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Bilancio e prospettive di una ricerca

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Academic year: 2022

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BILANCIO E PROSPETTIVE DI UN A RICERC A

alla prova della IV Rivoluzione Industriale

Volume I

Bilancio e prospettive di una ricerca

a cura di

Michele Tiraboschi

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La presente pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto di ricerca “Il Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro e la tutela assicurativa alla prova della IV rivoluzione industriale” (BRIC 2018 - ID 08 – CUP E96C18002110003), cofinanziato dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) nell’ambito della linea di finanziamento BRIC e commissionato al Centro Studi Internazionali e Comparati DEAL dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia con partner Fondazione ADAPT. Il progetto si è svolto tra aprile 2019 e aprile 2021

Comitato scientifico

Nicole Maggi Germain, Lourdes Mella Méndez, Malcolm Sargeant (†), Willem Tousjin, Patrizia Tullini

Responsabile scientifico Michele Tiraboschi

Coordinatore delle attività di ricerca confluite nel presente volume Michele Tiraboschi

Gruppo di lavoro

Ilaria Armaroli, Eliana Bellezza, Giada Benincasa, Paolo Bertuletti, Federica Capponi, Lilli Viviana Casano, Vincenzo Cangemi, Michele Cibin, Matteo Colombo, Maria Teresa Cortese, Emanuele Dagnino, Cristina Gasparri, Cecilia Leccardi, Giuseppe Manzella, Pietro Manzella, Emmanuele Massagli, Antonella Mauro, Stefania Negri, Francesco Nespoli, Giovanni Piglialarmi, Lorenzo Maria Pelusi (†), Diletta Porcheddu, Lavinia Serrani, Francesco Seghezzi, Silvia Spattini, Irene Tagliabue, Michele Tiraboschi, Tomaso Tiraboschi

ISBN 978-88-31940-58-0

Copyright © ADAPT University Press, 2021

oltre i confini della Università i risultati della ricerca e la progettualità di ADAPT, l’Associazione per gli studi sul lavoro fondata nel 2000 da Marco Biagi (www.adapt.it). In questo senso ADAPT University Press opera alla stregua di una piattaforma aperta e indipendente di confronto e progettazione sui temi del lavoro e delle relazioni industriali sia in chiave di raccolta di finanziamenti per borse di studio e contratti di ricerca sia per sviluppare e condividere nuove idee attraverso studi e analisi che contribuiscano a costruire il futuro del lavoro attraverso una migliore e più costante collaborazione tra Università, imprese, professionisti, operatori del mercato del lavoro e parti sociali

I volumi ADAPT University Press che non sono diffusi in modalità openaccess sono acquistabili online sul sito di www.amazon.it o attraverso il sito www.bollettinoadapt.it

Per maggiori informazioni potete scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: aup@adapt.it

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Il sistema prevenzionistico e le tutele assicurative alla prova della IV Rivoluzione Industriale

Volume I

Bilancio e prospettive di una ricerca

a cura di

Michele Tiraboschi

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In ricordo di Malcolm Sargeant, collega e caro amico per molti di noi,

e di Lorenzo Maria Pelusi, giovane e valoroso studioso che amava e conosceva come pochi un tema ostico come quello della salute e sicurezza sul lavoro

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INDICE

Prefazione di Edoardo Gambacciani, Sergio Iavicoli ... XV

Presentazione della ricerca e metodologia di Michele Tiraboschi ... XVII

Piano della ricerca ... XXIII

ParteI.

UNA VISIONE D’INSIEME Capitolo I.

La dimensione prevenzionistica della IV Rivoluzione Industriale

1. Posizione del problema ... 3 2. Nuove forme di lavoro “fluide” ... 16 3. Un approccio olistico: ergonomia organizzativa e Total

Worker Health ... 24 4. Invecchiamento della forza lavoro ... 28 5. Il ruolo della formazione e l’aggiornamento continuo delle

competenze ... 30

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Capitolo II.

Gli interrogativi aperti

1. Il concetto di salute e di salute sul lavoro tra difficoltà de- finitorie e necessità di nuovi strumenti attuativi ... 37 2. I nuovi rischi tecnologici nella IV Rivoluzione Industriale ... 40 3. La IV Rivoluzione Industriale oltre la tecnologia: organiz-

zazione, mercato del lavoro, demografia e ambiente ... 45 3.1. Nuovi rischi emergenti ... 49 4. I nuovi spazi di lavoro ... 52

4.1. Verso il superamento della dicotomia ambiente in- terno/ambiente esterno? ... 54 5. Il tempo di lavoro ... 55 6. Professioni e professionalità per la salute e sicurezza nella

IV Rivoluzione Industriale ... 57 7. Una nuova visuale da cui guardare le trasformazioni del la-

voro e le loro ricadute sui sistemi di salute e sicurezza ... 60

Parte II.

I TEMI EMERGENTI Capitolo I.

Lavoro da remoto: il ruolo della contrattazione collettiva

1. Introduzione ... 63 2. Il quadro normativo tra aspetti definitori e dubbi interpre-

tativi ... 69 3. Il ruolo della contrattazione collettiva ... 80

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4. Conclusioni ... 88

Capitolo II.

Working anytime, anywhere:

il nodo della disciplina dei tempi di lavoro

1. Introduzione ... 91 2. La disciplina del tempo di lavoro nel lavoro agile ... 96

2.1. La disciplina dell’orario di lavoro nella definizione di lavoro agile ... 99 2.2. I periodi di riposo e il diritto alla disconnessione ... 102 2.3. Una possibile interpretazione del diritto alla discon-

nessione nel lavoro agile ... 107 3. L’interpretazione del diritto alla disconnessione nel conte-

sto della nuova realtà dei tempi di lavoro e di non lavoro .... 112 4. Conclusioni ... 116

Capitolo III.

Il lavoro su piattaforma

1. L’ambito applicativo della disciplina di salute e sicurezza tra gig economy e Covid-19 ... 119 2. L’azione in giudizio dell’Independent Workers’ Union of

Great Britain ... 122 3. La ricognizione delle discipline rilevanti e le posizioni delle

parti... 123 4. La decisione del giudice ... 126

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5. Un esercizio non solo ipotetico: derogabilità e inderogabili- tà della tutela del lavoratore etero-organizzato in materia di

salute e sicurezza ... 129

6. Conclusioni ... 134

Capitolo IV. 5G e nuovi ambienti di vita e di lavoro 1. Posizione del problema ... 137

2. L’assenza dell’intervento legislativo e relative criticità nei casi di “ignoto tecnologico” ... 140

3. Il 5G e l’incontro con il diritto del lavoro ... 142

4. 5G e sistemi di tutela in una prospettiva de iure condito ... 152

5. 5G e sistemi di tutela in una prospettiva de iure condendo ... 154

6. Prime (e provvisorie) conclusioni ... 162

Capitolo V. Esposizione a campi elettromagnetici prodotti da telefoni cellulari 1. Esposizione a campi elettromagnetici prodotti da telefoni cellulari per esigenze di lavoro e insorgenza di un tumore: nesso di causalità giuridica e tutele ... 167

2. Un orientamento consolidato? ... 171

3. Un quadro lacunoso e condizionato dagli incerti rapporti tra scienza e diritto ... 177

4. Trasformazioni del lavoro e rischi da ignoto tecnologico: nuove sfide per le tutele del lavoro ... 190

5. Elenco delle principali sentenze utilizzate ... 194

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Capitolo VI.

Una lezione dal passato

per inquadrare il tema dei rischi psicosociali

1. Rischi psicosociali: un fenomeno nuovo? ... 197 2. Il lavoro e le sue patologie sociali: la lezione del passato ... 208 3. La IV Rivoluzione Industriale e la dimensione soggettiva

del lavoro ... 222 4. Rischi psicosociali e IV Rivoluzione Industriale ... 230

Capitolo VII.

