FONDAMENTI DI ANALISI MATEMATICA 2
Prof. F. Albertini, M. Motta, F. Paronetto Ingegneria Gestionale, Meccanica, Meccatronica, Vicenza
Vicenza, 8-02-2010
Esercizio 1 Data la funzione
f (x, y) = |y − x2| y2
discutere continuit`a, derivabilit`a e differenziabilit`a di f nel suo dominio.
Soluzione Il domino di f `e ovviamente tutto R2, e la funzione `e continua in ogni punto, essendo la composizione di funzioni continue. Inoltre in tutti i punti P (x, y) dove y − x2 6= 0 la funzione `e differenziabile, e quindi derivabile, visto che si riduce ad un polinomio. Dobbiamo quindi studiare la derivabilit`a e la differenziabilit`a solo nei punti del tipo Pa(a, a2) con a ∈ R (i punti che appartengono alla parabola y = x2 e che quindi rendono nullo il modulo).
Verifichiamo direttamente l’esistenza delle derivate parziali.
∂f
∂x(a, a2) = lim
h→0
f (a + h, a2) − f (a, a2)
h = lim
h→0
|a2− (a + h)2|(a4)
h =
= lim
h→0
|h|
h |2a + h|(a4) =
0 per a = 0
@ per a 6= 0
dove l’ultima espressione deriva dall’osservazione che |2a + h|(a4) → |2a|(a4) per h → 0, che si annulla solo per a = 0. Analogamente, avremo:
∂f
∂y(a, a2) = lim
h→0
f (a, a2+ h) − f (a, a2)
h = lim
h→0
|a2+ h − a2|(a2+ h)2
h =
= lim
h→0
|h|(h2+ a2− 2ah)
h =
0 per a = 0
@ per a 6= 0
dove l’ultima espressione deriva dall’osservazione che (h2+ a2− 2ah) → a2 per h → 0, che si annulla solo per a = 0.
In conclusione, per i punti della forma (a, a2),
• f risulta derivabile solo per a = 0, cio`e nell’origine P0 = (0, 0) dove vale ∇f (P0) = (0, 0).
Resta da discutere solo la differenziabilit`a di f in P0, in quanto nei punti della forma (a, a2) con a 6= 0 f non pu`o essere differenziabile, essendo non derivabile. Calcoliamo, per P0,
lim
(h,k)→(0,0)
|f (0 + h, 0 + k) − f (0, 0) − ∂f /∂x(0, 0)h − ∂f /∂y(0, 0)k|
√
h2+ k2 = lim
(h,k)→(0,0)
||k − h2|k2|
√
h2+ k2 = passando alle coordinate polari, h = ρ cos(θ) e k = ρ sin(θ),
= ρ3| sin2(θ)| sin(θ) − ρ cos2(θ)|
ρ ,
espressione che risulta ≤ M ρ3 per qualche costante positiva M , essendo tutte le funzioni nel modulo limitate. Ci`o implica che il limite in questione esiste e vale 0. In conclusione,
• in P0 la funzione f `e differenziabile.
Esercizio 2 Data la funzione fa(x, y) = 4
3(1 − a)(x3+ y3) + 2x2+ x + 2y2+ y in R2 (a) per ogni a > 0 determinare i punti critici di f ;
(b) per ogni a > 0 discutere la natura dei punti critici, ovvero determinare eventuali massimi e minimi relativi della funzione;
(c) per ogni a > 0 determinare infR2f e supR2f e precisare se sono rispettivamente minimo e massimo assoluto della funzione.
Soluzione (a) Determiniamo il gradiente ∇f (x, y) di f :
∇f (x, y) :
( ∂f
∂x(x, y) = 4(1 − a)x2+ 4x + 1
∂f
∂y(x, y) = 4(1 − a)y2+ 4y + 1.
Per a = 1, ∇f (x, y) = (0, 0) solo in P0 = (−1/4, −1/4).
Per a 6= 1, ∇f (x, y) = (0, 0) in 4 punti: P1 =
−1+√
a 2(1−a),−1+
√a 2(1−a)
, P2 =
−1+√
a 2(1−a),−1−
√a 2(1−a)
, P3 =
−1−√
a 2(1−a),−1+
√a 2(1−a)
, e P4 =
−1−√
a 2(1−a),−1−
√a 2(1−a)
. (b) Determiniamo la matrice Hessiana H(x, y) di f :
H(x, y) =
8(1 − a)x + 4 0 0 8(1 − a)y + 4
Per a = 1, H(P0) `e definita positiva, quindi P0 `e punto di minimo relativo stretto.
Per a 6= 1, H(P1) =
4√ a 0 0 4√
a
H(P2) =
4√ a 0 0 − 4√
a
H(P3) =
−4√ a 0 0 4√
a
H(P4) =
−4√ a 0 0 − 4√ a
Quindi P1`e punto di minimo relativo stretto, P4 `e punto di massimo relativo stretto, mentre P2
e P3 sono punti di sella.
(c) Per a 6= 1 vale che per esempio f (x, 0) = 43(1 − a)x3+ 2x2+ x, per a < 1 ha i limiti +∞
per x → +∞ e −∞ per x → −∞; mentre se a > 1 i limiti si scambiano. Questo implica che in entrambi i casi infR2f = −∞ e supR2f = +∞.
