• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 4 Analisi del romanzo

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO 4 Analisi del romanzo"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO 4

Analisi del romanzo

4.1.

Struttura

Pedro Páramo è un romanzo breve (una novela corta) in cui realtà, storia, credenze pre-ispaniche, finzione letteraria e mistero si uniscono in maniera indissolubile creando una trama di altissimo valore artistico.

Nella quarta di copertina dell’edizione Einaudi 2012 di Pedro Páramo, Ernesto Franco1 ha scritto:

Pedro Páramo è un’opera al meno. E’il lavoro della sottrazione continua. Una narrazione senza le astuzie del romanzo. Un brano di storia senza date e senza eroi. Un tempo immobile. Una metafisica senza mondo.

La sua astuzia letteraria risiede dunque nella sottrazione, nello scrivere il minimo indispensabile, rendendo superfluo qualsiasi collegamento e qualsivoglia collocazione spazio-temporale.

Fin dall’inizio il lettore di Pedro Páramo è sconcertato riguardo la narrazione che si appresta a leggere la quale si evolve in maniera sconnessa e di difficile comprensione. Man mano che si avanti nella lettura la narrazione s’infittisce ed assume nella sua complessità una struttura affascinante che stimola la curiosità e l’immaginazione. La complessità maggiore a livello sintattico sta nella suddivisione dell’intero testo in frammenti (poche pagine l’uno) che spezzano l’andamento lineare del racconto con intersezioni di altre storie quindi con salti cronologici all’indietro per poi tornare nel presente della narrazione con ulteriori

(2)

richiami a voci e/o persone dall’estrema ambiguità. Narratori e spazi temporali diversi si susseguono senza alcuna logica apparente, assolutamente arbitraria ma che serve a ricreare quell’effetto di murmullos, di mormorii. I narratori/personaggi appaiono e scompaiono come dei fantasmi, così come le loro voci che si uniscono a quelle degli altri in un effetto letterario senza precedenti.

Tenendo in considerazione le numerose interpretazioni dell’opera2 procederò ad analizzare il testo attraverso un percorso orizzontale analizzandone la struttura, mentre attraverso un percorso verticale cercherò a livello contenutistico delle unità di analisi più profonde che mi aiuteranno alla comprensione e all’identificazione del significato del testo.

4.1.1- Costruzione temporale dell’azione

A Comala il tempo sembra non esistere come se si fosse fermato, trasformandosi in un’unica eternità sepolcrale. La costruzione temporale (meglio dire a-temporale) del testo di Rulfo rimanda ancora una volta a legami con la narrativa fantastica.

Dalle parole di Todorov:

Il tempo e lo spazio del mondo soprannaturale […] non sono il tempo e lo spazio della vita quotidiana. Il tempo qui sembra sospeso, si prolunga al di là di ciò che si crede possibile3.

Per cercare di capire la natura dei personaggi e la struttura del testo è necessario analizzare a complessa costruzione temporale del romanzo. Riprendo a tal proposito l’analisi di Jose C. González Boixo la quale, non escludendo le altre, mi è apparsa la più attinente alla mia ricerca. Boixo parla di negazione del tempo: Rulfo riprende materiale della tradizione

2 Nella mia ricerca prenderò in considerazione solo una piccola parte della cospicua analisi

prodotta nel’900 attorno alla figura e al romanzo di Rulfo, tenendo in considerazione, in particolar modo, gli studi interpretativi di Jose C.Gonzales Boixo, Carlos Blanco Aguinaga e Carlos Fuentes.

(3)

religiosa e pagana, le anime in pena che abitano di nuovo la terra e le utilizza per bloccare il tempo. L’annullamento del tempo contribuisce a creare nel romanzo un ambiente magico, irreale che sposta il suo carattere simbolico ad una dimensione più universale, fuori dai confini messicani.

