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Rassegna del 22/03/2022

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Academic year: 2022

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Rassegna del 22/03/2022

a cura di comunicazione@assoutenti.it

22/03/2022 Il Secolo XIX (ed. Savona)

pag. 19... 1 22/03/2022 La Nazione (ed. Siena)

pag. 40... 2 20/03/2022 Vanity Fair.it

Gli effetti della guerra Russia-Ucraina sulla nostra inflazione... 3 21/03/2022 Avvenire.it

Istat Blangiardo: la guerra in Ucraina blocca la ripresa, ci costerà lo 0,7% del Pil... 4 21/03/2022 Finanza.com

Carburanti: taglio accise di 25 centesimi con intervento alla Robin Hood. Come si tradurrà su prezzi e portafogli... 5 21/03/2022 Today.it

Da TP-Link un aiuto contro il caro bolletta... 7 21/03/2022 Help Consumatori

Andamento dei prezzi, Istat: nulla fa sperare in un rapido miglioramento... 9 21/03/2022 Wall Street Italia.com

Carburanti: taglio accise di 25 centesimi con intervento alla Robin Hood. Come si tradurrà su prezzi e portafogli... 11 21/03/2022 CentroPagina

Guerra, le sanzioni pesano sulle imprese agricole. Gardoni (Coldiretti): «Giappone e Cina mostrano

interesse all'agroalimentare italiano»... 13 21/03/2022 Agenparl

Sanità, Nursing Up De Palma: «Appello al Governo. Occorre individuare, subito, nuove e congrue

risorse da inserire nel nascente contratto della sanità».... 15 21/03/2022 Normanno.com

Caro-bollette, i consigli di Altro Consumo per risparmiare su luce e gas in casa... 17 21/03/2022 EuropaToday

Da TP-Link un aiuto contro il caro bolletta... 18

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Salvo per uso personale e' vietato qualunque tipo di redistribuzione con qualsiasi mezzo.

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20 Marzo 2022 Vanity Fair.it

Gli effetti della guerra Russia-Ucraina sulla nostra inflazione

Gas, elettricità, materie prime e grano: così i nostri prezzi salgono alle stelle Di Redazione MyBusiness

Fluctuations of the euro in world markets. Euro rise or fall concept. The war in Ukraine with Russia. Ukraine flag backgroundphoto_Pawel

Ce ne stiamo accorgendo: l'inflazione è in salita e, sul lungo periodo, può diminuire sensibilmente il valore del denaro faticosamente risparmiato nel tempo.

Il concetto è semplice: se i prezzi crescono, la stessa quantità di moneta comprerà una quantità inferiore di beni e servizi. Ed eccoci, così è la situazione attuale.

Le cause dell'inflazione possono essere diverse: possono avere una natura endogena, legata cioè a fenomeni interni ai Paesi in cui accade, oppure esogena, causata da eventi che accadono in altri Paesi, ma che comunque si ripercuotono anche nelle altre parti del mondo.

E allora la domanda è: quanto questa guerra Russia-Ucraina incide sull'inflazione?

Sicuramente su quella russa tantissimo: in Russia i prezzi al consumo volano dopo la pioggia di sanzioni che ha fatto crollare il rublo e interrotto il commercio con l'estero. I costi delle auto sono balzati del 17%, quelli dei televisori del 15%, gli smartphone del 14,6%, il prezzo di alcune medicine e verdure è aumentato del 7%.

Da noi è evidente che su gas ed elettricità gli effetti della guerra si sono fatti sentire: l'Italia dipende molto dalla Russia per le forniture di gas. Non abbiamo diversificato le nostre fonti e non abbiamo puntato sulla produzione interna e questa è la conseguenza. In più c'è il rischio che il presidente Vladimir Putin possa decidere di tagliare i rifornimenti in risposta alle sanzioni, cosa che aggraverebbe ulteriormente la situazione visto che l'Unione Europea importa dalla Russia ogni anno circa 155 miliardi di metri cubi di gas. Nel 2021 da Mosca è arrivato circa il 45% delle forniture comunitarie, da cui è derivato poco meno del 40% dei consumi totali.

Ma non è solo il gas il nodo: gli effetti della guerra si fanno sentire anche sulla spesa al supermercato visto che Russia e Ucraina, considerate il granaio d'Europa, sono responsabili di circa un quarto della produzione mondiale di frumento e di metà di quella che riguarda i prodotti ricavati dal girasole, come l'olio.

Se il costo dell'energia e del cibo dovesse essere spinto ulteriormente dalla crisi dell'Est, gli analisti avvertono che il tasso dell'inflazione potrebbe salire al 10% in tutto l'Occidente.

E inizierebbe la spirale: le banche potrebbero infatti decidere di alzare i tassi di interesse per fermare la crescita dei prezzi, ma a quel punto chi dovesse aver stipulato accordi con gli istituti finanziari per prestiti e mutui potrebbe avere non poche difficoltà a ripagarli.

Insomma, sì, certo, questa guerra incide eccome sui prezzi e la conferma (se ce ne fosse bisogno) arriva anche da Assoutenti: «I prezzi crescono, una stangata da + 1.751 euro annui per la famiglia 'tipo'», spiega il presidente Furio Truzzi, «Numeri destinati tuttavia a peggiorare a causa del conflitto scoppiato in Ucraina, e che ha portato ad una impennata delle quotazioni delle materie prime, dal grano al petrolio, passando per gas e oro. Il rischio concreto è che nel breve periodo i listini di alcuni prodotti di largo consumo, anche a causa di speculazioni sempre in agguato, possano subire in Italia fortissimi rialzi, a partire dalla pasta che potrebbe rincarare del +30%, mentre pane, dolciumi e prodotti derivati dal grano rischiano di salire di un ulteriore +10/+15%.

Per tale motivo chiediamo al Governo di varare lo stato di emergenza prezzi e adottare misure speciali in grado di contenere la crescita dei listini al dettaglio, considerato che la fiammata dell'inflazione produrrà una forte contrazione dei consumi da parte delle famiglie e un danno per l'economia nazionale. È necessario ricorrere ai prezzi amministrati per un paniere di beni indispensabili di cui le famiglie non possono fare a meno, a partire dai prodotti alimentari».

