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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.48 (1921) n.2440, 6 febbraio

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA E C O N O M I C A , FINANZA, C O M M E R C I O , BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI Direttore: M. J . d e J o h a n n l s

ADDO

XLVIII - Voi

LII

Firenze-Roma, 6 Febbraio 1921

!

FIRENZE: 31, Via della Pergola U } l i n ROMA: 56, Via Gregoriana 11. £44U S O M M A R I O

P A R T E E C O N O M I C A . Errore"!.

Nuovi orizzonti protezionisti — EDOARDO GIRETTI.

/ prezzi all'ingrosso delle merci nel 1920 — RICCARDO BACHI. N O T E E C O N O M I C H E E F I N A N Z I A R I E .

L'aumento del capitale Industriale in Italia. R I V I S T A B I B L I O G R A F I C A

H . PARKER W I L M S , American Banking. F I N A N Z E D I S T A T O .

Entrate dello Stato. Entrate per servizi pubblici. Entrate ferroviarie. Entrale Tabacchi. R I V I S T A D E L C O M M E R C I O .

Il commercio dell'Italia con l'estero nei primi sette mesi del 1920. Il Commercio della Francia nel 1920.

R I V I S T A D E L R I S P A R M I O N O T I Z I E V A R I E .

SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO MOBILIARE. INDICE DEI PREZZI DELLE MERCI ALL'INGROSSO. ISTITUTI NAZIONALI ESTERI.

1921

Il prezzo di a b b o n a m e n t o è p o r t a t o a lire 4 0 a n n u e per l'Italia „ Coionio, a 42 F r a n c h i e Peoctas, a 2 Sterline. a l O l i o l l a r i o Poooa oro, a 200 Marchi ; s e m p r e anticipato. Non ai «là corso alle r i -chieste di a b b o n a m e n t o , non a c c o m p a g n a t e dal relativo i m p o r t o .

L ' a b b o n a m e n t o è a n n u o e decorre dal 1. gennaio.

Un fascicolo s e p a r a t o costo L. 4 per l'Italia e in p r o p o r z i o n e per gli altri paesi.

Trascorso un mese dalla pubblicaziono non si trasmetton o fascicoli reclamati dagli a b b o n a t i .

I c a m b i a m e n t i di indirizzo vanno a c c o m p a g n a t i dalla f a s c e t t a e dalla rimessa di L. 6.

N o n si Inviano b o z z e dogli scritti favoriti dai collaboratori, I quali debbono rimettere gli originali nella loro redazione definitive. N o n s i d a n n o In o m a g g i o estratti, in copie di fascicoli. P o t r à solo essere tenuto conto degli indirizzi, che p r e v e n t i v a m e n t e gli a u t o r i a v r a n n o designato, per l'iuvio delle cop'e c o n t e n e n t i i loro scritti.

P e r gli e s t r a t t i richiedere alla Amministrazione il prezzo d i costo.

BIBLIOTECA D E " L' E C O N O M I S T A „

Studi Economie! Finanziari s Statistici

pubblicati a c u r a d s L ' E C O N O M I S T A FELICE VINCI L. 2

L'elasticità dei consumi con le sue applicazioni ai consumi attuali prebellici

21 GAETANO ZINGALI L . 1

91 UCOKE ESPHIEHZE METODOLOGICHE

TUTTE ULU russi ELU snnsnu BEGLI ZEMSTVO SUSSI

3' Dott. ERNESTO SANTORO L . 4

Saggio critico su la teoria dei valore nell'economia politica

A) ALDO CONTENTO L. 2 Ptt una teoria induttiva dei dazi sol grauu e sulle farine

5) ANSELMO BERNARDINO L. 2

Il fenomeno burocratico e il momento economico-finanziario

P A R T E E C O N O M I C A

In vendita pretto i principali lihrai-editori e pretto l'Am-mmitlrationt de L'Economista - óti Vi» Gregoriana, KOMA 6.

E r r o r e ?

La polemica c h e sta occupando la stampa quo-tidiana attorno al caso della liquidazione di forni-ture di guerra da parte di quel multiforme conglo-merato di imprese che va sotto il titolo di « Uva > ci pare offra il destro ad alcune considerazioni di indole generale, sulle quali intendiamo di richia-m a r e ia attenzione dei nostri lettori, più c h e altro per constatare con essi quale diverso signi-ficato vada a s s u m e n d o nel decorso del t e m p o la parola onestà e la sua consorella morale.

S e del resto a n c h e ai nostri giorni nei r a p -porti fra due privati cittadini a c c a d e s s e che un debitore di cento ovvero 108 lire si dichiarasse, sia pure per poca chiarezza di conti, sia pure per qualche divergenza di interpretazione con-trattuale, creditore di 139 lire, saremmo pro-pensi a ritenere che o d a una parte o dall'altra si annidi u n a scorrettezza. Lo scambiare un debito per un credito è infatti incidente forma-listico di contabilità cosi raro, c h e non si ri-scontra in g e n e r e mai fra coloro c h e h a n n o consuetudine di ordine e di retta interpreta-zione dei propri obblighi o dei propri diritti.

Ancora più strano e d inqualificabile quindi a p p a r e una co/itroversia di tale g e n e r e quando essa si dibatte su cifre che non rappresentano lire ma milioni di lire e fra pubblica ammini-strazione, sonnolente e tardiva, ma quasi s e m p r e onesta, da una parte, e dall'altra una delle più moderne imprese dell'epoca nostra, la quale ha mezzi larghissimi che le permettono di tenere vasto corredo di tecnici, di legali, di contabili, di periti, ai quali n o n è ammissibile possa sfuggire u n errore amministrativo di cosi colos-sale misura, senza che sia per Io meno difficile d a r e chiara dimostrazione della assenza di ogni internazionalità.

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66 6 febbraio 1821 — N. 2440 è poi cosi ingenuo da non s a p e r e e da non

c o m p r e n d e r e che la fortuna di una azienda non può s e m p r e risiedere nella elaborazione di au-daci tentativi, ma d e v e ritrovare la propria con-sistenza industriale soltanto nel calcolato ap-prezzamento di merci e di servizi giustamente valutati sul libero mercato.

Noi deploriamo pertanto vivamente che un tale infortunio contabile sia capitato all' Uva, dove contatilo anzi amici personali, a n c h e sotto l'aspetto di altri ordini di idee, che non h a n n o soltanto corrispondenza nella gestione ammini-strativa interna di quella vasta impresa.

S a p p i a m o che le nostre industrie siderurgi-c h e sono le più dissiderurgi-cusse in Italia e siderurgi-che, siderurgi- com-battute vivamente dall'estero, hanno trovato nel P a e s e ancora r e c e n t e pietoso c o n s e n s o di sal-vataggio, unicamenie per una ragione politica, s e b b e n e sia a p p a r s o convincimento fermo an-c h e di an-coloro an-c h e h a n n o voluto an-conan-correre ad i m p e d i r n e la pricipitosa caduta, q u a n d o sia ne-cessaria una loro rapida trasformazione.

S a p p i a m o pure come il contribuente e il con-s u m a t o r e italiano v a d a n o ogni giorno più com-p r e n d e n d o quanti sacrifici tributari o di com-prezzo nell'acquisto di prodotti del ferro essi compiano per assicurare da una parte lauti salari agli operai addetti a determinate officine, dall'altra per mettere agli azionisti di quelle imprese di per-cepire notevoli dividendi o di attuare specu-lazioni di mille generi, che m a s c h e r a n d o gli utili, consentano loro di realizzare profitti con-siderevoli. Ora non s a p p i a m o invece quale possa e s s e r e il limite preciso di longanimità e di paziente bonarietà del contribuente e del c o n s u m a t o r e italiano, ma siamo certi che casi del tipo di quello intorno al quale ci intratte-niamo sono destinati ad accorciare sensibil-mente la distanza da quel limite. E dal punto di vista sociale ci pare che il capitalismo do-v r e b b e a buon conto edo-vitare, nel suo stesso interesse, di d a r e esibizioni così' vistosamente attaccabili dalla critica onesta.

Pochi giorni or sono un vecchio socialista a riguardo del caso Vacirca, ricordava che or sono 15 anni l'on. Lazzari nella liquidazione di una nota di s p e s e della c Lotta di classe » in-cluse una partita di lire 27 di spago.

Q u e s t a spesa s e m b r ò e s a g e r a t a ai colleghi. Allora con un soldo, di s p a g o se ne compe-rava un bel gomitolo. Fu fatta un'inchiesta e g r a n d e fu il rumore nel partito. La questione Lazzari dette luogo per vari anni ad aspre polemiche e c o n t e s e ; si voleva bandire il Lazzari dal partito e si v e n n e niente meno che ad una scissione.

Età nel 1896 quanto stava in voga ancora la parola succhione oggi s c o m p a r s a dal ^ s e m -pre vivo ed elevato linguaggio parlamentare.

Il caso dell'Uva arriva al pubblico soltanto a t t r a v e r s o un solo diffuso quotidiano che può vantarsi di non a v e r e d i p e n d e n z e alcuna dalle grandi industrie. Tutti gli altri tacciono.

Una divergenza tra lo Stato e un g r u p p o ca-pitalistico c h e abbia una e s t e n s i o n e di 238 milioni non commuove n e p p u r e quei socialisti c h e si scandalizzarono 15 anni or sono per 27 lire di s p a g o !

Non un a c c e n n o si ha al Parlamento dove pure siedono d u e dei principali amministratori

dell'Uva, n e p p u r e da parte di quei vivaci av-versari di tutte quelle coalizioni di interessi che h a n n o talvolta dei contenuti poco chiari, neppure da parte di quei tutori tenaci dell'in-teresse pubblico e dei contribuenti che pure si a d o m b r a n o e s a n n o scattare in occasione di incidenti di minor conto.