G.Boixo struttura il tempo della narrazione su tre livelli:

A- Tempo presente eternizzato (o a-temporale) di Juan Peciado B- Tempo cronologicamente anteriore alla narrazione

C- Tempi reale evocato (1858-1935/6)

Quest’ultimo è il periodo storico evocato dall’autore, che in Messico coincide con la Rivoluzione, la Riforma agraria e la Guerra de los cristeros.

Sia nella prima parte che nella seconda l’ordine cronologico è alterato da frequenti analessi ma, mentre nell’1°parte il lettore ha difficoltà a comprenderne le motivazioni, nella 2°parte (fr.36-69) Rulfo restituisce una forma, più o meno coerente, alla storia facendo chiarezza sui punti oscuri della prima.

Il livello di massima difficoltà nella comprensione del testo risiede in questa prima parte dove le narrazioni A e B s’intrecciano in maniera arbitraria.

Nella prima parte formata in totale da 35 frammenti la voce narrante è quella di Juan Preciado solo in 19 frammenti, distribuiti in maniera sparsa, il quale racconta in prima persona come, dietro indicazione della defunta madre Dolores Preciado, si reca a Comala per sistemare i conti con suo padre. Le sequenze dedicate alla narrazione di Juan Preciado in altre parole s’interrompono spesso e vengono sostituite sia da una narrazione anonima che narra in terza persona la storia del cacique, sia da storie narrate in 1°persona da altre “voci”protagoniste. Nei frammenti 26-27-28, infatti, a narrare sono voci senza nome udite da Juan nel presente della narrazione A e che raccontano cose successe in un tempo anteriore B. Il fr.12 è invece narrato in prima persona da Eduviges

(4)

che narra a Juan la notte della morte di Miguel successa anch’essa nel passato B. I restanti 17 frammenti di questa prima parte costituiscono una spezzettata trama dialogata, di un narratore onnisciente in 3° persona, che racconta dell’Infanzia del cacique, come diventa padrone della Media Luna, l’amore per Susana San Juan e la morte e di suo figlio, Miguel.

Tzvetan Todorov utilizzò l’espressione Fantasmas-relato4 per classificare nella raccolta Le Mille e una notte i narratori protagonisti delle storie che si intercalavano. Florence Olivier nel suo saggio5 lo riprende per dare un nome/un senso a quei murmullos che abitano il testo di Rulfo. Questi fantasmi sono al tempo stesso narratori e osservatori di Comala e, secondo Olivier, sono proprio questi fantasmi a creare una vera e propria seduzione del lettore verso il fantastico. La fusione tra fantasmagorico e reale crea nel lettore una situazione enigmatica di apparente contraddizione che non può non suscitare fascinazione, una situazione no sense al limite tra allegoria e follia.

La seconda parte è invece costituita da 69 frammenti ed inizia con la morte di Juan Preciado. La sua voce narrante in prima persona diminuisce molto (la troviamo solo in 6 frammenti) perché, dalla tomba in cui si trova rinchiuso con Dorotea, lascia spazio alla narrazione delle anime dei defunti sepolti con lui in quella terra. Queste voci sono le protagoniste di questa seconda parte perché raccontano a Juan Preciado la storia di suo padre, il cacique, la storia della sua vendetta su Comala. Le voci che si sentono maggiormente sono quelle di Susana San Juan, quella di Justina la sua governante e di Padre Renteria. Intorno alle loro storie si creerà tra le pagine del romanzo una fitta trama di relazioni, misteri, violenza, povertà e ingiustizia che coinvolgerà anche Juan Preciado in quanto figlio di quello stesso cacique e che lo porterà a scoprire la verità su suo padre. Le voci ricostruiscono quindi la storia di Comala e in un percorso ciclico di Morte e

4

Todorov, Poetique de la prose, Seuil, Paris, 1971, pp.78-91

5 F.Olivier, La sedución de los fantasmas en la obra de Juan Rulfo. In Toda la Obra de Juan Rulfo,

edición critica de Claude Fell, Colección Archivos de la Biblioteca Nacional de Madrid, 1ªedición 1992, pp.617-650

(5)

Vita, il protagonista Juan Preciado, con la sua morte ritrova suo padre ( si ritrovano solo nella terra, da morti).

