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1 Introduzione e scopo della tesi

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Academic year: 2021

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1 Introduzione e scopo della tesi

1.1 Introduzione

Gli studi di carattere paleoclimatologico e paleoecologico hanno conosciuto, negli ultimi decenni, un forte incremento e sviluppo nell'ambito della ricerca ambientale, in conseguenza della necessità di comprendere come si attuano le modificazioni climatiche e di capirne e prevederne l'evoluzione tramite lo sviluppo di modelli fisico-matematici. Al fine di comprendere i meccanismi che hanno regolato eventi climatici recenti e di prevedere la possibile evoluzione futura del sistema climatico, è necessario ricostruire le variazioni climatiche del recente passato con estremo dettaglio, cercando di stimare gli effetti che ebbero sul pianeta.

Obiettivo delle ricerche sul paleoclima è l'analisi di dettaglio della variabilità climatica naturale a medio e lungo termine, al quale è strettamente connessa la stima dei fattori e dei meccanismi che regolano tali variazioni climatiche. Per la realizzazione di ciò, si utilizzano i così detti dati “vicarianti (“proxy-records”) in grado di fornire le informazioni necessarie alla ricostruzione dei diversi scenari climatici e ambientali occorsi nel passato (Guilizzoni et al., 2007).

Le informazioni ottenute attraverso gli studi paleoclimatici costituiscono la base conoscitiva sulla quale basare i modelli previsionali, per consentirne una migliore calibrazione anche in considerazione del ruolo, nel quadro ambientale presente, esercitato dalle diverse attività antropiche.

In questo contesto, i sedimenti lacustri sono stati oggetto di un approfondito ed accresciuto interesse nell'ambito delle ricerca scientifica. Tale interesse è dovuto principalmente alla possibilità di effettuare ricostruzioni paleoambientali e paleoclimatiche sulla base dei dati ricavabili dallo studio delle caratteristiche sedimentologiche, geochimiche, geofisiche, biochimiche e paleontologiche dei loro costituenti principali. L'insieme di queste indagini forma parte della disciplina indicata con il termine di paleolimnologia.

La possibilità di utilizzare i sedimenti lacustri per questo tipo di ricerche è data dal fatto che essi conservano al loro interno indizi riguardanti i diversi

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processi ambientali che avvengono nella colonna d'acqua e nell'area di drenaggio del lago al momento della sedimentazione. In questo modo, è possibile ricostruire questi fattori e separare gli effetti più prettamente “limnologici” da quelli più genuinamente climatici.

1.2 Scopo della tesi

Il presente lavoro di tesi rivolge la sua attenzione allo studio di depositi lacustri provenienti da carotaggi e sezioni campionati nel Lago di Ledro (TN). Questo studio si inserisce all’interno della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e il CNRS (Conseil National des Recherches Scientifiques) di Besançon (Alta Savoia) nell’ambito del programma francese ANR LAMA (coordinatori del progetto: Prof. M. Magny e Prof. N. Combourieu Nebout) che si prefigge di correlare i cambiamenti ambientali avvenuti durante l’Olocene lungo un transetto N-S in Italia e di stabilire dati ad alta risoluzione per comprendere le interazioni tra cambiamenti climatici e impatto antropico. Il Lago di Ledro rappresenta il componente settentrionale del transetto. I sedimenti oggetto di studio sono collocati temporalmente all'Olocene.

L'obiettivo che anima questo studio è quello di ricavare, tramite analisi geochimiche ed isotopiche dei sedimenti, i dati necessari alla interpretazione ed alla ricostruzione di un andamento paleoclimatico e paleoambientale per il lago in esame. Questi dati saranno poi inseriti nel contesto di uno studio multidisciplinare che comprende, tra l'altro, l'analisi pollinica e dei resti di carboni, analisi geochimiche qualitative con XR-scanning e litologico-sedimentologiche.

A tale scopo, è stato rivolto particolare interesse alla geochimica degli isotopi stabili del carbonio nella carota prelevata nel centro del lago, mentre particolare attenzione al contenuto isotopico (ossigeno e carbonio) è stata destinata ad una sezione esposta e campionata dal Prof. Michel Magny (CNRS). I dati isotopici sono stati ricavati attraverso analisi di laboratorio condotte su carbonati e materia organica costituenti parte importante dei sedimenti del Lago di Ledro.

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