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Academic year: 2021

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(1)CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE FACOLTÀ DI ECONOMIA R.GOODWIN UNIVERSITÀ DI SIENA PROF.SSA. MARIA ALESSANDRA ROSSI. ALESSANDRA.ROSSI@UNISI.IT. . Le politiche pubbliche di sostegno all’innovazione: quadro d’insieme. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(2) Tiriamo le somme: Quali indicazioni di politica economica possiamo trarre dalle teorie e dalle evidenze empiriche analizzate in questo corso?. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(3) IL PERCORSO FIN QUI…. CAPIRE L’INNOVAZIONE. Finanziare l’innovazione: perché può essere un problema?. Determinanti dell’innovazione: imprenditorialità e start up. Determinanti dell’innovazione: corporate governance. Determinanti dell’innovazione: struttura del mercato. Determinanti dell’innovazione: domanda. Open innovation e user-driven innovation. Misurazione dell’innovazione e indicatori. Teoria evolutiva e sistemi innovativi. Effetti dell’innovazione: produttività e crescita. Effetti dell’Innovazione: occupazione. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(4) SCHEMA DELLA LEZIONE. • Tutte le teorie e le analisi sin qui affrontate offrono spunti sotto il profilo delle politiche pubbliche. • Oggi rileggeremo i principali contenuti delle lezioni precedenti con occhi ‘normativi’, di policy:. – Qual è la ratio del supporto pubblico all’innovazione?. – Quali sono gli strumenti di policy a disposizione?. – Quali fattori di contesto incidono sull’innovazione?. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(5) CONCLUSIONE #1. Le  cara'eris*che  della  conoscenza  e  dell’innovazione   generano  un    problema  di  appropriabilità  . Gli  incen0vi  dei  priva*  all’inves*mento  in  creazione  di   conoscenza  sono  sub-­‐o5mali  . È  necessario  un  intervento  a  sostegno  del  finanziamento   dell’innovazione   CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(6) STRUMENTI DI SOSTEGNO  AL FINANZIAMENTO DELL’INNOVAZIONE. Sussidi e incentivi fiscali alle imprese (es. credito d’imposta). Tutela della proprietà intellettuale. Ricerca di base. Ricerca applicata. Finanziamento pubblico diretto di università e istituti di ricerca . Sviluppo . Produzione. Commercial izzazione. Premi . Sostegno al venture capital. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(7) FINANZIAMENTO DIRETTO DELLA RICERCA DI BASE. • La ricerca di base offre almeno tre contributi cruciali all’innovazione tecnologica. . – ↑rendimenti economici della ricerca applicata. – Contribuisce a fomare una forza lavoro qualificata, impiegabile nell’industria e nella ricerca applicata. . – Contribuisce allo sviluppo di nuovi strumenti e nuove tecniche che potranno servire in successivi programmi di ricerca di base e applicata.. • Per la ricerca di base la divergenza fra valore sociale e valore privatamente appropriabile della conoscenza è particolarmente forte →↓incentivi privati all’investimento (fallimento di mercato) . CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(8) FINANZIAMENTO DIRETTO DELLA RICERCA  (DI BASE E APPLICATA). • Il finanziamento diretto della ricerca può seguire due approcci:. – Politiche ‘diffusion-oriented’: mirano a stimolare la ricerca e l’innovazione in senso lato, senza selezionare specifici ambiti o settori (science policy). – Politiche ‘mission-oriented’: si sostanziano in interventi selettivi volti a creare nuove competenze tecnico-scientifiche in ambiti promettenti (technology policy) . • Gli obiettivi possono essere differenti in contesti differenti:. – Paesi sviluppati/ad alto reddito → potenziare la capacità di produrre tecnologie avanzate. – Paesi meno sviluppati/basso reddito → potenziare la capacità di assorbire/ utilizzare tecnologie avanzate. – Per i paesi con un grado intermedio di sviluppo → “catching up” (es. Giappone). • In Italia, l’approccio è stato prevalentemente ‘diffusion-oriented’ . – Con qualche eccezione: es. il programma ‘Industria 2015’. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(9) FINANZIAMENTO PUBBLICO DELL’INNOVAZIONE:  CONSIDERAZIONI GENERALI. La teoria economica suggerisce che, in condizioni di informazione perfetta, il finanziamento pubblico dell’innovazione sarebbe preferibile alla PI poiché non comporterebbe inefficienze dal punto di vista statico.. • Se lo Stato conoscesse il valore dell’innovazione potrebbe ottenere lo stesso livello di innovazione ottenibile mediante brevetto corrispondendo all’inventore una somma pari al valore appropriabile mediante brevetto, senza perdita netta di monopolio;. • Tuttavia, l’informazione non è perfetta e l’autorità pubblica ha problemi di:. – Osservabilità e verificabilità del valore dell’invenzione;. – Osservabilità e verificabilità del costo sostenuto;. • Rappresentazione contabile non veritiera;. • Difficoltà di attribuzione dei costi nella ricerca congiunta;. • Incertezza del processo innovativo.. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(10) INCENTIVI FISCALI E SUSSIDI. • Come strutturare i sussidi:. – Generalizzati?. – Destinati alle piccole imprese?. – Destinati a sostenere specifici aspetti della R&S, in particolare R&S precommerciale?. – Destinati a sostenere in modo selettivo specifiche imprese?. • Tramite sussidi selettivi, lo stato può agire come sponsor, similmente al VC. – Adottare un approccio selettivo nel finanziamento potrebbe creare un ‘segnale’ utile per gli investitori privati (Takalo and Tanayama, 2008). – Ma…lo stato è in grado di risolvere meglio degli investitori privati i problemi di asimmetria info?. – Ma… lo stato è meno avverso al rischio di altri potenziali finanziatori?. • Le politiche di incentivo come il credito di imposta hanno l’effetto di aumentare il rendimento dell’investimento in caso di successo. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(11) INCENTIVI FISCALI: EVOLUZIONE NEI PAESI OCSE. • Le tipologie di incentivi fiscali utilizzate nei paesi OCSE è ampia:. – Credito d’imposta. – Sussidi per la R&S. – Esenzioni fiscali per gli oneri di ammortamento/ammortamento accelerato. – Riduzione degli oneri di sicurezza sociale per il personale impegnato in R&S. – Incentivi fiscali alla collaborazione fra imprese. • Alcune forme di incentivo sono meno utilizzate ma meritano attenzione:. – Esenzioni dalla tassazione per i guadagni in conto capitale ottenuti dall’uscita da finanziamenti early stage. – Tassazione agevolata per le PMI. – Incentivi fiscali all’investimento in equity e venture capital. – Esenzioni fiscali sulle royalties da brevetto. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(12) UNO STRUMENTO ANTICO OGGI RISCOPERTO: I PREMI. – Targeted prizes (es. misurazione della longitudine). • Problema innovativo identificato ex-ante dallo sponsor. • Ammontare del premio stabilito ex-ante. • Attribuzione del premio condizionale al rispetto di standard stabiliti ex-ante. – Blue-sky prizes (es. Google prizes). • Problema innovativo non identificato ex-ante dallo sponsor. • Ammontare del premio stabilito ex-post in relazione al valore dell’innovazione. • Attribuzione del premio condizionale al rispetto di standard stabiliti ex-post. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(13) PROBLEMI DI ASIMMETRIA INFORMATIVA NELL’USO DEI PREMI. • Se il valore dell’innovazione non è osservabile => è difficile stabilire sia l’opportunità di offrire un premio che la dimensione del premio;. • Se il valore è osservabile ma non verificabile => problemi di holdup da parte dello stato. • Se il costo non è osservabile => moral hazard da parte del ricercatore. