• Non ci sono risultati.

I legamenti coinvolti nel complesso movimento dell’articolazione femoro tibiale sono i legamenti crociali LCA e caudale LCP e i legamenti collaterali e laterali

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "I legamenti coinvolti nel complesso movimento dell’articolazione femoro tibiale sono i legamenti crociali LCA e caudale LCP e i legamenti collaterali e laterali"

Copied!
3
0
0

Testo completo

(1)

Introduzione

- 1 -

Introduzione

La lesione del legamento crociato craniale anteriore, LCA, nel cane rappresenta, senza dubbio, la patologia a carico del ginocchio che si riscontra con maggiore frequenza in Medicina Veterinaria. L’instabilità rotatoria antero-laterale che ne deriva è responsabile dell’ evoluzione verso la malattia degenerativa cartilaginea articolare (osteoartrosi). Numerosi sono i fattori predisponenti alla lesione del LCA nel cane.

Il ginocchio è una complessa articolazione legamento dipendente costituita in realtà dall’articolazione femoro tibio rotulea, i cui movimenti articolari (estensione, flessione, rotazione e lateralità) risultano condizionati e controllati da muscoli e legamenti. I legamenti coinvolti nel complesso movimento dell’articolazione femoro tibiale sono i legamenti crociali LCA e caudale LCP e i legamenti collaterali e laterali.

I principali responsabili della stabilità cranio caudale del ginocchio sono i legamenti crociati. In particolare il LCA impedisce i movimenti di traslazione craniale e di rotazione interna della tibia rispetto al femore e, poiché, è teso in tutte le sue componenti durante l’estensione ne deriva che esso costituisce la principale struttura che si oppone all’iper estensione del ginocchio.

La mancata resistenza del LCA può avere origine sia da problemi degenerativi (forma cronica) che traumatici (forma acuta), strettamente correlati in quanto questi ultimi sono spesso conseguenti ad una pregressa degenerazione del legamento stesso associata ad invecchiamento, ad anomalie conformazionali e di appiombo e ad artropatie immunomediate, per cui legamenti indeboliti dalla degenerazione sono più suscettibili ai traumi. Secondo infatti il modello biomeccanico attivo dell’articolazione femoro tibio rotulea elaborato negli ultimi anni i legamenti, le ossa e la capsula articolare rappresentano le forze di contenimento passivo, mentre i muscoli rappresentano le forze attive che in

(2)

________ Introduzione

- 2 -

associazione alla conformazione anatomica della tibia stessa, esitano in una sua traslazione craniale detta “spinta tibiale craniale”.

Le possibilità di intervento presenti in bibliografia sono numerose: dal trattamento conservativo e medico riabilitativo alle tecniche di stabilizzazione chirurgica intra ed extra capsulare che si basano sul riposizionamento anatomico e funzionale del tessuto leso: fino a quelle di più recente acquisizione quali la TPLO e TTA che si propongono di ridurre la spinta tibiale craniale modificando l’orientamento del piano articolare del ginocchio. La scelta della tecnica del singolo paziente è una questione di preferenza del chirurgo, in quanto tutte queste tecniche hanno mostrato una buona efficacia. Le tecniche extra capsulari comportano l’inserimento di protesi esterne all’articolazione determinando cosi un contenimento meccanico di tutta l’articolazione che porta ad un ispessimento della capsula e delle strutture annesse. Proprio alla scopo di rendere ancora minore l’invasività dell’intervento di stabilizzazione dell’articolazione, favorendo al contempo una rapida ripresa della deambulazione, la nostra attenzione si è focalizzata da tempo sull’impiego di particolari dispositivi di sutura di nuova generazione che attualmente vengono ampiamente impiegati in medicina umana soprattutto nel trattamento delle lesioni sulla cuffia dei rotatori della spalla: le ancore di sutura.

Dopo aver collezionato presso l’Ospedale Veterinario Didattico

“M.Modenato” dell’Università di Pisa, una certa esperienza sull’impiego della tecnica extracapsulare mininvasiva nell’incompetenza del LCA del cane, lo scopo della mia tesi è stato quello di effettuare una revisione sistematica della casistica inerente alle lesioni del LCA nel cane negli ultimi anni, per poter dare un importante contributo ad un argomento così particolare, valutando la possibile applicazione anche in soggetti di taglia grande e/o in pazienti con un certo rischio anestesiologico.

Inoltre abbiamo apportato due particolari modifiche alla tecnica tradizionale con una diversa inclinazione del tunnel nella cresta tibiale e l’utilizzo del bottone nell’annodamento finale: in base alla nostra esperienza, in tale tipo di intervento auspicavamo che, agendo in tal modo, potevamo limitare la frizione del kevlar

(3)

________ Introduzione

- 3 -

sullo spigolo del tunnel, il quale aveva determinato talvolta il cedimento della protesi, e facilitarne l’annodamento tramite l’impiego di un bottone, rispecchiando quanto più possibile il percorso naturale del LCA.

Riferimenti

Documenti correlati

[8, 9], who proved an Ω(n ω ) lower bound, by giving a reduction from the transitive closure problem, and presented an algorithm that runs in O(n (ω+3)/2 ) time, where ω is the

We will show that the O (n) term in the preprocessing comes from the time needed to build the Cartesian Tree of A and the O (1) term in the query comes from the time needed to

PRESUPPOSTI TEORICI E FINALITÀ DELLO STUDIO. dalla TTA

Sono stati analizzati 37 pazienti differenti per peso ed età con incompetenza del LCA e operati con la tecnica extracapsulare mininvasiva con ancore di sutura; questi pazienti

Applicare una tensione nella regione F con ginocchio flesso a circa 100°: il condilo posteriore non danneggiato è il riferimento per il taglio distale.. 7 mm è il target per

NOMISMA, CAAB, FederBio, AIAB EMILIA ROMAGNA, SEGRETARIATO IFOAM AGRIBIOMEDITERRANEO EMILIA ROMAGNA, ECOBIO CONFESERCENTI BOLOGNA, UNERBE CONFESERCENTI BOLOGNA, BIOAGRICERT

Lo studio effettuato prende in esame 38 cani a cui era stata diagnosticata la rottura del legamento crociato anteriore, monolaterale o bilaterale per un totale di

I fattori di crescita appena rilasciati si legano alla superficie esterna delle membrane cellulari delle cellule degli innesti, flap o ferite, attraverso i