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Testamento olografo, vantaggi e limiti

Autore: Massimiliano Palumbo | 12/12/2016

Ecco come si fa e quanto costa il testamento scritto direttamente dal testatore.

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Che cos’è un testamento olografo?

È il testamento scritto di proprio pugno da chi vuole disporre dei propri beni dopo la morte. Si chiama olografo perché proviene dal greco holographos, parola composta da holos che vuol dire «tutto» e da graphos, che vuol dire «grafo». È così importante la grafia, cioè il fatto che il testamento venga scritto a mano, che si considera nullo quello redatto al computer o stampato anche in minima parte.

Cosa succede se non deposito il testamento?

Da un punto di vista legale non succede nulla. La legge non prevede alcuna forma particolare di conservazione. Non è indispensabile nemmeno la sigla di un notaio.

Da un punto di vista pratico, invece, bisogna mettere in conto che il testamento può essere perso o rubato e, quindi, manipolato.

Il testamento lo fanno solo le persone ricche?

No. Non bisogna disporre di un importante patrimonio per fare testamento. Anzi, è sempre consigliabile redigerne uno per evitare spiacevoli e costosi conflitti tra gli eredi. Scrivere un testamento olografo non costa nulla e, se proprio si vuole usufruire di un notaio, i costi sono contenuti (dalle alle 300 euro per il deposito del documento), in alcuni casi sono gratuiti.

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Come si redige il testamento olografo?

I requisiti del testamento sono descritti dal Codice civile: va scritto e firmato di proprio pugno (anche con un soprannome o pseudonimo se questo permette di riconoscere con certezza assoluta l’estensore) e non può essere redatto al computer e poi stampato. La conseguenza sarebbe grave e l’abbiamo descritta prima: il testamento sarebbe nullo. Ricordiamo che quando un documento è nullo è come se non fosse mai esistito. Perché il Codice è così severo in relazione alla scrittura al computer? Perché bisogna eliminare ogni sospetto sulle reali volontà del testatore. Per essere valido, però, il testamento olografo deve possedere altre caratteristiche: il documento deve essere datato (giorno, mese e anno) e firmato. Entrambe le cose devono essere apposte su ogni pagina. È possibile usare una datazione diversa da quella appena descritta, solo se questa fuga ogni dubbio sul momento della stesura. Infatti, scrivere Capodanno 2017, ad esempio, equivale a scrivere giorno, mese e anno. La data serve anche a fugare altri dubbi. Ad esempio ci può dire se al momento della stesura il testatore poteva disporre dei beni e, in caso di più testamenti, ci dice qual è quello effettivo.

La legge non richiede altri requisiti, ma è sempre bene aggiungere anche il luogo della stesura, nome e cognome in stampatello, ed è importante numerare le pagine.

Quali sono i vantaggi?

Uno di questi è che il testamento olografo è segreto, quindi il suo contenuto lo conosce solo chi lo redige. Un altro vantaggio è che è privo di costi o comunque, se ci sono, sono molto contenuti.

Inoltre è facile da revocare o annullare in qualsiasi momento. La modifica può essere espressa, cioè quando si scrive espressamente che il testamento, o parti di esso, non sono più valide. Ma la modifica si può anche desumere quando, il testamento successivo, contiene disposizioni inconciliabili con la versione precedente. Il rovescio della medaglia consiste nel fatto che il testamento olografo non è facile da custodire. Può essere smarrito oppure rubato, a meno che non si

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sia disposti a pagare un notaio o l’affitto di una cassetta di sicurezza. Ma per ovviare a quest’ultima soluzione ricordiamo che è possibile redigere più copie e affidarle a diverse persone di fiducia, in modo che alla morte del testatore almeno una arrivi a un notaio.

Perché fare testamento?

A qualcuno potrebbe sembrare inutile disporre dei propri beni dopo la morte. E infatti si potrebbe obiettare che è proprio il nostro ordinamento giuridico a prevedere che i beni vengano suddivisi tra gli eredi seguendo un certo criterio. Ed allora, perché preoccuparsi di qualcosa che è già stata prevista dalla legge? Il motivo è semplice. Il testamento è importante quando in gioco ci sono più eredi. È facile, in assenza di volontà da parte di chi deve disporre dei suoi beni, che gli eredi si cimentino in lunghe e costose liti non solo legali. È bene ricordare inoltre che esiste il registro generale dei testamenti, un istituto che consente agli eredi di sapere se il deceduto ha fatto testamento. Gli interessati possono chiedere un certificato che segnali la presenza di un testamento solamente dopo la morte del testatore: la richiesta, a pagamento, va fatta presso gli archivi notarili, via posta oppure al registro stesso.

Cosa devono fare gli eredi?

Cosa devono fare gli eredi che trovano il testamento? Innanzitutto lo devono portare da un notaio. Spetta a loro il compito di renderlo pubblico prima di avere l’eredità. Quanto costa questa operazione? Dai 700 ai 1500 euro. Perché questa forbice? Perché a influenzare il costo è la presenza degli immobili (che richiedono la trascrizione alla conservatoria dei registri immobiliari) e la necessità di spostarsi anche in altre province per effettuare tale operazione. I tempi sono sempre brevi: da un minimo di due a un massimo di dieci giorni.

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La volontà del testatore non è assoluta

Lo abbiamo anticipato qualche riga più su, ora lo spieghiamo meglio: la legge tende a proteggere l’unità del patrimonio familiare e a evitarne la dispersione.

Tutto ciò avviene attraverso la legittima (per sapere cos’è clicca su Cos’è la legittima) limitando la possibilità di decidere come distribuire i propri beni. La legittima vale per tutti i soggetti? No, solo per gli eredi stretti: figli, coniuge e genitori (ma, per questi ultimi solo in assenza di figli). Al coniuge spetta anche il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e l’uso dei mobili.

Come si calcola la «legittima»?

Il calcolo si fa in base al patrimonio e cioè da quanto lasciato in punto di morte meno i debiti e le donazioni fatte dal testatore quando era in vita. Se il testatore non rispetta la legittima, gli eredi possono impugnare il testamento e chiedere l’azione di riduzione. Cioè possono chiedere di ridurre le quote distribuite dal testamento senza rispettare la riserva.

Consigli pratici

È opportuno calcolare bene la somma da suddividere tra gli eredi. Le 1.

liti che ne possono sorgere in genere sono costose e lunghe. Meglio evitare situazioni così delicate e dispendiose. Seguendo questa linea è consigliabile evitare la comunione ereditaria, cioè la successione indistinta di più eredi (per esempio, «nomino Tizio e Caio miei eredi in parti uguali»).

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È molto importante scrivere il testamento olografo nel modo più chiaro 2.

possibile. Meglio in stampatello per non creare problemi di interpretazione. Il documento non deve contenere cancellature o correzioni, a meno che accanto a ognuna di queste non venga apposta una firma.

Ricordiamo che è bene numerare le pagine del documento. Il motivo è 3.

facilmente intuibile: ridurre al minimo i dubbi sull’originalità dell’olografo.

Da evitare una descrizione superficiale dei beni. Quelli immobili 4.

richiedono anche l’indirizzo completo. I beneficiari, invece, devono essere individuati con nome, cognome, data di nascita e residenza.

È poco prudente scrivere una sola copia del testamento.

5.

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