UN MODELLO DI ANALISI DELLE TRAIETTORIE EVOLUTIVE DEL SISTEMA IMPRESA. STRUTTURA E GOVERNANCE
Luca Dezi
Prokssore Associato di Tecnica Industriale e Commerciale,
Università degli Studi "G. D'Annunzio", Facoltà di Economia - Pescara.
Corrado Gatti
Dottorando di ricerca in "Dottrine EC0110111iC0 - Aziendali e Governo dell'Impresa",
Istituto Universitario Navale - Napoli.
Sommario: 1 - Il governo dell'impresa come processo decisionale continuo. 2 - Impianto metodologico del modello di analisi: struttura specifica e leggi di funzionamento del siste-ma impresa. 3 - Le grandezze caratteristiche dello stato del sistesiste-ma. 4 - La curva "isocosto di struttura" quale legge dei cambiamenti cli stato del sistema. Gli adeguamenti strutturali. 5 - Le trasformazioni strutturali. 6- Grandezze caratteristiche di stato, vantaggio competi-tivo e valore. Riferimenti bibliografici.
1. Il governo dell'impresa come processo decisionale continuo
Il governo dell'impresa si sostanzia in un continuo processo di indivi-duazione e scelta di alternative di comportamento-sviluppo nel breve e nel lungo periodo I.
Nel contesto dell'approccio sistemico allo studio dell'impresa, il modello che andiamo a proporre vuole essere strumentale ad analizzare le linee evolutive del sistema impresa in relazione alla struttura progetta-ta (o comunque esistente in un determinato momento) ed alle sue modi-ficazioni nel corso del tempo.
Nella nostra prospettiva, l'evoluzione del sistema impresa si manifesta attraverso una successione di stati di equilibrio dinamico 2 che sono la risultante di:
- decisioni/scelte preliminari, "di schema organizzativo", cariche di pro-gettualità e relative alla graduale configurazione-progettazione dello schema organizzativo (il suo organo di governance, la sua struttura) ed alla scelta degli elementi e delle relazioni che ne faranno parte, in funzio-ne della realizzaziofunzio-ne dell'idea imprenditoriale;
- decisioni/scelte "di struttura - organo di governance", mirate alla con-cretizzazione dello schema organizzativo in un binomio composto dai sub-sistemi organo di governance e struttura aziendale. Prendono così concretamente corpo una serie di interazioni di varia natura tra l'organo
* Pur essendo il lavoro frutto di un'elaborazione comune, i paragrafi l, 2, 3 e 6 sono attribuibili a Luca Dezi e i paragrafi 4 e 5 a Corrado Gatti.
di governance e la struttura aziendale ed il primo agisce sulla seconda che nel tempo viene indirizzata, periodicamente stimolata, adattata, modificata, trasformata e, in una certa misura, vincolata verso definiti percorsi per il conseguimento delle finalità prestabilite;
- decisioni/scelte di gestione, talvolta delegate dall'organo di governan-ce ad organi direzionali responsabili delle sub-strutture, tese al proficuo sfruttamento delle potenzialità di funzionamento del sistema impresa così come è stato strutturato.
E' opportuno evidenziare che le scelte di struttura vincolano il sistema poiché, evidentemente, implicano il sostenimento di costi di struttura, e che il carattere di costanza "pro tempore" riferibile alla struttura sottoli-nea il fatto che la "fecondità", la validità della stessa hanno una durata limitata nel tempo, tanto più breve quanto più forti sono la velocità e l'in-cidenza delle tendenze ambientali.
Il sistema impresa inoltre, una volta "strutturato", vedrà necessaria-mente restringersi il campo delle traiettorie evolutive possibili, in quanto più vincolato, in qualche modo "costretto" a comportarsi, a funzionare in maniera coerente, conforme e quindi in una certa misura vincolata alla propria struttura. Inoltre, a parità di struttura specifica 3, in funzio-ne delle scelte di gestiofunzio-ne, il sistema può funzionare più o meno effi-cientemente, può cioè utilizzare le sue risorse in maniera più o meno sinergica.
In proposito appare opportuno definire, in prima approssimazione, due concetti che si palesano quali primi caratteri distintivi - progettati a livello di schema organizzativo e concretizzati a livello di struttura - del sistema impresa e della struttura aziendale:
- flessibilità, intesa come attitudine di un sistema impresa alla varian-za strutturale nel tempo, cioè la maggiore o minore possibilità/capacità di scegliere tra diverse alternative strutturali in funzione delle finalità da conseguire e delle tendenze di contesto. Gli spazi temporali cui ci si rife-risce sono relativamente ampi, e le decisioni sono tendenzialmente con-nesse alla dinamica dello schema organizzativo;
- elasticità, intesa come attitudine di una struttura specifica alla varianza di stato nel tempo, cioè la possibilità, in gran parte attribuibile alle capacità tecnico - negoziali di una determinata struttura, di "funzio-nare" in stati diversi 4. Gli spazi temporali cui ci si riferisce sono più ristretti, le decisioni sono di gestione.
L'elasticità e la flessibilità sono caratteri essenziali che qualificano il sistema impresa e condizionano il governo dello stesso.
Allo scopo di analizzare le possibili traiettorie evolutive del sistema impresa in relazione alla struttura progettata o comunque esistente al tempo T ed alle sue modificazioni nel corso del tempo si manifesta per-tanto con evidenza la necessità di analizzare il "funzionamento quantita-tivo" del sistema ed individuarne le grandezze caratteristiche di stato.
2. Impianto metodologico del modello di analisi: struttura specifica e leggi di funzionamento del sistema impresa
Supp9niamo il sistema impresa al tempo T con la sua struttura speci-fica ST, concretizzazione dello schema organizzativo proprio del sistema. Di questa struttura specifica, che si qualifica per l'incorporazione di determinate capacità, nel periodo T di supposta invarianza si pianifica un determinato utilizzo che si concreta nell'individuazione di un deter-minato mix di prodotti con il sostenimento di costi di struttura ed il collocamento dei prodotti stessi sul mercato a determinati prezzi.
