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DI INGEGNERIA SANITARIA

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A NO IV, . 23. ToRINO, 1° Dicembre 1908.

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f\1\!I~lrl\ 6 6 6 6 6 6 6

DI INGEGNERIA SANITARIA

E riserva/n la proprietà letteraria ed artistica degli articoli c di- segni pubblicati nella RtnSL\ DI lNGEG~ERIA SA~!TARIA.

MEMOI\IE ORIGINALI

L\ CAS.\ :\lODER.:\A.

(Continuazione vedi~-22)

li tipo .:\. IO rappr~senta un modello di ,-illetta Yeramente economica. li costo complessi,-o infatti non superò le 16.ooo lire compreso in detto prezzo tutti i finimenti interni eseguiti con ogni maggior cura. Nel complesso la costruzione si el.~Ya per due piani fuori terra , in più è cantinata per tutta la sua estenzione ed ha un sottotetto sufficientemente am-

pio per poter capire suppellettili domesti- che o quant'altro Yen- ga me;;so fuori sen·i- :::o da una famiglia.

:\lalgrado la mod~­

stia del costo della co-

to grande che guarda nel giardino e che, molto op- portunamente, è i n comunicazione di r~tta con l'an- ticamera in modo che da tutti gli ambienti è passi- bi] l'accesso a questo complemento tanto utile di una casa moderna, senza che si d bbano disturbare gli inquilini, di altre stanze.

l\~1 piano superiore sono rica;-ate tutte le stanze da letto. Quella matrimoniale, grande, ben arieg- giata ed illuminata, è d'angolo, le altre di dimen- sioni più modeste, sono ricaYatc a quest'ultima la- teralmente, con capacit~t calcolate in- rapporto al loro ufficio.

Anche in qu~sto piano troYiamo riprodotta la Yerancla del piano terreno. solo che per ragioni eco-

nomiche non la si co- perse e quindi in real- tà si ricaYÒ un ampio terrazzo.

Al sottopiano sono t • collocate le Yarie ca n-

ti ne tutte clisi m pegna- te da un atrio nel qua- le immette la gabbia della scala.

struzione le piante so- no SYiluppate in mo- do che ogni sen·izic trova u 1ì posto con- Yeniente. Così in qurl- la del piano terreno trO\·iamo: una gran- de stanza di soggior- no. ottimamente illu- minata perchè du~. e ampie, sono le aper- ture che i n essa pro- spettano; una stanza

da pranzo con grande Tipo ro \-dut:\ totogrJfi :J della villetta.

Dal iato artistico i 1wero questa p a laz-

;:;;;a doYuta all'ar- chitetto L. Jahn di F+argemi_inde, non ha gran che di carat-- teristico. f: un'espres- sione modesta di li--

ne~ poco originali e di conseguenza anche poco sentite. I tenta- finestra doppia' che g~arda Yerso giardino.

I due ambienti sopra ricordati sono poi disimpe- gnati da un'anticamera alquanto grande, di forma irregolare, sulla quale immette: la gabbia della scala, da una parte, e dall'altra un breYissimo cor- ridoio che disimpegna la latrina, comune p~r tutto il piano. La cuci a, prOYYista di dispensa, ha una porta di comunicazione diretta con la ricordata an- ticamera.

Compi ta questo piano una Yerancla coperta mol-

tiYi alquanto stentati, di SYiluppo di motiYi, non sono certo spontanei: come risalta subito ~samina

do lo SYolgersi della decorazione della Yeranda che risulta si gata dal resto della costruzione, e con in- tendimento certo non arm nico. Bisogna però te- ne( conto neUa critica che l'architetto aye,-a a di-

sposizion~ nwzzi molto limitati e di conseguenza limitate erano pure le risorse decoratiYe alle quali pote,-a riYolgersi. Ebbe 1n queste contingenze al- meno il grande merito eli applicare artifici molto

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RIVISTA DT I:\CEG:-<ERIA SANITARIA

s~mplici, priYi eli qualsiasi pretesa, per ricayare gli effPtti e più che altro si ser\"Ì ali' uopo dei moYi- menti altimetrici c!Pl!o facciate e delle aperture.·

Altro tipo eli costruzione molto ,·aria da quella sopra descritta è quella, clO\·uta all'architetto Benz eli Esslingen. e che presentiamo n~lle grafiche del

Tipo IO - Pi~uta piano terreno - StaUZ<l di soggiorno · 2

Stanza d~ Pranzo - 3 Cucina - 4 Anticamera -5 \"eranda 6 Latrina - 7 Di~pensa.

tipo 1 1. La Yilletta orge sul culmine eli una collina dominante uno spazio alquanto Yasto, è in rapporto essenzialmente a questa esigenza di ubicazione che ne fu studiato lo sfruttam~nto dell'area a disposi- ZIOne.

Si comprende come un edificio, per quanto mo- desto nelle proporzioni, che doYeYa sorgere in lo-

Tipo ro - Pian t~ primo piano- I Letto matrimoniale· 2 Letto famiglia · 3 lhgno - -1- Anticamera · 5 Balcone.

calit2l tanto fortunata, doYesse essere studiato 111

modo sp~ciale. Lo Yiluppo massimo delle aperture si doYeYa SYolgerle al primo piano, come pure in questo piano cl Ye\·ano es ere ricaYati molti balconi coperti .. \ltra esigenza, portata dalla località, fu an-

che quella di costruire annessa alle piante una tor- retta, dominant~ l'intera costruzione, nella quale si potesse rica,·are nella parte sua più alta una spe-

Tipo IO Prospetto geometrico=\·aso giardino.

cie di beh·ederc. Tutte queste esigenze furono in gran parte risolt~ felicemente dall'architetto che seppe così mantenere una buona armonia tra ìl con- cetto razionale e quello costruttiYo che presiedettero al suo studio. Premessi questi breYi consid~randi

~ ~ ~

~

Tipo IO - Prospetto geometrico verso giardino.

sul tipo scelto, Yediamo come esso fu sYiluppato p l an i metricamente, nonchè alti metricamente.

