Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 76
Descrizione relativistica dello spin: rest frame
Un altro metodo per descrivere lo spin fa riferimento al sistema inerziale in cui la particella è a riposo
Rest Frame: possibile solo per particelle con massa ≠ 0
Nel sistema di riposo della particella l’Hamiltoniana H commuta con l’operatore di spin Σ
Gli spinori possono essere anche autostati di Σ
La trattazione coincide con quella non relativistica
È possibile preparare uno stato φξ polarizzato in una direzione arbitraria
Ad esempio, nella rappresentazione di Pauli-Dirac
A questo punto si può applicare una trasformazione di Lorentz che trasforma lo spinore w(0, ξ)
Dal sistema in cui la particella è a riposo p'ν = (m, 0)
Al sistema in cui la particella ha un 4-momento pν = (E, p)
| |
ξ ξ
φ φ
=
ξ σ
(0, ) 2
w m φ0ξ
ξ = ⎛⎜⎜⎜⎜⎜⎝ ⎠⎞⎟⎟⎟⎟⎟ σ ξ⋅ ˆw = λw
pν = Λνμp′μ ξˆ
Descrizione relativistica dello spin: rest frame
Ovviamente, in questo modo, abbiamo una complicazione
Il 4-momento p della particella è definito nel sistema di laboratorio K
Lo spin è definito nel sistema di riposo della particella K'
Si introduce pertanto un 4-vettore s per la descrizione dello spin
Nel sistema di riposo della particella
Notiamo che si tratta di un 4-vettore a modulo negativo (space-like)
Inoltre nel sistema di riposo abbiamo
La relazione s'⋅p'= 0 è invariante e vale in tutti i sistemi di riferimento
Si passa al sistema K mediante una trasformazione Lorentz
Attenzione: nel sistema di laboratorio K la parte spaziale di s (0, )
s′ = ξ s s′ ⋅ ′ = − ⋅ξ ξ = −1
( , )
p′ = m 0 p s′ ⋅ ′ = m ⋅ − ⋅0 0 ξ = 0
pν = Λνμp′μ sν = Λνμs′μ
(m,0) → (E,p) (0,ξ) →
(
s0,s)
NON È IL VALORE DI ASPETTAZIONE DELLO SPIN
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 78
Descrizione relativistica dello spin: rest frame
In forma esplicita, le componenti di s nel sistema K in cui la particella di massa m ha energia E e momento p sono†§
Evidentemente ξ|| e ξ⊥ sono rispettivamente la componente parallela e perpendicolare alla direzione della quantità di moto
In forma vettoriale le relazioni precedenti si possono esprimere come
Notiamo che se la polarizzazione della particella nel suo sistema di riposo è
−ξ nel sistema di laboratorio le 4 componenti di sμ cambiano tutte di segno rispetto a quelle corrispondenti a +ξ
Quando si utilizza il 4-vettore sμ gli spinori u e v si scrivono
