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Margine tra Arte e Design

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Academic year: 2021

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Stefano Termanini

Direttore responsabile / Editor in chief EDITORIALE

Dal vecchio al nuovo: anche questo è un passaggio. Da una misura che ereditiamo – il carattere prevalente nuova prova, ci proponiamo più ampia. Il “vecchio” è eredità illustre, a cui guardiamo con rispetto. Ci piace

parte del 2020, marchiandolo, addirittura, con tonalità e colori imprevisti e drammatici, a niente altro uguali nel tempo che ciascuno di noi ha conosciuto per esperienza personale e diretta. Anche questo è stato (e, in parte, continua a essere) un “passaggio”: una rampa di scale, una di quelle passerelle che la storia, di tanto in tanto, sorprendendoci, ci getta davanti o addirittura attraversa, mostrando di poterci lasciare indietro e di saperci ancora rimettere al nostro posto.

rinverdendola che, con questo primo numero della nuova serie e con i prossimi che verranno, col suo progetto

A magazine about Architecture, Design and Cities

GUD

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Francesco Armato,

MARGINE TRA ARTE E DESIGN

Abstract

-ten overlap and contaminate each other, two

-productive process, as art is a unique, orig-the design instead is a product that must give unequivocal and rational answers to meet the -duced to simple stylistic compromises, analo -the o-ther.

-There is a margin, a neutral line, a line without

-nor to design.

where one has “harness” with the other part,

-delimited.

-edge where one starts and where the other -erating a new system, another approach and another methodology: the Designart or the Artdesign.

È, (1997). Lampada in giunco e terracotta, autoproduzione, Fiera di Milano 1997. [Francesco Armato].

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Introduzione

volte inesistente.

Due mondi contigui con diversi punti di spingere la contemporaneità in altre di-mensioni.

-design invece è un prodotto che deve dare -re le esigenze della società.

-pensano di creare opere che somigliano ad una sedia o di aver prodotto un oggetto di design; succede anche che designers

crea -quello di arrivare al museo, mentre il sogno del designer è quello di arrivare ai mercati di rispondere a esigenze di mercato, sono

-ci, poi possono anche essere piacevoli da tenere in mano e da osservare per il loro valore estetico.

-zioni concrete tra arte e design, che non si possono ridurre a semplici

compromissio -tuale.

Analogie che derivano da punti di contat

-Design come Arte e viceversa

spostamento che, superando il concetto

di

-zione, ha capovolto i linguaggi orientan -Sono le esperienze radicali che hanno condotto il design a correre sempre più -to da incontrarsi in un pun-to di passaggio non è più solo design.

Questo avvicinamento è stato certamente -vento delle tecnologie digitali che hanno

occhi” proprio come una pietanza prima nel consumatore un godimento estetico quella che, a partire dagli anni Cinquan-ta, il mercato ha sempre più richiesto ai designers dei prodotti di serie, un rinno-che pervade nella contemplazione di tra il mondo degli oggetti e il mondo dei concetti, una contaminazione che talvolta è più una sovrapposizione, dove il design -mette quando «data la notoria precarietà del gusto […] questa tendenza ha spesso -ca nel consumatore, che non si accontenta che sia gradevole, che susciti un senso di -mato a progettare un prodotto estetico dà un plusvalore lasciando invariata la capa-2005).

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-tura, inquadrati da una luce che venerava

-tà mutevole che si muove insieme al suo utente, che narra una storia di vita e di quindi il risultato di un processo di sintesi sociale.

Richiamando un pensiero di Argan

immettendo nel processo industriale quel Sottsass ha disegnato tra i due mondi «non stanno quasi da nessuna parte e co-munque non legano, non possono nem-meno produrre coordinati. Stanno soltan-to da soli, come i monumenti nelle piazze» (Sottsass cit., Vagnoni, 2012: 65). Il suo è un lavoro che risiede in quello spazio intermedio di congiunzione dove Se si parla di icone tra arte e design si parla di operare sul margine: oggetti di eviden-contemplazione si intreccia al consumo.

Pratone (1971),

-di tutto vuole essere espressiva.

-sperienza di tipo percettivo che media attraverso il design il rapporto tra imma-ginazione e necessità.

a destra Sottsass E., Vaso, (1959).

[Sailko].

