• Non ci sono risultati.

E qui sorge una disputa fra la concia al vegetale e quella minerale.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "E qui sorge una disputa fra la concia al vegetale e quella minerale. "

Copied!
19
0
0

Testo completo

(1)

 67$72'(//¶$57(

 &HQQRVWRULFR

La nascita della concia rimane un mistero[1]; una vecchia tradizione cinese ne attribuisce la paternità all’imperatore Thing-Fang, che regnava nel 2000 aC. Calzature più remote sono state rinvenute in tombe egizie. Le diverse ere della preistoria e della storia ci forniscono le une delle armi in pietra, che erano certamente fissate con un manico ad una cinghia in cuoio, le altre delle armi di bronzo che implicavano chiaramente un cinturone di cuoio, dal momento che delle fibbie le accompagnavano.

E qui sorge una disputa fra la concia al vegetale e quella minerale.

I cuoi più antichi che possediamo sono di origine minerale, ma sono stati rinvenuti in terreni sabbiosi e secchi, che li hanno conservato intatti.

Al contrario per trovare cuoi conciati al vegetale bisogna arrivare ad epoche relativamente recenti, sebbene si sappia che si fabbricavano molto tempo prima.

È probabile che due tipi di concia (vegetale e minerale) abbiano la stessa anzianità., più o meno qualche millennio.

Rimane sempre da scoprire come questi procedimenti siano stati trovati.

Gli artigiani del cuoio, che ritroviamo lungo i secoli, non solo raggruppavano il lavoro, ma stringevano dei forti legami professionali. Il lavoro di ogni addetto era strettamente sorvegliato dai sindacati dell’epoca, le cui sanzioni erano molto severe e veniva punita la minima negligenza e la più piccola dimenticanza nella successione inflessibile delle diverse fasi di lavorazione

1

. D’altronde nelle botteghe artigiane non entrava chi voleva.

La tradizione era devotamente trasmessa da padre in figlio, dal padrone ai tecnici di fabbricazione. Ma si comprende che un tale tipo di organizzazione del lavoro comporta dei difetti: la tradizione diventa routine, la disciplina può trasformarsi in sottomissione.

Così le corporazioni si sono, nel corso degli anni, cristallizzate in un conservatorismo, nemico di ogni progresso, di ogni innovazione, sia pur minima del ciclo di lavorazione.

Pertanto nei corsi dei secoli l’industria del cuoio è rimasta intrappolata in un vicolo cieco.

Soltanto verso la metà del secolo XIX, con l’avvento della meccanizzazione, la struttura artigianale subisce uno scossone.

Finalmente dopo la fine del secondo conflitto mondiale si assiste ad una vera e propria espansione di quest’attività che va quindi a collocarsi nel tessuto urbano esistente.

1

Non era altro che il processo di lavorazione usato oggi.

(2)

Da questo momento nasceranno le prime aziende ed associazioni finalizzate a studiare soluzioni tecniche innovative applicabile al processo conciario e alle attività di recupero e smaltimento dei sottoprodotti da esso generato.

In Italia il modello produttivo si caratterizza per una struttura molto frammentata di piccole e medie imprese, integrate con attività conto terzi specializzate in alcune fasi di lavorazione.

 0RYLPHQWD]LRQHGHOOHSHOOL

Ai giorni d’ oggi il processo conciario ha un livello di automatizzazione molto basso. Le cause di ciò sono multiple e si possono riassumere:

- nelle proprietà intrinseche delle pelli, come la flessibilità e l’ irregolarità delle forme; ogni animale fornisce un solo capo;

- nel processo conciario, dove si eseguono procedure generalmente artigianali, riscontrando così una certa resistenza nella introduzione di un certo livello di automatizzazione.

In tale scenario alcuni punti di interesse dove l’ automazione può essere impiegata convenientemente possono essere identificati. Uno di tali punti è rappresentato dalla fase di carico-scarico nelle macchine di finitura, operazioni semplici ma tediose perché ripetitive, nonché pericolose. Un esempio è la fase di carico e scarico dei pellami alla stazione di verniciatura delle pelli [2], vedi ILJXUD.

