• Non ci sono risultati.

ANNO XVI Numero II Marzo Tedua: spirito inquieto e colto Ti immaginavo diversa. Capitol Hill assault Medicina per l anima

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "ANNO XVI Numero II Marzo Tedua: spirito inquieto e colto Ti immaginavo diversa. Capitol Hill assault Medicina per l anima"

Copied!
40
0
0

Testo completo

(1)

Tedua: spirito inquieto e colto Ti immaginavo diversa

Capitol Hill assault Medicina per l’anima

ANNO XVI Numero II Marzo 2021

Istituto di Cultura e Lingue Marcelline Tommaseo

Non è mai stato fatto niente di grande senza la spinta dell'entusiasmo.”

Ralph Waldo Emerson

(2)

2

3 Editoriale

4 Women’s rights are human’s rights 6 Chi è Anonymous

8 Una medicina per l’anima 10 Notte prima degli esami 12 The invasion of Capitol Hill

14 Nuova Zelanda, il ritorno della grande musica 16 Fresh Flavors from Israel

21 Tedua, lo spirito Inquieto e colto del trap italiano 22 Il diritto d’accesso e le sue violazioni

24 Giovani e futuro: cosa vi aspettate dopo il Covid-19?

26 Amazon

28 Caro quinto anno, ti immaginavo diverso 30 E-ducation

34 Elezioni americane e attacco a Capitol Hill 36 Oroscopo

Qr Index

(3)

L’ EDITORIALE

Uber Eats, JustEat, Deliveroo e Glovo

Passeggiando per le vie della città, molto spesso, può capitare di imbattersi in riders che sfreccia- no per portare a termine le loro consegne.

In seguito ad una serie di infortuni stradali, che hanno avuto come protagonisti proprio questi fattorini, i quali hanno giocato un ruolo essenziale in questi mesi di pandemia poiché, continuan- do a lavorare, hanno mantenuto attivo il contatto tra aziende e consumatori, la Procura di Milano ha deciso di aprire un’inchiesta sulle loro condizioni di lavoro.. Inizialmente, l’indagine ha riguar- dato solo il capoluogo lombardo, ma in breve tempo si è estesa su scala nazionale, coinvolgendo quattro grandi aziende, ovvero Uber Eats, JustEat, Deliveroo e Glovo.

Gli inquirenti hanno deciso, così, di interrogare circa mille riders e sono giunti a delle conclusioni molto drastiche; essi hanno comminato alle società multe del valore complessivo di circa set- tecento milioni di euro. Per quale ragione? Le sanzioni riguardavano , soprattutto, la violazione delle norme sulla salute e sulla sicurezza del lavoro nei confronti dei riders. La decisione finale, imposta alle società coinvolte, riguarda l’assunzione di circa sessantamila lavoratori, attualmen- te considerati come autonomi e occasionali (non tutelati), che dovranno essere inquadrati come lavoratori coordinati e continuativi.

Il primo paese ad aver trasformato i riders in veri e propri lavoratori salariati è stata la Spagna; in- fatti, il governo spagnolo, dopo ben cinque mesi di negoziati ,è riuscito a stipulare una legge che mettesse d’accordo sia le aziende che i fattorini; quest’ultima avrà un periodo di transizione di tre mesi per essere applicata.

Margherita Conti Greta Noli

(4)

4

WOMEN’S RIGHTS ARE HUMAN’S RIGHTS

di Giulia Cannone

Negli ultimi anni si è assistito ad un radicale cambiamento della società e il tema sulla violenza sulla donna è nuovamente tornato alla ribalta: le donne sono entrate in modo nuovo, nel mondo del lavoro, cambiando le proprie abitudini quotidiane, volgendo cosi lo sguardo in una realtà diversa.

“Diversa” perché il mercato del lavoro è legato agli uomini: le capacità di decidere e tutto ciò che richiede abilità vengono riservate agli uomini. Cosi abbiamo la discriminazione per ciò che riguarda la retribuzione e non solo: le donne che hanno un lavoro precario non hanno gli stessi diritti degli uomini. Spesso il sesso femminile rischia di perdere il posto di lavoro se ha intenzione di “avviare”

una gravidanza. Molte volte le capacità professionali femminili vengono meno, oppure sottova- lutate, poiché si mira a mettere in risalto ciò che appare, l’ estetica: la bellezza esteriore sovrasta di molto l’ intelligenza nella società di oggi e intere selezioni per poter accedere a posti di lavoro vengono effettuate con questo criterio. Qui si parla di violenza psicologica: prediligere il bello, ciò che piace, tralasciando il modo di essere e di pensare, inculcando cosi nella mente femminile un concetto completamente sbagliato.

Il primo passo da compiere, quindi, sarebbe quello di cercare di modificare le culture dove il ma- schio ha ancora una posizione dominante e troppi privilegi da difendere. In alcuni casi, nell’ambito del tema sulla violenza sulla donna, donne che non reggono più alle violenze del marito. o ex. e del fidanzato, o ex, decidono di dire basta e per questo incappano in situazioni sgradevoli di con- tinue molestie telefoniche ecc. La violenza compiuta sulle donne nasce in primo luogo nelle mura domestiche. Raramente le donne denunciano gli abusi subiti. Eppure, spesso si tratta di violenze gravi che provocano lesioni sui corpi femminili.

(5)

5

In relazione al tema sulla violenza sulle donne, purtroppo, moltissimi casi ogni giorno vengono sepolti sotto l’ ombra del silenzio, per un senso di paura, pudore e speranza che le cose migliorino in futuro. In famiglia, tantissime donne violentate non denunciano gli atti subiti dal marito o dal compagno poiché credono che siano dimostrazioni di affetto o d’ amore.

Si sottomettono, si sacrificano per il proprio uomo ottenendo solo un vuoto interiore che non sarà mai colmato con l’ amore che meriterebbero. Si va avanti, a volte perdonando il gesto , credendo e auto-convincendosi che quell’atto violento, una volta perdonato, non accadrà più; e invece... è solo pura illusione. La paura e il pudore che “si venga a sapere”, ma anche il solo fatto di salvare la famiglia, spingono le donne a subire e a trovare “scuse” e sotterfugi in grado di nascondere i fatti.

Le donne cercano delle giustificazioni non solo per nascondere a se stesse la verità ma anche per far fronte a sensi di colpa per responsabilità che non hanno. L’ uomo non ha il diritto di alzare le mani sulla donna per nessun motivo.

E allora, come ricordarlo? L’ONU ha istituito la “Giornata internazionale della donna, l’8 marzo, ” che dal 1975 vuole essere l’occasione per condannare qualsiasi abuso contro le donne e per pro- muovere il riconoscimento del loro ruolo politico, culturale ed economico.

Ma non solo. Ha messo in atto strategie internazionali, obiettivi e progetti per migliorarne la condizione.

Veri e propri traguardi verso un riconoscimento della parità di genere possono essere considerati la Dichiarazione di Pechino del 1995, la piattaforma d’azione e la Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW), ma anche la fondazione di UnWomen, ovvero l’organismo delle Nazioni Unite che ha come obiettivo l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne.

Ma non basta. Nonostante molti progressi siano stati fatti in questi ambiti, grazie agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il problema resta irrisolto: molto donne e ragazze nel mondo continuano a essere vittime di violenza e di discriminazione. In alcuni casi, come in Italia e in molti altri paesi, i fatti di violenza sono addirittura aumentati a dismisura e le donne coinvolte sono sempre più giovani, a volte ancora adolescenti.

Quindi è necessario un “cambio di marcia” dove un ruolo importante può essere giocato dalla cultura e dalla scuola per sensibilizzazione verso la tutela dei diritti. E dalla consapevolezza di cia- scuno di noi.

(6)

6

CHI E’ANONYMOUS ?

di Matteo Malinverno, Asia Pandolfi, Greta Rampoldi

Anonymous è forse il gruppo di hacker più famoso al mondo, vasto ed eterogeneo gruppo di atti- visti informatici aggregatosi inizialmente intorno al forum americano 4chan. Temuto per i numerosi membri, gli attacchi informatici penetranti e la sua agenda politica imprevedibile, ha sfidato le re- altà più disparate, dalla chiesa di Scientology, a Visa, il governo dello Zimbabwe, l’Isis e il Klu Klux Klan.

Il gruppo “hacktivista” (attivista hacker) si descrive come un gruppo di aggregazione su internet e lotta in nome della libertà di espressione e per la libertà di internet. Nel video intitolato What/Who is Anonymous, il gruppo dichiara: “Anonymous è un’idea, è una bandiera che raduna chi vuole giustizia e gli onesti nel mondo”.

Anonymous non ha una leadership dichiarata, membri ufficiali o un’organizzazione centrale, ma coordina le proprie operazioni unendo un numero diverso di persone, che comunicano tra loro at- traverso le chatroom. In ogni preciso momento, ci sono piccoli team che lavorano dietro le quinte per guidare in maniera estremamente efficace grida di protesta spontanee e rabbia collettiva, per poi permettere una più ampia partecipazione nelle diverse operazioni.