In queste formule s non è un indice ma un 4-vettore
I due stati di polarizzazione sono ±s = ±sμ
†Landau L,Lifshitz E,Pitaevskii L – Quantum Electrodynamics – Pergamon 1982 - cap III, § 29 pag. 106
§Questo formalismo si applica anche a particelle di spin intero
0 ||
s = mp
ξ || E ||
= m
s ξ
⊥ = ⊥
s ξ
s0
m
= p ξ⋅ ( )
( )
m E m
= + ⋅
+
s p ξ p
ξ
( , ) ( , )
u p s v p s
( )2
2 2
m2
= + p ⋅
s ξ
ξ
Relazioni di completezza
Abbiamo visto che nel sistema di riposo l’equazione di Dirac si riduce a
Abbiamo anche determinato 4 soluzioni w(0,r) r = 1,4
Ricordiamo (diapositiva ) la normalizzazione scelta per garantire il corretto comportamento della corrente nelle trasformazioni di Lorentz
Analogamente, per r = 3,4
Gli spinori w(0,r) sono i 4 autovettori di γ0: γ0w = ±w
Sono ortogonali e costituiscono un sistema completo
La completezza si esprime tramite la relazione
0 0
iγ ∂ ψ = mψ ψ = we−ip t0 γ0p w0 = mw
( )
0 0 00 0 0 0 0
0 0 0
0 0 0 0 0
0 0 0 0
1
0 1
1
⎛ ⎞⎟ ⎛ ⎞⎟
⎜ ⎟ ⎜ ⎟
⎜ ⎟ ⎜ ⎟
⎜ ⎟ + = ⎜ ⎟+
⎜ ⎟ ⎜ ⎟
⎜ ⎟ ⎜ ⎟
⎜ ⎟⎟ ⎜ ⎟⎟
⎜ ⎜
⎝ ⎠ ⎝ ⎠
… …
( ) † ( )
1,4
, , 2
r
w r w r mI
=
∑
0 0 =( , )
r
r
w r E m
E m
φ φ
⎛ ⎞⎟
⎜ ⎟
⎜ ⎟
= + ⎜⎜⎜⎜⎜⎝ +⋅ ⎟⎟⎟⎟⎟⎠
p
p
p σ p ( , ) 2 1,2
0
w 0 r = m⎛⎜⎜⎜⎜⎜⎝ ⎠φr ⎞⎟⎟⎟⎟⎟ r =
( )
2
, 2 0 3, 4
r
w r m r
φ −
⎛ ⎞⎟
⎜ ⎟
= ⎜⎜⎜⎜⎝ ⎟⎟⎟⎠ = 0
111247
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 80
Relazioni di completezza
Gli aggiunti spinoriali giocano un ruolo fondamentale nella teoria
Siamo pertanto interessati ad una relazione di completezza che usi questi ultimi e non gli aggiunti hermitiani
Osserviamo che nella base dei w la matrice γ0 è diagonale
A questo punto è immediato verificare che
Infatti
( )
γ0 rs = wr† 02γmws1 1
1 1 0 0 0
0 0 0
0 0 0
0 0 0
⎛ ⎞⎟
⎜ ⎟
⎜ ⎟
⎜ ⎟
= ⎜⎜⎜⎜⎜⎝ ⎟⎟⎟⎟⎟⎠
− −
1 1,2
1 3, 4
r rs r
r ε δ ε ⎧⎪⎪+ r =
= = ⎨⎪−⎪⎩ =
( ) ( )
1,4
, , 2
r
rw r w r mI
ε
=
∑
0 0 =( ) † ( ) 0
1,4 1,4
, ,
r r
Aαβ wα r wσ r σβ
σ
ε γ
= =
=
∑ ∑
0 0( ) ( )
1,4
, ,
r r
w r w r ε
∑
= 0 0 ( ) †( ) 0 1,4, ,
r r
w r w r
ε γ
=
=
∑
0 0 ≡ A1,4 1,4
2 r r r
r
m α σ σ σβ
σ
ε δ δ ε δ
= =
=
∑ ∑
1,4
2m α σα σ σβ
σ
ε δ ε δ
=
=
∑
= 2m ε ε δα α αβ = 2mδαβ = 2mIαβ wα (0,r) = 2m δαrRelazioni di completezza
Possiamo a questo punto introdurre la relazione di completezza per gli spinori u e v in un sistema di riferimento in cui la particella ha quantità di moto p
Ricordiamo che u e v sono ottenuti dagli spinori a riposo w(0,r) come