La situazione può essere così schematizzata:
— portafoglio prodotti 1, 2, 3, ...n
— costi variabili dei singoli prodotti Cvi , Cv2, Cv3,
— prezzi dei singoli prodotti P1' P2' P3' '''Pn
— Costi di struttura CS
— partecipazione dei singoli prodotti eh, q2, q3, ...qn 5 al mix
— ricavo di una unità di mix P = Pigi P2q2 P3q3 " Pnqn
(ricavo unitario)
— costo variabile di una unità di mix
(costo variabile unitario) Cv = Cv-q-+Cv2q2+Cv3q3+ +Cvnqn
— ricavi attesi R = pq
— rapporto tra costo variabile e
ricavo di una unità di mix Cv/p
— margine di contribuzione MC = p - Cv
— tasso di contribuzione TC = (p - Cv)/p = 1 - Cv/p
Questa ultima grandezza, che riveste rilevante importanza per la nostra analisi, esprime il quantum disponibile per ogni lira di ricavo per la copertura dei costi di struttura.
Mediante lo sviluppo di un modello di analisi del break even 6 si otten-gono facilmente le equazioni seguenti:
- equazione del ricavo di equilibrio: -A = CS/TC
- equazione del profitto: P(R) = TC (R-
La nostra attenzione verrà pertanto ad incentrarsi sul tasso di contri-buzione che, unitamente al ricavo di equilibrio, viene a costituire la rap-presentazione schematica della struttura specifica ST.
3. Le grandezze caratteristiche dello stato del sistema
Con riferimento alle definizioni e alle considerazioni formulate in pre-cedenza in materia di schema organizzativo e strutturazione di impresa, è possibile a questo punto affermare che nell'ipotesi di invarianza dello schema organizzativo e della struttura specifica nell'intervallo di tempo T, il ricavo di equilibrio R. ed il tasso di contribuzione TC vengono a rappre-sentare le grandezze caratteristiche dello stato del sistema attraverso le quali è possibile seguirne la dinamica evolutiva in relazione all'azione di governo ed ai processi di autorganizzazione capaci di modificare in senso positivo le interazioni tra le varie componenti la struttura specifica ST.
E' opportuno, a questo punto, ricordare che:
— il ricavo di equilibrio R., rapporto tra costi di struttura e tasso di
contribuzione, viene così a qualificarsi come la più sintetica rappre-sentazione della struttura d'impresa considerata come complesso di capacità (manageriali, mercatistiche, impiantistiche, finanziarie, ecc.) incorporate ed utilizzate con determinate modalità;
— il tasso di contribuzione TC è, da un lato, indicatore, attraverso il
costo variabile unitario, della efficacia dei processi tecnici (consumi spe-cifici) e delle impostazioni negoziali adottate nella acquisizione dei fatto-ri; dall'altro, attraverso il ricavo unitario, della validità del portafoglio prodotti e, più in generale, dei rapporti impresa - mercato. Economie nei costi variabili, che in buona sostanza sono costi connessi all'utilizzo delle capacità incorporate, e più validi rapporti impresa - mercato con l'otteni-mento di un maggiore ricavo per unità di mix, si fondono nel tasso di contribuzione espressione sintetica quindi della capacità dell'impresa ad utilizzare proficuamente le risorse incorporate;
— i costi di struttura CS sono costi di capacità; essi sono
conseguen-za dell'avvenuto approvvigionamento di fattori produttivi che si distin-guono dagli altri in quanto i servizi da essi scaturenti possono essere
uti-lizzati solo entro determinati limiti di tempo e con definita portata 7. Essi
sono quindi manifestazione delle capacità incorporate nella struttura aziendale che la gestione deve tendere a utilizzare proficuamente.
4. La curva "isocosto di struttura" quale legge dei cambiamenti di stato del sistema. Gli adeguamenti strutturali
La relazione:
rt
= CS/TCo, che è lo stesso:
R x TC = CS
costo di struttura" rappresentano la legge dei cambiamenti di stato del
sistema, compatibili con la struttura specifica ST = Si 8 (figura n.1).
Figura n.1 - La curva "isocosto di struttura" e l'adeguamento strutturale
_ A R, CS R11 2 CS I TC11 TC12 TC
Fonte: nostra elaborazione su G.M. Golinelli, Op. cit., 1994, p.35.
Ricordando che:
TC = 1 - CS/p
e assumendo, realisticamente, O 5 CS 5 p si ha O TC 5 1; ne conse-gue che la curva isocosto di struttura è una iperbole equilatera avente per asintoti l'asse delle ordinate e l'asse delle ascisse e che passa per il punto di coordinate R = CS e TC = 1.
Essa viene a rappresentare, nell'ottica considerata, il luogo dei punti rappresentativi degli stati di equilibrio dinamico della struttura specifica ST e quindi del sistema, caratterizzati da tassi di contribuzione e ricavi di equilibrio diversi.
Nel passaggio dallo stato di equilibrio I (Si,) allo stato di equilibrio 2 (I2) si esplica un processo evolutivo che è il risultato congiunto dell'a-zione di governo imprenditoriale e di processi di autorganizzadell'a-zione che, operando sinergicamente, consentono il sempre più spinto e razionale utilizzo delle capacità incorporate nell'impresa con i conseguenti riflessi sulla capacità a generare profitto indipendentemente dall'entità dei rica-vi.
Tale azione può riguardare sia i rapporti impresa - mercato sia le varie componenti di costo e manifesta diverse possibilità di concreta
attuazione in relazione al grado di elasticità della struttura ST (= S1 ) in questione.
Nel periodo AT di relativa stabilità dello schema organizzativo e dei costi di struttura, il raffronto tra diversi valori di R viene così ad assume-re un passume-reciso significato quale indicatoassume-re dell'efficacia dell'azione eserci-tata dall'organo di governance sulla struttura.
La situazione descritta - e cioè il passaggio dallo stato di equilibrio 1 (S11 ) allo stato di equilibrio 2 (S12 ) in costanza dello schema organizzati-vo, della struttura specifica ST Si ) e quindi della legge dei cambiamen-ti di stato - rappresenta pertanto una situazione di adeguamento struttu-rale. In questo caso le diverse componenti della struttura e del sistema ten-denzialmente non cambiano, ma mutano le relazioni tra di esse ed appare centrale il ruolo tanto dell'azione di governo quanto dei processi di autorga-nizzazione conseguenti alle capacità di contestualizzazione, di assorti-mento ed assorbiassorti-mento, di combinazione e ricombinazione incorporate nella struttura oggetto di implementazione e soggette a continue azioni di rigenerazione da parte dell'organo di governance.
