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Academic year: 2021

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Conclusioni

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Conclusioni 587

Esaminati con diverso grado di profondità d'analisi alcuni strumenti per la valutazione della sostenibilità ambientale e dell'efficien-za energetica che hanno avuto notevole svi-luppo e applicazione nell'ultimo decennio, si propone una serie di considerazioni conclu-sive generali su criticità, potenzialità, possi-bili sviluppi dei sistemi di valutazione della sostenibilità ambientale e dell'efficienza e-nergetica.

Le conclusioni si organizzano intorno a quin-dici concetti chiave, interrelati tra loro, rife-ribili a cinque peculiarità comuni a tali stru-menti:

- finalità o scopo dello strumento; - struttura dello strumento;

- individuazione di criteri e indicatori di prestazione;

- metodo di calcolo e procedura; - certificazione e targhe ecologiche.

Finalità

RISPONDENZA, USABILITÀ, PERTINENZA

Una committenza che si affida ad una pro-cedura di valutazione della sostenibilità am-bientale e dell'efficienza energetica per cer-tificare un edificio richiede che la procedura stessa sia in grado, entro gradi di incertezza e penalizzazione minimi, di evidenziare la qualità dell'edificio e di attestare, attraverso la certificazione, il raggiungimento di elevate prestazioni derivanti dall'impegno profuso dal committente.

L'utente finale opera quindi delle scelte arti-colate per ricercare prestazioni di qualità sotto gli aspetti architettonici e tecnologici (qualità energetica, ambientale, della sicu-rezza, di servizio). In particolare, un operato-re di mercato è mosso dalla possibilità di fornire un prodotto edilizio capace di soddi-sfare potenziali clienti, e ricerca quindi la qualità degli immobili declinata secondo precisi indicatori prestazionali. Un sistema di valutazione e certificazione deve quindi pos-sedere caratteristiche di rispondenza, ossia possedere quegli indicatori prestazionali in grado di cogliere tali aspetti della qualità. Gli indicatori concorrono a definire il raggiun-gimento e certificare standard prestazionali ottimali, corrispondenti alla massima diffe-renza tra il valore del prodotto edilizio per il potenziale acquirente e le risorse finanziarie investite nella sua realizzazione.

L'obiettivo di un sistema di valutazione della qualità è quindi misurare il livello massimo delle prestazioni ottenibili in determinati ambiti; questi ultimi possono variare

(pre-stazionale per il settore terziario, sostenibili-tà, qualità della gestione).

Da questa prima analisi si deduce che una procedura di certificazione non è mai fine a sé stessa; nel contesto della sostenibilità ambientale, può fungere da leva per nuove tecnologie nel processo edilizio, e più in ge-nerale può portare una diffusa attenzione da parte dell'opinione pubblica e delle ammini-strazioni su obiettivi finali quali la riduzione dei consumi energetici, la riduzione delle emissioni climalteranti in atmosfera, il con-tenimento del consumo delle risorse del pianeta: il sistema di valutazione si profila come linea guida di progettazione verso de-terminate prestazioni a fini ambientali. Il sistema di valutazione, d'altro canto, può offrire una metodologia per motivare inter-venti edilizi ecosostenibili con appositi canali contributivi, e costituisce, in questo caso, lo strumento di verifica per la concessione di tali contributi.

Le problematiche relative alla pertinenza della procedura offerta da un determinato strumento per la valutazione si manifestano in alcuni specifici criteri relazionati alla strut-tura complessiva del sistema. Ogni singolo individuo presenta aspirazioni e scale di priorità differenti, per cui uno strumento di valutazione non può porsi al di sopra di que-ste legittime inclinazioni, fornendo una vi-sione sovra - individuale. Operativamente, questo si traduce nella possibilità di esclude-re alcuni aspetti di valutazione se non

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perti-nenti o poco significativi. Si pensi, a titolo d'esempio, alla valutazione della vicinanza a piste ciclabili (Protocollo VEA, scheda 6.5) o della predisposizione, in fase di progetto de-gli spazi di servizio e delle pertinenze, di op-portune aree per il rimessaggio delle bici-clette (Protocollo ITACA, criterio A.3.4.): vi

sono contesti, come quelli montani, in cui tale possibilità di trasporto alternativo non sono praticabili.