Verifichiamo che
Infatti, posto ur = u(p,r) , vr = v(p, r) e infine wr = w(0,r)
Ricordando che
Concludiamo
( ) ( ) ( ) ( )
1,2
, , , , 2
r
u r u r v r v r mI
=
⎡ − ⎤ =
⎣ ⎦
∑
p p p p( , ) ( ) ( , ) 1,2
u p r = S Λ w 0 r r = v(p,r) = S ( )Λ w(0,r + 2) r = 1,2
1,2 r r r r r
u u v v
=
⎡ − ⎤
⎣ ⎦
∑
2 21,2 r r r r
r
Sw Sw Sw + Sw +
=
⎡ ⎤
=
∑
⎢⎣ − ⎥⎦ 2 21,2 r r r r
r
Sw w S Sw + w + S
=
⎡ ⎤
=
∑
⎢⎣ − ⎥⎦2 2
1,2 r r r r
r
S w w w + w + S
=
⎛ ⎞⎟
⎜ ⎡ ⎤ ⎟
⎜
= ⎜⎜⎝
∑
⎢⎣ − ⎥⎦ ⎟⎟⎟⎠1,4 r r r r
S ε w w S
=
⎛ ⎞⎟
⎜ ⎟
⎜
= ⎜⎜⎝
∑
⎟⎟⎟⎠0 † 0 1
S = γ S γ = S−
1,2
r r r r 2
r
u u v v mI
=
⎡ − ⎤ =
⎣ ⎦
∑
( )
11,4
2 2
r r r r
S ε w w S S mI S− mI
=
⎛ ⎞⎟
⎜ ⎟
⎜ ⎟ = =
⎜ ⎟⎟
⎜⎝
∑
⎠prof. Francesco Ragusa Università di Milano
Interazioni Elettrodeboli
anno accademico 2021-2022
Lezione n. 4
15.10.2021
Equazione di Dirac
Descrizione relativistica dello spin Interazione elettromagnetica
Scattering di Coulomb (spin 0 e spin ½)
Interazione elettromagnetica
Nell’elettrodinamica classica la forza che agisce su una particella carica in moto è data dalla Forza di Lorentz
Può essere ricavata (equazioni di Hamilton) dall’Hamiltoniana classica
Nella Meccanica Quantistica non relativistica l’interazione elettromagnetica viene introdotta utilizzando l’Hamiltoniana appena introdotta (= = 1)
È conveniente riscrivere questa equazione nel modo seguente
Notiamo che si può arrivare all’equazione precedente partendo dall’equazione di Schrödinger per una particella libera e fare le sostituzioni
q q
= + ×
F E v B
( )2
1
H 2 q qV
= m p − A +
( )2
1
H 2 i q qV i
m t
ψ = ⎡⎢⎣ −∇− A + ⎤⎥⎦ψ = ∂∂ ψ
( )
21
2 i iq i iqV
m ⎡⎣− ∇− A ⎤⎦ ψ = ⎛⎜⎜⎜⎝∂∂t + ⎞⎟⎟⎟⎟⎠ψ
∇ → ∇ − Aiq iqV
t t
∂ ∂
→ +
∂ ∂
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 84
Interazione elettromagnetica
Sviluppando il quadrato nell’Hamiltoniana
Scegliendo il gauge ∇⋅A = 0 e trascurando i termini in q2 otteniamo
Applichiamo questa formula al caso di un campo magnetico costante e campo elettrico nullo V = 0 (i∇ = p)
Per un campo magnetico costante B il potenziale vettore è
Introduciamo A nell’Hamiltoniana
Il termine con il campo magnetico può essere trasformato in
( )2
1
H 2 i q qV
= m − ∇− A + (−i∇−qA)(−i∇−qA)ψ = −∇2ψ + iq∇ ⋅(Aψ)+ iqA ⋅ ∇ψ +q2A2ψ
1 2
2
H i q qV
m m
= − ∇ + A ⋅ ∇ +
1
= −2 ×
A r B
1 2
2 2
H q
m m
= − ∇ + r× ⋅B p
1 2
2 2
H q
m m
= − ∇ − B L⋅ 1 2
2 H q
m m
= − ∇ − A p⋅
(r×B)⋅ p klm l m k
klm
