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SEDUTA DI GIOVEDI 18 NOVEMBRE I n d i c e. Barón Crespo, Poettering, Dupuis, Voggenhuber, Napolitano

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(1)

___________________________

I n d i c e

Doyle, Bowis

1. Approvazione del processo verbale della seduta precedente Kauppi, Dell’Alba, Corbett, McCartin, Vander Taelen

***

Lienemann

2. Decisione sulle urgenze

Barón Crespo, Poettering, Dupuis, Voggenhuber, Napolitano

3. Ordine del giorno

Schulz, Pirker, Watson, Vitorino (Commissione), Pirker, Giannakou-Koutsikou

4. Indagini interne effettuate dall’OLAF

Cappato, Napolitano, Bösch, Méndez de Vigo, Corbett, Duff, Voggenhuber, Brok, Dupuis

5. Creazione del sistema EURODAC

Pirker, Schulz, Watson, Sörensen, Frahm, Krarup, Vanhecke, Terrón i Cusí, McKenna, Krivine, Hager, R. Evans, Vitorino (Commissione)

6. Piano d’azione in materia di lotta contro la droga Giannakou-Koutsikou, Corbey, Vitorino (Commissione)

7. Votazioni

Della Vedova, Schreyer (Commissione), Chichester, Schwaiger, Kreissl-Dörfler, Maes, McNally, E.

Mann, Schwaiger, Wurtz, McNally, Schwaiger, Chichester, Friedrich, Barón Crespo, Cunha, McNally, Coûteaux, Berthu, Corbett, Berthu, Corbett, Méndez de Vigo, Schulz, Giannakou-Koutsikou, Pirker, Schulz, Pirker, McKenna, Rothley, Bordes, Cauquil, Laguiller, Eriksson, Frahm, H. Schmid, Seppänen, Sjöstedt, Gollnisch, Hager, Martinez, Berthu, Auroi, Andersson, Färm, Hedkvist Petersen, Hulthén, Schori, Theorin, Bordes, Cauquil, Laguiller, Caullery, Désir, Fruteau, Howitt, D. Martin, Miranda, Mulder, Souchet, Berthu, Bordes, Cauquil, Laguiller, Sacrédeus, Alyssandrakis, Andersson, Färm, Hedkvist Petersen, Schori, Beazley, Blak, Camre, Caudron, Cossutta, Eriksson, Frahm, H. Schmid, Seppänen, Sjöstedt, Gahrton, Schörling, Haarder, Hager, Kirkhope, Marinho, Miranda, Theorin, Maes, Andersson, Färm, Hedkvist Petersen, Hulthén, Schori, Theorin, Blak, Figueiredo, Lang, Swiebel

8. Discussione su problemi d'attualità

. Problema informatico dell’anno 2000: settori nucleari civile e militare

Plooij-van Gorsel, Theorin, I. Schröder, Morillon, Doyle, Lucas, Lamy (Commissione)

(2)

. Timor orientale

Seguro, McKenna, Figueiredo, Costa Neves, Queiró, Maij-Weggen, Lamy (Commissione), Maij- Weggen

. Diritti dell’uomo

Sylla, Frassoni, Salafranca Sánchez-Neyra, Malmström, Díez González, González Álvarez, Dupuis, Karamanou, Laguiller, Malmström, Marset Campos, Sakellariou, Schroedter, Pack, Posselt, Swoboda, Coûteaux, Belder, Schroedter, Posselt, Chichester, Lamy (Commissione)

. Ruanda/Burundi

Ries, Van den Berg, Rod, Maes, Khanbhai, Van Hecke, Berend, Lamy (Commissione)

. Pakistan

Duff, T. Mann, Sakellariou, Lambert, Lamy (Commissione)

9. Votazioni (proseguimento)

Posselt, Caudron, Figueiredo, Foster, Sacrédeus, Scallon, Ortuondo Larrea, Schroedter, Bordes, Cauquil, Laguiller

10. Piano d’azione in materia di lotta contro la droga (proseguimento)

Pirker, Schulz, Wiebenga, Buitenweg, Camre, Blokland, Turco, Cederschiöld, Van den Berg, Watson, I. Schröder, Meijer, Coelho, Karamanou, Ojeda Sanz, Bowis, Lisi

11. Lotta contro la contraffazione di documenti di viaggio

Newton Dunn, Pirker, Gebhardt, Tannock, Schulz, Fatuzzo, Vitorino (Commissione)

12. Garanzie sui prestiti a favore di progetti realizzati al di fuori della Comunità Rühle, Khanbhai, Casaca, Virrankoski, Färm, Blak, Solbes Mira (Commissione)

13. Garanzie sui prestiti a favore di progetti realizzati in Turchia Seppänen, Alyssandrakis, Solbes Mira (Commissione)

4-002

PRESIDENZA DELLA ON. FONTAINE Presidente

4-003

(La seduta inizia alle 10.00)

***

4-004

Doyle (PPE-DE). - (EN) Signora Presidente, vorrei chiederle di protestare con veemenza, a nome di noi tutti, per la brutale e selvaggia esecuzione in pubblico di una madre di sette figli, perpetrata martedì a Kabul dal regime dei taliban. Non dirò altro; sono indignata per questo atto di barbarie, e noi tutti dovremmo esserlo.

La prego di protestare a nome di noi tutti.

(3)

(Vivi applausi)

4-005

Presidente. – Onorevole Doyle, io stessa ho avuto modo di leggere tale informazione e devo confessare che mi ha profondamente colpita e sdegnata. Credo che gli applausi dimostrino che tutti i deputati convengono sull’opportunità di comunicare all’Afganistan l’indignazione del Parlamento europeo.

4-010

Approvazione del processo verbale della seduta precedente

4-011

Presidente. – Il processo verbale della seduta di ieri è stato distribuito.

Vi sono osservazioni?

4-012

Kauppi (PPE-DE). - (FI) Signora Presidente, il processo verbale di ieri evidenzia anche un altro problema che oltretutto mi riguarda: vengo indicata come "signore", e nella spiegazione di voto sulla relazione Aviles Perea concernente il programma DAPHNE sono stata trascritta come "Herr" Kauppi, mentre preferirei figurare piuttosto come "Madame".

4-013

Presidente. – Onorevoli deputati, sono costernata di fronte a tutti gli errori rilevati, che, benché sia evidente la loro origine materiale, non rientrano nella normalità. Verranno comunque apportate le modifiche del caso.

4-014

Dell’Alba (NI). – (FR) Signora Presidente, a pagina 20 del processo verbale si afferma che io avrei sostenuto le affermazioni dell’onorevole Dupuis. Siamo colleghi e mi trovo spesso d’accordo con lui, tuttavia non era questo il punto. L’intervento dell’onorevole Dupuis, così come il mio, mirava a contestare la richiesta formulata dall’onorevole Barón sull’applicazione dell’articolo 112. Avevo infatti chiesto alla Presidenza se poteva esaminare la ricevibilità di detta richiesta e fornire una risposta all’Assemblea oggi durante la mattinata.

4-015

Presidente. – Onorevole Dell’Alba, ciò rientra proprio nei miei compiti.

4-008

Corbett (PSE). - (EN) Signora Presidente, mi sembra che la versione inglese del processo verbale di ieri riporti la data di giovedì 17 dicembre. Sono certo che il Parlamento non può redigere il processo verbale di oggi prima che abbiano luogo i dibattiti e le relative votazioni. Spero che saranno apportate le debite correzioni.

4-009

Presidente. – Onorevole Corbett, la rassicuro subito: le cose non stanno così, si è trattato di un errore.

4-016

McCartin (PPE-DE). - (EN) Signora Presidente, vorrei riferirmi alla solidarietà da lei espressa nei confronti delle popolazioni francesi colpite da gravi inondazioni. Ieri mattina è stato estremamente opportuno, da parte sua, sollevare la questione. Peraltro, lei non si è limitata ad esprimere solidarietà, ma ha chiesto alla Commissione di offrire assistenza alle popolazioni colpite. Talvolta il Parlamento manca di coordinamento interno. Un paio d'anni fa abbiamo annullato la possibilità di offrire aiuti a cittadini dell'Unione europea che si trovino in tali circostanze. Abbiamo espresso la stessa solidarietà alla Grecia e chiesto la stessa assistenza, ma non ci sono fondi disponibili. In futuro, quindi, o riusciremo a reperire i fondi necessari e realizzare le condizioni più opportune perché tali fondi possano essere erogati, oppure dovremo smettere di chiedere alla Commissione di fornire la sua assistenza. Abbiamo espresso solidarietà alla Grecia soltanto a parole, e stiamo facendo la stessa cosa con la Francia.

4-017

Presidente. – La ringrazio, onorevole McCartin. Ho avuto modo di accennare proprio a tale problema ieri, in apertura di seduta.

