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1 PREMESSA 1.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO. Relazione tecnico-illustrativa pag. 1

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Academic year: 2022

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1 PREMESSA

Il presente progetto si riferisce ad un intervento di ristrutturazione interna della porzione nord- ovest del piano terra della sede Inps di Bolzano al fine di trasformare gli ambienti per realizzare il nuovo Centro Medico Legale. L’area interessata si trova al piano terra dello stabile di P.zza Domencani, 30.

Tale progetto prende origine dalla necessità per l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale di riallocare all’interno dello stabile principale della Direzione provinciale di Bolzano il CML che attualmente si trova in uno spazio funzionalmente non adeguato, essendo dislocato all’interno del 4° piano dello stabile distaccato di C.so Libertà 1, con notevoli problemi di accessibilità Lo spostamento del CML è un primo tassello del più ampio progetto di razionalizzazione logistica della Direzione Prov.le di Bolzano che prevede a regime il rilascio e la valorizzazione a reddito dello stabile di proprietà di C.so Libertà, 1 e la ristrutturazione completa interna dello stabile di p.zza Domencani, 30.

1.1NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Il progetto è stato redatto in conformità alle norme vigenti in ambito nazionale e regionale, di seguito le principali:

− Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 – Codice dei contratti pubblici.

− Decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207. “Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante -Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE.

− Decreto Ministeriale 11 gennaio 2017 - Adozione dei criteri ambientali minimi per gli arredi per interni (allegato 1), per l'edilizia (allegato 2) e per i prodotti tessili (allegato 3).

− D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. - Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.

123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

− D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 e s.m.i. - Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia.

− Norme di regolamentazione prevenzione incendi.

− Norme di regolamentazione impianti all’interno degli edifici.

− Norme di regolamentazione rendimento energetico nell’edilizia.

− Norme e regolamenti tecnici applicabili all’opera.

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2 STATO DI FATTO

2.1DESCRIZIONE SINTETICA DEL COMPARTO EDILIZIO L’edificio è sito in Bolzano P.zza Domenicani n. 30.

L’edificio di proprietà dell’INPS è utilizzato quale sede della Direzione Provinciale di Bolzano fin dall’anno della sua realizzazione ed è articolato su cinque piani fuori terra, e un piano interrato dove sono alloggiati gli archivi e i locali tecnici. Lo stabile è servito da tre scale e quattro impianti elevatori ed ha una superficie lorda di pavimento totale di 6.764,64 mq circa.

2.2CENNI STORICI DELL’EDIFICIO

La costruzione dell’edificio da parte della CNAS (Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali) risale al periodo fascista 1935, quando fu realizzato un edificio misto con alloggi ed uffici. Negli anni ’80 la sede è stata oggetto di ristrutturazione interna che ha adibito l’intero edificio ad uffici. Nel corso degli anni lo stabile è stato oggetto di alcuni interventi di sistemazione/ammodernamento funzionale e impiantistico che hanno interessato solo alcune porzioni del fabbricato e da interventi di manutenzione straordinaria in copertura e in facciata per risolvere problematiche puntuali e localizzate.

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2.3 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE:

L’edificio ha una struttura a telaio con pilastri e travi in c.a. e solai in latero cemento. I tamponamenti esterni sono realizzati in doppio laterizio con camera areata. Le superfici esterne sono rifinite con intonaco arricciato e tinteggiato e con rivestimenti in pietra in particolar modo sui prospetti verso p.zza Domenicani e via Sernesi. La copertura è piana con terrazzamento praticabile con impermeabilizzazione bituminosa e pavimentazione in piastre sopraelevate con finitura in graniglia lavata. Sia dal lato sulle vie pubbliche che dal lato interno sono presenti numerosi balconi/ballatoi con funzione anche di uscite di emergenza. Al piano terra ed al piano interrato sono presenti dei cortili accessibili dalla rampa con passo carraio da via Sernesi dove è possibile il parcheggio di alcuni automezzi. Un corpo limitato al piano terra e piano scantinato è sito nel lato est dell’area del fabbricato.

Gli originali serramenti esterno sono stati sostituiti nel 2007 con serramenti in PVC ad alto isolamento. Tutti i piani sono climatizzati con impianto a pompa di calore VRV. I pavimenti sono di natura diversa come la palladiana, la ceramica, legno ma il pvc è la finitura più utilizzata.

Prospetto su Piazza Domenicani

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Prospetto su via Sernesi

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2.4DECRIZIONE DELL’INTERVENTO

Finalità e criteri utilizzati per le scelte progettuali

Scopo del progetto è la creazione del nuovo Centro Medico Legale INPS dell’Alto Adige, con una ristrutturazione completa, sia dal punto di vista edilizio che impiantistico, dell’area individuata a piano terra, salvaguardano le caratteristiche tipologiche ed architettoniche, con l’inserimento degli elementi necessari a garantire la piena funzionalità degli spazi in base alla nuova destinazione d’uso.

Distribuzione e funzionalità dell’intervento

Gli interventi previsti a progetto riguarderanno il rifacimento completo di una superficie pari a circa 260m² e il rifacimento delle sole finiture del blocco servizi della zona uffici. Da un punto di vista distributivo, il progetto prevede la realizzazione di:

− n.3 Ambulatori medici di tipo 1 dotati di spogliatoio e lavandino

− n.1 Ufficio per le infermiere anch’esso dotato di lavandino e con caratteristiche identiche a quelle previste per gli ambulatori medici di tipo 1

− n.1 Sala di attesa

− n.1 Locale deposito documenti correnti con caratteristiche di compartimentazione antincendio EI120

− gruppo servizi igienici a servizio del nuovo Centro Medico Legale

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2.5DESCRIZIONE DEI LAVORI PREVISTI

Gli interventi previsti a progetto riguarderanno esclusivamente opere di finitura ed impiantistiche; non sono pertanto previsti intervento su elementi strutturali e/o portenti.

Sinteticamente le lavorazioni previste consistono in:

DEMOLIZIONI E RIMOZIONI

− Rimozione degli impianti elettrici, dati, allarme e di illuminazione;

− Rimozione di tutti i controsoffitti;

− Demolizione di pareti divisorie in laterizio;

− Rimozione di tutti i serramenti interni in legno ed alluminio e dei due serramenti esterni prospicienti la loggia di ingresso;

− Rimozione delle sole vetrazioni dei serramenti esterni della zona di ingresso che affacciano sul cortile interno

− Demolizione della pavimentazione dell’intera area interessata dai lavori, compreso il relativo massetto di sottofondo;

− Demolizione completa dell’attuale blocco servizi a servizio della zona interessata dai lavori;

− Rimozione di pavimentazioni e rivestimenti in ceramica, controsoffitti e sanitari del blocco servizi nell’area destinata ad uffici

OPERE EDILI

Il progetto prevede le seguenti opere:

− Realizzazione di massetto alleggerito a copertura della distribuzione impiantistica e successivo massetto di sottofondo armato con fibre sintetiche. I due massetti saranno desolarizzati mediante stuoia acustica in polietilene espanso-