Il trattamento dei dati relativi alla salute del lavoratore:

una prospettiva evolutiva dei sistemi prevenzionistici 1. La tutela prevenzionistica all’epoca della analytics: potenzia-

lità e criticità ... 237 2. Il trattamento dei dati relativi allo stato di salute dei lavora-

tori: l’ordinamento interno e il nuovo scenario normativo europeo. Come cambiano i limiti al trattamento dei dati sanitari dei lavoratori? ... 242 3. I dati personali relativi alla salute del lavoratore. La loro

conoscibilità e utilizzabilità da parte del datore: vecchi e nuovi limiti. Il sistema alla prova delle nuove esigenze di tutela ... 245 3.1. I limiti del regolamento (UE) 2016/679. Il tratta-

mento dei dati nell’ambito del rapporto di lavoro e dei sanitari e “sensibili” ex art. 9 ... 245 3.2. Lo Statuto dei lavoratori ... 257 3.3. I limiti nel Testo Unico in materia di salute e sicu-

rezza sul lavoro (d.lgs. n. 81/2008) ... 266

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4. Conclusioni ... 269

Parte III.

LA SFIDA DELLE COMPETENZE E LE NUOVE PROFESSIONALITÀ

PER LA SICUREZZA 4.0 Capitolo I.

Il sistema prevenzionistico e la questione delle nuove professionalità

1. Posizione del problema ... 277 2. Una nuova prospettiva d’analisi: attenzione alle figure pro-

fessionali della salute e sicurezza sul lavoro ... 283 3. Le figure professionali della salute e sicurezza sul lavoro:

questioni aperte che emergono dalla letteratura di riferi- mento ... 285 4. Il caso italiano attraverso una prima mappatura ... 289 5. La professionalità delle figure nell’ambito della salute e si-

curezza sul lavoro: primi risultati da una analisi empirica ... 296

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Parte IV.

PROBLEMI E PROSPETTIVE:

UN CONFRONTO A PIÙ VOCI Capitolo I.

Il sistema prevenzionistico nella IV Rivoluzione Industriale El sistema de prevención en la IV Revolución Industrial: una perspectiva internacional, intervista a Lourdes Mella Méndez ... 311 Le sfide per l’ordinamento italiano, intervista a Patrizia Tullini ... 332

Capitolo II.

Automazione, digitalizzazione e lavoro da remoto AI, Robotics and Digitalisation: Prospects and Risks, intervista a Phoebe Moore ... 341 Remote Work: Health and Safety in New Work Settings, in- tervista a Jon Messenger ... 356 Platform Work and Health and Safety Protection: Riders, Driv- ers and Beyond, intervista a Sacha Garben ... 364 Short Paper on the Health Effects and OHS Legislation Con- cerning New Ways of Work, intervista a Jan Popma ... 375

Capitolo III.

Rischi psicosociali e diritto alla disconnessione La salud mental y el bienestar psicológico en los nuevos contextos laborales, intervista a Cristóbal Molina Navarrete ... 385 Psycho-Social Risks: a (New) Challenges for Healthcare Sys- tems, intervista a Iván Williams Jiménez ... 397

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Capitolo IV.

La protezione sociale nella IV Rivoluzione Industriale

EU Law and New Risks, intervista a Grega Strban ... 405 Accidents et maladies professionnelles dans la IVe Révolution Industrielle, intervista a Dominique Bailleux ... 416 Social Insurance Effectiveness to Tackle New Risks, intervista a Richard Lewis ... 430

Capitolo V.

Competenze e professionalità per la gestione dei nuovi rischi Promouvoir et réglementer le développement des compétences dans le contexte de l’Industrie 4.0, intervista a Nicole Maggi- Germain ... 437 Professioni: sfide, sviluppi e problematiche, intervista a Willem Tousijn ... 447 Occupational Health and Safety Professionals: Skills, Profes- sionalism and Training, intervista a David Clarke ... 451

Capitolo VI.

Rappresentanza e contrattazione collettiva Occupational Safety Health and Trade Unions’ Role in the Context of the IV Industrial Revolution: between Strategic Lit- igation and Participation, intervista a Aude Cefaliello ... 459 Négocier la prévention: mesures de santé et de sécurité au ni- veau de l’entreprise, intervista a Josepha Dirringer ... 476

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Capitolo VII.

Alla ricerca di buone pratiche

Legislación sobre seguridad y salud laboral y protecciones de seguros frente a la IV Revolución Industrial: perspectiva desde el ordenamiento jurídico español, intervista a Manuel Luque Parra . 487

Capitolo VIII.

Prospettive di riforma del quadro giuridico e istituzionale Il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro: spunti di ri- flessione (a fronte dei cambiamenti in atto) e proposte di modi- fica, intervista a Paolo Pascucci ... 499 Il Testo Unico su salute e sicurezza: spunti e proposte di modi- fica, intervista a Gaetano Natullo ... 519 Profili di salute e sicurezza: tra limiti e proposte di modifica della attuale normativa, intervista a Andrea Rotella ... 528 Medico del lavoro: una professione in evoluzione?, intervista a Francesco Violante ... 537

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PREFAZIONE

La globalizzazione, i cambiamenti demografici, l’aumento dell’automazione e il progresso tecnologico, dall’intelligenza artificiale alla robotica, oltre ad offrire grandi opportunità di sviluppo e accrescimento della competitività delle aziende, stanno trasformando rapidamente la tipologia e le modalità di svol- gimento del lavoro.

La salute e sicurezza dei lavoratori deve essere centrale in questo scenario, in cui i cambiamenti derivanti dall’innovazione tecnologica possono introdurre nuovi bisogni e nuove complessità, ma al tempo stesso offrire nuove opportu- nità. Si pensi all’esplosione del lavoro da remoto nella forma di telelavoro o smart working in seguito all’emergenza pandemica da coronavirus, utilizza- to per garantire la sicurezza dei lavoratori e, al contempo, assicurare la pro- secuzione dell’attività economica.

Per affrontare questi processi nella loro complessità e superare le criticità esi- stenti è fondamentale il confronto tra istituzioni e comunità scientifica, da cui possono emergere strategie e politiche condivise.

In primo luogo emerge la necessità di una riflessione profonda sull’intero im- pianto legislativo in tema di salute e sicurezza sul lavoro, in modo particola- re per quanto attiene gli aspetti di prevenzione ed assicurativi. Si pensi al dibattito in corso a livello europeo circa l’importanza di considerare all’interno delle Direttive europee anche gli aspetti connessi alla digitalizza- zione dei processi alla luce del fatto che il concetto di luogo di lavoro, di lavo- ratore ed organizzazione del lavoro, che restano i tre pillar fondamentali del- la Direttiva quadro 89/391/CEE sulla salute e sicurezza sul lavoro, hanno delle difficoltà applicative.

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In tale ottica, la presente pubblicazione realizzata nell’ambito del progetto di ricerca “Il Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro e la tutela assicu- rativa alla prova della IV rivoluzione industriale” (BRIC 2018 - ID 08 – CUP E96C18002110003), cofinanziato dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) nell’ambito della linea di finanziamento Bando di ricerca in collaborazione BRIC 2018 e affidato al Centro Studi Internazionali e Comparati DEAL dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia con partner Fonda- zione ADAPT, offre una nuova visuale da cui guardare le trasformazioni del lavoro e le loro ricadute sui sistemi di salute e sicurezza in termini di dimensione prevenzionistica, competenze e nuove professionalità per la sicu- rezza 4.0, rischi emergenti, ecc. Il progetto si è svolto tra aprile 2019 e apri- le 2021.