4-018

Vander Taelen (Verts/ALE). – (NL) Signora Presidente, ho chiesto di intervenire per una questione procedurale. Senza che me ne accorgessi, siamo passati dalle questioni procedurali alla relazione. Vorrei fare una precisazione a proposito di un problema che, forse, può sembrare poco importante. Ogni giorno cresce la

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mia irritazione di fronte al folle spreco di carta in questo edificio. Tante sono le parole sprecate e ancora maggiore è il quantitativo di carta sprecato. Né si parla di riciclaggio. Nell’edificio del Parlamento di Bruxelles – il diretto concorrente del palazzo in cui ci troviamo – disponiamo perlomeno di scatoloni di cartone in cui depositare tutta quella carta della quale non abbiamo più bisogno. In questo edificio, nonostante i dispositivi ultramoderni e sofisticati di cui è dotato, non ho ancora intravisto la presenza di questi comodi ed economici scatoloni che possono svolgere un ruolo importante nel processo di riciclaggio della carta. Vorrei pertanto chiederle di adoperarsi a favore di una piccola iniziativa. Credo sia accettabile, sotto il profilo del bilancio, dotare i membri del Parlamento di scatoloni di cartone nei quali possono depositare la carta destinata al riciclaggio.

4-019

Presidente. – La ringrazio, onorevole Vander Taelen, per il suo contributo anche se, in effetti, non è una questione prettamente attinente al processo verbale. Non è un fatto eccessivamente grave. La richiesta è ciò non di meno pertinente ed intendo sottoporla oggi stesso al collegio dei questori per verificare se sia possibile trovare una soluzione al problema da lei sollevato.

(Il processo verbale è approvato)

***

4-020

Decisione sulle urgenze

4-021

Lienemann (PSE). – (FR) Signora Presidente, ho atteso la votazione sul processo verbale per replicare all’onorevole Vander Taelen. Ognuno di voi avrà notato che su ciascun cestino è riportata la tipologia di rifiuti che vi si può gettare, e c’è anche un cestino per la carta e il cartone. Nel Parlamento a Strasburgo si procede pertanto alla raccolta differenziata.

(Applausi)

4-022

Relazione (A5-0066/1999) dell’onorevole Napolitano a nome della commissione per gli affari costituzionali, sulle modifiche al regolamento a seguito dell'accordo interistituzionale del 25 maggio 1999 relativo alle indagini interne effettuate dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF)

4-022

Presidente. – Ai sensi dell’articolo 112 del Regolamento, mi è stata presentata una richiesta d’applicazione della procedura d’urgenza da parte del gruppo del Partito del socialismo europeo e dal gruppo del Partito europeo dei liberali democratici e riformatori. L’urgenza è motivata dal fatto che è imperativo mantenere gli impegni interistituzionali assunti in merito all’OLAF che sono stati messi in opera dalle altre Istituzioni interessate.

4-023

Barón Crespo (PSE). - (ES) Signora Presidente, ieri, a nome del mio gruppo e del gruppo liberale, nonché con il sostegno manifestato in Aula dal gruppo PPE-DE, ho presentato una richiesta affinché fosse dichiarata l’urgenza del dibattito e l’approvazione dell’accordo interistituzionale sull’OLAF, ratificato nel corso della legislatura precedente. Tale dibattito era previsto nell’ordine del giorno di ottobre e, in vista di esso, il mio gruppo e, ritengo, anche gli altri gruppi hanno cercato di dissipare gli eventuali e legittimi dubbi dei nostri colleghi. E’ arrivato il momento che il Parlamento si assuma le proprie responsabilità, avendo firmato, ratificato, sostenuto e negoziato l’accordo. Ho formulato la mia richiesta sulla base del paragrafo 2 dell’articolo 112 del Regolamento e in riferimento al paragrafo 1 dell’articolo 60, poiché non si tratta di una questione legislativa. E’, infatti, una questione costituzionale poiché questo è un accordo interistituzionale.

Signora Presidente, la prego di concedermi ancora un minuto, perché non ho chiesto la parola per fare delle allusioni. Ieri sono stato vittima di un’aggressione da parte di un deputato, l’onorevole Dupuis, che ha definito i firmatari della richiesta “complici dell’onorevole Barón Crespo”. Poi mi ha fatto l’onore di paragonarmi ad uno dei suoi eroi preferiti: ha detto che sono uno stalinista. Signora Presidente, ritengo che in seno al Parlamento ci si debbano rispetto e considerazione reciproci e che non si debba confondere la libertà di espressione con l’insulto sistematico e l’arroganza politica.

(5)

(Applausi)

Perciò io, che cerco di rispettare i miei colleghi, chiedo di essere trattato allo stesso modo. Ci sarebbe mancato soltanto che l’onorevole Dupuis ci accusasse di revisionismo, nella migliore tradizione stalinista. Ci sarebbe mancato soltanto questo.

4-024

Presidente. – La ringrazio, onorevole Barón Crespo. Ritengo che l’onorevole Dupuis avrà modo di replicare poiché si è iscritto per intervenire contro tale richiesta.

L’onorevole Barón Crespo ha appena illustrato la richiesta e l’onorevole Poettering ha chiesto la parola per esprimersi a suo favore.

4-025

Poettering (PPE-DE). – (DE) Signora Presidente, qui si impongono alcune osservazioni. Posso innanzi tutto confermare che l'onorevole Barón Crespo, che considero non come un complice bensì – malgrado tutte le divergenze politiche – come uno stimato collega, ha esposto correttamente gli avvenimenti riportando la mia dichiarazione che anche il gruppo del Partito popolare europeo e dei democratici europei vuole la votazione sulla relazione Napolitano.

Ho esposto le nostre intenzioni al collega Barón Crespo, ma non ho firmato la richiesta perché, appena prima che egli mi chiedesse di sottoscriverla, avevo avuto un colloquio con un membro del suo gabinetto. Il gruppo del Partito popolare europeo e dei democratici europei ha affermato che, se i problemi presentati dalla relazione Napolitano fossero stati più o meno risolti, avrebbe potuto e voluto sostenere la richiesta. Le difficoltà sono state appianate in misura appena sufficiente a permetterci di votare a favore, sebbene non ne siamo affatto entusiasti.

Abbiamo ribadito di voler giungere ad una decisione su questa incresciosa questione entro la fine del mese di novembre ed ora onoriamo alla lettera l'impegno assunto. Ma è certamente responsabilità dell'Ufficio di presidenza del Parlamento vegliare sul pieno rispetto delle procedure. Siamo certi che potremo affrontare l'urgenza senza commettere errori formali. A queste condizioni siamo favorevoli alla votazione di giovedì, vale a dire di oggi, con cui dirimeremo definitivamente l'incresciosa questione. Ma non vogliamo che si violi nessuna regola procedurale.

(Applausi)

4-026

Presidente. – La ringrazio, onorevole Poettering. Credo proprio che se la votazione si svolgesse domani, venerdì, sarebbe alquanto difficile ottenere i 314 voti necessari, sebbene non lo si possa dare per scontato!

4-027

Dupuis (NI). – (FR) Signora Presidente, credo che l’onorevole Voggenhuber voglia chiedere la parola contro la richiesta presentata. Io, invece, intervengo a favore della sua ricevibilità nella misura in cui l’articolo 112 rinvia all’articolo 60, il quale concerne le proposte della Commissione ed i testi legislativi. L’onorevole Barón Crespo ha una concezione molto evolutiva del Regolamento. Ieri citava l’articolo 60, oggi si riferisce al 61, di natura costituzionale. L’Assemblea può constatare la ricchezza delle notti a Strasburgo e la capacità di far evolvere il diritto interno.

Nei consideranda della relazione Napolitano si fa esplicito riferimento all’articolo 199 del Trattato di Amsterdam, che verte in modo altrettanto esplicito sul Regolamento interno del Parlamento europeo. Si tratta pertanto di un’ulteriore dimostrazione del fatto che la procedura richiesta ieri dall’onorevole Barón Crespo non ha nulla a che vedere con l’articolo 112. Le chiedo dunque, Signora Presidente, di non mettere ai voti e di considerare irricevibile la richiesta dell’onorevole Barón Crespo.

4-028

Presidente. – Molto bene, la ringrazio, onorevole Dupuis.

L’onorevole Dupuis è intervenuto sulla questione della ricevibilità della richiesta in esame. Onorevole, non si sorprenderà nel sentire che ho passato gran parte della notte a studiare il problema. Sono giunta alla conclusione che la richiesta è perfettamente ricevibile ai sensi del Regolamento. Lei è stato ascoltato, cedo ora la parola all’onorevole Voggenhuber, che si pronuncerà contro la richiesta.

4-029

(6)

Voggenhuber (Verts/ALE). – (DE) Signora Presidente, intervenendo dopo di lei sono desolato di doverla contraddire, ma la mia valutazione è decisamente diversa. L'articolo 112 stabilisce in modo inequivocabile che le proposte su cui è richiesto il parere del Parlamento siano oggetto di una discussione. E’ palese che ci troviamo di fronte ad una modifica del Regolamento. Non si tratta dell'accordo interistituzionale, a cui l'emendamento Napolitano non si riferisce. Si tratta invece di una modifica al Regolamento ed è evidente che, in termini puramente formali, essa non rientra nel campo di applicazione dell'articolo 112.

