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Diplomat ico , Cama ldoli, S. Salvato re, 1099 agosto

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(1)

11. FIRENZE, ARC III VIO DI ST A T O

Diplomat ico , Cama ldoli, S. Salvato re, 1099 agosto

r 1075 marzo 5 (dopo il)- I 099 agosto (p rima del)]

Il vescovo C (u gli ellll o di Fiesole) prega il conte Ugo (di ROlllena) di o rdina- re illllOl/astero di S. Maria Idi Poppi ena ) e l 'e rem o di Lago all e dipel/del/ ze dei IIIO/w ci di Ca ll/aldoli, non dal/do ascolt o ai co nsigli di lII ale perso ne e aill tal/do così i COlli o/do /esi co ntro i loro avve rsa ri .

O ri g in ale (A). Membra na piutto sto ri gid a, mo lto chiara al rec to , giall ast ra al ver- so; tag li o rego lare: mIn. 65-66 x 17 5-1 78; no n riga ta , testo su 7 IT. disposte seco nd o il lato lun go, con allineamen to abbastanza rego lare, a dista nza di ca. 7-9 mm .; marg ini s upe ri ore e destro in es istenti , s ini str o di ca. 5 mm ., inferi o re di ca. l cm. (r ispetto a r.

7); in ch iostro ro ssicc io c hi aro mo lto evanido.

La sc rittura è ulla minu sco la caro lin a usuale cii buo n li vell o, di mano unica , a tratti inc linata a des tra e poco chiaro scurata. L' asta de ll a a è diritt a, que ll e alte di b, d, II , l in gene re ritoccate; la d è per lo più diritta (co n asta sinu osa all e

IT.

1, quicq llid, e

7);j~

r e s sce ndono abbastanza pronunc iatamente a l di sotto de l ri go; il lega mento

SI

è alto, ampio e non ch iu so dell ' as ta ori zzo ntal e di t. La cong iun zione

el

è se mpre esp ressa in lega mento e il ditto ngo, usa to co rrettam ent e, co n e cec\ ig liata. Le abbreviazioni so no poco numero se; pe r il q(lIe) fin ale è usato un pic co lo seg no a forma di sett e. Fra le maiu scole si noti la C ini z ia le, tipica di mano scritti ed epigrafi di età g rego riana (mo lt o simil e a quell e di un ' isc ri z ione ne ll a pi eve eli S. Mi ni ato di Robb iana in Va l d'Ema, c he co mm emo ra la consacrazione de ll a chi esa da parte del vescovo Gug li e lmo di Fieso le in sie me a Pietro Igneo, avven uta 1 '8 febb raio 1077: cfr. AMMAN N ATI, Fi esol e, pp. 153 - 154). Il testo è ca ratte ri zzato da una buona se para zione dell e parole, eccez ion fatta pe r alcu ni mo nosi llabi. La puntegg iatura, rapprese ntata dal punto di norma sul ri go o poco sop ra, seg ue art ico latamente le pause ma ha anche fun zione di stintiva (sop ratt utto a r.

3). Mai usco le ini ziali in dividuan o i peri odi e il nome del dest in atario (oltre a quello abb rev iato de l vescovo, che ap re il testo).

Si distinguono tre piegat ure o ri zzo ntali, di ango latura co ntinu a, e tre ve rtical i, a tratt i alte rnatamente co ncavi e co nvess i; se ne deduce che furon o eseg uite prima le ori zzon tali e po i le altre . Pres umibilm ente la prima e la terza pi ega tur a orizzonta le ripi egava no ve rso quella ce ntral e i clue le mbi sup eri ore e inferiore cl eli a pergam ena e 1 -./

stessa cosa avveniv a poi pe r le pie gatur e ve rti ca li. A lettera ripiegata (sa ranno rim aste estern e le du e facce co rri spond enti o al ses to e set timo o al dec im o e un dices im o dei rettango li vis ibili al verso) fu eseg uito più o me no a l ce nt ro di una di esse un p iccolo tagl io ori zzo n tale, che ri torna si m metri came nte su tu tti i riqu adri prodotti dalla gri gi ia di p iegature, attraverso il qua le pas sava probabilmente un filo cii chiu sura ; le du e estre-

mit~l

d i esso erano forse rapprese in un sigill o cereo, di cu i s i potrebbe ro ri co noscere le tracce, lasc iate forse per attrit o a lettera s pi eg ata, in a lc une macchi e rossastre al ve rso della perga mena, di forma roto nd eggiante e diam etro di ca. 5 cm.

