INTRODUZIONE
La Regione Toscana ha promosso un progetto biennale di monitoraggio sullo stato di salute delle api, che si è integrato con il Piano di Monito- raggio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, deno- minato APENET. Il progetto è stato coordinato dall’Istituto Zooprofilat- tico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana (IZSLT) e realizzato in col- laborazione con l’Amministrazione Provinciale di Siena, l’Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani (ARPAT), l’Associazione Apicoltori Provincie Toscane (AAPT) e Toscana Miele-APA (Associazione Produttori Apistici).
I risultati relativi al primo anno di at- tività (da giugno 2009 a maggio 2010) sono stati rappresentati in un prece- dente lavoro (Formato et al, 2010 APOIdea). Di seguito si presentano i risultati del secondo anno di attività (da giugno 2010 ad aprile 2011).
MATERIALI E METODI
Al fine di poter contribuire alla rac- conta di informazioni del progetto di monitoraggio nazionale APENET, i protocolli adottati a livello regionale nel progetto APENET-Toscana sono stati gli stessi di quelli previsti dal progetto APENET nazionale.
Nel secondo anno, oltre ai moduli già coinvolti nel primo anno (Firenze, Arezzo e Siena), è stato aggiunto il modulo di Lucca (Fig. 1).
Un progetto biennale che ha permesso di monitorare lo stato di salute delle api in Toscana.
Tante le indicazioni. Vediamone le linee principali
Il progetto “APENET-Toscana”
Fig. 1 - Distribuzione degli apiari affe- renti ai quattro moduli toscani: modulo di Firenze (stelle rosse); modulo di Arezzo (stelle azzurre); modulo di Siena (stelle verdi) e modulo di Lucca (stelle gialle).
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Speciale I
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Apitalia Speciale II
In ogni modulo sono stati individuati 5 apiari, ciascuno costituito da 10 al- veari, per un totale di 200 alveari mo- nitorati.
I sopralluoghi negli apiari sono stati effettuati in quattro momenti del- l’anno: a inizio estate (giugno), a fine estate (agosto), in autunno (ottobre) ed in primavera (aprile). Durante le visite sono state valutate le caratteri- stiche geografico-ambientali dei di- versi apiari, le capacità gestionali degli apicoltori, la forza degli alveari, eventuali comportamenti anomali delle api, nonché i fenomeni di mor- talità o spopolamento a carico degli alveari.
Sono stati anche prelevati campioni di: api adulte, per la ricerca di agenti patogeni (Nosema spp., virus e ma- lattie della covata); cera per la ricerca di residui di pesticidi; polline per analisi palinologiche e del contenuto proteico.
RISULTATI
1. M ORTALITÀ DEGLI ALVEARI NEL 2° ANNO DI MONITORAGGIO
La mortalità degli alveari può essere espressa come “mortalità cumulativa annuale”, intesa come quantità di al- veari morti nel corso dell’intero anno, oppure come “mortalità invernale”, intesa come quantità di alveari morti tra il 1° Ottobre di un anno ed il 1°
Aprile dell’anno successivo.
1.1 Mortalità cumulativa annuale In Figura 2 è riportato grafica- mente l’andamento della morta- lità media registrata in Toscana nel corso dell’intero anno di mo- nitoraggio.
In autunno la mortalità è risul- tata pari al 4% a cui si è aggiunto
un altro 20,34% nel periodo in- vernale (Fig. 2). Complessiva- mente la mortalità rilevata nel secondo anno di monitoraggio è stata pari a 24,34% (Fig. 2).
Com’è noto la mortalità è risultata più elevata nel periodo invernale;
non a caso viene anche espressa come “mortalità invernale” (vedi punto 1.2).
1.2 Mortalità invernale
La mortalità invernale è il dato impiegato a livello internazionale per raccogliere in maniera stan- dardizzata le informazioni rela- tive alle perdite “invernali” degli alveari. In tal modo è possibile confrontare i valori di mortalità invernale registrati tra diversi apiari anche al fine di verificare BOX 1 - MATRICI CAMPIONATE, TIPOLOGIA
E NUMERO DI ANALISI REALIZZATE
Da maggio 2010 ad aprile 2011 sono stati effettuati 63 sopralluoghi durante i quali sono stati prelevati i seguenti campioni per i successivi accertamenti di la- boratorio:
1) N. 71
CAMPIONI DI CERAper ricerca di residui di pesticidi (organoclorurati, organofosforici, piretroidi, triazinici, strobilurinici, carbammati, anilinopi- rimidinici, imidazolici, dicarbossimidici, dinitroanilinici) mediante gas cro- matografia.
