilizzazione sull’impronta di carbonio o meccanismi di compensazione rispetto ad altri servizi ecosistemici. La gestione forestale attiva ha una valenza rilevante anche attraverso un’azione di valorizzazione delle biomasse e della fi- liera legno con anche l’intento di attivare economie locali e filiera corta. È sicu- ramente fondamentale continuare ad investire e stimolare la ricerca sulle temati- che legate ai cambiamenti climatici e alle foreste e la creazione di banche dati sui risultati di ricerca su questi temi, nonché valorizzare le reti di monitoraggio esi- stenti (quali quelle sulle fitopatologie e le risorse genetiche). Infine, in riferimento all’adattamento, possono essere portati avanti progetti di identificazione delle varianti genetiche legate a processi adattativi, di gestione selvicolturale per la conservazione di popolazioni marginali nonché implementare azioni di controllo fitopatologico.

6. C ONCLUSIONI

In linea con la strategia europea le politiche forestali non possono che rifarsi ad una gestione sostenibile alla multifunzionalità delle foreste. Questo si tra- duce nel promuovere la produzione e il consumo sostenibile di differenti pro- dotti e l’offerta equilibrata di molteplici servizi e nel contempo garantire la protezione del patrimonio forestale. Il tutto in un’ottica di efficienza nell’im- piego delle risorse ma anche di valorizzazione, sviluppo, e crescita dell’occupa- zione del settore.

Questi principi sono stati posti alla base la Legge Forestale della Sardegna con l’obiettivo di portare avanti una gestione sostenibile delle foreste che permetta di svolgere fondamentali funzioni di economiche, sociali e ambientali, garantendo la biodiversità, la capacità di rigenerazione, e il mantenimento degli ecosistemi.

SUMMARY A new Forest Law for Sardinia

In Sardinia the forest area exceeds 1,2 Million hectares, more than half the total area of the region. The forest sector has a strategic importance and a relevant environmental, social, eco- nomic and cultural value. For this reason new guidelines and regulations are urgently needed.

The paper examines the inspiring principles and the development of the new Forest Law for the Sardinian Region, which is based on sustainable management and forest multifunctionality in order to ensure productive development, forest biodiversity conservation, regeneration poten- tial, ecosystem health and territory protection against significant risks.

NOTE BIBLIOGRAFICHE

1 Fonte dati (M. D’Alessio, 2011) “Lavoro forestale nella normativa regionale in Italia” - Fonda- zione Metes.

2 Programma Regionale di Sviluppo della Sardegna 2014-2019.

http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_73_20141024103003.pdf

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3 European Commission communication COM(2013) 659 final - A new EU Forest Strategy: for forests and the forest-based sector.

http://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:21b27c38-21fb-11e3-8d1c- 01aa75ed71a1.0022.01/DOC_1&format=PDF

4 Ecoscienza Marzo 2015 - “Il valore del capitale naturale” E. Valbonesi.

5 Sito web Millennium Ecosystem Assessment . http://www.millenniumassessment.org

6 Strategia europea sulla biodiversità.

http://www.ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/strategy/

7 Legge n. 221 del 28 dicembre del 2015 - Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.

8 Decreto istituzione Comitato per il capitale naturale.

http://www.programmagoverno.gov.it/media/2895/l-221_2015-art-67-co-1.pdf

9 Sito web Conferenza delle regioni e delle province autonome. http://www.regioni.it

10 Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR) approvato con la deliberazione della Giunta regionale 27 dicembre 2007, n. 53/9 ed adottato in via definitiva dal Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino con deliberazione 14 febbraio 2008, n. 1.

http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=71168&v=2&c=9&t=1

11 Legge Regionale 27 aprile 2016, n. 8 – “Legge forestale della Sardegna”.

http://www.regione.sardegna.it/j/v/1270?s=307683&v=2&c=13906&t=1&anno=

12 Relazione e Disegno di legge concernente “Legge Forestale della Disegno di legge concernente

“Legge Forestale della Sardegna” - Allegati Deliberazione della Giunta Regionale della Re- gione Sardegna del 28 aprile 2015, n. 19/25.

13 Sito web Agenzia Forestas. http:// www.sardegnaambiente.it/foreste/enteforeste/

14 European Commission Green Paper on Forest Protection and Information in the EU: Preparing forests for climate change. http://ec.europa.eu/environment/forests/pdf/green_paper.pdf

15 European Commission communication COM(2013) 216 final - An EU Strategy on adaptation to climate change.

http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:52013DC0216&from=IT

16 Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/clima/snacc_2014_elementi.pdf

17 Sito web Comitato europeo delle regioni. - http://cor.europa.eu/it/Pages/home.aspx

18 CoR Opinion “Delivering the global climate agreement – a territorial approach to COP22 in

Marrakesh”

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