Per identificare ed analizzare la composizione del testo è importante distinguere 3 tipi di enunciazione discorsiva:

 i trattini ( - ) utilizzati per i dialoghi

 le virgolette («») utilizzati per identificare i pensieri dei personaggi  il formato corsivo, per differenziare i ricordi di Dolores

4.1.2 - Lo Spazio dell’azione

La Comala che incontra Juan Preciado al suo arrivo non somiglia affatto alle descrizioni fatte da sua madre (intercalate nel romanzo attraverso un discorso diretto in corsivo) e nel corso della storia ne scopriremo il perché. Comala è un paese che ha perso qualsiasi accezione positiva sia geografica che sociale: è una terra arida, nebbiosa, calda, un paese morto con edifici e strade distrutte, senza colori, né rumori né gioie; si sentono solo gli echi e i mormorii degli abitanti ormai abituati a vivere senza speranza di redenzione.

La scelta dell’autore di sostituire il nome del paese in cui aveva luogo la narrazione da Tuxácuesco (come appariva in Las Letras patrias )a Comala ha valenza metaforica: il nome Comala, infatti, evoca “el comal” - forno dove si cucinano le tortillas di mais. Questo collega rapidamente l’immagine del paese a quella del fuoco e dell’inferno e per questo risulta molto più evocativa e suggestiva del precedente paese. Tuxácuesco/Comala potrebbe essere una rievocazione del paese dove Rulfo trascorse la sua infanzia: San Gabriel, nella regione di Jalisco (centro ovest) tra le regioni più aride e danneggiate dalle rivolte politiche. Lo spopolamento e la solitudine di Comala, già descritta nel precedente racconto Luvina, è un chiaro richiamo all’abbandono delle zone rurali messicane da parte del governo. Comala è quindi un paese ai margini del

(6)

processo storico, anomala e arretrata, rimasta inerme ai cambiamenti del porfiriato. Quest’immagine si lega direttamente a quella di abbandono (“orfanedad”) e “soledad” largamente trattata da Octavio Paz (e ripresa qui nel cap.1.1).

I personaggi di Rulfo vivono nell’illusione di un mondo scomparso: un Messico che non esiste più, per cui Comala, unico spazio dell’azione, è il vero protagonista, il fulcro del romanzo. Tutti i personaggi agiscono in relazione a Comala e al rapporto che gli altri personaggi instaurano con essa. Lo spazio unico in cui si narra l’azione è stato suddiviso sia Gonzáles Boixo che Blanco Aguinaga su tre livelli:

 Comala Paradisiaca/Edenica  Comala Infernale

 Comala Reale ( o Intermedia- quella in cui vissero i personaggi)

La Comala Paradisiaca la troviamo nelle intersezioni in corsivo dei ricordi di Dolores Preciado, nei ricordi d’infanzia di Pedro Páramo e di Susana San Juan. Caratterizzata dal colore verde (colline, alberi e foglie verdi) e dall’elemento dell’acqua (pioggia, rugiada, brezza, gocce lucenti, gli occhi acquamarina di Susana ); da verbi come brillare/luccicare/giocare. Dai ricordi di Pedro Páramo:

Adesso di tanto in tanto la brezza scuoteva i rami del melograno facendo colare una pioggia spessa, che stampava in terra gocce lucenti che poi s’appannavano. […] il sole faceva brillare le pietre, tingeva tutto di colori, si beveva l’acqua della terra, giocava con l’aria facendo luccicare le foglie con cui l’aria giocava6.

Dai ricordi di Dolores:

6

Pedro Páramo, Einaudi, 2004, p.13 [[ Ahora de vez en cuando la brisa sacudía las ramas del

granado haciéndolas chorrear una lluvia espesa, estampando la tierra con gotas brillantes que luego se empañaban.[...] Al recorrerse las nubes, el sol sacaba luz a las piedras, irisaba todo de colores, se bebía el agua de la tierra, jugaba con el aire dándole brillo a las hojas con que jugaba el aire, Fondo de cultura

(7)

[…]il luogo che ho amato […] il mio paese, alto sulla pianura. Pieno di alberi e di foglie, come un salvadanaio dove abbiamo conservato i nostri ricordi7.

