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SECONDO RAPPORTO SUL SISTEMA ALBERGHIERO IN ITALIA

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(1)

SECONDO RAPPORTO SUL

SISTEMA ALBERGHIERO IN ITALIA

2000

Centro Ricerche Economia Applicata Mercury

(2)

FEDERALBERGHI

via Toscana, 1

00187 Roma

telefono 0642741151 telefax 0642871197 info@federalberghi.it

Gruppo di lavoro: Emilio Becheri (coordinatore), Andrea Agnoli, Carlo Bartolini, Giacomo Becheri, Sandro Billi, Paolo Sani, Annalisa Tarasco, Cecilia Vicinanza.

La realizzazione di questo rapporto è stata possibile anche grazie ai contributi di Federica Bonafaccia, Angelo Giuseppe Candido, Lorenzo Canova, Mirella Cerato, Alessandro Cianella, Alfonso Cilento, Emilio La Serra, Noemi Moauro, Alessandro Massimo Nucara, Maurizio Perez, Alberto Piccardo, Pierluigi Richini, Marco Ruffino.

MERCURY S.r.l.

via de’ Bardi, 39 50125 Firenze telefono 0552302470 telefax 0552302774 info@turistica.it

EDIZIONI ISTA

Istituto Internazionale di Studi

e Documentazione Turistico Alberghiera

Finito di stampare nel mese di novembre 2000 Tipografia Colussi Fabio

00199 Roma – via Tripolitania, 118

(3)

INDICE

PRESENTAZIONE ... 7

PREMESSA ... 15

I

L’ITALIA PAESE LEADER IN EUROPA E NEL MONDO PER LA RICETTIVITA’ ALBERGHIERA ... 17

1. Una consapevolezza da acquisire ... 17

2. Le tendenze dell’offerta turistica internazionale ... 19

3. La dinamica dell’offerta italiana e la telematica come logica di mercato 20 4. Le nuove concorrenze ... 21

5. I grandi macrosegmenti che determinano il mercato: affari e vacanze; gestioni annuali e stagionali ... 22

6. Un mercato diffuso di piccole e medie imprese come punto di forza del Sistema Italia ... 23

7. Il percorso verso la qualità ... 24

8. Il posizionamento del mercato alberghiero dell’Italia ... 25

II

IL SERVIZIO ALBERGHIERO IN ITALIA: L’OFFERTA ... 28

1. La destinazione Italia e il settore dell’ospitalità ... 28

2. L’offerta ricettiva alberghiera ... 28

III

IL TURISMO ALBEGHIERO NEL 1999 E NEL 2000 ... 37

1. L’andamento nel 1999 ... 37

2. L’andamento nell’anno 2000 ... 42

3. Tasso di utilizzazione alberghiera ... 45

4. Un indice di intensità dell’impatto turistico della domanda ... 46

IV

ALCUNI APPROFONDIMENTI: QUANTITÀ E QUALITÀ ... 48

1. Il peso degli alberghi secondo la ricettività ufficiale e tenendo conto del non rilevato e del sommerso turistico ... 48

2. Le potenzialità alberghiere inutilizzate ... 52

3. Alcune caratteristiche strutturali degli alberghi in Italia nel 1999: i servizi offerti e la salvaguardia dell’ambiente ... 55

4. Dotazioni informatiche e politiche promozionali delle strutture alberghiere ... 57

5. Il fatturato alberghiero ... 59

V

LO SCENARIO DI SVILUPPO DELL’HÔTELLERIE MONDIALE ED ITALIANA ... 61

1. Le principali linee di tendenza ... 61

(4)

2. Lo scenario internazionale ... 63

3. Lo scenario nazionale ... 66

4. Le tendenze dell’hôtellerie italiana ... 69

VI

LE STRATEGIE DI ESPANSIONE E DI ACCORDI DELLE PRINCIPALI COMPAGNIE ALBERGHIERE MONDIALI PRESENTI IN ITALIA ... 71

1. Le modalità della struttura societaria ed organizzativa delle compagnie alberghiere ... 71

2. Accor ... 71

3. Bass Hotels & Resorts ... 73

4. Best Western International ... 74

5. Carlson Hospitality Worldwide ... 74

6. Choice Hotels International ... 75

7. Forte Hotels ... 75

8. Four Seasons Hotels Inc. ... 76

9. Ladbroke Plc ... 76

10. Marriott International ... 77

11. Orient Express ... 77

12. Preferred Hotels & Resorts ... 77

13. RF Hotels ... 78

14. Société du Louvre ... 78

15. Sol Melià ... 79

16. Starwood Hotels & Resorts ... 79

17. Gruppi e consorzi alberghieri nel mondo ... 81

VII

LE STRATEGIE DI SVILUPPO DELLE PRINCIPALI COMPAGNIE ALBERGHIERE ITALIANE ... 84

1. Ata ... 84

2. Baglioni ... 84

3. Bettoja ... 84

4. Bonaparte ... 85

5. Boscolo ... 86

6. Framon Hotels ... 87

7. Jolly Hotels ... 87

8. Monrif ... 88

9. Sina ... 89

10. Space ... 90

11. Starhotels ... 90

12. Turin Hotels International ... 91

13. Villa d’Este ... 91

VIII

LA FORMAZIONE DEL PERSONALE E L’EVOLUZIONE DEL MERCATO ... 96

(5)

1. Premessa ... 96

2. Il ruolo delle regioni ... 97

3. L’apprendistato ... 99

4. La formazione tecnica superiore ... 100

5. La formazione dei lavoratori occupati ... 100

6. Le esigenze del lavoro stagionale ... 102

7. La formazione a distanza ... 103

8. Il ruolo della bilateralità ... 106

9. Le iniziative di Federalberghi per lo sviluppo delle risorse umane ... 107

IX

INTERNET, E-COMMERCE E TURISMO ... 109

1. La dimensione del mercato mondiale ed il posizionamento e le caratteristiche dell’utente di Internet in Italia ... 109

2. Dall’e-commerce al t-commerce ... 114

3. Il sito internet di Federalberghi ... 117

4. La e-impresa per un e-albergo ... 117

X

TERRITORIO E QUALITÀ ... 120

1. I marchi di qualità ambientale ... 120

2. Il progetto Sustainable Hotels Training ... 123

3. Qualità e impresa turistica ... 125

4. Una classificazione delle imprese alberghiere ... 128

XI

ALCUNI PRODOTTI TURISTICI STRETTAMENTE CONNESSI AL SISTEMA ALBERGHIERO ... 132

1. Il mercato congressuale ... 132

2. Il mercato fieristico ... 134

XII

LE POLITICHE DEL LAVORO ... 136

1. Premessa ... 136

2. Dare slancio al mercato del lavoro ... 137

3. Lavorare quando c’è lavoro ... 138

4. Promuovere l’occupazione ... 138

5. Semplificare le procedure ... 139

XIII

LA FISCALITÀ LOCALE ... 141

IL SISTEMA ORGANIZZATIVO DI FEDERALBERGHI ... 147

1. Le Associazioni Territoriali ... 147

2. Le Unioni Regionali ... 156

3. I Sindacati Nazionali ... 158

LE PUBBLICAZIONI DI FEDERALBERGHI ... 159

(6)
(7)

PRESENTAZIONE

Il Secondo Rapporto sul sistema alberghiero italiano, nel proseguire l’approfondimento dei temi sviluppati nella precedente edizione, si sofferma in particolare su alcuni punti.