La pubblicazione è in linea con l’attività di ricerca dell’INAIL sempre più orientata, negli ultimi anni, verso quelli che sono i tre assi principali dell’innovazione tecnologica richiamati dalla Commissione europea, ovvero intelligenza artificiale, automazione dei processi e digitalizzazione, prestan- do particolare attenzione agli aspetti di sicurezza applicati all’industria 4.0.

In conclusione, solo se prevarrà un approccio olistico e multidisciplinare, at- tento alle esigenze di tutela della salute dei lavoratori intesa come benessere complessivo secondo la definizione fornita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l’impresa 4.0 comporterà vantaggi e miglioramenti per tutti. A ciò si aggiunga l’importanza di incentivare l’adozione nei processi produttivi dell’approccio della “Prevention through design”, ovvero la pre- venzione dei rischi a partire dalla fase di progettazione dei processi.

Edoardo Gambacciani Direttore Direzione Centrale Ricerca INAIL Sergio Iavicoli Direttore Dipartimento di Medicina Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale INAIL

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PRESENTAZIONE DELLA RICERCA E METODOLOGIA

La presente pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto di ri- cerca “Il Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro e la tutela assicurativa alla prova della IV rivoluzione industriale” (BRIC 2018 - ID 08 – CUP E96C18002110003) ed è stata cofinanziata dall’Istituto Naziona- le per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL). La ricerca è stata realizzata dai ricercatori del Centro studi internazionali e comparati Diritto Economia Ambiente e Lavoro (DEAL) della Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia in collaborazione con la Scuola di alta formazione di ADAPT.

Oggetto della ricerca è stato, in particolare, il nodo della tenuta del sistema giuridico-istituzionale di prevenzione e protezione contro gli infortuni sul la- voro e le malattie professionali rispetto alla digitalizzazione dei processi pro- duttivi.

Nella ricerca si è scelto di non limitarsi alla analisi e alla considerazione di alcuni fenomeni più o meno nuovi (come lo smart working e il lavoro su piattaforma o l’intelligenza artificiale applicata ai processi produttivi). Piut- tosto, e non senza una certa dose di ambizione, si è cercato di riesaminare l’intero sistema di prevenzione e tutela a partire da un ripensamento dei con- cetti stessi di impresa e di lavoro che emergono dall’impiego pervasivo delle più moderne tecnologie in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i settori produtti- vi. Ciò secondo una analisi che segua non solo un oramai imprescindibile metodo comparato (utile a ricostruire norme e tutele previste da altri ordi- namenti per fronteggiare la sfida della IV Rivoluzione Industriale), ma an- che una prospettiva giuslavoristica capace di avvalersi dell’apporto di altre discipline.

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Grazie a questa metodologia è così emerso un quadro di analisi che colloca il ragionamento su regole, tutele e responsabilità dentro una visione più ampia del rapporto tra persona e lavoro nei nuovi contesti organizzativi e produtti- vi.

L’approccio comparato (coinvolgendo Italia, Francia, Spagna, Inghilterra e USA) è stato poi fondamentale per arricchire la ricerca con le tendenze pro- venienti da altri contesti giuridici nazionali e sovranazionali, in primis il contesto comunitario, che da tempo si interroga sulla persistente attualità di una normativa prevenzionistica pensata per la fabbrica del Novecento indu- striale. Per questo la ricerca non si limita solo alla analisi delle nuove sfide per la salute e la sicurezza dei lavoratori alla luce della digitalizzazione, ma si è mossa nella direzione di contribuire alla individuazione di strumenti e soluzioni pratiche per evolvere l’attuale sistema giuridico-istituzionale ren- dendolo rispondente ad esse. Questa analisi comparata è stata supportata dalla presenza di un Comitato scientifico internazionale di cui ringrazio i membri Nicole Maggi-Germain, Lourdes Mella Méndez, Willem Tousjin, Patrizia Tullini e Malcolm Sargeant, scomparso nel novembre del 2020, a cui va il nostro ricordo e la nostra gratitudine per la sempre grande disponi- bilità al confronto, gli innumerevoli stimoli e la grande amicizia che lo lega- va al gruppo di ricerca di ADAPT.

La ricerca ha preso il via con una dettagliata ricostruzione dello stato dell’arte della letteratura di riferimento nazionale ed internazionale. Tale literature review è stata condotta con metodo interdisciplinare e l’obiettivo è stato quello di ricondurre a unità i diversi frammenti e le diverse dorsali de- terminanti i cambiamenti nel lavoro: tecnologia ma anche demografia, am- biente e globalizzazione dei processi produttivi.

Parallelamente, alla luce delle fonti nazionali e internazionali, si è procedu- to lungo due linee. Da un lato sono stati identificati e inquadrati giuridica- mente i nuovi fattori di rischio e le risposte fornite non solo dai diversi ordi- namenti giuridici, ma anche dalla contrattazione collettiva e dagli attori del sistema di relazioni industriali, grazie all’utilizzo della banca dati «Fare- contrattazione» di ADAPT. Dall’altro lato sono state identificate casisti- che e buone pratiche che possano esemplificare le trasformazioni del lavoro e il loro impatto sulla salute e sicurezza dei lavoratori.

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Con particolare riferimento alla prevenzione dei rischi è stato inoltre affron- tato il tema delle competenze e della professionalità che sia i lavoratori di nuova generazione sia le figure chiave del sistema prevenzionistico dovranno avere per poter continuare a garantire l’effettività delle norme e delle tutele all’interno dei nuovi contesti di lavoro. A tal fine è stata effettuata una mappatura delle figure professionali che in Italia rientrano nel gruppo di professionisti afferenti all’ambito della salute e sicurezza sul lavoro con l’utilizzo dell’analisi documentaria.

Per poter raggiungere gli obiettivi e seguire i metodi illustrati, il gruppo di ricerca si è strutturato secondo una logica tanto interdisciplinare quanto col- laborativa. Questo attraverso la creazione di uno spazio collaborativo all’interno di una area Moodle dedicata alla ricerca, alla condivisione di do- cumenti e letteratura e alla loro discussione e analisi. All’area hanno parte- cipato 25 tra ricercatori e dottorandi, sono state aperte 68 voci di discussio- ne, sono stati condivisi oltre 1.200 post. Una comunità di apprendimento e pratica che ha consentito il confronto e lo sviluppo dei diversi risultati della ricerca stessa.

L’ultima fase della ricerca è stata quella del confronto sia con personalità del mondo accademico ed esperti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sia con stakeholder provenienti dal mondo delle imprese, del sindacato e delle associazioni datoriali, che ringrazio per la loro attiva e preziosa disponibili- tà. Ciò ha condotto a 25 video-interviste che possono essere viste sul sito sa- lus.adapt.it e sul sito www.deal.unimore.it.

Un primo insieme di interviste si occupa del sistema prevenzionistico nella IV Rivoluzione Industriale, indagandone problemi e prospettive. Il tema è approfondito in primo luogo in chiave internazionale e comparata, e affron- tato a livello delle sfide macro sia per i sistemi che per gli attori, nell’intervista alla prof.ssa Lourdes Mella Mendez (Universidad de Santia- go de Compostela); il tema è stato trattato anche in ambito italiano, alla prof.ssa Patrizia Tullini (Università di Bologna), che si concentra su come l’ordinamento italiano sia in grado di affrontare tali sfide. Un altro appro- fondimento sugli aspetti generali connessi al cambiamento del lavoro è invece svolto nell’intervista con Diana Gagliardi e Giuliana Buresti (INAIL).