r B p ε
=
∑
mlk m l kmlk
B r p ε
= −
∑
= − ⋅B (r×p) = − ⋅B L( )
2ψ iq ∇ ⋅ ψ + iq ⋅ ψ iq ψ q2 2ψ
= −∇ + A A ∇ + A ⋅ ∇ + A
Interazione elettromagnetica
L’ultimo termine dell’equazione rappresenta una energia potenziale magnetica
Classicamente è dovuta all’interazione di un momento magnetico generato dal moto associato ad un momento angolare L
Anche a livello quantistico definiamo pertanto il momento magnetico di una particella dotata di momento angolare L e la sua energia potenziale
L’esistenza di questo termine di interazione è verificata nella spettroscopia atomica
In presenza di un campo magnetico le energie associate agli orbitali atomici di momento
angolare l si separano in (2l+1) livelli equidistanti (effetto Zeeman)
È noto che esiste un ulteriore effetto di questo tipo
L’elettrone ha un momento angolare intrinseco S = =σ/2
a cui sarebbe associato un momento magnetico μ= qS/2m che suddivide ulteriormente i livelli
Tuttavia, nel caso dello spin, per riprodurre i dati sperimentali occorre introdurre un fattore empirico g
2 q
= m L
μ U = − ⋅ Bμ
1
−10 l = 1
21
−10
−2 m l = 2
2 2
e e
q g
g m
= S =
μ
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 86
Interazione elettromagnetica
Prima di introdurre l’interazione elettromagnetica nell’equazione di Dirac facciamo alcune precisazioni sulle notazioni
Richiamiamo le definizioni dell’operatore derivazione
Inoltre il potenziale vettore è
L’introduzione dell’interazione elettromagnetica viene fatta modificando l’operatore di derivazione ( per l’elettrone q = −|e| )
Attenzione: per l’operatore derivazione e il potenziale vettore i segni negativi delle componenti spaziali delle componenti
covarianti e contravarianti sono scambiati
0 ,
xμ μ x
∂ ≡ ∂ = ⎛⎜⎜⎜⎝ ∂ ∇⎟⎞⎟⎟⎠
∂ ∂ 0 ,
x x
μ μ
∂ ≡ ∂ = ⎛⎜⎜⎜⎝ ∂ −∇⎟⎞⎟⎟⎠
∂ ∂
μ μ iqAμ
∂ → ∂ +
( ) ( )
(
0 ,)
Aμ = A x A x
( ) ( )
( , )
Aμ = V x −A x
μ iqAμ
∂ + = ∂ +( 0 iqV,∇ +iqAk ) = ∂ +
(
0 iqV,∇ − Aiq)
( 0 iqV, iq )
∂ → ∂ +μ ∇ − A
Interazione elettromagnetica
A questo punto passiamo all’equazione di Dirac
Con la sostituzione minimale diventa
Utilizzeremo questa formula per lo studio dello scattering da potenziale
Vale la pena isolare il potenziale di interazione
( )
i Ho i m
t ψ ψ β ψ
∂ = = − ⋅ +
∂ α ∇
( )
( )
i iqV i iq m
t ψ β ψ
∂
⎛ ⎞⎟
⎜ + ⎟ = − ⋅ − +
⎜ ⎟
⎜⎝∂ ⎠ α ∇ A
( )
( )
i qV i q m
t ψ β ψ
⎛ ∂ ⎞⎟
⎜ − ⎟ = ⋅ − − +
⎜ ⎟
⎜⎝ ∂ ⎠ α ∇ A
( )