L'insieme della costruzione si el.~Ya per ben quat- tro piani, dei quali tre posti fuori terra ed uno per metà è cantino e per metà è a giorno.

RIVISTA DI I:\GEGl\EIUA S:\l\lTARlA

Dei primi, due sono Yeri piani di abitazione, m~n­

tr.~ il terzo è un sottotetto molto rialzato e perciò adibito ad abitazione molto Yantaggiosamente. La

Tipo ro - S.:zione trasversak.

torretta che si troYa collocata di fianco alle singole piante, e formante corpo quasi del tutto staccato, raccb i ude la gabbia della scala che sen·e completa- mente la palazzina.

:.J·::lia pianta del piano terreno, che per quanto si è eletto in rapporto alla distribuzione generale dell'edificio, è alquanto rialzato da quello esterno generale di campagna, troviamo: un ingresso-an-

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17·.---- - +1

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Tipo 11 - Pi~nta p:~no terreno - 1 Anticamera - 2 St~nza da Pranzo - 3 Salotto - 4 Studio . Stanza di soggiorno · 6 Cuciru · 7 Dispensa.

ticamera, alquanto ampio che disimpegna totalmen- te il piano ~ che nel contempo occupa la parte cen- trale, quindi non illuminata di esso, a questo am- biente si arriYa, molto comodamente, dalla breYe scala ricaYata nella parte inferiore della torretta;

una stanza ùa p:~nzo spaziosa, ben illuminata, che

immett~ in una Yeranda cope(ta e chiusa che a sua Yolta ha diretto ingresso nell'anticamera, in questo modo si pron ·ide questo ambiente di doppio di- simpegno; uno studio, che può servire anche come salotto, 1n rapporto dir tto con la stanza da pranzo, dottato di tre grandi apertur~; una stanza di sog-

"'

Tipo 11 - Pianta primo piano - r Stanza letto matrimoniale

2 Veranda - 3 Stanza letto --1- Letto o cucina- 5 Anticamela

· 6 La\·abo o dispensa - 7 Latrina.

giorno, molto grande che è in comunicazione eli- retta con tutti gli ambienti del piano; una cucina, con dispensa annessa, che si apre e Yerso l'antica- mera e direttamente Y~rso !"esterno; chiude infine la serie degli ambienti rica\·ati nel piano terreno, uno stanzino nel quale può troyare ricoyero oltre che la latrina anche un bagno. V~dremo più avant;

-~t

Tipo 12 - Pianta piano terreno - 1 Anticamera - 2 Stanza da Pranzo e soggiorno - 3 Salotto - -1- Ingresso - 5 Lavabo e deposito indumenti - 6 Corridoio 7 Cucina -8 Dispensa - 9 Guardaroba.

percbè si progettò la installazione di quest'uliirn:;

sen·izio anche ·nel piano terreno.

_\! primo piano la distribuzione degli ambienti è riprodotta tal quale come in quello descritto. Tro

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RIYIST.\ DI I~GEG).lERIA SANITARIA

esso sono ricaYat~ numerose stanze da letto, di cu- batura e pianta ben studiate, tutte disimpegnate dall'anticamera. "\_;na stanza,. precisamente quella matrimoniale, oltre che aYt~re una grande finestra ed un grande balcone sporgente chiuso,· è anche in rapporto diretto con la Yeranda coperta. son aposta a quella esistente n~l piano sohostante. Compl-:ta la distribuzione l'ambit>nte per la latrina c: bagno nonchè un piccolo ripostiglio che può sen·ire o per

Tipo 12 - Pianta primo piano- 1 Stanza Letto matrimoniale -

2 Letto bimbi-3 Anticamera-4 Lavabo -5 Bagno - 6 Balcone coperto -7 Passaggio - 8 Stanza bimbi -9 Studio.

deposito biancheria sudicia o per altri usi riflettenti le esigenze dei sen·izi domestici.

Il secondo piano è in tutto simile a quello già de- SC!"lttO come numero di Lxali in esso ricaYati e co- me distri huzione scelta, naturalmente eh la i m 11'!-'·

diata presenza del l~ falde inclinate del tetto sovr ,.

poste a qu-:sto pia- no, hanno obbliga- to l'architetto a di- minuire in esso il numero delle aper- ture. ~Ialgrado pe- rò questo inconYe- rJientc ogni stanz2

\ pron·ista eli aper- ture basteYoli per- chè nel l 'ambi~nte

sia prOYYisto con- yen ien teme n te alle esigenze della illu- minazione e clelb aereazion-:.

?\el s ttopiano Jn- fi ne sono rica,·ati tu t ti i locali di ser-

Abbiamo più opra accennato alla esistenza nei Yari piani di un ambient~ atto a comprendere una installazione pel bagno. Il pro~ettista ha dispost ciò perchè in caso fosse pportuno diYidere la Yil-

Tipo 12 - Pianta secondo piano :- 1 Anticamera 2 Letto per- sone sen·izio - 3 Gnardarob, e deposito biancheria · -t Lavabo - 5 Passaggio -6 Stanza Letto a disposizione - 7 Ripostiglio.

letta in Yari alloggi si potesse a\·ere in ogni piano tutti gli ambienti necessari ad una famiglia. Lo scopo prefìssosi dall'architetto fu pi-:namente rag- giunto e di ciò si resta co1winti anch da un rapido esame alla distribuzione data ai locali nei vari piani. Per quanto ha rapp rto con la parte decoratiYa delle facci?te poco han·i da rimarcare. L'insieme dei motiYi. i m·-:ro molto semplici, sono opportuna- mente lefZati tra loro con grande sobrietà di con- cetto. L'e. etto è ottenuto quasi compLtamente dalle aperture che si presentano di forme e dimensioni molto varie, come anche la loro distribuzione è molto dissi m metri- ca ed ottenuta con bizzarria di conc~t­

to. ~[algrado que- st'insieme alquan- to strano, il tutto si presenta armoni- co ed appare pure

lo studio accurato ::hc l'architetto con-

dusse per stabilire un giusto nesso tra dee razione ester- na, locali interni e scn·izi generali dei Yari piani.