L’obiettivo perseguito è l’elaborazione di uno strumento che sia utile ad una riflessione di politica economica su ciò che il comparto rappresenta e può rappresentare in una prospettiva di sviluppo.

Molte delle analisi e delle ipotesi previste nella precedente edizione trovano conferma oggi, pur in un contesto economico sempre più dinamico, nel quale le distinzioni fra comparti produttivi si fanno sempre più labili perché aumentano gli intrecci fra proprietà e gestione e le integrazioni puramente finanziarie fra gruppi assai diversi fra loro.

La lettura dei fenomeni diviene sempre più difficile e a volte alcuni strumenti interpretativi rischiano di tradursi in un boomerang se non sono valorizzati nel modo giusto.

La realtà è che il Paese non ha ancora assunto un’adeguata consapevolezza del ruolo che il Turismo esercita nel contesto dell’economia e della società nazionale.

Né può valere da attenuante la circostanza che, pur in assenza

di adeguate politiche di settore, il turismo abbia continuato a

tirare con forza l’economia nazionale e ad aumentare la sua

importanza relativa in termini di valore aggiunto e di

occupazione attivata.

(8)

In questa continua evoluzione si conferma il ruolo fondamentale dell’imprenditoria alberghiera nel quadro dell’ospitalità nazionale.

I dati confermano che per numerosità delle imprese, diffusione territoriale e qualità dei servizi offerti, l’imprenditoria alberghiera svolge una funzione essenziale come momento integrato all’offerta di base presente e diffusa sul territorio, costituita da una gran quantità di beni culturali, naturali ed ambientali.

Appare anche evidente che l’Italia è il paese leader in Europa, e secondo nel mondo dopo gli USA (paese di ben altra dimensione territoriale) per la quantità degli esercizi, per il numero dei letti alberghieri presenti e, anche, per il numero delle presenze attivate qualora si considerino insieme le presenze dei nazionali e degli stranieri.

E’ questo un dato di fatto che forse non è stato mai attentamente valutato e che va ben al di là di tutte le suddivisioni e le contrapposizioni fra rappresentanze di categoria: il sistema alberghiero è, per dimensione e qualità, un punto di forza del sistema di offerta nazionale e l’Italia è paese leader nel mondo.

Secondo le statistiche ufficiali l’offerta alberghiera nazionale

rappresenta il 71% di tutta la ricettività nazionale che include

anche i campeggi ed i villaggi turistici (secondo le statistiche

ufficiali rilevati insieme), gli agriturismi e pochissime altre

strutture.

(9)

Questo dato è sufficiente da solo per evidenziare il grande ruolo del comparto, mentre l’analisi condotta evidenzia che nelle varie province e nelle varie regioni i valori intorno alla media indicata oscillano molto andando da un massimo di circa l’86% rilevato per il Lazio ad un minimo di circa il 46% per il Friuli Venezia Giulia; diciotto regioni su ventuno presentano una incidenza delle presenza alberghiere superiore al 50%.

Se oltre che le statistiche ufficiali si considerano i movimenti stimati includendo la parte non rilevata (alloggi privati ed abitazioni turistiche in proprietà) ed un po’ di sommerso, il ruolo del comparto alberghiero si riduce a circa un quarto di tutta l’offerta complessiva. Va evidenziato, tuttavia, che gran parte di questa offerta non è commercializzata e non rientra nei circuiti commerciali essendo rappresentata per il 61% da

“seconde case”.

Naturalmente l’articolazione dell’offerta sul territorio nazionale

è assai diversificata a causa dei diversi turismi e della

stagionalità che in particolare caratterizza le località balneari e

quelle montane. In questo contesto una osservazione particolare

può essere effettuata per le regioni del Mezzogiorno per le quali

si parla di paradosso della stagionalità proprio perché pur

presentando condizioni climatiche migliori in realtà si verifica

una concentrazione di presenze assai più accentuata rispetto

alle regioni del centro e del nord. La causa risiede proprio in

una economia turistica meno integrata sul territorio e più

rarefatta, che, ad esempio, trova conferma anche nella presenza

(10)

di un ridotto movimento per turismo d’affari, segmento che comunque è quasi il solo presente per lunghi periodi dell’anno.

Federalberghi è convinta che il Mezzogiorno d’Italia rappresenti una grande risorsa turistica per il nostro paese, ma che le molte iniziative avviate in partnership con l’Unione Europea come applicazione dell’ obiettivo 1 per le zone in ritardo di sviluppo potranno finalmente produrre un incremento del movimento e dell’apporto economico del turismo solo a condizione che siano ispirate a condizioni di efficienza economica, una efficienza che può essere ottenuta a livello di SLOT (Sistema Locale di Offerta Turistica) considerando le integrazioni necessarie con gli altri comparti ed in primo luogo con il sistema dei trasporti, in particolare aerei e ferroviari.

Più in generale le linee di tendenza riscontrabili nel comparto alberghiero e che dall’analisi condotta emergono sono:

- l’evoluzione del sistema nazionale verso una maggiore qualità formale, confermata dallo slittamento verso l’alto delle varie categorie alberghiere e dalle prime applicazioni delle norme Iso 9000;

- l’imporsi di una maggior qualità intrinseca, fenomeno che può essere sintetizzato nel concetto di medietà , per indicare il perseguimento di condizioni di qualità anche da parte delle strutture medie;

- la definizione di standard qualitativi, anche in chiave

ambientale, che vanno ben al di là delle norme Iso, che tengono

conto di componenti localizzate e delle tradizioni locali;

(11)

- pur in questa evoluzione positiva, continua ad essere presenta la mancanza di affidabilità delle classificazioni istituzionali a stelle per le diversità di fatto riscontrabile fra le diverse regioni, - una finanziarizzazione sempre più spinta del comparto con l’inserimento nel sistema della ricettività di nuovi gruppi imprenditoriali che “scoprono” il turismo, talvolta affidando la gestione a grandi gruppi internazionali;

- la scelta di alcuni grandi gruppi internazionali che hanno deciso di essere presenti sul mercato italiano, ritenuto uno dei più interessanti del mondo, peraltro limitando il proprio campo d’azione alle grandi città d’affari che sono anche grandi città d’arte;

- il significativo sviluppo di alcuni gruppi nazionali operanti nel segmento alto del mercato italiano, che iniziano ad espandersi anche all’estero, e la progressiva affermazione di alcune catene volontarie;

- la grande rilevanza che le piccole e medie strutture di qualità continuano ad avere associata ad un leggero ma continuo allungamento della stagionalità anche nelle località balneari e montane;

- le difficoltà che, proprio per i problemi di stagionalità, continuano ad avere le imprese del sud Italia;

- la presenza di due gruppi distinti di imprese: quelle ad

apertura annuale e quelle ad apertura stagionale; tale

distinzione presenta notevoli implicazioni sul piano della

organizzazione produttiva ed andrebbe attentamente valutata

(12)

anche sul piano della politica fiscale e delle agevolazioni concesse;

- la riscoperta del ruolo della qualità della ristorazione alberghiera, in particolare per il turismo d’arte e d’affari, un ruolo che a partire dagli anni sessanta era stato progressivamente dimenticato affidando il servizio a terzi; la riscoperta è associata alla valorizzazione della gastronomia locale;

- una sempre maggiore complessità del sistema della ricettività, con alcuni segmenti concorrenti montanti pur se ancora di dimensione ridotta (es. agriturismo);

- la tendenza delle altre forme di ricettività ad assumere caratterizzazioni più simili a quelle del comparto alberghiero, e quella delle imprese alberghiere ad assumere caratteristiche più flessibili e più aperte al mercato locale, attraverso la somministrazione di alimenti e bevande al pubblico esterno e l’organizzazione di manifestazioni di intrattenimento e di servizi;

- l’ampliamento del proprio sistema di offerta da parte dell’imprenditore alberghiero che diventa anche imprenditore agrituristico e di alloggi privati, in altre parole imprenditore di ricettività, e anche il caso contrario di imprenditori che da altre tipologie di ricettività approdano al comparto alberghiero.