Fase di scarico con accatastatore automatico

Fase di carico

tramite operatore

(3)

L’ operazione di carico della pelle, è totalmente PDQXDOHquesto perché in molte fasi del processo di lavorazione la pelle si presenta umida e delle volte bagnata, tale motivo complica notevolmente l’ avanzamento tecnologico del settore. Invece la dove la pelle presenta le caratteristiche che permettono l’ utilizzo delle tecnologie per la sua manipolazione non è stata fatta nessun tipo di ricerca.

Nella fase di carico delle pelli ( ILJXUD), l’ operatore afferra singolarmente ciascuna pelle dalla pila e la deposita sul piano di lavoro o sul nastro trasportatore della macchina, il capo è poi trasportato al di sotto di un sistema di ugelli rotanti che spruzzano la vernice sulla superficie della pelle. L’ operazione di impilamento della pelle (ovvero la fase di scarico dalla macchina) può essere svolta PDQXDOPHQWH da uno o più operatori oppure può essere DXWRPDWL]]DWD da un accatastatore automatico [3] ( ILJXUD).

)LJXUD±3ULQFLSLRGLIXQ]LRQDPHQWRGHOO¶DFFDWDVWDWRUHDXWRPDWLFR 

Questi sistemi semoventi, chiamati anche “STACKERS”, sono posti alla fine dei nastri trasportatori e sono in grado di sollevare la pila di pelli. Questi sistemi non sono però in grado di separare le singole pelli dalla pila e di posizionarle al di sopra del nastro trasportatore.

In alcune lavorazioni (come nelle fasi iniziali dove la pelle si presenta bagnata, vedi capitolo 1)

la manualità dell’ operatore è insostituibile ma in altre (soprattutto nelle fasi di rifinizione sul

cuoio essiccato) è l’ operatore che afferra e posiziona la pelle solo perché non ci sono sistemi

automatici che svolgono tale operazione.

(4)

Molti problemi devono essere risolti per rendere completamente automatizzato il processo.

Questi problemi sono tipicamente incontrati quando una parte non rigida deve essere afferrate e posizionata.

Per una miglior comprensione di come si movimentano le pelli in conceria si invita ad osservare le seguenti figure, che mostrano alcune delle fasi più importanti nella lavorazione del cuoio, già illustrate nel capitolo precedente:

)LJXUD±6FKHPDGHOODIDVHGLWLQWXUD





)LJXUD±6FKHPDGHOODIDVHGLPHVVDDOYHQWR

Pelle tinta bagnata

Pelle umida

Pelle rasata

Pelle tinta

(5)





)LJXUD±6FKHPDGHOODIDVHGLDVFLXJDWXUD



)LJXUD±6FKHPDGLXQDPDFFKLQDVPHULJOLDWULFH

Pelle inchiodata Pelle umida

Pelle asciutta

Essiccatore

Accatastatore

(6)

Nelle figure 2.3 e 2.4 la pelle si presenta con un alto grado di umidità sia prima del processo di lavorazione che al termine di questo. In particolare si può notare che la fase di tintura effettuata in bottale, dove le pelli vengono lavorate in gruppi è controproducente pensare di studiare un sistema di carico/scarico di pelle singolarmente. Nel settore esistono dei sistemi di carico-scarico pelle per bottali, come quello mostrato in figura, che altro non sono che i nastri trasportatori chi finiscono direttamente alla entrata del bottale.

)LJXUD&DULFDPHQWRGHLERWWDOLWUDPLWHQDVWURWUDVSRUWDWRUH

La fase d’ asciugatura presentata nella figura 2.5 la pelle all’ inizio del processo si presenta bagnatamene alla fina, che è asciutta, viene scaricata manualmente soltanto perché non ci sono sistemi di scarico in grado di prelevare le pelli dai ganci dove esse si trovano sospesi.