La maschera di Guy Fawkes (riproduzione del volto del cospiratore inglese del 17esimo secolo, indossata dal protagonista del film “V per vendetta”) è uno dei simboli più riconoscibili di Anony- mous. Venne utilizzata dal gruppo per la prima volta nel 2008, quando centinaia di membri decise- ro di scendere in strada per denunciare gli abusi della Chiesa di Scientology.

(7)

7

Anonymous e il BLM

Il ritorno di Anonymous a sostegno del movimento

Tutti conosciamo le proteste del movimento Black Lives Metter partito nella città di Minneapolis lo scorso 29 maggio, ma sappiamo davvero come quei video siano arrivati nelle nostre case?

Se siamo così informati lo dobbiamo solo al gruppo di “hacktivist” chiamato Anonymous, incen- trato sulle cause che riguardano la giustizia sociale. Alcuni de membri sono stati identificati ma il fatto che non ci sia una vera e propria gerarchia rende complicata la totale estinzione del gruppo.

Anonymous è attivo dal 2003, nel 2013 attacca la Nsa ( National Security Agency) rivendicando l’accaduto e lasciando quindi l’agenzia che si vantava della protezione che dava a smentire il tut- to incolpando un semplice danno tecnico. Nel 2017 ha sospeso la sua attività per poi riprenderla quando lo scandalo di George Floyd è venuto alla luce; si schiera dunque contro Trump, accusan- dolo di indifferenza e del tentativo di insabbiare i fatti, e le forze dell’ordine.

Contro il primo scagliò un colpo così potente da poter suscitare dubbi anche nei suoi sostenitori, infatti ha reso pubblici dei documenti dove il Presidente si trova coinvolto nella rete di traffico di mi- nori con il milionario suicida Jeffrey Epstein e si pensa abbia causato il blackout della Casa Bianca.

Contro la polizia invece attua un piano più diffamatorio che per screditare, come invece ha fatto con Trump, si riesce ad introdurre nelle frequenze radiofoniche usate dagli agenti facendo partire la canzone “F**k the Police” a tutto volume e mettendo in rete un video dove dicono che smasche- reranno i colpevoli e che se il governo non farà giustizia toccherà a loro farla.

Inoltre rivelano il numero di afro americani uccisi negli ultimi 20 anni dalle forze dell’ordine, numero a dir poco spaventoso, infatti le vittime sono state 193. Paladini della giustizia o criminali?

Quello che sappiamo sui responsabili di questo attacco è davvero poco perché questi astutissimi hacker sono riusciti ad aggirare i sistemi di sicureza senza essere minimamente notati e anche dopo aver rivendicato la rivelazione delle notizie che ci hanno portato, non sono stati scoperti.

Quello che possiamo apprendere, quindi, è il semplice fatto che l’attacco sia stato attuato dalla setta Anonymous, ma molto probabilmente non conosceremo mai i volti degli hackers.

La simbologia del "busto senza capo" rappresenta l'organizzazione senza leader e l'anonimato

(8)

8

Se proviamo a riflettere un momento sulla nostra vita ed in particolare sul mondo che ci circonda, ci accorgeremo che quest’ultimo è pieno di diverse tonalità e sensazioni, che ci fanno venire in mente una serie di immagini, evoca- tive di emozioni più strane e complesse, ma al tempo stes- so magnifiche. Molto proba- bilmente la nostra parte più intima, l’Io interiore più pro- fondo, auspicherebbe che fossero esclusivamente emo- zioni quali l’allegria, il buon umore, il divertimento e più in generale tutto ciò che col- ma lo spirito di entusiasmo e serenità. Ma sfortunatamente le nostre esistenze si affaccia- no anche ad un mondo che può essere deludente o de- motivante, dove non siamo capaci di esprimere i nostri

sentimenti, spesso congelati nella superficialità e nella quotidianità, perdendo quella sensazione di benessere interiore che riempie il nostro piccolo universo di stress e insicurezze.

Ma è proprio lì che ci rendiamo conto di tutte le infinite capacità dell’essere umano e di tutte le risorse che in modo involontario abbiamo per combattere questi periodi di insoddisfazione per- sonale. Ecco allora che entrano in gioco attività come lo sport, la musica, la recitazione, la lettura, nuovi progetti e hobbies vari, che diventano come una sorta di medicina per l’anima, che al berla ci fa sentire di nuovo vivi. Tra queste “terapie” c’è anche la cucina.

La culinaria è infatti uno di quelli strumenti che permettono di conoscersi meglio, di capire cosa ci piace tramite i sapori e i colori, per poter esprimere in ogni ricetta la creatività che ci identifica e che riesce a far fluire la nostra capacità di decisione e la nostra determinazione. Tutto poi viene riflesso nel piatto finale, che non è altro che un’energia intrinseca di ognuno di noi, che permette agli altri di conoscere un tassello in più del nostro essere: i nostri segreti e tutta la nostra parte invisibile e intangibile, che si concretizza attraverso la nostra creazione. Un semplice colore, la posizione di un ingrediente, possono dire moltissimo sul nostro stato d’animo. E, ovviamente, il vedere tramite un sorriso o uno sguardo del commensale, il gradimento implicito del pasto, ci appaga con la soddi- sfazione e l’allegria.

UNA MEDICINA PER L’ANIMA

di Caterina Cajola

(9)

9

Ma la cucina può essere vista anche come punto di incontro per la socializzazione, perché infatti cucinando si abbattono tutte le diversità, per focalizzarsi unicamente sul risultato finale e questo implica per forza una cooperazione tra gli individui che devono imparare a parlare nella stessa lin- gua, anche tramite sguardi e gesti, fino a diventare un tutt’uno. Inoltre, permette alle persone di poter viaggiare con la mente in luoghi lontani, assaporando sapori di culture diverse e ampliando il raggio di internazionalità, necessario al mondo d’oggi.

Per me personalmente la cucina è fonte di rilassamento, espressione di me stessa e soprattutto momento di evasione dal mondo e spero che tutti questi aspetti positivi che traggo da quest’arte, possano essere colti anche da altre persone

(10)

10

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

di Anna Rescigno

«Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra, e un pianoforte sulla spalla.» Così inizia la canzone forse più emblematica dell’importante fase che noi ragazzi di quinto stiamo per vivere: l’esame di maturità. Perché, si sa, l’esame di maturità non è solo un semplice esame. L’universo di emozioni dietro questo passaggio nella vita di ogni studente italiano è vastissimo, e la canzone di Venditti (“Notte prima degli esami”) penso che descriva queste sensazioni al meglio.

Il liceo è da tanti considerato il periodo allo stesso tempo più spensierato e più difficile della vita personale. Da una parte, è un periodo di mero menefreghismo verso il futuro, in cui rimaniamo giovani spiattellati nelle strade della nostra città a passare pomeriggi a vivere la vita al momento, non sapendo cosa ci potrebbe accadere l’indomani. Dall’altra, è il periodo in cui il nostro cuore e il nostro corpo sono tesi come non mai verso il futuro. Il nostro corpo sembra essere immortale, pronto a tutto, e il nostro cuore viene costantemente riempito e straziato da emozioni forti, come uno straccio intriso d’acqua e poi strizzato. Non è nient’altro che una palestra di emozioni, pesanti e leggere. Venditti canta “…come i pini di Roma, la vita non li spezza”. Mi immagino questi corpi tesi come stringhe delle scarpe e questi cuori sempre in festa, anche nel dolore, perché il dolore durante il liceo ci insegna a vivere.

“Notte di mamma e di papà col biberon in mano, notte di nonne alla finestra.” Come ci siamo arrivati, a questa notte? Sembra ieri l’alba della nostra vita, e nelle facce dei nostri genitori e di nostra nonna che ci guarda dalla finestra vediamo la nostra infanzia che scorre via. I loro volti che invecchiano, im- pauriti dal pensiero che non siamo più bambini. Ma insieme a questa tristezza e paura dell’avvenire, nei loro volti vediamo anche una grande fierezza per ciò che siamo diventati, e una malinconia intrisa di gioia al pensiero che ora tocca a noi prendere il volo e conquistare il mondo.

“Forse cambiati, certo un po’ diversi. Ma con la voglia ancora di cambiare.” Amiamo la giovinezza perché è il periodo in cui, in assoluto, siamo più propensi al cambiamento e non ne abbiamo paura.

Siamo entrati al liceo con una personalità che oggi, a 18/19 anni, forse neanche riconosceremmo. E questo immenso cambiamento ci allieta, ci dona orgoglio. Guardando i volti dei nostri genitori, le cui passioni, idee e relazioni sono da anni medesime, il timore di perdere questa continua tendenza al cambiamento affiora. Perciò proviamo a uscire dal liceo vincenti, ossia “con la voglia ancora di cambiare”.