2) N. 56
CAMPIONI DI POLLINEper analisi delle proteine con tecnica volumetrica Kjeldahl.
3) N. 69
CAMPIONI DI POLLINEper analisi palinologiche mediante osservazione della morfologia pollinica al microscopio ottico;
4) N. 536
CAMPIONI DI API ADULTEper i seguenti accertamenti:
- N. 536 esami al microscopio ottico per diagnosi di nosemiasi;
- N. 296 esami mediante Polymerase Chain Reaction (PCR) per diagnosi di nosemiasi;
- N. 223 esami per diagnosi mediante Polymerase Chain Reaction-Restriction Fragment Lenght Polymorphism (PCR-RFLP) per differenziare N. ceranae da N. apis;
- N. 798 determinazioni (168 per Siena, 238 per Firenze, 140 per Arezzo, 252 per Lucca) a partire dai 114 campioni esaminati mediante Retro-Tran- scriptasi Polymerase Chain Reaction End Point (RT-PCR), per l’identifica- zione dei principali patogeni virali delle api (virus delle api della paralisi acuta-ABPV, virus della paralisi cronica-CBPV, virus della cella reale nera- BQCV, virus dell’ala deforme-DWV, virus della covata a sacco-SBV, virus della paralisi acuta israeliana-IAPV e virus Kashmir delle api-KB.
5) N. 2
TELAINI DI COVATAper la diagnosi di peste americana madiante esami colturali secondo le procedure OIE (Manual of Diagnostic Tests and Vaccines for Terrestrial Animals, 2010) e successivi accertamenti mediante PCR.
Fig. 2 - Mortalità riscontrata in Toscana.
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Speciale III
di apitalia • gli speciali di apitalia • gli speciali di apitalia • gli speciali di apita
se il fenomeno rientra in condi- zioni di normalità oppure acqui- sisce un significato patologico.
La mortalità invernale riscontrata in Toscana nei diversi moduli è riportata in Figura 3. Il modulo
in cui è stata accertata la maggior mortalità è stato quello di Arezzo.
Calcolando invece la mortalità invernale media di alveari in To- scana (cioè la media dei valori di mortalità invernale), si ottiene un dato pari al 21,36%.
Nella Figura 4, si riporta in det- taglio la mortalità registrata sud- divisa per apiario, con valori che variano dal 100% nell’apiario 2 del Modulo di Lucca a valori pari allo 0% in sei apiari (uno nel Modulo di Firenze, due in quello di Siena e tre in quello di Lucca).
Per quanto riguarda le cause di mortalità, sono state sempre esclusi problemi da avvelena- mento acuto dovuti all’esposi- zione ad agrofarmaci.
Nell’unico apiario dove è stato re- gistrato il 100% di mortalità degli alveari (apiario 2 del mo- dulo di Lucca - Figura 4) la causa è stata ricondotta a varroatosi massiva.
2. V IROSI
La ricerca dei principali virus delle api, diagnosticati mediante Retro-Tran- scriptasi Polymerase Chain Reaction End Point (RT-PCR) ha confermato la pre- senza di tali patogeni in tutti gli apiari oggetto del monitoraggio ed i risul- tati relativi alle positività rinvenute nel corso della stagione apistica in
Fig. 3 (sopra) - Mortalità invernale evidenziata nei singoli moduli toscani.
La linea rossa rappresenta il valore di mortalità invernale media registrata in Toscana.
Fig. 4 (centro) - Mortalità invernale evidenziata nel 2° anno di monitoraggio nei singoli apiari.
La linea rossa rappresenta il valore di mortalità invernale media registrata in Toscana.
Fig. 5 (sotto) - Prevalenza dei virus
delle api riscontrata in Toscana al termine
del 2° anno di monitoraggio.
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Apitalia Speciale IV
ciascun modulo sono riportate in Tabella 1.
I virus di più frequente riscontro in Toscana sono stati quelli dell’ala de- forme (Deformed Wing Virus, DWV - 68,9%) e della covata a sacco (Sac- brood Virus, SBV - 51,4%); seguiti dal virus della paralisi paralisi cronica (Chronic Bee Paralysis Virus, CBPV - 27,9%), dal virus della paralisi acuta (Acute Bee Paralysis Virus, ABPV - 27%) e dal virus della cella reale nera (Black Queen Cell Virus, BQCV - 22%). Sono anche stati rilevati, per la prima volta in Toscana, il virus della paralisi acuta israeliana (Israelian Acute Paralysis Virus, IAPV - 2,4%) ed il virus Kashmir (Kashmir Bee Virus, KBV - 0,8%) (Figura 5 e Tabella 1) Dall’analisi della stagionalità presen- tata dalle singole virosi (figura 6), si nota che alla ripresa primaverile sono fortemente rappresentati il DWV (59,64%) ed il SBV (50,87%), men- tre i virus CBPV, BQCV e ABPV si attestano su valori che vanno dal 22,8 al 24,56%.