La questione assume una spiccata valenza politica perché dobbiamo tutelare il Regolamento del Parlamento da modifiche ad hoc dettate dalle circostanze. Riconoscere che non si applica l'articolo 112 rappresenta una tutela per il Regolamento. Neppure i Parlamenti nazionali possono trasformare i loro Regolamenti interni a seconda dei capricci del momento.

La procedura che ha dato origine alla discussione odierna e a questa decisione presenta tutta una serie di violazioni del regolamento, anche in seno alla commissione per gli affari costituzionali. Si sono dichiarati irricevibili emendamenti che, ai sensi del Regolamento, erano perfettamente ammissibili. Si è omesso di fissare le scadenze per la presentazione degli emendamenti. I gruppi politici più numerosi hanno tentato di far passare la loro mozione nel ripetuto e voluto disprezzo del Regolamento. Ne sono tanto più stupito in quanto il rifiuto del PPE di accettare la maggioranza qualificata all'ultima votazione ha scatenato una discussione in Aula che ha dimostrato a molti parlamentari come l'accordo interistituzionale comporti un pregiudizio per i diritti del Palamento, un serio danno al libero mandato e una limitazione del ruolo costituzionale dell'Aula.

La richiesta di rinvio in commissione del PPE era pienamente legittima; non comprendiamo pertanto perché, malgrado i gravissimi problemi di costituzionalità presentati dalla relazione, si sia scelta una simile procedura, che non trova riscontro nel Regolamento.

(Applausi)

Per puntualizzare la questione: in quest'Aula nessuno è contrario ad un ampliamento della lotta contro la frode, che potrà comprendere anche la competenza dell'OLAF per il Parlamento. Chiedendo che si possano condurre indagini contro parlamentari liberamente eletti in base a concetti giuridici molto vaghi – fatti gravi – e nel quadro di norme disciplinari inesistenti, il Consiglio ha esagerato perché ha minato la posizione del Parlamento e messo apertamente in dubbio il principio della libertà del mandato. Il Parlamento, a buon diritto, ne è allarmato.

(Applausi)

Signora Presidente, la esorto a considerare che questo dibattito non può essere ora concluso con la forza e violando il regolamento.

(Applausi)

4-030

Presidente. – Onorevoli colleghi, la situazione mi sembra, nei limiti del possibile, alquanto chiara. L’articolo 112 del Regolamento rinvia all’articolo 60, paragrafo 1: “L'urgenza di una discussione su una proposta sulla quale è richiesto il parere del Parlamento ai sensi dell'articolo 60, paragrafo 1”. E l’articolo 60, paragrafo 1, precisa in modo puntuale: “proposte della Commissione e altri documenti di carattere legislativo”.

Il problema interpretativo si pone piuttosto in merito alla natura della relazione dell’onorevole Napolitano.

Personalmente, ritengo – e ancora una volta tale convinzione mi ha guidata nella riflessione, sebbene io intenda chiedere al relatore se ne conviene – che essa abbia per oggetto l’applicazione di un testo di carattere legislativo, poiché si tratta del Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio in merito alle inchieste svolte dall’OLAF. Pertanto, visto che la relazione dell’onorevole Napolitano verte su un testo di carattere legislativo, mi pare che si rientri nell’ambito dell’articolo 60, paragrafo 1, a cui l’articolo 112 del Regolamento rinvia. Mi auguro di essere stata sufficientemente chiara.

Onorevole Napolitano, condivide la mia opinione?

4-031

(7)

Napolitano (PSE), relatore. - Signora Presidente, io condivido pienamente la definizione che lei ha dato del mandato affidato alla commissione per gli affari costituzionali, un mandato molto preciso e molto ristretto. Si tratta semplicemente di inserire nel nostro Regolamento l'accordo interistituzionale e quindi io condivido ciò che lei ha detto del carattere della relazione.

4-032

Ordine del giorno

4-033

Presidente. – Onorevoli colleghi, non dedichiamo l’intera mattinata a questo argomento.

Abbiamo udito l’onorevole Barón Crespo, che ha presentato la richiesta, e l’onorevole Poettering, che si è pronunciato a suo favore. Vorrei ora sapere se c’è un oratore che desidera intervenire contro la richiesta.

In caso contrario la metto direttamente ai voti.

(Il Parlamento approva la richiesta di applicazione della procedura d’urgenza)

La questione viene pertanto inserita come primo punto all’ordine del giorno di oggi.

4-034

Schulz (PSE). – (DE) Signora Presidente, mi spiace dover attirare per un attimo la sua attenzione con un altro richiamo al Regolamento. La decisione appena adottata di iscrivere all'ordine del giorno la relazione Napolitano crea un problema per la commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni. Sulla nostra agenda figura la relazione dell'onorevole Pirker su EURODAC, una relazione estremamente controversa che ieri sera alla riunione del gruppo socialista ha suscitato accese discussioni, al punto che mi hanno indotto a chiedere al relatore il suo assenso a rinviare la votazione alla prossima plenaria di Bruxelles. Egli però, comprensibilmente, ha respinto la proposta. La decisione adottata ora dall'Aula di iscrivere all'ordine del giorno la relazione Napolitano fa prevedere che non saremo in grado né di concludere il dibattito sulla relazione Pirker, né, conseguentemente, di votarla oggi.

Ciò comporterebbe innanzi tutto un dibattito dai toni estremamente controversi e, in secondo luogo, una modestissima partecipazione alla votazione su una relazione di tale rilievo: un trattamento niente affatto consono alla materia trattata nella relazione. Signora Presidente, la esorto pertanto ad adoperarsi affinché venga messa ai voti la mia mozione che, data la situazione, si stralci la relazione Pirker dall'ordine dei lavori di oggi e la si rinvii alla plenaria di dicembre di Bruxelles.

(Proteste)

4-035

Presidente. – Onorevoli colleghi, cedo la parola al relatore sulla creazione del sistema EURODAC, l’onorevole Pirker.

4-036

Pirker (PPE). – (DE) Signora Presidente, un chiarimento preliminare: da quasi un anno stiamo discutendo della relazione relativa ad EURODAC, vale a dire di un regime di verifica delle responsabilità degli Stati membri in materia di espletamento delle pratiche di asilo e di lotta contro l'abuso del diritto di asilo. In primavera i socialisti, insieme ai verdi e ad altri, hanno fatto marcia indietro e, mentre prima erano favorevoli all'instaurazione del sistema, si sono dichiarati contrari all'introduzione di EURODAC, rappresentato all'epoca da una convenzione e da un protocollo. Un comportamento sfacciato ed intollerabile, perché era urgente trovare una soluzione. In autunno abbiamo poi aperto il dibattito sul regolamento del Consiglio, che è stato esaminato a lungo e nel dettaglio nelle riunioni di commissione dove, in piena sintonia con i socialisti e con gli altri partiti, eccezion fatta per i verdi, contrari all'intero sistema, siamo giunti alla conclusione che EURODAC è necessario.

Alla votazione in commissione non è stato presentato alcun emendamento, si è piuttosto dimostrato il pieno assenso dei socialisti, dei liberali e degli altri partiti politici sulla necessità di rendere operativo EURODAC.

Dobbiamo condurre la discussione e portarla a conclusione.

(Applausi)

(8)

Se si dovessero ripetere i fatti della primavera, se cioè i socialisti, per motivi inspiegabili, dovessero improvvisamente cambiare fronte e votare inaspettatamente contro EURODAC, dovrebbero assumere la piena responsabilità del fatto che continueremmo a non disporre di un assetto europeo organico nell'ambito del diritto di asilo, né di un sistema di lotta contro gli abusi. Dovrebbero sostenerne la piena responsabilità politica.

(Applausi)

Per quanto riguarda la discussione sulla relazione, chiedo che si provveda a dibatterla e a votarla oggi.

Dobbiamo mirare a questo obiettivo, su cui possiamo transigere in un unico caso: se, contrariamente alle aspettative, il tempo non dovesse bastare e se l'unica alternativa fosse un rinvio a domani della votazione, sarebbe opportuno mettere ai voti in Aula la modifica. Ma, signora Presidente, le chiedo di adoperarsi affinché la discussione e la votazione si tengano oggi perché non possiamo perdere tempo. L'Europa ha bisogno di un sistema che consenta una procedura comune per la concessione del diritto d'asilo e una lotta congiunta contro gli abusi, e non sono disposto a tollerare i giochi partitici a detrimento di questa problematica così urgente.

(Applausi)

4-037

Presidente. – Il suo intervento, onorevole Pirker, è stato molto chiaro. Credo che l’onorevole Watson, presidente della commissione interessata, voglia prendere la parola.