(11)

11

Poi, nel brano, arriva la frase secondo me più importante di tutta la canzone. “Questa notte è anco- ra nostra”. Nonostante la nostra adolescenza sia agli sgoccioli, la notte di gioventù che ci portiamo sulle spalle è ancora presente. Nonostante domani la nostra vita cambierà, poiché diventeremo adulti e membri effettivi di una società con incarichi e responsabilità, tratteniamo ancora per un po’ quelle sensazioni di giovinezza, quelle amicizie spassionate, quei canti ai cambi d’ora o mentre tramonta il Sole, quelle gite di classe da cui si tornava con le guance rosse, quelle ore passate a studiare materie che detestavamo ma che ci hanno insegnato la dedizione, quei 6 pieni di soddi- sfazione, quelle lezioni indimenticabili che ci hanno rivelato qual è la nostra ambizione nel mondo.

Potrei andare avanti all’infinito, elencando cos’è per me questa “notte” di cui parla Venditti.

Ma è qualcosa che si capisce solo se lo si vive. Nonostante i problemi, i litigi, le distrazioni, le diffi- coltà, ciò che ci rimane da questo periodo così contorto una volta terminato è una grande passione per la vita. E quando, da adulti, porteremo la mente indietro a questi anni, riusciremo ancora a sentire sulla pelle questa voglia di vivere che ha caratterizzato la nostra “notte”.

(12)

12

The invasion of the Capitol

will change the course of Biden presidency

di Elisabeth Fabiola Arduini

On the night of Tuesday 5th of January, the incoming Georgia election results looked promising. It would be close, but Raphael Warnock and Jon Ossoff were both on-pace to win and give Demo- crats an effective Senate majority. Georgia turning blue, and with its first African American Senator, would represent a huge victory for Democrats and for African Americans. Still, everyone felt uneasy about what the next day would bring.

At a rally shortly before the count began in Washington on Wednesday, Trump urged his assembled followers toward a cinematic showdown. “I’ll be watching because history is going to be made,” he said, before slinking back to the White House. “You’ll never take back our country with weakness.

You have to show strength.”

On the 6th of January, a mob of Trump supporters started to storm the marble steps of the Capitol Hill. As events unfolded online and on TV, we repeatedly heard that the rioting was shocking. Be in no doubt that Mr Trump is the author of this lethal attack on the heart of American democracy. His lies fed the grievance, and his demagoguery lit the fuse.

(13)

13

The sight of Trump supporters lounging in the Speaker’s chair should horrify Republican voters who like to think that their party is the party of order and of the constitution. To hear Mr Trump inciting riots on Capitol Hill may persuade parts of middle-class America to turn their back on him for good.

According to Mr Biden much depends on whether Trump-sceptic Republicans in the Senate will share those conclusions. That is because Jon Ossof’s and Raphael Warnock’s victory, have suddenly opened up the possibility for the government in Washington D.C, to be less plagued by Republi- cans obstruction and Trumpian stunts.

(14)

14

NUOVA ZELANDA

Six60 – IL RITORNO DELLA GRANDE MUSICA

di Isabella Costa

Ventimila persone, 20mila appassionati di musica, ventimila fortunati. Così possono definirsi i par- tecipanti al Festival che si è tenuto a Waitangi, in Nuova Zelanda, dove per la prima volta si è tenuto un concerto all’aperto da quanto il paese ha sconfitto la pandemia da Covid-19.

Con i nuovi casi di infezione da Coronavirus, praticamente azzerati dopo una rigida politica di contenimento, la Nuova Zelanda a dicembre si è dichiarata “COVID-free” ed è ripartita a pieno regime con concerti ed eventi dal vivo. Una ripartenza che è il risultato dei lockdown completi che il governo neozelandese ha imposto alle prime avvisaglie di nuovi focolai, ottenendo il pieno appoggio e la collaborazione della popolazione. L’efficacia dell’intervento è stata supportata una app governativa per il tracciamento delle infezioni, associata a un potenziamento dei controlli con tamponi e blocco delle frontiere.

Già a gennaio, quindi in piena estate per l’emisfero australe, si è tenuto un grande evento a Wai- tangi, con oltre 20mila persone che non hanno dovuto seguire alcuna regola di distanziamento sociale o di prevenzione, a parte l’uso della app per il tracciamento degli eventuali casi di COVID e la “raccomandazione”, non l’obbligo, all’uso della mascherina.

(15)

15

Il concerto preso in analisi e andato in scena il 16 gennaio 2021 è la prima tappa di una tournée estiva e nazionale, il Six60, composta da sei date e pronta a ospitare una media di 20mila persone.

Come riportano diverse testate giornalistiche, gli spettatori sono entrati in stretto contatto con altri partecipanti e non hanno avuto bisogno di indossare mascherine.

Questa notizia può accendere una speranza, anche perchè appare in netto contrasto con la situa- zione che stiamo vivendo in Europa e quindi prospetta una via d’uscita, anche in considerazione della campagna vaccini, ora in fase di lancio in tutto il Vecchio Continente.

Si tratta di un ritorno dei festival nell’anno appena aperto? Forse. Certamente, i grandi eventi li rivedremo a partire dal 2022.

(16)

16

FRESH FLAVORS FROM ISRAEL

di Sarah Pepe

Oggi faremo un salto nel medio oriente per presentarvi alcune delle ricette vegetariane veloci più conosciute: hummus e falafel. Ancora oggi non si conosce esattamente l’origine del hummus ma e’

una delle preparazioni più antiche e diffusa nel tempo in tutti i paesi orientali, grazie alla semplicità dei suoi ingredienti. Si tratta di una crema dal sapore molto particolare: delicato e aromatico, per la presenza dei ceci e della tehina, ma anche leggermente aspro per l’aggiunta del succo di limo- ne che conferisce il giusto equilibrio a questa ricetta. Ho deciso di riportsre la versione più antica, quella che si fa tipicamente in casa. Spesso questa pietanza viene utilizzata per accompagnare le felafel, o semplicamante come crema da spalmare.

HUMUS

• Difficoltà: Molto facile

• Preparazione: 10 min

• Cottura: 3 min

• Dosi per: 6 persone

• Costo: Molto basso

INGREDIENTI Ceci precotti 600 g

Semi di sesamo 100 g Acqua calda 150 g Succo di limone ½ Olio di sesamo 30 g

COME PREPARARE L’HUMMUS

Per preparare l’hummus iniziate sbucciando lo spicchio d’aglio 1, dividetelo a metà per togliere l’anima interna e procedete tritandolo molto finemente 2. Quindi prendete il ciuffo di prezzemo-

lo, sciacquatelo, asciugatelo e tritate anch’esso finemente 3.

Semi di sesamo 100 g Acqua calda 150 g Succo di limone ½ Olio di sesamo 30 g

(17)

17

Procedete preparando la tahina (potete anche utilizzare quella in commercio se preferite):

versate i semi di sesamo in una padella antiaderente 4 e tostate i semi a fuoco dolce per 2-3 minuti 5. Poi trasferiteli in una ciotola 6 e utilizzate un mixer per mescolare e pestare i semi di

sesamo tostati.

Iniziate a pestare e solo dopo qualche istante aggiungete l’olio di sesamo a filo 7, un pizzico di sale, l’acqua calda 9 e continuate a mescolare. Se preferite una tahina più densa potete ag-

giungere altro sesamo tostato, se più liquida aggiungete altro olio di semi o acqua calda.

Poi unite i ceci precotti, scolati dal liquido di conservazione 10 e continuate a mescolare e pestare. Spremete il succo di mezzo limone 11 e unite l’aglio, del prezzemolo tritato, salate e

pepate 12 nuovamente e mescolate ancora.

Una volta pronto l’humms, potete aromatizzare ancora con prezzemolo fresco, paprika affumi- cata 13 e ancora un filo d’olio di semi 14, quindi il vostro hummus è pronto 15!

(18)

18

FALAFEL

• Difficoltà: Facile

• Preparazione: 30 min

• Cottura: 5 min

• Dosi per: 4 persone

• Costo: Basso

Nota + 12 ore di ammollo per i ceci

INGREDIENTI Ceci secchi 500 g

Cipolle 1

Aglio 1 spicchio

Cumino in polvere 1 pizzico Prezzemolo 1 mazzetto

COME PREPARARE LE FALAFEL

Per preparare le felafel, cominciate la sera prima, mettendo in ammollo i ceci secchi in acqua fredda per almeno 12 ore. Scolateli e sciacquateli, poi asciugateli accuratamente con un panno pulito: dovranno risultare perfettamente asciutti al momento dell’utilizzo per garantire un impa- sto della giusta consistenza (per assicurarvi che perdano ogni traccia di acqua in eccesso, potete

asciugarli ulteriormente per 10 minuti in forno ventilato preriscaldato a 100°). Dopo aver svolto queste operazioni preliminari, ponete i ceci nel mixer 1 insieme alla cipolla tagliata in grossi pezzi 2.

Aggiungete all’interno del mixer anche l’aglio, spremendolo con l’apposito spremiaglio 3.

Sale fino 1 pizzico Pepe nero 1 pizzico PER LA FRITTURA

Olio di semi di arachide 1l

Insaporite quindi con il cumino 4, il sale 5 e il pepe 6, e azionate le lame per ridurre l’impasto in poltiglia.