L’imprenditore alberghiero si trova di fronte a questa complessa

evoluzione e deve reagire in modo positivo sapendo prevedere in

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anticipo quello che accadrà, agendo su un territorio ed in un contesto politico economico definito in primo luogo a livello regionale, e quindi a livello nazionale e comunitario.

Quello politico istituzionale può essere considerato il momento decisivo per la impostazione di politiche di sviluppo e di marketing territoriale e per avere riferimenti certi.

A tal proposito si richiamano le proposte avanzate nella precedente edizione del rapporto ed in particolare quella per la definizione di un progetto di destagionalizzazione.

Parallelamente sul piano dell’adeguamento professionale debbono essere attentamente valutate, alla luce delle riforme in atto, le possibilità sul piano della formazione dei livelli intermedi e manageriale, con particolare riferimento alla trasversalità ed orizzontalità di certe funzioni, riorientando il sistema al mercato ed abbandonando una concezione di tipo assistenziale improntata più alle esigenze dell’offerta che a quelle della domanda di formazione.

Su questi punti fondamentali la Federalberghi, insieme alle altre organizzazioni che costituiscono Confturismo, è pronta a sviluppare il proprio impegno proponendosi come momento di presa di coscienza e di coordinamento dell’attività delle varie imprese e come momento di sintesi sul piano della intermediazione politico istituzionale.

Bernabò Bocca

Presidente Federalberghi

(14)
(15)

PREMESSA

Questo secondo Rapporto sul sistema alberghiero italiano può essere considerato un aggiornamento del precedente e come tale risulta focalizzato su alcuni punti.

Nella prima parte si cerca di evidenziare il ruolo che l’Italia ha come paese leader in Europa per il turismo alberghiero sia in termini di ricettività che per il movimento di presenze attivato.

Nell’analisi dell’offerta e della domanda alberghiera si individuano le tendenze in atto a fronte di una concorrenza sempre più spinta fra tipologie diverse di ricettività ed all’interno delle varie tipologie.

In particolare si evidenzia che il grande sviluppo in atto del comparto è caratterizzato dalla richiesta, da parte della clientela, di strutture di qualità con prezzi medi. Tali strutture raccolgono circa la metà del movimento alberghiero attivato e rappresentano un punto di forza del sistema.

In questo contesto anche in Italia la dinamica dei cambiamenti gestionali si è fatta molto vivace e si verificano cambiamenti di assetto e di proprietà con l’avvento, attraverso acquisizione di gruppi esistenti, dei grandi gruppi internazionali che di fatto ormai hanno tutti almeno un esercizio aperto nel nostro paese. Nuove entrate nel mercato alberghiero si verificano anche da parte di alcuni grandi gruppi finanziari nazionali che vogliono differenziare la loro offerta, in genere acquistando un pacchetto di due o tre alberghi localizzati per poi avviare un processo di espansione.

A fronte di questa situazione le piccole e medie imprese individuali ed i piccoli gruppi reagiscono consorziandosi e formando gruppi per la promozione e la commercializzazione, mentre a livello locale si cerca una maggior integrazione con gli enti di promozione per impostare veri e proprie azioni di marketing territoriale.

Un ampio capitolo è dedicato alla attività dei vari gruppi

(16)

alberghieri evidenziando le politiche attivate e le caratteristiche innovative delle azioni proposte.

Come completamento di questo quadro di riferimento, inoltre, nel contesto dei vari capitoli o in capitoli dedicati sono presentate alcune interessanti schede su temi di attualità quali l’e-commerce, alcuni aspetti legati al marchio di qualità aziendale ed al marchio di qualità ambientale, una analisi dei servizi offerti dagli alberghi ed altri argomenti.

Una parte innovativa è quella che cerca di valutare le potenzialità non attivate ma immediatamente attivabili nelle varie regioni attraverso una analisi delle potenzialità effettive che tiene conto anche della soglia ambientale.

Il “rapporto” comprende anche valutazioni critiche e proposte operative sulla fiscalità locale, sulla formazione professionale, sulla politica del lavoro.

Ovviamente altre schede sarebbero state possibili sul ruolo dell’Ue, sull’ambiente, sul problema delle statistiche, sulla fiscalità comparata. Alcune di questi temi hanno costituito oggetto di analisi nelle precedente edizione, altri saranno presentate nella prossima, che assumerà un carattere più completo.

Emilio Becheri

Mercury S.r.l.

(17)

I L’ITALIA PAESE LEADER IN EUROPA E NEL MONDO PER LA RICETTIVITA’

ALBERGHIERA

1. Una consapevolezza da acquisire

Come premessa a questo “rapporto” sembra opportuno rilevare che il sistema alberghiero italiano, da un punto di vista qualitativo, si sta rapidamente evolvendo nel quadro di una competizione internazionale sempre più spinta, mentre in termini di dimensione assoluta occupa assolutamente la posizione leader a livello europeo precedendo paesi che spesso si è abituati a considerare più turistici come Francia e Spagna.

Graf. 1 Distribuzione percentuale di letti alberghieri fra i Paesi indicati.

Anno 1999

19,2

16,8 15,7

11,9 10,6

6,9 6,3

2,3 2,3

1,7 1,5 1,3 1,2 1,2

0,7 0,2 0,1

0 5 10 15 20 25

I D F UK E A EL P S NL NO B FIN IRL DK L IS

I dati Eurostat indicano che l’Italia è paese leader rispetto a tutti gli altri paesi europei (seconda nel mondo dopo gli USA) sia considerando l’offerta di letti alberghieri (9,350 milioni nel 1999 nei diciassette paesi considerati), sia considerando il numero delle

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presenze di clienti esteri e nazionali (1290 milioni nel 1999), con una quota di mercato che rispetto ai 17 paesi europei considerati che nel 1999 è del 19,1% in termini di posti letto e del 18,3% in termini di presenze. Seguono nell’ordine Germania (16,8% e 15,4%), Spagna (10,7% e 15,3%), Francia (15,8% e 13,8%) e Regno Unito (12,1% e 14,7%). La classifica è determinata dal peso del mercato interno perché i residenti rappresentano il 58% del totale in Italia, l’82% in Germania, il 47% in Spagna ed il 48% nel Regno Unito. Appare evidente anche il diverso tasso di utilizzazione degli esercizi con quote di mercato che in Spagna e nel Regno Unito sono superiori a quelle dell’offerta e negli altri paesi inferiori.

Graf. 2 Distribuzione pernottamenti alberghieri fra i Paesi indicati. Anno 1999

18,1

15,2 15,1

14,4 13,9

6,0 4,9

2,7

1,8 1,6 1,6 1,4 1,1 1,1 0,8

0,1 0,1

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

I E D UK F A EL P NL S IRL NO B FIN DK L IS

Secondo la fonte Eurostat anche considerando gli esercizi complementari ed escludendo gli alloggi privati le presenze di stranieri in Italia nel 1998 (121,2 milioni) risultano superiori a quelle della Spagna (120,9); assai più limitato risulta il movimento in Grecia (43,2) ed in Portogallo (25,2).