Lo stat o di conse rvaz io ne è abbastanza buono, tranne che pe r il se nsibil e sva ni -

mento cle ll'inchi ost ro, che co munqu e non imp edi sce mai la lettura . AI verso tracc e

(2)

rossa stre probabilmente della cera di un sigi ll o deperdito di ca. 5 cm. di diametro (cfr.

supra). Foro cIi qua lch e millim etro a due terzi cI el marg in e inferiore, altri min ori sul lato s ini stro.

Verso vuoto.

Questa lette ra e quella pubb li cata al n° seguent e so no conservate insieme a un doc umento de l fondo di Ca maldoli de ll 'agosto 1099, con c ui il co nte Alb ert o di Rome- na, frate ll o di Ugo, co ncede a Camalcl oli il monastero di S. Maria di Poppiena con le pertinenze (fra cui S. Niccolò di Lago); le due lettere so no dunque precedenti a questo termine crono log ico. Del 9 sette mbre 1099 è poi un altro documento del vescovo di Fiesole Gebizone, a ll a cui dioc es i appartenevano i luoghi in qu est ione, c he conferma, sa lva la riverenza dov uta gli , la donaz ione comitale avvenuta pochi g iorni prim a (i due documenti in SCHIAI'ARELLl -BALDASSERONI, Regesto, I, n

i

620 e 622).

Proprio ques ta ca rta di Gebizone co nvinse i primi ed itori de ll a coppia di lettere, Mittarelli e Costadoni, che la prima d i esse fosse stata ind irizzata al conte Ugo da l medesimo vescovo (M I T T ARELLl-COSTI\DON I, Anna les, IIr, p. 77). l du e studiosi, penll - tro, ponevano correttamente la mis siva del vescovo a Ugo prima di quella in viata da ques t' ultimo a l frate ll o Alberto; tuttav ia leggevano un passo de ll a seco nda lette ra (r.

8), dove Ugo fa rife rimento al consigli o del vescovo fi eso lano, «cum cons ili o domin i venerabi lis episcopi», anziché correttamente «cum cons ili o cIomni W[ ili elmi] ep isco- pi». La g iu sta lettura fu data da SCH IAPARELLI-BALDASSERON I (Regesto, J, n° 6 18); costoro, però, non mettono in discussione che sia Gebizone l'autore dell a lettera a Ugo e quindi in vertono l'ord in e de lle due miss ive: prima quell a di Ugo ad Alberto , in cui si nomina il vescovo Gugli e lmo, prede cessore di Gebizone, e poi qu ell a di quest'u ltimo a Ugo.

In realtà va mantenuta la successione g ià ipotizzata da M ittare ll i e Costadoni e inv ece corretta l'att ribu zione al vescovo Geb izone. Chi sc rive al conte Ugo di Rome- na è dunque il vescovo fiesolano Guglielmo; fra l'altro la forma con Gu- e non W- (-ilielmus o s imili) è quella attestata da un paio cii te stimonianze coeve vicine a ll 'am - biente fie so lano (si noti che invece l 'epistola cii Ugo è stata sc ritta probabi lm ente da mano non toscana: su tutto ques to si veda AMMANNATI, Fieso le, pp. 149-155). È vero si- mile che le due epistole s iano cronolog icamente pross ime fra loro, ma non possiamo sapere dopo quanto tempo sia stata portata a term in e la donazione di A lberto dell 'ago- sto 1099; s i osservi comunque che il 9 settembre succe ss ivo era g ià vescovo a Fieso le il succes so re di Guglielmo, Gebizone (è questa l'unica tes timonianza che abb iamo di Geb izone; Gugl ielmo è invece in carica da clopo il 5 marzo 107 5, ultim a attestaz ione cie l predecessore, e compa re 1' 8 febbra io 1077 e in un documento databile a nterior- mente al novembre 1083) .

L'accenno ai consilia di pravi homines, adversarii de i Cama ld olesi, co ll oca senz'al- tro la lettera nel contesto dei confl itti de ll' età della riforma (sapp iamo che il vescovo Gug lielmo fu vicino a P ietro Ig neo); in tal se nso va anche quanto ribadi sce l'epi stola seguente,

("I".

13-16. Non se mbra alt rettanto ce rto, pe rò, che la lettera vog lia a llu dere al vescovo aretino Sigi fredo , s uccessore del moderato Costanti no (106 1- 1 096) e proba - bilmente insediato dagli imper ial i (DELUMEAU, Arezzo, l, p. 395). L' ipotesi è stata sug- gerita in base al confro nto con una c lausola presente nell a clonazione di Albe rto de l- l'agosto 1099: «ut nullu s Ar. ep. nec c leric i nec laici ei usde m ep isco pii in predicto mon. et rebu s non habea nt potes tatem causandi inquirenc1i siv e infes tancli etc.» (SC III i\- P ARCL U-B ALDI\SSERON I, Regeslo , I, n° 620); in rea ltà questa clauso la potrebbe se mplice-

96

(3)

m e nte vo le r p rese rv are i di r it ti de l vescovo fieso la no (i be ni cedu ti si trovavano ne ll a d ioces i d i F ies o le, Cama ld o li in qu e ll a d i Arezzo), co me se mbra d im ostra re il pa ra ll e lo ele l doc u men to d i Geb izo ne, c he co nfe rm a la donaz io ne sa lva nostra reve rent;a .