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a cura di comunicazione@assoutenti.it

21 Marzo 2022 Avvenire.it

Istat Blangiardo: la guerra in Ucraina blocca la ripresa, ci costerà lo 0,7% del Pil

Istat. Blangiardo: la guerra in Ucraina blocca la ripresa, ci costerà lo 0,7% del Pil Paolo Pittaluga lunedì 21 marzo 2022

Il presidente dell'istituto di statistica: sull'inflazione viviamo alla giornata, preoccupa il calo demografico Gian Carlo Blangiardo, presidente dell'Istat - Fotogramma

"C'è stato un blocco rispetto alla speranza di ripresa". Parole pesanti come macigni, che diventano ancor più oppressive nel loro seguito: la previsione era di arrivare in aprile al Pil prepandemia, "ma non sarà così". E questo a causa del conflitto

russo-ucraino. Le parole sono quelle del presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo: il manager ribadisce la stima dell'Istituto di statistica su un possibile impatto negativo del conflitto di 0,7 punti di Pil. Ma, puntualizza, il rischio è che i valori possano diventare "decisamente più grandi". E sulla questione inflazione osserva: "Come statistiche ufficiali non siamo in grado di poter dare un'indicazione rispetto a qualcosa che non è sotto controllo" perché "viviamo praticamente alla giornata", in un contesto dove il livello dei prezzi è "preoccupante", soprattutto per le famiglie meno abbienti e dove, peraltro, "non c'è nulla che faccia sperare che le cose possano migliorare".

Un altro aspetto viene preso in considerazione dal presidente Istat, quello sugli impatti che la guerra potrebbe avere sulla natalità. "La popolazione italiana è scesa sotto il livello dei 59 milioni, è tornata indietro al livello del 2006, con una tendenza che va avanti dal 2014". Una popolazione che continua a diminuire "ed era successo solo nel 1917-1918. La paura è che questo nuovo effetto paura per la guerra possa indurre a rimanere in attesa, a rinviare progetti di maternità e paternità che poi diventa una rinuncia" osserva Blangiardo che, peraltro è anche un demografo. Allo stesso tempo, aggiunge, l'ondata di profughi ucraini sicuramente avrà un impatto sulla demografia dello Stivale, "aumenterà le presenze" e "la componente straniera" presente in Italia di "5,2 milioni circa potrebbe accrescere in modo importante".

Le dichiarazioni di Blangiardo creano apprensione tra i consumatori: "L'Istat conferma gli allarmi lanciati a più riprese da Assoutenti nelle ultime settimane circa l'emergenza prezzi e le ripercussioni sulle tasche delle famiglie - afferma il presidente Furio Truzzi -. Con la situazione attuale, si va verso una inflazione superiore al 6% a marzo, riportando l'Italia ai livelli del 1989, quando i prezzi registrarono una impennata del +6,3%. Le ripercussioni dirette sulle tasche dei consumatori sarebbero pari a circa +2.500 euro a famiglia, con effetti negativi sui consumi e sul Pil". Per questa ragione, osserva in conclusione Truzzi,

"riteniamo che l'unica strada percorribile sia un ritorno ai prezzi amministrati per i generi di prima necessità come gli alimentari e per i beni strategici come carburanti, elettricità e gas, e chiediamo al Governo di attivarsi con urgenza in tale direzione".

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21 Marzo 2022 Finanza.com

Carburanti: taglio accise di 25 centesimi con intervento alla Robin Hood. Come si tradurrà su prezzi e portafogli

21 marzo 2022 - 11:06 MILANO (Finanza.com)

Il governo ha deciso di tagliare di 25 centesimi il prezzo di benzina e gasolio fino alla fine di aprile. Le coperture saranno recuperate con la tassazione degli extraprofitti realizzati in questi ultimi mesi dalle aziende produttrici di energia. L'iniziativa, annunciata venerdì scorso dal governo, raccoglie un coro di delusione tra le associazioni dei consumatori e delle imprese, che la ritengono insufficiente per risolvere il problema del caro-carburante. Cerchiamo di capire allora come si tradurrà questo taglio sui prezzi alla pompa e soprattutto quanto sarà il risparmio effettivo.

Per famiglia risparmio da 15 euro a pieno, ma...

La riduzione delle accise per 25 cent produrrà un calo dei prezzi alla pompa pari a 30,5 centesimi, considerata anche l’Iva che si applica sull’accisa. Secondo i calcoli del Codacons, questo significa che, sulla base degli ultimi prezzi ufficiali comunicati dal Mite, per effetto del provvedimento del Governo la benzina costerà in media 1,879 euro al litro, il gasolio 1,849 euro. Un risparmio rispetto ai prezzi attuali di benzina e gasolio pari a circa 15,2 euro a pieno.

Se però si analizza l’andamento dei listini dei carburanti nell’ultimo anno, si scopre che il bilancio è ancora fortemente in perdita: rispetto allo stesso periodo del 2021, infatti, la benzina costa oggi il 39,4% in più (2,184 euro al litro), il gasolio addirittura il 50% in più (2,154 euro/litro). Aumenti che producono un maggior esborso per le famiglie pari a +30,9 euro per un pieno di benzina, +35,9 euro per un pieno di diesel.

"Insufficiente poi tagliare la accise solo per un mese, considerato che dallo scorso ottobre i prezzi alla pompa della benzina hanno superato quota 1,7 euro al litro salendo costantemente fino ad arrivare ai record odierni", aggiunge il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi.

Benzina e gasolio resterebbero sopra prezzi pre-guerra

Il taglio si tradurrebbe in "un ribasso inadeguato e insufficiente", secondo l'Unione Nazionale Consumatori, che anche lei fa qualche calcolo: in pratica, conteggiando anche l'Iva al 22%, i prezzi si ridurrebbero di circa 30 cent, 30,5 cent, ossia, prendendo gli ultimi dati ufficiali del Mite, secondo i quali la benzina in modalità self service viene venduta in media a 2,185 euro al litro e il gasolio 2,155 euro al litro, i carburanti scenderebbero sia sotto la soglia di 2 euro che sotto la soglia di 1,9 euro, ma non tornerebbero nemmeno ai livelli precedenti il conflitto, ai valori pre-guerra. La benzina, infatti, con la riduzione delle accise arriverebbe a 1,88 euro (era 1,869 nella rilevazione settimanale del 28/02/2022) e il gasolio si attesterebbe addirittura a 1,85 euro (era 1,740 euro il 28/2). Per il servito, ovviamente, sarebbe ancora peggio.