Come osservato R e TC rappresentano le grandezze caratteristiche dello stato del sistema la cui dinamica evolutiva è espressione, da un lato, della struttura specifica ST, invariante nell'intervallo di tempo AT, e dal-l'altro, dei processi di autorganizzazione e dell'azione di governo che consentono di migliorare progressivamente l'utilizzo delle capacità incor-porate nella struttura specifica assicurando, contemporaneamente, la sostenibilità del vantaggio competitivo nel tempo.
Ecco dunque che la relazione:
R = CS/TC
deve anzitutto considerarsi espressione e sintesi quantitativa della struttura specifica al tempo T; struttura specifica che è il risultato della storia dell'organizzazione imprenditoriale, la quale, partendo da un determinato schema organizzativo (e dalla corrispondente struttura spe-cifica), si sviluppa nel tempo attraverso adeguamenti strutturali e, come vedremo successivamente, attraverso modificazioni strutturali più rile-vanti che chiameremo trasformazioni.
Nell'ottica sistemica l'espressione riportata riveste particolare impor-tanza; essa consente in sintesi di quantizzare ex ante e, comunque, verifi-care ex post, i risultati attesi dall'azione di governo in vista dell'ottimizza-zione dell'utilizzo delle capacità tecniche, mercatistiche, ecc. caratteriz-zanti la struttura al tempo T. Queste capacità tecniche e mercatistiche sono proprio manifestazione della concretizzazione dello schema orga-nizzativo del sistema nella struttura specifica ST e sono oggetto dell'azio-ne di governo e dei processi di autorganizzaziodell'azio-ne che guidano e stimola-no l'evoluzione del sistema nell'intervallo di tempo AT.
Giova rilevare, inoltre, che le ricordate capacita incorporate nella struttura specifica ST:
- rappresentano "spazi decisionali" e opportunità per l'azione di governo; - sono espressione e risultato di quel proficuo rapporto tra organo di governance e struttura che consente la continua rigenerazione del
patri-monio di conoscenze dell'impresa 9.
La rappresentazione grafica precedentemente riportata (figura n.1) consente di evidenziare anche il ruolo di R nella formazione del profitto. Ricordando infatti che:
P(R) = TC (R - -10
la variazione nel profitto conseguente al passaggio dallo stato 1 (S1 i )
allo stato 2 (S12), in presenza di una invarianza nei ricavi attesi, può esse-re rappesse-resentata graficamente come segue (figura n.2):
Figura n.2 - Adeguamento e variazione del profitto
R, CS si a b c Ricavi attesi R H d RI: g Cs TC TCli TG,"
Fonte: nostra elaborazione su G.M. Golinelli, Op. cii., 1994, p.36.
Il grafico evidenzia l'impatto del percorso evolutivo stimolato dall'or-gano imprenditoriale e facilitato dalla continuità di razionali processi di autorganizzazione mostrando il passaggio ad un nuovo stato di equili-brio dinamico attraverso il quale le due grandezze caratteristiche dello stato del sistema II e TC subiscono la prima un decremento e la seconda un incremento.
Nella situazione 1 (Sr ) il profitto dell'impresa è rappresentato dall'a-rea del rettangolo abcd data da TC, (R - R11 ); nella situazione 2 (S12) il profitto dell'impresa è rappresentato dall'area del rettangolo aefg data da TC12 (R - IZ12 ); appare quindi evidente il ruolo centrale del tasso di con-tribuzione nel quadro dell'azione che l'organo di governance esercita
sulla struttura, volta ad incrementare la capacità di profitto dell'impresa in presenza di una stabilità dei ricavi complessivi (R).
Tali impostazioni hanno rilevante significato quando l'impresa si trova in presenza di una domanda stagnante o, addirittura, calante.
Esse scontano, giova ribadirlo, da un lato la sostanziale invarianza dello schema organizzativo e dei costi di utilizzo della struttura, e, dal-l'altro, tassi di sviluppo del mercato stagnanti o negativi.
Tali azioni di governo si basano sovente su variazioni nel mix di pro-dotti e sull'ottenimento di più favorevoli condizioni nell'ambito dei prez-zi — costo e quindi investono i rapporti dell'impresa con i sistemi — mer-cato di collocamento e di fornitura.
Dalle considerazioni sopra fatte emerge come vi sia un'altra variabile, accanto a R e TC, che assume un significato notevole in relazione ai pro-cessi evolutivi del sistema impresa, e cioè R. Non abbiamo ritenuto oppor-tuno comprendere quest'ultima tra le grandezze caratteristiche di stato del sistema in quanto "parzialmente esogena" rispetto alla struttura ed in quanto propriamente relativa, più che allo stato del sistema impresa, allo stato dell'interazione sistemica tra il sistema impresa ed il sistema di ordine superiore nell'ambito del quale il sistema impresa è compreso.
Vediamo ora di approfondire le principali azioni volte ad una varia-zione dell'utilizzavaria-zione delle capacità incorporate, azioni che possono o meno agire sulle grandezze caratteristiche dello stato del sistema.
1 Azioni connesse al più spinto utilizzo della capacità produttiva con incremento delle quantità prodotte e vendute. Lo sviluppo meramente quantitativo dell'attività aziendale orientato al pieno utilizzo della capa-cità produttiva, non comportando effetti sulle due grandezze caratteristi-che di stato, non configura alcun cambiamento dello stato del sistema. Con riferimento allo schema riportato in figura n.2, la fattispecie in esame trova evidenza nella traslazione verso l'alto della retta dei ricavi attesi R, fermo restando lo stato di equilibrio dinamico 1 (S11 ) o 2 (S12 ), con i conseguenti effetti sul profitto. Nel caso in questione, sia l'efficien-za tecnica che quella economica permangono invariate. Il beneficio eco-nomico consegue al maggiore utilizzo delle capacità produttive e merca-tistiche proprie di ST e si quantifica nell'incremento dei ricavi a parità di costi di struttura o, che è lo stesso, sul decremento dei costi unitari di struttura.