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(14) CONCLUSIONE #2. Anche  se  il  problema  di  appropriabilità  fosse  pienamente  risolto,  il   finanziamento  dell’innovazione  da  parte  di  terzi  risen*rebbe  di   asimmetrie  informa*ve,  incertezza  e  rischio  . I  vincoli  al  finanziamento  sono  par*colarmente  stringen*  per   le  piccole  imprese    . È  necessario  un  intervento  a  sostegno  del  finanziamento   dell’innovazione  . CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(15) IL SOSTEGNO AL VENTURE CAPITAL/1. • Lo Stato potrebbe supportare lo sviluppo del venture capital partecipando direttamente ad un fondo. – L’effetto è quello di mitigare alcuni fallimenti nel mercato del finanziamento (asimmetria info/rischio elevato). – In Europa, il 40% delle risorse raccolte dai VC è pubblica (dati 2012). • Ma…ha senso un intervento a sostegno del VC? (esiste un fallimento di mercato/del coordinamento?). – Potrebbe aiutare il mercato a decollare, soprattutto per gli investimenti early stage. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(16) IL SOSTEGNO AL VENTURE CAPITAL/2. • Ha senso la creazione di fondi pubblici di VC? Potrebbe essere rischioso…. – Scarsa efficacia (ancora: perché il pubblico dovrebbe risolvere le asimmetrie informative meglio del privato?). – Rischio di distorsione degli investimenti privati (l’investimento pubblico ‘spiazza’ il privato). – Se c’è cofinanziamento pubblico, è importante che i privati partecipino direttamente ai rischi e siano responsabili della selezione degli investimenti. • Un modo per sostenere il VC meno ‘intrusivo’ è quello di eliminare i vantaggi fiscali del finanziamento tramite capitale di debito, aumentando la convenienza dell’investimento in capitale azionario. – In Italia è stata introdotta la deducibilità dal reddito imponibile del rendimento figurativo dei nuovi apporti di capitale (Ace). – In molti paesi sono stati introdotti limiti alla deducibilità degli interessi passivi sul debito. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(17) CONCLUSIONE #3. Le regole di corporate governance (soprattutto corporate ownership e corporate finance) incidono sulla capacità innovativa dell’impresa . Interventi di contesto che facilitano l’accesso al finanziamento azionario, incidono sul grado di concentrazione proprietaria, sulla tendenza alla proprietà famigliare delle imprese ecc. influenzano l’innovazione. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(18) CONCLUSIONE #4. La  relazione  fra  stru'ura  di  mercato  (grado  di   concentrazione)  e  tasso  di  innovazione  ha  la  forma  di  una  U   rovesciata:  gradi  intermedi  di  concentrazione  s*molano   maggiormente  l’innovazione  . Interven*  che  incidono  sulla  stru'ura  di  mercato   influenzano  anche  gli  incen*vi  all’innovazione  . CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(19) STRUMENTI DI INTERVENTO SULLA STRUTTURA DI MERCATO. • Il decisore pubblico potrebbe intervenire in diversi modi per influenzare la struttura di mercato al fine di ↑incentivi ad innovare. Politica antitrust. Politiche di supporto a specifici settori/industrie (grandi o piccole). Sussidi/credito d’imposta per imprese grandi/piccole. Riduzione delle barriere all’entrata in determinati settori (es. liberalizzazioni). – Agevolazioni per l’accesso al sistema brevettuale per le PMI. – ….. – – – – . CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(20) RATIO TEORICA. • Ha senso che il decisore pubblico intervenga direttamente nell’influenzare la struttura di mercato/limitare il potere di mercato per incentivare l’innovazione?. • No, per diversi motivi:. – La prospettiva dell’acquisizione di una posizione monopolistica offre elevati incentivi all’innovazione. – In ogni caso, l’evidenza empirica suggerisce che un certo grado di potere di mercato stimola l’innovazione. – Sappiamo che esiste una struttura di mercato ottimale per incentivare l’innovazione, ma non sappiamo qual è perché è influenzata da molti fattori non osservabili (es. opportunità tecnologiche). • Tuttavia, alcune politiche che introducono maggiore concorrenza sembrano positive di per sé (es. liberalizzazioni). CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(21) CONCLUSIONE #5. Il  processo  di  diffusione  delle  innovazioni  (domanda)  è   parte  integrante  del  processo  innova*vo  e  una   determinante  fondamentale  dell’innovazione  . Poli*che  focalizzate  esclusivamente  sul  lato  dell’offerta   rischiano  di  avere  un’efficacia  limitata,  è  necessario   incidere  anche  sul  lato  della  domanda  . CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(22) PUBLIC TECHNOLOGY PROCUREMENT. • Il settore pubblico è un ‘grande acquirente’ che può offrire incentivi all’innovazione in diversi modi:. – Acquistando direttamente beni e servizi innovativi. – Facilitando l’adozione di uno standard. – Ampliando la dimensione del mercato per i beni innovativi. – Modificando la struttura di mercato (attraverso l’impatto sulla concorrenza). • Nel tempo è cresciuta in molti paesi la consapevolezza del ruolo della domanda pubblica come strumento di incentivo all’innovazione. – Es. Rapporto Kok sulla strategia di Lisbona (2004). – Es. creazione dell’EU Public Procurement Learning Lab. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(23) L’ACQUISTO DIRETTO DI BENI E SERVIZI INNOVATIVI. • Lo Stato può stipulare un contratto con un certo numero di imprese per la realizzazione di un’innovazione;. • Lo Stato controlla in questo caso l’accesso al mercato della ricerca scegliendo gli agenti pubblici o privati cui affidare la realizzazione di innovazioni;. Vantaggi:. • Rispetto alla PI e ai premi, è possibile un maggiore coordinamento della ricerca e quindi una riduzione della duplicazione degli investimenti. Svantaggi:. • Il coordinamento del numero di partecipanti al processo innovativo può ridurre l’incentivo all’innovazione;. • Come per i premi, lo Stato deve conoscere il valore dell’innovazione per determinare l’ammontare del compenso;. – Questo svantaggio è molto ridotto se lo sponsor stesso costituisce il maggior acquirente per l’invenzione (es. difesa, ricerca spaziale). CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(24) PUBLIC PROCUREMENT E STANDARD/1. • L’acquisto pubblico di beni e servizi può facilitare l’adozione di uno standard efficiente e superare una situazione di lock-in. – Direttamente – perché la domanda pubblica è parte della domanda di mercato per lo standard. – Indirettamente – influenzando le aspettative ed inducendo l’adozione dello standard da parte dei consumatori. • Ovviamente, gli effetti possono essere sia positivi che negativi. • Esempi:. – L’acquisto di McDonnel Douglas DC-10 da parte della difesa USA ha consentito di protrarre la competizione con i Boeing 747 negli anni ‘70. – Molte amministrazioni promuovono l’adozione dell’open source. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(25) PUBLIC PROCUREMENT E STANDARD/2. • La scelta se supportare uno specifico standard dipende dal ciclo di vita atteso del prodotto (Cabral e Kretschmer, 2004). – Ciclo di vita lungo →↑costo di errori nella selezione dello standard → opportunità di rimandare la scelta, creando opportunità di sperimentazione e supportando lo standard non dominante (es. McDonnel Douglas). – Ciclo di vita breve → costo di una guerra fra standard elevato → meglio selezionare lo standard dominante. • Tuttavia, questa analisi non considera l’impatto sull’incentivo all’investimento nel miglioramento del prodotto. – Se il potenziale di investimento in miglioramento è elevato, può essere opportuno ritardare l’adozione di uno standard. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(26) CONCLUSIONE #6. Gli  u*lizzatori  delle  tecnologie  rivestono  un  ruolo  sempre   più  rilevante  nel  processo  innova*vo  nell’ambito  di  modelli   di  ‘innovazione  aperta’  (open  innova*on)  . È  necessario  prendere  in  considerazione   esplicitamente  il  ruolo  degli  u*lizzatori  della   tecnologia  e  i  link  produ'ori-­‐u*lizzatori   CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(27) L’INNOVAZIONE APERTA AUMENTA IL BENESSERE DEI CONSUMATORI?. • La user innovation↑ tassi di successo dei produttori. – La maggior parte dei nuovi prodotti introdotti sul mercato è un fallimento commerciale (>70%, secondo una vecchia stima di Mansfield&Wagner, 1975). – Il fallimento dipende principalmente dalla scarsa conoscenza dei bisogni di mercato. – User innovation↓gli sprechi dovuti all’investimento in fallimenti commerciali. • User innovation può ↑incentivi all’investimento in nuovi prodotti perché suggerisce l’esistenza di un mercato. • User innovation ↓asimmetrie informative fra utilizzatori e produttori e migliora l’efficienza del processo innovativo. • Il free revealing ↑efficienza statica perché può↓i prezzi. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(28) COME RIDURRE GLI OSTACOLI ALL’INNOVAZIONE APERTA?. • Proprietà intellettuale. – Migliorare il sistema di proprietà intellettuale in modo da rimuovere gli ostacoli alla possibilità di innovazione da parte degli utilizzatori. – Supportare iniziative che adattano in modo creativo la proprietà intellettuale alle esigenze degli utilizzatori (e.g. licenze Creative Commons). • Politiche che limitano le modifiche al prodotto. – E.g. leggi anti-pirateria che limitano la possibilità di modificare i prodotti digitali. • Incentivi fiscali per la R&S. – Gli incentivi fiscali esistenti sono destinati esclusivamente ai produttori. – Si potrebbero studiare forme di incentivo destinate a supportare la libera rivelazione di conoscenze da parte di utilizzatori e produttori. • Politiche di controllo sui canali di diffusione delle informazioni. – E.g., controllo sui network peer-to-peer da parte degli operatori TLC. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(29) CONCLUSIONE #7. L’innovazione  è  un  fenomeno  misurabile  . Le  misure  dell’innovazione  ado'are  influenzano  la  nostra   percezione  della  realtà  (es.  R&S  vs.  breveR  vs.  ‘aRvità   innova*va’)  e  quindi  delle  priorità  di  policy   Necessario  uno  sforzo  maggiore  di  misurazione  di  aspeR   trascura*  dell’innovazione,  fenomeni  recen*  (es.  user   innova*on)  e  connessioni  fra  i  diversi  aspeR  misurabili   CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(30) CONCLUSIONE #8. L’analisi  dell’innovazione  ha  subito  una  profonda   trasformazione  nel  tempo      . Dalle  poli*che  ‘laissez  faire’  di  ispirazione  neoclassica…  . All’approccio  sistemico  all’innovazione  che  suggerisce  la   necessità  di  integrare  science  policy  e  tecnology  policy  nel   conce'o  di  innova0on  policy     CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(31) L’INTERVENTO PUBBLICO SI È EVOLUTO: DALLE POLITICHE LAISSEZ-FAIRE…. • Fondamento teorico: approccio neoclassico. • Focus: creare le condizioni generali che promuovono l’attività innovativa piuttosto che intervenire su specifici settori o tecnologie. – Ogni intervento su settori o tecnologie specifiche implica “picking the winners” ed è distorsivo. • Ratio dell’intervento pubblico: esistenza di un “fallimento di mercato”. – I principali obiettivi di policy legittimi sono la promozione della concorrenza e la tutela dell’appropriabilità. • Strumenti utilizzabili: ricerca di base, educazione e proprietà intellettuale. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(32) …ALL’APPROCCIO SISTEMICO ALL’INNOVAZIONE. • Fondamento teorico: una molteplicità di approcci multidisciplinari. • Focus: creare le condizioni generali che promuovono l’attività innovativa considerando tutti gli ambiti di policy rilevanti ed intervenendo su specifici settori o tecnologie. • Ratio dell’intervento pubblico: esistenza di “fallimenti di mercato” anche nella forma di fallimenti del coordinamento. – Non è importante solo la concorrenza, ma anche la cooperazione verticale ed orizzontale. • Strumenti utilizzabili: tutti quelli che incidono sulle capacità e competenze di un’industria/paese, diretti ed indiretti. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(33) CHE COSA È CAMBIATO?. • Rallentamento della crescita negli anni ‘70: riduzione della produttività totale dei fattori. • Scarsa comprensione del fenomeno, ma percezione della rilevanza della capacità di sfruttare le opportunità tecnologiche. • Alcuni paesi hanno adottato politiche di radicale riforma del sistema innovativo (es. Finlandia, Olanda, Danimarca). • Si è affermato il concetto di politica economica per l’innovazione (innovation policy), che integra i concetti di science policy e technology policy. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(34) CONCLUSIONE #8. L’innovazione  è  il  fru'o  dell’operare  dei  componen*  dei   diversi  sistemi  innova0vi  e  delle  loro  connessioni  . Il  processo  di  innovazione     è  sector-­‐specific  e  path-­‐dependent  . In  un  sistema  non-­‐lineare,  gli  interven*  di  policy  possono  portare  a   risulta*  inaspe'a*/indesidera*  o  non  portare  a  conseguenze   linearmente  prevedibili  (es.  ↑  incen*vi  fiscali  del  5%  non  porta   necessariamente  ↑  inves*mento  corrispondente)    . CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(35) IMPLICAZIONI. • Soluzioni di policy standardizzate (“one-size-fits-all”) non sono adeguate: diversi settori/paesi richiedono diverse combinazioni di strumenti di policy. • Non è possibile trasferire politiche e “best practice” adottate in un contesto senza adattarle al nuovo contesto di riferimento. • È necessario identificare e controllare gli effetti di lock-in. • L’obiettivo dell’intervento pubblico non è solo rimediare ad un fallimento di mercato ma evitare il fallimento del sistema → non è sufficiente un approccio frammentario all’incentivazione dell’innovazione. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(36) INNOVATION POLICY: GLI STRUMENTI. Il concetto di ‘innovation policy’ porta a considerare un insieme ancora più ampio di strumenti. – Politiche che incidono sul sistema educativo e di formazione professionale per migliorare le capacità e le competenze individuali. – Politiche per il miglioramento della performance organizzativa e l’apprendimento organizzativo (es. certificazioni di qualità). – Miglioramento dell’accesso alle informazioni (es. politiche per la promozione della banda larga e della penetrazione delle tecnologie ICT). – Politiche ambientali. – Regolazione bioetica. – Diritto commerciale e corporate governance. – Politiche antitrust. – Politiche di tutela dei consumatori. – Politiche di potenziamento del capitale sociale. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(37) IL PROBLEMA DELLA GOVERNANCE DELL’INNOVAZIONE. • La scelta degli strumenti è importante, ma crescente attenzione è dedicata alla governance:. – Coordinamento fra soggetti pubblici impegnati direttamente nell’innovazione (università e centri di ricerca). – Coordinamento fra soggetti pubblici che erogano fondi per l’innovazione. • Coordinamento orizzontale (diversi ministeri, diverse agenzie pubbliche ecc.). • Coordinamento verticale o multi-livello (livello regionale, statale, sovranazionale). – Coordinamento fra soggetti pubblici e soggetti privati. – Coordinamento fra politiche di incentivo esplicito alla R&S e altri aspetti del quadro istituzionale (rimozione di barriere all’investimento, es. tempi della giustizia civile). – Valutazione ex-post dell’uso dei finanziamenti pubblici. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

(38) GRAZIE PER AVER SEGUITO QUESTO CORSO!. CORSO DI POLITICA ECONOMICA PER L’INNOVAZIONE . Prof. M.A.Rossi.

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