Tratto da SaluteInternazionale.info
Assalto finale al Servizio sanitario nazionale
2015- 10- 26 12:10:35 Redaz ione SI
St adium violence Gavino Maciocco
In It alia è in at t o l’assalt o all’universalismo. Ma a dif f erenza di quello che è avvenut o in Inghilt erra e Spagna, nel nost ro paese l’assalt o non ha t rovat o un percorso polit ico e legislat ivo t rasparent e. In It alia l’assalt o c’è, ma non si deve vedere. I polit ici di t urno, commediant i di dubbio t alent o, dicono e non dicono, dicono e si cont raddicono, promet t ono e sment iscono, get t ano cort ine f umogene per coprire l’enorme danno che st anno inf liggendo alla popolazione it aliana.
“The assault on universalism”. L’art icolo del BMJ uscit o alla f ine del 2011 (e da noi recensit o nel post Assalt o all’universalismo), f u scrit t o da due t ra i più not i e espert i analist i di polit ica int ernazionale, Mart in McKee e David St uckler.
Secondo gli aut ori la rif orma del NHS allora in gest azione, volut a dal governo conservat ore, mirava a smont are dalle f ondament a il glorioso Nat ional Healt h Service: si t rat t ava di un vero assalt o all’universalismo. La loro tesi era che si utilizzava la crisi economico-f inanziaria per distruggere i sistemi di
welf are universalistici, come l’NHS e altri servizi sanitari nazionali: “La crisi economica ha of f ert o al governo l’opport unit à che capit a una sola volt a nella vit a. Come Naomi Klein ha descrit t o in molt e dif f erent i sit uazioni, quelli che si oppongono al welf are st at e non sprecano mai una buona crisi”.
In Inghilterra sappiamo come è andata a f inire: la t emut a rif orma è ent rat a in vigore nel 2013 producendo l’int era privat izzazione dei servizi sanit ari (vedi Dossier NHS). Analogo destino è toccato alla Spagna: anche qui un governo conservat ore non ha perso l’occasione f ornit a dalla crisi di sbarazzarsi – con un semplice decret o reale (aprile 2012) – del sist ema sanit ario universalist ico, per consegnare t ut t o alle assicurazioni (vedi post Cont rorif orma sanit aria in Spagna nel mirino anche gli immigrat i).
Anche in Italia c’è stato, ed è sempre più duro e devastante, l’assalto all’universalismo. Ma a dif f erenza di quello che è avvenut o in Inghilt erra e Spagna, nel nost ro paese l’assalt o non ha t rovat o un percorso polit ico e
legislat ivo t rasparent e. In It alia l’assalt o c’è, ma non si deve vedere. I polit ici di t urno, commediant i di dubbio t alent o, dicono e non dicono, dicono e si
cont raddicono, promet t ono e sment iscono, get t ano cort ine f umogene per coprire l’enorme danno che st anno inf liggendo alla popolazione it aliana.
L’assalto all’universalismo si attua in Italia attraverso il de-
f inanziamento “coatto” (vedi Sanit à ovvero la st rat egia del f inanziament o coat t o) del f ondo sanit ario nazionale, iniziat o con il governo Mont i. Dal 2010 al 2013 il f inanziament o pubblico per la sanit à ha subit o una decurt azione del - 3,5% in t ermini reali, vedi Figura 1 (dai 112,5 mld del 2010 ai 110,0 mld del 2013). Seguirono di conseguenza: blocco del t urnover del personale, riduzione dell’of f ert a pubblica, aument o sproposit at o dei t icket , migrazioni di massa di ut enza dal set t ore pubblico a quello privat o.
Figura 1. Decrescita della spesa sanitaria italiana, a conf ronto con la media dei paesi OCSE.
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“Nuove modalità di f inanziamento”
In Italia l’assalto all’universalismo c’è, ma non si deve vedere, se mai si può intuire, da f rasi sibilline, come quella pronunciata da Mario Monti nel 2012: “La sost enibilit à f ut ura dei sist emi sanit ari nazionali, compreso il nost ro di cui andiamo f ieri pot rebbe non essere garant it a se non si individueranno nuove modalit à di f inanziament o per servizi e prest azioni”. Pressat o dalle domande su cosa int endesse riguardo alle “nuove modalit à di f inanziament o”, il president e Mont i si schernì. Ma i colleghi bocconiani del prof . Monti,
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, chiarirono: “Dobbiamo ripensare più prof ondament e alla st rut t ura del nost ro St at o sociale. Per esempio, non è possibile f ornire servizi sanit ari grat uit i a t ut t i senza dist inzione di reddit o. Che senso ha t assare met à del reddit o delle f asce più alt e per poi rest it uire loro servizi grat uit i? Meglio che li paghino e cont emporaneament e che le loro aliquot e vengano ridot t e. Aliquot e alt e scoraggiano il lavoro e l’invest iment o.