Anche Assoutenti sostiene che le misure annunciate dal Governo con il nuovo decreto non centrano l'obiettivo e non risolveranno l’emergenza prezzi. Non solo per il taglio risicato delle accise sui carburanti, ma anche per un innalzamento dell'Isee del tutto inadeguato e una rateizzazione a 24 mesi delle bollette che dimentica i mesi energivori invernali e inizia a maggio, quando i consumi sono bassissimi.

Interventi alla Robin Hood, allarme Unimpresa su consumi e crescita

Report del Centro studi dell’associazione. Vendite al dettaglio in discesa a causa della guerra. Il pil italiano sotto il 3% nel 2022, crescita ridotta anche nel 2023.

Secondo Unimpresa, il decreto si fonda su un impianto alla "Robin Hood", cioè con un prelievo fiscale aggiuntivo sugli extra profitti delle aziende che vendono prodotti energetici, ma questo tipo di interventi spesso si rivela poco efficace, forse fallimentare.

"Le imprese italiane devono far fronte a un rincaro dei costi energetici rilevante che ha già portato, in molteplici situazioni, a un blocco della produzione. In assenza di misure più robuste, le fabbriche resteranno chiuse e ci saranno contraccolpi negativi per il prodotto interno lordo e anche sul versante dell’occupazione - osserva il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara,

commentando il decreto legge energia approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri. - Anche per quanto riguarda le famiglie, il decreto legge si traduce in una mancetta che non dà il necessario respiro e compensa solo in parte il rincaro dei carburanti".

Secondo l'ufficio studi di Unimpresa, la maggiore incertezza generata dalla guerra in Ucraina, il rincaro dei prezzi e il parziale spostamento delle scelte dei consumi dai beni ai servizi potrebbero rallentare bruscamente le vendite al dettaglio da parte delle famiglie nei prossimi mesi. Un andamento che si tradurrà in un inevitabile calo della crescita economica prevista per quest’anno e anche per il 2023.

Già a gennaio, quando il conflitto tra la Russia e l’Ucraina non era ancora iniziato le vendite al dettaglio erano già calate dello

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a cura di comunicazione@assoutenti.it

21 Marzo 2022 Finanza.com

Carburanti: taglio accise di 25 centesimi con intervento alla Robin Hood. Come si tradurrà su prezzi e portafogli

0,5% su base mensile, spinte al ribasso sia dalla diminuzione degli acquisti di beni alimentari (-0,1%) sia di quelli non alimentari (-0,8%). Il conflitto tra la Russia e l’Ucraina non sembra risolvibile nell’arco di un breve periodo, ragion per cui le ripercussioni sull’economia dell’area euro e dell’Italia in particolare saranno rilevanti, secondo Unimpresa.

In particolare, la crescita del Pil dell'Italia sarà assai meno positiva rispetto alle stime di inizio anno, probabilmente ben al di sotto della soglia del 3%. "è verosimile che la guerra eroderà oltre un punto e mezzo percentuale di crescita", calcolano dall'associazione.

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21 Marzo 2022

Today.it

Da TP-Link un aiuto contro il caro bolletta

I dispositivi TP-Link Tapo consentono di rendere smart la nostra casa con un occhio di riguardo ai consumi energetici Giulio Minotti Editor Best Today 21 marzo 2022 18:35

In questi giorni non si parla d’altro. I costi dell’energia hanno raggiunto cifre da capogiro, gravando notevolmente sul bilancio degli Italiani. Se la situazione non dovesse cambiare, Assoutenti ha stimato che ci sarà un aumento di spesa complessivo pari a 38,5 miliardi di euro, ovvero circa 1.480 euro l’anno a famiglia.

Oggi più che mai è fondamentale, quindi, mettere in atto vari accorgimenti che permettano di contenere i consumi e risparmiare.

Da dove partire? La domotica è sicuramente un valido aiuto e non è necessario spendere grandi somme per rendere intelligente la propria casa. Sul mercato ci sono tanti dispositivi con un ottimo rapporto qualità/prezzo per assicurarsi una ‘minima spesa e massima resa’. Tra questi c’è l’ecosistema Tapo di TP-Link, che tra i prodotti comprende anche lampadine e prese smart gestibili con un’unica app.

Tapo L530E

Tapo L530E è una lampadina LED dimmerabile che permette di raggiungere luminosità fino a 806 lumen con soli 8.7W, equivalente a una lampadina da 60 W. I consumi sono estremamente ridotti anche in modalità standby. Inoltre, tramite app è possibile impostare giorni e orari di accensione e spegnimento (per esempio in corrispondenza di Alba e Tramonto) e gestirli anche da remoto, per avere un maggiore controllo. Tuttavia, il plus del risparmio energetico non esclude altre interessanti funzionalità che consentono di personalizzare le stanze di casa in pochi semplici mosse. Infatti, con L530E si possono creare scenari e routine quotidiane con differenti luminosità, temperature e colori, scegliendo in una gamma di 16.000.000 tonalità, per avere atmosfere sempre diverse.

Tapo P110

Tapo P110 è una mini presa smart, dalle dimensioni estremamente compatte, pensata per essere collegata a tutte le prese di casa senza ingombrare. Guardando in ottica green, uno dei tratti caratteristici del prodotto è la possibilità tramite app di tenere sotto controllo in real-time i consumi elettrici, per gestire al meglio gli elettrodomestici e capire dove c’è più dispendio di energia. A questo si aggiungono le funzioni di Programmazione e Timer, che consentono di stabilire l’accensione e lo spegnimento dei dispositivi connessi alla presa tramite fasce orarie giornaliere e countdown. In questo modo non ci saranno sprechi inutili di energia.

Non mancano infine i comandi vocali. Infatti, le Lampadine e Prese smart di Tapo sono compatibili con Amazon Alexa e Google Home.

