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Academic year: 2022

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(1)

TECNICA IMPULSIVA

Prot. ERMANNO NANO

Corso di laurea in

INGEGNERIA ELETTRONICA

NOTIZIE GENERALI

Il PERIODO DIDATTICO

Il corso di Tecn

ica

impulsiva è un corso di indirizzo avente lo scopo di forni- re all'allievo nozioni di carattere alquanto particolare,

ch e non possono

es s e re comprese nei corsi, più general

i,

di elettronica.

Nella pr

ima

parte, gli argomenti trattati sono quelli relativi alla gene

razione,

man

ipo lazione

ed utilizza

zione

d

i

impuls

i

molto brevi,

che

trovano applicazione in va

ri

campi (calcolatori, strumentaz

ione

numerica. trasm

issione

dati. televisione.

radar, telemetria, ecc.).

Fra essi i principali sono relativ

i

alle linee di ritardo, agli elementi sernicon- duttori usati come

int erruttori , ai

generatori di

impu l si a linee. agli amplificatori

a linee, agli amplificatori non lineari, ecc.

o

Per seguire il corso con profitto è pertanto consigliabile aver frequentato

i

cor- si di Complementi di Matematica , Teoria delle Reti Elettriche, Elettronica I e Il.

N

ella

seconda parte , v

iene

trattato l

'argomento

della Compatibilità Elettroma- gnetica in generale ed, in partico

lare.

lo studio delle sorgenti di disturbo radio e la loro misura. Dopo una classificazione dei vari tipi di radiodis turbo, viene con- sid erata la tecni

ca

di misura, anche in relaz ione alle norme civ

ili

e militari vigen

-

ti

in tale campo .

Per questa seconda parte è cons

igliabil e

aver frequ

entato i

l corso di Radiotec- ni

c a.

PROGRAMMA

Pr ogr ammadell e lezioni (contenu to de lledispens e ) . Par t e pri ma: circui ti impulsiv i.

1 - Diodi usati come interruttori .Caratteristiche . Circuito equ i v a le nt e .

2 -Il trans i storeusato co me int e rr utt or e . Ci rc uitoequival ente . Zona di interd izion ee di saturaz ion e : caratter ist iche e parametri.

3 - Diodi in condizioni dinamiche. Tempi di ricuperodirettoed inve rso,di accumul oe di transizione.

4 - Transitori in con dizi oni dinam i che. Tempi di sa l ita,di ritardo. di ac cumuloe di com- mutazione.

5· Dissipazione sul co llett o redur an t e la comm ut a zi o n e . Cari co re s istiv o , capac it iv o ed ind utti v o .

6 - Temperatura de llagiunzione in regime transitorio.Resistenza ed im pe d e nz a termica:

definizione. misura. uso.

7 -Circuit i limitatori. Limitazione semplice e doppia a diodi. Limitaz ionedoppia a tran- sistori.

8 -Circuiti fissatori a diodi. Comportamentoco n forma d'onda impulsiva.Circuitofissa- tore-Iim itatore a transistore.

9 -Generator i d'impulsi a linea. Schemadi prin cipi oe fen om enofis i co. Comportamento anali tic o . Schemi pratic i.

10 - Linee artif ic iali. Alcuni metodi di calcolo,

11 -Trasformatori per impu l s i . Schema equival ente. Progetto. Calcolodelle forme d'onda.,

(2)

Seconda parte:compatibilità elettromagnetica.

O • Introduzione. Problemi di compatibilità. Problemi particolari di campi molto intensi: pericolosità per l'uomo.

1 • Classificazione dei radiodisturb i.Effetti disturbanti su sistemia banda stretta ed a banda larga.

2 - Generaz ione e propagazio ne de i radiod isturbi.Sorgenti di rad iod isturbi. Irrad iaz ione e convogliamento.

3 - Misuratore di radiodisturbi. Schema a blocchi. Caratteristiche. Risposta ai vari tipi di radiodisturbo.

4· Taratura dei rni sur ator i, Uso di segnali sinusoidali ed impulsivi.

5· Misure di tensionidi disturbo. Reti normalizzate. Reti stabilizzatrici d'impedenza.

Norme CISPR e norme MIL.

6 • Misure di campo di disturbo. Componenti elettrica e magnetica. Misureper sost it uzi o - ne in termin i d i potenza.

7 • Analizzatori di spettro. Schema a blocchi. Caratteristiche. Loro impiego per la misu- ra dei radiodisturbi.

Esercitazioni.

Programma delle esercitazioni (non sperimentali).

Esercizi di calcolo sugli argomenti di cui sopra.

TESTI CONSIGLIA TI Dispense (ciclostilate).

16.

(3)

TECNOLOGIA DEI MATERIALI E CHIMICA APPLICATA Prof , MARIA LUCCa BORLERA

Corso di laurea in INGEGNERIA CIVILE NOTIZIE GENERALI

I PERIODO DIDATTICO

Il corso ha lo scopo di fornireconoscenze di base relative alle caratteristiche tecnologiche e di impiego dei materiali alla cui utilizzazione

è

condizionata ogni costruzione nel campo dell'ingegneria civile. Sono inoltre trattati i problemi che si riferiscono alle prestazioni dei materiali in opera. Per una chiara comprensione della materia

è

indi spensabile una buona conoscenza dell e noz ion i impartite nel corso di Chimica e dei concetti fondamentali della Fisica.

PROGRAMMA

Acque -Acque potabili e industriali - Trattamento delle acque di rifiuto. Generalità sui combustibili e sulla combustione· Potere ca lorif ico - Aria teorica per la combustione - Temperatura di fiamma. l.eterizi > Classificazione e saggi tecnici - Prodotti ceramic ia pa- sta porosa e compatta:maio liche, porcellana e grès. Cementanti aerei.Calci aeree eges- so - Malte di calce - Classificazionee norme di legge sulle calci aeree - Cemento Sorel.