4-038

Watson (ELDR), presidente della commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni. - (EN) Questa proposta di Regolamento del Consiglio è importante. La mia commissione ha lavorato intensamente per preparare la risposta del Parlamento entro la scadenza fissata dal Consiglio, affinché questo potesse discuterla il 2 dicembre. Se avremo tempo di tenere il dibattito su questa relazione in mattinata, dovremo votare all'ora di pranzo. In tal modo, il Parlamento sarà in grado di fornire la propria risposta in tempo perché il Consiglio la discuta.

Se invece non riusciremo a tenere il dibattito questa mattina, se ci sono troppi interventi programmati per la relazione Napolitano e la relazione Giannakou, concordo con l'onorevole Pirker sulla necessità di non tenere domani la votazione. E' una questione troppo importante per essere votata al venerdì (io sarò comunque presente), e non sono certo che coloro che sembrano contestare la relazione, come la delegazione francese del gruppo socialista, saranno ancora qui domani; forse potremmo chiederglielo.

In ogni caso, se non sarà possibile votare oggi, potremmo chiedere ai servizi del Parlamento di tenere il dibattito questa sera, e votare al mercoledì della tornata di dicembre, in modo da trasmettere giovedì i risultati al Consiglio; forse potremmo richiedere l'assistenza del Commissario, affinché intervenga presso il Consiglio su questo tema.

4-039

Presidente. – Onorevole Watson, in effetti, mi si fa notate che, a causa dei tempi stretti, c’è il rischio di trovarsi proprio in tale situazione, vale a dire che non si possa votare oggi sulla relazione in esame. Inoltre domattina molte altre delegazioni, oltre a quelle da lei citate, rischiano di incontrare qualche problema. Credo peraltro che non sia questione di una delegazione in particolare piuttosto che di un’altra - tenevo a precisarlo.

4-040

Vitorino, Commissione. – (FR) Signora Presidente, la Commissione vuole sottolineare l’importanza dello strumento che sottoponiamo al Parlamento. Vorremmo pertanto avere una base politica quanto più ampia possibile in suo favore. Dal punto di vista della Commissione e per quanto concerne il calendario, affinché tale dossier possa essere istruito dal Consiglio del 2 e del 3 dicembre, la votazione del Parlamento dovrebbe avere luogo oggi. In caso contrario, si dovrà rinegoziare con il Consiglio l’intero calendario e non sono in grado di predire quale sarà l’esito di tale negoziazione. Si tratta peraltro dell’aspetto più sgradevole del lavoro nell’Unione: non si può mai prevedere il risultato di una trattativa con il Consiglio.

4-041

Presidente. – Signor Commissario, potrebbe andar bene se votassimo la relazione il 1o dicembre?

4-042

Vitorino, Commissione. – (FR) Sinceramente, signora Presidente, credo che votando il 1o dicembre non sarà possibile inserire il tema all’ordine del giorno del 2 dicembre del Consiglio. Ho espresso la mia opinione

(9)

benché, tengo a precisare, non vi sia stata una negoziazione formale con il Consiglio sulla questione. Si tratta solo di una mia previsione.

4-043

Pirker (PPE-DE). – (DE) Signora Presidente, abbiamo appena ascoltato le parole del Commissario. Esse vengono a confermare la mia e la nostra convinzione che si debba votare oggi. EURODAC è necessario. Dopo il Vertice di Tampere, dopo la dichiarazione inequivocabile del Consiglio e dato il pieno e costante appoggio del Commissario, neppure di fronte all'opinione pubblica il Parlamento può più permettersi di creare volutamente dei ritardi. Abbiamo bisogno di questo sistema. Dovremmo dunque emendare l'ordine dei lavori di oggi al fine di rendere possibile la votazione. In caso contrario si verificheranno ritardi inammissibili. La esorto con insistenza a consultare l'Aula, affinché sia essa a decidere se si debba votare oggi o procedere ad un rinvio. E’

necessario votare oggi!

(Applausi)

4-044

Presidente. – Onorevole Pirker, ritengo che passare velocemente alla relazione sia la cosa migliore. Quanto più celermente si procede, tanto maggiori saranno le possibilità che la relazione possa non solo essere discussa ma anche votata in mattinata. Il messaggio del Commissario era molto chiaro.

Onorevole Giannakou-Koutsikou, mi rivolgo a lei: acconsentirebbe alla proposta – se l’Assemblea l’accettasse – di fare uno scambio e di lasciare che la relazione dell’onorevole Pirker sia esaminata prima della sua?

4-045

Giannakou-Koutsikou (PPE-DE). - (EL) Accetto, signor Presidente, ma spero che stamani sarà possibile discutere anche la mia relazione.

4-046

Presidente. – Onorevole Giannakou-Koutsikou, la ringrazio moltissimo, è molto generoso da parte sua. Mi rivolgo all’Assemblea: siete d’accordo sul fatto di discutere la relazione dell’onorevole Pirker prima della relazione della onorevole Giannakou-Koutsikou?

(Il Parlamento manifesta il suo assenso)

4-047

Indagini interne effettuate dall’OLAF

4-048

Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A5-0066/1999), presentata dall’onorevole Napolitano a nome della commissione per gli affari costituzionali, sulle modifiche al Regolamento a seguito dell'accordo interistituzionale del 25 maggio 1999 relativo alle inchieste interne effettuate dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF).

4-049

PRESIDENZA DELL’ON. IMBENI Vicepresidente

4-050

Cappato (NI). - Signor Presidente, io voglio soltanto ricordare che l'articolo 115 del Regolamento, già utilizzato per la relazione Napolitano, prevede che, “salvo i casi d'urgenza di cui agli articoli 50 e 112, un testo può essere posto in discussione e in votazione solamente se è stato distribuito da almeno 24 ore”. Orbene, faccio presente che gli ultimi emendamenti sulla relazione Giannakou-Koutsikou sono andati in distribuzione ieri sera. L'ultimo emendamento tradotto, l'emendamento n. 20 nella versione francese, è andato in distribuzione ieri sera alle 21.52. Quindi, a termini di Regolamento non sono passate le 24 ore necessarie né per la discussione né per il voto. Allora io vorrei chiedere al Presidente se anche questa volta vogliamo applicare un'urgenza assolutamente extraregolamentare, perché in tal caso possiamo buttare via il Regolamento e decidere che tutte le cose urgenti si possono fare, basta che si stabilisca che sono urgenti. Non mi risulta che ci siano nemmeno state delle proposte circa l'urgenza di questa relazione. Vorrei allora capire se questa discussione e il voto verranno fatti esattamente come la discussione sulla relazione Napolitano, contro il nostro Regolamento: questo è il problema.

4-051

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Presidente. – La ringrazio, onorevole Cappato, per il suo richiamo al Regolamento, anche se il tema l’abbiamo già discusso ed è già stata presa una decisione. Non credo che possiamo riprendere il dibattito sul tema del rispetto o meno del Regolamento.

4-052

Napolitano (PSE), relatore. - Signor Presidente, io spero che i non numerosi colleghi rimasti in Aula possano prestare una qualche attenzione a questa relazione. Per la verità mi rammarico del fatto che, essendo il problema ritenuto da molti assai delicato, poi non si segua in alcun modo la discussione, né ciò che a nome della commissione per gli affari costituzionali sto per dire.

Quello che sto per dire ha una certa importanza, onorevoli colleghi, in quanto al testo che in quest'Aula, nella tornata di ottobre, non ottenne la necessaria maggioranza qualificata, sono state apportate modifiche su iniziativa del maggior gruppo politico, che allora espresse riserve e pose esigenze di ulteriore chiarimento.

La commissione per gli affari costituzionali ha infatti accolto tre emendamenti dell'onorevole Méndez de Vigo attraverso i quali, ai fini dell'applicazione dell'accordo interistituzionale in seno al Parlamento, si è affidato un particolare ruolo al Presidente stesso del Parlamento, cui andranno indirizzate le informazioni relative ai deputati. La commissione ha accolto inoltre un emendamento degli onorevoli Nassauer e Brok, attraverso il quale - leggo esattamente la lettera dell'emendamento, che diventa il nuovo articolo 4 del modello di decisione -

"debbono rimanere immutate le norme relative all'immunità parlamentare e al diritto del deputato di non deporre".

E' stata così ulteriormente rafforzata la garanzia, già presente in più parti del testo, del pieno rispetto del protocollo sui privilegi e le immunità - di cui voglio menzionare soprattutto l'articolo 10, che è molto preciso ed esaustivo - nonché delle relative norme di cui all'articolo 6 del Regolamento che, in applicazione degli indirizzi del protocollo nell'articolo che ho già menzionato, disciplina ancor più puntualmente le immunità del deputato.

Lasciatemi dunque dire ai colleghi che avevano espresso dubbi e preoccupazioni che, grazie a questi emendamenti di iniziativa dei colleghi del gruppo del Partito popolare europeo, possono votare più serenamente per questo testo.