Prezzi e disponibilità

I prodotti Tapo sono disponibili sullo store Amazon ufficiale di TP-link.

Scopri di più su Amazon:

- Lampadina L530E a 10,95 euro con uno sconto del 27%

- Presa P110 a 14,99 euro

Recensione TP-Link Tapo C200: una videocamera di sicurezza a 360 gradi low cost

© Riproduzione riservata

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a cura di comunicazione@assoutenti.it

21 Marzo 2022

Today.it

Da TP-Link un aiuto contro il caro bolletta

Salvo per uso personale e' vietato qualunque tipo di redistribuzione con qualsiasi mezzo.

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21 Marzo 2022

Help Consumatori

Andamento dei prezzi, Istat: nulla fa sperare in un rapido miglioramento

Andamento dei prezzi, il presidente Istat: "Siamo a livelli che ci riportano al '95, il livello raggiunto a tutt'oggi è preoccupate non c'è nulla che al momento faccia sperare che le cose possano rapidamente migliorare"

21 Marzo 2022 Redazione

L'andamento dei prezzi non cambierà in breve tempo. L'impennata dei costi dell'energia si è propagata sui prezzi alimentari e sul carrello della spesa e dall'Istat arrivano parole poco rassicuranti: si vive alla giornata ed è difficile fare previsioni. È quanto ha detto il presidente Istat Gian Carlo Blangiardo, ospite a Sky TG24, spiegando che gli effetti della guerra in Ucraina avranno un impatto sui prezzi dell'energia e dei beni alimentari che non sarà breve nè temporaneo. La perdita di Pil è stimata nello 0,7% ma i valori potrebbero essere superiori.

Ha detto a Sky Tg 24 il presidente Istat: «L'impennata dei costi energetici ha agito in maniera determinante e poi si è propagata inevitabilmente sugli altri settori compresi i beni alimentari e il carrello della spesa. Siamo a livelli che ci riportano al 95, il livello raggiunto a tutt'oggi è preoccupante e non c'è nulla che al momento faccia sperare che le cose possano rapidamente migliorare. Speriamo di arrivare alla pace in tempi ragionevolmente brevi e speriamo che in qualche modo poi si riesca a riassettare tutto quanto. Però francamente non mi sentirei di dire che siamo in grado di fare previsioni perché viviamo purtroppo alla giornata».

Assoutenti: si va verso inflazione superiore al 6% a marzo

Le affermazioni dell'Istat, ha commentato a stretto giro Assoutenti, «sono allarmanti e impongono un intervento urgente del Governo per contenere la crescita fuori controllo dei prezzi al dettaglio». Per l'associazione si rischia un valore dell'inflazione che può arrivare al 6% a marzo.

«L'Istat conferma oggi gli allarmi lanciati a più riprese da Assoutenti nelle ultime settimane circa l'emergenza prezzi e le ripercussioni sulle tasche delle famiglie - dice il presidente Furio Truzzi - Con la situazione attuale, si va verso una inflazione superiore al 6% a marzo, riportando l'Italia ai livelli del 1989, quando i prezzi registrarono una impennata del +6,3%. Le ripercussioni dirette sulle tasche dei consumatori sarebbero pari a circa +2.500 euro a famiglia, con effetti negativi sui consumi e sul Pil».7

«Per tale motivo - aggiunge Truzzi - riteniamo che l'unica strada percorribile sia un ritorno ai prezzi amministrati per i generi di prima necessità come gli alimentari e per i beni strategici come carburanti, elettricità e gas, e chiediamo al Governo di attivarsi con urgenza in tale direzione».

Carburanti, per i Consumatori il taglio delle accise di 25 centesimi/litro è insufficiente

Federconsumatori: preoccupazione sul fronte prezzi

Federconsumatori sottolinea la "preoccupazione sul fronte dei prezzi" destata dalle parole del presidente dell'Istat. L'allarme riguarda soprattutto le famiglie meno abbienti, per cui l'impatto di un'inflazione elevata sta riportando conseguenze

drammatiche.

Gli aggravi già stimati dall'Osservatorio Federconsumatori sono di 2355 euro l'anno a famiglia. Davanti ad aumenti così forti, l'associazione considera «ancora poco incisivo il taglio di 0,25 centesimi di euro al litro fino al 30 aprile, che determinerà in termini diretti un risparmio di circa 25 euro ad automobilista».

«Appare poco lungimirante e rientra ancora nell'ottica dell'adozione di misure spot la scelta di limitare ad appena un mese l'applicazione di tale sconto, quando invece gli automobilisti stanno facendo i conti con gli aumenti dei prezzi da almeno ottobre 2021, data in cui abbiamo inviato la prima segnalazione in merito all'Antitrust», dice Michele Carrus, presidente di

Federconsumatori.

Per Federconsumatori «è necessario mettere in atto maggiori sforzi per contrastare le speculazioni a cui stiamo assistendo: in tal senso è necessario convocare un tavolo sull'andamento dei prezzi con le Associazioni dei Consumatori, che da tempo

denunciano abusi e dinamiche speculative e rivendicano misure strutturali e di ampio respiro per contrastarli». Bene il

rafforzamento di competenze e poteri di Mister Prezzi, mentre sarebbe anche utile, aggiunge l'associazione, l'attivazione presso le prefetture di comitati di monitoraggio sui prezzi, per monitorarne l'andamento e contrastare fenomeni speculativi lavorando in sinergia con Mr Prezzi.

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a cura di comunicazione@assoutenti.it

21 Marzo 2022

Help Consumatori

Andamento dei prezzi, Istat: nulla fa sperare in un rapido miglioramento

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21 Marzo 2022 Wall Street Italia.com

Carburanti: taglio accise di 25 centesimi con intervento alla Robin Hood. Come si tradurrà su prezzi e portafogli

Carburanti: taglio accise di 25 centesimi con intervento alla Robin Hood. Come si tradurrà su prezzi e portafogli 21 Marzo 2022, di Redazione Wall Street Italia

Mercati

Il governo ha deciso di tagliare di 25 centesimi il prezzo di benzina e gasolio fino alla fine di aprile. Le coperture saranno recuperate con la tassazione degli extraprofitti realizzati in questi ultimi mesi dalle aziende produttrici di energia. L'iniziativa, annunciata venerdì scorso dal governo, raccoglie un coro di delusione tra le associazioni dei consumatori e delle imprese, che la ritengono insufficiente per risolvere il problema del caro-carburante. Cerchiamo di capire allora come si tradurrà questo taglio sui prezzi alla pompa e soprattutto quanto sarà il risparmio effettivo.