Il fatto che l’Italia sia paese leader per la ricettività alberghiera non è stato finora mai debitamente valorizzato forse perché si è troppo

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presi da contrapposizioni interne e perché spesso nella valutazione dei fenomeni turistici si pensa prevalentemente al posizionamento internazionale e si tralascia il riferimento al movimento interno.

Tutto questo prova ancora una volta un fatto: l’Italia è paese leader nel mondo per il turismo, ma ne deve assumere ancora piena consapevolezza. E’ questo un messaggio rivolto in primo luogo ai politici ed al mondo dell’economia.

2. Le tendenze dell’offerta turistica internazionale

In tutti i paesi il sistema della ricettività turistica sta attraversando una fase di profondi cambiamenti che vede la forte espansione dei grandi gruppi internazionali e continui processi di fusioni e di accorpamento dettati spesso dalle regole del mercato finanziario e, anche, della New Economy. In proposito si può affermare che:

1. Il processo in atto in Italia è pienamente inserito nel conteso internazionale ma presenta anche proprie peculiarità che derivano dal modo in cui storicamente si è sedimentata l’organizzazione dell’offerta e dalla evoluzione della domanda;

2. La ricettività alberghiera è sempre più concorrenziata da altre forme di ricettività che presentano condizioni di maggiori snellezza normativa, organizzativa e gestionale;

3. Esiste ormai una marcata differenziazione fra due macrosegmenti che seguono proprie e diverse leggi di comportamento e di mercato, e che spesso si pongono come complementari: il mercato degli affari e quello delle vacanze vere e proprie;

4. Il mercato italiano è, per tradizione storica, molto frammentato, ma sta rapidamente evolvendosi e vede un incremento di gruppi internazionali e di gruppi volontari;

5. il concetto di qualità, delle strutture e dell’ambiente ove l’impresa opera è sempre più diffuso ma con pochi effetti sul

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piano della immagine rispetto alla clientela.

3. La dinamica dell’offerta italiana e la telematica come logica di mercato

A livello internazionale l’economia ed i grandi gruppi finanziari hanno scoperto da tempo che quello turistico è un comparto in espansione ed alcune grandi holding hanno investito prevalentemente attraverso la acquisizione di quote dei gruppi già solidamente presenti sul mercato. La grande finanza è entrata quasi in punta di piedi ma in modo massiccio nel mondo del turismo ed in particolare in quello della ricettività, per poi estendersi alle altre parti della filiera e cioè al trasporto ed al tour operating. Tutto questo mentre il comparto del turismo recepiva prima degli altri, perché più predisposto, l’innovazione tecnologica della telematica come strumento di base per la propria attività operativa.

Attualmente si può affermare che tutto il comparto alberghiero commercializzabile è parte dei sistemi telematici di informazione e di prenotazione/vendita e che teoricamente chiunque può, via internet, scegliere ed organizzare in modo individuale, seduto nella propria abitazione, il proprio viaggio, acquistando biglietti e prenotando la propria partecipazione a manifestazioni ed il proprio ingresso ai musei.

Le stesse considerazioni possono essere effettuate a proposito della intermediazione turistica, ove con tempi sempre più accelerati sta entrando l’e-commerce ed ove esiste il pericolo che il ruolo tradizionale degli agenti di viaggio sia bypassato dal collegamento diretto fra cliente-consumatore finale e imprese di destinazione.

Ovviamente la funzione dell’agente di viaggio non sparirà, ma sarà, e teoricamente lo è già, virtuale, con “siti” di assemblaggio dei prodotti in base alle esigenze dei clienti. A fronte di questo previsto processo una decina di anni fa uno studio dell’UE stimava che nel corso dell’ultimo decennio del secolo il numero degli agenti di viaggio si sarebbe ridotto considerevolmente. La previsione è stata smentita perché il turismo ed i viaggi, in particolare quelli internazionali, sono

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notevolmente aumentati e perché il processo di alfabetizzazione informatica e telematica è, nonostante tutto, ancora agli inizi e coinvolge solo una élite di persone. Inoltre il mondo della intermediazione ha reagito organizzandosi in gruppi e trasformando la propria funzione da quella di assemblatore di viaggi e di dettagliante a quella di vero e proprio consulente del turista. Quello del turismo continua ad essere ancora un comparto molto fondato sulla componente relazionale-transazionale, ove il contatto fra le persone ha un ruolo più determinante che per gli altri comparti. Non a caso il peso della intermediazione tradizionale è più ridotto e l’e- commerce già più avviato nei viaggi d’affari, ove la neutralità della contrattazione è più forte ed ove conta un po’ meno il contatto diretto fra cliente finale e venditore.

In questo quadro di riferimento gli alberghi, singoli o in gruppo, sono presenti in più filiere ed attuano varie linee di commercializzazione attraverso le grandi potenzialità che la telematica offre: vendita diretta con inserimento in vari siti (es. sito dell’albergo, sito del gruppo di appartenenza, sito della organizzazione turistica regionale, sito della Federalberghi, vari siti commerciali generali, siti per tipologia specializzata), vendita nei cataloghi cartacei ed in quelli telematizzati dei tour operator, vendita attraverso le agenzie di rappresentanza ecc...

Nella situazione in atto è da rilevare un ritardo di intervento sistematico in comparti tutti di impronta esclusivamente pubblica che trarrebbero subito vantaggio immediato dalla ipotesi di telematizzazione. Basti pensare ai vantaggi (riduzione dei costi e maggiore efficienza e tempestività) che deriverebbero dal processo di telematizzazione delle rilevazioni statistiche degli arrivi e delle presenze turistiche.

4. Le nuove concorrenze

Negli ultimi anni sono apparse nuove forme di alloggio destinate al turista e se ne sono sviluppate e caratterizzate altre (agriturismo ed

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alloggi rurali, castelli, conventi, convitti, residence, villaggi, crociere).

Non va trascurato di considerare, in proposito, come il diverso regime normativo (fiscale, gestionale, giuslavoristico, etc.) in alcuni casi applicabile alla cosiddetta “ricettività alternativa” costituisca una fonte di distorsione della concorrenza. In ogni caso, le imprese alberghiere hanno iniziato a reagire ed è in atto una evoluzione verso forme di integrazione fra ricettività diverse: alcuni gruppi

“possiedono” e/o “gestiscono” contemporaneamente alberghi, residence e villaggi. In proposito le leggi del mercato finanziario privilegiano il ruolo degli investimenti e pretendono che un imprenditore alberghiero si evolva secondo una più ampia concezione che lo identifica come imprenditore di ricettività. In altre parole non deve solo saper gestire un albergo ma anche capire quale tipologia di ricettività meglio si adatta ad una località e ad un dato tipo di turismo e saperla gestire. E’ un problema di R.O.I. (Return On Investment) e di YIELD, mentre in realtà sul piano della gestione i villaggi, i conventi, i convitti ed anche le crociere ed i residence possono essere assimilati, e di fatto lo sono, alle gestioni alberghiere, mentre gli agriturismi conservano spesso le caratteristiche tipiche dell’alloggio privato in affitto.