YIZI : cantine, Ja.

Yanderia, deposito

combustibile, non- Tipo 12 - Yeduta fo ografi~a della \'illa

L'esempio di co-

~truzione rappre- s ntata dal tipo 12

è stato inspirato certame n te ali' a r- e-h i t tto Runkler eli chè una piccola st>rra p?r fiori dispo ta n~lla parte

del fabbricato che sporge quasi totalmente dal ter- reno per le pendenze e contr0pendenze di esso.

Zurigo, dai Yillini, tanto caratt~ristici e singo- lari nello SYi l uppo della distribuzione i n terna, i n- gle;:;i. Infatti, esaminando le piante,_ non troYiamo

RIVISTA DI I~GEG:--JEI\IA SA~lTi\RIA 3 17

più in esse una distinzione precisa tra i Yari am- bienti cl1e le compongono, ma inYece esiste solo una netta diYisione tra locali di ordinaria abitazione e quelli usati pei sen·izi della casa. L~ divisioni poi

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Tipo 1 I - Prospetto geometrico verso giardino.

singole delle stanze esistenti m questi due ri- parti è molto ridotta, anzi tanto ridotta che quasi si potrebbe concludere che ogni casa è composta di due soli grandi ambienti, tramez- zati nel loro intc no opportunamente per toglie- _ re a loro un po' di vastiUt che altrimenti

s ar~ b-

_____..---

be eccessiva.

~on è qui il caso di discutere sulla opportu- nità di questo tipo di pianta, è però certo che

adottandolo si Yi ne a guadagnare spazio nel 1urrrrrHr,rro111 complesso della planimetria, come d'altra parte·

!'ins;~me della pianta r,iescirà più arieggiata e meglio illuminata, di quanto lo sarebbe stato se si fosse s,·olto i n altro modo la distribuzione interna. E' però anche necessario tener sempre.'

present~ che anch" in questo caso, come in mol- ti altri, l'assoluro non cl:n-rebbe esistere, e quin- di che questo ti p o tutto speciale deve essere solo usato n~i ,-ari casi o,·e per condizioni di località ,·enga consigliato a preferenza di altri tipi.

Come consegu~nza di quanto esposto più sopra ne risulta che quPsto genert> di costruzioni de,·ono aYere profonditit alquanto ridotta perchè quel tale

unico ambit>nte possa trovarsi in buone condizioni e più ancora perchè lo stabile staticamente risponda

Tipo I 2 - Particolare della Decorazione interna.

ad una com·eniente stabilità. Le piante che presen- tiamo nelle grafiche del tipo r 2 rispondono precisa-

~. fiO .

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Tipo I 1 - Prospetto geometrico ''erso Yia

mente a questo concetto g~nerale. I n quella del piano terreno noi troviamo : una grande stanza eli ingresso nella quale immette la gabbia della scala,

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)18 RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

da questa si ha accesso diretto alla stanza da pranzo, che sen <:: anche come ambiente di soggiorno, ed a quella da riceYere; lateralmente a questo ingresso è collocato un piccolo ambiente destinato a ricove-

ro degli indumenti usati all'esterno della casa. Questa desc(itta sarebbe la sola parte della casa, precisamente cl<::stinata agli abitatori, che si SYOI- ae in un ambiente unico, lateralmente ad essa

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sono ricaYati i yari ambienti pel servizio del piano in questa parte trO\·iamo: la cucina, grande e ben illuminata, una dispensa con molti armadi, pel de- posito delle derrat~, già ricaYati nella costruzione, ed una stanza usata come guardaroba. La latrina è posta in posizione centrale tale che l'accesso ad essa è comodo da qualsiasi punto dell'alloggio.

Nel primo piano sono ricaYate tutte le stanze da l~tto, noteYole tra esse quella matrimoniale ampia pronrista di ben quattro finestre, sono poi disposti

Tipo I I - Prospetto verso giardino.

i yari camerini di serYizio come : bagno, latrina e

!aYabo. In ogni ambiente si tt·O\·ano armadi a muro molto grandi pel rico,·ero di biancheria ed indu- menti. le] secondo piano si riproduce con l~ggere ,·arianti, la distribuzione indicata pel primo piano, in ~sso troYiamo pure una latrina ed altri piccoli ambienti per lavabo e deposito suppellettili.

La principale caratteristica dell'archit~ttura di questo tipo di villetta è di essere decorata con gran-

de semplicità e di aYer grandi aperture che quasi Yengono ad occupar~ totalmente i prospetti. La sola decorazione, se tale si può chiamare, è ottenuta a mezzo di effetti d'ombra dati dalle sporgenze, molto pronunciate del tetto che si protrae, molto irr~go-

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Tipo r 2 - Prospetto di fianco.

ìarmente e con dissimmetria spigliata, oltre il piano dei muri di ogni singolo prospetto.

Riportiamo un particolare di interno di questa Yilletta che meglio d~i ragionamenti, yarrà a dimo- strare come realmente i piani, pur essendo costi- tuiti di varie stanz~, queste in fine però si compon- gono per formare un solo grande ambiente.

(Continua). B.ini.

LA VENDITA DELL'ACQUA POTABILE NELLE CITTA.