Per famiglia risparmio da 15 euro a pieno, ma...

La riduzione delle accise per 25 cent produrrà un calo dei prezzi alla pompa pari a 30,5 centesimi, considerata anche l'Iva che si applica sull'accisa. Secondo i calcoli del Codacons, questo significa che, sulla base degli ultimi prezzi ufficiali comunicati dal Mite, per effetto del provvedimento del Governo la benzina costerà in media 1,879 euro al litro, il gasolio 1,849 euro. Un risparmio rispetto ai prezzi attuali di benzina e gasolio pari a circa 15,2 euro a pieno.

Se però si analizza l'andamento dei listini dei carburanti nell'ultimo anno, si scopre che il bilancio è ancora fortemente in perdita: rispetto allo stesso periodo del 2021, infatti, la benzina costa oggi il 39,4% in più (2,184 euro al litro), il gasolio addirittura il 50% in più (2,154 euro/litro). Aumenti che producono un maggior esborso per le famiglie pari a +30,9 euro per un pieno di benzina, +35,9 euro per un pieno di diesel.

"Insufficiente poi tagliare la accise solo per un mese, considerato che dallo scorso ottobre i prezzi alla pompa della benzina hanno superato quota 1,7 euro al litro salendo costantemente fino ad arrivare ai record odierni", aggiunge il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi.

Benzina e gasolio resterebbero sopra prezzi pre-guerra

Il taglio si tradurrebbe in "un ribasso inadeguato e insufficiente", secondo l'Unione Nazionale Consumatori, che anche lei fa qualche calcolo: in pratica, conteggiando anche l'Iva al 22%, i prezzi si ridurrebbero di circa 30 cent, 30,5 cent, ossia, prendendo gli ultimi dati ufficiali del Mite, secondo i quali la benzina in modalità self service viene venduta in media a 2,185 euro al litro e il gasolio 2,155 euro al litro, i carburanti scenderebbero sia sotto la soglia di 2 euro che sotto la soglia di 1,9 euro, ma non tornerebbero nemmeno ai livelli precedenti il conflitto, ai valori pre-guerra. La benzina, infatti, con la riduzione delle accise arriverebbe a 1,88 euro (era 1,869 nella rilevazione settimanale del 28/02/2022) e il gasolio si attesterebbe addirittura a 1,85 euro (era 1,740 euro il 28/2). Per il servito, ovviamente, sarebbe ancora peggio.

Anche Assoutenti sostiene che le misure annunciate dal Governo con il nuovo decreto non centrano l'obiettivo e non risolveranno l'emergenza prezzi. Non solo per il taglio risicato delle accise sui carburanti, ma anche per un innalzamento dell'Isee del tutto inadeguato e una rateizzazione a 24 mesi delle bollette che dimentica i mesi energivori invernali e inizia a maggio, quando i consumi sono bassissimi.

Interventi alla Robin Hood, allarme Unimpresa su consumi e crescita

Report del Centro studi dell'associazione. Vendite al dettaglio in discesa a causa della guerra. Il pil italiano sotto il 3% nel 2022, crescita ridotta anche nel 2023.

Secondo Unimpresa, il decreto si fonda su un impianto alla "Robin Hood", cioè con un prelievo fiscale aggiuntivo sugli extra profitti delle aziende che vendono prodotti energetici, ma questo tipo di interventi spesso si rivela poco efficace, forse fallimentare.

"Le imprese italiane devono far fronte a un rincaro dei costi energetici rilevante che ha già portato, in molteplici situazioni, a un blocco della produzione. In assenza di misure più robuste, le fabbriche resteranno chiuse e ci saranno contraccolpi negativi per il prodotto interno lordo e anche sul versante dell'occupazione - osserva il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara,

commentando il decreto legge energia approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri. - Anche per quanto riguarda le famiglie, il decreto legge si traduce in una mancetta che non dà il necessario respiro e compensa solo in parte il rincaro dei carburanti".

Secondo l'ufficio studi di Unimpresa, la maggiore incertezza generata dalla guerra in Ucraina, il rincaro dei prezzi e il parziale spostamento delle scelte dei consumi dai beni ai servizi potrebbero rallentare bruscamente le vendite al dettaglio da parte delle famiglie nei prossimi mesi. Un andamento che si tradurrà in un inevitabile calo della crescita economica prevista per quest'anno e anche per il 2023.

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a cura di comunicazione@assoutenti.it

21 Marzo 2022 Wall Street Italia.com

Carburanti: taglio accise di 25 centesimi con intervento alla Robin Hood. Come si tradurrà su prezzi e portafogli

Già a gennaio, quando il conflitto tra la Russia e l'Ucraina non era ancora iniziato le vendite al dettaglio erano già calate dello 0,5% su base mensile, spinte al ribasso sia dalla diminuzione degli acquisti di beni alimentari (-0,1%) sia di quelli non alimentari (-0,8%). Il conflitto tra la Russia e l'Ucraina non sembra risolvibile nell'arco di un breve periodo, ragion per cui le ripercussioni sull'economia dell'area euro e dell'Italia in particolare saranno rilevanti, secondo Unimpresa.

In particolare, la crescita del Pil dell'Italia sarà assai meno positiva rispetto alle stime di inizio anno, probabilmente ben al di sotto della soglia del 3%. "È verosimile che la guerra eroderà oltre un punto e mezzo percentuale di crescita", calcolano dall'associazione.

Salvo per uso personale e' vietato qualunque tipo di redistribuzione con qualsiasi mezzo.