In precedenza è stato detto che esistono delle stazioni di scarico pelli automatizzate, nella figura 2.6 è mostrata una di queste stazioni dotata di accatastatore automatico. Inoltre la fase di carico, dove le pelli al tatto sono quasi asciutte, è manuale perché non esistono sistemi robotizzati per eseguirla.

Trasportatore a nastro diviso nella zona dove si trova la entrata di un bottale.

Se il bottale deve

essere riempito la

apertura viene fatta in

prossimità del nastro

(7)

 7LSLGLPRYLPHQWD]LRQHGHOOHSHOOLDOO¶LQWHUQRGHOODFRQFHULD

Nel campo della manipolazione delle pelli, i problemi relativi al afferraggio, l’ impilaggio e la separazione delle pelli sono fortemente correlati.

La forma e la deformabilità delle pelli costringe i produttori ad immagazzinare le pelli in cataste oppure su cavaletti [2] ( ILJXUD). Poiché la pelle è un materiale naturale, ragione per cui non esistono due capi uguali, la separazione delle pelli è molto difficile: la posizione dei bordi non è conosciuta a priori e non esiste una area dove l’ intera superficie del capo può essere sicuramente trovata, ILJXUD.

)LJXUD,PSLODPHQWRSHOOL



Per quanto esposto prima si può dire che le pelli all’ interno delle concerie vengono essenzialmente trasportatecome mostrate nel seguente schema:

Impilamento su catasta su pallet Impilamento

su cavalletto

0RYLPHQWD]LRQHSHOOL

$JUXSSL

(movimentazione della catasta oppure del

cavalletto)

6LQJRODUPHQWH

- Movimentazione manuale.

- Movimentazione tramite nastro trasportatore.

- Movimentazione aerea tramite sostegni.

- Movimentazione manuale.

- Movimentazione con carrello elevatore - Movimentazione tramite

nastro trasportatore.

- Movimentazione tramite

piattaforma ribaltabile .

(8)

LQJUXSSL: le pelli impilate come quelle mostrate in ILJXUDvengono movimentate tramite carrelli elevatori ( ILJXUD), su rotelle (ILJXUD), piattaforme ribaltabili (ILJXUD), oppure nastri trasportatori ( ILJXUD), qui pero non si trattata di vere e proprie “pile” ma bensì di gruppi di pelli alla rinfusa.

)LJXUD0RYLPHQWD]LRQHGHOOD³SLOD´WUDPLWHFDUUHOORHOHYDWRUH







)LJXUD0RYLPHQWD]LRQHGHOODSLODFRQXQFDYDOOHWWRVXURWHOOH

(9)

)LJXUD0RYLPHQWD]LRQHGHOOD³SLOD´WUDPLWHSLDWWDIRUPDULEDOWDELOH.

)LJXUD0RYLPHQWD]LRQHGHOOHSHOOLWUDPLWHQDVWURWUDVSRUWDWRUH



Le pelli possono essere trasportate anche VLQJRODUPHQWH: ciascuna pelle può essere disposta

sopra un nastro trasportatore ( ILJXUD), oppure tramite catene aere (ILJXUD), nelle quali le

ogni pelli viene appesa tramite dei sostegni come quelli mostrati in ILJXUD.

(10)

)LJXUD1DVWURWUDVSRUWDWRUH



)LJXUD0RYLPHQWD]LRQHDHUHDGHOOHSHOOL





)LJXUD6RVWHJQLD 6RVWHJQRDGDVWDVLQJRODE 6RVWHJQRDSLQ]HF 6RVWHJQRDJDQFL







D  E  F 

(11)

 'HVFUL]LRQHGLDOFXQLPHWRGLSHUO¶LPSLODPHQWRGHOOHSHOOL

L’ asservimento delle macchine da conceria viene realizzato tramite pile di pelli disposte su pallet, cavalletti,oppure nastri trasportatori, posizionati accanto alla macchina da utilizzare. Tutto questo perché durante la fase di carico di un macchina è l’ operatore a prendere la pelle e ad posizionarla su di essa. Alla fine di ciascuna lavorazione, come già mostrato nelle ILJXUH

, queste pile vengono realizzate nuovamente da un operatore oppure dagli accatastatori automatici, per essere indirizzate alla lavorazione successiva (già spiegato nel paragrafo 2.2).

