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(1)

Campionamento

• Campione: parte dell’insieme

universo interessato dall’ipotesi di ricerca

• Popolazione di riferimento: insieme

dei casi potenzialmente reperibili

(universo)

(2)

• Determinato dall’ipotesi di ricerca e dalle variabili in gioco

• Determinante rispetto all’analisi e all’interpretazione dei risultati

Campionamento

(3)

Caratteristiche da perseguire nella scelta del campione:

• adeguatezza rispetto all’ipotesi di partenza

• rappresentatività rispetto alla popolazione

• controllo della distorsione

• affidabilità

Campionamento

(4)

Fattori di distorsione della stima campionaria:

• influenza i risultati della ricerca

• non è controllabile dal disegno sperimentale

• determinata dalla tecnica di campionamento utilizzata

Campionamento

Campionamento

(5)

Paradosso centrale del

campionamento (Stuart, 1996) impossibilità di conoscere

dall’esame del campione se sia esso scevro di distorsioni

Campionamento

Campionamento

(6)

Distorsione da selezione

• Il campione è adeguato se e solo se non è influenzato da altre variabili che non siano quelle in studio

• Per assicurarci questa situazione occorre attuare un meccanismo di selezione

casuale

Campionamento

Campionamento

(7)

Campionamento casuale

• consiste nella scelta di una campione attraverso un meccanismo casuale

• attraverso questo metodo è possibile

conoscere le probabilità di selezione del campione

Tecniche di

Campionamento

(8)

Il campione casuale

• è privo di distorsioni dovute alla selezione

• è l’unico tipo di campione sul quale è possibile fare inferenza statistica

Tecniche di Tecniche di

Campionamento

Campionamento

(9)

• Esistono diverse tecniche di campionamento

• Rimane fondamentale la

spiegazione delle procedure di selezione che determinano i

risultati della ricerca

Tecniche di Tecniche di

Campionamento

Campionamento

(10)

Campionamento casuale semplice

permette di selezionare un campione dalla popolazione in

modo da avere la stessa probabilità per ogni possibile campione

Tecniche di Tecniche di

Campionamento

Campionamento

(11)

Campionamento stratificato

suddivide il campione in strati, ovvero in sottogruppi, le cui proporzioni corrispondono alla suddivisione della popolazione

Tecniche di Tecniche di

Campionamento

Campionamento

(12)

• per formare gli strati in modo casuale bisogna estrarre un campione casuale semplice da ogni strato

 

• incrementa la precisione del campionamento

• la corretta stratificazione dipende solo dalle conoscenze e dall’abilità dello

sperimentatore

Tecniche di Campionamento:

Tecniche di Campionamento:

Campionamento stratificato

(13)

Campionamento a grappoli

• nella prima fase la popolazione è suddivisa in gruppi - chiamati grappoli o cluster –

ciascuno dei quali non ha caratteristiche diverse dagli altri

• nella seconda fase da tutti i grappoli ne viene selezionato casualmente uno

Tecniche di Tecniche di

Campionamento

Campionamento

(14)

• La differenza fra gli strati e i grappoli sta nel fatto che mentre la selezione casuale degli strati

avviene a livello della popolazione la selezione casule dei grappoli avviene a livello di unità della popolazione

• comporta una perdita di precisione che può essere in taluni casi giustificata da ragioni economiche

• Naturalmente maggior variabilità esiste all’interno dei grappoli corrisponde a maggior precisione di campionamento

Tecniche di Campionamento:

Tecniche di Campionamento:

Campionamento a grappoli

(15)

Campionamento a stadi

• Dopo aver selezionato due o più grappoli si

seleziona all’interno di essi un individuo sempre attraverso un campionamento casuale semplice

• Oltre al caso descritto di due stadi si possono

verificare ripartizioni a più stadi che determinano una maggior flessibilità del progetto a discapito della rappresentatività del campione

Tecniche di Tecniche di

Campionamento

Campionamento

(16)

Campionamento

Numerosità campionaria

• Va determinata a priori

Dipende :

 da H0 e da H1

 dalla potenza del test

 dalla minima differenza apprezzabile

 dalla varianza casuale

(17)

