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Il presidente Polese:“Innovazione per esaltare le competenze professionali”dott. ing. Andrea Guadagni

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Academic year: 2021

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“Norme chiare e certe”

Questa è stata la richiesta del Presidente del CNI, ing.

Sergio Polese, al 50° Con- vegno dell’ATE (Associa- zione Tecnologi per l’Edili- zia), che ha inoltre aggiunto:

"Gli ingegneri italiani, con- vinti che una normativa più rigorosa e innovativa possa non solo migliorare il livello di sicurezza delle costruzio- ni, ma contribuisca anche ad esaltare la propria com- petenza professionale, riba- discono di essere favorevo- li ad una normativa nuova, basata su presupposti scien- tifici condivisi, ma chiedo- no chiarezza e certezza sul- la modalità e sulla tempisti- ca di applicazione."

Situazione attuale Si presentano quasi con- temporaneamente le bozze di tre codici diversi: il Te- sto Unico delle Norme tec- niche per le costruzioni, l’Ordinanza 3274 per le Co- struzioni in zona sismica e gli Eurocodici per i calcoli strutturali e per la marcatu- ra CE dei prodotti per le co- struzioni. In questo articolo ci occuperemo del rapporto fra Testo Unico ed Euroco- dici strutturali.

I Paesi europei si stanno preparando a sostituire en- tro il 2010 gli Eurocodici al- le proprie norme tecniche per il calcolo delle struttu- re. Il Ministro delle Infra- strutture, prof. ing. Pietro Lunardi, sembra che voglia seguire una

strada auto- noma, propo- nendo codici che si disco- stano in larga parte dagli E u r o c o d i c i s t r u t t u r a l i , quindi met- tendo l’Italia fuori dall’Eu- ropa, in que-

sto importantissimo setto- re.

Coerenza fra Testo Unico ed Eurocodici

Avrebbe senso adottare in questo momento una nor- ma tecnica particolare per l’Italia solo se costituisse un ponte di passaggio agli Eu- rocodici. Da molti interven- ti sembra che questo non sia possibile: non c’è coerenza fra Testo Unico ed Euroco- dici strutturali.

Il prof. ing. Giorgio Macchi ha presentato una sua lette- ra del 10 giugno a Mr.

Reinhard Klein, referente europeo per le norme sul- l’edilizia, in

cui scrive:

"Anche se la bozza di Te- sto Unico ve- nisse cambia- ta e più di 100 punti di con- flitto e incon- gruenze ve- nissero elimi- nati, restereb- be sicuramen-

te inaccettabile. Si trattereb- be di una inutilizzabile brut- ta copia del sistema degli Eurocodici, perdendo la completezza e la coerenza di una sintesi armonizzata della pratica tecnica euro- pea. Il Testo Unico appare come una iniziativa contra- ria all’introduzione degli Eu- rocodici piuttosto che una giustificata critica per il loro miglioramento." La lettera è firmata anche dai profes- sori Sanpaolesi, Angotti,

Mazzolani e Toniolo.

Il prof. ing. Luca Sanpaole- si nella sua relazione ha det- to: "Il Testo Unico, così co- m’è non è utilizzabile in- nanzitutto perché contiene moltissimi errori. Ma gli er- rori si possono correggere.

È l’impostazione che non va: la mancanza di una filo- sofia comune rende con- traddittorie le diverse parti.

Quindi è molto difficile che questo difetto di fondo pos- sa essere corretto."

Il prof. Sanpaolesi ha poi let- to una lettera-appello del prof. ing. Franco Levi, che è stato Presidente prima del CEB e poi della commis- sione che ha studiato l’Eu- rocodice 2, in cui si dice:

"Per più di 50 anni abbiamo partecipato in campo inter- nazionale a uno sforzo col- lettivo che è sfociato nella stesura di una serie di Eu- rocodici, certo ancora per- fettibili, ma atti fin d’ora a costituire un validissimo strumento per l’affermazio- ne dei nostri operatori sul mercato mondiale. Il risul- tato di questi sforzi sarebbe però ridotto in brandelli se il testo di cui trattasi venisse confermato. […] Vorrei convincere le autorità com- petenti che il Testo Unico costituisce un pout-pourri che non risolve compiuta- mente nessuno dei problemi sollevati nei vari capitoli, una inammissibile intromissione in un delicatissimo campo nel quale operano tutte le componenti della comuni- tà scientifica europea, un affronto al va- lidissimo con- tributo italia- no."

Il prof. ing.