Quelle stesse foglie trascinate dal vento di cui parla Damiana nel fr.25 e che nella Comala reale non ci sono più:

E nelle giornate d’aria si vede il vento che trascina foglie d’alberi, mentre qui, come vedi, non ci sono alberi. Una volte ce ne sono stati, se no da dove verrebbero fuori queste foglie?8

Dalla voce di Susana:

E i passeri ridevano; becchettavano le foglie che l’aria faceva cadere, e ridevano; lasciavano le loro piume tra le spine dei rami e inseguivano le farfalle e ridevano9.

La Comala Edenica è un chiaro richiamo alla valle fertile e verde del Messico prima della Conquista:

Da allora la terra rimase incolta e in rovina. Faceva pena vederla riempirsi di malanni a causa delle infezioni che la colpirono appena la lasciarono sola10.

Opposta alla Comala edenica c’è la Comala infernale, quella che vede e vive Juan Preciado, dove non c’è aria, la terra è arida e bollente, non c’è vita e gli unici suoni sono i mormorii e le voci delle anime:

7

PP.p.65-66 [[ El lugar que yo quise. [...] Mi pueblo, levantado sobre la llanura. Lleno de árboles y

de hojas, como una alcancía donde hemos guardado nuestros recuerdos, FC.p.62]].

8

PP.p.47 [Y en días de aire se ve al viento arrastrando hojas de árboles, cuando aquí como tú

ves,no hay árboles. Los hubo en algún tiempo, porque si no ¿de dónde saldrían esas hojas? FC.p.45].

9 PP.p.86 [ Y los gorriones reían; picoteaban las hojas que el aire hacñia caer, y reían; dejaban sus

plumas entre las espinas de las ramas y perseguían a las mariposas y reían. FC.p.80].

10

PP.p.91 [ Desde entonces la tierra se quedó baldía en como en ruinas. Daba pena verla

(8)

Quello era il tempo della canicola, quando l’aria d’agosto soffia bollente, avvelenata dall’odore putrido delle saponarie […] Avevamo lasciato l’aria bollente e andavamo affondando nel calore, senz’aria. Tutto pareva stare come in attesa.

– Fa caldo qui- dissi.

– Sí e questo è niente- mi rispose l’altro. Stia tranquillo quando arriverà a Comala lo sentirà ancora più forte. Quel paese sta sulle braci della terra, proprio nella bocca dell’inferno. Le dico che molti di quelli che muoiono lì, se vanno all’inferno tornano a prendersi la coperta11.

Non c’era aria. Dovevo aspirare la stessa aria che mi usciva di bocca, trattenendola con le mani prima che se ne andasse12. Sarà proprio l’assenza d’aria ad ucciderlo.

A Comala Juan si ricordò di ciò che gli aveva detto sua madre:

Là mi udirai meglio. Sarò più vicina a te. Troverai più vicina la voce dei miei ricordi che quella della mia morte, se mai la morte ha avuto una voce13.

Infatti Comala è il paese delle voci, dei mormorii, degli echi e dei lamenti dei defunti.

La Comala Reale è quella invece che hanno vissuto i personaggi, prima e dopo la morte di Pedro Páramo e che ci viene narrata da più voci, soprattutto nella seconda parte, dove la voce di Juan si fa da parte lasciandoci ascoltare le narrazioni di quelle anime, come lui, incastrate

11

PP.p.4 e 6[ Era ese tiempo de la canícula, cuando el aire de agosto sopla caliente, envenenado

po el olor potrido de las saponarias, FC.p.8 / Habíamos dejado el aire caliente allí arriba y nos íbamos hundiendo en el puro calor sin aire. Todo parecía estar como en espera de algo. –Hace calor aquí- dije. – Sí y esto no es nada- me contestó el otro- Cálmese. Ya lo sentirá más fuerte cuando lleguemos a Comala. Aquello está sobre las brasas de la tierra, en la mera boca del infierno. Con decirle que muchos de los que allí se mueren, al llegar al infierno, regresan por su cobija. FC.p.10].