Contatori di'versi e apparecchi limitanti il deflusso.

Al complesso problema della distribuzione del- l'acqua potabile nelle città, è intimamente connesso qu~llo del controllo della quantità d'acqua venduta agli abbonati, questione ancora molto dibattuta cau- sa il diYerso punto di Yista dei fautori del control- lo mediante contatori, e dei fautori della distribu- zione con apparecchi a limitazione del deflusso.

Alcuni affermano es~,~rvi antagonismo tra l'uso di contatori di qualsiasi forma, e la distribuzione veramente democratica dell'acqua; altri sostengono che solo coi contatori si possono sah·aguardare gli interessi e delle amministrazioni e dei priYati

Riassumiamo quanto s~gue da un articolo di P. Juppont (Génie ciYil 23 gennaio 1909), dove la que- stione è ampiamento trattata.

:\J. \. Bergès, antico direttore del serYizio del- l'acqua potabile di Lione, non è molto favorevol all'uso dei contatori che egli con:idera com~ desti-

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITAlUA 319

nati specialmente ad evitare lo spreco, non a con- tare. Secondo lui l'acqua donebbe essere distribui- ta ai meno abbienti con una semplic<:: tassa d'uso, proporzionata ai loro mezzi, senza limitazione di quantità, e tuttaYia senza perrnetterne lo spreco. Ma questo principio, più filantropico che amministrati- ,.o, non è molto pratico, infatti come fissare questa tassa proporzionata ai mezzi finanziari di una fa- miglia, quando lo stabilire l'entità di questi mezzi è difficilissimo e soggetto a molteplici cause d'errore? Il principio di :\1. Bergès, è, che il pagamento dell'acqua de\·e essere una specie di tassa sulla ren- dita, concezione completamente falsa mentre è più razionale considerare l'acqua come una mercanzia, e se un abitante per sua comodità, per risparmio di tempo e di fatica, Yuole aYerla in casa, deYe pagare in proporzione d~lla quantità che consuma.

Ai fautori degli apparecchi a deflusso limitato, si può fa1; osserYare la poca praticità di apparecchi che obbligano ad una prolungata immobilizzazione della mano su un battono a pressione, e l'attesa im- paziente daYanti ad un orifizio dal quale scorre un sottile filo d'acqua. D,~! resto con questi sistemi per eYitare uno spreco d'acqua, si spreca inYece tutta l'energia che si è spesa per m·erla sotto pressione e ciò senza alcun Yantaggio per il consumatore.

Amm~sso che l'acqua, come gli altri prodotti del- l'industria, è una merce da vendere ad un dato prezzo unitario, si comprende la necessità di misu- rarla, ed i contatori realizzano questa operazione in-

dipendentement~ da chi vende e da chi compera.

I contatori si diYidono in due grandi classi: con- tatori del volume e contatori della Yelocità; nei pri- mi lo spostamento dell'ago indicatore è proporzio- nale al volume d'acqua. I contatori del volume so- no degli integratori diretti, fanno cioè l'addizione delle quantità di cui si c~rca il totale; i contatori della Yelorità sono degli integratori indiretti, tota- lizzano una grandezza (Y=Yelocità), funzione di quella che si cerca (Y=YOlum~). Se il rapporto Vfv non è sensibilm~nte costante. il contatore non è e- satto, e l'errore eli registrazione è una funzione va- riabile secondo ogni apparecchio, e secondo i di- Yersi istanti che si considerano, secondo l'usura, secondo le Yariazioni dell'attrito, ~d a seconda del- le impurità che possono penetrare nel contatore modifìcandone le indicazioni od arrestandone il fun- zionamento.

Secondo l'autore, sono necessari i ~.~guenti re- quisiti in un buon contatore: precisione con ogni erogazione d'acf]ua; anche con un funzionamento prolungato l'apparecchio deYe consen·arsi in buone condizioni; prezzo moderato; manutenzion.~ facile e poco costosa; perdita di carico utile minima; fun- zionamento silenzioso; poco peso; volume non in- gombrante ed aspetto soddisfacente.

I requisiti cambiano però un po' secondo gli au- tori, così ~I. Claus e Pooinsard domandano: co- struzione s.~mplice, accurata, robusta; impiego di metalli che non possano contaminare l'acqua nè es- serne intaccati; precisione per quanto è possibile perfetta e non suscettibile di alterarsi coll'uso; ispe- zione facil~, manutenzione facile e poco costo!::a; piccolo volume, poco peso, funzionamento silen- zioso; prezzo moderato. La funzione dei contatori essendo quella di far pagare oani consumatore in

proporzione della quantità d'acqua consumata, è chiaro come il primo requisito di questi appar~cchi

debba essere l'esattezza.

I contatori a disco oscillante, classificati da certi autori in una categoria speciale « contatori misti n,

sono in realtà dei contatori del YOlume.

La città di Parigi, finora non ha accettato alcun contatore della velocità, p~rchè i tipi presentati non aYeYano una sensibilità sufficiente per i mm1mi consumi usuali; infatti tra i di\·ersi modelli di que- sti contatori, con IO metri di carico ed un calibro eli 2? m m. si osservarono Yariazion i della sensibi- lità da 6 a 30 litri all'ora e con un calibro di 40 mm.,

\·ariazioni da roo a 500.

Prendendo un paragone in un altro ramo del- l'industria, questi contatori equivarrebbero a dei contatori per l'el~ttricità di 18200 watts per es., che cominciassero a segnare solo dopo i 2,10 watts, cosicchè un abbonato potrebbe aYere 200 lampade a filo metallico, accese tutto il giorno, senza sbor- sare un centesimo.