Nonostante il settore conciario trovi delle difficoltà nell’ avanzamento tecnologico di gran parte dei suoi processi, esiste sul mercato un gamma di prodotti che si occupano all’ impilamento delle pelli, questi sono appunto gli accatastatori automatici che vanno a sostituire il lavoro manuale, per provvedere all’ impilamento delle pelli sui piani di trasporto.

Il seguente schema mostra com’ è eseguita la movimentazione delle pelli durante più cicli di

verniciatura (il numero di volte che una pelle sarà verniciata dipende dalla qualità che si vuole

ottenere da questo tipo di finitura):

(12)

)LJXUD5DSSUHVHQWD]LRQHGHOODPRYLPHQWD]LRQHGHOOHSHOOLGRSRXQFLFORGLYHUQLFLDWXUD

(13)

Molti di questi prodotti sono coperti da brevetti, tra i più significativi si possono menzionare i seguenti [8]:

1.- “ 0DFFKLQDLPSLODWULFHSHUSHOOLFRQFLDWHRVLPLOLFRQEUDFFLRHVWHQVLELOHHVROOHYDELOH”: si tratta di una macchina impilatrice per pelli conciate ed altri simili prodotti in foglio flessibile. È un sistema di carico scarico che preleva le pelli e le ripone su pallet e cavalletti La caratteristica consiste nel fatto che essa presenta un braccio munito di nastro trasportatore, estensibile e sollevabile allo scopo di consentire una corretta operazione di impilamento delle pelli sul loro normale piano d’ appoggio.

La macchina comprende essenzialmente un primo tappeto trasportatore avente un profilo a forma di “v” rovesciata molto allargata, mediante il quale le pelli vengono fatte adagiare su un secondo tappeto trasportatore, mobile orizzontalmente su guide, che a sua volta porta la pelle da impilare a scendere sul piano di appoggio o sulla catasta di pelli in precedenza impilate, essendo dotato unitamente insieme al primo nastro trasportatore a “v”, di un movimento di sollevamento automatico, che adegua con continuità la altezza del braccio mobile a quella della catasta su cui la pelle deve essere stesa.

Il brevetto verrà ora più dettagliatamente descritto con laiuto delle figure in seguito:

- La ILJXUD rappresenta la vista della machina in elevazione, sezionata verticalmente.

)LJXUD0DFFKLQDLPSLODWULFHSHUSHOOLFRQFLDWHRVLPLOL

(14)

- La ILJXUD rappresenta la vista in prospettiva della macchina con i nastri trasportatori in posizione abbassata.

)LJXUD3RVL]LRQHDEEDVVDWDGHOODPDFFKLQDLPSLODWULFH

- La ILJXUD rappresenta la vista in prospettiva della stessa con i nastri in posizione sollevata.

)LJXUD3RVL]LRQHVROOHYDWDGHOODPDFFKLQDLPSLODWULFH

La macchina comprende una incastellatura 1 ( ILJXUD), su due montanti posteriori della quale

sono fissate le mensole 2 , sulle quali sono imperniate le sbarre 3, che sostengono i rulli di rinvio

4, 5, 6 e 7, sui quali scorre il primo tappeto trasportatore 8, vantaggiosamente realizzato su una

serie di nastri paralleli e posto in movimento, tramite una trasmissione a catena 9 dal motore

elettrico 10.

(15)

Una seconda serie di sbarre 11, anche esse imperniate in prossimità del punto 4 di imperniamento delle sbarre 3, sostiene un telaio orizzontale sollevabile 12, portante alle estremità i rulli 14 e15, sui quali ruota il nastro trasportatore 16, anche esso vantaggiosamente costituito da una serie di nastri paralleli.