12 PP.p.65 [ No había aire. Tuve que sorber el mismo aire que salía de mi boca, deteniéndolo con

las manos antes de que se fuera. FC. p.61].

13

PP.p.9 [ Allá me oirás mejor. Estaré más cerca de ti. Encontrarás más cercana la voz de mis

(9)

“fisicamente” nella terra. Lo spazio della Comala Reale è caratterizzato dalla pioggia e dal vento, dai raccolti e dalle rivoluzioni.

Il paesaggio in Rulfo è sempre in intima connessione con il mondo esterno dei personaggi ma tende anche ad intensificare il suo significato. In alcuni casi soprattutto notiamo come il paesaggio felice sia sempre aldilà della realtà vissuta dai personaggi: nella Comala edenica per esempio il paesaggio felice è vissuto da Dolores e da Pedro Parámo in un’altra vita; nei racconti di Llano en Llamas invece il paesaggio felice si trovava sempre sull’altra sponda del fiume o comunque lontano. Possiamo facilmente concludere dunque per Rulfo l’immagine del Paradiso perduto è comunque sempre un ricordo felice, idealizzato ma ben radicato nella realtà messicana.

Fatalisti e soli i personaggi di Rulfo, sia nei racconti di LLano en Llamas che nel romanzo, come se non volessero uscire da se stessi, come se volessero evitare qualsiasi progressione temporale utilizzano un monotono e incalzante “parlare interiore”14.

Tutti personaggi vivono isolati, non dialogano tra di loro e quando parlano le loro voci sembrano sospese, fuori dal tempo, quei mormorii che arriveranno ad uccidere Juan Preciado (fr.26-27-28).

14

Carlos Blanco Aguinaga definisce questa tecinca un “hablar interior”, Realidad y estilo de Juan

Rulfo, in Nueva Novela Latinoamericana vol.1, Letras Mayusculas, compilación de Jorge Lafforgue,

(10)

4.1.3- Frammenti

Di seguito la suddivisione in frammenti delle due parti. Ogni frammento (o insieme di frammenti) è indicato con la relativa voce narrante ed il tempo della narrazione.

1°PARTE

Fr.1_5 1°pers. Juan Preciado presente narrazione A Fr.6-7-8 3°pers. Infanzia Pedro Páramo B

Fr.9 1°pers. Juan Preciado presente narrazione A Fr.10 3°pers. Infanzia Pedro Páramo B

Fr.11 1°pers. Juan Preciado presente narrazione A

Fr.12 1°pers. Eduviges- Morte di Miguel passato recente B Fr.13 3°pers. Morte di Lukas Páramo passato B

Fr.14_17 3°pers- Funerale di Miguel Páramo passato recente Fr.18 1° pers. Juan Preciado Presente narrazione A

Fr.19_24 3°pers. Pedro Páramo cacique passato B

Fr.25_35 Juan Preciado intersezioni voci e morte-presente narrazione A

2°PARTE

Fr.36 1°pers. Juan Preciado-Dorotea (presente narrazione) Fr.37 3°pers. Pedro Páramo (passato recente)

Fr.38 1°persona Juan Preciado-Dorotea (presente narrazione Fr.39-40 3°pers.Morte di Miguel Páramo (passato recente) Fr.41 1°pers. Susana San Juan (presente narrazione)

Fr.42 1°pers. Juan Preciado-Dorotea (presente narrazione) Fr.43 3°pers. Pedro Páramo (passato recente)

Fr.44 1pers. Pedro Páramo (passato recente)

Fr.45 1°pers. Bartolome San Juan (passato recente) Fr.46 1°pers. Pedro Páramo (passato recente)

