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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 191

104

ANTI - HCV : DIAGNOSI DI LABORATORIO

Migliozzi A., Cocco M.P.

Dipartimento di Patologia Clinica - U.O. Medicina di Laboratorio - P.O. S.Maria delle Grazie ASL NA2

Introduzione. La positività anti-HCV è rivelata in primo

luogo mediante tecniche ELISA ed è successivamente con-fermata mediante Immunoblot.

I suddetti tests sono dotati di elevata specificità e sensibilità ma presentano, tuttavia, dei limiti che sono propri della dia-gnosi di tipo indiretto. Il loro impiego, quindi può fornire reazioni falsamente negative o falsamente positive. Le prime sono dovute, per lo più al periodo di finestra immu-nologica del soggetto mentre le seconde possono essere la conseguenza di svariati fattori quali: modalità di conserva-zione del campione, cross-reattività con altri flavovirus, iper-gammaglobulinemia .

Per questi motivi, quindi, il Laboratorio deve confermare la positività anti-HCV mediante tests aggiuntivi di Immunoblot, che acquistano particolare rilevanza nei cam-pioni “borderline”.

Scopo del seguente studio è stato quello di valutare la preva-lenza, nella popolazione generale, dei soggetti anti-HCV positivi a basso titolo anticorpale, tra 1 e 3 S/CO ( valore del campione/valore limite) .

Materiali e metodi. Nel periodo Gennaio-Dicembre 2004 si

sono eseguiti 3896 dosaggi anti-HCV su campioni pervenuti al Laboratorio di Patologia Clinica dai vari Reparti o come utenti esterni, utilizzando il kit della Ditta Abbott, su appa-recchiatura AxSYM, basato su un metodo immunoenzimati-co a cattura di microparticelle.

Risultati. 136 campioni sono risultati positivi al test

presen-tando valori S/CO superiori a 3.14 campioni presentavano valori di S/CO superiori a 1 ma inferiori a 3. Tutti i 14 cam-pioni sono stati sottoposti a test di conferma Immunoblot. I risultati hanno evidenziato che il 75% di essi è risultato negativo, il 20% ha dato esito indeterminato e solo il 5% è risultato positivo.

Conclusioni. Si conferma come nella popolazione esista una

elevata percentuale di soggetti positivi ai tests di screening anti-HCV e che con l’esclusivo impiego di tali tests non è possibile formulare una diagnosi corretta., per cui il test di screening deve essere, necessariamente, supportato da un test addizionale di conferma, che possa limitare i casi risultati falsi positivi.

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