− Realizzazione di nuove pareti divisorie in cartongesso a quattro lastre, due per ogni lato, con interposto isolante in lana minerale dello spessore pari a 70mm. Le pareti dovranno garantire un potere fonoisolante pari ad almeno 54dB. Le lastre in cartongesso poste sul lato esterno saranno ad incrementata densità del nucleo ed additivate con fibra di vetro per garantire una maggiore durezza superficiale e resistenza meccanica;

− Realizzazione, per lo spazio destinato a deposito, di pareti in cartongesso a quattro lastre con interposto strato isolante in lana minerale dello spessore pari a 70mm atte a garantire una resistenza al fuoco pari a EI 120

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− Realizzazione di pareti divisorie vetrate a doppio vetro stratificato 55.1, profili in acciaio anodizzato atte a garantire potere fonoisolante pari ad almeno 40dB. Al fine di garantire la necessaria riservatezza agli ambienti, le pareti vetrate saranno trattate con serigrafia sull’intera superficie;

− Posa di pavimento vinilico antistatico on quadrotti di dimensioni 60x60cm con relativo zoccolino a sguscia;

− Posa di pavimenti e rivestimenti in gres porcellanato all’interno dei servizi igienici;

− Levigatura e pulizia del pavimento tipo veneziana della zona di ingresso con posa del nuovo zoccolino in marmo;

− Posa di controsoffitto ispezionabile in fibra minerali con struttura incassata seminascosta;

− Riqualifica antincendio della porzione del solaio esistente in latero-cemento nella zona destinata a deposito mediante posa di lastre ai silicati e solfati di calcio atte a garantire una prestazione al fuoco pari a EI 120. Le lastre saranno posate in aderenza al solaio, applicate con tasselli metallici;

− Posa dei nuovi serramenti interni in legno e di serramenti esterni in alluminio a taglio termico per quelli di separazione con la zona di ingresso;

− Posa di vetrazioni stratificate sui profili esistenti per i serramenti della zona di ingresso che affacciano sul cortile interno;

− Modifica della rampa di accesso al fine di diminuirne la pendenza e rifacimento del parapetto metallico perimetrale

− Tinteggiatura completa di tutti gli ambienti con idropittura all’acqua di qualità e della zona di ingresso con pittura ai silicati

OPERE IMPIANTISTICHE IDRAULICHE/CLIMATIZZAZIONE INVERNALE-ESTIVA Per gli impianti meccanici si prevedono le seguenti opere

− Revisione attuali corpi scaldanti e relativa rete di adduzione dalla C.T.;

− Spostamento di un’unità interna dell’impianto di climatizzazione collegato al sistema VRV di piano;

− Realizzazione nuovo impianto idraulico di adduzione acqua sanitaria fredda/calda per il gruppo servizi igienici e per i lavabi previsti all’interno degli ambulatori e dell’uffici infermieri;

− Realizzazione di sistema di ricambio aria per tutti i nuovi locali e la sala d’attesa mediante

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l’installazione di due unità di ventilazione meccanica controllata posate a controsoffitto, la prima a servizio delle zone di disimpegno e dei bagni, la seconda per gli ambulatori e l’ufficio infermieri.

OPERE IMPIANTISTICHE ELETTRICHE, ILLUMINAZIONE, TRASMISSIONE DATI, RILEVAZIONE INCENDIO

Il progetto prevede il rifacimento e sistemazione impianto elettrico esistente con classificazione degli ambulatori e ufficio infermieri come locali medici gruppo 1.

In generale i criteri progettuali per l’impianto elettrico sono ispirati alle specifiche norme CEI - UNI attualmente in vigore e agli obblighi di legge.

Il sistema di alimentazione del complesso è classificato come TT (fase-fase 400V).

DESCRIZIONE DELL'IMPIANTO ELETTRICO E PRINCIPALI SCELTE PROGETTUALI:

Fornitura dell’energia

Per l’alimentazione del complesso è prevista una fornitura in B.T. esistente, in particolar modo l’alimentazione dei vari impianti installati nelle zone soggette ad intervento, fanno capo ad un quadro di zona esistente.

Riscaldamento e trattamento aria:

Si dovrà far riferimento anche al progetto del termotecnico per definire l’esatta posizione ed il cablaggio delle apparecchiature a servizio degli impianti di riscaldamento e trattamento dell’aria.

Quadri elettrici:

Quadro generale “Q2” esistente

È previsto l’utilizzo del quadro “Q2” quadro elettrico esistente, vengono installate le nuove protezioni delle linee elettriche le quali alimentano gli impianti luce e forza ambienti e servizi ad uso comune (corridoio nuova zona, servizi igienici e sala d’attesa) e protezioni a servizio dei nuovi “centralini ambulatori”.

Quadro esistente, grado di protezione IP 55, in metallico;

Centralino ambulatorio tipo:

Per ogni ambulatorio, compreso l’ufficio infermieri, viene previsto un centralino dedicato

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derivato direttamente dal quadro elettrico “Q2”, per la protezione delle linee elettriche che alimentano gli impianti luce, illuminazione di sicurezza ed impianti forza del locale stesso.

Su questo quadro sono installati gli interruttori di protezione e i dispositivi differenziali dimensionati in base ai carichi previsti.

Centralino ambulatorio, grado di protezione IP 40 in materiale plastico con chiusura porta frontale.

Sui quadri sono installati degli interruttori automatici dimensionati in base ai carichi elettrici previsti dalla committenza e con caratteristiche idonee per la protezione dalle sovracorrenti, e dai cortocircuiti (norme C.E.I. 64-8 CAP. VI).

Sui quadri sono collocati anche dei moduli differenziali ad alta sensibilità per la protezione dai contatti indiretti.

Il potere di interruzione e le curve di intervento degli interruttori installati sono stati scelti in base alla corrente di cortocircuito presunta ed in base a criteri e considerazioni di selettività delle protezioni elettriche dell’impianto.

Il quadro elettrico deve essere costruito conformemente alle vigenti norme C.E.I. 23-51 e certificato di conseguenza.

Distribuzione dell’energia elettrica

La conformazione dell’impianto elettrico che si evince dai disegni di progetto allegati, è vincolata alla struttura edile dell’edificio di cui in oggetto, alle esigenze estetiche ed architettoniche dei vari ambienti, ai carichi elettrici predisposti dalla committenza e alle normative di riferimento più sotto riportate.

Per distribuire l’energia elettrica nei locali soggetti a rifacimento, è previsto l’utilizzo di condutture a vista posate nel controsoffitto.

Il dimensionamento delle condutture e scatole di derivazione è stato fatto con abbondanza prevedendo futuri ampliamenti o integrazioni dell’impianto elettrico, ogni servizio diverso come p.es. impianto TV o impianto telefonico, è previsto in condutture separate e facilmente identificabili per es. utilizzando tubazioni colorate o con sistemi equivalenti.

Il grado di protezione minimo per gli impianti elettrici posti negli ambienti ordinari è IP 31.