Io però debbo, subito dopo, ricordare e ribadire qual era il mandato affidato alla commissione per gli affari costituzionali - lo ha ricordato anche la Presidente Fontaine - e qual è l'oggetto della decisione che il Parlamento deve prendere. Il mandato era e rimane solo questo, la cosa su cui decidere è solo questa: inserire nel nostro Regolamento, cioè nel nostro ordinamento interno, l'accordo interistituzionale affinché possa essere applicato in seno al Parlamento, sulla base di un parere della commissione per il controllo dei bilanci; modificare il Regolamento introducendo il nuovo articolo 9 bis, non modificare l'accordo interistituzionale. Lo ricordo soprattutto ai colleghi che non facevano parte del precedente Parlamento. Io mi trovo nella stessa condizione personale: il 6 maggio dello scorso anno il Parlamento ha dato mandato al suo Presidente di sottoscrivere questo accordo interistituzionale, che è stato firmato il 25 maggio.

Rispetto le opinioni di quanti - nuovi eletti o già membri del Parlamento - esprimono riserve e preoccupazioni su quell'accordo, ma io ho dovuto considerare irricevibili in commissione quegli emendamenti che tendevano ad alterare l'accordo interistituzionale che noi siamo semplicemente tenuti ad applicare. Quello che voi magari considerate preoccupante, quello che leggerete, non è decisione del Parlamento, è il modello di decisione parte integrante dell'accordo interistituzionale, già pubblicato - con le stesse identiche parole - nella Gazzetta ufficiale del 31 maggio scorso. Noi ci siamo limitati ad introdurre aggiustamenti tecnici per consentirne la dovuta applicazione in seno al nostro Parlamento.

Voglio concludere ricordando, onorevoli colleghi, che, se l'esperienza dell'applicazione di questo accordo interistituzionale suggerirà che alcuni dei suoi aspetti devono essere ridiscussi con le altre Istituzioni, ciò potrà ben essere fatto nel futuro. Oggi, tuttavia, ritengo che noi abbiamo il dovere di non smentire la firma con cui abbiamo sancito il nostro impegno ad applicare quell'accordo interistituzionale.

(Applausi)

4-053

Bösch (PSE), relatore per parere della commissione per il controllo dei bilanci. – (DE) Signor Presidente, a proposito della nuova proposta avanzata dalla relazione Napolitano sono due le domande cui dobbiamo dare

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risposta. Primo: la proposta è conforme alle norme del Regolamento del Parlamento e del Consiglio relativo all'OLAF, che risale al 25 maggio 1999? Secondo: la proposta è conforme all'accordo interistituzionale stipulato da Parlamento, Consiglio e Commissione?

La risposta alla prima domanda è un sì inequivocabile. La proposta è conforme al Regolamento. Non è invece altrettanto semplice rispondere alla seconda domanda. L'accordo interistituzionale, infatti, intendeva essere una soluzione anche per la cosiddetta questione whistle blower, voleva cioè fornire indicazioni di comportamento per quei funzionari che, giunti a conoscenza di frodi o con fondati sospetti di corruzione, non intendano, per qualsiasi motivo, confidarsi con i loro superiori. In questi casi avevamo stabilito che si si potesse rivolgere direttamente all'OLAF. La proposta che stiamo discutendo preclude ora la stessa possibilità ai membri del Parlamento europeo, il che si giustifica col fatto che, nell'esercizio delle loro funzioni, essi godono delle particolari tutele previste dal protocollo sui privilegi e le libertà, tutele che sono molto più ampie di quelle accordate dallo stesso protocollo, per esempio, ai membri della Commissione.

Temo solo che, prescrivendo ai funzionari di rivolgersi direttamente al Presidente del Parlamento, si creino più problemi di quanti non se ne risolvano. Già da ora è prevedibile che la stampa chiederà regolarmente informazioni sul numero e sulla tipologia dei casi di frode: se non ve ne saranno, si dirà che i funzionari sono stati intimiditi al punto da privarli di ogni coraggio; se ve ne saranno, si tenterà di renderli di pubblico dominio.

Sarei stato quindi più propenso a recepire la prima proposta formulata dalla commissione per il controllo dei bilanci nel parere destinato alla commissione per gli affari costituzionali: prescindere da questa tematica per disciplinare esclusivamente i diritti e i doveri del parlamentari, concedendoci così il tempo per riflettere con tranquillità sulle altre questioni.

Malgrado ciò, e considerate le difficili condizioni attuali, ritengo che il collega Napolitano abbia presentato un'ottima relazione, che intendo sostenere alla votazione di oggi.

4-054

Méndez de Vigo (PPE-DE). - (ES) Signor Presidente, riprendo le ultime parole pronunciate dal relatore per parere, l’onorevole Bösch. Ritengo che egli abbia ragione nel dire che questo è un argomento di difficile attuazione nell’ambito del nostro Regolamento e che esso, alla fine, è stato risolto in maniera soddisfacente.

Naturalmente, esistevano forse anche altre possibilità, ma nel Parlamento europeo vi era soprattutto una preoccupazione, ovvero raggiungere gli obiettivi prefissi. Vale a dire, lottare contro la frode, la corruzione e tutte le attività illegali che vanno contro gli interessi delle Comunità.

Tuttavia, noi siamo un’Assemblea politica e sappiamo bene che i politici sono sottoposti a ogni tipo di influenza.

Abbiamo cercato di evitare che un obiettivo politico solido e concreto potesse essere male interpretato o usato erroneamente. La discussione svoltasi in seno alla commissione per gli affari costituzionali su come portare a conoscenza dell’OLAF qualsiasi attività illegale ha contribuito, a mio parere, a farci trovare la strada giusta, perché un organo politico dev’essere dotato di un filtro che valuti se le informazioni sono effettivamente fondate e se esse attentino all’immunità o all’inviolabilità di parola dei deputati.

Pertanto, signor Presidente, ritengo che con gli emendamenti introdotti dalla commissione per gli affari costituzionali abbiamo raggiunto l’obiettivo di avvicinare una decisione presa dalle tre Istituzioni alle caratteristiche precipue della nostra Istituzione.

Mi sia consentito di congratularmi in particolare con due persone. Una è la presidente della commissione per il controllo dei bilanci, la onorevole Theato, che è un po’ la madre dell’OLAF e di tutta questa regolamentazione;

l’altra persona è l’onorevole Napolitano, che considero il padre della regolamentazione attuale e che ha dimostrato grande misura, grande intelligenza e, soprattutto, molto coraggio al momento di affrontare una soluzione difficile.

4-055

Corbett (PSE). - (EN) Signor Presidente, la stragrande maggioranza del mio gruppo sostiene questa relazione, che a nostro avviso rappresenta uno degli elementi essenziali per ripristinare la credibilità dell'Unione europea sul modo di condurre le indagini e di occuparsi delle accuse di frode. Se non altro, la relazione dimostrerà forse che molte di queste accuse sono spesso – ma, ahimè, non sempre – infondate. Con la relazione trova ora applicazione anche in Parlamento un testo che era stato concordato dal Parlamento precedente, che, in linea di principio, era stato approvato dall'Assemblea plenaria quando autorizzammo il nostro Presidente a firmarlo, che

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era stato quindi sottoscritto da tutte le Istituzioni e che fino ad oggi aveva valso per tutte loro, tranne che per il Parlamento stesso.

La prima volta che la relazione è stata discussa in Parlamento ha goduto del sostegno unanime della commissione per gli affari costituzionali, e la prima volta che è stata discussa qui ogni singolo membro dei principali gruppi politici si dichiarò a favore della proposta. All'ultimo minuto ci sono state alcune difficoltà, e la questione è stata riconsiderata dalla commissione per gli affari costituzionali, ma a mio avviso le difficoltà e le preoccupazioni che erano state espresse sono state affrontate adeguatamente. Vorrei ricordare che le disposizioni che si applicherebbero ai deputati del Parlamento valgono, cito, "fatte salve le pertinenti disposizioni dei Trattati e in particolare del protocollo sui privilegi e sulle immunità". Anche nel preambolo al protocollo sui privilegi e sulle immunità c'è un riferimento specifico al fatto che il presente articolo si applica fatti salvi i requisiti di riservatezza stabiliti per i deputati del Parlamento europeo.

Da questo punto di vista la nostra posizione di deputati del Parlamento europeo è tutelata; coloro che vedevano in questa proposta una sorta di licenza di spionaggio o un nuovo diritto conferito ai funzionari, per consentire loro di riferire informazioni riservate sui deputati e di muovere le accuse più assurde, può stare tranquillo, perché non è così. I rapporti andrebbero all'OLAF, sarebbero oggetto di indagini accurate e tutelerebbero la posizione dei deputati. Se non approvassimo questo testo oggi, ci troveremmo in una situazione insostenibile in cui, da questo punto di vista, solo i deputati sarebbero al di sopra della legge: avremmo dunque un testo che si applica ai politici e ai funzionari del Consiglio, come del resto ai politici e ai funzionari della Commissione, e che nell'ambito del Parlamento europeo varrebbe invece soltanto per i funzionari ma non per i deputati. Ciò sarebbe del tutto inaccettabile e distruggerebbe la credibilità del Parlamento; è quindi essenziale che la relazione sia approvata oggi.