Edizioni: Ml'n!\RELU-COSTADONI,

Ann a/es, III ,

p.

77;

AMMANNATI,

Fieso /e,

p.

151

(parziale).

Regesti: rirenze, Archivio di Stato, Diplomatico, Tomi cii Spogli, n°

52. 1,

c.

1321';

SOIIA- l'ARELLI-BALlJASSERONI,

Rege.l'to, r,

6 19,

p.

256.

Citazioni: MJ'J'TAI~ELLI-COST;\DONI,

Anna/es, III ,

pp.

58

e

77 -78;

DAVIDSOIIN,

S toria,

I, p.

11 48

e n.

2;

WICKIIAM,

T!t e I/I ou nt aills,

p.

202,

n.

27

(=

La I/I onta gna,

p.

2 1 6 ,

n.

27);

VEDOVATO,

Ca mo /do li ,

p.

63,

Il.

58

e p.

259;

CECCARELLI LEMU'J', I

conIi ,

p.

182,

n.

6;

DELuMEAu,

Arez.zo,

I, pp.

394-395;

AMMANNAII,

Fiesole,

pp.

149- 155.

97

)

(4)

l) (se) (.) G C.) dei se rlli ennum famulu s C.) Vgoni nobi li comiti qu icq uid dece t in

christo"

Co)

2) Vesl)'(~

pruclenti y exce ll en ti am obni 0 [ .

.1

exoramus C.) ut pro ues lr y anim y redelllp-

tione

3)

sOIlCl

y mari

y

monasteri o Co) atque laci heremul1/ C o )

CUlli

reli gios is call1pi am ab ili s

fratribus

ordi

4) neti s C .) & null a prauol'lllll ho minulI/ consilia ex hoc recipiatis (.) Quol/iam s i

praedictuI1l

5) mona steriulI1 no stro as ensu pra edi ctis fralribus ad illtorill/ll pra ebu eriti s C.) & co-

rum

aclller

6) sa rii s res is tati s (.) praedicta sanc/a Inc a in dellm orcl inabuntul' (.) & ma gna pra e- mia in yte rn a

7) uita

llobis

adquiruntur Co )

" Nclla l'orma XflO con compcndio.

98

(5)

r;

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2

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5

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1

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99

(6)

(S C) G[ uilie lmu s]

I

Dei servient ium famlliu s Ugoni

2

nobili comi ti quicquid c1 ece t in Ch risto. Vestrae prlldentiae excellentiam obni x[e] exo ramus ut pro vestrae animae re- demptione Sanctae Mariae) monasterio atqlle Laci

4

heremllm cum re lig iosis Campi Amabilis fratribu s ordinetis et nu ll a pravorum hominul1l con silia ex hoc recipiati s.

Q uoniam s i praedictllJl1 monasterillm nostro ase nS ll praeclicti s fratribll S acliutorilll11 prae- bueriti s et eo rum aclversarii s res istatis, praecli cta sancta loca in Deum orclinabuntur et magna praem ia in aeterna vita vobis adquiruntur.

C.A.

I

Gug

lielmo, vescovo di

Fieso

le

(

1075 marzo

5 [dopo il]-

1

099 settcmbre 9 [prima ciel]

: attcstato,

oltre che dalla

lettera

al n° seguen

te, 1

'8 febbrai o 1077 e anteriormente al novembre 1083): c fr.

introdu-

zione e AMMANNAT

I, Fiesole,

pp. 149-

1

55; cfr. anche SCIIWARTZ,

Die Besetzung,

p. 206.

2

Il conte Ugo cii Romena, figlio cii un conte Gu

ido (sulla

fami gli a dei conti di Romena

s

i veda l' introduzione alla lettera seguente e AM M ANNATI,

Fiesole),

attestalO dal docum ento del frat ello A

lberto

de

l

1099 agosto (cfr. introduzione) e autore della lettera al nO seg ucnte.

J

S. Maria di Pop piena in Casent

ino

(cfr. REPETTI,

Dizionario, IV,

pp. 578-579).

4

S. Niccolò di Lago in Casenti

no (cfr.

REPETTI,

Dizionario,

II

I, [J.

436, all a voce

Montel11ezzano).

100

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