Confronto fra le tecniche di campionamento

• Casuale semplice: è alla base delle altre

tecniche, è attuabile quando la popolazione è omogenea rispetto alla variabile in studio

• Stratificato: applica un metodo più preciso ma meno casuale

• A grappoli e a stadi: applica un metodo più

casuale ma meno preciso

(18)

Fallacia nella Stima

Campionaria e nel Test Statistico

• Ambiguità

Fallacia

• Errore

“Una fallacia è un X che sembra Y,

ma è Z” (Johnson,

1987)

(19)

Campione e Inferenza Statistica

• E’ attraverso il campione che posso fare inferenze in campo statistico

• Non esiste inferenza senza fallacie così come non esiste campionamento senza errore

• Controllo dell’errore attraverso il

metodo

(20)

Campione

Rappresentativo

• Rappresenta la popolazione alla quale si riferisce ma non lo è né per caratteristiche né per numerosità.

• Campione Rappresentativo:

» Controllo distorsione

nella selezione Casualità

» Corrispondenza fra campione e

popolazione Precisione

(21)

Questione di Metodo

• Errori non campionari sono eliminabili

• Errore campionario controllabile in quanto misurabile

• Piano di campionamento: modalità di selezione e parametri/stimatori da

misurare

(22)

Precisione e Casualità

Tanto più cerchiamo di controllare la precisione tanto più facilmente

possiamo selezionare un campione non casuale

La rappresentatività è data dalla

differenza tra stima campionaria e parametro della popolazione

“The surer you want to be the less you have to demand”

(Alan Stuart, 1968)

(23)

Errori legati alla

Dimensione del Campione

La dimensione ottimale del campione è quella per cui l’errore di

campionamento non va oltre una certa soglia

Efficienza: precisione per unità di costo Può esser controllata solo nel caso del

campionamento probabilistico

(24)

Omogeneità e Numerosità

• Più n si avvicina a N più l’errore di campionamento diminuisce

• Maggiore è la variabilità della

stima campionaria minore è

l’affidabilità

(25)

Esempi di fallacie

collegate a distorsioni nel campionamento

– Principio inficiato: Casualità – Principio inficiato: Idoneità

– Principio inficiato: Numerosità

adeguata

(26)

Fallacia e Principio di Casualità

Se il campionamento non è probabilistico non può esser considerato rappresentativo della popolazione studiata.

Le conclusioni a cui portano i risultati del campione non saranno facilmente identificabili in una variabile.

Esempio: applicazione di più test statistici sullo stesso campione per diverse dimostrazioni

(27)

Disegno sperimentale: si ipotizza la

diversità fra tre campioni indipendenti riguardo i punteggi ottenuti in un

questionario che misura il QI

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

99 102 89

100 103 92

98 107 75

96 102 87

101 110 90

90 100 99

(28)

T test: Confronto: 1 con 2, 1 con 3, 3 con 2.

Tre risultati diversi ciascuno dei quali non è indipendente dall’altro:

T1= -3.45 p=0.005, T2 = 1.742 p>0.05, T3=4.21 p=0.001

Anova: crea matematicamente confronti indipendenti e dà un unico risultato:

F= 10.23, p<0.001

VAR00001

96.1429 7 4.81070

103.8571 7 3.43650

90.0000 7 8.00000

96.6667 21 7.96450

1.00 2.00 3.00 Totale

Media N Deviazione std.

(29)

Applicazione di test

univariati su esperimenti multivariati

Disegno sperimentale è multivariato ovvero le variabili sono fra loro interdipendenti:

Esempio: due scale di misurazione dell’intelligenza

Supponiamo di confrontare due gruppi in

98.818 2.301 94.002 103.634

93.900 2.413 88.849 98.951

102.273 1.872 98.354 106.191

95.600 1.964 91.490 99.710

1.00 2.00 1.00 2.00 Variabile dipendente

VAR00001 VAR00002

Media Errore std. Limite inferiore

Limite superiore Intervallo di confidenza 95%

(30)