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Un secondo gruppo di interviste si concentra invece sui diversi aspetti connes- si alla robotica, alla digitalizzazione e al lavoro da remoto. La prima inter- vista, con la prof.ssa Phoebe Moore (University of Leicester), vuole indagare le nuove potenzialità e i nuovi rischi connessi allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, della robotica e della digitalizzazione. Le interviste con il prof.

Jon Messenger (ILO) e con Cristina Di Tecco e Simone Russo (INAIL) si focalizzano sul lavoro da remoto, approfondendo come possa declinarsi la tutela della salute e della sicurezza nei nuovi ambienti di lavoro. Sul tema specifico della tutela della salute e sicurezza sul lavoro dei lavoratori da piattaforma (rider, driver e altro) si concentra invece l’intervista con il prof.

Sacha Garben (College of Europe). In ultimo, l’intervista con Jan Popma (European Trade Union Institute) approfondisce i rischi per le nuove moda- lità di lavoro indipendenti da luoghi e tempi.

Il terzo blocco indaga invece i rischi psicosociali connessi alla IV Rivoluzio- ne Industriale e il diritto alla disconnessione. La prima intervista tratta il tema della salute mentale e del benessere psicologico nei nuovi contesti di la- voro grazie al contributo del prof. Cristóbal Molina Navarrete (Universi- dad de Jaén). Il colloquio con il prof. Iván Williams Jiménez (Universidad Carlos III de Madrid) si occupa invece nello specifico dei rischi psicosociali come nuova sfida per i sistemi di salute.

Un ulteriore gruppo si concentra sui problemi e le prospettive che le trasfor- mazioni della IV Rivoluzione Industriale aprono per diversi aspetti connes- si alla protezione sociale. Il tema è approfondito in primo luogo dal punto di vista della legislazione comunitaria di fronte ai nuovi rischi, nell’intervista al prof. Grega Strban (University of Ljubljana). Segue poi un approfondimen- to sull’infortunio e la malattia professionale con l’intervista al prof. Domi- nique Bailleux (Université Lyon III), che si concentra soprattutto sulle con- seguenze che si generano con il cambiamento tecnologico e l’introduzione di nuove tecnologie. Il tema dell’efficienza delle assicurazioni sociali pubbliche di fronte a questi nuovi rischi è invece approfondito nell’intervista con il prof.

Richard Lewis (University of Cardiff).

Il quinto blocco di interviste affronta i molteplici nodi delle competenze e del- le professionalità per la gestione dei nuovi rischi. Il colloquio con la prof.ssa Nicole Maggi-Germain (Université Pantheon-Sorbonne) affronta il tema

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della promozione e della regolazione dello sviluppo delle competenze nel con- testo della IV Rivoluzione Industriale, mentre quello con il prof. Willem Tousijn (Università di Torino) il nodo delle sfide, degli sviluppi e delle pro- blematiche connesse alle professioni. Chiude il tema l’intervista con David Clarke (Chief executive officer of the Australian institute of health and sa- fety) sul tema più specifico dei professionisti della salute e sicurezza sul lavo- ro e la loro professionalità, competenze e percorsi di formazione.

Il sesto insieme di interviste fa riferimento al tema della rappresentanza e della contrattazione collettiva e si apre con un colloquio con Aude Cefaliello (European Trade Union Institute) sul ruolo del sindacato tra strategic liti- gation e partecipazione. Per una declinazione maggiore rispetto al tema della ricerca, l’intervista con la prof.ssa Josepha Dirringer (Université de Rennes) si concentra sulla contrattazione delle misure prevenzionistiche, approfon- dendo il nodo della tutela di salute e sicurezza nella dimensione aziendale.

Il settimo blocco vuole approfondire le buone pratiche della contrattazione collettiva legate alla prevenzione, nell’intervista al prof. Manuel Luque Par- ra (Universitat Pompeau Fabra Barcelona).

In ultimo, l’ottavo blocco affronta le ipotesi e le prospettive di riforma, alla luce della ricerca, del quadro normativo e del sistema istituzionale di fronte alle trasformazioni del lavoro. Sulle proposte di modifica del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro italiano si concentrano il prof. Paolo Pa- scucci (Università di Urbino Carlo Bo), Andrea Rotella (Ingegnere, consu- lente e formatore in materia di sicurezza sul lavoro), Gaetano Natullo (Università degli Studi del Sannio di Benevento) e Maurizio Sacconi (As- sociazione Amici di Marco Biagi). Sul ruolo specifico del medico del lavoro come professione in evoluzione alla luce delle trasformazioni in essere si foca- lizza invece l’intervista a Francesco Violante (ex Presidente Società italiana di medicina del lavoro).

Il confronto, in questo caso con soggetti esterni, è stato centrale anche nel la- voro che ha portato al passaggio da Libro Verde a Libro Bianco. Se il la- voro di analisi della letteratura e di comparazione internazionale ha consen- tito di individuare temi e problemi, questi sono stati posti, nella forma di un Libro Verde, all’ascolto di imprese, sindacati, associazioni datoriali, esperti e colleghi, che vogliamo ringraziare. Ciò ha portato poi ad un documento fi-

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nale di policy, nella forma di un Libro Bianco, e ad alcuni approfondimenti tematici, fermo restando i tanti temi e problemi ancora aperti. Qui un elenco dei soggetti, che ringrazio, che hanno contribuito attivamente al confronto: le imprese Heineken, Danone, Glovo, Fincantieri, Enel, Bonfiglioli, Dalmi- ne; le associazioni datoriali e di professionisti Aias, Assistal, Aifod, Conf- commercio Professioni, Assolombarda, Farmindustria, Associazione Italia- na Elettrosensibili, Federlegno; le federazioni sindacali Fai-Cisl, Uilm e Cisl e le associazioni AIFoS e Associazione Italiana Elettrosensibili. Oltre a questi, ringrazio le decine di professionisti HR, formatori e consulenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro che ci hanno inviato le loro conside- razioni.

Il gruppo di lavoro è stato costituito da Ilaria Armaroli, Eliana Bellezza, Giada Benincasa, Paolo Bertuletti, Federica Capponi, Lilli Viviana Ca- sano, Vincenzo Cangemi, Michele Cibin, Matteo Colombo, Maria Teresa Cortese, Emanuele Dagnino, Cristina Gasparri, Cecilia Leccardi, Giusep- pe Manzella, Pietro Manzella, Emmanuele Massagli, Antonella Mauro, Stefania Negri, Francesco Nespoli, Giovanni Piglialarmi, Diletta Porched- du, Lavinia Serrani, Francesco Seghezzi, Silvia Spattini, Irene Tagliabue, Michele Tiraboschi, Tomaso Tiraboschi. Del gruppo di ricerca ha fatto par- te anche Lorenzo Maria Pelusi, scomparso nell’agosto 2020, e che ricor- diamo con affetto per i preziosi contributi nell’analisi sulle tutele assicurative oltre che per il coinvolgimento e la dedizione con cui svolgeva le sue attività di ricerca.

Ringrazio in ultimo in particolare il dott. Sergio Iavicoli, Direttore del Di- partimento di medicina, epidemiologia e ambientale di INAIL per il sup- porto e la stima nel mettere a fuoco le numerose tematiche affrontate dalla ricerca.

Sul sito salus.adapt.it è possibile trovare ulteriori informazioni sul progetto di ricerca insieme a pubblicazioni e alla banca dati open access di molta del- la letteratura utilizzata.

Michele Tiraboschi Direttore del centro studi internazionali e comparati su

Diritto Economia Ambiente Lavoro (DEAL) Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

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PIANO DELLA RICERCA

La ricerca è composta da sei volumi che ne raccolgono i princi- pali contenuti.