(11)

Fr.47 3°pers. Justina-Susana San Juan (passato recente) Fr.48 3°pers. Susana-Justina (passato recente)

Fr.49 3°pers. Infanzia Susana

Fr.50 3°pers. Susana-Padre Renteria (passato recente) Fr.51 3°pers. Morte di Fulgor (passato recente)

Fr.52 1° pers.Juan Preciado – Susana San Juan (presente narrazione) Fr.53-54 3°pers. Pedro-Páramo e i rivoluzionari (passato recente)

Fr.55 1°pers. Juan Preciado-Dorotea (presente narrazione) Fr.56 3°pers. Susana San Juan.Morte di Florencio (passato) Fr.57-58 Dialogo 1°pers. Pedro Páramo - Gerardo (passato recente) Fr.59 3°pers. Damiana (passato recente)

Fr.60 Dialogo 1°pers. Pedro Páramo-Damasio (passato recente) Fr.61 3°pers. Susana San Juan- Justina (passato recente)

Fr.62 Dialogo Fausta-Angeles (passato recente)

Fr.63 3°pers. Morte Susana San Juan (passato recente) Fr.64 1°pers. Juan Preciado- Dorotea (presente narrazione) Fr.65 3°pers. Morte di Susana San Juan (passato recente) Fr.66 Dialogo Pedro Páramo- Damasio

Fr.67 3°pers. Pedro Páramo (passato recente)

Fr.68 3°pers. Abundio (uccisione Pedro Páramo-passato recente) Fr.69 3°pers. Morte Pedro Páramo (passato recente)

(12)

4.1.4. Leitmotiv

La ripetizione tematica e formale è una caratteristica importante che serve come strumento stilistico per aumentare quella monotonia e quella routine tipica del campesinado messicano e delle zone rurali in generale, la ciclicità delle stagioni e della vita, accentuando contemporaneamente un sentimento di solitudine ed estraneità dal mondo. Elencherò qui le ricorrenze tematiche (Leitmotiv) più evidenti in Pedro Páramo:

 I mormorii, gli echi, i bisbigli, presenti in tutto il romanzo e si manifestano come voci, sospiri, echi, rumori, risate…

Questo paese è pieno di echi. Ti sembrano rinchiusi nel vuoto delle pareti o sotto le pietre. Quando cammini senti che ti calpestano i passi. Senti degli scricchiolii. Risate. Risate ormai molto vecchie, come stanche di ridere. E voci ormai logore dall’uso./ Vidi che non c’era nessuno, anche se continuavo a udire il mormorio, come di parecchie persone in un giorno di mercato. Un rumore uguale, senza tono e senza suono, simile a quello del vento di notte tra i rami di un albero, quando non si vedono né l’abero né i rami, però si sente il mormorio./ Rumore di voci […]vaghi rumori 15.

 L’aria e il vento:

Il vento scendeva dalle montagne nelle mattine di febbraio […] In febbraio quando le mattine erano piene di venti, di passeri e di luce azzurra […]/ Già allora soffiavano venti strani […]/ I venti continuavano a soffiare durante tutti quei giorni. Quei venti che avevano portato le piogge. La pioggia se n’era andata ma il vento era rimasto. […] Di giorno il vento era incostante […] ma di notte gemeva, gemeva a

15

Pedro Páramo, Einaudi, 2004.p.47 [Este pueblo está lleno de ecos. Tal parece que estuvieran

encerrados en el hueco de las paredes o debajo de las piedras. Cuando caminas, sientes que te van pisando los pasos. Oyes crujidos. Risas. Unas risas ya muy viejas, como cansadas de reír. Y voces ya desgastadas por el uso. Fondo de cultura economica, 1957.p.45] / PP.p.67 [Vi que no había nadie, aunque seguía oyendo murmullo como de mucha gente en día de mercado. Un rumor parejo sin ton ni son, parecido al que hace el viento contra las ramas de un arból en la noche, cuando no se ven ni el árbol ni las ramas, pero se oye el murmurar. FC.p.63] / PP.p.75 [[Rumor de voces[...]ruidos vagos. FC.p.70]]

(13)

lungo[…] Susana San Juan sente il colpo del vento contro la finestra chiusa16.

