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Academic year: 2021

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Capitolo VI

La giustizia secondo lo scudiero Sancho Panza

In questo capitolo, partendo dall’analisi dell’operato di Sancho come governatore, tenterò di porre in luce l’accortezza con la quale egli affronta ogni tipo di imprevisto, nonostante sia privo delle competenze che un incarico del genere richiede.

Sancho non sa né leggere né scrivere e, ovviamente, ignora qualsiasi codice legale. Si affida dunque al proprio buon senso e soprattutto all’esperienza, quando è costretto a confrontarsi con questioni che con le leggi hanno attinenza.

I proverbi sono una delle caratteristiche fondamentali dell’habla dello scudiero; con la sua parlata Sancho dimostra di possedere un immenso patrimonio di sapere popolare.

Nel presentarsi ai duchi Sancho fa di se stesso un sintetico ritratto utilizzando proprio i proverbi: ‘‘ soy quien «júntate a los buenos, y serás uno de ellos», y soy yo de aquellos «no con quien naces, sino con quien paces», y de los «quien a buen árbol se arrima, buena sombra le cobija»’’1.

Spesso, però, si lascia prendere la mano e li sciorina a raffica, come avviene, ad esempio, nel capitolo XIX della seconda parte, costringendo don Quijote a riprenderlo: «¿Adónde vas a parar, Sancho? […]cuando comienzas a ensartar refranes y cuentos, no te puede esperar

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sino el mismo Judas que te lleve»2. Tant’è che tra i consigli che l’hidalgo dà al suo scudiero, riguardo al comportamento da tenere una volta diventato governatore, c’è anche quello di evitare di ricorrere in maniera eccessiva ai refranes.

Dopo questa breve presentazione della saggezza di Sancho, occorre considerare il personaggio nel suo ruolo di giudice dell’isola Barataria, in virtù della burla architettata dai duchi per divertirsi alle sue spalle. A tal proposito, Varo afferma che: «hay que distinguir en los capítulos del gobierno lo que hay de burla y mentira, y lo que hay de espontáneo y real; [...] muchas de las pruebas por las que pasa estaban preparadas, pero es dificil discernir claramente las imprevistas»3.

In effetti, in alcuni casi non sappiamo se coloro che sottopongono a Sancho le loro questioni siano o meno complici dello scherzo elaborato dai duchi. Appare chiaro infatti che parte della gente del luogo ne era ignara; al riguardo Cervantes precisa che: «El traje, las barbas, la gordura y pequeñez del nuevo gobernador tenía admirada a toda la gente que el busilis* del cuento no sabía, y aun a todos los que lo sabían, que eran muchos»4.

Quando Sancho arriva nella cosiddetta «ínsula», lo portano prima in chiesa per delle «ridículas ceremonias»5, e subito dopo «a la silla del

2 Quijote, II, XIX, pag. 693

3 C. Varo, Génesis y evolución del Quijote, Alcalá, 1968, cit, pag. 472 4 Quijote, II, XLV, pag. 888, nota. 12 *ignoraba el secreto de la historia 5 Ibidem.

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juzgado»6 per fargli risolvere alcuni casi, e dimostrare al popolo il suo talento.

Tale funzione di giudice metterà a dura prova le sue capacità. Come ho già detto, Sancho ignora le leggi, i principi generali del diritto, le regole.

Il primo processo riguarda due uomini, «el uno vestido de labrador y el otro de sastre, porque traía unas tijeras en la mano»7. Quest’ultimo spiega a Sancho la vicenda:

Señor gobernador, yo y este hombre labrador venimos ante vuestra merced en razón que este buen hombre llegó a mi tienda ayer [...], y, poniéndome un pedazo de paño en las manos, me preguntó: ''Señor, ¿habría en esto paño harto para hacerme una caperuza?'' Yo, tanteando el paño, le respondí que sí; él debióse de imaginar, a

6 Ibidem.

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lo que yo imagino, e imaginé bien, que sin duda yo le quería hurtar alguna parte del paño [...] y él, caballero en su dañada y primera intención, fue añadiendo caperuzas, y yo añadiendo síes, hasta que llegamos a cinco caperuzas, y ahora en este punto acaba de venir por ellas: yo se las doy, y no me quiere pagar la hechura, antes me pide que le pague o vuelva su paño8.

Sancho, dopo aver compreso le ragioni del sarto, chiede al

labrador di mostrargli il lavoro da lui realizzato, y sacando encontinente la mano bajo del herreruelo mostró en ella cinco caperuzas puestas en las cinco cabezas de los dedos de la mano9. Questa fu la sentenza di

Sancho:

Paréceme que en este pleito no ha de haber largas dilaciones, sino juzgar luego a juicio de buen varón; y, así, yo doy por sentencia que el sastre pierda las hechuras, y el labrador el paño, y las caperuzas se las lleven los presos de la cárcel y no haga más10.