Dai test univariati abbiamo due risultati diversi: F1= 2.1 p>0.05 F2 = 6.04

p=0.024

Che possono avere solo valore descrittivo Dal test multivariato ho un unico risultato Calcolato sulla base dell’interdipendenza

fra le due variabili F = 4.17 p=0.032

Che ha valore dimostrativo

(31)

Fallacia e Principio di Idoneità

Quando le variabili misurate sul campione sono troppo eterogenee i risultati non

danno nessuna indicazione oppure danno indicazioni fallaci rispetto alla popolazione generale

Esempi: regressione su gruppi non omogenei, paradosso di Simpson

(32)

Regressione su gruppi non omogenei

y = 2.2161x - 2.9788 R2 = 0.9285

0 5 10 15 20 25 30

0 2 4 6 8 10 12 14 16

Misura della

relazione fra due parametri X e Y in campione composto da due popolazioni diverse con valori medi nei due

parametri diversi

Il coefficiente R2 è altissimo e la relazione è significativa dal punto di vista dell’analisi

statistica che non tiene conto della diversità fra

(33)

Paradosso di Simpson

Immaginiamo di dover confrontare

l’efficacia di due diverse terapie

(Terapia A, Terapia B) nel

miglioramento di un particolare

stato patologico

(34)

Tutti i soggetti Migliorati Non migliorati

Percentuale di migliorati

Terapia A 20 20 50

Terapia B 24 16 60

La terapia B è la più efficace perché produce miglioramento nel 60% dei casi, mentre la terapia A arriva solo al 50%.

(35)

… Considerando la

differenza fra maschi e femmine nelle due

terapie…

(36)

Solo maschi Migliorati Non migliorati Percentuale di migliorati

Terapia A 12 18 40

Terapia B 3 7 30

Solo femmine Migliorati Non migliorati Percentuale di migliorati

Terapia A 8 2 80

Terapia B 21 9 70

sia nei maschi che nelle femmine è la terapia A a produrre una percentuale maggiore di

miglioramenti e non la terapia B

(37)

Fallacia e Adeguatezza della Numerosità

Quando il campione non è

sufficientemente numeroso per quel tipo di variabile presa in esame e per quel tipo di differenza che si vuole

misurare si può concludere

erroneamente che non ci siano

differenze.

(38)

Fallacia e principio della causalità

Attraverso il test statistico non è possibile stabilire relazioni causali ma solo differenze. Il test è tutto sbilanciato nel senso di falsificare H0.

Esempio: due eventi prossimi in senso temporale vengono considerati l’uno la causa dell’altro.

Utilizzando un campione opportuno per dimensioni e rappresentatività qualsiasi idea sarebbe dimostrata. Ma siamo interessati a dimostrare idee qualsiasi o differenze interessanti dal punto di vista clinico?

Stabilire a priori le caratteristiche del campione significa assicurare la validità delle idee che si intende dimostrare

“Post hoc, ergo propter hoc”

(39)

Campionamento

• Mappa concettuale

• Domande in itinere

(40)

Validità nella ricerca

Nell’ambito ricerca sperimentale:

caratteristiche di

falsificabilità, generalizzabilità,

replicabilità o appropriatezza nella

descrizione e nell’utilizzo dei test

statistici

(41)

Validità di un test

In ambito psicometrico: attributo del test che permette di stabilire se il test stesso misura quello che effettivamente vuol

misurare.

caratteristiche:

la struttura del test deve essere unitaria e le relazioni fra il test e altri test che

misurano costrutti teorici analoghi.

(42)

Validità

Validità interna

• sono stabilite in modo appropriato le relazioni fra le variabili in studio

• sono escluse dal disegno

sperimentale quelle variabili

confondenti

(43)

Validità

Esempi di minaccia alla validità interna:

• Effetto regressione (studi longitudinali)

• L’effetto apprendimento: alcuni fenomeni se studiati in momenti successivi sono

influenzati dalla consapevolezza del compito e dalla conoscenza della prova

• maturazione degli individui

(44)

Validità

Compito dello sperimentatore è quello di misurare l’effetto del fenomeno sia in relazione al ripetersi delle prove che

indipendentemente dalle ripetizioni

(45)

Validità

Esempio: disegno sperimentale di Solomon per il controllo dell’effetto trattamento, apprendimento e maturazione.