5. I grandi macrosegmenti che determinano il mercato: affari e vacanze; gestioni annuali e stagionali

Per quanto riguarda la segmentazione del mercato, il posizionamento dei vari gruppi alberghieri risulta dall’incrocio fra categoria di appartenenza, tipologia di turismo e nazionalità (residenza) della clientela, con la individuazione di un gran numero di nicchie di domanda. In realtà, il mercato è organizzato intorno a due diversi prodotti che si incrociano fra loro e determinato quattro grandi macrosegmenti: da una parte il turismo d’affari e quello delle vacanze, e dall’altra quello degli operatori stagionali e degli operatori che tengono aperte le loro strutture tutto l’anno. Nel primo caso è in atto una forte specializzazione della intermediazione con agenzie e comparti sempre più specializzate nella commercializzazione del

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rampo affari e dei sue molte articolazioni: congressi, manifestazioni, business, incentives ecc.... Anche le strutture ricettive si adattano ai due macrosegmenti in quanto gli “affari” richiedono servizi diversi dalle “vacanze” e gli alberghi stagionali presentano, ovviamente, maggiori problemi di ripartizione delle spese generali rispetto a quelli annuali.

I gruppi alberghieri, e più in generale, della ricettività, di fronte ai macrosegmenti individuati hanno la tendenza ad investire nelle grandi città d’arte che presentano una stagionalità allungata tutto l’anno, ed in località d’arte che sono anche centri d’affari con un rapporto di complementarità stagionale che riguarda in particolare la gestione settimanale. Un’altra tendenza individuata è quella della gestione di alberghi in località che presentano stagionalità complementari, ad esempio con alberghi in località balneari ed in località invernali, utilizzando spesso lo stesso personale. Le politiche più recenti, tuttavia, cercano di allungare la stagionalità degli esercizi ricettivi differenziando il proprio prodotto. Un esempio tipico di gestione “stagionale” è il caso di Milano, seconda città turistica dopo Roma, ove si praticano in media prezzi considerevolmente più ridotti per chi alloggia da venerdì notte alla domenica notte, perché il turismo d’affari che è nettamente prevalente è fortemente presente dal lunedì notte al giovedì notte, anche se la presenza di molte manifestazione tende a spalmare le presenze su tutta la settimana.

Da notare che nel mese di agosto molti esercizi chiudono perché gli affari presentano una distribuzione di presenze complementare a quella delle vacanze. In proposito i grandi tour organizzati in Italia spesso sfruttano questa situazione portando a Milano i propri clienti durante i weekend.

6. Un mercato diffuso di piccole e medie imprese come punto di forza del Sistema Italia

Con riferimento alla frammentazione del mercato della ricettività italiano ed in particolare di quello alberghiero si può affermare che questa non è, come si è cercato più volte di far apparire, solo una

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condizione di svantaggio, ma rappresenta anche un vantaggio per la nostra offerta competitiva. Le gestioni familiari rappresentano un punto di forza del turismo nazionale con interi distretti turistici organizzati su questo processo produttivo, mentre più in generale è presente una forte tendenza ad organizzarsi in gruppi sia per la spinta di investitori esteri che per quella che proviene dai gruppi nazionali, volontari e non. Si può stimare che gli alberghi che fanno parte di gruppi, dalle gestioni in proprietà ai gruppi volontari di promozione ed ai gruppi familiari, abbiano ormai raggiunto una percentuale intorno al 10% del totale degli esercizi esistenti in Italia e superino il 40% nel caso degli alberghi a quattro e cinque stelle. Un fenomeno tipico è quello dei grandi gruppi familiari che stanno estendendo la loro attività dalla località di origine ad altre località. In realtà, dunque, anche il mercato della ricettività italiana si sta evolvendo secondo le linee della competizione internazionale, però conservando quelle caratteristiche tipiche che rappresentano un valore aggiunto del sistema di offerta nazionale.

In questo processo è da notare che si sono verificati alcuni casi di gruppi alberghieri internazionali che hanno importato il proprio management dal paese di origine incontrando notevoli difficoltà e che poi sono stati “costretti” a far ricorso al management presente in Italia. Analoga situazione si è verificata nel caso di alcuni gruppi nazionali che hanno strutture all’estero ed hanno dovuto ricorrere al management del paese ove è localizzata la struttura. Tale fatto può essere considerato un criterio di gestione e sembra confermare che in un comparto come quello turistico le relazioni personali e le tradizioni hanno una rilevanza maggiore che in altri comparti.

7. Il percorso verso la qualità

La qualità è un fenomeno molto discusso ed anche caratterizzato da non poche diverse ed interessanti applicazioni sia in senso aziendale che ambientale, ma che spesso rischia di diventare anche un fenomeno mistificato. In realtà la corsa verso la qualità costituisce un

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criterio di gestione che va al di là delle varie norme Iso e che trova la sua manifestazione in altre classifiche informali quali, ad esempio, quelle operate da guide di prestigio. La percezione del cliente è diversa da quella che si è data l’organizzazione dell’offerta ed usa parametri diversi. Inoltre spesso si pensa, in modo equivoco, che qualità significhi tout court esercizi di categorie superiori, mentre il mercato pretende una offerta media che come tale presenti condizioni di qualità e di affidabilità. Della qualità fa parte anche la componente prezzo, anche se spesso tale aspetto è dimenticato. Per il mercato la qualità è il rapporto fra prezzo, servizi e livello dei servizi offerti. Il mercato pretende una offerta media di qualità, cioè condizioni di medietà più che di qualità in senso assoluto. Come conseguenza per quanto si discuta di qualità e si realizzino certificazioni di varia natura, tale fatto non ha una influenza molto ridotta o, più spesso, nessuna influenza sul cliente finale.

Un’altra tendenza che può considerarsi di qualità è la riscoperta della ristorazione come servizio alberghiero e la sua apertura verso l’esterno.

Nel corso dell’ultimo trentennio la tendenza prevalente è stata quella di appaltare all’esterno il servizio ristorazione separandolo sul piano della gestione e della integrazione sostanziale da quella dell’albergo. Oggi gli esercizi più innovativi cercano di valorizzare il proprio ristorante ed il proprio servizio bar anche nei confronti della clientela esterna ed in particolare dei residenti.

Tale tendenza si sta estendendo anche agli altri servizi offerti dagli alberghi, in primo luogo i servizi benessere e quindi i punti vendita di certi prodotti tipici.

8. Il posizionamento del mercato alberghiero dell’Italia

Le considerazioni sopra svolte evidenziano il grande ruolo che la componente alberghiera presenta a livello internazionale e trovano ulteriore conferma in alcune analisi condotte a livello europeo su dati Eurostat. Il comparto alberghiero nazionale incide per il 72% circa sul

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totale delle presenze nazionali, mentre la media europea è del 67,9%;

paesi come la Grecia (96,9%), la Spagna (88,6%), l’Austria (83,2%), la Finlandia (82,3%) ed il Portogallo (77,5%) presentano percentuali superiori.

Nel contesto internazionale è da rilevare anche come l’Italia, considerando il complesso della sua offerta ricettiva ufficialmente rilevata (alberghiera ed extralberghiera) presenti il grado di stagionalità più elevato con una incidenza percentuale del 23,5% ad agosto e di ben il 52,7% per tre mesi con presenze più elevate. Nessun altro paese, neppure fra quelli considerati prevalentemente orientati al turismo balneare, vede più della metà delle presenze concentrate nei tre mesi principali: Regno Unito (48,9%), Spagna e Portogallo (41,4%), Belgio e Finlandia (38,8%).

Graf. 3 Quota di presenze alberghiere sulle presenze ufficiali dei vari paesi.