Il sistema deve quindi essere "intelligente", reso modificabile da parte degli estensori senza che il risultato finale della valutazione perda valore.

Struttura

FLESSIBILITÀ, VERSATILITÀ, AGGIORNABILITÀ

Si è analizzata la notevole novità introdotta dal metodo SBTool, che si propone come un

framework estremamente ampio capace di

adattarsi alle caratteristiche del territorio che decide di adottarne la struttura: questo metodo il miglior esempio di flessibilità dello strumento di valutazione, che può modifica-re i propri contenuti in base alle necessità specifiche del territorio di impiego, con at-tenzione alle problematicità di pertinenza appena evidenziate. In questo senso, la fles-sibilità di uno strumento può essere intesa come la sua capacità di cogliere quelle diffe-renze che, per cultura della localizzazione, disponibilità di risorse locali, politiche am-ministrative, modelli comportamentali degli utenti possono rendere difficoltoso il con-fronto tra due diversi organismi edilizi. Una struttura a criteri indipendenti, come quella offerta dal Protocollo ITACA, permet-te un'elevata flessibilità, anche in considera-zione della possibilità di ridefinire le priorità prestazionali proprie dello strumento con la modifica dei pesi ponderali dei criteri.

Un sistema di valutazione è caratterizzato da un certo grado di versatilità, ossia la capacità di essere modellato su diverse categorie di edifici, oggetto di differenti interventi edilizi. La stessa identica strutturazione di criteri non è applicabile in tutti i casi, poiché ven-gono a variare delle condizioni basilari per la correttezza della valutazione: disponibilità di elaborati progettuali, disponibilità di dati sul contesto naturale ed antropico, incidenza dell'intervento edilizio a scala di edificio. Nella struttura del sistema e nella formula-zione dei singoli criteri deve essere garantita la possibilità di aggiornamento periodico, derivante dall'evoluzione delle tecniche co-struttive, dall'immissione sul mercato di prodotti innovativi, dalla modifica dell'ambi-to normativo, legislativo e tecnico, che inte-ressa uno o più criteri. L'"aggiornabilità" del-la struttura di un sistema di valutazione tro-va posto nella ri-definizione delle scale di benchmark, o scale di prestazione, in cui si attua la corrispondenza tra il punteggio e la prestazione relativi ad un certo criterio.

Metodo di calcolo e procedura

OGGETTIVITÀ, RIPETIBILITÀ, TRASPARENZA

Uno strumento di valutazione, nell'articola-zione dei criteri considerati, deve garantire un elevato livello di oggettività, sia al mo-mento dell'individuazione dell'ambito di analisi che in sede di determinazione della singola prestazione.

Uno dei punti di forza del Protocollo ITACA 2011 è la riduzione al minimo dei criteri va-lutati con indicatore di prestazione a scena-rio, di tipo verbale, che richiede al profes-sionista di assegnare un punteggio ricono-scendo lo scenario che "più si avvicina" alla

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Conclusioni 589

situazione reale. Questa condizione, pur ammettendo l'impossibilità di quantificare numericamente ogni prestazione garantita da un organismo edilizio, può essere oggetto di interpretazioni, malintesi, distorsioni. I criteri elaborati con indicatori di prestazione a scenario generalmente non hanno una propria normativa di riferimento che possa fornire un riferimento sicuro; sono quindi tali criteri a poter invalidare la ripetibilità di una valutazione o di una certificazione. Uno strumento di valutazione si può consi-derare oggettivo, e quindi il più possibile scevro da influenze interpretative da parte del professionista valutatore se, a parità di

dati inseriti, la valutazione fornisce il mede-simo risultato.

La procedura applicativa di uno strumento di valutazione deve inoltre essere descritta in modo da risultare cristallina e comprensibile a tutti i soggetti coinvolti, in relazione alle specifiche competenze e responsabilità. In questo ambito eccelle il sistema LEED, che, per ogni credito, definisce le tempistiche, le responsabilità e la documentazione necessa-ria al conseguimento del credito stesso. Maggiore è la chiarezza delle procedure e univoco il percorso descritto per le procedu-re di calcolo, meno contestabile sarà il risul-tato della valutazione.