VOLUME I

Il primo volume si occupa di tracciare un bilancio della ricerca stessa e di illustrare le prospettive che questa apre tracciando la visione d’insieme che emerge dal lavoro complessivo ed indivi- duando i temi emergenti, dedicando in particolare una parte in- teramente alle sfide delle competenze per la salute e sicurezza sul lavoro. Questa la struttura del volume:

Parte I. Una visione d’insieme

Capitolo I – La dimensione prevenzionistica della IV Rivoluzione Indu- striale

Capitolo II – Gli interrogativi aperti Parte II. I temi emergenti

Capitolo I – Lavoro da remoto: il ruolo della contrattazione collettiva Capitolo II – Working anytime, anywhere: il nodo della disciplina dei tempi di lavoro

Capitolo III – Il lavoro su piattaforma

Capitolo IV – 5G e nuovi ambienti di vita e di lavoro

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Capitolo V – Esposizione a campi elettromagnetici prodotti da telefoni cel- lulari

Capitolo VI – Una lezione dal passato per inquadrare il tema dei rischi psicosociali

Capitolo VII – Il trattamento dei dati relativi alla salute del lavoratore:

una prospettiva evolutiva dei sistemi prevenzionistici

Parte III. La sfida delle competenze e le nuove professio- nalità per la sicurezza 4.0

Capitolo I – Il sistema prevenzionistico e la questione delle nuove profes- sionalità

Parte IV. Problemi e prospettive: un confronto a più voci Capitolo I – Il sistema prevenzionistico nella IV Rivoluzione Industriale Capitolo II – Automazione, digitalizzazione e lavoro da remoto

Capitolo III – Rischi psicosociali e diritto alla disconnessione

Capitolo IV – La protezione sociale nella IV Rivoluzione Industriale Capitolo V – Competenze e professionalità per la gestione dei nuovi rischi Capitolo VI – Rappresentanza e contrattazione collettiva

Capitolo VII – Alla ricerca di buone pratiche

Capitolo VIII – Prospettive di riforma del quadro giuridico e istituzionale

VOLUME II

Il secondo volume offre un percorso di lettura, attraverso l’analisi della letteratura, sulle trasformazioni del lavoro in corso negli ultimi decenni e che contribuiscono a ridefinire il quadro entro il quale si collocano le tematiche di salute e sicurezza sul lavoro. Si affronta sia l’impatto tecnologico della c.d. Quarta ri- voluzione industriale che quello extra-tecnologico legato ai cam-

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biamenti demografici, ambientali e del mercato del lavoro. Que- sta la struttura del volume:

Capitolo I – La IV Rivoluzione Industriale tra tecnologia e processi Capitolo II – La IV Rivoluzione Industriale oltre la tecnologia Capitolo III – Verso nuovi mercati del lavoro

VOLUME III

Nel terzo volume si affronta il quadro normativo e istituzionale in chiave comparata considerando gli ordinamenti di Italia, Francia, Spagna, Inghilterra e USA. In particolare si individuano nei diversi ordinamenti gli strumenti e i metodi relativi alla ge- stione della salute e sicurezza sul lavoro di fronte alle sfide della Quarta rivoluzione industriale insieme ad una analisi delle norme di fronte alle sfide tecnologiche, organizzative e demografiche.

Capitolo I – Strumenti e metodi della SSL di fronte alla IV Rivoluzione Industriale

Capitolo II – La norma di fronte alle sfide tecnologiche, organizzative e demografiche

VOLUME IV

Il quarto volume prosegue nel confronto comparato occupan- dosi del quadro delle tutele sociali. Si analizza il formante giuri- sprudenziale in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra e USA e si avanza poi una analisi dei nuovi rischi in chiave di sfide che que- sti pongono al sistema previdenziale e assicurativo. Questa la struttura del volume:

Capitolo I – Oltre il rischio professionale?

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Capitolo II – Il quadro normativo delle tutele assicurative: il formante giurisprudenziale

VOLUME V

Il quinto volume si occupa delle competenze e delle nuove pro- fessionalità per la tutela della salute e della sicurezza. Questo a partire da una analisi ragionata della letteratura italiana e interna- zionale e soprattutto grazie ad una analisi empirica nella forma di una mappatura delle figure chiave del sistema prevenzionistico in Italia. Mappatura che si occupa di individuare competenze e standard formativi e professionali per ricostruire poi le compe- tenze del Responsabile della sicurezza 4.0 e di altre figure chiave del sistema prevenzionistico secondo uno standard certificabile.

Questa la struttura del volume:

Parte I. Verso nuovi mercati del lavoro Parte II. Una prima analisi empirica

Capitolo I – Individuazione delle figure del sistema prevenzionistico nei paesi oggetto della ricerca

Capitolo II – Processo di mappatura delle figure professionali che operano nel sistema della salute e sicurezza sul lavoro in Italia

Capitolo III – Cosa fanno e cosa dicono di fare i professionisti della salute e sicurezza: una indagine empirica

VOLUME VI

Il sesto volume contiene le indicazioni di policy emerse dalla ri- cerca nella forma del Libro Bianco e una analisi delle buone pra- tiche tratte sia dalla normativa che dalla contrattazione collettiva in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Conclude il volume

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l’insieme dei riferimenti bibliografici contenuti nella ricerca nel suo complesso. Questa la struttura del volume:

Parte I. Libro Bianco Parte II. Buone pratiche Bibliografia

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Parte I.

UNA VISIONE D’INSIEME

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Capitolo I.

LA DIMENSIONE PREVENZIONISTICA DELLA IV RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

1. Posizione del problema

L’avvento della tecnologia ha già significativamente migliorato le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro: si pensi, solo per fare qualche esempio, all’utilizzo di robot o di dispositivi telecoman- dati per l’esecuzione di operazioni intrinsecamente pericolose o da svolgersi in spazi confinati o sospetti di inquinamento. E si pensi al loro impiego per svolgere compiti pesanti, ripetitivi, monotoni e/o ad alto ritmo, che consentono di prevenire rischi di tipo muscolo-scheletrico e di natura psichica. In un futuro prossimo, molti altri compiti come questi verranno svolti da ro- bot in settori quali l’agricoltura, l’edilizia, i trasporti, la sanità, la lotta antincendio e i servizi di pulizia (1).

Il Parlamento europeo, nel confermare le potenzialità offerte dalla robotica e dalle nuove tecnologie per migliorare la sicurez- za sul lavoro, ha tuttavia opportunamente rilevato che esse pos- sono nel contempo «creare anche una serie di nuovi rischi, do- vuti al numero crescente di interazioni fra esseri umani e robot sul luogo di lavoro; sottolinea, al riguardo, l’importanza di appli- care norme rigorose e lungimiranti alle interazioni fra esseri umani e robot al fine di garantire la salute, la sicurezza e il rispet-

(1) J. KAIVO-OJA, Il futuro del lavoro: la robotica, Documento di discussione EU-OSHA, 2015, p. 3.

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to dei diritti fondamentali sul luogo di lavoro» (2).

È altresì vero che la IV Rivoluzione Industriale muta radical- mente gli assetti di produzione e organizzazione del lavoro ren- dendo in larga parte obsoleta una legislazione prevenzionistica pensata per la grande industria con forza lavoro prevalentemente stabile e sindacalmente rappresentata (3).

A questo si deve aggiungere l’emergere di nuovi rischi per la sa- lute e la sicurezza dei lavoratori, rischi che, come tutti gli altri, dovranno essere valutati e adeguatamente gestiti dal datore di la- voro. Gli obblighi di prevenzione derivanti dalla normativa vi- gente, infatti, riguardano anche i rischi di nuova generazione, sorti a causa di mutamenti organizzativi e tecnologici impensabili al momento dell’approvazione dei testi di legge in questione. Ciò perché la formulazione adottata in queste disposizioni normative – in particolare nell’art. 2087 c.c. e negli artt. 2, comma 1, lett. q, 28, comma 1, e 29, comma 3, d.lgs. n. 81/2008 – è atta a ricom- prendere qualsiasi tipologia di rischio, presente nell’ambito dell’organizzazione in cui viene eseguita la prestazione lavorativa (4), che possa nuocere all’integrità fisica e alla personalità morale

(2) Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2017 recante racco- mandazioni alla Commissione concernenti norme di diritto civile sulla robo- tica (2015/2103(INL)).

