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In particolare, si insiste sul legame della Fondazione Palazzo Magnani con il territorio reggiano e sul suo ruolo di promotore e agente di sviluppo culturale

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Academic year: 2021

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1 Introduzione

A partire dalla prima mostra dedicata a Georges Braque, tenutasi nel 1997, la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia è venuta, negli anni, imponendosi nel panorama dell’offerta culturale in Italia per le esposizioni d’arte e fotografia. La ricercatezza, la serietà e il successo di queste ultime – unitamente alla proposta, a livello cittadino e provinciale, di iniziative culturali quali concerti, rassegne teatrali e cinematografiche, manifestazioni sportive – ha permesso a Palazzo Magnani di divenire un’istituzione di notevole rilevanza per la promozione e la crescita del territorio rappresentando, nel contesto culturale contemporaneo, un caso di studio interessante e singolare.

Suddivisa in tre capitoli, la presente tesi si propone di ripercorrere la storia della Fondazione a partire da colui che ne fu il fondatore, ovvero Luigi Magnani. Pertanto, l’analisi della biografia e del suo interesse per le arti figurative e per la musica costituiscono il tema del primo capitolo. In particolare, il collezionismo di opere d’arte è individuato quale espressione della necessità – universalmente condivisa – di interpretare e interagire con l’ambiente culturale circostante, al fine di attribuire significato a quest’ultimo e alla propria interiorità psicologica attraverso l’esperienza artistica: in questo senso, la collezione diviene espressione da un lato, del contesto culturale nel quale essa è prodotta e, dall’altro, della personalità del collezionista.

Inoltre, nella decisione di Luigi Magnani di rendere pubblica la sua raccolta e di istituire la Fondazione Palazzo Magnani vengono rintracciate le radici della responsabilità e del ruolo sociale e educativo di quest’ultima.

Il secondo capitolo ricostruisce la storia della Fondazione dal punto di vista giuridico e operativo: nella prima parte, vengono individuati gli elementi giuridico-legislativi che regolano la vita di Palazzo Magnani e lo svolgimento delle sue attività; nella seconda parte viene invece ricostruita la cronologia espositiva. Di quest’ultima, nello specifico, vengono analizzati i temi relativi alle singole mostre e il loro inserimento nella più ampia strategia di programmazione promossa dalle amministrazioni succedutesi negli anni, sotto la direzione di Sandro Parmiggiani, Avde Iris Giglioli e, in ultimo, Davide Zanichelli. In particolare, si insiste sul legame della Fondazione Palazzo Magnani con il territorio reggiano e sul suo ruolo di promotore e agente di sviluppo culturale.

Infine, il terzo capitolo propone una cronologia delle attività didattiche della Fondazione, concepite come strumento per adempiere alla propria responsabilità sociale. Dopo aver introdotto le modalità di apprendimento adottate dai visitatori – con particolare attenzione

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alle componenti emotive e cognitive che caratterizzano l’esperienza museale –, vengono presentate le proposte didattiche rivolte dalla Fondazione a quattro segmenti di pubblico: adulti, famiglie, insegnanti e scuole. Si attira in particolare l’attenzione sul ruolo che le istituzioni culturali possono rivestire nel creare comunità più eque e coese. Si sottolinea l’importanza di produrre documentazione che testimoni le attività svolte e i risultati ottenuti, al fine di promuovere la ricerca nel campo della didattica museale attraverso una collaborazione interdisciplinare con altri ambiti (medicina, psicologia e sociologia).

In proposito, la mia esperienza di tirocinio presso la sezione didattica della Fondazione Palazzo Magnani nel mese di ottobre 2019 è stata importante per comprendere i meccanismi che regolano la vita della Fondazione e per raccogliere materiale – comprensivo di testimonianze dei membri dello staff – che non sarebbe stato altrimenti accessibile. In particolare, aver potuto prendere parte alle attività didattiche svolte – alcune esperienze dirette sono ripotate nell’ultimo capitolo – mi ha permesso di constatare in prima persona le potenzialità delle istituzioni culturali quali agenti di sviluppo sociale sul territorio e la loro utilità.

È stato il desiderio di comprendere il funzionamento di queste ultime che ha determinato la scelta dell’argomento della mia tesi.

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