(19)

19

Tritate il prezzemolo 7 e aggiungetelo all’impasto 8: è importante svolgere questa operazione a parte, e non direttamente nel mixer con gli altri ingredienti, perché in quel modo il prezze- molo rilascerebbe troppa acqua bagnando eccessivamente l’impasto. Amalgamate bene il tut-

to e trasferite il composto in una pirofila 9, compattandolo bene con il dorso di un cucchiaio.

Coprite con pellicola 10 e ponete in frigo a rassodare per almeno 1 ora. Trascorso questo tem- po, recuperate l’impasto e formate i felafel con l’apposito strumento 11 oppure a mano, pren- dendo di volta in volta piccole palline di impasto e schiacciandole leggermente per ottenere la

tipica forma dei felafel. In pentola scaldate abbondante olio di semi a 170°, e friggetevi pochi felafel per volta 12

Fino alla doratura 13. Prestate grande attenzione alla temperatura dell’olio, che non deve su- perare quella indicata, altrimenti i felafel si sfalderanno. Scolate i vostri felafel e fate asciugare

l’olio in eccesso su carta assorbente 14. Servite i vostri felafel ben caldi 15!

(20)

20

Mario Molinari, meglio conosciuto come Tedua, un ragazzo con origini umili, nato a Genova, classe 94, è un rapper ita- liano che con il tempo ha conquistato un vasto pubblico di giovani. Debutta nel 2015 rilasciando il suo primo mixtape

”Orange County”, dove performa con artisti emergenti e non, come Izi, Sfera Ebbasta, Rkomi, Ghali e coinvolge i produttori Chris Nolan, Charlie Charles e Sick Luke (famosi nell’ambiente del trap). Nel 2018, esce l’album dell’affer- mazione, “Mowgli”, il personaggio del “Libro della giun- gla” di Kipling, con il quale Tedua si identifica a causa del suo passato: l’artista infatti da piccolo è cresciuto con una famiglia affidataria, e, soprattutto, ha vissuto in strada fra persone poco fidate, rendendolo prematuramente autono- mo ed indipendente.

L’anno scorso invece, rilascia il suo ultimo album “Vita vera- aspettando la divina commedia”: simbolo di un viaggio poetico e mistico. “Mi ritrovai per una selva oscura” canta nella canzone “Mare mosso”, ove riprende l’idea di essere persi nella foresta, in attesa di trovare la retta via, il sentie- ro giusto, immagine poi raffigurata anche nella copertina dell’album: lui vestito di rosso con i fogli in mano, come Dante, si ritrova su una spiaggia al cospetto di una belva e poi davanti al Ponte Morandi di Genova spezzato in due dalla tragedia del 2018 (utilizzato dal’artista come simbolo

TEDUA, LO SPIRITO INQUIETO E COLTO DEL TRAP ITALIANO

di Giulia Bodo

della sua genovesità e quindi si sente colpito profondamente da questo evento).

In questo caso, la selva oscura è un viaggio alla ricerca della coscienza dell’artista, che si imborghesisce diventando famoso e ricco e che va a conoscere tutti i peccati del mondo borghese all’interno del viaggio dantesco : tornerà a vedere le stelle nel paradiso solo nel momento in cui riuscirà ad ottenere una carriera soddisfacente con sé stesso senza aver perso la scintilla dell’arte e, ovviamente, la soddisfazione personale.

Ne 2018 pubblica anche un video, di pochi minuti, nel quale presenta e promuove il mixtape, parla della sua

“vita vera”, del suo inferno privato, della sua infanzia…

La prima parte del disco “Vita vera” è composta da dodici canzoni, nelle quali collabora con vari artisti come Capo Plaza, Rkomi, Ghali, Dargen D’amico, Bresh, Ernia, Lazza e la crew tutta ligure cioè Izi, Guesan, Ill Rave e Vaz Tè. Una sola settimana dopo, alle dodici canzoni rilasciate se ne sono aggiunte altre dieci, completan- do il progetto. Questa seconda parte (i produttori sono gli stessi) è meno varia rispetto alla prima dal punto di vista sonoro, ma non perde intensità emotiva e in alcuni frangenti mostra una scrittura più viscerale. Il lin- guaggio che utilizza nei suoi testi è molto particolare, a tratti ricercato e forbito, a tratti invece molto più diret- to e colloquiale, che racchiudono sempre messaggi e significati particolari, e che spesso richiede un’attenta analisi , quasi una parafrasi. Già nella canzone “Elisir”, l’artista si definiva “Dan-Tedua”, un poeta moderno.

In un’altra canzone dell’ultimo album, canta “Vita vera, aspettando la Divina Commedia. Spero tu non pa- tisca l’attesa”. Questa citazione è tratta dalla traccia che chiude il mixtape, Lo-fi Wuhan. Il titolo del brano riprende il nome della città cinese da cui è iniziata l’epidemia di Covid-19, che ha ritardato l’uscita dell’album ufficiale di Tedua, spesso sono anche presenti riferimenti alla quarantena…

Tedua può piacere o no, disturberà l’io del suo personaggio, disturberà il suo ritmo versatile: ma a lui non si può non riconoscere la qualità delle opere, la sua dedizione alla musica, la passione che traspare dalle sue melodie (ed una educazione e curiosità di base non comuni nei giovani d’oggi).

(21)

21

IL DIRITTO D’ACCESSO E LE SUE VIOLAZIONI

Vietato lutilizzo di internet ad un carcerato lituano

di Conte Sofia, Di Nella Giulia, Garavaglia Chiara

Nel 2015 la Commissione di studio della Camera dei deputati redasse la “Dichiarazione dei diritti in Internet”, ovvero un documento composto da quattordici articoli in cui vengono elencati tutti i diritti che devono essere concessi a chi utilizza il web.

Il secondo articolo, intitolato “diritto di accesso”, sancisce che l’accesso ad internet è un diritto fonda- mentale della persona e strumento attraverso la quale un uomo ottiene il suo pieno sviluppo sociale ed individuale e che ognuno deve avere la possibilità di utilizzare i servizi della rete. Inoltre, viene spiegato che il termine accesso comprende anche la libertà di scelta per quanto riguarda i dispositivi ed i sistemi operativi.

Purtroppo, questo diritto non viene sempre rispettato, infatti in Italia solo il 69% della popo- lazione possiede una connessio- ne adeguata per connettersi ad internet mentre il 31% o non ha un abbonamento ad internet, op- pure dispone di una rete lenta e debole che non gli permette di utilizzare il web al meglio.

Questo fenomeno prende il nome di “digital divide” ovvero

“divario digitale” ed indica una divisione tra coloro che hanno accesso alle risorse tecnologiche e chi invece ne è escluso o total- mente o solo parzialmente.

Una negazione di questo diritto fondamentale avvenne nel 2016 quando ad un detenuto lituano venne negata la possibilità di utilizzare il web per ottenere una laurea in giurisprudenza seguendo un corso incentivato dal Ministero.

Le autorità del carcere decisero di non consentire all’uomo di usufruire del programma digitale di lau- rea “AIKOS” perché sostenevano che all’interno della libreria carceraria vi fossero abbastanza libri al riguardo.

Inoltre, secondo il regolamento del carcere ai prigionieri non era concesso possedere un indirizzo di po- sta elettronica, necessario per iscriversi al programma, dal momento che essa poteva essere utilizzata in modo illecito, per lo stesso motivo era vietato anche l’uso del telefono mobile e della radio.

Il carcerato difendeva la sua posizione dicendo che il trattamento subito andava contro le norme san- cite dall’articolo 25 della Costituzione lituana (diritto di dare e ricevere informazioni), dagli articoli 10 e 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (libertà di espressione e divieto di discriminazione).

(22)

22

Purtroppo, il giudice di secondo grado si schierò dalla parte degli amministratori del carcere sostenen- do che non vi era una legge che permettesse ai prigionieri di utilizzare il web e che dal momento che essi avrebbero potuto fare uso improprio della rete, i detenuti non erano adatti ad usarla.

Successivamente, il caso venne portato davanti alla Corte di Strasburgo. Questa volta il processo fu vin- to dal prigioniero dal momento che i giudici ritennero fondamentale che egli potesse utilizzare la rete per ottenere informazioni, rifiutando l’obiezione dei carcerieri che invece sostenevano che egli sarebbe riuscito a studiare anche attraverso i materiali cartacei presenti nella struttura. Secondo i giudici, que- sta pratica sarebbe risultata impossibile anche perché il detenuto avrebbe avuto bisogno di utilizzare internet per verificare le modalità di iscrizioni ai corsi di laurea che erano soggetti a frequenti variazioni.

Osservando questo caso, notiamo come esso sia un esempio di violazione del diritto d’accesso sancito dalla “Dichiarazione dei diritti in internet”, dal momento che al detenuto erano stati negati i mezzi e le apparecchiature necessarie per poter accedere al web.