4-056

Duff (ELDR). - (EN) Signor Presidente, desidero esprimere il mio più sincero rispetto per coloro che, con sincerità e passione, si oppongono a questa relazione. Durante il dibattito in Parlamento, sono emersi gravi problemi culturali. Il mio gruppo ha considerato la relazione con estrema attenzione: riteniamo che si tratti dell'attuazione tecnica dell'accordo sull'immunità parlamentare firmato dal Parlamento, e che i privilegi non saranno annullati senza le dovute procedure. Tutti gli elementi contenuti nei vari emendamenti sono già sostanzialmente coperti. L'approvazione del Parlamento ha già un ritardo di cinque mesi, e l'opinione pubblica certo non apprezzerebbe l'ennesima opposizione al progresso e alla realizzazione di un regime rigoroso ma equo che valga per il Parlamento come per le altre Istituzioni.

4-057

Voggenhuber (Verts/ALE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, approvando questo regolamento facilitiamo la lotta contro le frodi e coinvolgiamo il Parlamento! Ciò è un bene ed è anche l’obiettivo che ci siamo impegnati a raggiungere. Ma non ci siamo affatto impegnati per ottenere altre cose, che respingiamo recisamente e nelle quali ravvisiamo una grave minaccia per il ruolo del Parlamento e per il libero mandato: la possibilità di avviare indagini contro parlamentari liberamente eletti non solo sulla base di sospetti, ma anche a partire da mere supposizioni; l’istituzione di un regime che obbliga alla delazione; l'attribuzione di un mandato globale ad investigare non solo in caso di frode e di corruzione, ma anche in presenza di fatti gravi nell'esercizio della funzione.

Immaginate un po’ cosa succederebbe se, per esempio, fosse permesso aprire un'inchiesta contro parlamentari a causa di "fatti gravi" - un'invenzione, un concetto giuridico assolutamente nebuloso e in contraddizione con la tradizione costituzionale di tutti gli Stati membri -, se si potesse avviare un'indagine qualora i membri del Parlamento violassero obblighi analoghi a quelli previsti dalle norme disciplinari destinate ai funzionari – norme disciplinari che non abbiamo, obblighi analoghi che per noi non esistono! Si tratta di attribuire ad un’istanza un mandato globale con cui non solo si esporrebbero i parlamentari ad ogni delazione, ma si creerebbe un intero sistema delatorio e di agitazione politica che rappresenterebbe un vero oltraggio al principio del libero mandato e della libertà del Parlamento. Qui la lotta contro la frode non c'entra! Qui il Consiglio ha sferrato un attacco al cuore del Parlamento e del suo ruolo e lo ha mutilato!

4-058

Brok (PPE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di questa mattina si sono compiuti numerosi errori procedurali che spero non giochino a svantaggio del Parlamento qualora si dovesse giungere a dei processi. All'onorevole Corbett vorrei ricordare che i parlamentari europei non sono mai stati al di sopra della legge. Anche se non modificassimo il regolamento attualmente in vigore saremmo sempre soggetti alla legge,

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anche alla legge penale. Oggi lo si deve ribadire con chiarezza, perché è un dato di fatto indipendente dalle nostre regole interne.

Stamani si tratta di definire il metodo da seguire nei controlli, nelle verifiche e nelle indagini. Ritengo si debba tutelare la libertà dei singoli parlamentari, anche di chi appartiene a gruppi di minoranza, dalle pressioni politiche interne ed esterne, affinché essi non vengano sopraffatti da procedimenti che mirano esclusivamente a metterli in difficoltà tali da non permettere più alcuna difesa. E’ il principio classico del libero mandato, conquistato dopo lotte durate secoli e inteso in particolare come tutela nei confronti del potere esecutivo. Solo grazie ad esso i parlamentari sono in grado di esercitare il potere di controllo. Essi devono potersi avvalere del diritto di non rispondere, senza restrizione alcuna. Tale diritto, pur essendo riconosciuto, è tuttavia fortemente limitato nel suo esercizio a causa dei metodi di applicazione previsti. Solo il diritto di non rispondere, infatti, consente ai parlamentari di mantenere il segreto e solo a questa condizione essi ottengono informazioni dai cittadini: perché questi ultimi sanno che i parlamentari non sono tenuti a denunciarli. Solo a tali condizioni il Parlamento potrà svolgere correttamente i suoi compiti di controllo nei confronti dell'esecutivo. Non dovremmo privarci di tale diritto collegando nello stesso articolo gli obblighi di funzionari, potere esecutivo e parlamentari.

Una volta approvato il testo di oggi, sbollita la rabbia e spenti i riflettori, dovremmo trovare la forza di verificare se siamo davvero in grado di garantire la libertà del mandato con un obiettivo preciso, vale a dire il coinvolgimento dei parlamentari nei meccanismi di controllo. Forse potremmo trovare formulazioni diverse e più adeguate, impossibili ora a causa della rabbia e dei riflettori. Invito i colleghi a tenerlo presente quando metteremo ai voti questo tema.

4-059

Dupuis (NI). – (FR) Signor Presidente, vorrei soltanto far mettere a verbale che, oltre alle conseguenze di siffatta scandalosa interpretazione del Regolamento, ho anche perso il tempo di parola. Ero iscritto, avevo molte cose da dire, tuttavia, in seguito a tali inammissibili manipolazioni, non posso più intervenire.

4-060

Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà alle 12.00.

4-061

Creazione del sistema EURODAC

4-062

Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A5-0059/1999), presentata dall’onorevole Pirker a nome della commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni, sulla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce il sistema "EURODAC" per il confronto delle impronte digitali dei richiedenti asilo e di taluni altri stranieri [COM(1999) 260 – C5-0082/1999 – 1999/0116(CNS)].

4-063

Pirker (PPE), relatore. – (DE) Signor Presidente, non prendo la parola solo in qualità di relatore, ma anche in veste di portavoce del Partito popolare europeo. Inizio però come relatore.

Stimati colleghi, poc'anzi ho rivolto a tutti l'appello a discutere e a votare oggi la relazione su EURODAC perché si tratta di un sistema che ci consente finalmente di attuare la Convenzione di Dublino. Firmata nel 1990, essa permette di identificare lo Stato membro competente per l'espletamento di una procedura di asilo, nonché le sue responsabilità. Ai sensi della Convenzione si dichiara competente lo Stato in cui il profugo si è trovato per la prima volta in territorio sicuro. Finora, tuttavia, il controllo di questo requisito era reso impossibile dall'assenza di una identificazione sicura delle persone in questione. Adesso, a quasi dieci anni dalla firma della Convenzione, EURODAC ci fornisce uno strumento di identificazione sicura dei richiedenti asilo, ma anche dei clandestini.

Quale meta si persegue? EURODAC mira a consentire l'esecuzione della Convenzione di Dublino. Mira a identificare in modo inequivocabile lo Stato membro responsabile dell'evasione della domanda di asilo. Mira ad impedire richieste plurime, ponendo dunque fine agli abusi sociali ed ha quindi anche l'effetto di una suddivisione degli oneri. Anche questo aspetto è essenziale.

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EURODAC impone perciò ad ogni Stato membro di rilevare le impronte digitali di tutti i richiedenti asilo e di tutti i clandestini intercettati mentre superano le frontiere, per consentire di appurare tramite un raffronto se essi hanno già presentato altrove domanda di asilo. Sempre a fini di comparazione, gli Stati membri possono inoltre prendere le impronte digitali anche di tutti i clandestini presenti nel loro territorio.

Il dibattito si è prolungato a lungo, ma è stato anche qualificante ed estremamente realistico e ci ha permesso di trovare una soluzione. La votazione in commissione sul sistema EURODAC si è svolta nella piena armonia di tutti i gruppi politici, con l'unica eccezione dei verdi, contrari all'intero sistema, che hanno presentati emendamenti volti ad inficiare il sistema EURODAC e che sono stati respinti. Abbiamo particolarmente apprezzato l'incondizionato consenso da parte del gruppo socialista. Gli emendamenti ci hanno indotti ad innalzare l'età prevista da 14 a 18 anni e a prevedere una più precoce distruzione dei dati al momento in cui viene conseguito lo statuto di profugo. Malgrado la mia opinione di relatore, infatti, la maggioranza ha approvato tali modifiche.

Nel complesso, la relazione è stata considerata positiva ed è stata adottata per consentire la votazione in Aula. La commissione sostiene dunque, supportata in questo anche dai socialisti, che con EURODAC si disponga ormai di uno strumento per sistematizzare le procedure di asilo e per lottare contro la frode. Questo è quanto intendevo chiarire come relatore.