Il sintomo è pertanto reso ancor più dolo-roso da tale c o n s e n s o di silenzi e di indiffe-renze, c h e se possiamo spiegare facilmente nella stampa quotidiana ebdomadaria ormai in gran parte, se non nella quasi totalità, asser-vita agli interessi di quelle imprese v e r s o le quali è c o n d a n n a t a a t e n e r e un contegno di costante d o v e r o s a deferenza, non possiamo tuttavia c o m p r e n d e r e in una larga schiera di uomini onesti che coprono sia pubblici poteri, sia cariche, dalle quali può s e m p r e uscire una voce ascoltata.

Non possiamo non preoccuparci di cotesta connivenza da parte del pubblico in cose così delicate e c h e toccano le v i c e n d e dello erario per somme superiori al quarto di miliardo, nè possiamo rinunciare a constatare con deplo-razione che, ormai, la apatia generale, di fronte a casi tanto anormali, r e n d e s e m p r e più auda-ci i cultori ed i fabbricanti di situazioni equi-v o c h e e di posizioni compromettenti la ammi-nistrazione dello Stato, i quali s o v e n t e o s a n o invocare a propro beneficio un patriottismo la sincerità del quale rimane offuscata e non può e s s e r e creduta q u a n d o parte da assalitori delle casse dell'erario. Ma vicende di tal g e n e r e non commuovono più nessuno.

Ma c o m m u o v e noi e con noi siamo certi, i nostri lettori tutti, che pur e s s e n d o capaci di far buon viso a nuovi ordini di idee, a n u o v e usanze, a rapidi cambiamenti di indirizzi so-ciali, politici, economici e morali, non s a n n o però rinunciare alla devozione per quei tradi-zionali principii che si chiamano onestà.

Nuovi orizzonti protezionisti

La « Gazzetta del Popolo » di Torino ha molto opportunamente richiamato la pubblica attenzione sulla responsabilità del Governo italiano nell'im-pedire che il ribasso dei carboni abbia il suo na-turale effetto anche a vantaggio dei consumatori italiani.

Ora, il commendatore Giacomo Girardi, che fu sino a poco tempo fa incaricato ufficialmente del-la direzione del Commissariato governativo dei combustibili, ha scritto alla c Gazzetta del

Po-polo » una lettera in cui, pur dichiarando di non

volere difendere la politica del Governo in mate-ria di carboni, ha fatto una rilevazione di una gravità veramente impressionante.

Dichiara il commendatore Girardi che la ragio-ne per la quale il Governo non permette l'im-portazione di coke francese a prezzo ribassato in Italia è che esso vuole impedire che, con tale im-portazione, si venga a danneggiare l'industria nazionale del gas ed a produrre un aumento nel prezzo di vendita del gas.

Sembra al commendatore Girardi che questa sia una buona e bella ragione.

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6 febbraio 1921 - N. 2440 L'ECONOMISTA 67

Intanto, è da notare ohe, dopo la rivelazione fatta dal coinm. Girardi si può perfettamente comprendere perchè il Governo continua a non volere pubblicare,!corno sarebbe il dover suo, il resoconto esatto e documentato della gestione passata e presente del Commissariato

Combu-B t i t i l i .

Chi sa quali e quante altro dose simili a quella denunciata dal comm. Girardi dovrebbero venire fuori da codesto resoconto! Oramai, la questione della Tariffa doganale rimane un argomento di pure polemiche dottrinarie tra i liberisti ed i pro-tezionisti. Coloro che delle teorie si infischiano e che hanno il potere ed il modo di esercitare una pratica azione sui gruppi politici che sono al po-tere, hanno ben altri mezzi per farsi accordare tutti i privilegi ed f favori che desiderano.

Sappiamo pure dal comm. Girardi che la poli-tica del Governo è di tenere il prezzo del gas ad un limite sotto al suo costo, rialzando artificial-mente il prezzo del coke.

Il prezzo del gas-coke viene concordato ogni bimestre tra i produttori e le autorità municipali, in relazione sia al costo del carbone, regolato dal Governo, che al prezzo di vendita del gas.

A Torino, per il bimestre gennaio-febbraio, venne stabilito per il coke-gas il prezzo di lire 270 la tonnellata e quello del gas a lire 1,1) al metro cubo. A Milano, invece, il prezzo del gas è stato fissato a lire 1,34 al metro cubo, e, conseguen-temente, il coke-gas può essere venduto ad un prezzo minore.

In questo modo, il proteziouismo di Stato si aggrava e si complica col proteziouismo locale delle singole città.

A seconda delle classi o dei gruppi che deten-gono il potere municipale, consumatori di gas o quelli di coke poss >no essere favoriti e privi-legiati a danno ed a spese degli altri.

Il'materialism* storico marxista ha di questo curiose applicazioni pratiche. Suppongo che a Mi-lano siano più influenti nell'Amministrazione so-cialista del Comune gli esercenti delle « sostre » di carbone, o le Cooperative che rivendono il coke dei gasometri municipali, che non i consu-matori di gas. A Torino, probabilmente, si veri-fica il caso oppcsto, e sono i consumatori di coke, che pagano in parte la perdita di esercizio dei gazometri.

A parte questo piccole beghe locali tra i due gruppi di consumatori, rimane da vedere in quale misura il Governo è esso in ultima analisi reB pon-sabile delle perdite, a cui devo sottostare in Ita-lia l'industria del gas, per il fatio che, per delle ragioni che non ci è dato di conoscere, ma che, con tutta probabilità, saranno dello stesso valore di quella che, a detta del comm. Girardi, serve ad impedire la importazione in Italia del coke francese, non ò consentita all'industria italiana in genere, e più specialmente a quella del gas, la facoltà di approvvigionarsi di carbone sul mer-cato libero del mondo, e di profittare in pieno del forte ribasso che già si è prodotto sul prezzo del carbone all'uscita dalle miniere e sui noli per il trasporto ai porti italiani.

Non ci sarebbe per nulla da meraviglia .'si che una di quelle ragioni fosse semplicemente quella del-l'interesse che può avere il Governo a continuare la vendita a prezzi esorbitanti delle ligniti italia-ne o dei carboni di cattiva qualità acquistati dal cessato Commissariato dei combustibili ora tra-sferito all'Amministrazione delle Ferrovie dello Stato.

Certo è che i prezzi, a cui b> Stato annucia di cedere i carboni all'industria privata, continuano ad essere di gran lunga troppo elevati e fuori di ogni ragionevole relazione con quelli che risul-tano dai prezzi inglesi ed americani, aggiunta la

spesa di trasporto in Italia o la differenza del cambio.

Ora, su questo argomento, il silenzio de! Go-verno ò colpevole, ed il paoso ha il diritto di co-noscere, prima di tutto, i risultati finanziari del Commissariato dei c o m b u s t i l e e poi, periodica-mente, quali sono le pubbliche Amministrazioni, od i privati individui, i quali lucrano la diffe-renza tra il prezzo di costo od il prezzo di ven-dita dei carboni di Stato.

Non si tratta di differenza di poche lire, ma bensì di ceitinaia di lire, per touellata, che complessi-1 vomente può salire in un anno a continaia di mi-lioni di lire, delle quali sino ad ora nessuna rego-lare e pubblica menzione è stala fatta nei bilanci dolio Stato.

Da recenti comunicati di origine ufficiosa sap-piamo che la Germania si è messa già da tempo in regola con noi por la fornitura di 201.000 ton-nellate di carbone al mese.

Si sa puro elio questo carbone viene fatturato all'Italia, nel conto dolio riparazioni di guerra imposte alla Germania did Trattato di Versailles, ad un prezzo inferiore di alcune centinaia di lire per tonnellata a quello che il Governo esigo uf-ficialmente per lo suo cessioni di carbone all'in-dustria privata. Anche su questo punto, devo essere fatta la luco completa, senza indugio.

Sta bene che il Governo non venda questo car-bone che gli costa assai poco ad un prezzo infe-riore a quello del mercato libero, nè ai privati uè all'Amministrazione delle Ferrovie dello Stato.

Ma starebbe molto male se, vendendo questo carbone ad un prezzo superiore a quello del mer-cato, e tanto più a prezzi attuali di cessione pubblica di tanto superiori a quelli del mercato libero, invece di destinare la differenza in tale modo guadagnata agli scopi speciali, per cui sono state giustamente imposto alla Germa ia le forni-lure ili carbone in conto riparazioni di guerra, esso facesse servire quegli introiti per diminure e nascondere in parte le passività di esercizio dell'Amministrazione delle Ferrovie dello Stato o di qualche altra pubblica Amministrazione.

Starebbe anche malissimo se, per caso, il Go-verno, mentre pubblica di tanto in tanto uffi-ci-dmeute i prezzi uniformi, a cui è disposto a cedere le varie- qualità di carboni di sua proprie-tà ai privati consumatori, in realproprie-tà trovasse il modo di accordare a taluni di questi consumatori dei prezzi più bassi, in modo da costituire per essi una speciale condizione di privilegio e di fa-vore ti danno della Naz!oiiet senza che sia inter-venuta una apposita legge dello Stato.

Non si dica che questo è cu sospetto iniquo e che non può essere affacciato neppure a titolo di semplice ipotesi.

Dopo la rivelazione fatta dui comm. Girardi, qualsiasi dubbio e qualsiasi sospetto sono più che giustificati

In fondo, adottato il nuovo metodo di proteg-gere una o l'altra industria nazionale col vietare l'importazione dei carboni o col sottoporla a spe-dali condizioni di prez o e di favore, non è più questione che di persone e di misura.