Per r~ndersi conto dell'importanza della sensi- bilità dei contatoci e delle conseguenze finanziarie che possono derivarne, basti la segue n te conside-

razione: con contatori della velocità eli calibro di 20 mm. il limite della sensibilità è in media di 40 litri, f!Uindi un abbonato in 24 ore può aYere 24 x 40 = 960 litri d'acqua completament~ gratis.

e quando, come a Parigi, si hanno 85.000 conta- tori d'acqua, si comprenderà l'interesse di chi ven- de nel rifiutare i contatori non sufficientemente sen- sibili.

Per risponde~e a chi abbietta che il nolo dei con- tatori costituisce una imposta sul consumo dell'ac- qua, il cui tasso supera il valore del prodotto col- pito, si può citare l'esempio della città di Carcas- sonne dove si hanno tr-:> tipi eli abbonamenti:

1 .o per piccole concessioni. risen·ati agli al- loggi con prezzo d'affitto inferiore alle 300 li~e : d;::

diritto a 3oo l. al giorno, pagando- 18 lire all'anno.

2.0 Quando gli affitti superino le 300 lire ed an- nesso all'alloggio \·i sia un piccolo giardino : dà diritto a Jooo Itri al giorno e costa 36 lire all'anno. 3·0 P~r tutti gli altri casi: dà diritto a 1500 litri e costa 5-+ lire all'anno.

(5)

)20 RIVISTA DI INGEG"t\ERIA SANITARIA

rJa città to dai suoi prie spe ~

,-olume.

contro!b i! ,-olume d'acqua consuma- abbonati e perciò ha impiantato a pro- presso i suoi utenti un contatore del

La lettura dei contatori ed il consumo ecced~nte il

è fatta ogni trimestre, ,-olume fissato dall'ab- bona mento, è pag-ato. fino a 1 ooo litri, 1n ragione di lire o, IO il metro cubo. _

L'impianto, compreso il contatore è a c~nco _del- la città che di,·idc le spese, non secondo d calibro del contatore di ogni abbonato, ma sull'insiem~ del consumo.

Con un contatore di 12 mm. il piccolo consu- matore Yiene a pagare in complesso lire 0.05 al criorno, e poche sono le famiglie che non possono

;ermettersi

qu ~sta

spesa per un oggetto eli primis-

sima nect>ssità come è l'acqua.

Come conclusione l'A. ritiene che i contatori del ,-olume, e specialmente qu~lli a disco oscillante, sono da prcferirsi a quelli della Yelocità. A. C.

QUESTIONI

TECN ICO - Sfi NITfi RIE DEL GIO RNO

IL LABORATORIO DI SAGGIO

DEI MATERIALI

DELLA SCUOLA TECNICA SUPERIORE

DI DARì\lSTADT.

E' una complessa installazione, ispirata a ben?.

intesi concetti di modernità e in pari tempo di economia, merc. è la quale la scuola supe- sagg1a

x y .

G J

E

E Alloggio del capo di laboratorio - F Laboratorio di _.:himic~

- G Sala dei provini di cemento - H Sala di preparaziOne det provini di cemento - K Sala di refrigerazione - d: forno _dt cal~

cinazione - e' tavola da laboratorio - f' cammo dt tiraggiO - k scala girevole - l' ghiacciaia - m' motore elettrico.

rio re tec n i ca eli Darmstadt si accresce di laboratori' utilissimi, per non dire indispensabili allo stato

attuaL~ dell'insegnamento tecnico industriale. r\e offre dettagliate notizie uno studio eli ::\1. Berudt, apparso sulla Zeils. cles i'er. dentsch. Ing. (21 no- ,·embre 190S).

11 nuO'>O edifizio compr nde il laboratorio d_i sag~ o·io dei materiali propriamente d~tto, le offiCine eli

~r eparazi o n e

dei prO\·ini, sia metalli_ci sia in al- tri materiali, un laboratorio per es!}enmentare mo- tori a aaz uno dedicato all ricerche chimiche.

o ' d l

alcuni magazzini e l'alloggio, infine, del capo ~-

laboratorio. Di massimo interesse è il laboratono di saaa00 io dei materiali, nel quale trO\·iamo una

A Sala di saggio dei materiali - B e B' laboratori di preparazione dei provini metallici - C Sala dei motori a esplosione · _D Ba- ani e vestiari - M Armadi - a pressa Schenk - b macchma per :aggio dei materiali metallici -c pressa Martens -g macchina Pohl meyer con moltiplicatore - h pressa orizzontale, \Verder- ~ I~10·

tore _ n motore a gaz Korting - y motore a aue tempt Kortmg z motore Dt"utz - x motore Adler.

pressa orizzontale di \Verder, da 100 tonnellate, una macchina Pohlmeyer da 50 tonn., alcune pres-

S::! idrauliche di vari; potenza ed una ~acchin~

TarnooTccki di precisione per la prova de1 metalli allo

sf~rzo

eli trazione, noncbè una macchina elet- trica sistema Scbenk, per lo stesso scopo.

Una completa raccolta degli utensili più _perfez~o­

nati. arricchisce le sal~ di praparazione de1 prov1n1 metallici, utensili atti sia alla laYorazione dei me- talli, sia a q L1ella delle pietre ~ dei materia~i da co~

struzione. l! laboratorio per la proYa de1 moton a o·az risulta di due distinti locali; nd l'uno sono di;posti un gazogeno sospeso al giogo

~ · ~n a

bilan-

cia, per Yalutare il consumo di combustibile, ed un contatore sisLema Steinmi.iller; nell'altro un motore a petrolio l eutz, un motore d'automobile .-\dler e due eli, ersi motori Korti ng. ·

Gli ambienti finora acc~nnati fanno parte della costruzione mag-giore e principale : la minore com- prende, oltre a -picculi laboratori d'uso speciale, ]'alloggio del capo clt>i sen·izl del lab~ratono, al- cuni -magazzi.ni, ed un apparecchio fngonfico acl acido solforoso. 0/on furono dimenticati la sala da

,

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

bagni ed il Y~stiari per il personale, opportuna- mente disposti in un piccolo corpo di fabbrica spor- gente, annesso al fabbricato principale, con accesso dai laboratori ed uscita libera all'e terno.