96,9 88,6

83,2 82,3 77,5

71,0 71,0

64,4 62,5 58,5

51,0

44,5 43,9

35,5 33,7

67,9

0 20 40 60 80 100 120

Gre Spa Aus Fin Por Ita Irl Ger Fra R.Unito Sve Bel Lus Ola Dan EU

Fonte: Eurostat ed aggiornamenti

In Italia, tuttavia, la concentrazione delle presenze alberghiere risulta meno accentuata, pari al 43,7% nei tre mesi considerati. I quattro mesi centrali, da giugno a settembre, rappresentano il 54,8%

delle presenze. Considerando il tasso netto di utilizzazione dei letti alberghieri la media dei paesi UE è, con riferimento al 1998, del 41%.

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Il tasso dell’Italia è stimato pari al 39%, quello del Belgio al 32%, della Danimarca al 42%, della Germania 35%, della Spagna 61%, della Francia 52%, del Portogallo 42%. Se si considera il tasso di utilizzazione lorda quello nazionale scenderebbe al 32%.

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II IL SERVIZIO ALBERGHIERO IN ITALIA:

L’OFFERTA

1. La destinazione Italia e il settore dell’ospitalità

Gli alberghi attivi nel 1999 sono stati 33.210, con 960.200 camere e 1.793.431 posti letto a fronte di una ricettività complessiva stimata in 3.606.000 (di cui 1 milione e 320 mila nei campeggi e il resto ripartito fra gli alloggi in affitto iscritti al REC, gli agriturismi ed altre forme di ricettività).

Tab. 1 Consistenza dell'offerta ricettiva e variazioni percentuali: 1990, 97, 98

CONSISTENZA VARIAZIONI

RICETTIVITA' 1990 1997 1998 1999 1999/1998

Esercizi alberghieri

esercizi 36.166 33.828 33.540 33.310 -0,7 camere 938.141 948.656 949.805 960.200 1,1 posti letto 1.703.542 1.772.096 1.782.382 1.793.431 0,6 bagni 855.736 910.892 912.152 925.600 1,5 camere per

esercizio 25,9 28,0 28,3 28,8 1,8 letti per esercizio 47,1 52,4 53,1 53,8 1,3

Campeggi e Villaggi

esercizi 2.319 2.379 2.375 2380 0,21 posti letto 1.228.098 1.315.678 1.311.006 1.320.000 0,69 Fonte: ISTAT, Stime per il 1999

Considerando le abitazioni disponibili per vacanze, camere in affitto o utilizzate in proprietà, la disponibilità di posti letto triplicherebbe.

Si tratta, comunque, di disponibilità in gran parte fuori mercato che non passa dai tradizionali canali della intermediazione turistica, ma dalle agenzie immobiliari.

2. L’offerta ricettiva alberghiera La composizione

Complessivamente nel periodo 1990-1999 il numero degli esercizi

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alberghieri diminuisce del 7,8% mentre aumenta del 2,3% il numero delle camere e del 5,3% quello dei letti. Di conseguenza la dimensione media di camera per esercizio passa da 26 a 28, restando, comunque, considerevolmente bassa rispetto alla media degli altri paesi turistici.

Un’analisi di lungo periodo evidenzia, comunque, la chiusura o la trasformazione in alloggi privati di diversi esercizi ad una stella ed una parziale innalzamento qualitativo delle categorie inferiori verso quelle superiori. Questa tendenza può essere spiegata dal costante tentativo, da parte dell’imprenditoria alberghiera, di offrire una maggiore qualità nei servizi al fine di adeguarsi alle esigenze della domanda.

Tab. 2 L’offerta alberghiera in Italia distribuzione per categoria

1990 1998 1999

Esercizi

5 stelle 0,3 0,3 0,3

4 stelle 4,7 7,5 7,7

3 stelle 26,1 38,3 38,5

2 stelle 32,0 30,2 30,0

1 stella 37,0 23,7 23,5

Camere

5 stelle 1,1 1,0 1,1

4 stelle 13,8 18,7 19,0

3 stelle 38,9 48,0 48,4

2 stelle 27,4 21,4 21,1

1 stella 18,9 10,9 10,4

Posti letto

5 stelle 1,1 1,1 1

4 stelle 13,8 19,1 19,4

3 stelle 40,3 49,4 49,8

2 stelle 26,6 20,2 19,8

1 stella 18,1 10,3 9,8

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

La distribuzione fra le varie categorie alberghiere individua il ruolo che sul piano delle camere e dei posti letto hanno le strutture medie di una certa qualità (alberghi a 3 stelle) che rappresentano quasi la metà dell’intera offerta alberghiera.

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Tab. 3 Dimensione media alberghiera per categoria

1999 5 stelle 96

4 stelle 70 3 stelle 36 2 stelle 20 1 stella 13 Totale 28 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

La distribuzione fra le regioni

Considerando le singole regioni in rapporto al numero degli esercizi e della disponibilità di posti letto gli ultimi dati definivi disponibili sono relativi al 1998. E’ con riferimento a tale anno che possono essere effettuate alcune valutazioni che restano comunque valide ancora oggi.

Tab. 4 Graduatoria per numero esercizi e posti letto delle Regioni italiane.

1998

Regioni Distribuzione esercizi Regioni Distribuzione posti letto Emilia-

Romagna 15,3 Emilia-

Romagna 14,4

Bolzano 13,5 Veneto 10,1

Veneto 9,4 Toscana 8,7 Toscana 8,7 Lombardia 8,2

Lombardia 8,6 Bolzano 8,1

Liguria 5,7 Lazio 6,6

Lazio 5,1 Trento 5,2 Trento 5,0 Campania 5,0

Piemonte 4,5 Liguria 4,5

Campania 4,2 Sicilia 4,1

Marche 3,1 Sardegna 3,9 Sicilia 2,5 Piemonte 3,7 Abruzzo 2,3 Calabria 3,4 Friuli-Venezia

Giulia 2,1 Marche 3,3

Calabria 2,0 Puglia 2,8

Sardegna 2,0 Abruzzo 2,6

Puglia 1,9 Friuli-Venezia Giulia

2,0

Umbria 1,5 Umbria 1,3

Valle d'Aosta 1,4 Valle d'Aosta 1,3

Basilicata 0,6 Basilicata 0,6

Molise 0,3 Molise 0,3

Italia 100 Italia 100 Fonte: ISTAT

Tuttavia, un confronto con le graduatorie scaturite dalla

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dimensione media per numero di camere o di posti letto ad esercizio (Graf. 1 e 2) evidenzia che non esiste una relazione tra dimensione media aziendale e debolezza dell’offerta locale. È il caso di Bolzano, della Val d’Aosta, della Liguria e del Piemonte; pur avendo imprese alberghiere mediamente piccole non possono essere considerate aree deboli dal punto di vista turistico.

Graf. 1 Dimensione media per numero di camere degli esercizi alberghieri nelle regioni italiane. 1998

45,0 45,0 44,4

38,3 37,737,0

32,731,4 31,0 30,8 30,3 29,9

28,3 28,0 27,726,7 26,5 26,425,6 25,4 25,3 25,3

23,9 23,3 22,7 15,8

Calabria Sardegna Sicilia Puglia Sud+Isole Lazio Campania Veneto Marche Abruzzo Centro Emilia-Romagna ITALIA Lombardia Trento Toscana Basilicata Molise Nord est Nord ovest Umbria Friuli-Venezia Giulia Piemonte Liguria Valle d'Aosta Bolzano

Graf. 2 Dimensione media per numero di posti letto degli esercizi alberghieri nelle regioni italiane. 1998

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102,9

89,286,3 77,1 75,5

67,8 62,3 60,1

57,6 56,9 55,3 54,7

53,3 53,1 51,3 50,9 50,7 50,0 49,748,6 46,8 46,6 46,544,3 41,6

32,0

Sardegna Calabria Sicilia Puglia Sud+Isole Lazio Campania Abruzzo Centro Veneto Marche Trento Toscana ITALIA Basilicata Lombardia Molise Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Umbria Valle d'Aosta Nord est Nord ovest Piemonte Liguria Bolzano

In termini di grandi aree territoriali quella con una dimensione media maggiore è il Mezzogiorno (Sud + Isole 37,7 camere ad albergo e 75,5 posti letto per struttura); seguono il Centro (30,3 e 57,6), il Nord est (25,6 e 46,6) ed il Nord ovest (24,4 e 46,5).