Quello che è concesso agli uni può essere ne-gato agli altri. E ciò che è peggio, mancando ogni controllo della pubblica opinione, tanto clie il Governo non sente il dovere di pubblicare i ri-sultati della gestione del Commissariato dei coni- * bustibili, è l'arbitrio governativo nella forma più 1 scandalosa ed intellorabile sostituito all'azione sa-na e moralizzatrice della libera concorrenza.

E' da sperare elio qualche autorevole deputato o senatore si incaricherà di portare alla tribuua parlamentare la questione gravissima che la rive-lazione del comm. Girardi ha resa di attualità.

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68 L ' E C O N O M I S T A J 6 f e b b r a i o 1921 — N. 2440 I prezzi a l l ' i n g r o s s o delle merci nel 1920

Nella tabella allegata presentiamo i numeri iu-d'ci dei prezzi all'ingrosso delle merci nel nostro naoso nel dicembre 1020 (base la media dei prezzi nel quinquennio 1901-1905) collo consuete compa-razioni con gli analoghi dati anteriori e con gli indici dell 'liconomist. La variazione dei prezzi per li diversi gruppi di merci appare dalle cifro

sin-tetiche seguenti:

bestiame bovino e sopratutto per i vitelli, si è re-gistrato lungo gran parte del mese un nuovo forte rialzo, in parte dovuto alla più estesa do-manda poi gran consumo provocato dalla festa natalizia : negli ultimi giorni del mese si è regi-strata una lieve reazione; sul mercato regolatore di Milano lungo il mese la quotazione per i capi di prima qualità a poso vivo è passata da L. 6,35 a G,80 il kg. dopo avere oltrepassato il livello di

ludico di luglio 111211 , 1 ' O ' i i \ ariaz . / o rispett o a l j mes e j precedent e 1 Indico ili agosto 11120 1 Variaz . / o | rispett o a l j mes e precedent e Indice di settem. 11I2U . o Te E > . ,. o - c ludico s s i - s i di | 2,1 s ottobr. « a E1 11,20 • '3 o.| Varia/. % ; rispett o a l mes e precedent e | Indice di nov. 11120 .oa E a » ^ i. "E G £ t> r « ® >u G Indice di dicem. 11,20 .. o -\ aria z / o rispett o a l mes e precedent e Italia. . . r>2t !> — 2.45 534.8 + 2.47 551 7 + 8.16 536.0 — 2 . 8 5 570.6 * + 6.46 577.8 + 1 2 6 Inghilterra 299 9 — 0.80 287.6 — 4.07 300.1 + 4.59 312.1 + 3 . 7 5 295.6 — 25.9 268.8 — 9.07 Italia . . 742.7 — 0 . 5 4 115.6 + 0 3 9 75.9.7 + 1 8 9 733.2 3.49 7 81.8 + 6 . 6 3 775.6 — 0 . 7 9 Inghilterra 311.3 h 0.48 309.0 — 0.74 309.3 + 0.11* 300.2 — 2 . 9 6 289 8 — 3.45 268.3 — 7.42 Italia 915.1 + 2.2.-, 957.3 + 4 . 5 8 1009.0 + 5.40 9 7 6 - 4 — 3 24 920.0 — 5 77 813.8 — 1 1 5 4 Inghilterra 518 + 1.25 504.2 — 2.81 472.5 6.29 390.2 — 1 7 . 4 2 330.2 —15.38 256.8 —22.23 Italia '. . 1093.0 ' — 1 5 2 1151 + 5.94 1257.8 + 8 . 6 3 I30>.4H) + 3.62 1220.8 — 6.34 1123.1 - 8 0 0 Inghilterra 327 0 ' + 1.40 325.6 — 0 43 327.8 + 0.65 329.1 + 0 . 4 2 314.9 — 4.33 304.0 1 — 3.46 Italia . . 639.5 ! — 1.77 631.0 + 0 . 3 9 637.9 + 0 . 1 4 674.1 — 5 6 7 689.6 + 2 30 735.6 + 6 67 Inghilterra 308 2 + 0.93 310.9 — 0.88 307.9 — 0.90 289.2 — 6 . 0 7 267.2 — 7.61 255.0 1 — 4.57 Italia . . 7 7 2 . 4 — 0 3 0 795.9 + 3 0 4 832 2 + 4 5 6 834.3 + 0.26 829.1 - 0 64 800.6 - 3 4 4 Inghilterra 358.0 + 0.63 l 352.0 — 1 68 347.5 — 1.27 326.1 — 6 . 1 5 t 299.7 — 8.10 269.3 1 1 — 1 0 . 1 4 Cereali e carni

Altre derr. alim. ' M a t e r i e tessili Miner. e metalli Merci varie . I n d i c e g e n e r .

, - - - Ì '

(V) Correzione ili al f r a nnturioro, i n c a n i t a per In m a n c a t a p u b b l i c a z i o n e nella . G a z z e t t a l'Ifìciale » ili un listino v a r i a n t e i prezzi per la vendita ili m u t e r à dello Stato. *

L'indice generale italiano segna pel dicembre t'ibnsso del 3 1 [2 per cento circa sul novembre e ribasso del 6.1 [2 per cento circa sul livello mas-simo registrato (aprile 1920): la discesa 6 ben mo-desta in confronto con quella registrata in Inghil-terra e in altri paesi a valuta apprezzata. I feno-meni critici, già ricordati nello precedenti ras-ségne e variamente commentati in questo perio-dico adducono sul mercato internazionale il gran movimento di scesa nei prezzi, movimento che è pur sempre frenato nella sua traduzione per il nostro mercato dalle circostanze che hanno tanto accentuato negli ultimi mesi la svalutazione della nostra moneta sia di fronte alle divise estere che

alle merci. . -'

Per questo mese di dicembre il lieve progresso registrato dal nostro indico nel primo gruppo delle derrate alimentari deriva specialmente dal rincaro del bestiame bovino; il liev9 decremento rispetto al secondo gruppo di derrate è contem-poraneamente determinato dal declinare del prezzo del burro sul libero mercato e da aumenti operati in quello del formaggio dal calmiere del 16 de-tìeinbre; la diminuzione 6 fortissima per le ma-terie tessili in conseguenza della depressione così marcata che avviene sul mercato internazionale e apparirebbe anche più decisa so non fosse nomi-nale, e così immutata, la quotazione su cui poggia F indice per la lana ; il ribasso, meno marcato, av-venuto per i minerali e metalli deriva dai decre-menti registrati nei prezzi per i carboni, il piombo, il rame e lo zinco; l'incremento nell'indice del-l'ultimo gruppo è avvenuto da rincari del fieno e del petrolio.

' Passando a considerare particolarmente lo svol-gimento dei prezzi lungo questo mese di dicembre rispetto alle singole voci, nei riguardi delle derrate

alimentari notiamo la stasi nei prezzi doi cereali

e farinacei (salvo i consueti lievi ritocchi mensili per i cali e magazzinaggio) in attesa dell'appro-vazione dello schema di legge che innova il re-gime del prezzo politico: sui mercati dei paesi esportatori prevale la tendenza al ribasso. Per il

L. 7 o por i vitelli da L. 9,85 a 11,89, dopo avere raggiunto L. 12: altissimi sempre anche i prezzi del bestiame da lavoro e da allevamento.

Per i suini il calmiere non è osservato malgrado il rialzo avvenuto nel novembre e si praticano sovraprezzi fin di L. 200-250 per quintale sulla misura legale : richiesti a caro prezzo i piccoli capi da allevamento. Forti rialzi stagionali si registrano nei prezzi del pollame, degli ovini, doi conigli. In-variato il prezzo di cessione del baccalà da parte del consorzio genovese : in qualche rialzo il prezzo del tonno, mentre prevale la stazionarietà per altri tipi di pesci conservati.

Passando al secondo gruppo delle derrate ali-mentari, registriamo il ribasso no'evole sul prezzo del b u r r o dovuto in parte ad afflusso di merce estera : a Milano la quotazione che f r a l'ottobre e il novembre era salita da L. 17 a 24 è ripiegata sino a L. 20 il kg. ; per i formaggi, in seguito alle vivacissime agitazioni dei produttori e dei nego-zianti il decreto del commissario dei consumi (16 dicembre) ha elevato alquanto il precedente calmiere portando, ad es., il prezzo del reggiano da L. 1060 a 1350 e dei tipi svizzeri da 1030 a 1300 il quintale; invariato il calmiere dell'olio di oliva in L. 1100 il quintale, malgrado le vivaci opposizioni dei produttori.

Per i vini prevale la scarsità di affari con prezzi piuttosto elevati ma prevalentemeute nominali, oscillanti per lo più, per i tipi comuni, f r a L. 160 o 240 l'Hl.

Invariato il prezzo dello zucchero e anche quello dei caffè malgrado l'aumento dal 100 al 200 per cento dell'aggio sul dazio doganale, essendo stato dall'amministrazione del monopolio ribassato il prezzo consorziale in corrispondenza all' inaspri-mento daziario ; sul mercato inglese lungo il di-cembre sono avvenuti ribissi per le provenienze da Giava e dal Brasile, mentre prevalgono rialzi per varie provenienze dall'America centrale.e pel Moka : sullo stesso mercato proseguono i ribassi per lo zucchero.