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21 Marzo 2022

CentroPagina

Guerra, le sanzioni pesano sulle imprese agricole. Gardoni (Coldiretti):

«Giappone e Cina mostrano interesse all'agroalimentare italiano»

Guerra, le sanzioni pesano sulle imprese agricole. Gardoni (Coldiretti): «Giappone e Cina mostrano interesse allagroalimentare italiano»

Intervista alla presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni, sulla situazione e i nuovi possibili sbocchi per l'export delle imprese agricole gravate dal conflitto Russia-Ucraina

Di Annalisa Appignanesi - 21 Marzo 2022

ANCONA La guerra in Ucraina, con le sanzioni dellUnione Europea alla Russia, sta impattando sulleconomia nazionale e su quella regionale, mettendo in crisi numerosi settori. Ne abbiamo parlato con Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Marche.

L'export dell'agroalimentare verso la Russia ora rischia di ridursi a zero, quali le conseguenze per le Marche? «Lagroalimentare rappresenta circa il 5% dellexport marchigiano verso la Russia; è quindi per il cibo regionale uno sbocco commerciale

importante che però ha già conosciuto momenti di criticità a partire dal biennio 2013/2014 in cui si era già dimezzato il valore con le sanzioni a seguito dellinvasione della Crimea. Il 2021 è sembrato un anno di leggero rilancio di circa il 30%, con 2,1 milioni di euro di agroalimentare esportato ma le attuali condizioni comprometteranno nuovamente queste economie».

La crisi generata dal conflitto in Ucraina sta evidenziando la necessità di aprire nuovi mercati per le imprese, quali potrebbero essere quelli più appetibili per quelle agricole?

«Ogni comparto produttivo dal vino alla pasta, dallolio evo ai formaggi ha i propri sbocchi commerciali e quindi le tendenze sono molto diversificate, ma Giappone e Cina sono oggi mercati che sempre di più mostrano interesse verso la qualità dellagroalimentare italiano».

Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Marche

Le Marche non sono prioritariamente una regione che coltiva il grano: è però ipotizzabile una qualche riconversione nel medio periodo?

«Le Marche sono in realtà una regione a forte vocazione cerealicola. Siamo tra le prime regioni d'Italia per produzione di grano duro, in parte destinato alle grandi filiere nazionali e in parte alla trasformazione presso i nostri pastifici locali. La sempre più evidente sfida dellautosufficienza alimentare ci spingerà a produrne ancora di più, recuperando i terreni oggi incolti».

La Russia ha ventilato lipotesi di un blocco parziale delle esportazioni di cereali (grano, segale, orzo e mais) con una misura analoga che potrebbe interessare anche lo zucchero, quali ripercussioni dobbiamo aspettarci?

«Nellimmediato il primo effetto è unevidente speculazione, soprattutto sui prodotti destinati alla mangimistica mais, soia -, ma anche sui fertilizzanti e carburanti. L'Italia è purtroppo un Paese ancora deficitario su molti fronti, ma credo che questa fase drammatica che stiamo vivendo sia lo stimolo ulteriore per rendere lagricoltura il perno centrale su cui costruire lo sviluppo del Paese: è per questo che già a partire da quest'anno siamo pronti per coltivare un milione di ettari aggiuntivi di terreno per produrre 75 milioni di quintali in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, sulla base di contratti di filiera necessari per ridurre la dipendenza dall'estero. Ma non solo, con impianti fotovoltaici sugli immobili agricoli e con gli impianti di biometano alimentato con scarti e residui organici dalla cui digestione si ottengono fertilizzanti utili per i campi, possiamo dare un prezioso contributo alla transizione energetica e alla fertilità dei suoli. Il blocco dellexport di zucchero russo, non ci spaventa, anzi, ci sarà una maggiore richiesta di zucchero italiano e noi di Coldiretti siamo pronti a soddisfare la domanda avendo anche riportato la bieticoltura nelle Marche».

Il prezzo del grano tenero la scorsa settimana è calato dell'8,5%, ma nonostante tutto il prezzo del pane invece continua a salire ed è cresciuto di 13 volte stando alle stime di Assoutenti, perché?

«Indubbiamente il caro energetico influisce anche sui costi di trasformazione ma è altrettanto vero che gli speculatori sono in azione: si spostano dai mercati finanziari in difficoltà alle commodities agricole dove le quotazioni dipendono sempre meno dalla momentanea domanda e offerta e sempre più dai contratti "future" in cui si acquista e si vende solo virtualmente».

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a cura di comunicazione@assoutenti.it

21 Marzo 2022

CentroPagina

Guerra, le sanzioni pesano sulle imprese agricole. Gardoni (Coldiretti):

«Giappone e Cina mostrano interesse all'agroalimentare italiano»

Salvo per uso personale e' vietato qualunque tipo di redistribuzione con qualsiasi mezzo.

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21 Marzo 2022

Agenparl

Sanità, Nursing Up De Palma: «Appello al Governo. Occorre individuare, subito, nuove e congrue risorse da inserire nel nascente contratto della sanità».

(AGENPARL) - lun 21 marzo 2022 Sanità, Nursing Up De Palma: «Convocazione urgente, questa mattina, degli Stati Generali del nostro Sindacato a Roma. Appello al Governo. Occorre individuare, subito, nuove e congrue risorse da inserire nel nascente contratto della sanità».

«Le risorse messe a disposizione per l'attuale bozza di contratto non sono più sufficienti a garantire serenità per il nostro futuro!

L'inflazione alle stelle, il caro energetico, con l'aumento del costo della benzina, della luce e del gas, e le disastrose dirette conseguenze sul carrello della spesa di ogni giorno, rischiano di mettere in ginocchio tante famiglie italiane. Gli stipendi dei dipendenti della sanità vanno adeguati urgentemente ai mutamenti economici in corso, prima che sia troppo tardi».

ROMA 21 MAR 2022 - «Intervenire prima che sia troppo tardi, avviando un proficuo tavolo di confronto che coinvolga, indistintamente, tutte le parti in causa, con in primo luogo il Governo, chiamato, in questo frangente più che mai, ad assumere una posizione di grande responsabilità.

E' giunto il tempo di prendere decisioni cruciali, allo scopo di agire prontamente per mettere a disposizione del nascente contratto della Sanità nuove e congrue risorse. Tutti dobbiamo fare la nostra parte e siamo ancora in tempo per trasformare questo contratto in uno strumento di svolta per i nostri professionisti della salute».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

Un appello, senza mezzi termini, che è diretto anche a tutte le organizzazioni sindacali coinvolte nella delicata trattativa del rinnovo del contratto della sanità.