Suddivisione in gruppi:

• Il primo gruppo (I gruppo – sperimentale) è sottoposto a pretest-trattamento e posttest

• Il secondo gruppo (II gruppo - di controllo) è

sottoposto a pretest e posttest senza trattamento

• Il terzo gruppo (III gruppo - sperimentale) è sottoposto a trattamento e post-test.

• Il quarto gruppo (IV gruppo – di controllo) è sottoposto solo a post-test.

(46)

Validità

a Variabili confondenti:

fonte di minaccia principale per la validità interna in quanto non

controllabili dallo sperimentatore

sono spesso distinte in sistematiche e

asistematiche.

(47)

Validità

Variabili sistematiche

si riferiscono a quelle variabili che in ogni piano della ricerca agiscono in modo incontrollato.

Variabili asistematiche

sono caratteristiche di situazioni particolari di quel disegno di ricerca e solo di quello

Tuttavia … dipende sempre dal disegno di ricerca

(48)

Validità

Un esempio di varibili asistematiche sono quelle legate alla mortalità o ai drop-out dei soggetti del campione (studi longitudinali).

• Mortalità: perdita non recuperabile di soggetti del campione durante il corso della ricerca.

• Drop-out: o le mancate risposte a una parte della ricerca o la perdita recuperabile di soggetti nel corso della

ricerca

 analisi statistiche della popolazione che all’interno del campione non ha terminato la ricerca

(49)

Validità

Un esempio di analisi per controllare la mortalità e i drop-out è quella che viene definita Intention- to-treatment- analysis che, in modi diversi a

seconda del metodo che viene

seguito, confronta la popolazione di

soggetti che ha terminato lo studio

con quella che non lo ha terminato.

(50)

Validità

c Relazioni fra le variabili

• Nel disegno sperimentale il controllo della validità interna si effettua soprattutto sulla conoscenza delle relazioni fra le variabili

• Diversi sono i tipi di variabili che sono utilizzati nelle ricerche sperimentali. Solitamente si

indagano gli effetti che una variabile definita fattore determina su una variabile definita dipendente.

(51)

Validità

• La distinzione fra variabili

dipendenti e fattori deve essere indagata dallo sperimentatore in

base all’ipotesi che vuole verificare.

Sebbene alcuni casi presentino una chiara distinzione fra le variabili

molte situazioni si caratterizzano

per relazioni più ambigue.

(52)

Validità

• I casi di chiara relazione causale fra variabile

dipendente e fattore sono dette relazioni genuine. Ne è un esempio la relazione fra altezza e peso.

• I casi in cui la relazione è genuina ma bidirezionale ovvero entrambe le variabili possono essere

considerate influenti l’una sull’altra, sono definiti da una relazione mutua.

• Quando invece non sono chiare le definizioni fra le variabili allora la relazione si definisce spuria. (Un esempio è dato dall’utilizzo di farmaci in base alla gravità della patologia).

(53)

Validità

Validità esterna

insieme di caratteristiche della ricerca che permettono di

generalizzare i risultati ottenuti dalla ricerca alla popolazione

generale che rappresenta il

campione analizzato

(54)

Validità

Validità di costrutto

riguarda la teoria di riferimento che si vuole testare tramite la ricerca.

Per verificare la validità del costrutto

teorico alla base della ricerca occorre che sia possibile tradurre il costrutto stesso in variabili misurabili.

 

(55)

Diversi passi:

• Elaborazione preoperativa del costrutto.

• Misurazione.

• Verifica adeguatezza in base alle variabili sudiate.

• Costrutti confondenti. Sono quei costrutti che possono essere determinanti rispetto al

costrutto in studio e che interferiscono con esso in modo non controllato dallo

sperimentatore.