( )
i i q m qV
t ψ β ψ
∂ = ⋅ − − + +
∂ α ∇ A
( o D )
i H V
t ψ ψ
∂ = +
∂ VD = qV −qα⋅ A
( 0 iqV, iq )
∂ → ∂ +μ ∇ − A
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 88
Limite di bassa energia
È molto istruttivo studiare il limite di bassa energia dell’equazione trovata
Verifichiamo se ci conduce all’equazione di Schrödinger con l’interazione elettromagnetica
Per poter confrontare con l’equazione non relativistica occorre tenere conto che l’energia relativistica include la massa a riposo della particella
Se H è l’Hamiltoniana dobbiamo isolare la massa scrivendo H = H1 + m
Inoltre isoliamo la massa a riposo anche nella dipendenza temporale ponendo
Inseriamo nell’equazione di Dirac per trovare l'equazione per Ψ0
( )
H = α⋅ −i∇ −qA + βm +qV = α⋅ −( i∇ −qA)+ βm +qV −mI +mI
( ) ( )
H1 = α⋅ −i∇ −qA + β − I m +qV
i ( )t t
∂ Ψ
∂ i o ( )t m o e imt t
∂ −
⎛ ⎞⎟
= ⎜⎜⎜⎝ ∂ Ψ + Ψ ⎟⎟⎠ = (H1 + m)Ψo ( )t e−imt
o 1 o
i H
t
∂ Ψ = Ψ
∂
( )t o ( )t e−imt
Ψ = Ψ Ψo lentamente variabile o
( )
t m t∂ Ψ
∂
Limite di bassa energia
Riepilogando
A questo utilizziamo la rappresentazione di Pauli-Dirac e la rappresentazione a blocchi dello spinore
Arriviamo al sistema di equazioni
( ) ( )
H1 = α ⋅ −i∇ −qA + β −I m +qV
ψ φ
⎛ ⎞⎟⎜ ⎟ Ψ = ⎜⎜ ⎟⎟⎜⎜⎝ ⎠⎟ 0
0
⎛ ⎞⎟
⎜ ⎟
= ⎜⎜⎜⎝ ⎟⎟⎟⎠ α σ
σ
0 0 I
β = ⎛⎜⎜⎜⎜⎜⎝ − ⎟I ⎞⎟⎟⎟⎟⎠
0 0 0 2
I I
β − = ⎛⎜⎜⎜⎜⎜⎝ − ⎟⎞⎟⎟⎟⎟⎠
( )
( )
0 0
0 2
i q
i qV m
t i q
ψ ψ ψ
φ φ φ φ
⋅ − ∇ −
⎛ ⎞
⎛ ⎞ ⎛ ⎞ ⎛ ⎞ ⎛ ⎞
∂ ⎜⎜⎜ ⎟⎟⎟⎟ = ⎜⎜⎜ ⎟⎟⎟⎟⎜⎜⎜ ⎟⎟⎟⎟ + ⎜⎜⎜ ⎟⎟⎟⎟− ⎜⎜⎜ ⎟⎟⎟⎟
∂ ⎜⎜⎝ ⎠⎟ ⎜⎜⎝ ⋅ − ∇ − ⎟⎠⎜⎜⎝ ⎠⎟ ⎜⎜⎝ ⎠⎟ ⎜⎜⎝ ⎠⎟ A
A
σ σ
( )
( ) 2
i i q qV
t
i i q qV m
t
ψ φ ψ
φ ψ φ φ
⎧⎪⎪ ∂ = ⋅ − ∇ − +
⎪ ∂⎪⎪⎨
⎪ ∂⎪ = ⋅ − ∇ − + −
⎪⎪⎪⎩ ∂
A A σ
σ
1
o o
i H
t
∂ Ψ = Ψ
∂
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 90
Limite di bassa energia
Consideriamo la seconda equazione
Ricordiamo che Ψo varia lentamente, vale a dire
Quindi anche le due componenti ψ e φ variano lentamente
Abbiamo pertanto
Introduciamo nella prima equazione
( )
( ) 2
i i q qV
t
i i q qV m
t
ψ φ ψ
φ ψ φ φ
⎧⎪⎪ ∂ = ⋅ − ∇ − +
⎪ ∂⎪⎪⎨
⎪ ∂⎪ = ⋅ − ∇ − + −
⎪⎪⎪⎩ ∂
A A σ
σ
o
( )
t m t∂ Ψ
∂
( ) 2
i i q qV m
t φ ψ φ φ
∂ = ⋅ − ∇ − + −
∂ σ A
( )
0 = σ ⋅ − ∇ −i qA ψ −2mφ ( )
2
i q
φ ⋅ − ∇ −m ψ
≈ σ A
( ) ( )
2
i q
i i q qV
t ψ m ψ ψ
∂ ⋅ − ∇ −
= ⋅ − ∇ − +
∂
A σ A σ
i m
t ψ
∂
∂ i m
t φ
∂
∂
qV m
approssimazione non relativistica
Limite di bassa energia
Si può verificare che (vedi esercizio 4.14 Aitchison 3° ed.)