Tab. 5 Consistenza degli esercizi alberghieri per regione. Anno 1998 (valori assoluti e var. %)

Regioni Esercizi Var. %

98/97 Letti Var. %

98/97 Camere Var. %

98/97 Bagni Var. % 98/97

Piemonte 1.501 -0,5 66.485 1,0 35.889 0,7 32.155 1,2 Valle d'Aosta 482 -0,6 22.565 -0,4 10.965 -2,2 10.476 -2,8 Lombardia 2.874 -0,4 146.192 0,2 80.422 0,1 76.318 0,6 Bolzano 4.536 -0,1 145.170 0,0 71.722 0,0 68.726 0,2 Trento 1.692 -1,2 92.576 0,1 46.811 -0,1 44.331 0,4 Veneto 3.164 -1,6 180.137 0,3 99.324 -0,9 96.859 -1,1 Friuli V. G. 706 -2,1 35.111 0,2 17.883 -1,4 17.289 -0,4

Liguria 1.925 -3,5 80.150 -0,7 44.851 -1,7 41.969 -1,9 E. Romagna 5.135 -2,2 256.549 -0,4 153.647 -1,0 155.603 -0,9

Toscana 2.920 0,1 155.583 1,9 78.083 1,5 74.557 1,6 Umbria 490 0,8 23.802 2,6 12.420 1,9 12.517 2,0 Marche 1.054 -0,1 58.274 -0,1 32.720 4,9 30.603 -0,1 Lazio 1.727 -1,3 117.117 1,1 63.819 -0,5 59.154 0,6 Abruzzo 771 0,3 46.340 0,6 23.752 0,7 23.068 1,0 Molise 100 2,0 5.069 4,8 2.644 4,1 2.530 4,8 Campania 1.419 -0,1 88.364 0,4 46.379 0,0 45.262 0,1

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Puglia 636 0,5 49.030 -0,7 24.350 -2,8 23.464 -2,1 Basilicata 203 -9,0 10.408 11,0 5.373 6,5 5.097 7,9 Calabria 678 2,7 60.480 2,8 30.542 4,9 26.647 4,1 Sicilia 852 1,3 73.538 0,6 37.817 0,3 35.826 0,3 Sardegna 675 2,1 69.442 3,0 30.392 1,8 29.701 2,0

ITALIA 33.540 -0,9 1.782382 0,6 949.805 0,1 912.152 0,1 Nord ovest 15.233 -1,4 709.543 0,0 389.387 -0,7 382.808 -0,6

Nord est 6.782 -1,3 315.392 0,1 172.127 -0,4 160.918 -0,2

Centro 6.962 12,2 401.116 14,6 210.794 14,3 199.899 14,2

Sud+Isole 5.334 0,5 402.671 1,4 201.249 1,0 191.595 1,1 Fonte: Istat

Su tutto il territorio nazionale, come precedentemente sottolineato e motivato, si assiste alla diminuzione del numero degli esercizi (- 0,9%) ed un incremento dei posti letto (0,6%).

Nel 1998, rispetto al ’97, si pongono in parziale controtendenza la Liguria (esercizi -3,5% e posti letto –0,7%), l’Emilia Romagna (-2,2% e –0,4%) e la Val d’Aosta (-0,6% e –0,4%) perché si osserva una flessione in entrambi le voci; per la Toscana (0.1% e 1,9%), L’Abruzzo (0,3% e 0,6%), l’Umbria (0,8% e 2,6%), la Sicilia (1,3% e 0,6%), il Molise (2,0%

e 4,8%) la Sardegna (2,1% e 3,0%) e la Calabria (2,7% e 2,8%) si attiva una crescita complessiva del comparto; mentre per la Puglia (esercizi 0,5% e posti letto –0,7%) si può parlare di vera e propria controtendenza.

Tab. 6 Numero di posti letto per categorie. Anno 1998

Regioni 5 stelle e

lusso 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale Piemonte 307 12.360 29.719 12.124 11.975 66.485 Valle d'Aosta 0 3.550 11.064 6.080 1.871 22.565

Lombardia 3.372 43.284 58.689 23.218 17.629 146.192 Bolzano 0 14.936 64.949 42.557 22.728 145.170

Trento 0 8.271 56.676 17.324 10.305 92.576 Veneto 3.796 38.468 78.145 37.516 22.212 180.137 Friuli-V. Giulia 208 6.259 15.676 7.093 5.875 35.111 Liguria 710 12.101 38.704 17.308 11.327 80.150 Emilia-Romagna 595 28.520 121.498 74.863 31.073 256.549 Toscana 1.877 31.843 79.586 29.963 12.314 155.583 Umbria 125 4.179 10.849 6.749 1.900 23.802 Marche 49 7.036 35.388 11.706 4.095 58.274 Lazio 3.697 32.936 54.732 18.008 7.744 117.117

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Abruzzo 350 7.196 27.161 7.404 4.229 46.340

Molise 0 1.355 2.646 743 325 5.069

Campania 1.887 30.754 36.292 13.294 6.137 88.364 Puglia 372 13.554 29.057 3.921 2.126 49.030 Basilicata 69 1.631 5.829 2.246 633 10.408 Calabria 225 11.372 34.938 11.453 2.492 60.480 Sicilia 475 12.333 45.895 10.666 4.169 73.538 Sardegna 822 17.869 43.543 5.636 1.572 69.442 ITALIA 18.936 339.807 881.036 359.872 182.731 1.782.382 Nord est 4.599 96.454 336.944 179.353 92.193 709.543 Nord ovest 4.389 71.295 138.176 58.730 42.802 315.392 Centro 5.748 75.994 180.555 66.426 26.053 354.776 Sud + Isole 4.200 96.064 225.361 55.363 21.683 259.691 Fonte: Istat

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Tab. 7 Distribuzione delle varie categorie alberghiere fra le regioni

Regioni 5 stelle e

lusso 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale Piemonte 0,5 18,6 44,7 18,2 18,0 100 Valle d'Aosta 0,0 15,7 49,0 26,9 8,3 100 Lombardia 2,3 29,6 40,1 15,9 12,1 100 Bolzano 0,0 10,3 44,7 29,3 15,7 100 Trento 0,0 8,9 61,2 18,7 11,1 100 Veneto 2,1 21,4 43,4 20,8 12,3 100 Friuli-Venezia