Come possiamo notare, nessuna delle due parti ottiene l’approvazione di Sancho, e nessuna quindi esce vittoriosa dal processo. Egli, dinnanzi alla malizia di entrambe, opta per una soluzione che non soddisfa nessuna delle due.

Un’ulteriore prova sottoposta dai burlatori a Sancho durante il suo primo giorno da governatore vede come protagonista una giovane prostituta, che accusa un allevatore di bestiame di averla violentata.

¡Justicia, señor gobernador, justicia, y si no la hallo en la tierra, la iré a buscar al cielo! Señor gobernador de mi ánima, este mal hombre me ha cogido en la mitad dese campo, y se ha aprovechado

8

Ibidem.

9Ibidem, pag. 890. Corsivo mio. 10Ibidem.

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de mi cuerpo como si fuera trapo mal lavado, y, ¡desdichada de mí!, me ha llevado lo que yo tenía guardado más de veinte y tres años ha, defendiéndolo de moros y cristianos, de naturales y estranjeros; y yo, siempre dura como un alcornoque [...]11.

Successivamente Sancho dà la parola all’accusato, il quale sostiene che la donna si era concessa a lui senza violenza. Racconta di aver pagato «lo suficiente» la ragazza, che però non era rimasta soddisfatta della somma ricevuta.

Allora Sancho ordina all’allevatore di dare venti ducati alla donna, la quale ringrazia il giudice e se ne va con la borsa che conteneva le monete d’argento. Una volta andata via, Sancho ordina all’uomo di raggiungerla e di toglierle la borsa, anche a forza, e di tornare con lei al suo cospetto. I due giungono di lì a poco, ma l’uomo non è riuscito a recuperare il suo denaro. La donna infatti aveva difeso la borsa a denti stretti e continuava ostinatamente a difenderla, Sancho allora sentenzia:

Hermana mía, si el mismo aliento y valor que habéis mostrado para defender esta bolsa le mostrárades, y aun la mitad menos, para defender vuestro cuerpo, las fuerzas de Hércules no os hicieran fuerza. Andad con Dios, y mucho de enhoramala, y no paréis en toda esta ínsula12.

A differenza del caso precedente, la sentenza di Sancho è a favore di una parte, quella che ha detto la verità su ciò che era accaduto. Egli si basa su di un criterio razionale: se la donna ha difeso la borsa con forza e tenacia dall’uomo, allora avrebbe dovuto difendere con maggior vigore il

11Quijote, II, XLV, pag. 892 12 Ibidem, pag. 894

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suo onore. Le affermazioni della ragazza dunque erano false. Così Sancho rimprovera la donna e la condanna a lasciare l’isola.

Questi primi due giudizi mostrano un Sancho perspicace, acuto e capace di mettere in atto i consigli di don Quijote. Ciò si nota bene nell’episodio della donna, definita da Cervantes, “esforzada, y no forzada13”.

Riguardo alle donne, infatti, don Quijote gli aveva consigliato:

Si alguna mujer hermosa viniere a pedirte justicia, quita los ojos de sus lágrimas y tus oídos de sus gemidos, y considera de espacio la sustancia de lo que pide, si no quisieres que se anegue tu razón en su llanto y tu bondad en sus suspiros14.

L’occasione di conoscere il programma complessivo del suo governo si presenta durante una ronda notturna, nel capitolo XLIX.

Es mi intención limpiar esta ínsula de todo género de inmundicia y de gente vagamunda, holgazanesy mal entretenida. Porque quiero que sepáis, amigos, que la gente baldía y perezosa es en la república lo mismo que los zánganos en las colmenas, que se comen la miel que las trabajadoras abejas hacen. Pienso favorecer a los labradores, guardar sus preeminencias a los hidalgos, premiar los virtuosos y, sobre todo, tener respeto a la religión y a la honra de los religiosos15.

In seguito Sancho, di nuovo alle prese con l’attività giudiziaria, si trova di fronte ad un forestiero, che gli chiede di risolvere un «intricado

13

Ibidem.

14 Quijote, II, cap. XLII, pag. 870 15 Quijote, II, XLIX, pag. 919

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y dudoso caso»16. Questo riguardava un fatto accaduto a dei giudici, incaricati di impiccare tutti coloro che mentivano circa il motivo per cui volevano oltrepassare un ponte.