Pertanto l’equazione diventa
Questa equazione coincide con l’equazione ottenuta partendo dall’equazione di Schrödinger con la sostituzione minimale (diapositiva ) a meno di un
termine
Il termine in più descrive l’accoppiamento del momento magnetico intrinseco dell’elettrone con il campo magnetico
Inoltre riproduce perfettamente il fattore giromagnetico g = 2 che nella teoria non relativistica era stato introdotto empiricamente
In conclusione
Il limite E << m dell’equazione di Dirac riproduce l’equazione di Pauli
Il fattore giromagnetico g = 2 è predetto dalla teoria di Dirac
( )
[σ ⋅ − ∇ −i qA ]2 = − ∇ −( i qA)2 −qσ ⋅ ∇ × A
( )2
1
2 2
i i q q qV
t ψ m ψ m ψ ψ
∂ = − ∇ − − ⋅ +
∂ A σ B
( )2
1
i 2 i q qV
t ψ m ψ
∂ = ⎡⎢ − − + ⎤⎥
∂ ⎣ ∇ A ⎦
2 2 2 q
= m σ μ
116383
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 92
Scattering Coulombiano: spin 0
Come prima applicazione della meccanica quantistica relativistica consideriamo lo scattering Coulombiano per una particella di spin 0
La funzione d’onda della particella obbedisce all’equazione di Klein-Gordon
Come nel caso dell’equazione di Dirac l’interazione elettromagnetica viene introdotta utilizzando la sostituzione minimale
Vediamo come si modifica l’operatore ∂μ∂μ
Inserendo nell’equazione di Klein-Gordon otteniamo
(
∂ ∂ +μ μ m2)
φ(x) = 0μ μ iqAμ
∂ → ∂ +
( iqA )
(
iqA)
μ μ μ
μφ μφ μφ
∂ ∂ → ∂ + ∂ + = ∂ ∂μ μφ + ∂iq μ
(
Aμφ)
+ iqAμ∂μφ −q A A2 μ μφ(
∂ ∂ +μ μ iq∂μAμ + iqAμ∂μ −q A2 μAμ + m2)
φ = 0(
∂ ∂ +μ μ m2)
φ = −iq(
∂μAμ + Aμ∂μ)
φ +q A A2 μ μφ ≡ −VKGφ( )
2VKG = +iq ∂μAμ + Aμ∂μ −q A Aμ μ
prima si moltiplica a destra per φ dopo si applica ∂μ al prodotto Aμφ
Scattering Coulombiano: spin 0
A questo punto il problema può essere risolto utilizzando la teoria perturbativa dipendente dal tempo
L’ampiezza di transizione da uno stato iniziale i ad uno stato finale f dovuta ad un potenziale V è data dall’approssimazione (primo ordine)
Utilizziamo il potenziale di Klein-Gordon
Al primo ordine possiamo trascurare il termine in q2
Otteniamo in definitiva
( ) ( ) ( )
3 * , , ,
fi f i
M = −i dt d
∫ ∫
rφ r t V r t φ r t( ) ( ) ( )
4 *
fi f i
M = −i d x
∫
φ x V x φ x( )
2VKG = +iq ∂μAμ +iqAμ∂μ −q A Aμ μ
( )
VKG ≈ +iq ∂μAμ +iqAμ∂μ
( )
( )
( )4 *
fi f i
M = q d x
∫
φ x ∂μAμ + Aμ∂μ φ xInterazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 94
Scattering Coulombiano: spin 0
Possiamo elaborare il primo termine integrando per parti per ciascuno dei 4 integrali
Assumiamo che il potenziale Aμ all’infinito si comporti in modo tale da far tendere a zero il primo termine
L’ampiezza di transizione diventa
L’espressione dentro parentesi quadra ricorda la corrente di probabilità
Si definisce la corrente di transizione elettromagnetica fra gli stati i e f
Utilizzando questa corrente l’ampiezza di transizione diventa
( )
( )
( )4 *
fi f i
M = q d x
∫
φ x ∂μAμ + Aμ∂μ φ x( )
4 *
f i
d xφ ∂μ Aμφ
∫
= φ*fAμφi +∞−∞ −∫
d x4(
∂μφf*)
Aμφi( )
4 * 4 *
fi f i f i
M = −q d x
∫
∂μφ Aμφ +q d x A∫
φ μ∂μφ = q d x∫
4 ⎡⎣φf*∂μφi − ∂(
μφ φf*)
i ⎤⎦Aμ( )
* *
em f i f i
jμ = iq ⎡⎣φ ∂μφ − ∂μφ φ ⎤⎦
( ) ( )