Vengo ora al mio ruolo di portavoce del PPE. Respingo i ripetuti tentativi, intrapresi da alcuni raggruppamenti politici, di presentare EURODAC come un sistema che, con il prelievo delle impronte digitali, mirerebbe non al controllo, bensì alla criminalizzazione. Non si vuole criminalizzare nessuno, si intende semplicemente imporre agli Stati membri di assumere le loro responsabilità obbligandoli ad esperire le procedure d'asilo di loro competenza ed anche a tutelare i giovani, registrando le impronte già a partire dai 14 anni. Non essendovi più incertezze sulla loro età, infatti, è indubbio che essi devono godere delle tutele previste dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, dalla Convenzione dell'Aia e delle norme di tutela degli Stati membri. La richiesta di prendere le impronte digitali anche dei giovani ha dunque lo scopo di proteggerli ed è in perfetta sintonia con tutte le convenzioni vigenti.

I verdi, contrari al sistema, si comportano a mio avviso da irrealisti ad oltranza! Se questo sistema, e con esso una politica sistematica per la concessione del diritto di asilo in Europa, dovessero fallire, essi dovranno assumersene la responsabilità

Mi sia consentito menzionare un ulteriore elemento, che considero particolarmente rilevante. Il Ministro Schily – Ministro per gli affari interni della Repubblica federale tedesca, un socialista – mi ha rivolto l'accorata richiesta e l'esortazione ad adoperarmi a favore del sistema EURODAC. Così facendo egli ha assunto una posizione opposta a quella dei suoi compagni di partito in questo Parlamento e contraria a tutti coloro che cercano di far respingere il sistema. E’ davvero notevole che un socialista inviti un cristiano-democratico ad attivarsi contro la sinistra del Parlamento.

Il sistema EURODAC è indispensabile. Lo difendo con tanto calore perché esso ci permette di passare all’applicazione di una politica comune per la concessione del diritto d'asilo a livello europeo, un settore in cui ormai gli Stati membri non sanno più a che santo votarsi.

Grazie ad esso istituiamo inoltre un sistema di lotta contro gli abusi del diritto di asilo e contro l'immigrazione clandestina. Se i socialisti ed i verdi dovessero votare contro EURODAC, dovranno assumersi la piena responsabilità di tutti gli abusi che continueranno a verificarsi, nonché dell'immigrazione clandestina.

(Applausi)

4-064

PRESIDENZA DELL’ON. VIDAL-QUADRAS ROCA Vicepresidente

4-065

Schulz (PSE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci sono giorni in cui esercitare la propria professione è facile, e giorni in cui essa risulta molto pesante. Oggi per me è un giorno difficile perché dobbiamo risolvere problemi gravi, che presentano una duplice natura: fissando il trattamento da riservare al sistema delle impronte digitali dei richiedenti asilo e degli immigrati clandestini o, meglio, per utilizzare la

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terminologia del Consiglio e delle amministrazioni dell’Unione europea, delle persone illegalmente presenti nel nostro territorio, dobbiamo affrontare un problema di ordine politico. Ma dobbiamo anche chiederci come reagire alla polemica scatenata dal collega Pirker. Affronto per primo quest'ultimo problema perché è logico che i dibattiti politici in Aula siano molto più appassionanti di sterili discussioni su documenti pedanti.

Se c'è una persona che può venire incolpata delle difficoltà che incontriamo nel giungere ad un consenso sulla materia in discussione, questa persona è il relatore. Già dall'inizio del dibattito lei, onorevole Pirker, ha cercato con i suoi emendamenti di rendere ancora più restrittiva la proposta del Consiglio, di per sé estremamente controversa. Non le può venire ascritto a colpa, è un suo legittimo diritto politico, ma sappia che la sinistra di questo Parlamento non intende certo fare da spalla alle sue manovre restrittive da conservatore austriaco!

(Applausi a sinistra)

La seconda osservazione è che, se lei vuole esprimere il suo rammarico per i poveri socialisti e per le contraddizioni emerse tra questi ed il governo federale, dovrebbe però presentare correttamente la cronologia dei fatti. La lettera indirizzatale dal Ministro Schily è stata inviata anche all'onorevole Nassauer e a me. Il Ministro vi esamina le difficoltà denunciate proprio da noi socialisti nelle consultazioni su questa materia, assumendo posizioni naturali per un Ministro tedesco degli affari interni. La lettera ci è pervenuta nei giorni scorsi e, avendo suscitato un vivace dibattito in seno al gruppo socialista, ci ha indotti a chiedere di concederci ancora un poco di tempo per concludere la nostra controversa consultazione interna e cercare di collaborare con lei in uno spirito di consenso. Gliene ho parlato ieri sera alle 22, ma la sua posizione è chiara e si rivela nel suo intervento: abbiamo la maggioranza, quindi facciamo passare la proposta, e chi non si schiera con noi è un irrealista ad oltranza, come ha detto lei con tanta eleganza!

Non è in questo modo che l'Unione europea riuscirà ad elaborare una politica ragionevole per la concessione del diritto di asilo, perché questa deve poggiare su un ampio consenso e non basarsi sull'esclusione e sullo scontro, come invece lei vorrebbe. Quali sono a nostro avviso gli ostacoli? Il Consiglio ha affermato che il sistema di censimento dei richiedenti asilo deve essere esteso ad altre categorie. Il nostro gruppo ha compreso ed apprezzato le ottime argomentazioni da lei addotte a sostegno di questa esigenza. Penso, tra l’altro, alla tutela da offrire ai minorenni introdotti clandestinamente nei nostri paesi e obbligati, per esempio, a prostituirsi. Il sistema di impronte digitali da lei difeso può effettivamente contribuire a fornire loro una certa tutela da parte dello Stato e delle forze di polizia.

Le nostre difficoltà sono attinenti anche ai principi dello Stato di diritto. Non sarebbe forse opportuno operare una distinzione tra perseguitati politici che, come tali, godono di un diritto fondamentale ed esigibile ad essere difesi dalla persecuzione, e coloro che entrano nel territorio dell'Unione illegalmente e violando la legge, o permettono l'immigrazione clandestina di altri, e ancora coloro che vengono introdotti illegalmente nel nostro territorio contro la loro volontà? Non bisogna separare queste categorie di persone? Le abbiamo chiesto di pazientare due settimane perché ritenevamo di dover proseguire il nostro confronto interno e avere un altro scambio di opinioni con il Ministro Schily. Che adesso lei, onorevole Pirker, affermi in quest'Aula con toni altisonanti che è già passato un anno ci induce solo a constatare che, perbacco, due settimane in più o in meno ormai non fanno più differenza!

(Applausi a sinistra)

Devo comunque rilevare che il suo metodo di lavoro inasprisce i dibattiti del Parlamento. Non è certo un'impresa lodevole. Confidando nella liberalità del gruppo liberale prevedo che a lungo termine questa strategia le frutterà la disfatta. Oggi ha avuto ancora fortuna, ma a lungo andare il metodo dell'emarginazione non si rivelerà fruttuoso. Non siamo contrari ad EURODAC per principio, desideravamo solo poter disporre di più tempo per la discussione. Lei non ce lo ha concesso. Se ora ci troviamo in un vicolo cieco, la responsabilità è solo sua!

(Applausi)

4-066

Watson (ELDR). - (EN) I liberali presenti in questo Parlamento nutrono alcune preoccupazioni per il progetto di protocollo contenuto nella proposta di regolamento. Con tale progetto si corre il rischio di attenuare la distinzione tra i richiedenti asilo e altri tipi di immigranti, come pure di non garantire la tutela necessaria a

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coloro che ne hanno bisogno incanalandoli erroneamente attraverso le normali procedure di immigrazione invece di consentire loro il ricorso alle procedure di asilo. Ci sono evidentemente delle "zone grigie" dal punto di vista giuridico. L’estensione dell’EURODAC a persone che non richiedono asilo, per esempio, non rientra nelle competenze della Convenzione di Dublino. C'è il rischio perciò che questo protocollo e questo regolamento si dimostrino inutilizzabili. Gli Stati membri hanno scarso interesse a rilevare le impronte digitali di cittadini di paesi terzi che si trovino illegalmente sul loro territorio, se questi stessi Stati corrono il rischio di diventare responsabili nei loro confronti.

Infine, alcune delle definizioni usate sono poco chiare – come, per esempio, "attraversamento irregolare",

"illegalmente presenti" e così via. Grazie ai dibattiti tenuti in questo Parlamento e nella nostra commissione crediamo comunque di essere riusciti a produrre una buona relazione, e me ne congratulo con il relatore. I liberali democratici approveranno questa relazione, ma non gli emendamenti che vanno dal n. 13 al n. 20; infatti, pur condividendo le preoccupazioni espresse in merito al rilevamento delle impronte digitali, crediamo che il tentativo di impedire la registrazione dei dati non ci consentirà di affrontare in maniera realistica le sfide che ci attendono.

Vorrei rispondere adesso all'onorevole Schulz, che ha parlato di liberalità. Non è questo il momento di perdere la calma, ma anzi è necessario avanzare solide argomentazioni. L'onorevole Schulz non può certo negare che le persone illegalmente presenti nell'Unione europea costituiscono un problema reale, che dobbiamo affrontare nel rispetto dei diritti civili. A nostro avviso la relazione riesce in questo intento, e saremo quindi lieti di approvarla.