2. Azioni connesse all'incremento dell'efficienza della sub-struttura tec-nica con riflessi sui coefficienti tecnici di produzione l° mediante un più attento sfruttamento di economie di apprendimento o la riduzione di sprechi.
3. Azioni connesse alle caratteristiche di elasticità della struttura, frutto dell'attività di governo e/o dei processi di autorganizzazione che, influen-zando come più volte ricordato le due grandezze caratteristiche di stato R. e TC, generano appunto cambiamenti di stato, in relazione a muta-menti del contesto ed alle finalità del sistema impresa.
alla loro dinamica, le capacità elementari più significative oggetto di uti-lizzo sono:
- elasticità di prodotto: si riferisce alla possibilità di inserire o elimina-re un prodotto nel/dal mix, nuovi codici nel/dal range di prodotti proces-sati, ecc.;
- elasticità di mix: si riferisce, nell'ambito della quantità producibile del mix corrente di prodotti, alla capacità di variare il peso relativo dei singoli prodotti;
- elasticità di prezzo: si riferisce alla capacità di governare nel tempo la differenza tra valore percepito dal cliente e prezzo praticato, incidendo su ambedue tali grandezze.
b) Per quello che riguarda, infine, i mercati di fornitura ci si può riferire ad una generica elasticità di approvvigionanzento, intesa come capacità di governare le relazioni impresa - mercati di approvvigiona-mento. A titolo di banale esemplificazione basti ricordare la modifica dei rapporti di negoziazione con i fornitori in vista di una migliore interazio-ne con le dinamiche dei sistemi di consumo ".
5. Le trasformazioni strutturali
L'azione di governo può manifestarsi, oltre che operando adeguamen-ti strutturali, anche attraverso la realizzazione di intervenadeguamen-ti che vanno ad incidere sui costi di struttura. Tale azione è rappresentata schematica-mente nel grafico seguente (figura n.3):
Figura n. 3 - La trasformazione strutturale
Così, ad esempio, quando l'impresa in difficoltà riesce, attraverso una rinegoziazione dei debiti con il sistema bancario, a conseguire una strut-tura specifica ST caratterizzata da un minore costo del capitale, capace quindi di operare con minori oneri finanziari.
La realizzazione di una struttura specifica S2 caratterizzata da minori costi fissi rispetto a Si comporta, a parità di altre condizioni, l'abbassa-mento del ricavo di equilibrio e quindi una maggiore capacità di profitto.
Modificazioni strutturali di tale tipo conseguono, in via generale, ad azioni che incidono più profondamente sulla struttura e prendono il nome di trasformazioni.
A differenza di quanto visto per gli adeguamenti, nel caso delle tra-sformazioni tendenzialmente non solo mutano le relazioni tra le compo-nenti del sub-sistema struttura, ma mutano anche le compocompo-nenti stesse (in quantità e/o qualità).
Queste modificazioni relative alle componenti strutturali, andando a modificare il livello dei costi di struttura CS, comportano l'instaurarsi di una nuova legge dei cambiamenti di stato del sistema, che nell'esemplifi-cazione grafica si caratterizza per un nuovo e più basso livello di CS.
Abbiamo in precedenza evidenziato come nel caso degli adeguamenti si assista ad una rilevanza tanto dell'organo di governance quanto dei processi di autorganizzazione nel possibile "innesco" e sviluppo di tali modificazioni. E' opportuno sottolineare come nel caso delle trasforma-zioni emerga, invece, pienamente la centralità dell'organo di governance, mentre non c'è, in genere, alcun contributo attivo derivante dai processi di autorganizzazione. Questi, è chiaro, mantengono una certa rilevanza per il fatto che condizionano il processo di "assorbimento" della trasfor-mazione e quindi l'efficacia della sua implementazione.
Rientrano in tale ambito quelle ristrutturazioni basate su processi di decentramento produttivo che hanno caratterizzato i sistemi industriali negli anni '70.
In buona sostanza, in presenza di una rilevante e crescente comples-sità ambientale, attraverso l'affidamento all'esterno della produzione di componenti e fasi di lavorazione, l'impresa ha teso a riacquistare elasti-cità/flessibilità, così come evidenziato dal grafico di seguito riportato, attraverso modificazioni della struttura comportanti, se del caso, contra-zioni di TC, ma comunque rilevanti decrementi di R nello stato S2I (figu-ra n. 4).
Con riferimento alle impostazioni teoriche che animano il nostro approccio sistemico all'impresa, dovrebbe risultare con sufficiente chiarezza che nel tempo lo stesso schema organizzativo può manifestare limiti ed insufficienze, soprattutto in relazione alla dinamica del conte-sto. Nasce allora nell'organo di governance l'esigenza di ripensare, modificare lo schema organizzativo dell'impresa e realizzare una signi-ficativa modificazione strutturale: la nuova struttura specifica, concre-tizzazione del nuovo schema organizzativo, differirà in modo significa-tivo da quella precedente. Le trasf6rmazioni strutturali pertanto, quando
Figura n.4 - Trasformazione smaltir& C011 decremento di
P
e TCSII
TC2i TCii TC
Fonte: nostra elaborazione su G.M. Golinelli, Op. cit., 1994, p.39.
sono significative, segnano un cambiamento a livello di schema organiz-zativo.
In casi del genere avremo quindi che la trasformazione strutturale si caratterizza non solo per il fatto di comportare una variazione nel livello dei CS e quindi l'emergere di una nuova legge dei cambiamenti di stato del sistema, ma anche per il fatto di incarnare un intervento profondo dell'organo di governance che modifica Io schema organizzativo.
