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IL VALORE AGGIUNTO DEL PRODOTTO DI MONTAGNA:

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Academic year: 2022

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IL VALORE AGGIUNTO

DEL PRODOTTO DI MONTAGNA:

Progetto “TOP-Value Il valore aggiunto del Prodotto di montagna”

Programma f inanziat o dal Fondo europeo di sviluppo regionale-Interreg V- A Italia- Austria 2014-2020

come misurarlo e comunicarlo

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L’idea progettuale è stata ispirata da uno dei regimi di qualità proposti dal Regolamento UE 1151/2012, l’indicazione facoltativa “Prodotto di montagna”, istituita a livello europeo con il proposito di identificare i prodotti agroalimentari di origine animale o vegetale ottenuti nelle zone montane.

Tale indicazione costituisce uno strumento che, se sfruttato in maniera strategica, può rappresentare un’opportunità di valorizzazione sociale, economica e ambientale del territorio montano.

I vantaggi legati alla sua adozione coinvolgono tutti gli attori delle filiere agroalimentari di montagna:

• agricoltori e trasformatori possono valorizzare e promuovere le proprie produzioni sul mercato, ottenendo un giusto riconoscimento per le relative caratteristiche esclusive;

• i consumatori possono riconoscere e identificare i prodotti della montagna in modo immediato, attribuendo loro facilmente una connotazione geografica, culturale ed identitaria peculiare garantita da trasparenza e tracciabilità del percorso produttivo. In questo modo, l’acquisto consapevole diventa uno stimolo propulsivo per lo sviluppo dell’economia locale;

• il territorio viene salvaguardato dagli effetti distorsivi della globalizzazione, attraverso il potenziamento della competitività territoriale, la tutela delle produzioni autoctone, il presidio dell’ambiente naturale e paesaggistico e l’incremento del reddito locale.

L’approccio innovativo del progetto TOP-Value si basa sulla possibilità di valorizzare ulteriormente i prodotti ottenuti in area montana affiancando alla dicitura “Prodotto di montagna” una serie di informazioni riguardanti i cosiddetti “servizi eco-sistemici”, ovvero tutti quei benefici silenziosamente offerti dalle filiere agro-zootecniche a vantaggio dell’intera collettività e frutto di un costante e laborioso impegno degli agricoltori.

La presenza dell’attività agricolo-zootecnica, legata ad una corretta gestione delle risorse, infatti, tutela l’esistenza di un vitale tessuto socio-economico in queste zone marginali, custodisce testimonianza di tradizioni e cultura locali, agisce come presidio del territorio e lo rende attrattivo per attività turistiche e ricreative.

Il progetto intende guidare consumatori e produttori verso un maggiore riconoscimento del ruolo assunto dall’agricoltura e dall’allevamento montani, promuovendoli non solo quali sistemi di produzione di beni primari, ma anche come fornitori di servizi. In particolare, le attività progettuali si sono concentrate nella definizione di protocolli utili a quantificare, attraverso indicatori specifici, i seguenti servizi eco-sistemici apportati dalle filiere montane:

• biodiversità vegetale e del paesaggio;

• tutela del benessere animale;

• sostenibilità ambientale e sociale e contenimento delle emissioni.

Le sfide affrontate dagli Stati membri dell’Unione europea prescindono con sempre maggior frequenza dalle frontiere nazionali e regionali e richiedono azioni comuni di intervento a livello territoriale. A tal proposito, la programmazione Interreg, compresa nello strumento di Cooperazione territoriale europea, mira a incoraggiare le regioni dei diversi Stati membri a lavorare alla realizzazione di progetti congiunti, scambio di esperienze e costruzione di reti.

Il Progetto Interreg “TOP-Value Il valore aggiunto del Prodotto di montagna”, della durata di 3 anni, da gennaio 2017 a dicembre 2019, nasce dalla collaborazione tra la Camera dell’Agricoltura della Carinzia, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale ERSA del Friuli Venezia Giulia, la Direzione agroalimentare della Regione del Veneto, il Dipartimento di Scienze Agroalimentari Ambientali e Animali dell’Università degli Studi di Udine, Department of Agronomy Food Natural resources Animals and Environment dell’Università degli Studi di Padova e l’istituto scientifico eb&p Umweltbüro GmbH di Klagenfurt.

Nella seguente cartina sono rappresentati i territori delle regioni partner di progetto (in verde) nell’ambito dell’Area di Programma Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020.

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Quantificare i servizi è un passaggio obbligatorio per evidenziare le gestioni aziendali virtuose.

La trasmissione efficace di informazioni riguardanti gli aspetti multifunzionali di una particolare azienda o filiera permette a quest’ultima di ottenere un vantaggio competitivo nei confronti delle altre realtà, mettendo in luce il valore delle produzioni e andando incontro al soddisfacimento delle aspettative del pubblico. Contemporaneamente, il rafforzamento delle attività produttive in queste complesse aree concorre a consolidare l’equilibrio tra azione antropica e ambiente, indispensabile a mantenere quella “tenacia”

che garantisce la risposta alle sollecitazioni climatico-ambientali, cui, sempre più spesso, il territorio è soggetto.