(23)

23

GIOVANI E FUTURO

COSA VI ASPETTATE DOPO IL COVID-19?

di Greta Nolli

In questo periodo, non dei migliori per quanto riguarda i progetti futuri della nostra generazione, abbiamo deciso di intervistare alcuni dei nostri coetanei per vedere come la pandemia ha cambiato i loro piani per il futuro e che cosa pensano di fare.

Le domande alle quali abbiamo sottoposto gli intervistati sono le seguenti:

• Dopo questa pandemia come pensi che sarà il tuo futuro universitario?

• Pensi che avverranno dei cambiamenti nel sistema scolastico?

• Sai già che cosa farai dopo il liceo?

(24)

24

La prima intervistata è Valentina Cattaneo:

Dopo questo periodo complicato, vedo il mio futuro universitario abbastanza bene. Questa pande- mia mi ha permesso di focalizzarmi su ciò che è più importante e di riflettere di più sul mio futuro.

Inoltre mi ha spinto a impegnarmi ancora di più e a lavorare in maniere differenti. Quindi, sono abbastanza ottimista per il mio futuro all’università perché mi impegnerò a lungo e con dedizione.

Oramai è evidente e quasi imminente il bisogno di cambiare il sistema scolastico italiano. Attual- mente credo che il migliore sia il metodo americano, ovvero ogni studente ha la possibilità di sce- gliere le materie scolastiche per avere un’istruzione più specifica e più interessante.

Dopo il liceo spero di intraprendere il percorso universitario di mio padre. Mi piacerebbe entrare alla Bocconi per studiare economia e management. Al momento non so ancora che lavoro vorrei fare in futuro ma desidererei aiutare le persone grazie alle mie competenze.

Anche Isabella Costa ci narra la sua esperienza:

Grazie alla pandemia ho avuto più tempo per pensare a me stessa ed al mio futuro. Ho riflettuto con calma su ciò che mi piacerebbe fare un domani e sono sicura di voler investire su me stessa e frequentare l’università.

Spero profondamente che la pandemia abbia fatto capire come il sistema scolastico vada cambia- to, modernizzato e come questo sia sempre rimasto uguale da sempre. La cosa di qui più manca la scuola sono le esperienze di apprendimento nella vita reale. Troppa teoria e troppa poca pratica.

Altro fattore che spero che in un futuro cambi sono i programmi di apprendimento uguali per tutti, ognuno, a mio avviso, dovrebbe essere libero di scegliere, in base ai propri interessi, le proprie esperienze di apprendimento.

Di giorno in giorno la mia visione su quello che vorrei fare un domani si fa sempre più chiara, è ancora tutto da vedere e nulla è ancora deciso ma sono molto interessata nel settore dell’architet- tura e del design e credo che grazie al mio bagaglio culturale e alla mia conoscenza delle lingue, acquisita in questi anni , questa facoltà possa essere quella giusta.

Ora è il turno di Ilaria Rusconi:

Credo che i metodi di insegnamento subiranno una evoluzione, rendendo molto più ibrida la for- mazione in vista dell’esperienza in università. La presenza fisica non sarà più imperativa per poter seguire le lezioni e questo comporterà una maggiore libertà per gli studenti e potenzialmente più elasticità per attività extra scolastiche.

Sicuramente l’aria di riforme che si respira oggi non cesserà di esserci e questo nel giro di cinque anni riformerà completamente il sistema scolastico, rendendolo più attuale ed al passo con i tempi.

In questo momento non sono ancora sicura di quello che sceglierò di studiare all’università. Sogno solamente di fare un lavoro che mi appassioni e gratifichi. Mi sto interessando a diversi campi per capire quale sarà la mia strada.

Un punto di vista differente:

Abbiamo deciso di intervistare anche una ragazza che si trova al di fuori del nostro contesto scola- stico, in modo da poter avere una visione più ampia sull’argomento.

Lei è Satrupa e vive a Londra, vediamo come ha risposto alle nostre domande:

Credo che dopo questa pandemia l’università potrà essere più complicata, per vari motivi: molti esami sono stati cancellati oppure rimandati, ma anche perché la maggior parte delle lezioni sono state fatte online, ormai quasi da due anni. Nonostante questa brutta situazione sostengo che il sistema scolastico non sia stato molto influenzato dalla situazione anche perché la scuola ha conti- nuato ad andare avanti, evitando così di perdere la maggior parte del programma. Penso, pertan- to, che non sarà così tanto complicato inserirsi nel mondo universitario.

Sono dell’idea che nei prossimi anni il sistema scolastico subirà molti cambiamenti.

Una prima variazione potrebbe riguardare il metodo degli esami, magari con l’aggiunta di alcune sessioni durante l’anno, e non solo in fase conclusiva, come solitamente viene fatto in Inghilterra.

(25)

Inoltre, credo che sarà più facile seguire le lezioni anche per coloro che per varie motivazioni non potevano frequentarle in presenza, in quanto, in molte scuole è stata aggiunta la possibilità di didattica a distanza.

Questa domanda mi ha tormentato molto durante questo ultimo anno di liceo in cui mi trovo a dover decidere del mio futuro. Dopo varie indecisioni, sono giunta all’idea di prendere un gap year (anno sabbatico) con lo scopo di fare dei corsi utili per prepararmi ad entrare nel mondo universi- tario e esperienze utili a comprendere meglio la strada da intraprendere. Mi scoraggia infatti l’idea che a causa della pandemia, tuttora in corso, l’esperienza universitaria si possa tradurre solo in una esperienza online, e di conseguenza poco entusiasmante.

Per concludere, speriamo che appena questa pandemia sarà terminata, tutti i giovani con delle grandi idee per il loro futuro possano finalmente iniziare a impegnarsi per realizzarle, mettendo a frutto quanto di positivo capitalizzato durante questo non facile periodo.

25

(26)

AMAZON

PROBLEMI DI ANTITRUST?

di Martina Barnabà

Quando si parla di shopping online o si ha la necessità immediata di qualcosa è ormai inevitabile ricorrere all’aiuto di Amazon. Questa sua costante presenza nella nostra quotidianità ha riportato conseguenze devastanti sull’economia mondiale.

Si pensi che nell’ultimo periodo Amazon ha acquisito nelle sue mani un’enorme quantità di potere, e gli investitori sono convinti che l’azienda stia distruggendo la concorrenza e causando gravi danni alle aziende e ai piccoli distributori.

Come rivenditore online di prodotti per la pulizia e accessori domestici, Amazon fa concorrenza a Walmart, Target e Bed, Bath & Beyond. Come rivenditore di scarpe e vestiti fa concorrenza a Dsw, Foot Locker e Gap. Come distributore di musica, libri e televisione è un concorrente di Apple, Netflix e Hbo. Nell’ultimo decennio Amazon ha comprato anche il più grande rivenditore indipen- dente di scarpe online, il più grande rivenditore indipendente di pannolini online e il più grande rivenditore indipendente di fumetti online. E ha avuto successo in quasi tutti questi settori.

Eppure non si limita unicamente alla vendita al dettaglio. Concede anche prestiti, pubblica libri, progetta vestiti e fabbrica hardware. Tre anni fa ha comprato Twitch.com, un servizio di video stre- aming valutato un miliardo di dollari. E oltre a tutto questo, controlla Amazon web services, un’at- tività da 12 miliardi di dollari che dà in affitto server,

banda larga e potenza di calcolo ad altre aziende. Tra i clienti di Amazon web services ci sono Slack, Netflix, Dropbox, Tumblr, Pinterest e il governo federale degli Stati Uniti.

Si tratta, insomma, di un negozio universale. Non vende solo prodotti, li realizza. Non si limita a distribuire prodotti dai suoi server, ma li affitta ad altri. E ha spinto molti esperti e analisti a chie- dersi: quand’è che Amazon diventerà un monopolio? In poche parole, ci si comincia a chiedere se Amazon non abbia troppo potere: controlla una fetta enorme del mercato delle vendite online e ha cominciato a espandersi anche al resto della filiera produttiva. Amazon si è sempre rifiutata di commentare le questioni relative all’antitrust (legislazione antimonopolistica). Recentemente ha cominciato a cercare un economista da consultare a proposito di questioni legate alle leggi sulla concorrenza. Prima di novembre uno dei più decisi critici della sua posizione dominante era Donald Trump, il quale aveva lasciato intendere, durante la campagna presidenziale, che Jeff Bezos doves- se risolvere alcuni “problemi di antitrust”.

26

(27)

27

CARO QUINTO ANNO, TI IMMAGINAVO DIVERSO

di Vittoria Pippa

Caro Quinto Anno, purtroppo ti immaginavo veramente diverso; ma tu hai deciso di arrivare, vorrei poter dire di soppiatto, ma non è così, tu sei arrivato sbattendo la porta e senza neanche prean- nunciarti. Come se tu, in fondo, lo sapevi che le esperienze banali, alla porta di tutti e che seguono la massa non mi sono mai piaciute.