Illuminazione di sicurezza

La norma UNI 1838 prevede che per vie di esodo di larghezza fino a 2 m, l'illuminamento

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orizzontale al suolo lungo la linea centrale della via di esodo, non deve essere minore di 1 lx e la banda centrale, di larghezza pari ad almeno la metà di quella della via di esodo, deve avere un illuminamento non minore del 50% del precedente valore, però il D.M.9 aprile del 1994 dette delle condizioni più restrittive ed impone un illuminamento non inferiore ai 5lx.

Il rapporto tra illuminamento massimo e minimo sulla linea centrale della via di esodo, non deve essere maggiore di 40:1.

L'abbagliamento debilitante deve essere contenuto limitando l'intensità luminosa degli apparecchi di illuminazione all'interno del campo visivo.

Al fine di identificare i colori di sicurezza, il valore minimo dell’indice di resa cromatica della sorgente luminosa Ra, deve essere 40.

L’apparecchio di illuminazione non deve scostarsi sensibilmente da tale valore.

La durata minima dell'illuminazione di sicurezza nelle vie di esodo deve essere 1 h.

La norma UNI 1838 prevede che l'illuminazione antipanico deve fornire il 50%

dell'illuminamento richiesto entro 5 s e l'illuminamento completo richiesto entro 60 s, però il D.M.9 aprile del 1994 dette delle condizioni più restrittive ed impone un tempo di intervento praticamente immediato entro 0,5sec dalla mancanza di energia elettrica.

Montanti

Le linee elettriche per le montanti centralino ambulatori sono previste utilizzando filo FS17 da 6mmq intubata e FS17 2,5mmq per gli impianti forza servizi ambienti comuni e FS17 1,5mmq per gli impianti illuminazione ambienti servizi comuni.

Le condutture montanti sono state posizionate in modo da ridurre al minimo gli attraversamenti di solai e/o pareti in C.A.; negli attraversamenti di compartimenti antincendio sono previste delle apposite barriere tagliafiamma, stucchi sigillanti o altri sistemi equivalenti per ripristinare la resistenza al fuoco REI richiesta.

Cavi elettrici

Per la distribuzione dell’energia nell’impianto elettrico di cui in oggetto sono previsti i seguenti tipi di cavo:

- FS17 cavi per energia unipolari isolati in PVC, tensione nominale Uo/U 450/750V.

- FG16OR16 cavi per energia isolati in gomma etilenpropilenica di qualità G16 non propaganti l’incendio sotto guaina in PVC, tensione nominale Uo/U 600/1000V, colore

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distintivo della guaina grigio, condizioni tipiche di impiego sono all’interno in ambienti anche bagnati ed all’esterno, ammessa anche la posa interrata.

Locali per bagno

Per la progettazione gli impianti elettrici dei locali da bagno si sono considerare quattro zone di rispetto definite come segue:

- - zona O: volume interno alla vasca da bagno o al piatto doccia;

- - zona 1: delimitata dalla superficie verticale circoscritta dalla vasca da bagno o dal piatto doccia (volume posto sulla verticale della vasca o piatto doccia) fino a m. 2.25 dal pavimento;

- - zona 2: delimitata dalla superficie verticale esterna alla zona 1 e da una superficie parallela a m. 0.60 della prima (fino a m. 2.25 dal pavimento);

- - zona 3; delimitata dalla superficie verticale esterna alla zona 2 e da una superficie parallela a m. 2.40 dalla prima (fino a m. 2.25 dal pavimento).

N.B. I limiti di queste zone possono risultare modificati dalla presenza di ripari o diaframmi isolanti interposti.

A seconda delle varie zone devono essere osservati i seguenti limiti e prescrizioni installativi;

CONDUTTURE:

Nella zona 0 è vietata l'installazione di qualsiasi conduttura. Nelle altre zone è vietata la posa di cavi in vista a meno che non appartengano a sistemi a bassissima tensione di sicurezza (BTS) o che siano tratti limitati al collegamento degli apparecchi utilizzatori;

le condutture devono essere realizzate con cavi unipolari (o multipolari) posti entro tubi o condotti non metallici o cavi multipolari con guaina metallica; nelle zone 1 e 2 possono essere posate solo le condutture necessarie per l'alimentazione degli apparecchi utilizzatori situati in queste zone.

Tali prescrizioni non si applicano alle condutture incassate ad una profondità superiore a cm. 5.

GRADI DI PROTEZIONE:

I materiali elettrici devono avere grado di protezione IPX4 nelle zone 1 e 2 e IPX1 nella zona 3;

nella zona 3 sono comunque ammessi gli apparecchi ad incasso di tipo ordinario per installazione verticale.

APPARECCHIATURE:

Nelle zone 0, 1 e 2 non dovrà essere installata alcuna apparecchiatura elettrica (ad esempio

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interruttori, prese a spina, cassette di giunzione ecc.).

Nella zona 3 non esistono limitazioni ad eccezione della presa a spina che dovranno essere;

- - o protette da un interruttore differenziale con corrente differenziale non superiore a

30mA;

- - o alimentate individualmente tramite un trasformatore d'isolamento;

- - o alimentate a BTS tensione nominale massima 25V e protette dai contatti diretti mediante involucri o barriere con grado di protezione non inferiore a IP2X, oppure mediante isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500V a frequenza industriale per un minuto.

I cordoni dei pulsanti e tirante o di altri apparecchi possono essere installati nelle zone 1 e 2 purché siano in materiale isolante.

APPARECCHI UTILIZZATORI:

Nella zona 0 è vietata l'installazione di qualsiasi apparecchio utilizzatore.

Nella zona 1 si possono installare solo gli scaldacqua purché il collegamento in vista sia il più corto possibile e realizzato con un cavo multipolare senza giunzioni, con guaina non metallica;

si possono installare inoltre altri apparecchi utilizzatori fissi purché alimentati da un sistema BTS tensione massima 25V e protetti contro i contatti diretti come specificato per le apparecchiature.

Nella zona 2 si possono installare anche apparecchi illuminanti fissi purché di classe II. Nella zona non esistono limitazioni per gli apparecchi utilizzatori. N.B. Agli effetti della sicurezza delle persone, gli apparecchi utilizzatori alimentati da prese a spina della zona 3 devono essere utilizzati in modo che nessuna loro parte entri nelle zone 2, 1 e 0.

Elementi riscaldanti elettrici annegati nel pavimento, potranno essere installati purché dotati di rivestimento metallico o ricoperti da griglia metallica e sia eseguito il collegamento equipotenziale al conduttore di protezione.

COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE SUPPLEMENTARE:

In aggiunta ai collegamenti delle masse, si deve effettuare un collegamento equipotenziale che collegherà tutte le masse estranee delle zone 1, 2 e 3 con il conduttore di protezione.

In particolare per le tubazioni metalliche dell'impianto idrico, dell'eventuale impianto termico, ecc., è sufficiente che siano collegate all'ingresso dei locali per bagno e per doccia.