fi 4 em
M = −i d x j
∫
μ x A xμScattering Coulombiano: spin 0
( ) ip xi
i x e
φ = − ⋅
( ) ip xf
f x e
φ = − ⋅
( )
* *
em f i f i
jμ = −ie ⎡⎣φ ∂μφ − ∂μφ φ ⎤⎦ = −ie e⎡⎣ ip xf⋅
(
−ip eiμ)
− ⋅ip xi −(
ip efμ)
ip xf⋅ e− ⋅ip xi ⎤⎦( )
( )
i p( i pf )xem i f
jμ x = −e pμ + p eμ − − ⋅
( ) ( )
fi 4 em
M = −i d x j
∫
μ x A xμ = i d x e p∫
4(
iμ + p efμ)
−i p( i−pf )⋅xA xμ( )( )
4 i p( i pf )x ( )fi i f
M = ie pμ + pμ
∫
d x e− − ⋅ A xμ( ) ( o, )
A xμ = A 0 ( ) ( )
o o 4
o
A x A Ze
πε r
= r =
(
o o)
4 i p( i pf )x ( )fi i f o
M = ie p + p
∫
d x e− − ⋅ A x10809
A questo punto utilizziamo due soluzioni con energia positiva
dell’equazione di KG: ad esempio un elettrone con carica q = −e e > 0
Un’onda piana per lo stato iniziale
Un’onda piana per lo stato finale
Abbiamo scelto la costante di normalizzazione N = 1 (v. diapositiva )
Inserendo nella corrente di transizione
Otteniamo pertanto
Consideriamo infine un potenziale Coulombiano
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 96
Scattering Coulombiano: spin 0
L’ampiezza di transizione diventa pertanto
I due integrali sono indipendenti
L’integrale rispetto al tempo conduce ad una funzione δ
Il secondo integrale è la trasformata di Fourier del potenziale di Coulomb
Si calcola facilmente come limite per m → 0 del potenziale di Yukawa
Inserendo nell’ampiezza di transizione
( )
i E( i E tf ) 3 i( f i) ( )fi i f o
M = ie E + E
∫
e− − dt d e∫
r − p −p ⋅rA r(
o o)
4 i p( i pf )x ( )fi i f o
M = ie p + p
∫
d x e− − ⋅ A x( i f ) 2
( )
i E E t
i f
e− − dt = πδ E − E
∫
( ) ( )
3
2
f i 1
i o
o
d e A r Ze
ε
− − ⋅ =
∫
r p p r q( )
2( )
12fi i f i f
o
M ie E E πδ E E Ze
= + − ε
q 4 i
(
i f)
2 12o
iπ E δ E E Ze
= − ε
q
( )
2 2
4 4 i
fi E i f
M = i π αZ δ E −E
q = =c 1
δ(Ei−Ef) → Ei = Ef
2
4 o e α c
= πε
notare il segno e lo scambio i ↔ f
f i
= −
q p p
Scattering Coulombiano: spin 0
Nella teoria perturbativa dipendente dal tempo la sezione d’urto è data dalla regola d’oro di Fermi
La quantità Φ è il flusso di particelle
La quantità è la probabilità di transizione per unità di tempo e si calcola a partire dall’elemento di matrice Mfi
La quantità ρ(Ef) è la densità degli stati
L’elemento di matrice ridotto Vfi viene introdotto per isolare la funzione δ
Il modulo quadrato della funzione δ non è definito
Viene calcolato con un opportuno processo di limite
Ricordando il risultato della diapositiva precedente
Isoliamo l’elemento di matrice ridotto dσ = Φ
P
P
(2 )
( )
fi f i fi
M = π δi E − E V P= 2π Vfi 2 ρ
(
Ef)
( )
2 2
4 4 i
fi E i f
M = i π αZ δ E −E q
2
2 4 i
fi E
V = π αZ q
Ei = Ef
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 98
Scattering Coulombiano: spin 0
Veniamo adesso alla densità degli stati
Ad una energia Ef corrispondono tutti gli stati con momento pf
Il numero di stati nell’elemento d3pf dello spazio delle fasi è
Il fattore 2Ef nel denominatore è stato introdotto in modo da rendere dN invariante per trasformazioni di Lorentz
Uguagliando al numero di stati nell’intervallo dEf
Calcoliamo esplicitamente dN in funzione di dEf
Utilizzando le coordinate sferiche