 La pioggia e l’acqua:

Durante la notte tornò a piovere. Stette ad ascoltare il borbottio dell’acqua per un bel po’ ; poi doveva essersi addormentato perché quando si svegliò si udiva soltanto una pioggerella in sordina. / All’alba grosse gocce di pioggia caddero sulla terra […]La pioggia infittì le gocce finché là dove cominciava ad albeggiare il cielo si chiuse […]/ Sui campi della valle di Comala sta cadendo la pioggia. Una pioggia fine, strana per queste terre che conoscono solo acquazzoni./ Là fuori si sentiva cadere la pioggia sulle foglie dei banani, si sentiva l’acqua ribollire sopra l’acqua stagnante della terra […] L’acqua continuava a scorrere, diluviando in bolle incessanti. / Era mezzanotte e fuori il rumore dell’acqua spegneva tutti i suoni 17.

Gli uccelli premonitori di sciagura (correcaminos fr.2 / corvi fr.2 / zopilote fr.9 / zenzotle fr.37) e gli uccelli invece simbolo di pace e di vita (colombe fr.3 / colibrì fr.7)

 Il vuoto. Tutto è vuoto a Comala: i passi, le case, le voci, i suoni, i carri, le stanze:

I miei passi vuoti che ripetevano il loro suono nell’eco dei muri colorati dal sole del tramonto./ Le case vuote; le porte sgangherate, invase

16

PP. p.86 [[El viento bajaba de las montañas en las mañanas de febrero [...] En febrero cuando

las mañanas estaban llenas de viento, de gorriones y de luz azul. FC. p.80] / PP. p.94 [Ya para entonces soplaban vientos raros. FC.p.86] / PP.p.104 [Los vientos siguieron soplando todos esos días. Esos vientos que habían traído las lluvias. La lluvia se había ido; pero el viento se quedó [...] De día era pasadero [...] pero de noche gemía, gemía largamente [...] Susana San Juan oye el golpe del viento contra la ventana cerrada. FC.p.95-96]]

17

PP. p.16 [Por la noche volvió a llover. Se estuvo oyendo el borbotar del agua durante largo

rato; luego se ha de haber dormido, porque cuando despertó sólo se oía una llovizna callada. FC. p.18]/

PP. p.69-70 [[Al amanecer gruesas gotas de lluvia cayeron sobre la tierra [...] El agua apretó su lluvia

hasta que allá, por donde comenzaba a amanecer, se cerró el cielo. FC. p.65]] / PP. p.97 [Sobre los campos del valle de Comala está cayendo la lluvia. Una lluvia menuda, extraña para estas tierras que sólo saben de aguaceros. FC.p.89] / PP.p.101 [[Allá afuera se oía el caer de la lluvia sobre las hojas de plátanos, se sentía como si el agua hirviera sobre el agua estancada de la tierra [...] El agua seguía corriendo, diluviando en incesantes burbujas /Era medianoche y allá afuera el ruido del agua apagaba todos los sonidos. FC.p.93]

(14)

dalle erbacce […]Bussai alla porta; ma nel vuoto. La mano si mosse nell’aria, come se l’aria l’avesse aperta. Lì c’era una donna. Mi disse: - Si accomodi. Ed entrai. / Come se la terra si fosse svuotata della sua aria./ Carri vuoti, che macinano il silenzio delle strade18.

 Le stelle (e le stelle cadenti) annunciatrici di morte (frammenti 13,16, 17, 31, 32, e 40 )

 Le trasformazioni fisiche e di stato (Juan Preciado fr.5 / Sorella di Donis e Juan Preciado –che coincide con la morte- fr.35 / Padre Renteria fr.40)

Riprendendo le categorie di Francesco Orlando Pedro Páramo può essere considerato un romanzo del soprannaturale basato sulla Trasposizione di miti e credenze legate alla sfera cattolica (repertorio culturale e religioso deriso dall’Illuminismo) e pagana (credenze indigene pre-ispaniche).

