INTRODUZIONE
Il Programma Protezione – un impegno verso il paziente amputato è stato elaborato a
cura della Associazione Onlus Progetto Riabilitazione di Pisa che negli ultimi anni ha
seguito con particolare interesse i fenomeni correlati all’ amputazione di un arto in
pazienti prevalentemente vasculopatici geriatrici e questo ha favorito l’ impostazione e lo
sviluppo di un iter post dimissione del paziente amputato con un approccio metodologico
che prevede azioni di intervento pronte, coordinate, continue a carattere multidisciplinare,
utilizzando tutte le figure professionali necessarie per il miglior recupero
psico-motorio-funzionale possibile e per questo motivo si è reso necessario un approccio terapeutico a
più ampia valenza rispetto al trattamento tradizionale per altro assente come servizio
destinato. Superare la condizione attuale ed elaborare la condizione migliore possibile,
questo rappresenta di fatto la complessa natura della riabilitazione come disciplina di
sintesi tra saperi diversi. Questa considerazione appare tanto più vera di fronte ad
esperienze drammatiche come quella dell’ amputazione di un arto che di fatto ha in sé la
negazione delle opportunità. Il Programma Protezione rappresenta proprio il superamento
della cruda evidenza perché opera solamente nella direzione delle possibilità. Un
consenta di elaborare percorsi riabilitativi rigorosi, dotati di strumenti di verifica e
controllo che sappiano andare oltre l’evidenza del fenomeno che appare agli occhi di tutti
impietosa. Un percorso con queste caratteristiche è più che mai necessario per il paziente
amputato la cui patologia si presenta da subito drammatica e come la negazione del
possibile, scopo del programma è quindi quello di generare un percorso riabilitativo che
permetta la ricostruzione della funzione, intesa globalmente con le sue caratteristiche di
evoluta variabilità e di dinamica interazione con il mondo.
Nelle pagine che seguono verranno analizzate le fasi più importanti che un paziente
amputato deve necessariamente affrontare. Sono fasi difficili e faticose tanto quanto
essenziali per un processo che possiamo definire di rinascita. La corretta cura della
porzione distale dell’arto amputato, la accettazione di una nuova situazione molto diversa
dalla precedente, il riassetto socio-lavorativo e familiare conseguente all’iniziale perdita
della autonomia, la rieducazione funzionale all’uso della protesi, sono questi in sintesi gli
stadi più importanti di questo programma .
La programmazione di un percorso riabilitativo con le caratteristiche ipotizzate richiede il
superamento della interpretazione meccanicistica dei modelli culturali di tipo cartesiano,
questi pezzi l’ha perduto irrimediabilmente, ne nega ogni potenzialità e porta come
conseguenza l’assimilazione dell’uomo alla protesi
al contrario, pensare il corpo come un sistema fondato dalle relazioni tra le sue
componenti permette di ipotizzare scenari riabilitativi evoluti in cui la protesi assume il
ruolo dinamico di “prolungamento percettivo”, con dati clinici oggettivi incoraggianti circa
il livello di recupero funzionale ottenuto dopo amputazioni maggiori di arto inferiore.
Alcune conferme di interazioni molto complesse che coinvolgono tutti i livelli di controllo
dalla periferia alla corteccia attraverso il midollo ed i centri sottocorticali , arrivano dai dati
di ricerca neurofisiologica circa le problematiche relative alla sensazione dell’arto fantasma
nei soggetti con ipotesi patogenetiche ragionevoli per questi fenomeni, tali da permettere