(3) M. TIRABOSCHI, La tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro alla prova del «Testo Unico», in DRI, 2008, n. 2, p. 383; A. BONDI, Diritto penale e sicurezza sul lavoro, persone ed enti, Working Paper Olympus, 2015, n. 44, p. 57, secondo il quale, «caratterizzata da una struttura molto burocratizzata, col baricentro in compliance programs frutto di elaborate attività di monitoraggio e valutazione dei rischi, la gestione normativa della sicurezza nei luoghi di lavoro si mostra pensata per imprese di grandi dimensioni, almeno secondo gli standard ita- liani».

(4) Sul punto si veda, tra gli altri, F. MALZANI, Ambiente di lavoro e nuovi rischi per la salute: non solo mobbing, in L. GUAGLIANONE,F.MALZANI (a cura di), Come cambia l’ambiente di lavoro: regole rischi, tecnologie, Giuffrè, 2007, p. 85, in cui viene affermato che l’emersione di un «nuovo concetto di rischio (e di rifles- so, un nuovo concetto di valutazione del rischio)» deve tenere conto anche

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del lavoratore, obbligando espressamente il datore di lavoro ad aggiornare la valutazione dei rischi (5) in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro signi- ficative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori.

Una delle sfide oggi più avvincenti in questo ambito è pertanto lo sviluppo di figure professionali munite delle competenze ne- cessarie per riconoscere questi rischi di nuova generazione, valu- tarli e di conseguenza individuare le misure idonee a neutraliz- zarli. Per comprendere quali saranno le linee evolutive di queste tendenze professionali già in atto, si deve partire dall’individuazione dei rischi che gli operatori della sicurezza – inclusi i tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, figura professionale prevalentemente operante nei servizi pubblici di prevenzione (6) – sono chiamati a fronteggiare all’interno di contesti produttivi in cui l’organizzazione del lavo- ro abbracci la IV Rivoluzione Industriale.

Con Industria 4.0 si passa dalla – ormai ampiamente diffusa – automazione dei processi produttivi ad un nuovo modello di or- ganizzazione produttiva in cui si ha un costante “dialogo” fra gli stessi macchinari industriali e fra questi e i lavoratori intercon- nessi, grazie all’automatico scambio di dati raccolti da sensori e

«dell’incidenza sulla salute di fattori cd. trasversali ossia quelli derivanti dall’organizzazione del lavoro».

(5) Obbligo definito dalla giurisprudenza come «vera e propria “architrave”

dell’organizzazione generale della sicurezza sul lavoro aziendale» (si veda in particolare Cass. pen. 13 giugno 2014, n. 25222, in olympus.uniurb.it). Così in A. STOLFA, Il documento di valutazione dei rischi: dimensione organizzativa e profili civilistici, in Diritto della Sicurezza sul Lavoro, 2016, n. 2, p. 2.

(6) Della ricostruzione storica di questa figura, dotata di un proprio profilo professionale e di una formazione universitaria ben definita – in cui si com- binano competenze specialistiche nei diversi ambiti della prevenzione con una base comune che conferisce una visione unitaria dell’attività prevenzio- nistica – si è di recente occupato S. NERI, I professionisti della prevenzione nel la- voro che cambia. Il tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, in Socio- logia del lavoro, 2018, n. 150, pp. 234 ss.

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veicolati tramite internet (7). In questo contesto viene in eviden- za il c.d. Internet of Things (“internet delle cose”, IoT), ovvero la possibilità di connettere in rete macchine e lavoratori così creando nuove forme di collaborazione e ottimizzando i tempi delle singole operazioni.

Salvo il dispiegarsi di inaspettati scenari di neo-luddismo 4.0, in- fatti, potranno essere introdotte in azienda innovazioni quali la tecnologia indossabile, la robotica collaborativa e la smart produc- tion – ovvero la collaborazione tra tutti gli elementi presenti nel processo di produzione, inclusi l’operatore, le macchine e gli strumenti – tutte innovazioni che avranno una significativa inci- denza sulla sicurezza dei lavoratori operanti nell’azienda stessa.

In particolare, si è precisato che il rischio di ripercussioni negati- ve sulla salute dei lavoratori può concretizzarsi sotto diverse forme: intensificazione del carico di lavoro, aumento della c.d.

costrittività organizzativa, sovraccarico di informazioni e diffi- coltà nel mantenere una separazione tra vita privata e vita pro- fessionale (8).

Tra le direttrici lungo le quali si sta sviluppando l’IoT vi è pro- prio l’estensione ad ambiti organizzativi della fabbrica come la

(7) Sul punto, cfr. M.TIRABOSCHI, F. SEGHEZZI,Il Piano nazionale Industria 4.0: una lettura lavoristica, in LLI, 2016, n. 2, I., in particolare pp. 7 ss. In ar- gomento si vedano anche F.SEGHEZZI, La nuova grande trasformazione. Lavoro e persona nella quarta rivoluzione industriale, ADAPT University Press, 2017, pp.

130 ss.; V. PERESSOTTI, Human centered manufacturing. L’uomo al centro della fab- brica. La quarta rivoluzione industriale ha ridisegnato il ruolo delle persone che devono maturare nuove competenze per interagire con i robot. Per dare vita a un innovativo mo- dello organizzativo ed economico, in Sistemi & Impresa, 2017, n. 5, pp. 42 ss.; M.

MENGHINI,S.CARAVELLA, Race against the Machine. Gli effetti della quarta rivo- luzione industriale sulle professioni e sul mercato del lavoro, in L’Industria, 2018, n. 1, pp. 43 ss., i quali peraltro pongono in evidenza come, nel contesto della digi- talizzazione delle attività produttive, le professioni dei tecnici della sicurezza sul lavoro rientrino fra quelle che presentano un basso rischio di sostituzio- ne da parte di macchine intelligenti.

(8) M. TRONCI, La gestione della sicurezza nei processi industriali della smart factory e del digital manufacturing, in RIMP, 2017, n. 2, p. 233.

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gestione della sicurezza e della compliance, oltre alla logistica in- terna e alla qualità dei processi (9). Secondo stime dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, il numero di di- spositivi in grado di interagire autonomamente con l’attività umana e di realizzare comunicazioni macchina-macchina è de- stinato a raggiungere entro il 2020 il numero di 50 miliardi (10).

Vedrà così la luce quella “ubiquità digitale” in cui tutti i disposi- tivi e i robot saranno collegati in rete, interconnessi e autono- mamente comunicanti fra loro (11). A fronte dell’invasività delle tecnologie odierne che portano a parlare di «ubiquitous r/evolution, ossia l’evoluzione/rivoluzione resa possibile dall’ubiquità delle tecnologie» in grado di aprire le porte ad un’epoca in cui «macchine e apparecchiature potranno essere in- stallate ovunque, persino nel corpo umano» (12) e sarà possibile avere interazioni con ologrammi dell’ambiente di lavoro tramite la creazione di spazi «per riunioni virtuali in cui l’avatar dell’organizzatore interagisce con quelli dei colleghi che sono in altri sedi, condividendo contenuti multimediali nei tavoli di lavo- ro 3D» (13), anche l’ambiente produttivo in un certo senso divie-

(9) INAIL, ICT e lavoro: nuove prospettive di analisi per la salute e la sicurezza sul lavoro, 2016, p. 22.