I. Dall’ambito cattolico Rulfo riprende e rinnova la credenza nella prolungazione della vita dopo la morte (l’immortalità dell’anima) e dei tre regni ultraterreni: Inferno, Purgatorio e Paradiso;

II. Riprende anche la credenza, largamente diffusa dal cattolicesimo, di poter assicurare ai defunti la grazia eterna attraverso gesti di devozione, preghiere, messe e suffragi da parte dei loro cari (dietro corrispettivo monetario);

III. Dalla materia pre - ispanica/ indigena Rulfo riprende molte credenze ancestrali di stampo mitico e leggendario. In primis che le anime dei defunti possono comunicare con i vivi e che tra loro ci sia un rapporto di reciproco scambio.

18

PP. p.8-9 [Mis pisadas huecas repitiendo su sonido en el eco de las paredes teñidas por el sol del

atardecer./Miré las casas vacías;las puertas desportilladas, invadidas de yerba/ Toqué la puerta; pero en falso. Mi mano se acudió en el aire como si el aire la hubiera abierto. Una mujer estaba allí. Me dijo: - Pase usted. Y entré. FC.p.11-13] / PP p.36 [Como si la tierra se hubiera vaciado de su aire. FC.p.36] /

(15)

Durante l’analisi del romanzo (cap.3.3.2) ne elencherò di ulteriori, legati sia al sostrato indigeno (includendo anche superstizioni e credenze diaboliche) che di ambito cattolico/occidentale.

Rulfo riprende elementi culturali già accettati (come fece Dante) e ne elabora una propria versione “messicana”: un purgatorio dove gli spazi-temporali si annullano diventando un tutt’uno mitico e circolare. Rulfo ci mostra e ci descrive il Purgatorio messicano in questo modo, ed il lettore che entra nell’ottica di star leggendo un romanzo “sui morti“ non dovrebbe stupirsene, perché è l’unica possibile. I morti, in qualsiasi cultura vivono in uno spazio - tempo indefinito e lo stesso fanno Eduviges Dayda, Damiana, Abundio… tutti i personaggi di Rulfo. Appurato il fatto di essere entrato in un mondo di morti, ad aumentare l’esitazione del lettore e a sconvolgere la normale sospensione delle leggi della realtà, Rulfo introduce dei personaggi vivi (Donis e sua sorella + Dorotea) i quali non sono assolutamente stupiti della loro condizione.

L’oscurità deliberata del romanzo genera inevitabilmente qualche confusione. Tuttavia l’obiettivo di Rulfo sembra consistere proprio nel non differenziare la morte dalla vita19.

Comala è un mondo in cui si incontrano/scontrano costantemente due livelli opposti, vita e morte, assolutamente separate nella nostra vita reale occidentale moderna. Le frontiere si annullano ed il lettore entra in un mondo immaginario in cui deve fare un notevole sforzo di comprensione per abbandonare i criteri logici del reale ed introdursi nella logica dell’irreale; deve perciò aumentare il suo forzo per comprendere quel mondo e poterlo interpretare.

La morte nel testo di Rulfo non è il culmine della vita e delle sofferenze ma è il punto di partenza. Questo è un altro importante

19

(16)

retaggio di cultura indigena che servirà da base per la costruzione del Soprannaturale di Trasposizione.

Elemento tipico della cultura messicana, come già analizzato nel cap.1.1. è l’indifferenza nei confronti della morte e della vita stessa, perché vita e morte sono inseparabili e quando la prima smette di avere significato la morte non è un rimedio, non c’è salvezza per una vita condotta nel peccato. In questo nuovo mondo inventato da Rulfo si mette in scena, simbolicamente, la problematica esistenza dell’uomo messicano.

Riferimenti

Documenti correlati