Giulia 0,6 17,8 44,6 20,2 16,7 100 Liguria 0,9 15,1 48,3 21,6 14,1 100 Emilia-

Romagna

0,2 11,1 47,4 29,2 12,1 100 Toscana 1,2 20,5 51,2 19,3 7,9 100 Umbria 0,5 17,6 45,6 28,4 8,0 100 Marche 0,1 12,1 60,7 20,1 7,0 100 Lazio 3,2 28,1 46,7 15,4 6,6 100 Abruzzo 0,8 15,5 58,6 16,0 9,1 100 Molise 0,0 26,7 52,2 14,7 6,4 100 Campania 2,1 34,8 41,1 15,0 6,9 100 Puglia 0,8 27,6 59,3 8,0 4,3 100 Basilicata 0,7 15,7 56,0 21,6 6,1 100 Calabria 0,4 18,8 57,8 18,9 4,1 100 Sicilia 0,6 16,8 62,4 14,5 5,7 100 Sardegna 1,2 25,7 62,7 8,1 2,3 100 ITALIA 1,1 19,1 49,4 20,2 10,3 100 Nord est 0,6 13,6 47,5 25,3 13,0 100 Nord ovest 1,4 22,6 43,8 18,6 13,6 100 Centro 1,6 21,4 50,9 18,7 7,3 100 Sud + Isole 1,6 37,0 86,8 21,3 8,3 100

Considerando le varie categorie alberghiere si rileva che nel 1998 in termini di posti letto 1/5 degli esercizi a 5 stelle si concentra in Veneto; la leadership per quelli a quattro stelle è della Lombardia (12,7%), per le 3 stelle l’Emilia Romagna (13,8%) si pone in posizione dominante, così anche per le due stelle (20, 8%) e per gli alberghi ad una stella (17%).

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Tab. 8 Distribuzione per categorie del numero di posti letto per regione.

Anno 1998

Regioni 5 stelle e

lusso 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale Piemonte 1,6 3,6 3,4 3,4 6,6 3,7 Valle d'Aosta - 1,0 1,3 1,7 1,0 1,3 Lombardia 17,8 12,7 6,7 6,5 9,6 8,2 Bolzano-Bozen - 4,4 7,4 11,8 12,4 8,1 Trento - 2,4 6,4 4,8 5,6 5,2 Veneto 20,0 11,3 8,9 10,4 12,2 10,1 Friuli-Venezia

Giulia 1,1 1,8 1,8 2,0 3,2 2,0 Liguria 3,7 3,6 4,4 4,8 6,2 4,5 Emilia-Romagna 3,1 8,4 13,8 20,8 17,0 14,4 Toscana 9,9 9,4 9,0 8,3 6,7 8,7 Umbria 0,7 1,2 1,2 1,9 1,0 1,3 Marche 0,3 2,1 4,0 3,3 2,2 3,3 Lazio 19,5 9,7 6,2 5,0 4,2 6,6 Abruzzo 1,8 2,1 3,1 2,1 2,3 2,6 Molise - 0,4 0,3 0,2 0,2 0,3 Campania 10,0 9,1 4,1 3,7 3,4 5,0 Puglia 2,0 4,0 3,3 1,1 1,2 2,8 Basilicata 0,4 0,5 0,7 0,6 0,3 0,6 Calabria 1,2 3,3 4,0 3,2 1,4 3,4 Sicilia 2,5 3,6 5,2 3,0 2,3 4,1 Sardegna 4,3 5,3 4,9 1,6 0,9 3,9 ITALIA 100 100 100 100 100 100 Nord est 24,3 28,4 38,2 49,8 50,5 39,8 Nord ovest 23,2 21,0 15,7 16,3 23,4 17,7 Centro 30,4 22,4 20,5 18,5 14,3 19,9 Sud + Isole 22,2 28,3 25,6 15,4 11,9 14,6 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

(37)

III IL TURISMO ALBEGHIERO NEL 1999 E NEL 2000

1

1. L’andamento nel 1999

Secondo i dati ancora provvisori pubblicati all’Istat, nel 1999 presso gli alberghi e le strutture complementari italiane sono stati rilevati circa 74,7 milioni di arrivi e poco più di 311 milioni di presenze.

Rispetto all’anno precedente si è verificata una crescita del 3,3 per cento del numero di arrivi e del 3,9 per cento delle giornate di presenza, o, meglio, dei pernottamenti.

Tab. 1 Arrivi e presenze di italiani e stranieri nelle strutture alberghiere e complementari. Anno 1999 (valori in migliaia)

ALBERGHI COMPLEMENTARI TOTALE

1999 VAR.% 1999 VAR.% 1999 VAR.%

Italiani

Arrivi 36.579 2,9 6.010 3,3 42.589 2,9

Presenze 129.514 2,6 53.742 3,2 183.256 2,8 Stranieri

Arrivi 26.734 3,1 5.360 6,9 32.094 2,8

Presenze 91.064 4,4 36.742 7,9 127.806 5,4 TOTALE

Arrivi 63.313 3 11.370 4,9 74.683 3,3

Presenze 220.578 3,4 90.484 5 311.062 3,9 Fonte: ISTAT- Rilevazione sul movimento nelle strutture ricettive 1999 - Dati provvisori.

Continua la tendenza positiva in particolare per la clientela straniera che registra un incremento più elevato (+5,4%) rispetto a quella italiana (+2,8%). Rispetto all’anno precedente la permanenza media rimane stabile per gli italiani (4,3 pernottamenti), mentre registra un leggero aumento per gli stranieri, passando da 3,9 a 4,0 pernottamenti.

L’aumento delle presenze turistiche risulta particolarmente elevato nelle strutture complementari (+5,0%), costituite in netta prevalenza

1 Tratto da “Statistiche in breve del luglio del 2000” Istat e da Osservatorio Federalberghi 2000

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dalla ricettività all’aria aperta (campeggi e villaggi turistici), ma risulta molto significativo anche per il comparto alberghiero (3,4%), comparto che comunque bel il 71% di tutto il movimento turistico ufficialmente rilevato.

La componente straniera rivela una maggiore dinamica sia per il comparto degli alberghi che per quello degli esercizi complementari.

In campo alberghiero le presenze aumentano del 4,4%, mentre quelle degli italiani del 2,6%.

E’ da notare tuttavia un fatto di grande importanza. Dopo diversi anni in cui le presenze dei nazionali in Italia rimanevano tendenzialmente stazionarie, dal 1998 è ripresa una crescita significativa. Sembra scongiurata, al momento, una interpretazione che portava a credere che le presenze degli italiani all’estero aumentassero a scapito di quelle nazionali.

La disaggregazione a livello di ripartizione geografica e di regione rivela le diverse caratterizzazioni territoriali del fenomeno del turismo. In particolare un elemento di grande novità è costituito dal significativo aumento delle presenze nelle strutture ricettive alberghiere del Mezzogiorno (+5,2 per cento) e del Centro Italia (+4,9 per cento) dovuti, secondo l’Istat, rispettivamente, ad una stagione balneare molto positiva ed alla continua espansione del turismo nelle città d’arte.

Il Nord-Ovest risulta la ripartizione dove crescono in maniera più contenuta sia le presenze alberghiere sia quelle complementari (rispettivamente +0,1 per cento e +3,1 per cento). In posizione più favorevole si attesta il Nord-Est, che registra variazioni leggermente al di sotto della media nazionale (rispettivamente +2,8 per cento per le presenze alberghiere e +4,8 per cento per le presenze negli esercizi complementari).

A livello regionale, nelle regioni in cui è preponderante la componente alberghiera rispetto a quella complementare - ossia Lazio (87,3 per cento in termini di presenze), Sicilia (87,0 per cento) ed Emilia Romagna (81,1 per cento) - si registrano incrementi nelle presenze alberghiere pari, rispettivamente, al 3,5%, al 7% per cento

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