Si alguno pasare por esta puente de una parte a otra ha de jurar primero adónde y a qué va; y si jurare verdad, déjenle pasar, y si dijera mentira, muera por ello ahorcado en la horca que allí se muestra, sin remisión alguna17.

Un giorno, però, un tale, alla solita domanda rispose che: «para el juramento que hacía, que iba a morir en aquella horca que allí estaba, y no a otra cosa»18.

I giudici erano rimasti perplessi, senza sapere che decisione prendere:

«Si a este hombre le dejamos pasar libremente, mintió en su juramento, y, conforme a la ley, debe morir; y si le ahorcamos, él juró que iba a morir en aquella horca, y, habiendo jurado verdad, por la misma ley debe ser libre»19.

Il caso giunge così fino a Sancho Panza, che in prima istanza delibera di lasciar passare la parte dell’uomo che aveva detto la verità e di impiccare quella che aveva mentito. Di fronte alle perplessità suscitate da questa sentenza, Sancho decide di lasciar passare l’uomo perché le ragioni pro e contro si equivalevano ed è “sempre meglio fare del bene che del male”20

. Lo scudiero ricorda che in simili casi di incertezza don

16 Quijote, II, LI, pag. 939 17 Ibidem, pp. 938-939 18

Ibidem.

19 Ibidem.

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Quijote gli aveva consigliato di propendere sempre per la clemenza, e dispone che l’accusato sia lasciato libero.

«[...] se me vino a la memoria un precepto, entre otros muchos que me dio mi amo don Quijote la noche antes que viniese a ser gobernador desta ínsula, que fue que cuando la justicia estuviese en duda me decantase y acogiese a la misericordia [...]»21.

La scena successiva vede Sancho dettare al suo secretario una lettera indirizzata a Don Quijote. In essa dimostra la propria preoccupazione per la vita quotidiana del popolo, tanto da ispezionare personalmente il mercato e gli alimenti.

Yo visito las plazas, como vuestra merced me lo aconseja, y ayer hallé una tendera que vendía avellanas nuevas [...] y otras viejas, vanas y podridas; [...] y sentenciela que por quince días no entrase en la plaza [...]22.

Anche in questa lettera, come nei casi risolti durante la ronda notturna, osserviamo che il governatore esercita il suo potere in modo diretto. Fa giustizia dove e quando trova una situazione che lo esige; risolve i problemi nel luogo e nel momento in cui si presentano, non perde tempo.

A tale proposito, Osterc considera Sancho politicamente prudente e per niente opportunista, perché sia nel momento in cui riceve il governo

21 Ibidem.

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dell’isola Barataria, sia durante l’esercizio della sua autorità, non approfitta mai della sua posizione per ottenere privilegi23.

Il suo ultimo atto da governatore consiste nell’elaborazione di una serie di riforme, definite da Cervantes, «Las constituciones del gran

gobernador Sancho Panza»24.

Tali riforme possono essere raggruppate i tre sezioni. La prima, di natura economica, consiste in ordinamenti relativi all’andamento del mercato:

[...] ordenó que no hubiese regatones en los bastimientos en la república y que pudiesen meter en ella vino de las partes que quisiesen [...]. Moderó el precio de todo calzado, principalmente el de los zapatos, por parecerle que corría con exorbitancia [...]25.

La seconda riguarda la moralità pubblica: [...] puso gravísimas penas a los que cantasen cantares lascivos y descompuestos, ni de noche ni de día26.

Infine, considerando questa volta un problema sociale allora di grande attualità, emana una disposizione riguardante la falsa mendicità e la delinquenza:

Hizo y creó un alguacil de pobres, no para que los persiguiese, sino para que los examinase si lo eran, porque a la sombra de la

23 L. Osterc, El pensamiento politico y social,Universidad nacional autónoma de México, México, 1975, pag. 284

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Quijote, II, LI, pag. 946. Corsivo mio. 25 Ibidem, pag. 945

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manquedad fingida y de la llaga falsa andan los brazos ladrones y la salud borracha27.

A tal proposito, Varo sostiene che: «todas las normas son sabiamente prácticas, enderezadas a suprimir abusos corrientes, los mismos que tantas veces habría deseado Cervantes extirpar no en ínsula Barataria, sino en sus sueños de ciudades reales con nombres conocidos»28.

Secondo lo studioso, è dunque lecito dedurre da queste norme l’aspirazione di Cervantes a riformare la società della sua epoca.

L’esperienza di Sancho sull’isola Barataria termina subito dopo una nuova burla, che troviamo nel capitolo LIII. I cittadini lo invitano a vestire i panni del guerriero per difendere la città da un attacco nemico. Viene armato in modo tale da non poter camminare e, anche se non sa niente di armi e combattimenti, dimostra di non essere un codardo.