E allora hai avuto inizio in una mattina di settembre che sapeva quasi di un nuovo debutto; dopo sei mesi destreggiati fra questa nuova creatura mitica, amata ma allo stesso tempo odiata da tutti i ragazzi, chiamata DAD ed uno sprazzo d’estate che sembrava quasi aver cancellato del tutto i brutti momenti dei mesi preceden- ti. E così si era ritornati sui banchi, ma mai del tutto ad una normalità, d’altronde come potrebbe essere definita norma- lità se la mascherina diventa un obbligo e i compagni di banco si trasformano in un’utopia?

Ma tra distanziamento sociale e compiti consegnati esclusivamente online perché, ormai si sa, i fo- gli passati di mano in mano potrebbero essere fonte di contagio; eri riuscito ad arrivare a metà ot- tobre portando un po’ di serenità. E poi è stato proprio lì che, mio caro Quinto Anno, mi hai stupito con effetti speciali…lo spettro di un nuovo lockdown si avvicinava lentamente ma inesorabilmente e il tanto temuto Corona Virus non era più una realtà lontana, ma si è trasformato in qualcosa che ormai era parte integrante delle mie giornate e di quelle di alcuni miei compagni di classe…un cal- vario infinito che si districava fra lezioni online e tamponi su tamponi che risultavano sempre positi- vi, come fosse una beffa del destino. Tra interrogazioni e simulazioni di maturità online, sei arrivato finalmente a dicembre portando con te le vacanze di Natale tanto attese, se non per dedicarci alle super feste in compagnia di parenti ed amici, quantomeno per poter staccare un po’ la spina dalle interminabili ore passate davanti al computer. Tra interrogazioni e simulazioni di maturità online, sei arrivato finalmente a dicembre portando con te le vacanze di Natale tanto attese, se non per dedicarci alle super feste in compagnia di parenti ed amici, quantomeno per poter staccare un po’

la spina dalle interminabili ore passate davanti al computer.

E poi gennaio con il ritorno a scuola annunciato per il giorno sette e poi la zona rossa, un’altra volta;

che chiaramente aveva un solo significato mio fenomenale Quinto Anno: ovvero, si continua con la didattica a distanza.

(28)

28

Ma tutto è cambiato due settimane dopo, quando muniti di mascherina e con il morale un po’ a terra siamo tornati a scuola, la motivazione non era molta e le premesse non erano delle migliori;

quasi tre mesi passati davanti ad un computer di certo non stimolano le ambizioni ed i progetti futuri di tutti noi ragazzi.

Al momento posso dire che, caro Quinto Anno, sei un po’ come quegli studenti che certo sono bravi, ma non si applicano; anche perché chissà cosa ci riserverai per i prossimi mesi, se ci conce- derai il lusso di scherzare nei nostri corridoi e passeggiare in giardino in una mattinata di primavera oppure se ci costringerai ancora una volta a seguire le lezioni da uno schermo che purtroppo ci tiene estremamente scollegati dalla realtà.

Per non pensare poi al colossale punto di domanda che si staglia sul mese di giugno, il tuo ultimo mese mio sorprendente Quinto Anno, chissà che tipo di maturità ci riserverai. Sarà una replica dell’anno scorso? O quest’anno le prove scritte la faranno da padrone? E cosa ne sarà degli Invalsi?

Per il momento tutti gli indizi sembrano portare al “Maxi-orale”, ma noi la sfera magica non la pos- sediamo ancora…e tu Quinto Anno? Per quanto tempo ancora hai intenzione di tenerci con il fiato sospeso?

(29)

29

E-DUCATION

di Anna Giulia Garetto, Arianna Scala, Giulia Zampori

Del web oggi non si può fare a meno, ma non è sufficiente stare sulla rete senza coltivare

le tradizionali relazioni fisiche. Con educazione s’intende quindi prima di tutto quella nella dimen- sione offline e poi quella in rete.

Il diritto all’istruzione, all’educazione o allo studio è un principio alla base di tutte le democrazie.

L’educazione è sia un diritto, protetto dalla Costituzione italiana, che uno strumento per la promo- zione e la tutela degli altri diritti umani. È un diritto sociale, perché impone al potere pubblico di garantire a tutti l’accesso a un adeguato sistema scolastico e, al tempo stesso, un diritto di libertà, perché riconosce a ciascuno la possibilità di formarsi proprie convinzioni. L’educazione inoltre deve essere gratuita, obbligatoria, non discriminatoria e di qualità.

La Dichiarazione dei diritti in Internet, nell’articolo 3 sul diritto alla conoscenza e all’educazione in rete, non fa che estendere tale diritto al mondo di Internet, includendo tutti i cittadini.

Con la pandemia, che ha colpito tutto il mondo, e con la chiusura delle scuole, che ha coinvolto la gran parte della popolazione scolastica, diventa quanto mai importante il diritto all’educazione in rete. L’Italia ha infatti vissuto e sta in parte tuttora vivendo un’emergenza in merito al diritto all’edu- cazione, che deve essere garantito anche in situazioni di emergenza. Esistono infatti tuttora delle discriminazioni nel passaggio dalle aule fisiche alle aule virtuali, a causa delle diverse possibilità di accesso a Internet da parte della popolazione.

L’accessibilità, in questo contesto, ricopre un carattere di particolare urgenza, per l’acuirsi del digi- tal divide (per condizione economica, status sociale, …). I governi devono quindi aiutare a rimuo- vere le barriere esistenti, affinché la rete e l’educazione sia fruibile da tutti. La pandemia ha fatto emergere che la digitalizzazione da sola non riduce le disparità, ma anzi si va ad aggiungere a for- me di disuguaglianza già presenti, conducendo alla riflessione finale che l’istruzione in futuro dovrà riuscire a essere veramente inclusiva e adattabile. Tale diritto non si riferisce solo agli studenti, ma a tutti i cittadini, che devono poter utilizzare Internet in modo consapevole, così da esercitare i pro- pri diritti e le proprie libertà. Il Covid-19, con il lockdown, la mobilità ridotta, la chiusura di luoghi fisici, ha reso più importante che mai il diritto alla conoscenza e all’educazione in Internet, perché la rete offre la possibilità di accedere ad informazioni, svolgere attività con un semplice click, qua- le, ad esempio, la possibilità per le persone di età superiore agli 80 anni di aderire alla campagna vaccinale anti Covid, a partire dal 15 febbraio 2021, su un portale on line dedicato. In questo caso, trattandosi di una fascia di popolazione meno digitalizzata, risulta fondamentale offrire delle moda lità di adesione alternative alla registrazione autonoma sul portale

(è prevista, infatti, la possibilità di ricevere supporto nell’iscrizione al portale da parte delle farmacie e dei medici di base). Internet non offre solo delle opportunità, ma rappresenta anche dei rischi e l’articolo 3 prevede infatti che i cittadini siano educati, in quan- to devono anche essere capaci di distinguere le notizie vere da quelle false.

(30)

30

Tornando al diritto all’educazione in generale, Malala Yousafzai, nata in Pakistan nel 1997, è il simbolo della rivendicazione del diritto all’istruzione. Malala si è battuta sin da bambina per far rispettare tale diritto, bandito da un editto talebano. Nel suo blog per la BBC ha denunciato il regime dei talebani pakistani e da quel momento ha continuato a battersi per il diritto allo studio, in quanto l’istruzione è un diritto per tutti. Dopo aver subito un attentato, nel 2013 venne invitata a testimoniare la sua esperienza all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e qui riportiamo uno stralcio del suo discorso:

Nel Pakistan abbiamo capito l’importanza di penne e libri quando abbiamo visto le pistole. La penna è più forte della spada. Il potere dell’istruzione fa paura. La pace è necessaria a fini dell’i- struzione, il terrorismo e i conflitti impediscono di andare a scuola. Chiediamo a tutti i governi di assicurare l’istruzione obbligatoria e gratuita in tutto il mondo a ogni bambino, di lottare contro il terrorismo e la violenza, ai Paesi sviluppati di sostenere i diritti all’istruzione per le bambine nei Paesi in via sviluppo”.

Nel 2014 Malala è stata insignita del Premio Nobel per la pace per il suo impegno nei confronti dei diritti delle ragazze nel suo Paese e per il diritto all’istruzione per tutti i bambini del mondo. Nel suo discorso durante la premiazione dichiarò: «Oggi tutti noi sappiamo che l’istruzione è uno dei nostri diritti inviolabili. Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne.

Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cam- biare il mondo»

Il 25 settembre 2015 venne lanciata in tutto il mondo l’iniziativa The Global Goals (Obiettivi per lo sviluppo sostenibile), che vede impegnata anche Malala, insieme ad altri attivisti. I leader mondiali si stanno impegnando a fare in modo che questi 17 obiettivi globali si realizzino e, tra questi, il numero 4 punta proprio a raggiungere un’istruzione di qualità nel mondo.

Fortunatamente in Italia oggi la situazione è differente perché è presente la libertà di studio e ap- prendimento. Inoltre oggi i ragazzi fanno parte di una generazione completamente digitalizzata e dunque si dovrebbe essere più consapevoli dei rischi collegati alla rete, grazie all’educazione che viene impartita sia a scuola che a casa.