La significativita della trasformazione, da cui dedurre il mutamento o meno dello schema organizzativo in relazione ad una modificazione della legge dei cambiamenti di stato che comunque si verifica, va valu-tata prendendo in considerazione il citato processo di cambiamento quali-quantitativo delle componenti della struttura. Così, se il ruolo delle componenti strutturali che a seguito della trasformazione vengono meno era fondante nell'impostazione competitiva dell'impresa, potremo parlare di trasformazione che incarna un cambiamento di schema organizzativo. Qualora, all'opposto, quelle componenti non rivestivano un ruolo centrale, allora vi sarà ancora una trasformazione strutturale, ma senza cambiamento di schema organizzativo. Ancora, potremo par-lare di modificazione che segnala un cambiamento di schema organiz-zativo quando a seguito di una trasformazione strutturale, pur non per-dendo alcuna componente fondamentale, l'impresa ne acquisisce alcu-ne nuove che per qualità/quantità agiscono alcu-nel senso di ridisegnare la
mappa delle componenti fondamentali della sua impostazione competi-tiva
Evidentemente, in questa fase, il nostro modello quantitativo trova completamento ed integrazione coerente con il nostro approccio sistemico grazie a considerazioni di ordine qualitativo.
Con riferinzento alla sub-struttura tecnica può ipotizzarsi, ad esempio, che un'innovazione tecnologica e l'affermarsi di un mercato di fornitura specializzato comportino l'esigenza per una determinata impresa, in vista del mantenimento e, ove possibile, dell'incremento del vantaggio competitivo, di abbandonare una produzione fino ad allora ritenuta qualificante lo schema organizzativo del sistema impre-sa in questione.
Nello schema organizzativo di partenza, del quale, ricordiamo, la struttura rappresenta la concretizzazione, la produzione del componente e/o del semilavorato era cioè considerata, in relazione al patrimonio di competenze accumulato, elemento qualificante il vantaggio competitivo dell'impresa.
Il progressivo affermarsi della nuova situazione di contesto dinanzi delineata - correttamente monitorato in relazione al grado di apertura del sistema, al grado di lungimiranza dell'organo di governance e alla capacità di contestualizzazione dei flussi informativi in ingresso con una immediata quantificazione dei riflessi sull'economicità della gestione e sul ruolo, negativo, delle attuali impostazioni sul vantaggio competitivo complessivo dell'impresa - comporta, in tempi rapidi, una riconfigura-zione dello schema organizzativo da parte dell'organo di governance e quindi una successiva traduzione del nuovo schema in una nuova strut-tura aziendale.
In conseguenza di quanto sopra ed in relazione all'importanza attuale e prospettica della produzione del componente e/o del semilavorato in questione, potranno essere realizzate nel concreto soluzioni diverse (esternalizzazione, accordi di co-produzione, ecc.), tutte, comunque, determinanti l'impostazione di un nuovo schema organizzativo e di una corrispondente nuova struttura specifica, significativamente modificata rispetto alla precedente con nuove configurazioni dei costi di utilizzo della stessa (nuove configurazioni dei CS e nuova legge dei cambiamenti di stato).
Dovrebbe essere sufficientemente chiaro, poi, il fatto che l'opzione del mutamento di schema organizzativo e della connessa trasformazione strutturale rappresenta una scelta di tipo strategico che si qualifica per determinati contenuti di rischio e di rendimento. La scelta di una modifi-cazione così incisiva, comunque costosa, può rivelarsi ex post "non cor-retta" e danneggiare significativamente la performance dell'impresa; ma non possiamo dimenticare, per altro verso, che talvolta si impone non solo o non tanto in vista di un miglioramento competitivo, quanto piutto-sto per la sopravvivenza stessa dell'impresa.
{
Nuovo stato nell'intorno di Sii caratterizzato da un lieve decremento di CS
Prima di concludere ci siano consentite ancora due considerazioni, per così dire, "di salvaguardia".
La prima concerne la circostanza di una modificazione strutturale che comporti il passaggio ad una nuova curva di isocosto di struttura che si trova in un certo intorno sufficientemente ristretto della curva di partenza (figura n.5).
Figura n.5 --- rineorno della curva di isocosto di struttura
Fonte: nostra elaborazione
In un caso siffatto avremo certamente un nuovo livello di CS ed una nuova legge dei cambiamenti di stato. Tuttavia, sebbene per le definizio-ni sopra date si dovrebbe parlare di una trasformazione strutturale, pos-siamo sostenere che pos-siamo ancora, probabilmente, tendenzialmente nel-l'ambito degli adeguamenti i quali, come detto, concernono
esclusivamen-te le relazioni tra le componenti della struttura 12.
Pertanto, quando siamo in presenza di una vera e propria trasfomia-zione, quando cioè non solo mutano le relazioni tra le componenti del sub-sistema struttura, ma mutano quali — quantitativamente anche le componenti stesse (perché se ne perdono alcune e/o se ne aggiungono di nuove), allora il "salto" sarei sei un nuova curva di isocosto collocata al di
fuori di un certo intorno sufficientemente ristretto della curva precedente 13.
La seconda considerazione è relativa al nostro intento di non trala-sciare la seguente ipotesi, complementare rispetto alla precedente. Ipotizziamo una modificazione strutturale rilevante, una vera e propria trasformazione associata ad un mutamento dello schema organizzativo la quale, tuttavia, non trovi manifestazione quantitativa per cui dal punto
di vista grafico, a trasformazione avvenuta, ci troviamo ancora sulla stessa curva ST su cui ci trovavamo prima della trasformazione stessa (o su di una ad essa molto prossima). L'impresa vede cioè non mutare sostanzial-mente la propria legge dei cambiamenti di stato, per cui la curva rappre-sentativa della nuova struttura specifica viene a coincidere o quasi con la curva precedente o, se si preferisce, la precedente curva di isocosto di struttura resta sostanzialmente immutata. E' chiaro che comunque la condizione competitiva dell'impresa è profondamente cambiata. Ancora una volta, pertanto, occorre integrare e completare il nostro modello quantitativo con considerazioni di ordine qualitativo, circostanza che è peraltro comune a tutti i modelli quantitativi di analisi di quel fenomeno complesso che è l'impresa.
In conclusione possiamo sostenere che l'evoluzione del sistema impre-sa si manifesta in una successione di stati di equilibrio dinamico secondo leggi determinate dalle strutture specifiche che di volta in volta vengono a costituire la concretizzazione dello schema di organizzazione del siste-ma stesso.
Tale successione consegue a modificazioni strutturali che si configu-rano ora come adeguamenti, con l'invarianza della struttura specifica e della legge dei cambiamenti di stato, ora come trasformazioni, con una variazione della struttura specifica e della legge dei cambiamenti di stato e talvolta con un cambiamento dello schema di organizzazione previgen-te, le cui entità e le cui caratteristiche sono determinate dall'interazione complessa e circolare tra organo di governance, struttura aziendale e ambiente esterno.