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6 febbraio 1921 - N. 2440 L'ECONOMISTA 69

notiamo la prosecuzione del livello altissimo nel prezzo delle uova, sebbene negli ultimi giorni del mese già si sia verificato un certo ribasso stagio-nale colla ripresa delia produzione : così sul mer-cato di Roma il prezzo medio per migliaio, attra-verso oscillazioni varie, è declinato lungo il mese da L. 1000 a 915. Oscillanti ma prevalentemente sostenuti i prezzi dei legumi, delle patate, degli ortaggi. Continua sul mercato internazionale la discesa nei prezzi del cacao: così, a Londra il prezzo per cwt. del giamaica è sceso lungo il mese da scel). 75 a 55 e il Puerto Cabello da 125 a 110: questa discesa ha trovato ripercussione sul nostro mercato malgrado l'inasprimento del cambio e il rialzo nel dazio doganale: ad esempio il cacao S. Thornò è declinato a Genova da L. 742 1[2 a 695 per quintale ; sullo stesso mercato l'olio di semi di lino è declinato da L. 865 a 825 per q.le; anche più marcata è la discesa delle quotazioni in Inghilterra sia por gli oli che per i semi oleosi: ad es. l'olio di soya è declinato lungo il mese da Lst. 82 a 62 per tonn., quello di arachide da 76 a 52 e quello di lino da 50 a 49 ; ancora stazionario le quotazioni genovesi per la conserva di pomodoro e per l'alcool.

La sensibile falcidia registrata dal nostro indice per le matorie tessili è pur sempre modesta in confronto con la diminuzione dei prezzi avvenuta

in qualche mercato estero. * Negli Stati Uniti il ribasso dei prezzi del cotone

6 proseguito lungo il mese, salvo lievi riprese transitorie: da tempo le quotazioni si svolgono al di sotto del costo di produzione e di fronte alle difficoltà creditizie non ha potuto avere effetto alcuno nei tentativi di frenare le offerte mantenendo depositi di merce : l'attività industriale va sempre più riducendosi; la valutazione del raccolto ame-ricano 1920-21 pubblicata dall'Ufficio dell'agricol-tura nel dicembro sale a 13 milioni di balle, contro 11 milioni nel 1919 e 20; in Inghilterra e nel con-tinente l'andamento dell'industria cotoniera è de-cisamente sfavorevole con diminuzione forte sia nella domanda di materia prima che nello spaccio dei prodotti.

Lungo il mese, il prezzo del middling americano pronto è declinato a Liverpool da den. 10.96 a 8,60 per libbra e dell'egiziano bruno da 28,50 a 25. Malgrado gli inasprimenti del cambio questi ri-bassi per la materia prima sono sensibili anche sul nostro mercato : la quotazione -del fully mid-dling Orleans Texas cif Genova, tradotta in lire per quintale, in base ai cambi degli ultimi giorni del mese, si è concretata in circa L. 1230 per il novembre e 1078 per il dicembre e per l'indiano omra in circa 739 e 548 ; la discesa continua a manifestarsi molto marcata anche per i filati: il prezzo medio per kg. dei filati di cotone ameri-cano è stato, secondo gli acc rtamenti dell'Asso-ciazione cotoniera di 27,51 nell'ultima settimana di novembre e di L. 23,96 nell' ultima di dicembre, molto lungi dal massimo di 36,59 raggiunto nel maggio scorso.

Per le lane le ultime aste londinesi hanno avuto un esito disastroso : si è-collocata una frazione re-lativamente assai modesta dei quantitativi offerti e si registrarono ribassi varianti secondo le qua-lità dal 10 al 20 per cento sulle precedenti - aste: la quotazione britannica in den. per libbra è decli-nata tra il novembre e il dicembre da 70 a 62 per le merino australiane fini, da 54 a 40 per quelle dell'Africa meridionale, mentre le incrociate del-l'Argentina sono rimaste stazionarie a 24. Per il nostro mercato è sempre nominale la quotazione delia sopravissana adottata nel conteggio dei nostri indici, mentre qualche ritocco al ribasso è avve-nuto per taluue* delle quotazioni figuranti nel li-stino di Genova : così la lavata bianca di Sardegna è destinata da L. 2275 a 2525 per quintale e quella di A leppo da L. 2025 a 1850.

Una scarsa corrente di affari ha luogo sul nostro mercato per la canapa : a Bologna le partito fini sono scese da L. 1075 a 1025 per quintale. In In-ghilterra continua forte la diminuzione dai prezzi per la juta. l'or le sete è prevalsa la tendenza fiacca : però nell'ultima decade di decembro si è delineata una certa corrente di richiesto dagli Stati Uniti* che determinò un qualche maggiore sostegno e anche per i bozzoli le quotazioni negli ultimi giorni del mese hanno segnato qualche ri-presa rimanendo però sempre inferiore a quelle di chiusura del novembre.

Passando ai minerali e metalli, la diminuzione nell'indice ò in parte dovuta al declinare delle quotazioni dei carboni. L'andamento declinante ini-ziato nel novembre ò continuato col crescere della produzione inglese e col diminuire della domanda per effetto della crisi: sono state rilevanti per il nostro mercato lo offerto sia inglesi che ameri-cano a condizioni propizie: COÌU, lungo il mese, a

a Genova il Cardifl' primario è sceso da L. 670 a 645 la tonn., il Newport da 705 a 637 1[2, l'ameri-cano da macchina da 700 a 555.

Per i metalli minori continua in Inghilterra la tendenza decisamente ribassista, attraverso quab che oscillazione, specialmente per il piombo e lo stagno : deboli anche l'argento, l'antimonio e il mercurio : stazionario l'alluminio. Da noi per la ghisa e il ferro sono rimaste invariate le quota-zioni rispettivamente dPL. 100 e L. 180, stabilite per la vendita del materiale governativo: sensi-bili le variazioni su alcuni degli altri metalli, quali appaiono dalle quotaz'oni seguenti della borsa di Genova : 4 d i c . 11 die. 18dlc. 2 4 d i c . 3 1 d i e . 2 6 0 31» 2400 900 880 290 200 330 330 310 Bande stagnate IC 5 1 x 3 5 fogli

112 per cassa . L. 270 265 208 260 Zinco in pani, 1* fusione per Q . 350 340 340 325 Stagno in pani, marca 8t retto p e r Q . 2375 2400 2425 2400 2400 R a m e raffinato in p a n e t t i » . 100 900 900 900 880 Piombo in pani, 1* fusione » . 310 300 295

Antimonio regolo in pani » . 330 330

Invariato il prezzo dello zolfo raffinato molito secondo la quotazione di Roma.

Per le merci var e, prendendo in considerazione anche voci non incluse nel calcolo degli indici, notiamo continuare assai decisa la tendenza soste-nuta nel merc'ato dei foraggi anche in dipendenza della irregolarità nei trasporti, risultandone grave la ripercussione sull'economia zootenica : a Genova la quotazione del maggengo ó ulteriormente sa-lita da L. 50 a 53 per q.le ; scarseggiante e assai sostenuta la paglia malgrado il divieto di espor-tazione : a Genova la quoespor-tazione media è salita da L. !71[2 a 21 I j 2 il q.le; forte la richiesta dei pa-nelli, stante la deficienza di crusca.

Rispetto alle materie di uso agricolo, si nota qualche nuova falcidia nel prezzo del solfato di rame (da 340 a 337 lj2) sulla debolezza del me-tallo ; stazionario il superfosfato : in lieve discesa il nitrato di solfato e il nitrato di ammoniaca: stazionarie la calciocianamide a L. 150 per q.le.

Invariati sul mercato genovese i prezzi del le-gname sia d'abete che di pitcli-pine.

Invariate le altissime quotazioni dei materiali da costruzione.

E' ulteriormente proseguita la diminuzione nei prezzi della gomma elastica specialmente per quella di piantagione: il crèpa è sceso a 11 den. per libbra a Londra mentre si quotava a 2 scell. 2 den. alla fine del giugno 1914.

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70 L'ECONOMISTA J 6 febbraio 1921 — N. 2440 C o n t i n u a n o i rialzi assai m a r c a t i p e r la l e g n a d a a r d e r ò e p e r il c a r b o n e v e g e t a l e , p r o v o c a t i d a l -l ' i n c r e m e n t o s t a g i o n a -l e di d o m a n d a . Un n u o v o f o r t e n u m e . i t o è a v v e n u t o n e l l e q u o t a z i o n i d e l pet r o l i o : a G e n o v a il p r e z z o d o l l ' A pet l a n pet i c ( p e r e a s -sotia di k g . 29,2) è s a l i t o d a L. 92,90 a 97,95 b e n l o n t a n o d a l l a q u o t a z i o n e di 42,35 p r a t i c a t a a g l i inizi d e l l ' a n n o . • R I C C A R D O B A C H I .

{Vedati lab ' Un a Va;r. 74-71).

N O T E E C O N O M I C H E E FINANZIARIE L'aumento del capitale industriale in Italia

Nel 1919 erasi verificato un forte aumento degli inve-stimenti netti di nuovi capitali nelle industrie, indicato dalle cifre delle nuove emissioni di azioni di società co-stituentesi e aumentanti il capitale al netto dagli scio-glimenti di società o diminuzioni di capitali. Le cifre del primo semestre del corrente anno, tèstè calcolate dalla

Associasione fra le società italiane per azioni sono

ve-nute a dimostrare che non solo il movimento non è in via di arrestarsi, ma accusa anzi un ulteriore incre-mento.

Si è voluto spiegare tale aumento come un fenomeno

naturale, conseguente al rialzo generale dei costi di

produzione, salari, materiali, ecc. Ma questa causa ha agito ed agisce anche in Francia ed in Inghilterra, dove invece durante la guerra e dopo le emissioni industriali sono grandemente diminuite in confronto del periodo prebellico. La realtà è che si tratta di un fenomeno in gran parte patologico, conseguente e connesso all'arti-ficiale generale eccitamento della nostra vita industriale e commerciale, le cui origini sono nell'eccessivo continuo incremento della carta moneta, nelle colossali domande pubbliche sul mercato interno, nei rialzi dei prezzi, nei conseguenti colossali guadagni degli imprenditori indu-striali e commerciali.