Allo scopo di irrobustire il telaio 13, è disposta sullo stesso una lamiera saldata ai suoi quattro lati, munita di feritoie per il passaggio dei raggi luminosi che interessano le fotocellule.

Il telaio 12 è collegato a snodo, tramite le bellette 17, alla estremità esterna del telaio 3, asua volta collegata alle funi 18, avvolte sui volantini 19.

Su una coppia di volantini paralleli 20, montati sullo stesso albero 21 e comandati in rotazione, tramite la catena 22, dal motore elettrico 23, sono montate le funi 24, che, dopo aver subito n rinvio sulle pulegge 25, si agganciano alla parte posteriore del telaio 12, provenendo al suo sollevamento, unitamente al telaio 3, in collaborazione con le funi 18.

Il nastro 16, montato su telaio mobile 13, è posto in rotazione dal motore elettrico 26, tramite la trasmissione a catena 27.

Il telaio mobile 13 si muove rispetto al telaio fisso 12 sul quale è guidato, commandato dalla coppia di funi 28.

Queste ultime sono fissate con le loro estremità al telaio mobile 13, subiscono un rinvio sulle pulegge fisse 29 e vengono comandate dalle pulegge 30, a loro volte poste in rotazione dal motore elettrico 31.

Il tappeto trasportatore 8 ed il tappeto trasportatore 16 ruotano in continuazione nel verso segnato dalle frecce, quando la macchina è in funzione.

Il telaio 13 avvanza soltanto quando una pelle, avanzando sul tappeto trasportatore 8, cade nell’ ambito dell’ elemento fotosensitore 32, oscurando la sorgente luminosa 33, disposta inferiormente al ponticello 34, solidale al telaio fisso 12, con un ritardo di tempo regolabile automaticamente in base alla lunghezza delle pelle.

Una cellula fotosensibile 35, che collabora con il proiettore luminoso 36 ( ILJXUD), disposto, come del resto la cellula 35 sulla testata del telaio mobile 13, avverte la presenza della catasta di pelli sottostante, mettendo in azione il motore elettrico 23, che provede al sollevamento dei due telai 3 e 12, per adeguarne l’ altezza della catasta in formazione.

Il funzionamento della macchina risulta evidente da quanto ora descritto, con l’ aiuto delle ILJXUH

H

Le pelli o altri materiali in foglio flessibile da accatastare, vengono fatte salire sul nastro

trasportatore 8, provenendo dalla macchina che precede.

(16)

Quando una pelle si presenta in corrispondenza della cellula fotosensibile 32, scatta un temporizzatore non illustrato, che, a sua volta fa partire il motore elettrico 31, provedendo a far avanzare, tramite le funi 28, il telaio mobile 13, rispetto al telaio fisso 12.

La pelle avanza quindi lungo il nastro trasportatore 16, scendendo dallo stesso, mentre in seguito all’ inversione automatica del senso di rotazione del motore 31, il telaio mobile 13 torna a rientrare entro il telaio fisso 12.

La pelle viene perciò adagiata sul piano di carico 37, ad esempio costituito da una piattaforma a pallets, sollevabile tramite un normale sollevatore semovente a forca o anche un carrello a piattaforma o un cavalletto o simile.

Alcuni dei modelli di accatastatori automatici in commercio vengono illustrati di seguito:

1 Impilatore dopo spaccatrice: )LJXUD

Durante l’ operazione di spaccatura, già accennata nel capitolo 1, la pelle viene divisa in due strati, fiore e crosta. Questo sistema di impilamento permette lo scarico dalla macchina spacciatrice e il successivo impilaggio degli strati senza che l’ operatore si avvicini alla macchina spacciatrice. Questo impilatore permette l'accatastamento del fiore e della crosta in due stazioni separate ed indipendenti all’ uscita dalla macchina spaccarice (vedi ILJXUD).