6. Grandezze caratteristiche di stato, vantaggio competitivo e valore
Riteniamo opportuno in conclusione ricapitolare e riflettere ulterior-mente su quelle che fin qui abbiamo identificato come relazioni e gran-dezze "di stato" di un determinato sistema impresa.
— Relazione fondamentale di isocosto di struttura: — Equazione del profitto: — Tasso di contribuzione:
= CS/TC
P(R) = TC (R - R)
TC = (p - Cv)/p = 1 - Cv/p
— CS = costi di struttura = costi di capacità (capacità incorporate da uti-lizzare proficuamente)
— Cv = costi variabili (efficacia dei processi tecnici e bontà delle impo-stazioni negoziali nella acquisizione dei fattori)
— p = ricavo unitario (bontà del portafoglio prodotti e dei rapporti impresa - mercato).
Quindi le due grandezze caratteristiche di stato:
- TC = misura della "efficacia" dell'interazione organo di governance - struttura;
- = sintetica rappresentazione dello stato di equilibrio dinamico del
sistema impresa.
Desideriamo, a questo punto, formulare alcune riflessioni in merito alle grandezze che caratterizzano lo stato del sistema e alla griglia delle finalità d'impresa che sintetizziamo nel perseguimento (mantenimento/implementazione) del vantaggio competitivo e nella
crea-zione di valore 14.
Iniziamo con l'evidenziare il fatto che lo sviluppo del profitto non è necessariamente sinonimo di creazione di valore 15. In linea con il modello proposto in questa sede, riteniamo pertanto opportuno sottolineare che a fronte di un aumento (temporaneo) dei risultati reddituali è indispensabile verificare se l'impresa in esame stia creando o distruggendo valore.
Ne discende la possibilità di individuare due "tipologie" di sviluppo redd i tuale:
- uno sviluppo reddituale che crea valore;
- uno sviluppo reddituale che non crea o distrugge valore.
Nell'ambito del modello proposto risulta opportuno formulare giudizi in merito alla natura dello sviluppo reddituale in questione in relazione:
1. a come tale sviluppo si pone nei confronti delle grandezze che caratterizzano la struttura specifica ST e lo stato STn del sistema in que-stione e, soprattutto,
2. alle modalità con le quali la struttura specifica ST, lo stato STn 16 e l'organo di governance si pongono nei confronti delle dinamiche di con-testo.
Per quanto concerne il primo aspetto, si può ragionevolmente affer-mare che in una situazione caratterizzata da:
- abbassamenti del ricavo di equilibrio:
- incrementi del tasso di contribuzione: TC /1\ ,
- incrementi dei ricavi attesi: R 4,,
assistiamo alla "migliore" forma di sviluppo reddituale possibile, in quanto esso non è meramente legato ad una espansione della domanda, ma è generato oltre che dall'incremento delle vendite da un migliore sfruttamento delle capacità incorporate nella struttura, da una ridotta vulnerabilità dell'impresa e da un suo efficace rapportarsi con i mercati di consumo e di approvvigionamento. Questa circostanza, tuttavia, non implica necessariamente che l'impresa in questione, operante nello stato di equilibrio dinamico STn e nell'ambito della struttura specifica ST, pro-duca valore.
Certamente la produzione di valore è collegata alla capacita dell'impre-sa di produrre reddito, ma tale capacità deve essere mantenuta e sviluppata
nel tempo 17. A tale fine il sistema impresa deve tendere allo sviluppo del
profitto nel quadro del perseguimento (mantenimento/implementazione) del vantaggio competitivo ed il verificarsi di quelle condizioni non le garantisce che si stia effettivamente muovendo su questa strada.
Sembra pertanto possibile sostenere che un incremento del profitto, quand'anche perseguito nei termini sopra delineati (con abbassamenti del ricavo di equilibrio, incrementi del tasso di contribuzione ed incrementi dei ricavi attesi), si configura quale condizione non sufficiente per la crea-zione di valore. In altre parole a fronte di uno sviluppo del reddito, pur perseguito nelle descritte condizioni di efficacia ed efficienza, l'impresa potrebbe evolvere distruggendo valore.
Si delinea così l'importanza del secondo aspetto ed in particolare la necessità di un accoppiamento efficace ed efficiente di fattori endogeni e dinamiche di contesto. Emerge la necessità per l'organo di governance di perseguire, mantenere, implementare la "consonanza" del sistema impre-sa con altri sistemi ad esimpre-sa esterni. Può trattarsi di sistemi che rispetto ad essa sono omogenei (altre imprese dello stesso tipo) e/o differenti (ad esempio, fondazioni oppure imprese di distribuzione se il sistema in esame è un'impresa manifatturiera, ecc.), del medesimo ordine (altre imprese) o di ordine superiore (ad esempio, il sistema istituzionale o il
sistema finanziario) 18. Eimpresa deve in tal modo perseguire una forma
di equilibrio particolare, che definiamo inter-sistemico.
In tale contesto emerge nuovamente il ruolo fondamentale del sub-sistema organo di governance che effettuando un continuo monitoraggio
strutturale e delle tendenze di contesto 19, stimolando e diffondendo il
cambiamento nella struttura, si configura come il "regolatore" delle modi-ficazioni strutturali (adeguamenti e trasformazioni) nel tempo, antici-pandole o ritardandole 20
- in funzione dell'ottimale sfruttamento delle potenzialità di una struttura specifica ST e di uno stato STn e delle tendenze ambientali;
- e in vista del mantenimento/ implementazione del vantaggio compe-titivo.