Da maggio a luglio, periodo di mag- gior popolosità delle famiglie e di in- tensa attività bottinatrice delle api adulte, i virus a più alta prevalenza sono risultati sempre il DWV (65.45%) e il SBV (56,36%), mentre l’ABPV, il CBPV e il BQCV si sono mantenuti su valori di prevalenza compresa tra il 20 e il 29,09%.
Alla fine della stagione estiva si nota un’aumento della prevalenza sia del DWV che dell’SBV (pari rispettiva- mente a 79,06 e a 67,44%), mentre l’ABPV, il BQCV e il CBPV conti- nuano ad attestarsi su valori che vanno dal 20,93 al 27,9%.
Tabella 1 - Positività ai virus delle api nei diversi moduli nel corso della stagione apistica (dato espresso come: n° campioni positivi/totale dei campioni esaminati).
Figura 6 - Andamento stagionale
della prevalenza delle virosi in Toscana.
di apitalia • gli speciali di apitalia • gli speciali di apitalia • gli speciali di apita
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Speciale V
Nella stagione autunnale, periodo di invernamento degli alveari, si nota come il DWV raggiunge i suoi valori massimi di prevalenza (89,74%); si assiste anche a un aumento netto della prevalenza dei virus delle paralisi delle api (ABPV: 51,28%; CBPV: 46,5%), mentre sia il BQCV (7,69%) che il SBV (28,2%) mostrano un calo della percentuale di campioni positivi.
IAPV e KBV, virus estremamente rari in Italia e tristemente noti per la loro patogenicità sulle api, sono stati en- trambi rinvenuti, sebbene con una prevalenza inferiore al 7,27% per lo IAPV e del 1,81% del KBV.
3. N OSEMIASI
Durante il secondo anno di monito- raggio sono stati analizzati 536 cam- pioni di api adulte per la ricerca di Nosema spp..
I campioni positivi per Nosema cera- nae sono risultati pari al 40,11% del totale dei campioni analizzati. Non sono mai stati rinvenuti campioni positivi per Nosema apis.
Nel corso dei sopralluoghi in apiario non è mai stata segnalata sintomatolo- gia riferibile né a N. cerane né a N. apis.
La Tabella 2 riporta le percentuali di campioni positivi alla PCR per ogni campionamento durante il secondo anno del progetto. La prevalenza su distribuzione stagionale di N. ceranae (riportata in Figura 7) evidenzia il picco di infestazione nel periodo pri- maverile.
4. V ARROATOSI
L’infestazione massiva
1da Varroa de- structor è stata segnalata 21 volte: 14 nel modulo di Firenze (in 2 occasioni associata a manifestazioni cliniche delle virosi) e 7 nel modulo di Siena (in 2 occasioni con sintomatologie ri- feribili a virosi).
In particolare le segnalazioni sono state così ripartite nel corso dell’anno:
2 a giugno, 13 durante le visite effet- tuate a fine agosto-inizio settembre e 3 rispettivamente per ciacuno degli ultimi due sopralluoghi.
5. P ESTE AMERICANA ED EUROPEA
Non sono stati segnalati focolai di Peste Americana né di Peste Euro- pea.
6. A LTRE PATOLOGIE
In un apiario del modulo di Siena è stata rinvenuta nel mese di settembre del 2010 una segnalazione di covata calcificata.
7. R ESIDUI DI PESTICIDI
In Tabella 3 si riportano le caratteri- stiche dei residui di pesticidi riscon- trati in concentrazioni superiori al limite di rivelabilità del metodo (LOD) nei 71 campioni di cera di opercolo analizzati.
In Tabella 4 è riportata invece la fre- quenza di rilevazioni superiori al LOD e l’intervallo di concentrazione per le diverse molecole rinvenute.
Il Kresoxim-metile è stata rinvenuto a una concentrazione superiore al LOD nel modulo di Firenze (Apiario
NOTE
1Con tale terminologia si è deciso definire i quadri clinici in cui i parassiti venivano rinvenuti ad occhio nudo sulle api adulte.