(31)

31

Tornando al diritto all’educazione in generale, Malala Yousafzai, nata in Pakistan nel 1997, è il simbolo della rivendicazione del diritto all’istruzione. Malala si è battuta sin da bambina per far rispettare tale diritto, bandito da un editto talebano. Nel suo blog per la BBC ha denunciato il regime dei talebani pakistani e da quel momento ha continuato a battersi per il diritto allo studio, in quanto l’istruzione è un diritto per tutti. Dopo aver subito un attentato, nel 2013 venne invitata a testimoniare la sua esperienza all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e qui riportiamo uno stralcio del suo discorso:

Nel Pakistan abbiamo capito l’importanza di penne e libri quando abbiamo visto le pistole. La penna è più forte della spada. Il potere dell’istruzione fa paura. La pace è necessaria a fini dell’i- struzione, il terrorismo e i conflitti impediscono di andare a scuola. Chiediamo a tutti i governi di assicurare l’istruzione obbligatoria e gratuita in tutto il mondo a ogni bambino, di lottare contro il terrorismo e la violenza, ai Paesi sviluppati di sostenere i diritti all’istruzione per le bambine nei Paesi in via sviluppo”.

Nel 2014 Malala è stata insignita del Premio Nobel per la pace per il suo impegno nei confronti dei diritti delle ragazze nel suo Paese e per il diritto all’istruzione per tutti i bambini del mondo. Nel suo discorso durante la premiazione dichiarò: «Oggi tutti noi sappiamo che l’istruzione è uno dei nostri diritti inviolabili. Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne.

Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cam- biare il mondo»

Il 25 settembre 2015 venne lanciata in tutto il mondo l’iniziativa The Global Goals (Obiettivi per lo sviluppo sostenibile), che vede impegnata anche Malala, insieme ad altri attivisti. I leader mondiali si stanno impegnando a fare in modo che questi 17 obiettivi globali si realizzino e, tra questi, il numero 4 punta proprio a raggiungere un’istruzione di qualità nel mondo.

Fortunatamente in Italia oggi la situazione è differente perché è presente la libertà di studio e ap- prendimento. Inoltre oggi i ragazzi fanno parte di una generazione completamente digitalizzata e dunque si dovrebbe essere più consapevoli dei rischi collegati alla rete, grazie all’educazione che viene impartita sia a scuola che a casa.

INTERNET E L’AGENDA 2030

L’art. 3 dei diritti fondamentali della costituzione di internet stabilisce che internet sia impiegato per l’educazione e per lo sviluppo della conoscenza, come abbiamo già spiegato precedentemente. È formato dunque da 5 punti:

1. la conoscenza attraverso la rete deve essere accessibile a tutti

2. È necessario ricorrere ai diritti morali per espandere le proprie conoscenze 3. ogni persona ha il diritto di sapere come utilizzare internet

4. le istituzioni pubbliche devono impiegare internet per evitare ritardo culturali 5. bisogna utilizzare internet in modo consapevole.

Facendo riferimento ai punti elencati precedentemente, questo articolo è strettamente legato ad alcuni goal dell’agenda 2030, ovvero il 4 e l’8.

L’articolo 4, si occupa di fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di ap- prendimento per tutti. Questo articolo si divide in 7 traguardi.

I traguardi riguardanti l’art. 3 sono il 4.3, 4.4 e 4.7.

Il traguardo 4.3 sancisce che ogni uomo e donna abbia accesso ad un’equa istruzione tecnica, van- taggiosa economicamente e di qualità. Questo traguardo dunque riporta al punto numero 1 e 2 dell’art 3, poiché bisognerebbe andare oltre alle disuguaglianze di ogni genere e inoltre è un diritto di tutti avere un’istruzione vantaggiosa, anche con l’impiego di internet.

(32)

32

Il traguardo 4.4 invece sancisce che i giovani aumentino le proprie abilità tecniche e professionali entro il 2030 e questo può essere possibile anche grazie ad internet.

Invece il traguardo 4.7 implica che entro il 2030 tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le com- petenze necessarie per promuovere uno sviluppo sostenibile e alla valorizzazione delle diversità culturali. Questo traguardo è collegabile ai punti 2 e 4 dal momento che cita i diritti morali, punti fondamentali dell’uomo, mentre il punto 4 come il traguardo 4.7 si occupa di colmare i ritardi cul- turali.

Internet, oltre ad essere strettamente collegabile al goal 4, potrebbe anche essere la chiave per risolvere diversi problemi nel mondo trattati sempre nell’agenda 2030, come ad esempio il goal 8. Questo goal si occupa di incentivare una crescita economica duratura inclusiva e sostenibile e lavoro dignitoso. Questo può essere possibile tramite una buona istruzione.

Il tasso di disoccupazione oggigiorno è sempre più crescente e tra le cause è presente anche internet. Un esempio è l’e-commerce, che porta vantaggi economici ai proprietari di aziende ma aumentano notevolmente il tasso di disoccupazione. Internet dovrebbe essere un nostro alleato, dal momento che se sfruttato nel giusto modo può essere una risorsa inestimabile. Tra i traguardi del goal numero 8, quello che si avvicina maggiormente all’articolo 3 è l’8.2 che si occupa di rag- giungere gli standard di produttività più alti attraverso la diversificazione e il progresso tecnologi- co. Grazie a questo obiettivo possiamo capire in realtà quanto internet possa essere utile ai giorni nostri, in grado di portarci a sviluppi e innovazioni. A dimostrare ciò, l’Onu ha sviluppato una serie di piattaforme con cui è possibile avere dati statistici sui diversi progetti proposti dall’agenda 2030.

Il progetto più importante è un global Pulse, che funge da piattaforma di aggiornamento dei dati che possono essere utili al raggiungimento degli obiettivi degli SDG. (Suistainable Development Goals)

L’ONU inoltre ha sviluppato molti altri progetti che usano diverse strategie di comunicazione digi- tale come app, portali, siti informativi che servono a soddisfare tre scopi ben distinti: comunicare, fungere da infrastruttura, advocacy. Esempio di questa strategia è SDG Site che funge da diffusione e descrizione dei diciassette obiettivi alla base degli SDG e delle diverse campagne attivate nel mondo su questi temi. Le piattaforme digitali intese come advocacy invece sono concepite come siti il cui scopo è promuovere in senso culturale e non solo comunicativo il complesso tessuto di progetti e attività alla base degli SDG. Tra queste spiccano SDG advocates che raccoglie attività di sostegno e promozione da parte di una serie di personaggi pubblici, oppure SDG in Action la app per smartphone che serve come canale di aggiornamento costante sulle attività dell’Agenda 2030.

(dunque possiamo affermare che internet è un bene prezioso per imparare ed educare attraverso la rete). In conclusione l’utilizzo delle piattaforme digitali introdotte dai Sustainable Development Go- als mostra come non sia un problema delle piattaforme in sé, ma sia un problema della loro politica di utilizzo, dunque da come vengono impiegate. Viviamo in un mondo di tecnologie complesse, è riduttivo vederle come semplici strumenti, è necessario considerarle come orizzonti culturali da scoprire.

LA E-POLICY

Innanzitutto, le TIC (ovvero le tecnologie dell’informazione e della comunicazione) sono degli stru- menti fondamentali per il processo educativo e per l’apprendimento degli studenti e delle studen- tesse. Inoltre le “competenze digitali” hanno un ruolo chiave e bisogna esserne dotati a partire dalla scuola. Quindi è essenziale per ogni Istituto Scolastico disporre di una E-policy, cioè di un documento che ha lo scopo di promuovere le competenze digitali e l’uso delle tecnologie in modo positivo, critico e consapevole, da parte dei ragazzi e delle ragazze, ma anche degli adulti coinvolti nel processo educativo. L’E- policy ha anche il fine di prevenire situazioni problematiche e di rico- noscere e monitorare gli episodi legati ad un utilizzo scorretto degli strumenti.

(33)

L’E-policy ha l’obiettivo di esprimere la nostra visione educativa e proposta formativa, in riferimento alle tecnologie digitali. In particolare:

1. l’approccio educativo alle tematiche delle competenze digitali, alla privacy, alla sicurezza online e all’uso delle tecnologie digitali

2. le regole di comportamento e le procedure di utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) nell’ambiente scolastico;

3. I provvedimenti per la prevenzione di comportamenti on-line a rischio;

4. I provvedimenti per la rilevazione e gestione delle situazioni rischiose dovute ad un uso scorret- to delle tecnologie digitali.

Perché è importante dotarsi di una E- policy?

L’E-policy è uno strumento operativo a cui tutta la comunità educante deve fare riferimento, in modo da insegnare e tramandare un approccio alla tecnologia che sia consapevole, critico ed effi- cace, con lo scopo di sviluppare una conoscenza delle opportunità e dei rischi di Internet.

L’E-policy è in grado di fornire delle linee guida per garantire il benessere in Rete e pone le basi per la navigazione in internet e per la conoscenza delle tecnologie digitali e infine per un uso con- sapevole di esse.