Le due parti di pelli all’ uscita dalla macchina spacciatrice vengono convogliate su due

tappeti di tendimento che vanno a finire su due differenti nastri trasportatori che

realizzano l’ impilaggio.

(17)

 )LJXUD,PSLODWRUH3$/6

 2 Impilatore per pelli: )LJXUD

Questa linea di selezione, consente l’impilatura delle pelli in differenti stazioni di scarico di una qualsiasi macchina primaria. Come quello precedente la pelle in uscita dalla macchina viene convogliata sul tappeto di tenimento che tramite una centralina di comando lo solleva oppure lo abbassa a secondo quale nastro trasportatore dovrà

occuparsi dell’ impilaggio della pelle. L'accatastamento può essere sia fiore con fiore, che fiore con carne.

La scelta può essere effettuata : -per qualità;

-per area;

-per spessore;

o per loro combinazione.

In questo caso è l’ operatore che sceglie dove sarà impilata la pelle in uscita dalla macchina primaria tramite la centralina di comandi, quindi durante l’ utilizzo di questo accatastatore è richiesta la presenza dell’ operatore.

Tappeti di tendimento

Nastri utilizzati per

l’ impilaggio

(18)

)LJXUD,PSLODWRUH3$//



3 Impilatore per pelli UNICOMPACT-T: )LJXUD

L’ UNICOMPACT-T, può impilare le pelli sia su tavola che su cavalletto.

Questa macchina comprende un tappeto trasportatore avente un profilo a forma di “ v”

rovesciata molto allargata, ed un secondo tappeto trasportatore, mobile orizzontalmente su guide, il principio di funzionamento è quello che riguarda il primo brevetto spiegato in precedenza.

Generalmente è utilizzata durante la fase di scarico della macchina verniciatrice. Deposita le pelli utilizzando due nastri trasportatori, quello che si occupa di impilare la pelle sul piano d’ appoggio scorre su delle guide che posizionano la pelle sopra la catasta facendo cadere un lembo di questa sulla pila, il nastro trasportatore inverte il moto di traslazione sulle guide facendo cadere completamente la pelle sulla catasta.

)LJXUD,PSLODWRUH81,&203$&77

Guide sulle quali scorre il nastro trasportatore.

Nastri

trasportatori

(19)

4 Impilatore compatto: )LJXUD.

Questa macchina, come quella nel punto 3, provvede all’ impilaggio delle pelli sopra cavalletto o su pallet. Il principio di funzionamento è sempre quello dei nastri trasportatori che scorrono uno sull’ altro per poter depositare la pelle. A differenza della 3 si tratta di una riduzione degli ingombri

)LJXUD,PSLODWRUH&RPSDWWR81,&203$&7

Nella figura A, un confronto tra impilatore tradizionale a fine linea di sverniciatura ed il

nuovo UNICOPACT Stacker, sono evidenti le differenze di spazio.

Riferimenti

Documenti correlati

Commercio all'ingrosso di prodotti chimici per l'agricoltura e di macchine e attrezzi agricoli Commercio all 'ingrosso di cuoi e pelli conciate (escluse le pelli da

[r]

Quando morì prematuramente, nel 1901, Gandhi ne soffrì molto, e più tardi ebbe a dire che se avesse avuto un guru nella sua vita, questi non avrebbe potuto essere altri che

ed acqua, formatasi per aerazione di effluenti domestici o industriali, contenenti una forte carica batterica e capace di ossidare le sostanze organiche ed anche inorganiche con

Dunque se mettiamo entrambi gli elettroni in uno stato con n > 1 (stati eccitati), questi non sono veri e propri stati legati dell’atomo, perché sono stati autoionizzanti, in

Universit` a degli Studi di Roma Tor Vergata.. Corso di Laurea

In una reazione chimica quando due elementi si combinano per formare i composti, la loro quantità minima corrisponde a 1 atomo con relativo peso e la quantità

In detail, the Florence Draft consists in its main variant of 512 articles con­ solidating the provisions of the main treaties and other important texts of