La diversità del paesaggio vegetale è stata indagata sotto diversi aspetti che vanno dal più generico uso del suolo (colture aziendali, numero di appezzamenti e relative superfici), agli elementi del paesaggio rurale (presenza di alberi sparsi, siepi o torrenti all’interno delle colture prative), alla diversità floristica di prati e pascoli (misurata rilevando il numero di specie botaniche).

Un aspetto interessante che ha completato l’indagine è stata l’analisi della consapevolezza dell’agricoltore in merito al concetto di “biodiversità”, ottenuta mediante intervista.

L’analisi del paesaggio vegetale è stata organizzata seguendo un protocollo di rilevamento di facile compilazione, pensato per dare la possibilità agli agricoltori di ripeterlo autonomamente e, dunque, di poterlo riutilizzare per registrarne eventuali mutamenti legati a differenti scelte gestionali.

BIODIVERSITA’ VEGETALE

Il Benessere Animale è stato valutato utilizzando un protocollo semplificato proposto dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) per aziende di piccola scala, che si basa essenzialmente su misure effettuate direttamente sull’animale.

L’obiettivo è quello di affiancare alla logica del rispetto degli

“standard minimi di benessere”, imposti dai regimi pubblici (vedi ad esempio la direttiva 98/58/CE), un approccio di valutazione del benessere animale in linea con le aspettative della società. In tale ottica, si può cogliere un’ulteriore opportunità di valorizzazione dei prodotti sul mercato.

In questo senso, un monitoraggio nel tempo degli indicatori chiave di benessere proposti dal progetto TOP-Value può consentire agli operatori della filiera di attivare un processo virtuoso di miglioramento del benessere animale in allevamento e ai consumatori di ottenere una corretta ed efficace informazione sullo stato degli animali allevati.

BENESSERE ANIMALE

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La sostenibilità ambientale è stata valutata applicando il metodo Life Cycle Assessment (LCA), con l’obiettivo di quantificare l’impronta ecologica su un’unità di prodotto (es. emissioni gas effetto serra/kg latte e emissioni gas effetto serra/kg prodotto caseario) e l’efficienza gestionale della filiera lattiero-casearia di montagna. Il progetto TOP-Value ha permesso di individuare aspetti produttivi e azioni maggiormente impattanti, come ad esempio la gestione reflui, l’uso di combustibili fossili, l’emissione di CO2, etc., nel contesto montano. In questo modo, si è adattata la metodologia LCA per contribuire all’armonizzazione tra processo produttivo e territorio locale, attraverso la modifica virtuosa e dinamica degli input impiegati.

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

RISULTATI RAGGIUNTI E OUTPUT

Il continuo confronto con operatori delle filiere montane e consumatori, attraverso l’organizzazione di convegni, incontri tecnici, focus group e indagini di mercato, ha evidenziato aspettative e necessità di entrambe le parti e portato alla realizzazione dei seguenti strumenti:

- brochure intitolata “Loghi, marchi, qualità...una guida per saperne di più”, dedicata al consumatore e contenete la descrizione dei marchi di qualità in uso nell’area di cooperazione del progetto;

- corso e-learning, rivolto ai produttori interessati ad approfondire la conoscenza dei diversi sistemi di qualità agroalimentare nell’area di progetto;

- linee guida proposte allo scopo di fornire alle filiere lattiero-casearie di montagna un iter metodologico che assicuri un’efficace gestione dei processi produttivi del “Prodotto di montagna”, in termini di tracciabilità e rintracciabilità, sempre in ottemperanza ai requisiti imposti dalla norma di riferimento;

- report scientifici che descrivono i protocolli seguiti per la raccolta e l’elaborazione dei dati e riassumono i risultati ottenuti attraverso lo studio di ciascun servizio eco- sistemico;

- indagine sulla riconoscibilità dell’indicazione da parte del consumatore e disponibilità a pagare per l’acquisto di “Prodotti di montagna”.

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Peter Krištof

Camera dell’Agricoltura della Carinzia.

peter.kristof@lk-kaernten.at Wolfgang Ressi

eb&p Umweltbüro GmbH di Klagenfurt . wolfgang.ressi@umweltbuero.at Sonia Venerus

Agenzia regionale per lo sviluppo rurale ERSA del Friuli Venezia Giulia.

sonia.venerus@ersa.fvg.it Stefano Bovolenta

Dipartimento di Scienze Agroalimentari Ambientali e Animali dell’Università degli Studi di Udine.

stefano.bovolenta@uniud.it Giorgio Trentin

Direzione Agroalimentare - Regione del Veneto.

giorgio.trentin@regione.veneto.it Enrico Sturaro

Department of Agronomy Food Natural resources Animals and Environment dell’Università degli Studi di Padova.

enrico.sturaro@unipd.it

Il materiale prodotto nell’ambito del progetto è pubblicato sui siti internet dei partner di progetto. Per informazioni rivolgersi a:

Created by: www.mast.tech - printed on recycled paper

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