(10) J.KAIVO-OJA, op. cit., p. 2.

(11) M. IANSITI,K.R. LAKHANI, Digital ubiquity. How connections, sensors, and data are revolutionizing business, in Harvard Business Review, 2014, Novembre, pp.

90-99.

(12) J.KAIVO-OJA, op. cit., p. 1.

(13) G. GASBARRONE, 5G, cosa cambia per il mondo del lavoro, in agendadigitale.eu, 18 maggio 2020. Per un approfondimento sul punto, anche in merito al te- ma recentemente discusso del 5G con particolare riferimento ai potenziali nuovi rischi per la persona a causa dell’esposizione ai campi elettromagneti- ci, sempre meno evitabile a causa dello sviluppo delle tecnologie più innova- tive che si innestano nelle prestazioni lavorative quotidiane si rimanda a M.

TIRABOSCHI, Esposizione a campi elettromagnetici prodotti da telefoni cellulari, e G.

PIGLIALARMI, Il 5G e i nuovi ambienti di vita e di lavoro, entrambi in questo vo- lume, parte II.

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ne smart, facendo entrare sempre più nel gergo comune i concet- ti di Smart Factory (14) e Smart Manufacturing (15).

Questo dirompente cambiamento nell’organizzazione delle atti- vità produttive comporta delle rilevantissime ripercussioni nell’ambito della salute e della sicurezza sul lavoro, i cui primi profili critici concernono senz’altro i rischi di natura fisica con- naturati all’utilizzo delle tecnologie appena descritte.

Strette interazioni uomo-macchina, infatti, si avranno con i ro- bot collaborativi, anche detti “cobot”, i quali sono «in grado, grazie all’intelligenza artificiale e all’insieme dei sensori connessi, di svolgere attività di sostegno al lavoro dell’uomo sia in termini di alleggerimento della fatica, sia di accompagnamento nel sus- seguirsi delle singole mansioni, sia in termini di precisione e allo stesso tempo accrescere i livelli di sicurezza» (16). Una simile funzionalità della robotica collaborativa deriva dalla capacità del- la macchina di analizzare (e “interpretare”) ogni situazione, così rispondendo più velocemente ai bisogni di ogni specifica fase produttiva. Tutto questo, però, deve presupporre anche una ana- lisi degli spazi limitrofi alla macchina stessa, spazi nei quali ope- rano i dipendenti dell’azienda e nei quali, quindi, è presente una più o meno complessa attività di natura dinamica.

(14) Sul punto si veda in particolare M. TRONCI, op. cit., pp. 233 ss.; M.

TRONCI,L.MERCADANTE,P.RICCIARDI, Industria 4.0: rischi e opportunità per la tutela e la sicurezza dei lavoratori, in INAIL, Sfide e cambiamenti per la salute e la sicurezza sul lavoro nell’era digitale. Atti. Seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp, Csa, Cit, 2018, pp. 49 ss.

(15) Sul punto di veda in particolare T. WAGNER, C. HERRMANN, S.

THIEDE, Industry 4.0 Impacts on Lean Production Systems, in Procedia CIRP, 2017, vol. 63, pp. 125 ss.; M. TRONCI, op. cit.; J.R. MERCADER UGUINA, A.B.

MUÑOZ RUIZ, Robotics and Health and Safety at Work, in International Journal of Swarm Intelligence and Evolutionary Computation, 2019, vol. 8, n. 176, pp. 1 ss.

(16) M.COLOMBO,E. PRODI,F.SEGHEZZI, Le competenze abilitanti per Indu- stria 4.0. In memoria di Giorgio Usai, ADAPT University Press, 2019, p. 7.

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Dovranno quindi essere correttamente prevenuti, in primo luo- go ad opera dei progettisti e degli installatori, i rischi di natura fisica, ancor più in considerazione del fatto che i robot saranno sempre più abili, intelligenti, mobili e privi di gabbie protettive, interagendo con le persone all’interno delle c.d. zone di sicurez- za dinamiche (17). A ciò si aggiunga che i sensori presenti sui co- bot dovrebbero essere una garanzia per la sicurezza dei lavorato- ri, minacciata da rischi di contatto/impatto, ma proprio tali sen- sori potrebbero sporcarsi, subire avarie, interferenze o veri e propri attacchi cibernetici da remoto (18).

Queste interazioni paiono in qualche modo riproporre quella stessa maggior complessità – e pericolosità – che contraddistin- gue ambienti di lavoro in cui siano presenti più organizzazioni produttive, in ragione dell’affidamento di attività in appalto en- doaziendale. Nella stessa misura in cui i rischi da interferenze, derivanti dalla presenza – anche non contemporanea – di impre- se diverse nello stesso luogo produttivo, dovranno esser valutati ed eliminati o ridotti al minimo tramite la redazione del DUVRI (documento unico di valutazione dei rischi da interferenze) di cui all’art. 26 del d.lgs. n. 81/2008, così dovranno essere preve- nuti, con altri strumenti, anche i rischi derivanti dalla “sponta- nea” movimentazione e attivazione dei macchinari e dei robot presenti in azienda.

Altra fonte di rischio pare annidarsi proprio in uno degli stru- menti tecnologici che maggiormente presentano una vocazione migliorativa delle condizioni di salute dei lavoratori: gli esosche- letri. In particolare ci si è chiesti se gli esoscheletri, oltre ad esse- re sicuramente riconducibili al genus delle attrezzature di lavoro,

(17) N.STACEY ET AL., Foresight on new and emerging occupational safety and health risks associated with digitalisation by 2025, EU-OSHA, 2018, p. 46.

(18) Ivi, p. 47. Per una ricognizione delle più frequenti casistiche di incidenti relativi alla robotica, anche causati dall’errore umano, cfr. R. BORGATO, Ro- bot e incidenti sul lavoro, in www.amblav.it, 8 maggio 2017, reperibile anche in sa- lus.adapt.it, alla voce Accidents at work: figures.

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possano anche essere ricompresi nella species dei dispositivi di protezione individuale, propendendo per una soluzione afferma- tiva in quanto questi sono progettati con finalità di protezione del lavoratore da rischi per la sua salute e per la sua sicurezza, avendo prevalentemente una funzione preventiva rispetto ai di- sturbi muscolo-scheletrici (19). Proprio questa funzione, tale da rendere gli esoscheletri degli efficaci strumenti di mitigazione del rischio da sovraccarico biomeccanico, ha indotto la medesima dottrina ad affermare che sarà a breve doveroso per i datori di lavoro – a pena di rimproverabilità penale, se si accede al princi- pio della «massima sicurezza tecnologicamente possibile» (20) – darli in dotazione ai lavoratori addetti ad attività di movimenta- zione manuale di carichi o aventi mansioni che prevedano mo- vimenti ripetitivi.

Tuttavia, si è parimenti messo in evidenza che «l’interazione uomo-macchina rappresenta una fonte di nuovi rischi inediti per i lavoratori, quali stress e disturbi d’ansia legati alla massiccia presenza di automazione e robotica percepita come estranea nel proprio agire quotidiano», quindi dovrà essere adeguatamente

(19) N. MENARDO,C.DRUETTA, Utilizzo di esoscheletri in ambito industriale e si- curezza sul lavoro, in ISL, 2019, n. 1, p. 23.