Le sezioni minime dei conduttori equipotenziali devono essere:

6 mmq. (rame) per i conduttori principali,

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per i conduttori supplementari:

- sezione uguale alla sezione del conduttore di protezione minore, fra massa e massa;

- sezione uguale alla metà del conduttore di protezione, fra massa e massa estranea;

- sezione non inferiore a 2.5 mmq. (rame) se protetto meccanicamente o 4 mmq. (rame) se non protetto, fra due masse estranee o massa estranea e impianto di terra (i suddetti valori minimi valgono anche per i primi due casi).

Impianto di terra

L'impianto di messa a terra risulta esistente, bisognerà verificare che sia coordinato con gli interruttori differenziali che verranno installati secondo le norme vigenti CEI 64-12. In fase preliminare è stata verificato il valore di terra allo stato attuale, avendo misurato un valore di terra di circa 1 Ohm l’impianto di dispersione di terra risulta coordinato con le protezioni differenziali previste da progetto in allegato.

È prevista la realizzazione di un impianto di terra unico; a detto impianto vanno collegate tutte le masse e le masse estranee esistenti nell'area dell'impianto utilizzatore, la terra di protezione e di funzionamento dei circuiti e degli apparecchi.

L'impianto di terra nel caso in oggetto è costituito da:

- dispersore

- conduttore di terra

- collettore principale di terra DISPERSORE

Si definisce dispersore la parte che serve per disperdere le correnti verso terra.

Il dispersore è realizzato secondo quanto previsto dal progetto, si devono inoltre impiegare dove possibile i ferri delle armature di fondazione.

Per evitare variazioni del valore della resistenza di terra nel tempo a causa di gelate del terreno, è prevista una profondità di installazione di almeno 0,5m dal piano di campagna.

Le giunzioni fra i diversi elementi del dispersore e fra il dispersore ed il conduttore di terra devono essere effettuate con saldatura forte o autogena oppure con robusti morsetto o manicotto purché assicurino un contatto equivalente; le giunzioni devono inoltre essere protette contro la corrosione.

CONDUTTURE DI TERRA

Si definisce conduttore di terra il conduttore che collega il dispersore al collettore (o nodo)

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principale di terra.

Il conduttore di terra deve essere eseguito secondo quanto previsto dal progetto, è costituito da un conduttore di rame isolato con guaina bicolore giallo-verde.

COLLETTORE (O NODO) PRINCIPALE DI TERRA

Il collettore (o nodo) principale di terra previsto nell’impianto di cui in oggetto è formato da (una sbarra in metallo) a cui vanno collegati il conduttore di terra ed i vari conduttori di protezione, conduttori equipotenziali principali.

CONDUTTORI DI PROTEZIONE

I conduttori di protezione sono i conduttori che collegano il o i collettori (o nodi) principali di terra alle masse.

Per i conduttori di protezione, secondo quanto previsto dalle Norme CEI 64-8 possono essere usati: anime di cavi multipolari, conduttori nudi, cavi unipolari, armature dei cavi elettrici, tubi protettivi metallici, canalette metalliche, masse estranee con caratteristiche adeguate.

I conduttori di protezione devono essere ispezionabili ed affidabili nel tempo, protetti contro qualsiasi danneggiamento meccanico, da corrosione, ecc., che ne alteri le caratteristiche, non devono avere inseriti dispositivi di interruzione salvo che sul collettore (o nodo) principale di terra per poter eseguire le misure.

CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI

I conduttori equipotenziali sono i conduttori che collegano le masse e/o masse estranee per assicurare le equipotenzialità.

Dimensionamento impianto di terra:

Per il dimensionamento dell'impianto di terra si dovranno usare i parametri indicati nella guida CEI 64-12:

il valore (Ia) della corrente che provoca l'intervento del dispositivo di protezione è determinato dalla massima corrente differenziale di intervento delle protezioni.

Il valore massimo della tensione totale di terra consentito dalle vigenti norme (CEI 64-8) nel caso specifico è Ut=25V.

Quote installative consigliate delle apparecchiature

L'installazione delle varie apparecchiature deve essere eseguita secondo criteri e modalità che la D.L. emanerà all'atto esecutivo e comunque nel rispetto delle Norme in materia vigenti od emanate prima dell'inizio dei lavori ed in particolare dell'art. 32 L. 28.02.1986 n. 41 e del D. P. R.

27.04.1978 n. 384. In carenza in quanto sopra, le altezze delle varie apparecchiature del piano

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finito del pavimento, salvi casi eccezionali, devono essere:

− circa m. 0.90 per apparecchi di comando e simili;

− circa m. 0.45 per prese 2x10A+T e 2x16A+T;

− circa m. 1.50 per quadri elettrici (asse quadro)

− circa m. 1.80 per centralini di segnalazione;

− oltre m. 2.25 per pulsanti a tirante dei bagni;

PRINCIPALI CALCOLI ESEGUITI Calcolo delle correnti di impiego

Il calcolo delle correnti d’impiego viene eseguito in base alla classica espressione:

I P

k V

b

d

ca n

= ⋅ ⋅cosϕ

nella quale:

kca = 1 sistema monofase o bifase, due conduttori attivi;

kca = 1.73 sistema trifase, tre conduttori attivi.

Dal valore massimo (modulo) di Ib vengono calcolate le correnti di fase in notazione vettoriale (parte reale ed immaginaria) con le formule:

( )

( )

( )

& cos

& cos

& cos

I I e I jsin

I I e I jsin

I I e I jsin

b j

b

b j

b

b j

b 1

2

2 3

3

4 3

2 3

2 3 4

3

4 3

= ⋅ = ⋅ −

= ⋅ = ⋅  −

 

−  −

 



 



= ⋅ = ⋅  −

 

−  −

 



 



ϕ ϕ π

ϕ π

ϕ ϕ

ϕ π ϕ π

ϕ π ϕ π

Il vettore della tensione Vn è supposto allineato con l’asse dei numeri reali:

&

Vn =Vn+ j0

La potenza di dimensionamento Pd è data dal prodotto:

Pd =P coeffn

nella quale coeff è pari al fattore di utilizzo per utenze terminali oppure al fattore di contemporaneità per utenze di distribuzione.

La potenza Pn, invece, è la potenza nominale del carico per utenze terminali, ovvero, la somma delle Pd delle utenze a valle (ΣPd a valle) per utenze di distribuzione (somma vettoriale).

La potenza reattiva delle utenze viene calcolata invece secondo la:

Qn = Pn⋅tanϕ

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per le utenze terminali, mentre per le utenze di distribuzione viene calcolata come somma vettoriale delle potenze reattive nominali a valle (ΣQd a valle).

Il fattore di potenza per le utenze di distribuzione viene valutato, di conseguenza, con la:

cosϕ =cos tan

 



 

 arc Q

P

n n

Dimensionamento dei cavi

Il criterio seguito per il dimensionamento dei cavi è tale da poter garantire la protezione dei conduttori alle correnti di sovraccarico.

In base alla norma CEI 64-8/4 (par. 433.2) e successive variazioni e/o modificazioni, infatti, il dispositivo di protezione deve essere coordinato con la conduttura in modo da verificare le condizioni:

a I I I

I I

b n z

f z

) .

