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Cuore come organo endocrino - BNP

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Academic year: 2021

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Cuore come organo endocrino

appunti del dott. Claudio Italiano

Negli ultimi tempi il cuore, oltre che come pompa, viene considerato organo endocrino, in grado cioè di regolare attraverso sostanze ormonali di natura peptidica, la natriuresi, cioè l’eliminazione di sodio col rene. Esistono dei fattori detti peptide natriuretico atriale (ANP o A-type NP) ed un altro di cui ampiamente si discute, detto BNP o (brain natriuretic peptide o B-type NP), identificato nel 1988 nel cervello del maiale e prodotto nei ventricoli quasi esclusivamente in risposta ad un aumento della pressione e del volume

telediastolico. Esso è costituito da 32 aminoacidi, 17 dei quali comuni agli altri pepidi natriuretici ed in condizioni normali il suo tasso si aggira sul 20% rispetto ad ANP. Un terzo fattore, detto CNP, è stato trovato nel cervello di maiale ed è prodotto a seguito di shear stress ed ha azione potente come vasodilatatore. Un quarto fattore o DNP svolge anch’esso attività vasodilatatoria e ed aumenta la diuresi. I fattori ANP e BNP attivano gli stessi

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recettori e sono dotati di analoghe azioni fisiologiche che si esplicano in vari distretti:

- A livello del rene aumentano la natriuresi ed il filtrato glomerulare. Nel letto vascolare riducono le resistenze sia arteriose, sia venose e possiedono un effetto

antiproliferativo sulle miocellule della parete vasale.

- A livello del cuore stesso hanno effetto antifibriotico ed antiproliferativo e favoriscono il rilasciamento del muscolo cardiaco.

Nei soggetti sani i livelli di BNP, che è quello più studiato, aumentano in relazione a stress vari, per esempio il lavoro anaerobico, con range fisiologico tra 0.5-30 pg/ml.

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BNP e patologie.

Il BNP può essere elevato in varie situazioni, per esempio correlato con incrementi della pressione e di modifiche della

struttura del miocardio che noi definiamo “ipertrofia ventricolare sinistra”, mentre nell’atleta, non si incrementa.

Viceversa, nello studio di Framingham, elevati livelli plasmatici di BNP, si associavano in seguito a sviluppo di

ipertensione arteriosa nei quattro anni successivi. Inoltre si associa il suo aumento anche ad eventi cardiovascolari.

Ipertrofia ventricolare sinistra.

Elevati valori di BNP si associavano ad ipertrofia ventricolare sinistra non dipendente da ipertensione. Inoltre nelle miocardiopatie dilatative l’incremento è minore. Il BNP,

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inoltre, è considerato marcatore assai sensibile di ipertrofia del ventricolo di sinistra.

Ipertensione polmonare.

Il BNP è correlato positivamente con la pressione media nell’arteria polmonare, con le resistenze polmonari e con le dimensioni dell’atrio destro, con la pressione telediastolica e con la massa del ventricolo destro e possiede un significato prognostico negativo, come indice predittivo di morte se i suoi valori sono > di 184 pg/ml. Uno studio, inoltre, ha correlato il BNP con le complicanze tromboemboliche in soggetti con fibrillazione atriale.

Insufficienza renale.

In corso di insufficienza renale la concentrazione dei peptidi natriuretici aumenta ed il BNP nei soggetti dializzati in particolar

modo.

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Lo scompenso cardiaco è una delle più diffuse patologie cardiovascolari, la cui diagnosi è ancora oggi basata su elementi clinici. Invece lo studio del BNP si è dimostrato interessante nello

scompenso, quale indice al pari dell’ecocardiografia dello scompenso del miocardio. Lo scompenso dipende, come sappiamo, principalmente dall’alterazione della funzione ventricolare sinistra che interessa la componente sistolica. Ebbene, si è visto che i valori del BNP si correlano con il grado e la

severità dello scompenso e potrebbero avere un ruolo nello screening di massa nei soggetti a rischio di disfunzione ventricolare sinistra, sia sistolica ma anche diastolica. Inoltre

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potrebbero avere un ruolo questi peptidi natriuretici anche nella identificazione precoce di segni di disfunzione del cuore trapiantato. Nei soggetti con scompenso e dispnea dovuta ad

edema polmonare per congestione del circolo il BNP è elevato, tanto più se i pazienti sono affetti da fibrillazione atriale, tachiaritmie, infarto del miocardio. In questi soggetti

si potevano avere valori di BNP anche di 820 pg/ml in disfunzione sistolica, contro 400 pg/ml in disfunzione diastolica. Anche la classe NYHA correla con BNP e frazione

di pompa. Infatti in classe IV i valori si attestavano su range di 728-1300 pg/ml contro 49-137 della classe I. Nei pazienti

con dispnea respiratoria, invece, il BNP si attesta su valori inferiori a 100 pg/ml. Inoltre un ruolo gioca BNP in corso di IMA.

Si è visto, infatti, che nel paziente con infarto in terza giornata i valori di BNP sono correlati alla severità del quadro clinico ed individuano la compromissione di pompa cardiaca. Tassi di BNP tra

68 e 100 pg/ml e di NT-proBNP di 544 pg/ml entro i primi 7 giorni dopo IMA, hanno significato prognostico favorevole, poiché si verificherà un rimodellamento del tessuto miocardio entro due o

tre mesi. Lo stesso dicasi dopo trombolisi efficace dove il tasso si normalizza entro 24-48 ore, mentre in caso di mancata ricanalizzazione ciò non accade. Nei soggetti con SCA , cioè

sindrome coronarica acuta definita come IMA senza sopraslivellamento ST, angina instabile) valori di BNP di 80 pg/ml misurati entro le prime 72 ore hanno dimostrato un elevato potere predittivo sugli eventi cardiaci (morte, infarto e scompenso) sia nel breve termine, entro un mese, che nell’arco di dieci mesi. Dunque ruolo notevole si ha nella cardiopatia ischemica silente. Infine in

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peptide natriuretico potrebbe giocare un ruolo nella valutazione dell’efficacia terapeutica nello scompenso senso che gli ACE-inibitori, gli antialdosteronici ed i diuretici, beta-bloccanti, se la terapia è validamente condotta, determinano una riduzione dei

valori di BNP.

In particolare l’uso per la pratica clinica è indicato per:

-paziente con recente IMA per valutare la gravità del quadro

-pazienti diabetici con compromissione renale

-pazienti ipertesi con alterazione dell’ecg

-pazienti dializzati

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