Così nel caso di un adeguamento che comporti uno spostamento verso l'alto lungo la curva di isocosto di struttura, possiamo certamente
affer-mare che siamo in presenza di un peggioramento nell'utilizzazione della struttura specifica propria dell'impresa e ciò agisce negativamente nel percorso/ processo di produzione del valore. Se tuttavia questa modifica-zione strutturale avviene in vista di un miglioramento della citata conso-nanza, cioè dell'equilibrio inter-sistemico, allora essa agirà positivamente sul perseguimento (mantenimento/ implementazione) del vantaggio corn-petitivo e dunque influenzerà positivamente il percorso/ processo di
R 1 2
RII
CSI
Figura n.6 - Adeguamento "peggiorativo", profitto e valore
cs
SISI2
TC12 TCH TC
Fonte: nostra elaborazione
Analoghe riflessioni possono essere formulate nel caso di una trasfor-mazione che porti alla configurazione di una curva di isocosto rappresen-tativa della nuova legge dei cambiamenti di stato localizzata più in alto rispetto alla precedente e di un nuovo stato di funzionamento caratteriz-zato da un incremento diR e un decremento di TC (figura n.7) .
Figura n.7 - Trasformazione "peggiorativa", profitto e valore
L'incremento dei costi di struttura che in questa fattispecie agisce negativamente sul profitto può invece agire positivamente sull'altro ter-mine che influenza la creazione di valore, cioè sul perseguimento (man-tenimento/ implementazione) del vantaggio competitivo attraverso un miglioramento dell'equilibrio inter-sistemico. Tale circostanza può deri-vare, ad esempio, dalle opportunità, di difficile quantificazione, che tale modificazione strutturale può concretamente dischiudere in un futuro
più o meno prossimo 22.
Non può poi essere trascurata la circostanza che le citate opzioni di adeguamento e trasformazione, "peggiorative" dal punto di vista del profitto, in quanto agiscono sul vantaggio competitivo possono talvolta imporsi all'attenzione dell'organo di governance, al di là degli effetti sulla creazione di valore, per il fatto di incidere sulla finalità primaria del sistema impresa, cioè sulla sua sopravvivenza.
In definitiva, sembra possibile sostenere che il sistema impresa crea valore con relativa certezza quando allo sviluppo del profitto perseguito nelle più volte delineate condizioni di efficacia e di efficienza (abbassamen-to del ricavo di equilibrio, incremen(abbassamen-to del tasso di contribuzione ed incre-mento dei ricavi attesi) si accompagna l'ulteriore condizione del persegui-mento (mantenipersegui-mento/implementazione) continuo del vantaggio competiti-vo nell'ambito del quale è centrale la costante ricerca di consonanza tra il sistema impresa ed i sistemi ad essa esterni, cioè la ricerca di un equilibrio inter-sistemico (figura n.8).
Figura n. 8— Profitto, vantaggio competitivo, equlibrio inter-sistemico e
valore
Sviluppo del profitto in condizioni di efficacia ed efficienza (eventuale, pro tempore) Mantenimento/ implementazione del vantaggio competitivo (necessario, sempre) VALORE
Consonanza del sistema impresa con gli altri sistemi = equilibrio inter-sistemico
In conclusione ci sia consentito sottolineare, rinviando ad ulteriori approfondimenti, che allo scopo di analizzare le possibili traiettorie evo-lutive del sistema impresa in relazione alla struttura progettata nell'am-bito di un modello, oltre alle due grandezze caratteristiche di stato rt. e TC, segnaletiche in materia di ottimizzazione dello stato del sistema, sia doveroso fare riferimento ad ulteriori grandezze segnaletiche in materia di trasformazioni strutturali quali:
— la leva di contribuzione: (iTC/TC)/(ACS/CS)
che rapporta la variazione percentuale del TC conseguente ad una tra-sformazione strutturale alla variazione percentuale nei CS derivante dalla trasformazione medesima;
— la leva operativa: (AP/P)/(AR/R)
che misura l'elasticità dei profitti al variare dei ricavi, cioè gli effetti di una trasformazione strutturale sulla vulnerabilità della struttura e sulla sua attitudine al profitto;
— la leva finanziaria:
che nelle sue diverse formulazioni tende a misurare la compatibilità finanziaria di trasformazioni strutturali che comportino l'incremento di costi di struttura.
NOTE
CfT. G.M. Golinelli, Struttura e governo dell'impresa, Cedam, Padova, 1994 p.9 e seg.; G.M. Golinelli, Economia e finanza nel governo dell'impresa, in "Sinergie" n.39, 1996, p.25 e seg.; R. Fazzi, Formazione storica e prospettive degli studi sui comportamenti imprenditoriali, Bobadoma, 1968, pag.46.
2 V, tra gli altri, R. Cafferata, Sistemi, ambiente e innovazione - Come s'integrano la
con-tinuità e il mutamento nell'impresa, Giappichelli, Torino, 1995, il quale sostiene che "...i
sistemi, con vario grado di apertura, tendono allo stato stazionario, ma tale situazione è soggetta a variazioni nel tempo, ovvero l'equilibrio di sistema può essere definito equilibrio
dinamico" (p.17) e, ancora, "...il sistema può migliorare la sua situazione di equilibrio ed
assestarsi su condizioni di redditività che possono variare tra il minimo vitale e il massimo ideale. L'impresa adatta il suo equilibrio nel tempo; per questo si pub affermare che l'equili-brio aziendale è di tipo dinamico" (p.26). V. pure C. Gatti, Apertura, dinamismo e dinamica
del sistema impresa, in "Approccio sistemico e governo dell'impresa", seminario di studio,
Gaeta 16 e 17 ottobre 1999, il quale sostiene che "l'equilibrio è dinamico in quanto l'apertu-ra del sistema con la continua immissione ed emissione di flussi materiali e immateriali, ed i mutevoli rapporti fra le componenti della struttura e l'azione di governo fanno si che ogni
stato di equilibrio raggiunto dal sistema sia quasi il presupposto per la ripresa del percorso evolutivo, sempre compatibile con le caratteristiche dell'assetto strutturale realizzato,
sem-pre alla ricerca del mantenimento e dell'implementazione del potenziale competitivo."
3 Definiamo "specifica" quella struttura ST che caratterizza il sistema impresa al
tem-po T.
4 Riteniamo opportuno precisare che il concetto di "stato" è da associarsi tanto al siste-ma quanto alla struttura, in quanto sub-sistesiste-ma. In altre parole, in un determinato
grado: struttura, organo di governance; di secondo grado: componenti tecnico-produttiva, mercatistica, finanziaria, ecc. della struttura) si caratterizza per un proprio stato. Sul punto v., tra gli altri, G. Dioguardi, Crisi nella gestione dell'impresa, Edizioni Dedalo, Bari, 1999, p.14 e seg., il quale afferma: "L'analisi dello stato di crisi dell'impresa interpretata come un sistema organizzato complesso, può partire proprio da questa categoria di insiemi. In effet-ti, la stessa condizione di "stato" - riferita a un singolo elemento come si è fatto in prece-denza - pub estendersi all'insieme coordinato e organizzato di elementi che danno origine al concetto di "sistema"."