Criteri - Indicatori di prestazione

COMPLESSITÀ, SEMPLIFICABILITÀ, DISPONIBILITÀ DI DATI

La possibilità di redigere una valutazione in modo chiaro e sintetico costituisce un van-taggio non trascurabile per il professionista incaricato; la riduzione dei tempi necessari a raccogliere e preparare la documentazione necessaria a produrre la valutazione si riflet-te anche sulla commitriflet-tenza, in quanto si ri-ducono anche i costi che il tecnico esige per la propria prestazione professionale.

La redazione della valutazione ai sensi del Protocollo VEA 2009, da questo punto di vi-sta, non richiede oneri computazionali ec-cessivi, se si dispone della documentazione necessaria ad affrontare le schede più osti-che (ad esempio, le sosti-chede contenute nell'a-rea di valutazione 3 richiedono un'imple-mentazione ai dati contenuti nei computi metrici estimativi).

Le procedure previste dalla valutazione pro-posta dal Protocollo ITACA 2011 presentano invece alcune notevoli complessità, poiché l'onere computazionale per la determinazio-ne dell'indicatore di prestaziodeterminazio-ne di alcuni criteri è decisamente impegnativo. Si fa rife-rimento, principalmente alla compilazione del criterio D.3.2. "Temperatura dell'aria nel periodo estivo": il calcolo della temperatura operativa negli ambienti confinati nella sta-gione estiva richiede un processo di calcolo

comprendente matrici di trasferimento del calore (trasmissione in regime dinamico) a numeri complessi. La valutazione per via a-nalitica non è quindi possibile, ma sono rari i codici di calcolo che determinano tale valore e dei quali il professionista / certificatore può avvalersi, anche considerando che la norma di riferimento, UNI 10375, è stata ag-giornata nell'ottobre 2011. È quindi lecito chiedersi se non sia possibile semplificare la procedura o addirittura eliminarla, in quanto le condizioni termiche dell'aria interna nella stagione estiva sono analizzate anche in altri criteri del Protocollo ITACA, afferenti sia all'area B "Consumo di risorse" che all'area D "Qualità ambientale indoor".

Di notevole interesse è invece la possibilità permessa dal Protocollo VEA 2009 di ripiega-re su una valutazione qualitativa (comunque penalizzata in termini di punteggio massimo raggiungibile) in mancanza di dati necessari allo svolgimento della valutazione standard; tale possibilità è prevista in cinque schede. Questa possibilità permette di modulare l'at-tività valutativa (nel contesto di uno stru-mento che non prevede alcuna differenzia-zione di schede e pesi ponderali al variare della destinazione d'uso dell'edificio valutato e dell'intervento in oggetto) nei casi in cui la

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documentazione può non essere disponibile, ad esempio effettuando la valutazione su un edificio esistente, caso in cui è di rado possi-bile disporre della documentazione per ef-fettuare la valutazione su dati certi.

La possibilità di operare una semplificazione nella valutazione di un criterio è un aspetto importante anche considerando il sottopro-cesso costituito dalla sequenza "studio di fattibilità - progetto preliminare - progetto esecutivo - realizzazione dell'opera". Lungo questo sottoprocesso, il livello di definizione delle soluzioni tecnologiche aumenta, e con esso la correttezza della valutazione del cri-terio stesso. Ogni strumento di valutazione dovrebbe quindi considerare come necessa-ria la ricalibrazione, ad opera compiuta, della valutazione stessa.

Si consideri, a puro titolo di esempio, la scheda 3.1. del Protocollo VEA 2009 ed il cri-terio B.4.6. del Protocollo ITACA 2011, che esaminano la quantità di materiale riciclato impiegato. Innanzitutto il Protocollo ITACA raffina il calcolo alle soli percentuali di rici-clato presenti nei materiali da costruzione individuando, a differenza dello strumento della Regione Friuli Venezia Giulia, le unità del sistema tecnologico da considerare nel calcolo. In fase di progettazione, però, non è possibile quantificare con precisione tale quantità, a maggior ragione se si impiega lo strumento per un lavoro soggetto ad appal-to pubblico. Il Proappal-tocollo VEA 2009, stru-mento forse in generale più approssimativo, permette però di effettuare una valutazione qualitativa che meglio si adatta alla fase di progettazione.