Cl.

.:-L\COR_\ L\TOR.\'0

.\LLE :.\TCVE LL\lP.\.DE ELETTPICHE co

x

FfL.-UlE:.\TTJ .\l ET:-\.LLlC[ O ::\lETALLIZZATI

La Rivista ha cercato di seguire le numerossime inno,·azioni che da cinque anni Yanno facendosi in mat ria di incandescenza ~lettrica, sebbene le mo- dificazioni e la trasformazioni siano diYentate co~ì numerose frequenti e susseguentisi senza posa, da rendere diffitile il 't~rier nota di tutte.

Oggi riferiamo uno studio del ::\lartin, una com-- petenza in materia, che contiene anche qualche ele- mento utile alla pratica e rif~rentesi alla compara- zione dei di,- rsi tipi di ·n lOYe lampadine, proposte piti di recente per la illuminazione elettrica ad In- candescenza.

Tutte 1,~ nuo,-e lampade ad incandescenza - un esercito di almeno trenta tipi - deri,·ano dirett·t me n te dalla orma i Yeccli i a ·]a mpacla eli E di soli a filamento di carbone. E' anche nota la storia del iìlamento che si faceYa una YOlta colla fibra di bambou carbonizzato e cbe oggi, in maniera assa1 più semplice, si fabbrica partendo dal cotone puro, disciolto ·in collodion riscaldato, passando poi la soluziune nell'acool, OY~ una macchina speciale lo arrotola così da formarle un finissi- mo filamt>nto che si essica an·olgendolo attorno ad un cilindro eli acciaio riscaldato. Una Yolta che il filamento così essicato ha raggiunto il grado YO- luto eli secchezza. esso ,-iene tagliato nelle dimen- sioni YO!ute ed è introdotto di poi assieme con cleìla torba in una scatola di acciaio, che Yienc:

sottoposta acl una temperatura sufficiente per car- bonizzare i filamenti . .\'è è finita così la parte pitr delicata della Ja,·orazione: bisogna ancora portare alcune ,-olte i fili all'incandescenza, tenencloli nella gazolina e p i montarli. Per ultimo l'ampollina Yiene sottoposta alle manipolazioni necessarie per ottenere il n1oto nell'int<C:rno.

O<zgidì moltt> delle difficoltà tecniche che si col- legano alla preparazione delle lampade a incancle- , ccnza, sono ris l te in mode è,-:fìnitiYo, e le lam- padine ad incancle cenza possono Yenclersi a prezzi molto bassi. Però resta o i graYi cliffetti insiti nel- la l ro natura : enorme consumo eli energia (-t watts per candela), luce facilm~nte rossastra.

Tl primo Yt>ro progresso nella fabbricazione delle la m p a c\ p elettriclw è stato com p i u t o colla costrLl- zione delle lampade così dette a lìlam~nto eli car-

3 2 I

bonio Illetallizzato. Sebbene la differenza eli costi- tuzione dei filamenti così eletti metallizzati, in con- fronto con quelli comuni, sia piccola, pure J~ ri- su ltanze pratiche eli utiJ i tà non sono indifferenti. I filamenti metaliizzati, prima di essere portati al- l'incandescenza nei Yapori di gazolina, sono car- b nizzati in un forno elettrico riscaldato a tempe- ratura el~,·atissima. T filamenti dopo il trattamento al forno lettrico, sono portati nella gazolina OYe si rendono incandescenti, dopo di che si riscaldano n uoyamen t?. ad altissima temperatura, i n un a m 1- scela di Yapori di idrocarburi.

Dopo il trattamento il filo carbonizzato, assume un aspetto speciale : sulla sua sup.~rficie si deposi- ta no dei materia! i eli aspetto meta]] i co, estrema- mente tenue, che non è se non del carbone in uno stato speciale. I filam":'nti sono assai più fini e più resistenti di quelli delle lampade precedenti, e più

>-:. ~ Fil:tmenti tungsteno

u

per 110 Yolf

Fibmenti tungsteno ::t bassa tensione

Fibmenti di t::tnt:tlio

on ogenei: il che Yuol dire che consumano una minor quantità di energia. Così i iì.lam-:nti per 24 candele non consumano se non 3,3 \\·atts per can- dela durano senza danneggiamento per almeno

{:JO ore.

Questo primo passo ncn poteYa essere c\.~fìnitiYo, nè del resto es o rendeYa ancora Ja incandescenz:-~

cleLtrica ace ~sibile alle borse mod1-:ste, in confron- to al gaz che in alcune località è sceso a prezzi ir-

~·i sori".

Si tent:.l\·ano da Yenti anni le utilizzazioni delle terre rare n l probl<C:ma della illuminazione dome- stica con lampadine a incandescenza. Siemens nel

1883 awnt dato la chi:1,·e di ,-olta di queste utiliz- zazioni. enunciar.do il principio, che occorreYa, allo

~-copo di a\·erc una illumi:wzion-: economica, dei f.._

lamenti capaci di ·opportare senza det riorarsi, senza fondere e enza disa_Q"gregarsi, delle tempe- rature superiori a 2000°. Ciò ~ra conseguenza, del resto, del principio genei·ale che la parte Yisibi.le delle radiazioni emesse dai filamenti, cresce colla temp~ratura del corpo sottopo to alla incandescenza..

Le terre rare erano indicate per· questo scopo,

(6)

)22 RIVISTA D! l JGEGNERIA SANITARIA

perchè si sapeva elle ess~ sopportano senza dete- riorarsi delle eleYatissime temperature.