≤ ≤

≤145⋅

Per la condizione a) è necessario dimensionare il cavo in base alla corrente nominale della protezione a monte. Dalla corrente Ib, pertanto, viene determinata la corrente nominale della protezione (seguendo i valori normalizzati) e con questa si procede alla determinazione della sezione.

− condutture che sono derivate da una conduttura principale protetta contro i sovraccarichi con dispositivo idoneo ed in grado di garantire la protezione anche delle condutture derivate;

− Conduttura che alimenta diverse derivazioni singolarmente protette contro i sovraccarichi, quando la somma delle correnti nominali dei dispositivi di protezione delle derivazioni non supera la portata Iz della conduttura principale.

L'individuazione della sezione si effettua utilizzando la tabella assegnata alla utenza. Le quattro previste dal programma sono:

− IEC 448 ;

− IEC 365-5-523 ;

− CEI-UNEL 35024/1 ;

− CEI-UNEL 35024/2;

− CEI-UNEL 35026.

Esse oltre a riportare la corrente ammissibile Iz in funzione del tipo di isolamento del cavo, del

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tipo di posa e del numero di conduttori attivi, riportano anche la metodologia di valutazione dei coefficienti di declassamento.

La portata minima del cavo viene calcolata come:

I I

z k

n min =

dove il coefficiente k ha lo scopo di declassare il cavo e tiene conto dei seguenti fattori:

− tipo di materiale conduttore;

− tipo di isolamento del cavo;

− numero di conduttori in prossimità compresi eventuali paralleli;

− eventuale declassamento deciso dall'utente.

La sezione viene scelta in modo che la sua portata (moltiplicata per il coefficiente k) sia superiore alla Iz min. Gli eventuali paralleli vengono calcolati nell'ipotesi che essi abbiano tutti la stessa sezione, lunghezza e tipo di posa (vedi norma 64.8 par. 433.3), considerando la portata minima come risultante della somma delle singole portate (declassate per il numero di paralleli dal coefficiente di declassamento per prossimità).

La condizione b) non necessita di verifica in quanto gli interruttori che rispondono alla norma CEI 23.3 hanno un rapporto tra corrente convenzionale di funzionamento If e corrente nominale In minore di 1.45 ed è costante per tutte le tarature inferiori a 125 A. Per le apparecchiature industriali, invece, le norme CEI 17.5 e IEC 947 stabiliscono che tale rapporto può variare in base alla corrente nominale, ma deve comunque rimanere minore o uguale a 1.45.

Risulta pertanto che, in base a tali normative, la condizione b) sarà sempre verificata.

Le condutture dimensionate con questo criterio sono, pertanto, protette contro le sovracorrenti.

Integrale di Joule

Dalla sezione dei conduttori del cavo deriva il calcolo dell'integrale di Joule, ossia la massima energia specifica ammessa dagli stessi, tramite la:

I2⋅ =t K2S2

La costante K viene data dalla norma 64-8/4 (par. 434.3), per i conduttori di fase e neutro e, dal paragrafo 64-8/5 (par. 543.1), per i conduttori di protezione in funzione al materiale conduttore e al materiale isolante. Per i cavi ad isolamento minerale le norme attualmente sono allo studio, i paragrafi sopraccitati riportano però delle note che permettono, in attesa di disposizioni

(20)

diverse, la loro determinazione.

I valori di K riportati dalla norma sono per i conduttori di fase (par. 434.3):

− Cavo in rame e isolato in PVC: K = 115

− Cavo in rame e isolato in gomma G: K = 135

− Cavo in rame e isolato in gomma etilenpropilenica G5-G7: K = 143

− Cavo in rame serie L rivestito in materiale termoplastico: K = 115

− Cavo in rame serie L nudo: K = 200

− Cavo in rame serie H rivestito in materiale termoplastico: K = 115

− Cavo in rame serie H nudo: K = 200

− Cavo in alluminio e isolato in PVC: K = 74

− Cavo in alluminio e isolato in G, G5-G7: K = 87

I valori di K per i conduttori di protezione unipolari (par. 543.1) tab. 54B:

− Cavo in rame e isolato in PVC: K = 143

− Cavo in rame e isolato in gomma G: K = 166

− Cavo in rame e isolato in gomma G5-G7: K = 176

− Cavo in rame serie L rivestito in materiale termoplastico: K = 143

− Cavo in rame serie L nudo: K = 228

− Cavo in rame serie H rivestito in materiale termoplastico: K = 143

− Cavo in rame serie H nudo: K = 228

− Cavo in alluminio e isolato in PVC: K = 95

− Cavo in alluminio e isolato in gomma G: K = 110

− Cavo in alluminio e isolato in gomma G5-G7: K = 116

I valori di K per i conduttori di protezione in cavi multipolari (par. 543.1) tab. 54C:

− Cavo in rame e isolato in PVC: K = 115

− Cavo in rame e isolato in gomma G: K = 135

− Cavo in rame e isolato in gomma G5-G7: K = 143

− Cavo in rame serie L rivestito in materiale termoplastico: K = 115

− Cavo in rame serie L nudo: K = 228

− Cavo in rame serie H rivestito in materiale termoplastico: K = 115

− Cavo in rame serie H nudo: K = 228

− Cavo in alluminio e isolato in PVC: K = 76

(21)

− Cavo in alluminio e isolato in gomma G: K = 89

− Cavo in alluminio e isolato in gomma G5-G7: K = 94 Cadute di tensione

Il calcolo delle cadute di tensione avviene vettorialmente. Per ogni utenza si calcola la caduta di tensione vettoriale lungo ogni fase e lungo il conduttore di neutro (se distribuito). Tra le fasi si considera la caduta di tensione maggiore che viene riportato in percentuale rispetto alla tensione nominale.

Il calcolo fornisce, quindi, il valore esatto della formula approssimata:

( ) ( )

cdt I k I L

R X sin

b cdt b V

c

cavo cavo

n

= ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅

1000

cosϕ ϕ 100

con:

kcdt=2 per sistemi monofase;

kcdt=1.73 per sistemi trifase.

I parametri Rcavo e Xcavo sono automaticamente ricavati dalla tabella UNEL in funzione al tipo di cavo (unipolare/multipolare) ed alla sezione dei conduttori; di tali parametri il primo è riferito a 80°C, mentre il secondo è riferito a 50Hz, ferme restando le unità di misura in Ω/km.

La cdt (Ib) è la caduta di tensione alla corrente Ib e calcolata analogamente alla cdt (Ib).

La caduta di tensione da monte a valle (totale) di una utenza è determinata come somma delle cadute di tensione vettoriale, riferite ad un solo conduttore, dei rami a monte all'utenza in esame, da cui, viene successivamente determinata la caduta di tensione percentuale riferendola al sistema (trifase o monofase) e alla tensione nominale dell'utenza in esame.

Il programma, valutando solo la caduta di tensione dovuta alle condutture, non è in grado di stabilire le cadute di tensione totali nel caso siano presenti trasformatori lungo la linea (per esempio trasformatori 230/24V per suonerie). In tale circostanza, infatti, il calcolo della caduta di tensione totale non risulterebbe corretto, in quanto non verrebbe tenuto conto del rapporto di trasformazione.