E se in Inghilterra e Francia, malgrado in parte que-ste cause agissero egualmente, l'esagerazione industriale si potè in gran parte evitare, almeno nei suoi eccessi più pericolosi, lo si deve al fatto che 11 fin dall'inizio della guerra un effettivo e severo controllo governativo agi a limitare le emissioni industriali.

In Italia si attese a prepder questi provvedimenti col-l'inefficace D. L. 24 marzo 1918, che ncn ebbe influenza alcuna, poiché gli aumenti degli investimenti societarii continuarono più gravi che mai.

Il fatto più preoccupante si è che la fine della guerra, che avrebbe dovuto recare un rapide rinsavimento, spin-gendo gli industriali ad una progressiva restrizione e prudenza, a prepararsi ad una f a s e di depressione, che il ridursi delle pubbliche forniture, l'aumento della pres-sione fiscale, gli altissimi costi di produzione, l'irrequie-tudine ed il crescente costo delle maestranze operaie, rendevano probabile, non ha a f f a t t o fermato l'espansio-ne dei nuovi investimenti.

Prima della guerra i nuovi investimenti in capitali azionari al netto dai disinvestimenti non raggiungevano i 200 milioni all'anno: 159.3 milioni nel 1911 ; 133,5 nel 1913. Ridotti a 72 milioni nel 1915, i nuovi investimenti azionari netti salirono a 276,1 milioni nel 1916, salendo successivamente a 1.333,5 nel 1917; a 3.035,4 nel 1918; a 3.012,9 milioni nel 1919. Q u e s t ' a n n o oltrepasseranno certamente i 4 miliardi, poiché nel solo primo semestre raggiunsero 2.5E7.1 milioni :

Investimenti 1. semestre 1919 2 . » 1919 1. • 1920 1.558.7 1.603.8 2.707,0 Disinvest. 79,0 70,6 149,9 Aumento n e t t o 1.479,6 1.533,2 2.557,1

Num. Società Capitali (mil.) Nuove società 686 970,0 Aumenti capitale 461 1,736,9 Scioglimenti 112 80 Riduzioni capitale 30. 69,9

Gli incrementi netti (dai disinvestimenti) più cospicui nel primo semestre di quest'anno si verificarono spe-cialmente nei gruppi seguenti :

T o t a l e 1919 1. ! Semestre 1920 Società (milioni) Banche 404,1 780,3 Tessili 83,3 216,7 Commerciali 194,2 147,3 Siderurgiche 214,2 175,2 Elettriche 248,6 138,4 Trasporti 476,4 132,8 Immobiliari 189,2 118,5 Estrattive 85,7 107,3 Meccaniche 162,6 94,6 Varie 149,2 237,9

Nessun gruppo appare in diminuzione netta.

Q u e s t e cifre aggravano le incognite che il movimento aveva già fatto sorgere negli ultimi anni. Anche se gli aumenti di capitale sono in parte fatti con l'investimento di utili non distribuiti e denunciati, è sempre ricchezza economica che s'investe in forme il cui avvenire è oscuro.

» Questa colossale intensificazione degli investimenti avviene in un periodo in cui non solo altissimi sono i costi di produzione, ma gli elementi d'una crisi si ad-densano f ttraverso i torbidi ed il costo delle maestranze operaie, le imposte crescenti, la generale incertezza po-litica. Di questa situazione pericolosa si preoccupa il Borgatta, che si d o m a n d a : in quali condizioni verrà a trovarsi il lavoro delle imprese che ora s'impiantano e si allargano ? Non è tempo che industriali, Governo e masse operaie guardino in faccia la formidabile realtà e preparino un progressivo adattamento delle attività in-dustriali a queste prospettive di depressione e crisi, che potrà ritardare, ma non evitarsi?

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

H . PARKER WILLIS, American Banking. — Chicago, La Saile E x t e n e tion University, 1919; 1 voi. in 8°, pag. XII-362.

E ' un buon manuale scolastico a d o t t a t o per il corso di banca e fi-nanza della Extcnsion University di Chicago. E ' dovuto al valoroso direttore dell'ufficio studi (Division of analysis and research) del F e -derai Rcserve Board ed è una assai chiara monografia sull'organizza-zione creditizia negli Stati Uniti e specialmente sul regime organizzato dopo la crisi del 1907: è esaminato analiticamente il funzionamento del nuovo sistema di f r o n t e alle difficoltà e ai bisogni creati dalla guerra. Cenni sommari soltanto sono presentati intorno all'orgrnlzza-zione bancaria dell'Inghilterra, Canadà, Francia, Germania. Ad ogni capitolo fanno seguito alcune domande sintetiche, in relazione al fine didattico del volume.

R . B.

F I N A N Z E DI S T A T O

Dal 2. semestre 1914 al 2. semestre 1918 l'incremento oltrepassò i 4,7 miliardi, ma nei tre ultimi trimestri post-bellici oltrepassò i 5,5 miliardi. Gli incrementi dal primo s e m t s i r e 1920 risultarono dal seguente movimento:

Entrate dello Stato

I risultati provvisori delle entrate principali dello S t a t o nel loro complesso durante i primi cinque mesi dell'esercizio finanziario cor-rente e cioè nel periodo Luglio Novembre 19 e 20 hanno presentato ri-sultati molto soddisfacenti. Difatti in tale periodo si è verificato un aumento di quasi un miliardo e trecento milioni di iirc in paragone al periodo corrispondente dell'esercizio finanziario precedente, il quale a sua volta aveva presentato un incremento di quasi seicento milioni di lire in paragone al Luglio Novembre 1918, cosicché attraverso a due annate si è compiuto nel periodo di cinque mesi indicato uno sviluppo di quasi un miliardo e novecento milioni di lire.

1 primi cinque mesi dell'esercizio finanziario corrente hanno mostrato nel complesso delle e n t r a t e principali un aumento di oltre tre miliardi di

lire in paragone allo stesso perìodo d e l l ' u l t i m o esercizio finanziario d i pace, ossia al Luglio - Novembre 1914.

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6 febbraio 1921 - N. 2440 L'ECONOMISTA 71 Risultati provvisori delle entrate principali

Esercizio finanziario complessive dello Stato nel periodo Luglio-Novembre 1913-14 > 797.706 ' 1914-15 763.744 1915-16 9 1 6 . 5 4 5 1916-17 1 . 1 4 6 . 1 5 3 1917-18 1 . 4 9 1 . 2 1 3 1918-19 1 . 9 5 9 . 2 2 9 1919-20 2 . 5 3 6 . 9 9 2 1920-21 3 . 8 1 8 . 7 8 3 A complemento-delle suindicate cifre diamo 1 risultati provvisori delle entrate principali dello Stato p e r le imposte dirette ottenuti durante i primi 5 mesi dell'esercizio finanziario e cioè nel periodo Luglio Novembre 1920.

In tale periodo si è verificato un aumento di circa trecento milioni di lire in confronto allo stesso periodo del 1919, il quale a sua volta aveva dato un incremento di oltre duecento milioni di lire in para-gone al periodo corrispondente dei 1918; cosicché attraverso a due annate si è compiuto nei mesi indicati un incremento di ciroa mezzo miliardo di lire.

I^ei primi cinque mzsi dell'esercizio in corso le imposte dirette hanno reso quasi novecento milioni di lire piò che nello stesso perio-do dell'ultimo esercizio finanziario di pace.

Le cifre precise che si riferiscono a questo movimento, in migliaia di lire sono le seguenti:

Risultati provvisori delle e n t r a t e principali Esercizio finanziario dello Stato per le Imposte Dirette

nel periodo Luglio-Novembre

1913-14 176.418 1914-15 184.821 1915-16 2 3 6 . 2 2 5 1916-17 233.775 1917-18 410.017 1918-19 543.324 1919-20 761.851 1920-21 1 . 0 7 2 . 8 4 6

Entrate per servizi pubblici

I risultati provvisori delle entrate principali dello Stato per i Servizi Pubblici d u r a n t e i primi cinque mesi dell'anno finanziario corrente e cioè nel periodo Luglio-Novembre scorso mostrano un leggero miglio-ramento nella situazione.

In tale periodo, difatti, si sono avuti circa quarantasei milioni di lire in più che nello stesso periodo dell'anno finanziario passato, il quale, a sua volta, aveva reso qnasi un milione di lire più che il periodo corrispondente del 1918, dimodoché attraverso a due annate si è compiuto nei mesi indicati u n o sviluppo di poco più di quarantasette milioni di lire.

Nel periodo Luglio-Novembre scorso i Servizi Pubblici hanno reso circa cento:ette milioni d i lire in più che lo stesso periodo dell'ul-timo esercizio finanziario di pace.

Le segue iti cifre precise si riferiscono al movimento indicato in migliaia di lire:

Risultati provvisori delle entrate principali Esercizio finanziario deilo Stato per i Servizi Pubblici

nel periodo Luglio-Novembre

1913-14 70.601 1914-15 68.022 1915-16 81.759 1916-17 108.167 1917-18 119.293 1918-19 130.085 1919-20 131.322 1920-21 177.286 Entrate ferroviarie

I prodotti del traffico delle Ferrovie dello Stato presentano nei primi tre mesi dell'esercizio finanziario in corso risultati abbastanza soddisfacenti.

Nel mese di settembre scorso, ultimo periodo per il quale si p o s -gono i dati definitivi, i prodotti del traffico sono ammontati ad oltre duecento e sei milioni di lire, con un aumento sul corrispondente periodo dell'esercizio scorso di oltre sessantanove miiioni e mezzo.

