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NON SOLO KM 0

36 OTTOBRE 2014

Ec onomia

N

egli ultimi anni è cresciuto in modo signiicativo l’inte- resse per i generi alimentari prodotti localmente.

I mercati settimanali degli agri- coltori sono sorti in numerose città anche dell’Emilia-Roma- gna con notevole aluenza di consumatori. Ciò signiica che la vendita diretta può costitu- ire una fonte di reddito im- portante per molte famiglie di agricoltori.

L’interesse per i prodotti loca- li nasce principalmente dalla preoccupazione che i generi alimentari provenienti da Pa- esi lontani, e il più delle volte extraeuropei, non soddisino i criteri sanitari minimi e pesi- no sull’ambiente per l’energia consumata durante il lungo trasporto. Attraverso l’acquisto del prodotto locale il consuma- tore è inoltre convinto di dare un rilevante contributo al red- dito dell’agricoltore che lavora

vicino a casa, invece di sostene- re il reddito di una lunga cate- na di intermediari che operano nella iliera alimentare globale.

Quali vantaggi

economici e ambientali?

Il fenomeno sta coinvolgendo tutti i Paesi occidentali, tanto da far sorgere spontanee alcu- ne domande, quali: la iliera corta presenta sempre vantaggi economici, ambientali e socia- li per il consumatore rispetto alla iliera globale? E quali po- litiche possono incrementare la sostenibilità delle iliere corte e globali? A queste e ad altre do- mande sta cercando di dare una risposta il progetto “Glamur:

una valutazione multidimensio- nale delle performance della ca- tena alimentare locale e globale”, inanziato dal VII programma quadro dell’Unione Europea.

L’obiettivo principale è, ap- punto, di mettere a confronto la iliera alimentare corta con la iliera alimentare globale.

In pratica, su base scientiica si vuole capire se la iliera corta rispetto a quella globale pro- duce redditi più elevati per i produttori locali, se genera un impatto ambientale diverso, se è capace di instaurare rap- porti sociali più durevoli, se favorisce condizioni di lavoro più attraenti e se è più sicura per salvaguardare la salute del consumatore.

Il progetto Glamur, coordinato da Firab (Fondazione italiana per la Ricerca in Agricoltu- ra Biologica e Biodinamica) e dall’Università di Pisa, coinvol- ge un consorzio di 18 istituti di ricerca in 10 Paesi europei.

Il programma di lavoro ha pre- visto innanzitutto un’analisi su come “locale” e “globale” sono percepiti dal grande pubblico, dal mondo scientiico e dagli operatori di mercato. Infatti, la deinizione dei due termini non è univoca in tutti i contesti ge- ograici. Per esempio, a prima vista i prodotti Dop sono da annoverare fra i prodotti locali, ma Parmigiano Reggiano, Gra- na Padano e Prosciutto di Par- ma vengono esportati in tutto il mondo, mentre molti altri prodotti Dop hanno efettiva- mente solo un mercato vicino al territorio di origine. È stato quindi necessario innanzitutto deinire una serie di tipologie di iliere che si collocano sulla dimensione “locale-globale”.

Per misurare le loro performan- ce sono state raccolte e analiz- zate informazioni concernenti la dimensione economica del- la iliera, per determinare cioè la sua capacità di creare valore aggiunto e reddito da lavoro;

la dimensione ambientale, e quindi l’uso delle risorse, il mantenimento della biodiver- sità e il grado di inquinamento prodotto; la dimensione etica, che riguarda le condizioni dei

KEES DE ROEST Crpa spa, Reggio Emilia

Attraverso una serie di esperienze e comparazioni di prodotti, si stanno valutando i diversi modelli della catena alimentare. Nel 2015 un piano di divulgazione

Progetto Glamur: confronto

tra filiera corta e lunga

Il mercato contadino di piazza Fontanesi a Reggio Emilia

Coldiretti

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OTTOBRE 2014 37

lavoratori, il benessere degli animali e l’equa distribuzione dei redditi; inine la sicurezza alimentare e salute per valutare i livelli nutrizionali degli ali- menti e la presenza di sistemi di tracciabilità.

Il caso di studio Italia-Olanda

Il cuore della ricerca è l’ese- cuzione di una serie di casi di studio che mettano a con- fronto una serie di coppie di prodotti locali e globali in due Paesi (vedi tabella). In partico- lare il Crpa, in collaborazione con le Università di Firenze e di Parma, si occupa delle ilie- re del prosciutto della Cinta Senese, del Parma Dop e del prosciutto crudo generico, che verranno confrontate con la i- liera corta e globale della carne suina in Olanda.

Per efettuare la ricerca ven- gono applicati e calcolati gli indicatori legati a singoli at- tributi. Per l’analisi economica si raccolgono dati di bilancio delle imprese e per misurare la resilienza – cioè la capaci- tà di superare eventi negativi esterni al sistema – si fa ricor- so all’analisi delle volatilità dei prezzi di mercato e al grado di

specializzazione delle imprese coinvolte nella iliera corta e in quella globale.

Per misurare l’impatto ambien- tale viene utilizzata la Life Cycle Assessment, cioè la valutazione del ciclo della vita, considerato lo strumento più idoneo per esaminare i diversi impatti del- le iliere partendo dalla produ- zione delle materie prime ino al punto di vendita.

Per quanto riguarda la dimen- sione etica, attenzione particola- re viene dedicata alle condizioni del lavoro nel Paese d’origine del prodotto globale, durante il trasporto e nella fase di di- stribuzione. Nella dimensione etica rientra anche il benessere animale negli allevamenti.

I risultati di queste analisi sa- ranno pronti a metà del 2015 e metteranno in evidenza i pun- ti di forza e di debolezza dalla iliera corta rispetto alla iliera alimentare globale. Successi- vamente saranno coinvolti i portatori di interesse nei Paesi dove sono stati svolti i casi di studio per chiedere la loro opi- nione sui risultati ottenuti.

Inine, il progetto si dedicherà allo studio delle implicazioni sulla politica alimentare, con ri- guardo all’approvvigionamento dei prodotti alimentari per le

mense pubbliche, alla valuta- zione dell’eicacia delle politi- che di promozione dei prodotti locali e all’analisi del ruolo dei Paesi in via di sviluppo e delle condizioni di accesso ai mercati alimentari europei.

Il tema del progetto è già og- getto di un vivace dibattito.

Anche per questo i risultati intermedi delle attività svolte vengono pubblicati sul sito gla- mur.eu. Inoltre è previsto un piano di divulgazione molto ampio, che prevede una serie di convegni e conferenze che saranno organizzati nel 2015, oltre alla pubblicazione di bro- chure divulgative.

Collaborano alla realizzazione del progetto Glamur: Stefano Pignedoli, Giovanni Belletti, Fi- lippo Arini e Davide Menozzi.

CASIDISTUDIOANALIZZATINELPROGETTO GLAMUR

Grano Vino Carne suina Lattiero

caseario

Frutta e verdura Italia Pane L&G Prosciutto

L&G

Olanda Carne suina

L&G

Belgio Asparago L&G

Mela L

Lettonia Mirtilli L&G

Francia Vino L&G Pomodoro L&G

Svizzera Vino L&G Formaggio

L&G

Regno

Unito Pane L&G Formaggio

L&G

Spagna Asparago L&G

Pomodoro L&G

Serbia Lamponi L&G

L&G: iliera locale e iliera globale. L: iliera locale

BanziDiateca Agricoltura

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