Giandomeni- co Toniolo nella sua rela- zione ha det- to: "Il Testo Unico non è di grande livello. Vuole essere una norma prestazionale, ma questa sua caratteristica è molto variabile tra parti che si limitano ai principi fondamentali e parti che ar- rivano fino ai dettagli co- struttivi. Si sente che ogni membro della Commissione ha redatto autonomamente la sua parte, senza conosce- re le altre e senza una verifi- ca collegiale conclusiva. Si sente ancora che il Testo è stato redatto da un piccolo gruppo casalingo, che ha la- vorato in tempi ristretti. Il confronto con gli Euroco- dici, la cui redazione ha co- involto per venti anni centinaia di esperti di 28 Paesi, non regge. Il pri- mo contiene diverse scelte del tutto per- sonali estra- nee al pensie- ro internazio- nale. I secon- di rappresentano la sintesi delle grandi tradizioni cul- turali che attraversano l’Eu- ropa e il mondo. Ma l’a- spetto più preoccupante è che, con le sue singolari in- venzioni, il Testo Unico sembra proprio escludere ogni correlazione con gli Eurocodici. Del resto l’at- teggiamento del Ministero è ben rappresentato dalla sua proposizione che “gli operatori, nel rispetto del Testo Unico, possono fare

riferimento a indicazioni contenute in documenti in- ternazionali e quindi anche agli Eurocodici.” Questi ven- gono quindi intesi come uno dei tanti documenti in- ternazionali da consultazio- ne e non come il sistema organico di codici destina- to, in obbedienza alla Diret- tiva CEE 89/106, a diven- tare la base dell’Ordina- mento normativo ufficiale italiano. Il tutto secondo il volere di un qualche alto consulente del Ministero al quale viene dato incredibil- mente questo potere deci- sionale. Se confermata, que- sta impostazione di chiusu- ra verso gli Eurocodici por- terà all’isolamento cultura- le ed industriale, con grave danno per l’Italia. La nostra prassi progettuale sarà in-

compatibile con i grandi ap- palti che si baseranno ne- cessariamente sugli Euro- codici. La nostra base nor- mativa sarà estranea agli svi- luppi della Scienza, che se- gue universalmente la stessa linea degli Eurocodici. I no- stri ingegneri saranno gli unici fra quelli dei 25 Paesi della Comunità a non po- tersi confrontare diretta- mente con gli altri colleghi europei. Le nostre Univer- sità dovranno scegliere se dare una formazione nazio- nale non al passo con le ag- giornate conoscenze inter- nazionali o dare una forma- zione aggiornata ma non applicabile in Italia. Agli oc- chi di molti Paesi orientali, che attendono gli Euroco- dici come il sistema alterna- tivo a quello delle norme

americane, l’Italia apparirà come paese di secondo pia- no fuori dalla competizione internazionale. L’industria della prefabbricazione, do- vendo necessariamente ope- rare in un sistema di norme di prodotto europee che fanno riferimento agli Eu- rocodici e non alla norma- tiva nazionale, troverà gros- si problemi nel suo opera- re."

Anche l’ing. Giovanni An- gotti, Presidente del Centro Studi del CNI, ha affermato:

"Per quanto concerne la possibilità in Italia di appli- cazione degli Eurocodici, al di fuori di una loro esplicita introduzione nel contesto legislativo nazionale, espri- mo le più vive perplessità essendo restato il nostro paese la vera anomalia eu-

ropea, con grave danno d’immagine ed economico per professionisti, imprese e produttori." Parere ripetuto anche sulla rivista “L’Inge- gnere italiano” del luglio scorso.

Altri interventi

Il Convegno ha trattato molti altri argomenti che qui, per brevità, non si pos- sono riportare. In particola- re: il prof. ing. Francesco Biasioli ha descritto quanto si sta facendo all’estero per l’applicazione degli Euro- codici, il prof. ing. Claudio Ceccoli ha indicato gli ele- menti di positività del Te- sto Unico, l’ing. Pietro Ba- ratono ha illustrato le norme europee sui prodotti per le costruzioni, i prof. ing.

Edoardo Cosenza e Gian Michele Calvi hanno ap- profondito alcuni temi rela- tivi all’Ordinanza, i prof. ing.

Paolo Zanon e Claudio Ber- nuzzi hanno commentato il Testo Unico relativamente alle strutture in legno e in acciaio. Il prof. ing. Vincen- zo Petrini ha fatto il punto sulla zonazione sismica ita- liana. Sono intervenuti infine gli ing. Bruno Della Bella per la FINCO, Filiberto Fin- zi e Alberto Dal Lago co- me professionisti. Sul sito dell’ATE, http://www.ate- servizi.it, saranno disponibi- li le relazioni presentate.

In questo articolo si è dato ampio spazio solo alla pro- blematica suscitata dal dis- accordo fra Testo Unico ed Eurocodici perché può rap- presentare un grande freno allo sviluppo futuro dell’in- gegneria strutturale e dell’e- dilizia italiana in generale.

N. 15 - 15 Settembre 2005 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 13

Prosegue l’analisi sull’evoluzione della normativa tecnica per l’edilizia: Testo Unico, Ordinanza, Eurocodici

Il presidente Polese: “Innovazione per esaltare le competenze professionali”

dott. ing. Andrea Guadagni

Facendo seguito all’articolo pubblicato sullo scorso numero, vi proponiamo la seconda parte del testo re- lativo alle novità normative su questo argomento.

L’Italia rischia di “uscire”

dall’Europa in questo importantissimo settore

Sul tema è intervenuto anche il presidente del Centro Studi del CNI

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