Per a = 1 si ha invece f (x, y) = 2x2 + x + 2y2+ y che ragionando come prima si dimostra subito avere supR2f = +∞. Vale per`o f (x, y) = 2x2+ x + 2y2+ y ≥ f (P0) = −1/4, per cui P0
risulta essere il minimo assoluto di f .
Esercizio 3 Dato l’insieme D = {(x, y) ∈ R2 : (x − 2)2+ y2 6 1, y + (x − 2)2 6 0}, calcolare il seguente integrale
Z Z
D
(x − 2) dx dy
Soluzione Utilizzando il cambiamento di variabili u = x − 2 e v = y, che `e ammissibile e ha determinante Jacobiano 1, dovremo calcolare
Z Z
D0
u du dv,
con D0 = {(u, v) ∈ R2 : u2+ v26 1, v + u26 0}. Si verifica facilmente che i punti appartenenti a D0 sono i punti del cerchio centrato nell’origine e di raggio 1, che si trovano sotto la parabola v = −u2. Tale insieme risulta simmetrico rispetto all’asse v. Considerando che la funzione da integrare `e dispari e, data la simmetria dell’insieme, l’integrale sar`a nullo.
In alternativa, detto α =
√
(5)−1 2 , si ha:
D0 = {(u, v) ∈ R2 : −√
α ≤ u ≤√
α, −p
(1 − u2) ≤ v ≤ −u2}.
Quindi
Z Z
D0
u du dv = Z
√α
−√ α
u Z −u2
−√
(1−u2)
dv
! du =
= Z
√α
−√ α
u(p
(1 − u2) − u2)du = 1
3 1 − u23/2
−u4 4
√α
−√ α
= 0.
Esercizio 4 Dato l’insieme
Σ =(x, y, z) ∈ R3: x2+ y2 = R2, 0 ≤ z ≤ −x + R (a) fare un disegno qualitativo di Σ e parametrizzarlo;
(b) calcolare l’integraleR
Σ(3 − z) dσ.
Soluzione (a) Σ `e la porzione della superficie laterale del cilindro di asse z e raggio R compresa tra il piano z = 0 ed il piano z = −x + R.
Per parametrizzare Σ usiamo le coordinate cilindriche. Avremo:
x = R cos(θ) y = R sin(θ)
z = z
La limitazione z ≤ −x + R, implica z ≤ R(1 − cos θ), quindi imponiamo:
θ ∈ [0, 2π], e 0 ≤ z ≤ R(1 − cos θ).
(b) Si vede facilmente che dσ = Rdθdz, quindi abbiamo:
Z
Σ
(3 − z) dσ = Z 2π
0
Z R(1−cos θ) 0
R(3 − z)dzdθ = R Z 2π
0
3z −z2 2
R(1−cos θ) 0
dθ =
= R Z 2π
0
3R(1 − cos θ) − R2
2 (1 − cos θ)2
dθ = πR2
6 −3
2R
.
Esercizio 5 Scrivere la serie di Fourier della funzione dispari, 2π-periodica, definita in ]0, π[
da
f (x) = x −π
2
2
e studiarne la convergenza in R.
Soluzione Poich`e la funzione `e dispari, la sua serie di Fourier ha solo i termini dei seni, dobbiamo quindi calcolare:
bk= 2 π
Z π 0
x −π
2
2
sin(kx)dx,
con k ≥ 1 (l’integrale `e esteso a mezzo periodo e abbiamo moltiplicato per 2, data la simmetria della funzione). Calcoliamo prima una primitiva di x −π22
sin(kx). Integrando per parti, si ha:
Z x −π
2
2
sin(kx)dx = − x − π
2
2 cos(kx)
k +
Z 2
x −π 2
cos(kx) k dx =
= −
x −π
2
2 cos(kx)
k + 2
k
x − π
2
sin(kx)
k −
Z sin(kx) k dx
=
= −
x −π
2
2cos(kx)
k + 2
k2
x −π
2
sin(kx) + 2
k3cos(kx).
Perci`o
bk= 2 π
− x −π
2
2 cos(kx)
k + 2
k2
x −π
2
sin(kx) + 2
k3 cos(kx)
π
0
= 2
π
−π2(−1)k
4k +2(−1)k k3 + π2
4k− 2 k3
= π
2k(1 − (−1)k) + 4π
k3((−1)k− 1), dove si `e utilizzato il fatto che cos(kπ) = (−1)k e sin(kπ) = 0. Quindi abbiamo:
bk = 0 se k `e pari, bk = πk −8πk3 se k `e dispari.
In conclusione la serie di Fourier di f `e:
+∞
X
n=0
π
2n + 1 − 8π (2n + 1)3
sin [(2n + 1)x] .
Questa serie converge puntualmente ad f (x) in ogni intervallo ]2kπ, (2k + 1)π[ e a 0 in kπ, k ∈ Z. In effetti assumendo f dispari, si assegna anche la condizione f (0) = 0, per cui `e corretto anche dire che la serie converge puntualmente ad f in tutto R. La convergenza non `e totale, visto che f non `e continua.
Tempo: due ore e mezza. Viene corretto solo ci`o che `e scritto sul foglio intestato. `E vietato tenere libri, appunti, telefoni e calcolatrici di qualsiasi tipo.