(20) Principio secondo il quale l’imprenditore sarebbe sempre e comunque tenuto ad allineare il sistema della sicurezza aziendale ai migliori standard raggiunti dal progresso tecnologico, con conseguente obbligo di costante aggiornamento scientifico a carico del datore di lavoro. In proposito si veda, ex multis, G. NATULLO, La «massima sicurezza tecnologica», in DPL, 1997, n. 12, p. 815; L. MONTUSCHI, L’incerto cammino della sicurezza del lavoro fra esigenze di tutela, onerosità e disordine normativo, in RGL, 2001, n. 4, I, p. 508; S. DI STASI, Obblighi di sicurezza, sistema “collaborativo” e principio di autoresponsabilità del presta- tore di lavoro (nota a Cass. pen. 17 giugno 2015, n. 36040), in ADL, 2015, n.

6, I, pp. 1385 ss. Si deve tuttavia osservare come C. cost. 25 luglio 1996, n.

312, al fine di salvaguardare il «principio costituzionale di necessaria deter- minatezza delle previsioni della legge penale», abbia arginato l’orientamento tendente ad applicare il criterio della massima sicurezza tecnologicamente possibile imponendo il più mite principio del livello di sicurezza general- mente praticato nel settore merceologico di appartenenza o derivante da specifiche prescrizioni di legge.

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valutato anche questo rischio psichico in sede di introduzione degli esoscheletri nell’organizzazione produttiva (21). È stato allo stesso tempo evidenziato come fra i rischi riconducibili all’utilizzo di esoscheletri rientri anche un (ingannevole) senso di

“invulnerabilità”, o potremmo dire di “onnipotenza”, percepito dai lavoratori a causa della maggior forza fisica resa disponibile dalla macchina e che potrebbe spingerli a condotte di volontaria e ingiustificata esposizione a rischi maggiori (22).

Una diversa fonte di rischio, in questo caso di natura chimica, è racchiusa nella manifattura additiva e nella stampa 3D, di cui non si è ancora dimostrata l’effettiva nocività, ma sulla cui peri- colosità vengono già avanzate ipotesi sempre più circostanziate.

In particolare viene messo in luce come le stampanti 3D rilasci- no delle particelle ultrasottili rendendo così necessario che il da- tore di lavoro, sebbene manchino evidenze scientifiche sul pun- to, adotti una serie di misure a titolo precauzionale, quali l’isolamento della stampante rispetto alle altre aree di lavoro, la predisposizione di un sistema di aspirazione dei fumi, l’organizzazione di una specifica informazione e formazione sui rischi noti e potenziali, nonché la realizzazione della sorveglianza sanitaria al fine di monitorare le condizioni di salute degli addetti alla stampa tridimensionale (23).

Come detto, non si hanno ancora dati scientifici consolidati, ma si è condivisibilmente ricordato che, a fronte di così gravi peri- coli per la salute, «pur in assenza di certezze scientifiche circa la pericolosità di date sostanze, prodotti o condotte, le convenzioni internazionali e le fonti del diritto europeo suggeriscono di adot- tare il principio di precauzione» (24). Peraltro, la giurisprudenza penale di legittimità pare aver aderito, proprio con riferimento

(21) N. MENARDO,C.DRUETTA, op. cit., p. 25.

(22) N.STACEY ET AL., op. cit., p. 48.

(23) A. ROTA, Stampa 3D: un nuovo rischio da ignoto tecnologico?, in LLI, 2015, n.

1, p. 118.

(24) Ivi, p. 113.

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alle patologie asbesto-correlate, all’orientamento interpretativo della massima sicurezza tecnologicamente possibile nello stabili- re che, «in tema di responsabilità colpose connesse all’esercizio di attività imprenditoriali per infortuni o malattie che colpiscano i lavoratori, deve ritenersi che il datore di lavoro abbia l’obbligo, ai sensi dell’art. 2087 c.c., di tenersi aggiornato sullo stato delle conoscenze scientifiche e delle tecniche atte a prevenire l’insorgere di detti eventi lesivi e di adeguare quindi a tali cono- scenze gli ambienti e le procedure di lavoro, anche a prescindere da specifiche previsioni normative» (25).

Analogamente, i nanotubi di carbonio destano molta preoccupa- zione nella comunità scientifica, poiché potrebbero rappresenta- re un pericolo per la salute umana non solo a causa dell’esposizione nei luoghi di lavoro, ma anche per una generale esposizione dovuta all’uso, alla degradazione o smaltimento dei prodotti commerciali, così come per un’esposizione diretta in caso di loro utilizzo nei prodotti biomedici. Questi nanotubi, in- fatti, pur avendo proprietà straordinarie per futuri sviluppi inge- gneristici, hanno un aspetto fibroso, una notevole durabilità fisi- co-chimica e un’apparente biopersistenza nel polmone, così sug- gerendo una potenzialità nociva analoga a quella dell’asbesto nell’induzione del mesotelioma (26).

Quanto finora osservato basterebbe a far comprendere la com- plessità del quadro prevenzionistico che si va delineando come sfondo dell’Industria 4.0 e, di riflesso, a dare la dimensione dell’incremento delle competenze specialistiche necessarie per poter correttamente gestire questa complessità. Tuttavia, deve aggiungersi un ulteriore elemento critico rappresentato dall’impiego nei processi produttivi dell’intelligenza artificiale.

(25) Cass. pen. 17 gennaio 2012, n. 20227.

(26) G. CASTELLET Y BALLARÀ, Nanotubi di carbonio versus fibre di amianto: un nuovo rischio per la salute umana?, in INAIL, Sfide e cambiamenti per la salute e la sicurezza sul lavoro nell’era digitale. Atti. Seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp, Csa, Cit, cit., pp. 305 ss.

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Esiste, infatti, «una specifica differenza, qualitativamente ap- prezzabile, tra la rischiosità tipica delle macchine di concezione tradizionale e la rischiosità dei robot potenziati da intelligenza artificiale in senso forte. Un robot capace di autoapprendimento ed autonomia decisionale, in conseguenza delle esperienze fatte o delle influenze derivanti dall’interazione con l’ambiente, po- trebbe assurgere ad unicum disarticolato dalla riproducibilità se- riale» (27).

In altri termini, un robot intelligente potrebbe sviluppare, sulla base delle impostazioni inserite e della “esperienza” maturata in un dato contesto lavorativo, comportamenti singolari, non ri- scontrabili in altri esemplari in commercio e imprevisti in fase di progettazione. Ne consegue che, nell’introdurre in azienda robot dotati di intelligenza artificiale e di capacità di autoapprendimen- to, il datore di lavoro sarà tenuto a valutare anche questo rischio di concretizzazione di una culpa in educando della macchina, come anche i rischi da interferenza tra l’agire dei lavoratori e le inizia- tive prese in autonomia dai robot, nonché i rischi di natura psi- cologica rappresentati dalle dinamiche relazionali ed emotive che i lavoratori potrebbero instaurare con i robot, e sarà conseguen-

(27) V. MAIO,Il diritto del lavoro e le nuove sfide della rivoluzione robotica, in ADL, 2018, n. 6, I, p. 1430, il quale rimarca l’inadeguatezza delle vigenti normati- ve, fra cui la c.d. direttiva macchine – oggi applicabile anche ai robot dotati di intelligenza artificiale, ma che non considera il grado di autonomia, e con- seguentemente di imprevedibilità, di tali macchine – nel regolare le respon- sabilità per condotta colposa dei robot e suggerisce quindi di elaborare

«meccanismi di imputazione distribuita o selettiva da graduare in relazione all’incidenza causale delle competenze auto-apprese dal robot e della nocivi- tà della istruzione impartitagli» dall’utilizzatore. Sul punto, si vedano anche E. PALMERINI, Robotica e diritto: suggestioni, intersezioni, sviluppi a margine di una ricerca europea, in RCP, 2016, n. 6, p. 1835; A.SANTOSUOSSO, C.BOSCARA- TO,F.CAROLEO,Robot e diritto: una prima ricognizione, in NGCC, 2012, n. 2, p.

511.

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