5 Le quantità ql, q2, q3, ...qn rappresentano la partecipazione dei vari prodotti al mix
di vendita previsto a piano: sono espresse in termini di rapporto tra quantità prodotte e vendute di ciascun prodotto e volume totale di produzione/vendita.
6 V. G.M. Golinelli, Op. cit., 1994, p.20 e seg.
7 Cfr. A. Spranzi, Così per k decisioni: calcolo a costi pieni o a costi diretti?, in "Finanza,
Marketing e Produzione", n. 1, 1983, p.58, il quale rileva che: "i costi fissi sono costi di capacità, mentre i costi variabili sono costi di utilizzazione della capacità. I costi variabili sono quindi costi evitabili nel senso che se la produzione non viene effettuata, l'impresa non sostiene il costo".
8 Lo stato del sistema impresa è dato dallo stato dei suoi sub-sistemi. Quindi, lo stato
del sistema impresa, ceteris paribus (cioè a parità di organo di governance), è dato dallo stato della struttura e cioè da una determinata struttura specifica ST nell'ambito della quale le grandezze caratteristiche di stato (k e TC) possono assumere un certo insieme di valori definito dalla relazione che le lega funzionalmente.
9 Cfr. A. Siano, Teoria delle risorse e governo dell'impresa, in "Approccio sistemico e
governo dell'impresa", seminario di studio, Gaeta 16 e 17 ottobre 1999.
I° Per un'analisi approfondita dei diversi aspetti inerenti la struttura tecnica e la sua rappresentazione mediante coefficienti tecnici, cfr. A. Dringoli, Struttura e sviluppo
dell'im-presa industriale, McGraw Hill, 1995, p.17 e seg.
11 In merito cfr. E. Massaroni e A. Pastore, lnterrelazioni tra sistemi: il governo delle rela-zioni tra sistema impresa e sistemi di consumo, di distribuzione, di forniteli-a, in "Approccio
sistemico e governo dell'impresa", seminario di studio, Gaeta 16 e 17 ottobre 1999.
12 Operiamo in questo caso una notevole approssimazione di tipo concettuale, che, lo
riconosciamo, impatta contro il rigore quantitativo, ma che tuttavia si rende necessaria per non allontanarci troppo dalla concreta realtà.
13 Risulta così individuato un insieme di curve di isocosto in un certo intorno della curva
di partenza che individua un insieme di leggi dei cambiamenti di stato diverse tra loro, ma tali che ciascun passaggio dall'una all'altra continua, tendenzialmente, a configurare un'i-potesi di adeguamento strutturale piuttosto che di trasformazione per le motivazioni illu-strate nel testo.
14 In merito cfr. A. M iglietta, Il governo dell'inzpresa tra problematiche reali, finanziarie e valore, in "Approccio sistemico e governo dell'impresa", seminario di studio, Gaeta 16 e 17
ottobre 1999.
15 Nel testo utilizziamo i termini "reddito" e "profitto" come sinonimi (e quindi le
espressioni sviluppo reddituale e sviluppo del profitto come equivalenti) per indicare quella grandezza che risulta dall'equazione del profitto più volte indicata.
16 Struttura specifica e stato che, lo ricordiamo, sono il risultato delle azioni che
l'orga-no di governance e talvolta i processi di autorganizzazione esercital'orga-no sulla struttura, risul-tato che risente della composizione e delle capacità dei due sub-sistemi organo di gover-nance e struttura.
17 In merito al ruolo del tempo nel governo dell'impresa cfr. P. Paniccia, 11 tempo nell'ap-proccio sistemico al governo dell'impresa, in "Apnell'ap-proccio sistemico e governo dell'impresa",
seminario di studio, Gaeta 16 e 17 ottobre 1999.
18 Le interazioni tra sistemi del medesimo "ordine" o "livello" possono essere definite "orizzontali", quelle tra sistemi di diverso "ordine" o "livello", invece, "verticali".
19 Ad esempio l'istituzione di apposite direzioni per l'innovazione, gruppi di lavoro,
riu-nioni periodiche di tali unità con il top-management, ecc. contribuisce a dare all'organo di governance un contenuto di apertura verso l'innovazione tecnica, mercatisitca, orgnizzati-
va, tale da assicurare al sistema stesso una più forte capacità di perseguire continuamente il vantaggio competitivo e di evolvere, anche rapidamente, verso nuove leggi dei cambia-menti di stato.
20 Cfr. G. Panati e G.M. Golinelli, Tecnica economica industriale e commerciale, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1991, II, p.815, i quali osservano che: "Nella formulazione della strategia è indispensabile decidere quali siano le principali sfide strategiche e quanto rapidamente premere per il mutamento, pilotando il corso delle azioni (di attuazione) tra il "troppo - troppo presto" e il "troppo poco - troppo tardi".
21 E' il caso, ad esempio, di un'impresa che accetti una commessa sottocosto in base a
considerazioni attinenti le prospettive che ne possono derivare in futuro o al ritorno di immagine che ne può discendere; oppure di un'impresa che accetti di acquistare delle materie prime da un certo fornitore ad un prezzo superiore a quello praticato da un altro fornitore a parità di qualità, al fine di instaurare con il primo un rapporto che l'organo di governance percepisce come foriero cli rilevanti opportunità future.
22 Si pensi, ad esempio, al caso di un'impresa che decida di esternalizzare la produzione
di un componente del proprio prodotto finito stipulando un contratto di fornitura a lungo termine. L'impresa nell'esempio si vincola a pagare un prezzo elevato per un certo periodo di tempo, ma ciò le consente di disporre di un componente di elevata qualità che incide nel senso di migliorare sensibilmente il proprio prodotto finito in relazione alle esigenze dei consumatori, e dunque di difendere/ migliorare la propria posizione competitiva.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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