Tutte le difficoltà t~cniche si rapportayano alla possibilità di ottenere queste terre in forma di fini filamenti omogenei, su fficien teme n te robusti per po- ter essere maneggiati.

Le proYe YeniYano fatte quasi contemporanea-

m,~nte col tantalio, coll'osmio, col tungsteno.

La prima lampadina di questo tipo che ha fatto la sua comparsa, fu quella al tantalio, che si è dif- fusa con grandissima rapidità, specialmente dopo

eh~ il Von Bolton riuscì a superare la difficoltà di una buona preparazione. Egli preparò allo scopo una pasta di paraffina e d'ossido di tantalio e ri- ducendo la massa, potè così ottenere del tantalio pressochè puro con una densità di 17, capace di

esse~;.~ tirato in fili sufficientemente resistenti. Nel I903 le prime lampade a tantalio faceYano la loro comparsa definitiva, dimostrando come per questo lato almeno, il problema potesse considerarsi ri- solto.

Le lampade primitivamente introdotte, funzio- navano a I IO Yolts e consumayano 2 watts per can- dela: meno della metà delle primitiYe lampadine a

incandesc~nza. Il filamento con la lunghezza di 65 cm. non pesa che 22 mmg ., e si è adottata la nota disposizione di una s~rie di filamenti tirati con uncini, che tutti conoscono.

Ii tantalio si dimostrò così atto alla risoluzione pratica del problema, e si comprend~ senz'altro come si sia studiata da diYerse parti la sua appli-

cazion~. Anche lo Kiczel ha introdotto un metodo di lavorazione e di preparazione di lampadine a in- candescenza al tantalio, che consiste nel filare at- traYersG ad una filiera in diamante dei colloidi del tantalio e si ottengono così d~i filamenti colloidali che si portano o nel Yuoto o nell'idrogeno a I00° :

a questa temperatura i filamenti riprendono la loro tessitura metallica e sono pronti per l'uso di alle- stire lampadine.

Il tungsteno è il secondo corpo di questa serie che abbia formato oggetto di stud'ì e di applica- zioni. Il tungsteno non fonde se non a 3~00° ed ha quindi uno dei requisiti fondamentali per servire ottimamente alla preparazione dei filamenti p~r

lampadine.

Inoltre il consumo di energia per portare il tung- steno alla incandescenza è minimo (r,2 wats per candela). 11 solo lato un po' difficile del problema, era quello della preparazione pratica del filamento. Dopo molti tentati,-i si è riuscito a fabbricare delle lampade, in verità un po' Yoluminose al tungsteno che furono post,~ ili commercio con di,·ersi nomi (osram, osmin, Z, Sirios).

Queste lampade hanno alcuni eYicrenti Yantaggi son a quelle al tantalio già ricordate: danno cioè

una bella luce bianca, ed o~frono l'altro grande ,-an taggio di aYere un filamento bene r,~sisten te al passaggio delle correnti a·lternate, mentre questa resistenza non si ,-erifica pel tantalio.

l'n inconYeni~nte del tungsteno e un po' di aru·i filamenti, è quello di un lieYe rammollimento del filo allorquando è portato ad alte temperature, tal- chè non è prudente tenere queste lampade in qual- siasi posizione, ma conYien tenerle in posizione ver- ticale riYolte in basso. Gli <,rcbitetti e i d~coratori

hanno del resto risolto bene questa difficoltà te- nendo infissi nei soffitti le lampade stesse, il che ha reso possibi!~ e facile rimediare all'inconveniente citato.

Un ultim.o tipo di lampade, recentissimo, sul quale si sono anche pubblicate delle indicazioni er- ronee, è la lampada al silicio1 o lampada helion.

Il nome deriva solamente dal fatto eh~ lo spettro di queste lampade al silicio, si avYicina in maniera considerevole allo spettro solare. Il filamento non è di silicio come qualche rivista ha detto, ma è un fi- lamento sottilissimo di carbon~, riYestito di silicio, in forma di un ri,·estimento ben omogeneo e ro- busto. Il filamento è resistente, e può durare alme- no 1000 ore senza accusare diminuzioni di lumino- sità, ed ha il pregio invidiabil~ di consumare I,2

watts solamente per candela, con tensioni di rIO

Yolts.

Per questo la lampada al silicio con qualche ra- gione è stata proclamata la ideale lampada dell'av- venire: e per certo d~lle diYerse lampade oggi in commercio, essa è qu~lla che presenta un minor co- sto di funzionamento.

Se si volessero raggruppare in un quadro i di- Yersi tipi di lampade, esaminati n~i rapporti eco- nomici, si anebbero questi dati :

Costo della Ammort.

lamoada orario Lire

Lampadina comune o,.+o o,o-1- a filamenti

metallizza ti o,6o o,o6 La•npadine a filo me·

tallico (vari i tipi) 3 a 5 0,3 5

Consumo Cl! n t. per w:ltts ora

Costo orario effett,

I IO,- 7,7 7,7-1-

6o,- 3,5 3,85 :\ell'ultimo gruppo sono comprese lampadine di tipo diYerso : un criterio comparatiYo sulla loro maag-iore o minore bontù è fattibile in limiti un po'

rel ~iYi .

Dei resto occorre mettere in rilieYO un al-

tro fatto che torna tutto a Yantaggio delle lampade a filamento metallico, ed è che il loro prezzo tende a scendere, mentr~ per le comuni lampadine elet- triche a filamenti di carbone senza trattamenti, non è possibile una ulteriore discesa di prezzo, essendo ormai questo compreso in limiti così bassi che pa- iono irriducibili o quasi. Specialmente per alcune di queste lampadine, per es. quelle al silicio, la di- minuzione di prezzo è più che verosimile.

nr\"IST A DI INGEGl\ERIA SANITARIA

Si aggiunga che si è calcolata nei quadro ripor- tato che la durata media di quest~ lampadine sia di 1000 ore: mentre per qualcuna il limite effetti,·o può ritenersi anche superiore. Sonatutto il calcolo è stato tenuto prudenzialmente molto largo, per ciò che riguarda il consumo, che per alcune lampade a filamento metallico è sensibilmente minore di quello calcolato.