Per tali situazioni è opportuno, quindi, eseguire il calcolo dell'utenza a parte.

Durante la fase di dimensionamento del cavo non viene tenuto conto di un eventuale limite sulla caduta di tensione. A tale scopo, sono disponibili due diversi modi di procedere per far rientrare la caduta di tensione entro limiti prestabiliti (limiti dati da CEI 64-8 par. 525); essi vengono esposti nel paragrafo Ottimizzazione delle cadute di tensione del capitolo 6 Ottimizzazioni.

(22)

I parametri Rcavo e Xcavo, nel caso l’utenza abbia condotti in sbarre, sono sostituiti con i rispettivi parametri Rsbarra e Xsbarra.

Dimensionamento dei conduttori di neutro

La norma CEI 64-8 par. 524.2 e par. 524.3, prevede che la sezione del conduttore di neutro, nel caso di circuiti polifasi, può avere una sezione inferiore a quella dei conduttori di fase se sono soddisfatte le seguenti condizioni:

− il conduttore di fase abbia una sezione maggiore di 16 mm2;

− la massima corrente che può percorrere il conduttore di neutro non sia superiore alla portata dello stesso;

− la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16mm2 se il conduttore è in rame e a 25 mm² se il conduttore è in alluminio.

Nel caso in cui si abbiano circuiti monofasi o polifasi e questi ultimi con sezione del conduttore di fase minore di 16 mm² se conduttore in rame e 25 mm² se conduttore in allumino, il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione del conduttore di fase. In base a tali criteri il programma gestisce tre metodi di dimensionamento del conduttore di neutro, mediante:

− determinazione in relazione alla sezione di fase;

− determinazione tramite rapporto tra le portate dei conduttori;

− determinazione in relazione alla portata del neutro.

Il primo criterio consiste nel determinare la sezione del conduttore in questione secondo i seguenti vincoli dati dalla norma:

S mm S S

S mm S mm

S mm S S

f n f

f n

f n f

< =

≤ ≤ =

> =

16

16 35 16

35 2

2

2 2

2

: : :

Il secondo criterio consiste nell'impostare il rapporto tra le portate del conduttore di fase e il conduttore di neutro, e il programma determinerà la sezione in base alla portata.

Il terzo criterio consiste nel dimensionare il conduttore tenendo conto della corrente di impiego circolante nel neutro come per un conduttore di fase.

È comunque possibile modificare direttamente dalla gestione delle formazioni la sezione del neutro se il progettista lo ritiene opportuno.

Dimensionamento dei conduttori di protezione

Le norme CEI 64.8 par. 543.1 prevedono due metodi di dimensionamento dei conduttori di protezione:

(23)

− determinazione in relazione alla sezione di fase;

− determinazione mediante calcolo.

Il primo criterio consiste nel determinare la sezione del conduttore di protezione seguendo vincoli analoghi a quelli introdotti per il conduttore di neutro:

S mm S S

S mm S mm

S mm S S

f PE f

f PE

f PE f

< =

≤ ≤ =

> =

16

16 35 16

35 2

2

2 2

2

: : :

Il secondo criterio determina tale valore con l'integrale di Joule.

Attualmente il secondo metodo non è contemplato dal programma che altresì permette di determinare la sezione mediante il rapporto tra le portate del conduttore di fase e del conduttore di protezione. Come nel caso del neutro è possibile modificare direttamente la sezione del conduttore di protezione, se il progettista lo ritiene opportuno.

Calcolo della temperatura dei cavi

La valutazione della temperatura dei cavi si esegue in base alla corrente di impiego e alla corrente nominale tramite le seguenti espressioni:

( ) ( )

T I T I

I

T I T I

I

cavo b ambiente cavo

b z

cavo n ambiente cavo

n z

= + ⋅

 



= + ⋅

 

 α

α

2 2 2 2

espresse in °C.

Esse derivano dalla considerazione che la sovratemperatura del cavo a regime è proporzionale alla potenza in esso dissipata.

Il coefficiente αcavo è vincolato dal tipo di isolamento del cavo e dal tipo di tabella di posa che si sta usando.

Fornitura della rete

La conoscenza della fornitura della rete è necessaria per l'inizializzazione della stessa al fine di eseguire il calcolo dei guasti.

− in bassa tensione

− in media tensione

− ad impedenza nota

I parametri trovati in questa fase servono per inizializzare il calcolo dei guasti, ossia andranno sommati ai corrispondenti parametri di guasto della utenza a valle. Noti i parametri alle

(24)

sequenze nel punto di fornitura, è possibile inizializzare la rete e calcolare le correnti di cortocircuito secondo le norme CEI 11-25 cap. 9.

Tali correnti saranno utilizzate in fase di scelta delle protezioni per la verifica dei poteri di interruzione delle apparecchiature.

Bassa tensione

Questa può essere utilizzata quando il circuito è alimentato alla rete di distribuzione in bassa tensione, oppure quando il circuito da dimensionare è collegato in sottoquadro ad una rete preesistente di cui si conosca la corrente di cortocircuito sul punto di consegna.

I dati richiesti sono:

− tensione concatenata di alimentazione espressa in V;

− corrente di cortocircuito trifase della rete di fornitura espressa in kA (usualmente nel caso di fornitura ENEL 4.5-6 kA).

Da questi valori si determinata l'impedenza diretta corrispondente alla corrente di cortocircuito Icctrif, in mΩ:

Z V

cctrif I

cctrif

= ⋅

2

3

In base alla tabella fornita dalla norma CEI 17-5 che fornisce il cos cc di cortocircuito in relazione alla corrente di cortocircuito in kA, si ha:

50 0 2

20 50 0 25

10 20 0 3

6 10 0 5

4 5 6 0 7

3 4 5 0 8

15 3 0 9

15 0 95

< =

< ≤ =

< ≤ =

< ≤ =

< ≤ =

< ≤ =

< ≤ =

≤ =

I I I I

I I

I I

cctrif cc

cctrif cc

cctrif cc

cctrif cc

cctrif cc

cctrif cc

cctrif cc

cctrif cc

cos .

cos .

cos .

cos .

. cos .

. cos .

. cos .

. cos .

φ φ φ φ φ φ φ φ

da questi dati si ricava la resistenza alla sequenza diretta, in mΩ:

Rd =Zcctrif ⋅cosφcc

ed infine la relativa reattanza alla sequenza diretta, in mΩ:

Xd = Zcctrif2Rd2

Per quanto riguarda i parametri alla sequenza omopolare saranno posti uguali ai rispettivi parametri alla sequenza diretta (R0=Rd, X0=Xd).

(25)

Dalla conoscenza della corrente di guasto monofase Ik1, è possibile ricavare i valori dell’impedenza omopolare.