Validità

(56)

Validità

Validità statistica o predittiva

si riferisce alla verifica statistica delle

ipotesi sperimentali in ogni suo passo, dalla formulazione dell’ipotesi al controllo degli errori di I e II tipo e alla verifica della

relazione fra le variabili dipendenti e i fattori Sovrapposizione fra validità statistica e

validità interna (validità predittiva)

(57)

Validità

Validità ecologica

• Il concetto di validità ecologica è stato introdotto nell’ambito della ricerca

psicologica per sottolineare l’importanza della distinzione fra comportamento

investigato in laboratorio e comportamento

reale del soggetto nella realtà abituale. Il

valore di questo concetto è verificabile in

alcune condizioni teoriche particolari nelle

quali interessa valutare la differenza fra

ambienti diversi di stimolazione.

(58)

Validità

Artefatti

al pari delle variabili confondenti sono fattori legati al soggetto o allo

sperimentatore che inficiano i risultati della ricerca e che inducono a

conclusioni erronee in modo non

controllato dallo sperimentatore stesso.

 

(59)

Validità

• a Fattori legati al ricercatore

• L’Effetto Rosenthal: lo sperimentatore in

modo inconsapevole riesce a trasmettere al soggetto le proprie aspettative riguardo ai risultati della ricerca e quindi alterandone il comportamento a proprio favore.

• Questo effetto si elimina utilizzando un

disegno sperimentale a doppio cieco ovvero tenendo all’oscuro chi conduce la ricerca delle ipotesi sperimentali.

(60)

Validità

• L’Effetto Pigmallione è lo studio dell’effetto Rosenthal nel campo dell’educazione. Grazie a questo

effetto più un soggetto è percepito da chi lo valuta in senso positivo

più sarà in grado di ottenere una

valutazione positiva.

(61)

Validità

• Altri fattori non espliciti e legati a desiderabilità sociale

• Controllo: figure alternative che

conducono la ricerca

(62)

Validità

b Fattori legati al soggetto

• i soggetti sono fiduciosi quando si pongono in modo genuino rispetto alla ricerca;

• i soggetti buoni sono quelli che intendono

confermare quella che credono essere l’ipotesi dello sperimentatore;

• i soggetti negativi sono quelli che vogliono invece disconfermare lo sperimentatore;

• i soggetti apprensivi pensano di essere valutati dallo sperimentatore e quindi rispondono in

modo da dare un’immagine positiva di sé.  

(63)

Validità

c Fattori legati alla situazione sperimentale Riguardano tutti quei comportamenti che il soggetto mette in atto a causa delle

aspettative e delle modifiche che genera la situazione sperimentale che alterano la prestazione del soggetto nel compito.

• Esempio: Effetto placebo

(64)

Validità di un test

• Americal Psychological Association quattro aspetti: il contenuto, la validità esterna, la validità rispetto a un criterio e il costrutto.

• Ogni questionario o test psicometrico deve essere sottoposto a una verifica della validità nella quale sono valutate le caratteristiche del test su un campione appositamente creato.

(65)

Validità di un test

Validità di contenuto

• La validità di contenuto misura quanto gli item del test misurano dell’argomento

che il test si propone di misurare.

• Per valutare la validità di contenuto ci si affida al giudizio di esperti e alla

letteratura che sull’argomento ha

elaborato materiale a riguardo.

(66)

Validità di un test

Validità interna

• la validità interna misura quanto gli item del

test misurano lo stesso costrutto, ovvero la loro correlazione. Ci si aspetta, infatti, che gli item di un test siano fortemente correlati fra loro.

• La validità interna viene solitamente valutata tramite l’analisi fattoriale che permette di

identificare le dimensioni misurate dal

questionario e la correlazione fra le dimensioni e gli item.

(67)

Validità di un test

Validità rispetto a un criterio

• La validità rispetto a un criterio misura quanto il questionario è in relazione a altre misure

(che fanno da criterio) che si ipotizza essere legate ad esso.

• Questa validità viene verificata tramite

l’analisi della correlazione fra il questionario e il criterio ed è valutata tramite il coefficiente di correlazione che indica il tipo e la forza

della relazione fra i due.