Il nodo della disponibilità dei dati rappresen-ta, attualmente, la principale limitazione all'impiego dei metodi ad eco-bilancio per la

determinazione degli impatti delle attività edilizie secondo l'approccio del ciclo di vita. È possibile comunque aggirare il problema mantenendo la valutazione degli impatti ambientali dei materiali da costruzione adot-tando, ad esempio, criteri basati sugli indica-tori di eco-profilo, che pur configurati come indipendenti possono offrire un significativo quadro d'insieme dell'impatto di materiali e processi adottati.

È auspicabile, quindi, l'inserimento di un database all'interno della struttura del si-stema di valutazione. La disponibilità delle schede tecniche dei materiali non è assicura-ta e comunque, ai fini della correttezza della valutazione, queste stesse schede possono risultare mancanti dei dati necessari al cor-retto svolgimento di una procedura di valu-tazione.

Monitorando lo stato delle banche dati normative e dei database associati a softwa-re commerciali, si evince che le indicazioni sulle caratteristiche tecniche dei prodotti risalgono alla metà degli anni Novanta: rap-presentando una porzione modesta dei ma-teriali e delle soluzioni costruttive oggi a di-sposizione di progettisti e imprese, si com-prende che la vita utile di questo sistema di dati stia ormai volgendo al termine.

Un sistema di valutazione deve quindi essere basato primariamente su criteri e indicatori di prestazione oggettivamente calcolabili o stimabili. Pur essendo strumenti volti a certi-ficare livelli di qualità prestazionale superiori alla pratica corrente, la funzionalità dei

rating system (sistemi a punteggio) consiste

non nell'onerosità computazionale del pro-cesso di calcolo (la quale può comunque portare risultati fallaci) ma nella significati-vità degli aspetti considerati.

Certificazioni - Targhe ecologiche

SINTETICITÀ - RICONOSCIBILITÀ - COMPRENSIBILITÀ

Qualunque sia la natura dell'insieme di re-quisiti considerati da un sistema di valuta-zione delle prestazioni di un organismo edili-zio (efficienza energetica, aspetti di

sosteni-bilità ambientale, aspetti di sostenisosteni-bilità in senso lato, comprensivi delle componenti economiche e sociali, valutazione del com-fort garantito all'utenza non

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necessariamen-Conclusioni 591

te in ottica sostenibilità), il sistema stesso deve pervenire ad un risultato di sintesi, ge-neralmente operato da specifici codici di cal-colo di complessità variabile con l'ampiezza di respiro delle esigenze.

Tale processo di sintesi è un momento chia-ve della procedura di valutazione in quanto conclude un insieme complesso di azioni e valutazioni in un indice sintetico. Ne è un semplice esempio la classe energetica attri-buita agli organismi edilizi secondo le Linee Guida Nazionali o secondo la specifica nor-mativa regionale o locale.

Un esempio di indice sintetico "multiplo", invece, è costituito dal codice alfanumerico della procedura di valutazione energetica ed ambientale prevista dal Protocollo VEA 2009: in aggiunta alla lettera, che certifica la classe energetica in analogia alla situazione nazionale, la cifra inquadra e certifica la clas-se ambientale.

Proprio da quest'ultimo esempio è opportu-no considerare la funzione di questo proces-so di sintesi. Un riferimento breve, un dato numerico, una colorazione hanno il pregio di evidenziare la qualità prestazionale

dell'or-ganismo edilizio e di rendere possibile, con diversi gradi di approssimazione - approssi-mazione maggiore con il ricorso al sistema delle classi, che individua valori soglia di pas-saggio; minore con l'impiego di un'espres-sione numerica - il confronto delle presta-zioni di due diversi organismi edilizi.

Tale immediatezza di lettura si configura, però, ad una condizione: il ricettore dell'in-formazione deve riconoscere cosa esprime l'indicatore globale di prestazione, quali grandezze o sintesi di grandezze vi sono con-tenute. L'indicatore, quindi deve essere leg-gibile, comprensibile, collocabile immedia-tamente all'interno di una scala di prestazio-ni massime - miprestazio-nime che permetta anche a persone prive di preparazione tecnica di ca-pire la qualità dell'oggetto valutato / certifi-cato. Un indicatore numerico, ad esempio, deve essere collocabile entro una scala di valori visibile che, eventualmente con l'im-piego del colore, permetta la comprensione dell'indicatore riportato così da riallacciarsi e corrispondere ad uno degli scopi fondamen-tali delle procedure di certificazione: l'infor-mazione dell'utenza.