Invece, se anziché essere t assat o con un’aliquot a del 50% dovessi pagare un premio assicurat ivo a una compagnia privat a, lavorerei di più per non rischiare di mancare le rat e”. (Corriere della Sera, 23 set t embre 2012). E non mancò neppure la copertura da “sinistra” all’idea di Monti: così il governatore della T oscana, Enrico Rossi, non esitò a af f ermare: “Cont inueremo a razionalizzare le spese ma bisogna andare olt re e con i sindacat i già ne discut iamo: vanno creat e assicurazioni mut ualist iche per diagnost ica e specialist ica, ormai la ret e del privat o sociale of f re prest azioni a prezzi concorrenziali con il servizio sanit ario nazionale per chi non è esent at o dal t icket ” (La Repubblica, 24 Novembre 2012). Vedi post SSN: allarme rosso.
T roppi erano, già allora, gli indizi per non capire quale era la direzione che si voleva f ar prendere alla sanità italiana: quella del privato e delle assicurazioni. Del rest o il messaggio cont enut o nella let t era di T richet e Draghi indirizzat a al governo it aliano nell’agost o 2011 era inequivocabile:
rif orme radicali per privat izzare su larga scala servizi e prof essioni.
Inizia l’assalto all’universalismo, made in Italy. Nessuna legge di rif orma all’inglese o alla spagnola: troppo pericolosa elettoralmente. Assalto all’universalismo, senza dichiararlo. Con list e d’at t esa inf init e e t icket alle st elle, si può f are. Del rest o quando l’assessore alla sanit à della T oscana, senza ombra di rammarico o scusa, af f erma “Già oggi t ant i si rivolgono a Misericordie e Pubbliche Assist enze per visit e e esami (a pagament o ndr) vist o che il pubblico espelle dal suo circuit o un numero enorme di persone non garant endo la t empest ivit à delle prest azioni”, (La Repubblica, 3 ot t obre 2015), il governat ore Rossi può dirsi pienament e soddisf at t o: missione compiut a.
Il patto, stracciato, della salute
L’assalto all’universalismo all’italiana contempla anche la squallida pantomima di un Patto per la salute tra governo Renzi e regioni f irmato in pompa magna a luglio 2014 e disdetto tre mesi dopo (vedi post Il pat t o st racciat o e l’idea shock di Rossi).
La pant omina si ripet e nel 2015: la legge 6 agost o 2015 n. 125, prevede un increment o del f ondo sanit ario per il 2016 (113,1 mld di euro), ma viene annullat o dalla legge di st abilit à appena present at a, che st abilisce per il
prossimo anno un f inanziament o di 111 miliardi di euro, 1 mld in più rispetto al 2015, ma 4 mld in meno rispetto a quanto stabilito nel Patto per la
salute e 1.5 mld in meno rispetto ai livelli di f inanziamento del 2010. Da not are che il mld di euro in più previst o per il 2016 non bast erà a coprire le maggiori spese per nuovi f armaci e vaccini e l’erogazione di nuovi Lea, il t ut t o calcolat o in olt re 3 mld di euro.
Ma il de-f inanziamento “coatto” non può conoscere soste. Il servizio sanit ario nazionale non deve riprendere f iat o: inf at t i la legge di st abilit à 2016 all’art 34 recit a: “Le Regioni assicurano un cont ribut o alla f inanza pubblica pari a 3.980 milioni di euro per il 2017 e 5.480 per ciascuno degli anni 2018 e 2019, nel rispet t o dei livelli essenziali di assist enza, da recepire con Int esa sancit a dalla Conf erenza St at o Regioni ent ro il 31 gennaio di ciascun anno”; è lo st esso meccanismo che quest ’anno ha t olt o alla sanit à 2.3 mld di euro e che nei prossimi anni potrebbe costare al SSN oltre 8 mld di euro.
Quasi una f amiglia su due rinuncia alle cure
“Lunghe list e di at t esa nella sanit à pubblica e cost i proibit ivi in quella privat a.
Per quest o quasi una f amiglia su due rinuncia alle cure. Nel 41,7% dei nuclei f amiliari, almeno una persona in un anno ha dovut o f are a meno di una
prest azione sanit aria. I cit t adini inolt re pagano di t asca propria olt re 500 euro procapit e all’anno, ment re nell’ult imo anno al 32,6% degli it aliani è capit at o di pagare prest azioni sanit arie in nero”. La f ont e è una ricerca del Censis,
riport at a dalle news online, ma rapidament e scomparsa dalla circolazione: dai giornali, dai t elegiornali e dai t alk show. Il governo non gradisce: l’assalt o
all’universalismo c’è, ma non si deve vedere. Le vit t ime ci sono, ma non se ne deve parlare.
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Si t aglia la sanit à, per t agliare le t asse, per rilanciare i consumi e l’economia, quest o è il ragionament o che si sent e di cont inuo. E se f osse vero il
contrario? Se le f amiglie, invece di consumare, mettessero da parte i soldi nel timore di spese impreviste per la salute? Pensino i nost ri
commediant i che il primo sist ema universalist ico al mondo, il NHS brit annico, era nat o proprio per quest o: per sollevare le persone malat e dalle
preoccupazioni f inanziarie: “You are all paying f or it , mainly as t axpayers, and it will relieve your money worries in t ime of illness” (Minist ry of Healt h, 5t h July 1948 – vedi f igura).
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