I prodotti del traffico sono cosi d i s t r i b u i t i nel mese d i settembre u . s. : più di ottantaquattro milioni e mezzo per i viaggiatori; oltre tre milioni e seicento mila lire per il trasporto bagagli e cani; più di dieci milioni per i! trasporo merci a grande velocità; e, in ffne, più di eento milioni per il trasporto merci a piccola velocita or-dinaria.

T u t t i i prodotti del traffico, meno quelli per il trasperto delle merci a grande velocità, sono in a u m e n t o . Tale aumento, rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio scorso, è di oltre diciannove m i -lioni per il trasporto viaggiatori e di più di cinquantaquattio mi-lioni per il trasposto merci a piccola velocità ordinaria.

Anche i prodotti del traffico della navigazione esercitata delle f e r -rqvie dello Stato sono in aumento, p e r quanto lieve. Tali prodotti hanno superato nel mese di settembre scorso, la cifra di novecento-mila lire contro meno di seiccntotrentadue novecento-mila iire raggiunte nel meae di settembre dell'esercizio precedente.

Nel complesso del primi tre mesi dell'esercizio corrente, i prodotti del traffico delle ferrovie hanno raggiunto ia cifra di oltre cinquecento novantadue milioni, con un aumento di circa duecentodiciannove m i -lioni sul corrispondente periodo dell'anno scorso.

Entrate Tabacchi

L'andamento delle entrate dello Stato per l'esercizio del monopo-lio dei Tabacchi continua ad essere favorevole.

Nelle prime due decadi del dicembre scorso, iì provento del m o -nopolio dei tabacchi è salito ad oltre centotrentadue milioni e mezzo di lire, con un aumento sul corrispondente periodo dell'anno prece-dente di circa quarantasette milioni di lire.

Considerando nell'insieme i. risultati dei primi cinque mesi e venti giorni dell'esercizio incorso, si ha che i proventi dei tabacchi hanno superata la cifra di un miliardo e settanta milioni e mezzo, con un aumenlo rispetto ai corrispondente periodo dell'esercizio precedente, di eirca trecento novantadue milioni e mezzo.

In media i proventi del monopolio ascendono ad oltre sei milioni e seicento mille lire ai giorno, dei quali la quasi totalità è dovuta alia vendita del tabacco, che avviene in Italia, e solo per una p i c -cola parte alla esportazione ed alle provviste di bordo delle navi.

L'aumento di incassi, rispetto all'anno scorso, può valutarsi all'in-grosso, a circa due milioni e trecentov>nticinquemila lire al giorno.

Nella ipotesi che continui qnesto andamento favorevole degli in-cassi, il provento del monopolio dei tabacchi salirà nell'esercizio cor-rente ad oltre d u e miliardi e trecentocinquanta milioni, con un au-mento di oltre ottocento milioni rispetto all'anno finanziario precedente.

RIVISTA DEL C O M M E R C I O

11 commercio dell'Italia con l'estero nei primi sette mesi del 1020

Ecco secondo le statistiche ufficiali, i valori del nostro commercio con l'estero dal 1. gennaio al 31 luglio dei corrente a n n o :

Spiriti, bevande e oli Generi coloniali, droghe e

ta-bacchi

Prodotti chimici, generi m e d i -cinali, resine e profumerie Colori e generi per tinta e per

concia

Canapa, lino, juta e altri vege-tali filamentosi

Cotone

Lana, crino e peli Seta

Legno e paglia Carta e libri Pelli

Minerali, metalli e loro lavori Veicoli

Pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli

Gomma elastica e guttaperca e loro lavori

Cereali, farine, paste e prodotti vegetali, ecc.

Animali, prodotti e spoglie di animali, ecc.

Oggetti diversi Totale

II valore dell' importazione per detto periodo del 1920, in confronto al corriipondente del 1919, è diminuito di lire 6 3 0 . 6 8 6 . 4 0 3 ; il v a -lore dell'esportazione è aumentato invece di lire 1 . 8 6 0 . 2 8 2 . 5 0 7 .

All'importazione (sempre in rapporto allo stesso periodo dell'anno precedente) la maggiore diminuzione si è avuta nel valore degli a n i -mali, prodotti e spogli di ani-mali, ecc. (— 861.938.015) ; seguivan dopo le voci: cereali, farine, paste e p r o d o t t i .vegetali, ecc. (— 5 1 2 . 6 7 2 . 3 6 0 ) ; minerali, metalli e loro lavori (— 3 1 2 . 5 5 5 . 0 4 0 ) ; prodotti chimici, generi medicinali, resine e profumerie (—1.459.6.417); gomma elastica e guttaperca e loro lavori (— 7.404.930); generi co-loniali, droghe e tabacchi (— 6 . 2 2 9 . 0 1 2 ) .

Per le altre voci si è avuto invece un a u m e n t o : in tale aumento il primo posto è tenuto dalla lana; crino e peli ( + 286.650.690); e p o i : spiriti, bevande ed olii ( + 1 9 3 . 1 5 9 . 8 8 4 ) ; legno e paglia ( + 120.297.004); seta ( + 9 8 . 7 8 0 . 9 8 4 ) ; veicoli ( + 94.004.846), ecc.

All'esportazione, il maggiore aumento si è avuto nel valore della seta ( + 3 8 7 . 8 4 4 . 7 1 0 ) ; venivan poscia le voci: canapa, lino, juta e altri vegetali filamentosi ( + 289.491.350); cereali, farine, paste e pro-dotti vegetali, ecc. ( 1 8 0 . 8 2 5 . 6 5 0 ) ; cotone (173.883.329); veicoli ( 1 6 1 . 7 3 8 . 5 8 9 ) ; p r o d o t t i chimici, generi medicinali, resine e profu-merie ( 1 5 4 . 4 4 5 . 2 5 3 ) ; minerali, metalli e loro lavori ( 1 2 4 . 2 4 5 . 8 4 5 ) ; oggetti diversi (111.759.982), ecc. Una diminuzione si riscontra solo per la lana, crino e peli (— 13.483.260), e per le pelli (— 539.053).

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72 L'ECONOMISTA J 6 f e b b r a i o 1921 — N. 2440 Facciamo ora seguire I dati, a seconda dei principali Paesi:

Importazione dall'Austria F.sportazionc per l'Austria Importazione della Ceco-Slovacchia Esportazione per la Ceco-Slovaceliia Importazione dalla Francia Esportazione per la Francia Importazione dalla Germania F.sportazionc p e r la Germania Importazione palla Or. Bre'agna Esportazione per la Gran Bretagna Importazione dalla Grecia Esportazione per la Grecia Importazione dalla Spagna Esportazione per la Spagna Importazione dalla Svizzera Esportazione per la Svizzera Importazione dall'India Britannica Esportazione per l'India Britannica Importazione d a l l ' E ' i t t o

Esportazione per 1' Egitto Importazione dalla Tunisia Esportazione per la Tunisia Importazione dall'Argentina Esportazione per l'Argentina Importazione dal Brasile Esportazione pel Brasile Importazione dagli Stati Uniti Esportazione per gli Stati Uniti

La nostra importazione dalla Tripolltania e dalla Cirenaica è stata di lire 7 . 9 8 2 . 3 0 3 ; l'esportazione, d! lire 4 4 . 7 6 8 . 1 8 6 . A proposito anzi, sarebbe aesal opportuno che l'Ufficio competente dei Ministero delle Finanze pubblicasse i dati del nostro commercio con tutte le nostre Colonie, e non solo quelli riguardanti la Libia'.

Le riscossioni doganali, nei detti sette primi mesi del 1920, sono state in totale di lire 3 1 4 . 6 8 8 . 4 4 5 , con una diminuzione di lire 16.361.453, in rapporto al 1919. Riportiamo la distinzione per ce-spiti di entrata: (dal 1. gennaio al 31 luglio 1920) Valore - Lire 289.615.541 203.113.556 117.801.686 4 7 . 2 8 8 . 4 8 0 7 7 3 . 2 8 1 . 7 4 7 707.432.981 3 9 1 . 5 9 4 . 1 2 4 134.785.010 1.579.681 439 6 0 4 . 2 0 8 . 6 1 6 2 5 . 1 3 4 . 4 4 5 9 3 . 0 0 1 . 1 1 0 8 0 . 4 9 0 . 4 9 8 8 3 . 9 5 2 . 0 0 1 2 1 3 . 0 7 6 . 1 8 4 5 6 2 . 8 5 8 . 8 9 3 4 5 3 . 8 7 5 . 4 9 8 8 0 . 2 7 5 . 3 1 9 7 3 . 2 3 8 . 3 0 7 146.376.890 40 208.543 3 1 . 8 4 2 . 8 0 7 1 . 0 0 2 . 8 8 3 . 4 0 4 198.142.608 177.414.862 7 8 . 5 2 8 . 4 2 2 2 . 8 3 3 . 7 4 5 . 1 7 7 4 3 5 . 2 0 1 . 2 6 9 Lire Dazi di importazione 2 0 1 . 1 5 6 . 8 3 6 Dazi di esportazione 404.111 Sopratasse di fabbricazione 6 9 . 3 1 8 . 4 7 9 Tasse per concessioni di esportazione 43.956 Diritti di statistica 7 . 5 6 0 . 2 6 5

Diritti di bollo 1.085.198

Sopratassa di produzione sui tessuti di

lusso e sui guanti 14.649.571

Tassa dì consumo sul caffè 445.401 Tassa di vendita sugli olii minerali 10.092.034 Proventi diversi 3 . 1 3 2 . 7 1 0 Diritti marittimi 6 . 7 9 9 . 8 8 4

Il Commercio della Francia nel 1920

Titolo Importazioni Generi alimentari Materie necessarie

al-l ' i n d u s t r i a Manufatti

Valore delle merci importate ed esportate dal 1. gennaio al 31 dicembre 1920

(000 omessi) anno 1920 anno 1919 aumenti nel 1920 3 . 6 1 8 . 1 5 5 1 0 . 7 0 4 . 4 8 5 diminuzioni nel 1920 2 . 0 8 6 . 3 3 0 1 0 . 8 0 0 . 5 4 8 9 . 0 3 6 . 2 4 8 1 4 . 7 5 3 . 2 1 5 10.341.567 2 . 0 4 7 . 3 3 3 355.319 Totale Esportazioni Oeneri alimentari 2 . 2 1 1 . 3 2 3 Materie necessarie

al-l'industria 4 . 7 7 2 . 1 2 4 Oggetti fabbricati 1 4 . 2 5 2 . 9 0 7 Pacchi postali 1 . 1 9 6 . 4 0 5 3 5 . 4 0 4 . 9 5 1 3 5 . 7 9 9 . 2 0 7 2 . 0 4 7 . 3 3 3 394.316 1 . 1 9 0 . 4 1 1 1 . 0 2 0 . 9 1 2 2 . 4 4 4 . 2 9 3 7 . 3 5 7 . 5 9 2 857.334 2.327.831 6 . 8 6 5 . 3 4 5 341.069 Totale Risulta quindi 2 2 . 4 3 1 . 7 5 7 11.879.600 10.555.057 — che il valore totale delle importazioni in Francia durante l'arino 1920 sale a 3 5 . 4 0 5 milioni di franchi e quello delle esportazioni a 22.431 milioni circa.