Invertendo la formula:

( ) (

0

)

2

2 0

2 1

2 2

3

X X R

R I V

d d

k ⋅ + + ⋅ +

= ⋅

con le ipotesi

X cc

Z X

R cosϕ

0 0 0

0 = ⋅

, cioè l’angolo delle componenti omopolari uguale a quello delle componenti dirette, si ottiene:

d cc

k

I R

R = 3⋅V ⋅cos −2⋅

1

0 ϕ

(

cos1

)

2 1

0

0 = ⋅ −

cc

R

X ϕ

Scelta delle protezioni

La scelta delle protezioni viene effettuata verificando le caratteristiche elettriche nominali delle condutture e di guasto; in particolare le grandezze che vengono verificate sono:

− corrente nominale, secondo cui la quale si è dimensionata la conduttura;

− numero poli, impostato;

− tipo di protezione, impostata;

− tensione di impiego, pari alla tensione nominale della utenza;

− potere di interruzione, il cui valore dovrà essere superiore alla massima corrente di guasto a monte dalla utenza Ikm max;

− taratura della corrente di intervento magnetico, il cui valore massimo per garantire la protezione contro i contatti indiretti (in assenza di differenziale) deve essere minore della minima corrente di guasto alla fine della linea (Imag max).

Verifica della protezione a cortocircuito delle condutture

Secondo la norma 64-8 par.434.3 e s.m.i.,"Caratteristiche dei dispositivi di protezione contro i cortocircuiti.", le caratteristiche delle apparecchiature di protezione contro i cortocircuiti devono soddisfare a due condizioni:

− il potere di interruzione non deve essere inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione (a meno di protezioni adeguate a monte);

− la caratteristica di intervento deve essere tale da impedire che la temperatura del cavo

(26)

non oltrepassi, in condizioni di guasto in un punto qualsiasi, la massima consentita.

La prima condizione viene considerata in fase di scelta delle protezioni. La seconda invece può essere tradotta nella relazione:

I2⋅ ≤t K S2 2

ossia in caso di guasto l'energia specifica sopportabile dal cavo deve essere maggiore o uguale a quella lasciata passare dalla protezione.

La norma CEI al par. 533.3 "Scelta dei dispositivi di protezioni contro i cortocircuiti" prevede pertanto un confronto tra le correnti di guasto minima (a fondo linea) e massima (inizio linea) con i punti di intersezione tra le curve. Le condizioni sono pertanto:

a) Le intersezioni sono due:

Iccmin ≥ Iinters min (Quest’ultima riportata nella norma come Ia);

Iccmax ≤ Iinters max (Quest’ultima riportata nella norma come Ib).

b) L'intersezione è unica o la protezione è costituita da un fusibile:

Iccmin ≥ Iinters min.

e) L'intersezione è unica e la protezione comprende un magnetotermico:

Icc max ≤ Iinters max.

Il programma pertanto verifica le relazioni in corrispondenza del guasto, calcolato, minimo e massimo. Se la verifica non è positiva, vengono riportati i messaggi riferiti alle condizioni descritte.

Nel caso in cui le correnti di guasto escano dai limiti di esistenza della curva della protezione il controllo non viene eseguito.

Note:

− La rappresentazione della curva del cavo è una iperbole con asintoti e la Iz dello stesso.

− La verifica descritta viene eseguita automaticamente soltanto in fase di inserimento delle protezioni.

− La verifica della protezione a cortocircuito eseguita dal programma consiste in una verifica qualitativa, in quanto le curve vengono inserite riprendendo i dati dai grafici di catalogo e non direttamente da dati di prova; la precisione con cui vengono rappresentate è relativa.

Massima lunghezza protetta

Il calcolo della massima lunghezza protetta viene eseguito mediante il criterio proposto dalla norma CEI 64-8 al paragrafo 533.3, secondo cui la corrente di cortocircuito presunta è calcolata come:

(27)

( )

I U

m L S

ctocto

prot f

= ⋅

⋅ ⋅ + ⋅ 0 8

15 1

.

. ρ max

partendo da essa e nota la taratura magnetica della protezione è possibile calcolare la massima lunghezza del cavo protetta in base ad essa.

Pertanto:

( )

L U

m I S

prot

ctocto f max

. .

= ⋅

⋅ ⋅ + ⋅ 0 8 15 ρ 1

Dove:

− U: è la tensione concatenata per il neutro non distribuito e di fase per neutro distribuito;

− ρ: è la resistività a 20°C del conduttore;

− m: rapporto tra sezione del conduttore di fase e di neutro (se composti dello stesso materiale);

− Imag: taratura della magnetica.

Viene tenuto conto, inoltre, dei fattori di riduzione (per la reattanza):

− 0.9 per sezioni di 120 mm2;

− 0.85 per sezioni di 150 mm2;

− 0.8 per sezioni di 185 mm2;

− 0.75 per sezioni di 240 mm2;

Per ulteriori dettagli vedi norma CEI 64-8 par.533.3 sezione commenti.

Normativa tecnica di riferimento:

Legge 186 del 1968 Impianti elettrici a regola d’arte

Decreto Ministeriale 37/08 realizzazione degli impianti elettrici

D.lgs.81/08 "Norme per la prevenzione degli infortuni e l'igiene del lavoro"

Norme CEI ed UNI in generale con particolare riferimento alle:

CEI 64-12 ultima edizione "impianti di messa a terra "

CEI 64-8 “impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V "

UNI EN 1838: “Applicazione dell’illuminotecnica Illuminazione di emergenza”.

CEI EN 50172: Sistemi di illuminazione di emergenza

Tutte le leggi, decreti, regolamenti, norme, ecc., di cui sopra devono intendersi complete di successive modificazioni ed integrazioni.

(28)

In ogni caso dovranno essere rispettate le condizioni:

- DI SICUREZZA:

Gli impianti elettrici, in ogni loro parte e nel loro insieme, non dovranno in alcun modo causare danni e disagi alle persone e danni o deterioramenti all’edificio.

- D'USO:

Tutti gli elementi di comando e di sicurezza e le apparecchiature di utilizzo dovranno essere di facile agibilità e non presentare complessità di manovra.

Caratteristiche del materiale da impiegare:

Per la realizzazione dell'impianto elettrico in oggetto è previsto l’uso dei seguenti materiali:

− Cavi: vedere parte specifica della relazione tecnica;

− Cavi unipolari del tipo FS17 (EN 50575:2014-CEI UNEL35716-CEI EN 60332-1-2)

− Tubazioni aggraffate alle pareti o al soffitto, PVC rigido (CEI EN 50086-1, CEI EN50086-2-1)

− Tubazioni sottointonaco nelle pareti, PVC flessibile leggero (CEI EN 50086-1, CEI EN 50086-2-3, CEI EN 50086-2-1);

− Tubazioni da installare nel sottopavimento, PVC flessibile pesante (CEI EN 50086-1, CEI EN 50086-2-3, CEI EN 50086-2-1)

− Giunzioni e derivazioni e morsetteria (CEI 23-20) (CEI 23-21)

− Quadri elettrici in materiale isolante o in lamiera (CEI EN 61439-1, -2)

− Interruttori automatici differenziali e magnetotermici con Pdi 6KA, tensione nominale 380V, curva di intervento tipo C (CEI EN 60898-1, CEI EN 60947-2).