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e prerogativa dei progetti che, soprattutto nel caso degli allestimenti, non possono solo assolvere a requisiti tecnici, ma de-vono necessariamente passare dallo stato delle emozioni. Un aspetto qualitativo che passaggio tra i due mondi, separati da un

-2019).

di designer-artista o viceversa, ma più -lisce quanto ridurre lo spessore della li-nea, quanto attenuare il margine, quanto spiegazioni, ma trovando esso stesso le risposte nel piacere che gli oggetti gli

in-DesignArt.

Quando la sedia non è una sedia1

-chitettura, il furniture design

(Scanlan cit., Agudio, 2013: 131-134). Alex Coles, Designart è «something to sit

-design.

Designart è progettato in

-quoziente artistico diventa tanto rilevante da annullare ogni implicazione di design, -precisa e scomodo da associare al design

-le opere di Ron Arad, Richard Hutten,

-getti limited edition e dal design ricercato,

valore economico2 e, per questo, rivolti a

-lezione.

Negli ultimi anni, la Designart è

emer-sa come un campo in rapida crescita nel -vendita di prodotti artistici di design, la

Designart ha goduto di un crescente

suc-cesso commerciale, con opere nella cate-prezzi nei settori di punta del mercato

critici sono stati riluttanti nel riconoscere la Designart come una categoria artistica

legittima.

Tales of the Tales; fantasy and fear in contemporary design exhibition

-vazione scrivendo: «Design art is either

-re it is a term that does not need to exist» A partire dagli anni Duemila, grazie anche alle esposizioni collettive come What if: -sign

-sm, (Santa Fe, 2001-2002) Trespassing:

della Designart.

-te per gli oggetti di design negli ultimi due

a destra

Pesce G., , (2019).

Milano Design Week, Fuorisalone 2019 [Sabrina Cesaretti].

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70 PASSAGGI

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decenni è aumentato sempre più, tanto da portare a una crescita del numero delle gallerie e dei musei che espongono opere di Designart

-Come nota Gareth Williams in Telling

-rary Design, le gallerie e le mostre sono

normalmente il punto di partenza per il che i media scopriranno un nuovo desi-gner o ignoreranno il lavoro che vedono

-zionali alle gallerie di arte moderna e con-temporanea dimostra come, negli ultimi superati, dando il via a un movimento in-ternazionale.

ma non le uniche.

San Francisco, che negli ultimi anni sono il suo attento e audace modo di accostare design e arte per la programmazione dina-mica.

De-signart

gruppo di sei creativi appartenenti a set

-in 10 giorni, che riunisce un mix - inter-nazionale di arte, interior design, moda e

tecnologia in oltre 100 sedi e 11 distretti un museo.

Guardando le opere e i prodotti esposti, non ci sono restrizioni dovute alla

seria

-cleo, realizzati in resina epossidica con

in-o i vasi di Olivier Van Herpt, din-ove la tradi-zione della porcellana olandese si mescola con la stampa 3D.

Conclusione

creativo, in quanto pensano e agiscono in modo originale per raccontare la vita e -sente il passaggio dei saperi acquisiti ma che al tempo stesso mantiene la connes-sione tra le parti. Una soglia che diventa

-ripensare e riprogettare un nuovo rappor-to tra le parti. Una terra di mezzo, che non

-lanza di linguaggi dove ogni artista-desi-gner gioca il proprio ruolo mettendo in atto le proprie conoscenze e le proprie tecniche espressive, dove il tempo delle cose non è e non appartiene ad un siste-delimitata. Un luogo di passaggio il cui prodotto è arte o design.

-la contaminazione sparisce generando un

-tra metodologia, guardare gli oggetti per mezzo di nuovi linguaggi: il Designart o

.

-cercare carattere ed identità nelle cose che

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Francesco Armato Sabrina Cesaretti Lucetta Petrini cesarettisabrina@alice.it lucettapetrini@gmail.com 72 Riferimenti bibliografici oggetti bastardi

Andrioli, N. (2019). Dimensione Mendini,

Argan, G. C. (2003).

sul design

architettura, cinema, design, moda, musica e televisione Design», , 21(3), giu-ago, 17-24. , 2(2) gen., 14-17. e design . Vagnoni, C. (2012). . Roma: Gangemi, 65. Unexpected», , 219, lugl-ago, 51.

Telling Tales, Fantasy

1 dic., p. 90. 2

2015: 15-17).

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Arad R., “Afterthought” chair, (2007). The Gallery Mourmans, Centre Pompidou Parigi [Studio eLBee].

Riferimenti

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