La-biiancia commerciale francese si liquida pertanto con una ecce-denza dì quasi 13 miliardi d'importazioni. E* questo senza dubbio un deficit ancora rilevante, ma se si considera che dal 22 % ch'esso figu-rava nel 1913, anno ultimo prima della guerra, si era successivamente elevato al 31 % nel 1914, ai 180 % nel 1915, al 232 % nel 1916, al 358 % nel 1917, al 372 % nel 1918 e ai 208 % nel 1919, devesi riconoscere che un notevole miglioramento si è ottenuto nel 1920. Per la prima volta dopo il 1914 la cifra totale delle importazioni francesi è in diminuzione.

Questo risultato è d o v u t o esclusivamente alla diminuita importa-zione di generi alimentari e di manufatti, mentre l'introduimporta-zione di materie prime, dipendente dalla ripresa della attività industriale fran-cese è aumentata più che di 2 miliardi di franchi, cioè del 14 % .

Nella esportazione t u t t e le categorie di merci sono in aumento, ma il maggior contingente dell'aumento globale è dato dagli oggetti fabbricati per 10.555 milioni di franchi, con una progressione da un anno all'altro di 6 . 8 6 5 milioni.

RIVISTA DEL RISPARMIO

Risparmi.

Secondo informazioni assunte a fonte autorizzata, i depositi a r i -sparmio presso le Casse di Ri-sparmio ordinarie hanno presentato un aumento complessivo di oltre cinquanta milioni di lire fra la fine di luglio dell'anno passato e la fine dello stesso mese dell'anno corrente, ultima data per la quale si disponga delle cifre relative.

Nella tabella seguente sono esposti i d a t i dettagliati che mostrano il movimento mensile verificatosi nei depositi a risparmio presso le Casse di Risparmio Ordinarie dell'ultimo anno.

Data Ammontare del deposito Aumento ( + ) diminuzione (—) Fine luglio 1919 L . 5 . 2 6 6 . 1 1 2 . 2 8 4 » agosto » » 5 . 3 2 2 . 1 3 5 . 1 3 4 + L. 5 6 . 9 2 2 . 8 5 0 » settembre » i 5 . 5 3 7 . 7 6 7 . 6 4 5 + • 15.632.508 » ottobre ' » . » 5 . 3 1 3 . 3 4 5 . 3 9 6 — » 2 4 . 4 2 2 . 3 8 6 » novembre 1» » 5 . 3 4 2 . 5 8 1 . 4 5 0 + > 2 9 . 2 3 6 . 2 0 0 » dicembre » » 5 . 4 6 2 . 7 4 5 . 2 2 3 + » ' 120.163.767 V gennaio 1920 » 5 . 4 3 0 . 5 2 7 . 3 9 7 » 3 2 . 1 7 7 . 8 2 6 1» febbraio * » 5 . 4 3 3 . 2 7 4 . 1 4 7 + • 2 . 7 0 6 . 7 5 0 » marzo » » 5 . 4 1 2 . 6 9 9 . 6 9 4 — » 2 0 . 5 7 5 . 4 5 3 » aprile s » 5 . 4 4 5 . 0 2 8 . 0 5 5 + - 2 9 . 3 2 8 . 3 6 1 » maggio » » 5 . 9 4 5 . 0 6 4 . 8 1 0 + > 5 8 . 0 3 6 . 7 6 1 » giugno. i » 5 . 6 3 0 . 8 4 4 . 3 5 1 + » 135.779.535 » luglio » > 5 . 8 0 1 . 9 0 8 . 1 4 0 + - 1 7 1 . 0 6 3 . 7 8 9

I Depositi presso gl'Istituti di Credito Durante i primi undici mesi dell'anno scorso, il complesso dei d e -positi è aumentato di quasi 600 milioni di lire, essendo passato da milioni di lire 2.561,2 p e r il 31 dicembre 1919 a milioni di lire 3 . 1 2 9 , 9 per il 30 novembre 1920.

Nell'incremento verificatosi nel periodo indicato, il primo posto spetta al Banco di Roma, presso il quale l'aumento accennato è stato di milioni di lire 212,6 ; vengono poi il Credito Italiano, con aumento di milioni di lire 163,4 ; la Banca Commerciale italiana con aumento di milioni di lire 98,4 e la Banca Italiana di Sconto con aumento di milioni di lire 94,3.

Ecco le cifre precise che mostrano il movimento dei depositi a t t r a -verso i primi dieci mesi dell'anno.

Depositi

Banche 31 Dicemb. 1919 31 O t t o b . 1920 30 Nov. 1920 Commerciale 637,0 713,9 731,4 Credito 681,3 818,6 844,7 Sconto 815.5 ' 891,2 909,8 Roma 427,4 615,2 640,0 Totale 2,561,2 3,039,0 3,129,9 NOTIZIE VARIE

Gli scioperi di tutto il mondo nel primo semestre 1920

Una statistica pubblicata a Londra ci offre uno specchietto degli scioperi economici scoppiati nei vari paesi d u r a n t e i primi sei mesi del 1920. Secondo tale statistica si ebbero:

Scioperanti giornate di sciopero Germania 1 . 8 6 6 . 3 5 0 1 8 . 2 0 1 . 6 6 0 Italia 1 . 7 8 1 . 2 5 0 2 1 . 6 5 0 . 2 0 0 Francia 1 . 1 8 6 . 6 7 0 19.358.100 Stati Uniti 9 5 8 . 7 0 0 11.787.400 Spagna 2 2 4 . 7 0 0 11.630.100 Australia 203.400 7 . 6 0 2 . 1 0 0 Inghilterra 117.040- 6 . 9 2 5 . 9 0 0 Svezia 180.070 4 . 7 7 9 . 1 7 0 Belgio 176.040 2 . 0 9 0 . 4 4 0 Austria 9 7 . 5 4 0 ' 902.900 occuperebbe quindi il primo p o s t o per numero < nate di sciopero, mentre pel numero di scioperanti occupa il se-condo posto e vien dopo la Germania.

Il dividendo della Banca Italiana di Sconto Si è riunito il 3 c o r r e n t e a Rotr.a il Consiglio di Am-ministrazione della Banca Italiana di S c o n t o per l ' e s a m e del Bilancio sociale chiuso al 31 Dicembre 1920 e p e r deliberazioni re la t ive da s o t t o p o r s i alla prossima As-semblea degli azionisti.

D o p o diligente e s a m e del bilancio s t e s s o e d o p o a v e r c o n s t a t a t o che la B a n c a nel d e c o r s o esercizio ha c o n -tinuato a sviluppare la sua f e c o n d a attività, t a n t o in Italia q u a n d o a l l ' E s t e r o , con ottimi risultati, il Consiglio unanime deliberò di p r o p o r r e all'Assemblea degli azionisti, c o n v o c a t a per il giorno 9 marzo 1921 l ' a s s e g n a -zione di un dividendo di L. 40 per a-zione.

Prima di s e p a r a r s i , il Consiglio ha tributato un plau-s o all'opera illuminata ed i n d e f e plau-s plau-s a del proprio Ammi-nistratore D e l e g a t o G r a n d e Ufficiale Pogliani, incorag-giandolo a continuare nelle direttive che hanno c o n d o t t o l'Istituto all'attuale sua floridezza.