Comunque si consideri del resto il calcolo, de- riva sempre una economia d~J 30 % a fayore delle lampade a filamento metallico, in confronto colle lampade a filamento metallizzato, e del 50 % in con- fronto colle comuni lampadine a incandescenza.

Forse si pensa che qu-=ste lampadine, destinate a ri,·oluzionare tutta la tecnica della illuminazione sono sensibilmente più fragili delle ordinarie: ma non Yi è che una parte di Y~ro in ciò, e solamente p~r una delle lampade. T n compenso esse diffon-- dendosi, faranno scendere il costo di produzione e non è un presagio arrischiato, affermar che si do- n anno uni,·ersalmente diffondere.

K.

LA PREVE:\TZIONE

DEGLI SCHL\CCL\~\lE:\TI TR \1\IVIARI.

Le compagnie di tram si sono in ogni tempo preoccupate di ridurre al minimo gli accidenti che si Yerificano ai pedoni i quali per qualsiasi ragione Yengono traYolti sotto le Yetture. In America lari- cerca affannosa di qu-=sti metodi ha una importan- za speciale, in quanto negli stati del nord le di- sgrazie sono di una frequenza inverosimile. A Ne\\·

York si hanno almeno ISO morti all'anno per que- sti accidenti. I l che si spiega per Ya rL~ ragioni : per l'enorme SYiluppo delle reti tramyiarie, per la ,·elocità alla quale sono lanciate le Yetture su talu- ne linee almeno, e infine per la trascuranza dei conduttori e dei pedoni.

Si comprende assai bene il nomignolo curioso dato alla parte anteriore delle Yetture tramYiarie di cuv-catcher (archiappator~ di bestiame) in mo!- te città della repubblica federale, forse pel disposi- ti,·o posto in a\·anti e foggiato a quadro metallico destinato a raccogliere le persone che si t::oYano al da\'anti del]~ Yetture.

:\la dei dispositi,·i adoperati anni addietro non y'era a lodarsi: difficilmente ripara,·ano dalla mor- te, e spesso mutaYano soltanto le sedi e i punti di contusione e di frattura.

Si sono quindi fatti numerosissimi concorsi per risoh·ere la qu,~stione pratica di un dispositivo adatto a sah·ar.e dalla morte e dalle fratture mul- tiple gli infelici che poteYano essere trascinati sot- to le carrozze.

223

Le soluzioni proposte possono ricondursi a du-=

ordini: l'uno, del quale manca ancora l'esperimen- to pratico, e che consiste nel soffiar Yia l'infelice"

che Yiene accidentalment~ a troYarsi sotto la Yet- tu ra. Si afferma che il metodo (basato sull'i m piego dell'aria compressa) dia ottimi risultati, proiettando letteralmente, e con certa delicatezza, l'indiYiduo, fuori dalle rotaie.

Le altre soluzioni, inYece, si poggiano ancora sul solito sistema dei quadranti raccoglitori. Sono stati presentati al concorso numerosi modelli e le pro\·c pratiche sono state eseguite nell'ottobre r9o8 a Schenectady sotto la direzione dell'ing. Buchanau.

Dei ,-ad tipi proposti due hanno sp~cialmente richiamato l'attenzione e soltanto questi due furo- no ritenuti pratici.

L\mo (apparecchio di \Vright e Clark) è assai semplice e ricorda taluni telai a rete metallica eh~

si troYano collocati anche sulla parte anteriore dei tram in talune città italiane.

l na specie di asse fissata all'aYanti del tram, per due segmenti elastici, pende Yicino al suolo, e si ripiega all'indieto senza violenza se incontra un oggetto Yoluminoso. Allora l'ogg,~tto viene a get- tarsi sul feuder che si abbassa automaticamente nel momento in cui si ripL~ga l'asse anteriore. Il feuder è fatto come una cuccetta più larga del binario e raccoglie assai bene e delicatamente l'indiYiduo proiettato in tal maniera sotto la Yettura. Inoltre raccoltolo lo trattiene così che non possa di b~l nuoYo rotolare sotto le rotaie.

Il modello Secley è un po' più complesso; la parte nuova è un tampone-rullo di cuoio che fa cad~re automaticamente la Yittima su uno chassis articolato.

Le proye fatte hanno dimostrato la assoluta boP- tà del funzionamento di questi apparecchi, chP possono impedire non tutte le disg-razie tramyiarie, ma certo le più frequenti e le più graYi.

K.

NO TE PI\A Tf<±IE

.\I.\CCHI'\.'1. STRAD:\LE PER SP.-\0-"DERE LA SABBT.\

Sino ad ora nella pulizi<~ strad<~le, sono state tent<~te e provate diverse macchine per raccogliere il fango, amas- sarlo e allontan<~l"io . .\la nelle grandi città del! 'Europa cen- tr·ale, là ove i pa\·imenti str:-~dali sono tutti in asfalto ~i presenta ft·equente un 'altra necessità che si ricolle..,.~ ~

Il . . "'

co .a puliZia e colla igiene stradale : quella di spargere ùelb sabbia sovt·a l '<~sf:1lto per impedit·e i facili sdruccio- lamenti.

Sovratutto dw-<~nte l 'inverno e nelle giornate di pioggi:-~

la necess·;tà della fine saboia sovra i p<~vimenti strad<~li di ashito, si f:1 sentire. 1 l sen·izio dello spargimento della

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