Figura 1: Esempio dell'indicatore di prestazione complessivo ITACA 2011 concretizzato in un'e-spressione numerica. Per evincere la qualità della prestazione globale, è necessario sapere che il punteggio massimo teoricamente conseguibile impiegando questo strumento è 5.

L'opportunità di comunicare adeguatamente un determinato indicatore di prestazione dipende anche dagli orientamenti della committenza e dal peso specifico assunto da un determinato indicatore all'interno del si-stema di valutazione.

L'apparente conflittualità tra il principio di sintesi e quello di riconoscibilità delle pre-stazioni considerate da un generico

stru-mento è risolvibile prevedendo una congrua visualizzazione delle prestazioni globali e specifiche di un'area parziale di valutazione. Queste vesti grafiche rivestono grande inte-resse nella comunicazione dei risultati della valutazione, in quanto permettono di indivi-duare i punti di forza e le aree carenti nella globalità di prestazioni garantite dall'organi-smo edilizio.

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Figura 2: Individuazione, attraverso un'opportuna soluzione grafica, della prestazione globale e dellle prestazioni parziali riferite ad aree di valutazione: soluzioni proposte da SBTool, a sinistra, e dal sistema DGNB, a destra. Quest'ultima eccelle nell'individuazione della prestazione dei singoli criteri evidenziandone la singola prestazione ed il peso nell'intero sistema (circonferenza) confe-rendo alla base una dimensione proporzionale peso stesso (fonti: Nilsson L., Rating Systems and

SBTool, 2007 e http://www.dgnb.de/dgnb-system/). 0 1 2 3 4 5 A B C D E F G

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Conclusioni 593

Concludendo, i sistemi di valutazione della sostenibilità ambientale hanno inglobato la tematica dell'energia, del suo uso efficiente e della sua eventuale produzione da fonte rinnovabile, e non è più attuale pensare che la valutazione ambientale possa costituire semplicemente un'estensione della valuta-zione energetica, visione che ne costituisce comunque la sua origine storica. Come ben evidenziato dalla normativa tecnica in mate-ria (UNI 11277, ISO/TS 21929, ISO 21930, serie EN 15643), la valutazione della soste-nibilità procede in direzione opposta, con l'estensione dei requisiti di sostenibilità negli ambiti sociale ed economico.

Questo lavoro contribuisce a riconoscere, criticamente, la praticabilità dei vari criteri e strumenti per una progettazione consapevo-le, innanzitutto, degli effetti sull'ambiente legati alle scelte operate in questa fase del

processo edilizio. Evidentemente, ad una progettazione attenta deve corrispondere una diffusa partecipazione degli attori di produzione di sistemi, componenti e mate-riali per l'edilizia; entrambe richiedono inol-tre il sostegno di politiche oculate e mirate da parte della pubblica amministrazione e di partecipazione attiva da parte dei ricercatori ai processi produttivi e valutativi.

I requisiti esaminati e le pratiche, migliorati-ve e innovatimigliorati-ve, progettuali e costruttimigliorati-ve, individuate e ordinate secondo uno dei pos-sibili quadri di requisiti connotanti costitui-scono il primo passo di un'attività di ricerca che, nel prossimo futuro, si propone di am-pliarsi e strutturarsi, a partire dalle politiche ambientali di prodotto, sulla riferibilità e sul-le modalità di impsul-lementazione degli eco-indicatori negli strumenti di valutazione del-la sostenibilità.

Figura

Figura  1:  Esempio  dell'indicatore  di  prestazione  complessivo  ITACA  2011  concretizzato  in  un'e- un'e-spressione numerica
Figura  2:  Individuazione,  attraverso  un'opportuna soluzione  grafica,  della  prestazione  globale e  dellle prestazioni parziali riferite ad aree di valutazione: soluzioni proposte da SBTool, a sinistra,  e dal sistema DGNB, a destra

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