Questa mattina, in tal senso, a Roma, il Nursing Up, presso il Centro Congressi Roma Eventi Fontana di Trevi, ha deciso di convocare i propri Stati Generali. Una Conferenza plenaria, per aggiornarli e chiedere loro di farsi da tramite con gli altri dipendenti della salute, anche nell'ambito delle elezioni RSU alle porte, sullo stato socio-economico del nostro Paese.

«Perché non possono esistere sigle e bandiere, né divisioni di sorta, in un frangente del genere, in cui l'aumento dell'inflazione e i rincari dei beni di prima necessità che muovono l'economia delle famiglie e il mondo del lavoro, quali benzina, corrente elettrica e gas, nonché le attuali delicate contingenze geopolitiche, ci obbligano, moralmente e fattivamente, tutti, a trovare una soluzione per sostenere i professionisti della sanità, gli uomini e le donne che devono combattere ogni giorno per tutelare la nostra salute», continua De Palma.

Da una parte, quindi, il Nursing Up chiede che, nell'immediato, gli esponenti del Governo agiscano di concerto anche con i massimi rappresentanti delle Regioni, con il Presidente Fedriga, e il Presidente del Comitato di Settore Caparini, e che tutti si attivino per un proficuo confronto, al fine di trovare una degna soluzione.

Non possiamo continuare a ignorare le nefaste conseguenze che negli ultimi giorni, frutto anche di pericolose speculazioni (nel caso della benzina), si stanno abbattendo sul costo della vita.

I prezzi degli alimenti di prima necessità stanno salendo alle stelle a causa degli aumenti energetici, le materie prime, dove non scarseggiano, arrivano a toccare rincari impensabili. Si guardi al caso del pane, con picchi fino a 9 euro in molte in città del nord: inimmaginabile sostenere questi costi per la maggior parte degli italiani.

Le famiglie sono in ginocchio, perché intanto gli stipendi, compresi quelli degli infermieri e delle altre professioni sanitarie, sono fermi al palo da troppo tempo. Ora, più che mai, occorre individuare la modalità più concreta per inserire nuove risorse economiche a disposizione del nascente contratto della sanità.

Le risorse costituite in disponibilità per il contratto non sono più sufficienti!

Il rischio concreto è che gli aumenti previsti dal contratto in corso d'opera, alla luce di quanto sta accadendo nella nostra economia, potrebbero trasformarsi in una pericolosa bolla di sapone, destinata a breve vita, che ci lascerebbe con un triste nulla di fatto nelle mani.

Non dimentichiamo, poi, che le Regioni hanno pagato il duro scotto dei due anni di emergenza e che le nostre strutture ospedaliere escono con le ossa rotte da quella che finalmente sembra, ce lo auguriamo, la conclusione di un incubo. Le stesse Regioni lamentano la delicata situazione dei bilanci, a causa dei costi sostenuti per la gestione della pandemia, che di fatto non hanno trovato adeguata copertura».

Intanto riportiamo i dati ufficiali di Coldiretti, per far capire alla collettività, che la situazione rincari potrebbe portarci tutti allo strem.

- Il rincaro dei beni energetici che si trasferisce sulla filiera agroalimentare, con un balzo del 45,9 % per l'energia, che si riflette sui prezzi di molti prodotti.

- l'agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all'anno precedente, a rischio

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a cura di comunicazione@assoutenti.it

21 Marzo 2022

Agenparl

Sanità, Nursing Up De Palma: «Appello al Governo. Occorre individuare, subito, nuove e congrue risorse da inserire nel nascente contratto della sanità».

coltivazioni e allevamenti, il nostro 'pane quotidiano'.

- L'accelerazione dei prezzi dei beni alimentari è dovuta sia a quelli lavorati (+3,1%) che non lavorati (+6,9%) con le tensioni inflazionistiche che si propagano al cosiddetto 'carrello della spesa'. In testa alla top ten dei prodotti alimentari che hanno fatto segnare il maggior incremento di prezzi con un balzo del 19% c'è - rileva l'autorevole organizzazione - l'olio di semi come il girasole importato dall'Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni e si registrano accaparramenti e scaffali vuoti. A seguire sul podio forti rincari fa registrare con un +17% la verdura fresca anche per gli alti costi di riscaldamento delle serre e la pasta (+12%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte. Aumenti dei prezzi significativi fanno segnare

nell'ordine burro (+12%), frutti di mare (+10%), farina (+9%), margarina (+7%), frutta fresca (+7%), pesce fresco (+6%) e carne di pollo (+6%).

- Insomma, dal grano al pane il prezzo aumenta di 13 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l'acqua per ottenere un chilo di prodotto finito. È quanto lamenta ancora la Coldiretti nel commentare l'analisi di Assoutenti che rileva un prezzo medio del pane in Italia di 5,31 euro al kg con punte di 9,8 euro al chilo.

- Tornano in definitiva a crescere l'inflazione e i prezzi al consumo, trainati dai prezzi delle materie energetiche: nel 2021, dopo la flessione del 2020 (-0,2%), i prezzi al consumo crescono del +1,9% in media d'anno, registrando l'aumento più ampio dal 2012 (+3,0%). Lo riferisce l'Istat precisando che la ripresa dell'inflazione nel 2021 è essenzialmente trainata dall'andamento dei prezzi degli Energetici (+14,1%), diminuiti invece dell'8,4% nel 2020. Al netto di questi beni, nel 2021, la crescita dei prezzi al consumo è la stessa registrata nell'anno precedente (+0,7%).

Intanto come noto, la Procura di Roma ha aperto un'indagine sull'aumento dei prezzi di gas, energia elettrica e carburanti. Da quanto ci risulta, ma il condizionale è d'obbligo in casi di questo tipo, il procedimento è al momento contro ignoti, non risultano persone indagate e non è stata ancora formulata un'ipotesi di reato. Secondo quanto riferito dalla Procura, si tratta di un'indagine

"volta a verificare le ragioni di tale aumento e individuare eventuali responsabili'.