[...] le trujeron dos paveses, que venían proveídos de ellos, y le pusieron encima de la camisa, [...], un pavés delante y otro detrás, y por unas concavidades que traían hechas le sacaron los brazos, y le liaron muy bien con unos cordeles, de modo que quedó emparedado y entablado, derecho como un huso, sin poder doblar las rodillas ni menearse un solo paso. Pusiéronle en las manos una lanza, a la cual se arrimó para poder tenerse en pie[...]probó el pobre gobernador a moverse, y fue dar consigo en el suelo tan gran golpe, que pensó que se había hecho pedazos29.

27

Ibidem, pag. 946

28 C. Varo, Op, Cit., pag. 478 29 Quijote, II, LIII, pag. 954-955

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Alla fine, però, sebbene i fantomatici nemici vengano messi in fuga, esasperato dalle continue burle e sconvolto dal clamore dell’attacco, Sancho rinuncia alla carica.

L’originalità della vicenda, osserva Osterc, consiste: «en la investidura de un campesino como jefe de gobierno»30. Echevarría afferma: «Sancho, el hombre, puede gobernar sin estudios porque está dotado de la capacidad de interpretar y aplicar el derecho natural»31. A questa affermazione possiamo aggiungere che le sue decisioni hanno un duplice fondamento: da un lato, la saggezza popolare, che abbiamo messo in evidenza all’inizio del capitolo, e dall’altro i principi cristiani raccomandati da Quijote.

Per rafforzare la sua tesi, Echevarría cita il seguente passo, in cui Cervantes chiarisce le sue intenzioni:

Dice tanto vuesa merced, señor gobernador -dijo el mayordomo-, que estoy admirado de ver que un hombre tan sin letras como vuesa merced, que a lo que creo no tiene ninguna, diga tales y tantas cosas llenas de sentencias y de avisos, tan fuera de todo aquello que del ingenio de vuesa merced esperaban los que nos enviaron y los que aquí venimos. Cada día se veen cosas nuevas en el mundo: las burlas se vuelven en veras y los burladores se hallan

burlados32.

Sebbene l’episodio si sviluppi intorno ad una burla, Sancho dimostra di essere un buon governatore33. Contrariamente alle false apparenze, che fanno pensare ad un uomo in grado solo di ripetere

30 L. Osterc, Op, Cit., 1975, pag. 286 31

G. Echevarría, Amor y ley en Cervantes, Madrid, 2008, pag. 173 32 Quijote, II, XLIX, pag. 919. Corsivo mio.

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proverbi e servire il suo padrone, osserviamo in lui importanti qualità: intelligenza, buon senso ed un’indubbia altezza morale.

Egli ha dimostrato di saper governare con abilità, umiltà e onestà, trasformando lo scherno in sconfitta morale dei suoi schernitori.

Così, secondo Echevarría, sono i duchi (burladores) quelli che vengono burlados, e non Sancho. Infatti, mentre il loro intento era deridere Sancho, accade che lo scudiero governi con discrezione, giustizia e compassione. Risulta quindi essere un governatore migliore di quello che si poteva immaginare. La derisione dunque fallisce perché basata su di una percezione sbagliata del carattere del personaggio che, invece di abbandonare l’isola schernito ed umiliato, lo fa dopo aver ottenuto il riconoscimento della propria saggezza. La sua attività governativa suscita stupore anche in chi è a conoscenza della burla. E’ in base a quest’ottica che il maggiordomo afferma: «cada día se ven cosas nuevas en el mundo: las burlas se vuelven en veras y los burladores se hallan burlados».

Il comportamento di Sancho è del tutto contrario a quello che ci si sarebbe aspettati. È così che egli, in questo episodio, trionfa sui duchi e sui loro pregiudizi. Secondo Osterc:

Al ejercer Sancho el gobierno con gran inteligencia, acierto, probidad y ardor, su humildad popular vence la soberbia aristocrática de su señor jurisdiccional, convirtiendo la soez burla de un campesino por parte de éste último en derrota moral y política de su burlador34.

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Chi esce in malo modo dall’avventura dell’isola dunque non è Sancho, che ha mostrato una gran saggezza come giudice; ne esce peggio il duca che ha organizzato la burla insieme alla duchessa, e che dimostra ben più scarsa capacità di giudizio, come abbiamo già osservato. Dunque sono i duchi a fallire nel loro intento di deridere il contadino Sancho, che Cervantes trasforma in un vincitore quanto meno morale.

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