In conclusione ( ) ( )
3 2
3 3
2 2 2 2
f f f
f f
d d d
E E
π π
= Ω
p p p
(2 )3 2
f f f
f
E dE d π E
= p Ω
( )
( )3
2 2
f f
f
dN d
E dE
ρ π
= = p Ω
( )
3
2 3 2
f f
dN d
π E
= p
2 2 2
E −m = p
2
2 2
E −m = p
( ) ( )
3
2 3 2
f
f f
f
E dE dN d
E ρ
π
= = p
2EdE = 2 p d p
Scattering Coulombiano: spin 0
Per finire il flusso Φ
Le probabilità calcolate sono relative al
flusso di particelle incidenti corrispondenti alle funzioni d’onda usate
Occorre tenere conto della normalizzazione degli stati
Abbiamo visto che per le soluzioni dell’equazione di KG utilizzate (N = 1) si ha
Abbiamo pertanto
In conclusione otteniamo la sezione d’urto differenziale per lo scattering di una particella a spin 0 da un potenziale Coulombiano
2 i Φ = J = p
J dS
dN = J dS dN
Φ = dS = J
( )
2
2 2 2 3
1 2
2 2 4
i
i f
E d
π π αZ
π
= Ω
p q
( )
p 2 f 2i f
d π V E
σ = = ρ
Φ Φ
P
( ) ( ) ( )
( )
2 2 3
4 3
2 4
4 2
i f
i
E d
π Zα
π
= p Ω
q p ( )
2 2 4
4Ei
Zα d
= Ω
q
( )
2 2 4
d Ei
d Z
σ = α
Ω q
scattering elastico
|pi| = |pf|
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 100
Scattering Coulombiano: spin 0
Un ultima elaborazione per sostituire l’angolo di difffusione al momento trasferito
Otteniamo pertanto
La sezione d’urto diventa pertanto
Da confrontare con la formula non relativistica
f i
= −
q p p pi pf
q θ ppfi q
2 = 2f + 2i −2 f i cosθ
q p p p p q2 = 2p2(1− cosθ) 2 4 2 sin2 2
= θ
q p
( )2 2
4 4
4 sin 2
d Ei
d Z
σ = α θ
Ω p
( )
( )
2
2 4
1 4 sin
K
2
d Z
d E
σ = α θ
Ω
Scattering Coulombiano: spin ½
Calcoliamo adesso la sezione d’urto per particelle di spin ½
Il calcolo segue le linee precedenti seguite per la particella di spin 0
Occorre utilizzare gli spinori
Ricordiamo che l’introduzione dell’interazione elettromagnetica tramite l’ac- coppiamento minimale aveva condotto all’equazione di Dirac con potenziale VD
Come nel caso dell’equazione di KG utilizziamo la teoria perturbativa dipendente dal tempo
L’elemento di matrice diventa
Utilizziamo due soluzioni con energia positiva
Uno stato iniziale con momento pi e spin si
Uno stato finale con momento pf e spin sf
Inserendo nell’elemento di matrice
( o D )
i H V
t ψ ψ
∂ = +
∂ VD = qV −qα⋅ A
( ) ( ) ( )
3 † , , ,
fi f D i
M = −i dt d
∫ ∫
rψ r t V r t ψ r t( )
( ) ( ) ( )† , , i pi pf x 4
fi f f f D i i i
M = −i u
∫
p s V x u p s e− − ⋅ d x( ) ( , ) ip xi
i x u i s ei
ψ = p − ⋅
( )
(
,)
ip xff x u f s ef
ψ = p − ⋅
Interazioni Elettrodeboli – Francesco Ragusa 102
Scattering Coulombiano: spin ½
Introduciamo I = γ0γ0 fra lo spinore uf e il potenziale VD
Inoltre semplifichiamo la notazione: ui(pi,si) = ui, etc.
Elaboriamo l’espressione del potenziale
Inserendo nell’elemento di matrice
Come nel caso di KG è interessante introdurre la corrente di transizione elettromagnetica
VD = qV −qα⋅ A
( ) ( )
† 0 0 i pi pf x 4
fi f D i
M = −i u
∫
γ γ V x u e− − ⋅ d x0 0 0
D o
V q A q
γ = γ − γ α⋅ A = q Aγ0 o −qγ ⋅ A = qγμAμ
0VD q μAμ
γ = γ
( i f) 4 i p p x
fi f i
M = −iq u
∫
γμu A eμ − − ⋅ d x( )
( ) ( ) ( ) i pi pf x
em f i f i
jμ x ≡ qψ x γ ψμ x = qu γμu e− − ⋅ ( ) ( ) 4
fi em
M = −i