Ruoli e responsabilità

Per far sì che l’E-policy sia davvero efficace per la scuola e per tutta la comunità educante è neces- sario che ognuno, secondo il proprio ruolo, s’impegni nell’attuazione e nella promozione di essa.

Esistono diversi ruoli necessari da ricoprire in un istituto per riuscire a far sì che l’E-Policy sia effica- ce. Ecco i principali:

1. Il Dirigente scolastico (che è il garante per la sicurezza di tutti i membri della comunità scolastica) 2. L’Animatore digitale si occupa della protezione e gestione dei dati personali, rischi online, e di gesti-

re le prassi riguardanti percorsi di formazione “scuola digitale” ed “educazione civica”.

3. I docenti hanno il ruolo diretto di diffondere la cultura dell’uso responsabile delle TIC e della Rete, accostando alla didattica l’utilizzo delle tecnologie digitali. Sostengono gli studenti e le studentesse nelle attività di apprendimento e nei laboratori che prevedono l’uso della LIM o di altri dispositivi tecnologici, che si connettono alla Rete.

4. Gli studenti e le studentesse devono rispettare le norme relative all’utilizzo consapevole delle tecno- logie digitali per salvaguardare la propria identità e quella altrui.

Riguardo invece alle violazioni della ePolicy, la scuola le gestirà tramite delle azioni educative o del- le sanzioni, valutando i diversi gradi di gravità delle violazioni.

Inoltre L’E-policy viene aggiornata periodicamente e quando avvengono dei cambiamenti impor- tanti riguardo all’uso delle tecnologie digitali all’interno della scuola. Le modifiche del documento vengono discusse con tutti i docenti. Infine, la E-policy viene condivisa con la comunità scolastica e comunicata al personale, agli studenti e alle studentesse attraverso:

1. la pubblicazione del documento sul sito della scuola;

2. il Patto di Corresponsabilità (che deve essere firmato e compilato dalle famiglie e rilasciato ad esse all’inizio dell’anno scolastico)

Questo documento viene approvato dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio di Istituto e infine viene esposto in modo semplificato negli spazi che sono forniti di pc collegati alla Rete. Gli studenti e le studentesse vengono ovviamente informati sul fatto che sono controllati e supportati durante la loro navigazione online, negli spazi della scuola e sulle regole di condotta necessarie da tenere in Rete.

33

(34)

34

ELEZIONI AMERICANE E ATTACCO A CAPITOL HILL

di Linda Pregel

Finalmente arrivati al 2021. Nessuno avrebbe potuto sopportare oltre il fatidico anno 2020, ma purtroppo, il nuovo anno si è aperto con uno sconcertante evento.

Le tanto attese elezioni degli Stati Uniti hanno visto un epilogo più difficile di quello che chiunque si sarebbe potuto aspettare, anche per una fase critica come quella che si sta concludendo. Le elezioni statunitensi, che hanno visto fra i due fronti, Trump per quello repubblicano e Biden per quello democratico, sono state al centro dell’attenzione per tutto il mese di novembre e dicembre.

E allora hai avuto inizio in una mattina di settembre che sapeva quasi di un nuovo debutto; dopo sei mesi destreggiati fra questa nuova creatura mitica, amata ma allo stesso tempo odiata da tutti i ragazzi, chiamata DAD ed uno sprazzo d’estate che sembrava quasi aver cancellato del tutto i brutti momenti dei mesi precedenti. E così si era ritornati sui banchi, ma mai del tutto ad una normalità, d’altronde come potreb- be essere definita normalità

se la mascherina diventa un obbligo e i compagni di banco si trasformano in un’utopia?

I due partiti, divenuti negli ultimi anni due veri e propri schieramenti, hanno rischiato per un mo- mento di portare al collasso il sistema politico statunitense. Come? Proprio per l’epilogo di cui vi parlavo prima; l’attacco a Capitol Hill. Il 06 gennaio 2021, i telegiornali di tutto il mondo hanno proiettato sulle loro reti nazionali, quello che viene definito uno degli attacchi alla democrazia più clamorosi degli ultimi tempi. Dopo un discorso di Trump di ambigue intenzioni, per il quale proprio adesso sta subendo un processo di impeachment per istigazione alla violenza, i sostenitori di Tru- mp, i QAnon (sostenitori di una teoria del complotto dietro all’elezione di Biden), i Proud Boys ed altri gruppi minori, hanno marciato come fronte unito alla volta del Campidoglio per contestare i risultati delle urne che dichiaravano Biden nuovo presidente eletto degli Stati Uniti d’America.

Capitol Hill ha assistito ad uno scoppio di vio- lenza dalle 14.00 alle 17.40 quando poi è sta- to dichiarato dalle forze dell’ordine la messa in sicurezza del Campidoglio. Questa insensata e inaccettabile esibizione di inciviltà ha portato ad ore di paura da parte dei politici che all’interno del Campidoglio hanno temuto per la loro vita e alcuni se la sono vista portare via.

La domanda che ora li mondo si sta ponendo è:

come hanno fatto una mandria di esaltati ad ir- rompere in uno dei posti più sorvegliati di tutto il Paese?

La risposta che il Presidente e molti suoi soste- nitori hanno fornito è stata l’insufficiente dispie- gamento di forze dell’ordine per reprimere i terroristi.

(35)

Assolutamente corretto; non c’era una quantità sufficiente di uomini per mettere in sicurezza il peri- metro prima che avvenisse l’irruzione da parte dei trumpisti. Nonostante ciò comunque, se non vado errata, la polizia segue le direttive del Presidente, la stessa persona che ha istigato all’atto terroristico a cui si ha assistito.

La situazione che gli Stati Uniti si sono visti costretti ad affrontare è un episodio politicamente tragi- co, e globalmente imbarazzante, che per fortuna si è risolto velocemente, anche se non si possono certo dimenticare dimenticare le quattro vittime che in questo insensato evento hanno perso la vita.

Nell’attesa di conoscere le misure che il Governo statunitense deciderà di prendere rispetto a tutto ciò, dobbiamo comunque ricordarci sempre dell’importanza della democrazia, che attraverso le ele- zioni da’ voce ai desideri del Paese. Concluderei con una citazione dell’ex-presidente Mike Pence, che proprio riferendosi all’episodio del Campidoglio ha affermato: “Non avete vinto, la violenza non vince mai!”

35

(36)

36

Oroscopo

A cura di Margherita Conti

Ariete

In questo periodo possono sorgere nuovi problemi psicologici che, sovraccaricati da altri problemi esasperanti, potranno portare al rischio di un esaurimento nervoso. Il rapporto con la vostra famiglia creerà molte tensioni, ma non abbattetevi. Perseveranza e determinazione non dovranno mai mancare. Riguardo al lavoro, sarà un periodo ricco di novità, l’offerta perfetta non mancherà.

Toro

In questo mese non pensate solo a voi stessi, ma anche ai vostri familiari ed amici. Grazie all'armonia e alla pace che si creerà in casa, riuscirete a sviluppare e a pianificare la vostra carriera. Cooperazione e compromesso saranno molto importanti, soprattutto per il lavoro. Agire da soli porterà solo danni e causerà problemi nel dialogo con gli altri.

Gemelli

Questo periodo sarà calmo e prevedibile. Riuscirete a conciliare sia le questioni professionali che quelle private. Volontà e azioni coraggiose vi aiuteranno a raggiungere e a portare a termine i vostri obiettivi. Non rimarrete coinvolti in questioni difficili, quindi potrete gestire tutto bene e non saranno necessari compromessi. Riguardo al lavoro, sarà tempo di completare e riassumere i progetti precedenti.

Riferimenti

Documenti correlati

A dicembre 2014, infatti, i dati mostrano un aumento tendenziale superiore alla media annuale: i lavoratori occupati tramite Agenzia sono 308.487 (+10,5% su dicembre 2013), il

dell'AC. chiamati ad offrire per lo sviluppo della partecipazione democratica, per la valorizzazione del primato dell'etica sulle politica e della po- titica

La collezione PRECIOUS LOVE racchiude tutti i contenuti delle collezioni LUXURY e della nuova identità del brand.. Per festeggiare il suo decimo anniversario il brand ha scelto

Infatti essa ci rimanda alla dimensione che il Papa è capo della Chiesa perché è membro della stessa Chiesa e, da ciò, se non fosse, o non fosse più, in comunione con la

stiamo per archiviare un anno ancora una volta molto faticoso per tutti noi e anche stavolta il Governo ci “regala” con la legge di stabilità 2016 l’ennesimo provvedimento

Divenire maggiormente consapevoli della propria situazione, ovvero non più coppia, ma comunque genitori, anche attraverso il dialogo con altri genitori nella stessa

Tante belle canzoncine tutte allegre e birichine per Natale devi imparare.. Non resta

Se il vostro latte è così buono che la mia piccola principessina quando lo beve non versa una lacrima, allora da questo momento il vi nomino Lattaio Ufficiale della Famiglia Reale,