«In questo marasma, conclude De Palma, con un contratto in discussione che, tolte le indennità specifiche ed aggiuntive, cioè quelle che il personale sanitario si è guadagnato sul campo in tempo di pandemia, non si discosta molto dal 5% di aumento, non possiamo dimenticarci di nostri infermieri e professionisti della salute, che rappresentano più del 70% del comparto della sanità.

Il loro stipendio è fermo al palo da anni e la media delle nostre retribuzioni è sempre agli ultimi posti in Europa. Governo e Regioni non possono non tenere conto che. da questo contratto, più che mai, dipende la serenità di tanti professioni della salute e con essa quella di tante nostre famiglie».

Salvo per uso personale e' vietato qualunque tipo di redistribuzione con qualsiasi mezzo.

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21 Marzo 2022

Normanno.com

Caro-bollette, i consigli di Altro Consumo per risparmiare su luce e gas in casa

Da come impostare gli elettrodomestici, in particolare lavatrice e lavastoviglie, a quali lampadine scegliere, passando per alcune buone pratiche quotidiane: Altro Consumo corre in soccorso dei consumatori con una guida su come risparmiare in casa e fronteggiare così il caro-bollette.

Bollette di luce e gas alle stelle, carburante sopra i 2 euro, queste ultime settimane sono state particolarmente difficili per le tasche degli italiani. Solo di pochi giorni fa il report di Assoutenti sul prezzo di beni primari come pane e pasta. Di fronte a questa situazione, si fanno sacrifici e si cerca di risparmiare il più possibile anche sulle piccole cose. Per andare incontro ai consumatori, la rivista specializzata Altro Consumo ha stilato un approfondito e puntuale vademecum che va dalle nozioni più note, ad altre più di dettaglio, per risparmiare su luce e gas a casa.

Riportiamo in parte il contenuto della guida di Altro Consumo e per il resto rimandiamo allarticolo originale.

Come risparmiare su luce e gas in casa?

Usare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico per ridurre il numero di lavaggi (così facendo si può arrivare a risparmiare fino a 13 euro lanno), selezionare temperature basse, e prediligere il lavaggio eco per piatti, posate e stoviglie. Ma anche, impostare i climatizzatori a una temperatura che non superi i 6 gradi oltre quella dellambiente esterno e staccare le prese del televisore o di altri apparecchi quando non li si utilizza. In cucina, Altro Consumo suggerisce invece di usare i coperchi sia per far bollire lacqua sia per cucinare, l'uso combinato di forno a microonde e cucina tradizionale consente di ridurre tempi di cottura e quindi uso di gas.

Tra le buone abitudini - o buone pratiche, che dir si voglia - non lasciare le luci accese in una stanza in cui non cè nessuno, non lasciare il frigorifero aperto troppo a lungo, sbrinare il freezer con una certa frequenza, ridurre i tempi della doccia (ed evitare il bagno), non utilizzare lasciugatrice se non indispensabile, utilizzare lampade led o a basso consumo.

Questi, in estrema sintesi, alcuni dei consigli di Altro Consumo. Il vademecum completo è disponibile a questo link.

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a cura di comunicazione@assoutenti.it

21 Marzo 2022

EuropaToday

Da TP-Link un aiuto contro il caro bolletta

I dispositivi TP-Link Tapo consentono di rendere smart la nostra casa con un occhio di riguardo ai consumi energetici Giulio Minotti Editor Best Today 21 marzo 2022 18:35

In questi giorni non si parla d’altro. I costi dell’energia hanno raggiunto cifre da capogiro, gravando notevolmente sul bilancio degli Italiani. Se la situazione non dovesse cambiare, Assoutenti ha stimato che ci sarà un aumento di spesa complessivo pari a 38,5 miliardi di euro, ovvero circa 1.480 euro l’anno a famiglia.

Oggi più che mai è fondamentale, quindi, mettere in atto vari accorgimenti che permettano di contenere i consumi e risparmiare.

Da dove partire? La domotica è sicuramente un valido aiuto e non è necessario spendere grandi somme per rendere intelligente la propria casa. Sul mercato ci sono tanti dispositivi con un ottimo rapporto qualità/prezzo per assicurarsi una ‘minima spesa e massima resa’. Tra questi c’è l’ecosistema Tapo di TP-Link, che tra i prodotti comprende anche lampadine e prese smart gestibili con un’unica app.

Tapo L530E

Tapo L530E è una lampadina LED dimmerabile che permette di raggiungere luminosità fino a 806 lumen con soli 8.7W, equivalente a una lampadina da 60 W. I consumi sono estremamente ridotti anche in modalità standby. Inoltre, tramite app è possibile impostare giorni e orari di accensione e spegnimento (per esempio in corrispondenza di Alba e Tramonto) e gestirli anche da remoto, per avere un maggiore controllo. Tuttavia, il plus del risparmio energetico non esclude altre interessanti funzionalità che consentono di personalizzare le stanze di casa in pochi semplici mosse. Infatti, con L530E si possono creare scenari e routine quotidiane con differenti luminosità, temperature e colori, scegliendo in una gamma di 16.000.000 tonalità, per avere atmosfere sempre diverse.

Tapo P110

Tapo P110 è una mini presa smart, dalle dimensioni estremamente compatte, pensata per essere collegata a tutte le prese di casa senza ingombrare. Guardando in ottica green, uno dei tratti caratteristici del prodotto è la possibilità tramite app di tenere sotto controllo in real-time i consumi elettrici, per gestire al meglio gli elettrodomestici e capire dove c’è più dispendio di energia. A questo si aggiungono le funzioni di Programmazione e Timer, che consentono di stabilire l’accensione e lo spegnimento dei dispositivi connessi alla presa tramite fasce orarie giornaliere e countdown. In questo modo non ci saranno sprechi inutili di energia.

Non mancano infine i comandi vocali. Infatti, le Lampadine e Prese smart di Tapo sono compatibili con Amazon Alexa e Google Home.

Prezzi e disponibilità

I prodotti Tapo sono disponibili sullo store Amazon ufficiale di TP-link.

Scopri di più su Amazon:

- Lampadina L530E a 10,95 euro con uno sconto del 27%

- Presa P110 a 14,99 euro

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21 Marzo 2022

EuropaToday

Da TP-Link un aiuto contro il caro bolletta

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