− Frutti serie civile da incasso componibile tipo A1 (frutto - telaio - placca) corrente nominale apparecchi di comando 10A 16A (CEI 23-50, EN 60669-1)

− Scatole di derivazione in PVC (CEI 23-48, CEI 23-94, CEI 23-49)

− Canale portacavi in plastica e metalliche (CEI 23-31) (CEI 23-32).

− Prese e spine per del tipo CEE 17 (CEI 23-12/1/2).

− Lampade autonome di emergenza (CEI 34-21, CEI EN 60598-2-22, EN 62034)

− Contenitori e apparecchi modulari per esterno stagni IP55 (CEI 23-48, CEI 23-94, CEI 23- 49)

TUTTI I MATERIALI USATI DOVRANNO RISULTARE MARCATI CE E CONFORMI AGLI ARTT.5-6 DEL D.M.37/08 ED IDONEI ALL’AMBIENTE DI INSTALLAZIONE

(29)

Istruzioni generiche per l’uso e la manutenzione dell’impianto:

In conformità a quanto previsto dal DM 37/08, art. 8, comma 2, si allegano le istruzioni che l'utente deve seguire per un corretto uso e manutenzione dell'impianto.

L'impianto elettrico in oggetto è conforme alla norma CEI 64-8 e quindi è sicuro nei confronti dei "danni che possono derivare dall'utilizzo degli impianti elettrici nelle condizioni che possono essere ragionevolmente previste", come indicato all'art. 131.1 della norma stessa.

Ciò implica che l'utente deve evitare, per la propria sicurezza, un uso improprio dell'impianto elettrico, ad esempio:

− Lasciare aperti quadri elettrici con parti in tensione accessibili.

− Evitate per quanto possibile l’uso di prolunghe e in caso di necessità utilizzatele per il minor tempo possibile evitando che il filo possa essere di ostacolo a chi inciampandovi potrebbe provocare danni alle prese e, conseguentemente, all’impianto

− Le prolunghe in bobine (cioè con l’arrotolatore) devono essere sempre svolte completamente prima dell'uso;

− I cavi di alimentazione sono costantemente sollecitati meccanicamente durante l'uso e possono quindi deteriorarsi (danneggiamenti all’isolamento, scopertura dei cavi vicino alla spina o all’attacco all’utilizzatore, ecc.); pertanto è di fondamentale importanza controllare periodicamente la loro integrità.

− Evitare l’utilizzo di prese multiple e riduzioni; se non potete farne a meno ricorrete a sistemi omologati (tipo ciabatta) In tutte queste situazioni, al passaggio della corrente si crea un naturale aumento della temperatura nella presa e superarne i limiti, significa favorire i corti circuiti e gli incendi;

− Nello staccare la spina dalla presa a muro ricordarsi sempre di spegnere innanzitutto l'utilizzatore collegato. Non fate poi manovre brusche e non tirate mai il cavo per estrarla. Si evita così di "strappare" la presa dal muro, di causare danni alla spina e all'isolamento dei suoi fili, di provocare un possibile corto circuito

− · Evitate di utilizzare apparecchi elettrici in locali umidi come il bagno e/o il locale doccia;

− Evitate di utilizzare in prossimità di lavandini, vasche e/o docce apparecchi elettrici;

− Non coprite con panni e/o carte e/o giornali le lampade. Il calore prodotto dagli apparecchi potrebbe provocare incendi. L'utente deve inoltre rivolgersi ad una impresa installatrice abilitata per qualsiasi alterazione, visiva, dell'impianto elettrico, come ad esempio isolamenti danneggiati, cavi di colore giallo-verde interrotti o distaccati,

(30)

interventi troppo frequenti di un interruttore differenziale.

− Il titolare dell'attività deve quindi richiedere il controllo periodico di una impresa installatrice abilitata, si consiglia almeno ogni anno, per accertare:

− · il funzionamento degli interruttori differenziali tramite il tasto di prova per garantire il loro corretto funzionamento, almeno ogni due mesi (salvo diversa indicazione del costruttore)

− · il funzionamento degli interruttori differenziali tramite la misura del tempo e della soglia di intervento per garantire il loro corretto funzionamento

− · Il serraggio delle morsettiere presenti nei quadri elettrici

− · il funzionamento in termini di autonomia/grado di illuminamento dell’illuminazione di sicurezza

− · il funzionamento in termini di grado di illuminamento dell’impianto di illuminazione

− · la misura dell’impianto di messa a terra coordinata con gli interruttori differenziali installati

− · mediante opportune verifiche e prove, l'effettivo stato di manutenzione dell'impianto elettrico, e provvedere a ristabilire con eventuali interventi mirati il necessario livello di sicurezza.

Modalità dei lavori, prescrizioni ed atti finali:

L'impianto elettrico dovrà essere realizzato da una ditta in possesso dei requisiti tecnico professionali richiesti dal decreto 37 del 22 gennaio 2008 art.4 e poter realizzare gli impianti all’art.1. c.2 lettera a) e b)

Alla fine dei lavori dovrà essere redatta a cura della ditta esecutrice dell'impianto la dichiarazione di conformità con gli allegati obbligatori:

progetto dell’impianto elettrico,

relazione con tipologia dei materiali utilizzati, schema dell’impianto realizzato

manuale di uso e manutenzione dell’impianto elettrico,

copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali.

Vincoli e interferenze Pubblici servizi

L’ambito di intervento e le strutture esistenti sono attualmente servite ed allacciate ai pubblici servizi quali acquedotto, fognatura, tombinatura, linee elettriche, telefoniche e metano.

Non risultano pertanto necessari ulteriori particolari interventi.

(31)

2.6INTERFERENZE CON PUBBLICI SERVIZI

Gli interventi previsti in progetto sono relativi ad opere su strutture esistenti ed interne e non prevedono lavorazioni su aree esterne sulle quali possano esserci delle interferenze sulle urbanizzazioni esistenti.

2.7VINCOLI DI NATURA STORICA E/O ARCHITETTONICA L’edificio non è vincolato ai sensi del D.lgs. 42/04 e s.m.i.

2.8DURATA DEI LAVORI

In considerazione della tipologia ed entità delle lavorazioni previste i tempi di realizzazione sono pari a 6 mesi, così come riportato nel cronoprogramma dei lavori.

2.9CRITERI ELABORAZIONE COMPUTO METRICO

La stima dei lavori previsti a progetto è stata elaborata assumendo quale riferimento l’Elenco Prezzi 2021 pubblicato dalla Provincia Autonoma di Trento Dipartimento infrastrutture – Agenzia per le opere pubbliche.

Le lavorazioni per le quali non è stato trovato alcun riscontro dell’Elenco Prezzi sopra citato, sono state valutate elaborando apposite descrizioni con relativo prezzo definito tramite apposita analisi. Tali nuovi voci sono individuate mediante codice specifico così come di seguito specificato:

- NV-A-xxx→ nuove voci relative alle opere edili

- NV-IM-xxx→ nuove voci relative agli impianti meccanici - NV-IE-xxx→ nuove voci relative agli impianti elettrici e speciali - NV-S-xxx→ nuove voci relative agli oneri per la sicurezza

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