(9)

6 f e b b r a i o 1921 — N. 2440 L' E C O N O M I S T A 7 3

5)

Banca Commerciale Italiana

SITUAZIONE MENSILE il ottobre 1920 IO novembre 1920 1 7 . 5 1 1 . 0 0 0 — 17.511.000 — 361.498.704,16 279.159.057,01 2.688.S18.81 3 . 6 3 0 . 4 6 2 , 6 3 .524.936.324,28 2.756.280.717,61 100.559.321,42 109.644.164,98 641.861.234,82 694.522.227,92 160.656.560,87 174.670.611,05 19.415.985,64 17.368.654,12 ATTIVO

Azionisti Conto Capitale . . L. N. in cassa e fondi Ist. em. . » Cassa, cedole e valute . . . » Port. su Italia ed est. eB.T.I. »

Effetti all'incasso » Riporti

Valori di proprietà . . . . » Anticipazioni sopra valori. . » Corrispondenti-Saldo debitori » Debitori per acccttazioni . . »

Debitori diversi » Partecipazione diverse . . . »

Partecipaz. Imprese bancarie » Beni stabili , » Mobilio ed imp. diversi . . » Debitori per avalli

Tit. di propr.Fondo prev. per. » Titoli in deposito : A garanzia operazioni . . . » A cauzioni servizio » Libero a custodia » Spese amiti, e tasse escrc.corr. »

Totale . . . . L. PASSIVO

Cap.soc.(N. 4S0.000 da L. 500 cad. e N. 8000 da 2500) L. Fondo di riserva ordinaria . » Fondo riserva straordinaria . » Riserva sp.diammort.rispetto » Fondo tassaaz.-Emiss. 1918-19» Fondo previd. del personale » Dividendi in corso ed arretrati » Depositi c. c. buoni fruttiferi » Corrispondenti-saldi creditori » Cedenti effetti incasso . . . »

Creditori diversi » Accettazioni commerciali . . »

Assegni in circolazione . . . » Creditori per avalli . . . . »

S

a garanzia operaz. » a cauzione serviz. » a libera custodia. »

Risconti passivi » Avanzo utili esercizio 1919 . »

Utili lordi esercizio corrente. »

1.724.639.522,56 1.681.058.237,07 141.225.172,05' 168.016.599,53 •140.446.832,63 86.286.874,29 71.385.548,50 23.030.817,91 1 — 241.580.382,17 30.149.509,50 736.934.169 — 5 . 0 9 3 . 5 1 2 — 3 . 7 6 1 . 9 4 2 . 3 8 7 71.232.998,22 126.920.956,34 95.561.037,80 72.881.838,15 23.030.817,96 1 — 248.744.924,46 30.149.509,50 742.687.540 — 5.256.512 — 4 . 0 4 9 . 6 2 2 . 4 2 9 — 79.985.033,64 10.863.075.676,83 11.377.302.331,72 156.000.000 -312.000.000 — 3 1 2 . 0 0 0 . 0 0 0 — 156.000.000-3 . 7 4 156.000.000-3 31.297 1.369. 713.873 3.815.7ti6 220.302 236.378 141.225 377.170 241.580 736.934 5 . 0 9 3 3 . 7 6 1 . 9 4 2 171 —| 569,03 370 — 196,70]' 852,83 3 055,89; 356,31 ! 172,05 .391,89 .382,17 .169 .512 .387 — 3 . 7 4 3 31.482. 1.310. 735.419 .962.942. 238.106. 216.531 168.616 382.698 248.744 742.687 5 . 2 5 6 .049.622 171 — 741,21 536 — 476,12 994,23 651,06 156,09 599,53 .419,45 .924,46 .540 — .512 — .429 — 791.741,88 791.741,88 107.607.349,08, __121.347.439,69 Totale . . . . L. 10.863.075.676,83 11.377.302.331,72

6)

Banca italiana di Sconto

SITUAZIONE MENSILE ATTIVO

Cassa . L. Numerario in cassa »

Fondi presso Istituti di emiss. » Cedole, Titoli estratti - valute »

Portafoglio » Conto riporti » Titoli di proprietà » Corrispondenti - saldi debitori » Anticipazioni su titoli . . . » Conti diversi - saldi debitori »

Esattorie » Partecipazioni » Partecipazioni diverse. . . . »

Beni stabili » Soc.an. dicostruzione «Roma» »

Mobilio, Cassette di sicurezza » Debitori per accettazioni . . » Debitori per avalli

Risconto » Conto Titoli : ' fondo di previdenza . » a cauzione servizio. . » presso terzi in depositi Totale . . . .L. PASSIVO Cap.soc.N.630.000az.daL.500L. Riserva ordinaria » Fondo deprezzamento immob. »

Utili indivisi » Azionisti - Conto dividendo. »

Fondo previdenza per person. » £>ep. in cjc ed a risparmio e

buoni frutt. a scadenza fissa » Corrispondenti - saldi credit. » Accettazioni per conto terzi. » Assegni in circolazione . . . » Creditori diversi - saldi credit. » Avalli per conto terzi . . . » Esattorie

Conto titoli . . ." » Avanzo utili esercizio preced. » Utili lordi del «orr. esercizio »

Totale L. SO novembre 1920 SI dicembre 1920 3 3 5 . 3 2 3 . 7 Ì 0 , 0 1 477.549.993,03 1.948.283.693,63 2.455.602.817,77 521.069.021.17, 361.924.722,29 114.100.761,88 128.019.093,42 1.766.788.357,22 1.779.412.696,89 46.504.093,34; 403.705,40 58.977.205,85 121.536.293,22 24.808.698,43 4 . 2 0 0 . 0 0 0 — 1 — 148.075.421,52 173.741.153,04 8.345.211.66 9 . 7 6 0 . 4 5 3 — 461.164.328,18 2.747.498.324,56 8.490.580.531,11 315.000.000 6 8 . 0 0 0 . 0 0 0 4 . 3 7 1 . 9 6 8 — 608.951,23 909.773.338,10 3.109.168.549,29 8 0 . 4 8 7 . 0 0 6 — 423.418.386,1 148.075.421,52 173.741.153,04 3.226.768.317,40 31.167.239,73 8.490.580.531,11 7)

Banco di Roma

SITUAZIONE MENSILE 40 221.564,84 183.487,24 75.119.591,85 116 945.336,55 32.344.798,43 4 . 2 0 0 . 0 0 0 — 1 — 202.914.848,71 168.571.573,44 9.044.234,75 9 . 8 1 0 . 6 5 3 , — 443.232.369,67 2.974.814.325,28 9.282.875.121,30 ATTIVO Cassa L . Portafoglio Italia e d . E s t e r o . .

Effetti all'incasso p e r e i Terzi. Eff. pubb. em. ogar. dalloStato Valori pubblici e privati . . . Titoli in deposito a conto corr. Riporti

Partecipazioni bancarie. . . . Partecipazioni diverse . . . . Conti correnti garantiti. . . . Corrisp. Italia ed Estero , . . Beni stabili .

Debitori div. e conti debitori . Debitori per accett. aommerc. Debitori ppr avalli e fideiussioni Mobilio, casse forti e spese imp. Totale . . . L . Valori Cassa di Previdenza . .

a garanzia . . a cauzione . . a Depositari titoli Totale . . .L. Titoli in deposito , „ c u s t o d ì a 31 ottobre 1920 83.783.011,93 652.888.248,93 101.784.369,88 51.724.170,42 60.676.101,75 498.746.109,70 105.991.710,00 11.421.410 40.704.543,68 109.620.179,08 1.606.169.567,19 27.693.013,06 101.921.184,30 20.479.548,48 75.058.194,50 1 3.548.072.370,50 1.409.185,53 357.592.531,94 5.149.288,30 611.116.392,49 629.377.376,30 5.153.317.145,08 PASSIVO Capitale sociale L. Fondo di riserva ordinario . .

» straordinario. . . » speciale Dep. a conto corr. od a risp. Depositi titoli in conto corr. . Assegni ordinari. . . . Assegni In circolazione . . . . Corrisp. Italia ed Estero . . . Creditori div. e conti credit; . Dividendi su nostre Azioni . . Risconto dell'attivo

Acccttazioni commerciali . . . Avalli e fideiuss. per c| Terzi Utili lordi del corr. esercizio . Avanzo utili eserc. precedente Utili netti del corr. esercizio . L . Depositanti

Depositi presso terzi Totale 150.000 1.489 5.225 5.000 015.530 498.746 40.705 98.631 1.866.259 155.183 675 .000 — 265,92 000 — OOOH 052,79 .109,70 .554,02 .188,37 .448,47 .333,17 .771,60 •70 novembre 1920 90.081.675,35 627.929.176,17 99.560.019,41 44.916.852,35 61.024.845,78 486.668.772,50 132.636.879,91 11.441.441 — 41.520.767.68 89.725.696,11 1.507.818.121,08 28.943.419,78 • 106.290.763,54 23.128.406,67 81.174.887.69 1 — 3.434.882.725,62 1.409.185,53 332.719.810,74 6.220.968,30 678.776.490,08 609.559.827,85 5.063.568.537,12 150.000 1.489 5.225 5.000 639.955 486.668 40.199 97.855 1.743.633 142.460 628 000 — 265,92 000 — 000 — .864,04 .772,50 .899,13 .209,31 .819,95 408,52 .715,42 20.479.548,48 75.058.194,50 200.973,671 23.123.405,67 81.174.887,69 200.973,67 17.266.503,80 . L . 15.717.929,31 3.548.672.370,501 3.434. 883.725,62 975.267.398,26! 1.015.125.983,65 629.377.376,30 609.559.827,85 5.153.317.145,00 5.063.568.537,12 8)

Credito Italiano

SITUAZIONE MENSILE 315.000.000 — 68.000.000 — 4.981.267,20 608 951,23 939.130.057,84 3.570.700.995,15 77.696.691,84 433.075.047,99 202.914.848,71 168.274.573,44 3.436.901.602,70 35.740.303,42 ATTIVO

Azionisti saldo Azioni. . . L .

Cassa » Portafoglio Italia ed "Estero . »

Riporti » Corrispondenti Portafoglio titoli Partecipazioni » Stabili Debitori diversi

Debitori per avalli . . . . t Conti d'ordine :

Titoli Cassa Prev. Impiegati» Depositi a cauzione . . . » Conto titoli » Totale . . L . PASSIVO 9.282.87».121,30 Capitale Riserva

Dep. conto corr. ed a risparm. Corrispondenti Accettazioni Assegni in circolazione . . . . Creditori diversi Avalli Esercizio precedente . . . " . . Utili Conti d'ordine :

Cassa Prev. Impiegati . . . Depositi a cauzione . . . . Conto titoli

Totale . . L .

SI ottobre 1920 ISO novembre 1920

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