(68)

Validità di un test

Validità rispetto a un criterio

• Validità predittiva nella quale ha rilievo la dimensione temporale, quindi è la

forza con cui il test è in grado di prevedere il rendimento futuro del criterio.

• Validità concorrente nella quale il test e

il criterio sono valutati allo stesso tempo

(69)

Validità di un test

Validità di costrutto

La validità di costrutto si verifica tramite una serie di osservazioni e dati che forniscono una

informazione sulle caratteristiche

del costrutto

(70)

Validità di un test

All’interno della validità di costrutto vengono distinte:

• validità convergente: esprime il grado di accordo tra due o più misure di uno stesso costrutto

• validità discriminante: valuta il grado di divergenza fra costrutti diversi

• Entrambi i tipi di validità vengono espressi

tramite coefficienti di correlazione

(71)

Validità di un test

• Mappa concettuale

• Domande in itinere

(72)

Attendibilità

misura l’accuratezza della misurazione

si esprime come capacità nella

misura di produrre sempre gli

stessi risultati in rapporto alla

stima dell’errore casuale

(73)

Attendibilità

• Il coefficiente o indice di attendibilità misura il rapporto fra la precisione di

misura e l’errore.

• Ha valori compresi tra 0 (massima

inadeguatezza) e 1 (massima precisione).

• Può essere calcolato attraverso indici di

correlazione diversi a seconda del tipo di

dati che sono considerati.

(74)

Attendibilità

Stime dell’attendibilità

Esistono diversi metodi per il

calcolo degli indici di attendibilità ciascun dei quali produce risultati diversi in quanto basato su

considerazioni teoriche particolari.

(75)

Attendibilità

Test paralleli: agli stessi soggetti sono

somministrati due forme parallele di un test (ovvero che misurano lo stesso costrutto e hanno la stessa struttura) in tempi di

somministrazione vicini tra loro.

L’attendibilità è calcolata attraverso un indice di correlazione fra i due punteggi.

limite: misura l’interscambiabilità dei due

test che non sono mai realmente equivalenti

(76)

Attendibilità

Test-retest: agli stessi soggetti è

somministrato lo stesso questionario ma in tempi diversi.

È calcolata la correlazione fra le due misure.

Questa attendibilità ha l’accezione di stabilità nel tempo.

limite: decisione del tempo che intercorre fra una prova e l’altra che è difficile da stabilire e che inevitabilmente misurato sugli stessi soggetti dovrebbe esser considerato come misura ripetuta.

(77)

Attendibilità

Split-half: divide il test a metà e valuta la correlazione fra le due parti.

Va applicato quando il test è suddivisibile in due parti equivalenti che misurano lo stesso costrutto. L’attendibilità deve essere

considerata sul test completo quindi occorre correggere la stima effettuata sulle singole parti.

limite: la divisione split-half è sempre arbitraria.

(78)

Attendibilità: coerenza interna

Coerenza interna: grado di

accordo fra più misure riguardanti lo stesso costrutto teorico ottenute in una stessa somministrazione.

Può esser calcolata come relazione fra gli items, fra gli items e il

totale, fra gli items e le sottoscale

e fra le sottoscale.

(79)

Indici di coerenza interna

Coefficiente di Kuder-Richardson (KR- 20)

si applica nel caso in cui gli items siano dicotomici

valuta la coerenza interna del test

(80)

Alpha di Cronbach

Si applica con scale a intervalli equivalenti ed è il coefficiente più utilizzato in ambito psicometrico.

Confronta la varianza prodotta dagli items con al varianza totale.

Valuta quindi quanto sono intercorrelati fra loro gli items.

Indici di coerenza interna

(81)

L

2

di Guttman

• si pone in alternativa all’Alpha di Cronbach e misura anche la

covarianza rispetto al primo

Indici di coerenza interna

(82)

Attendibilità

Fattori che influenzano l’attendibilità

• lunghezza del test (ovvero numerosità degli items)

• numerosità del campione

• rappresentatività del campione

• modalità di somministrazione del test

• tipologia degli item

(83)

Attendibilità

• Mappa concettuale

• Domande in itinere

• Esempio

• Esempio Spss

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