4-067

Sörensen (Verts/ALE). – (NL) Signor Presidente, Presidente Prodi, onorevoli colleghi, a proposito di EURODAC e della posizione del gruppo Verde e dell’Alleanza libera europea, devo riconoscere di essere soddisfatta delle sfumature introdotte dagli oratori intervenuti dopo la presentazione del relatore Pirker. Sono numerose le perplessità e le considerazioni che potrebbero essere avanzate, anche a proposito della mancanza di una dimensione sociale e umana nella relazione. Naturalmente, molti esponenti delle forze di polizia e dei servizi investigativi appoggeranno senza riserve il testo giacché esso semplifica il loro lavoro. Dobbiamo essere realistici: non neghiamo che esistano degli abusi. Né auspico che il gruppo Verde sia ritenuto responsabile del crimine organizzato in tutto il mondo, perché queste saranno le accuse che ci verranno mosse dal momento che non intendiamo procedere su questa strada. Sono comunque falsità.

Una casa deve essere costruita su solide fondamenta. Non ritengo che questa relazione possa essere considerata tale. Al contrario, credo che taluni elementi siano perfino condannabili. Gli emendamenti presentati rendono il testo più accettabile nel senso che lo ammorbidiscono. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che chi chiede asilo chiede protezione, chiede un tetto e mezzi per sostentarsi. La relazione parte invece dal presupposto che un richiedente asilo sia sostanzialmente un sospettato. Si dà per scontato che un richiedente asilo stia abusando dei diritti che gli vengono offerti. E la reazione è evidentemente di rifiuto. Il testo criminalizza il richiedente asilo. Il richiedente asilo non è un criminale. Chi avanza domanda di asilo si vede assegnare il ruolo di criminale, mentre in realtà è una vittima, vittima della situazione esistente nel paese di provenienza.

Veniamo ora alle norme minime. Una politica di controllo come quella proposta è accettabile solo se in tutti i paesi esistono norme minime relative alla gestione delle richieste d’asilo. Occorre garantire un trattamento egualmente corretto e uniforme delle richieste d’asilo in tutti i paesi. Attualmente esistono ancora differenze troppo significative. Ovviamente, il richiedente sceglie di presentare domanda d’asilo in quel paese dove maggiori sono le speranze di essere accettato, di trovare una porta aperta, di essere accolti con umanità.

Infine, vorrei soffermarmi sulle misure per la tutela dei dati personali. Tali misure non si applicano ai profughi.

Questa discriminazione contribuisce alla criminalizzazione dei richiedenti asilo. In seno al gruppo Verde si è aperto un dibattito sul principio generale della raccolta di impronte digitali. Per le indagini sul crimine organizzato è necessario disporre di informazioni assolutamente chiare circa l’identità delle persone coinvolte al fine di poter individuare i colpevoli e tutelare gli interessi delle vittime. E’ indispensabile impiegare ogni mezzo per fermare il crimine organizzato. Le impronte digitali sono uno degli strumenti disponibili. I richiedenti asilo cercano protezione e sicurezza e non vogliono che il loro nome venga diffuso in tutta Europa. Forse in futuro si potrà avviare un dibattito sul ruolo delle impronte digitali.

4-068

Frahm (GUE/NGL). - (DA) Signor Presidente, nel nostro gruppo consideriamo EURODAC una pericolosa deriva rispetto alla Convenzione di Dublino. Viene ora proposto che anche gli immigranti clandestini che

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abbiano compiuto 14 anni siano inseriti nel sistema, mentre la Convenzione di Dublino si occupa unicamente dei richiedenti asilo. A nostro avviso, EURODAC non costituisce una conditio sine qua non per l’attuazione della Convenzione di Dublino; esso si limita ad offrire alle autorità maggiori possibilità di controllo, ed in ogni Stato di diritto è necessario che si analizzi con estrema attenzione l’equilibrio tra il controllo e i diritti del singolo. E’

assolutamente fondamentale. Allora chiariamo subito che il nostro gruppo è contrario a EURODAC. Speriamo che il Parlamento ancora una volta punti i piedi nei confronti di questo attacco frontale alla Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati, alla Convenzione sui diritti del fanciullo e alla sicurezza giuridica per i cittadini di paesi terzi che si trovano all’interno delle frontiere dell’Unione.

Il fatto che si prendano le impronte digitali di talune persone semplicemente perché non sono cittadini di uno Stato membro costituisce una criminalizzazione generale dei cittadini stranieri. Il fatto di unire immigranti e richiedenti asilo in un unico registro delle impronte digitali costituisce una violazione del principio fondamentale della Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati. I rifugiati hanno il diritto di chiedere protezione. Non è un reato chiedere asilo. La Convenzione di Dublino si occupa unicamente del primo paese a cui viene presentata domanda di asilo.

Se verrà creato un registro delle impronte digitali, auspichiamo che in nessun caso i richiedenti asilo vengano mescolati con immigranti legali o clandestini, e proponiamo che nell’ambito di tale sistema si prendano unicamente le impronte digitali delle persone condannate per aver commesso un atto criminale. Qui si propone di prendere le impronte digitali ai quattordicenni, impronte che verranno conservate in un registro. Riteniamo che questo costituisca una violazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, che ci impegna a tutelare i bambini e che raccomanda di stabilire la linea di demarcazione generale tra adulti e bambini all’età di 18 anni.

Se verrà costituito un registro, auspichiamo che vengano prese unicamente le impronte digitali delle persone di età non inferiore a 18 anni. Le impronte digitali vengono in generale prese ai criminali e anche i criminali hanno diritto ad essere tutelati. Nella proposta del Consiglio non si capisce assolutamente secondo quali regole i dati verranno cancellati e secondo quali regole verranno trasmesse le informazioni.

Se verrà istituito un registro, proponiamo che i dati registrati vengano cancellati non appena la persona in questione abbia ottenuto un titolo di soggiorno in uno Stato membro. Consentitemi di ripeterlo ancora una volta:

siamo contrari ad EURODAC. Consideriamo questa proposta come un blocco di granito nel muro che si sta costruendo attorno alla fortezza Europa. Noi vogliamo che questo muro sia invece abbattuto.

4-069

Krarup (EDD). - (DA) Mi associo sostanzialmente a quanto appena detto dalla onorevole Pernille Frahm. Noi sosteniamo i suoi emendamenti che, nonostante tutto, mitigano il contenuto del catastrofico atto giuridico che stiamo discutendo, privo del resto di importanti effetti giuridici, visto che si tratta di una semplice audizione.

Vorrei sottolineare due punti. In primo luogo, ho alcune domande da rivolgere al Commissario. Come si evince dal protocollo n. 5 del Trattato di Amsterdam sulla posizione della Danimarca, il paragrafo IV del Trattato non si applica alla Danimarca, ma questo elemento non emerge dalla proposta di regolamento. Vorrei avere una spiegazione a riguardo e propongo che tale elemento venga inserito. Inoltre vorrei chiedere al Commissario se questo debba essere messo in relazione con il disposto dell’articolo 5 di detto protocollo, ossia l’ampliamento delle regole di Schengen. In caso affermativo, esiste una procedura precisa che consenta un ingresso “morbido”

della Danimarca nel sistema? E’ questa la regola da seguire, oppure ci sono altre regole? E infine, a prescindere dalla regola adottata, quali sono le conseguenze di un’adesione danese? Per esempio, che le decisioni delle autorità dell’Unione europea, tra cui la Corte di giustizia europea, sono vincolanti per la Danimarca?

Il secondo punto è il più importante e riguarda una questione di principio. Questa proposta - come correttamente ricordato dalla onorevole Pernille Frahm – costituisce un rafforzamento della fortezza Europa. Si tratta di un vero e proprio meccanismo di difesa, e si viene a creare conseguentemente una totale anarchia per un folto gruppo di persone, i richiedenti asilo, e un gruppo di altri stranieri, senza alcuna possibilità di distinzione. Non ci sono regole di sicurezza giuridica elementari sulla procedura di registrazione e sulla possibilità di trasmissione di queste informazioni di cui sono in possesso gli Stati membri e la Commissione. Direi che è il sistema più repressivo al quale abbiamo assistito in Europa in questo secolo, in ogni caso rispetto alla tradizione giuridica nordica, e di cose ne abbiamo viste! L’aspetto interessante e preoccupante è il fatto che il sistema è confezionato in espressioni verbali che farebbero impallidire di invidia il defunto Ministro della propaganda Goebbels.

Onorevoli colleghi, vorrei ricordare che questa totale anarchia viene introdotta in piena conformità delle disposizioni del Trattato, che sostiene e proclama uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia e garantisce la libera circolazione. Qui abbiamo invece l’esatto contrario e, per perfezionare l’operazione cosmetica, nella relazione

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