Cementanti idraulici·Calci id r a u l i c he · Cemento Port land , pozzolanico. di alto forno e al- I um inoso • Cementi per sbarrament i d i ritenuta - Effetto de Ile acque d i lavanti e se len itose sul calcestruzzo- Prescrizioni ufficiali e saggi tecnici sui leganti idraulici."calcestruz- zo - Additivi per calcestruzzo· Calcestruzzi leggeri: porosi e cellulari . Materiali per co- struzione di strade -Asfalti - Bitumi - Inerti. Il le qno » Legnami da costruzione- Processi di impregnazione antimicotica ed ig ni f ug a nt e del legno - Trattamenti di stabilizzazioredi- mensionale del legno - Compensati - Paniforti - Pannelli di fibra di legno. Il vetro -Clas- sif icazione- Vetro comune e vetri speciali - Vetri di sicurezza. Materiali ferrosi - Ghise di prima fusione·Ghiseda getto - Ghisamalleabilee sferoidale - Produzione dell'accia- io - Trattamenti termicidegli acciai - Ferri per calcestruzzi armati - Fili di acciaio per ce- mento armato precompresso - Funi e trefoli di accìaìov Acciai strutturali - Fenomeni di corrosione su materialiferrosi - Protezione dei materiali ferrosi - Classificazione UNI de- gli acciai . Metalli non ferrosi· Leghe di alluminio e rame di comune impiego nelle costru- zioni edili. Materie plastiche -Classificazione - Applicazioni nell'edilizia moderna.Ver- nicie p itture > Classif icazione in base alla natura del filmogeno - Idropitture - Pitture al- la calce e pitture al silicato - Pigmenti.

Esercitazioni.

Calcoli numeric i su problemi relativialla deionizzazione delle acque ed alla normati- va ed all'impiego di combustibili e di leganti idraulici. Prove di controllo e collaudo dei materiali per costruzion i.

TESTI CONSIGLIA TI

Uno sviluppo organico della materia può essere reperit o , ad esempio. nei testi: M.Lucco Borlera e C.Brisi - «Laz ionidi Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata».

Ed. Levrotto& Bella, Tor ino.

G. e E. Bianucci •• 11 trattamento delle acque inquinate ». Ed. Hoep ll , F.M.Lea -«The chemistry of cement and concrete ». Ed. Edward Arnold.

I.Skeist·«Le materie plastiche nell'edilizia».Ed. Albra.

(4)

TECNOLOGIA DELLE RAPPRESENTAZIONI Pr of , MARIO FIAMENI

Corso di laurea in INGEGNERIA CIVILE

NOTIZIE GENERALI

I PERIODO DIDATTICO

Insegnamento teorico ed applicativo delle tecniche della rappresentazione este- se su tutto l'arco dei mezzi, compresi quelli più avanzati: modellistica, strumen- tazioni fotografiche, cinematografiche, stereofotometriche, elaboratori elettronici.

PROGRAMMA

Il corso si artico la nella trattazione dei seguenti argomenti:

1. Fondamenti diteoria della rappresentazione progettuale. Aspetti e problemi della visio- ne. Comunicazione vis ivae inf o rma z i o ne. Il «ba s i c designo. Il «vi s u a l design ».IIlin- guaggiografico come strumentodi ind a g i ne e di controllo. Adeguamentodel linguaggio alle diverse finalità applicative :desig n . ed i l i zi a . urbanistica ecc.Necessità di una normativa per la comunicaz ionedinozioni general izzate. Ana l ogiefra id e a zi o n e grafi- ca e metodi progettua I i.

2. I sistem i di rappresentazione geometrica. Concez ionedello spazio e sua rappresenta- zione mediante strumenti geometrici. Problemi dell 'organizzazionedell'immagine. Ri- chiami sui metodi di rappresentazione geometrica. Applicabilitàe canplernentarietà del- le pro iez ion i ortogona I i. assonometriche e prospett iche ne I processo progettua le e ne I- la rappresentazione dell'idea architettonica. La prospettiva a tre punti di fuga.

3. Tecniche manuali dirappresentazione. I modelli formali e i processi di formalizzazione nell'architettura·e nell'u rbanistica.Categorie di modelli. strumenti. costruzione.accet- tabil itàoperativa. regolazioneed impi e g o delle soluzioni.

4. Tecnichee modalitàattuativedirappresentazione automatica in relazione ai div e r s i campi applicativi. Limiti diappticab i litàne l lvambit o edilizio-arch itetton ico. Il rilievo e la restituz ione figurativa mediante l'usode Ila fotogrammetria. aerofotogrammetr ia e degli elaboratori elettronici.

5. La rappresentazione nella progettazione esecutiva. La rappresentazione esecutiva come insieme di disegni riferiti alle varie fasi del processo di costruzione e alle variè cate- gorie di opere da affidare a esecutori diversi. Cenni sui metodi di rappresentazione e- secutiva ne Ile produz ion i industria I i.

6. Nozioni elementari sull'«lndustrial design».Orig ineed evoluzionedel design come scienza umana e razionale. Le tecniche rappresentative specifiche del «d es i g n o. La fi- nalitàdell'industriaidesign attraverso l'interpretazionedi rappresentazioni di oggetti semplici prodotti dal design. Cenni sul «g l o ba l design•• La rappresentazione di imma- gini che trovano espressione definitiva nella stampa. Cenni sul «gr a ph i c design ••

7. La rappresentazione ideografica mediante l'impiego di simbologie. Le tecniche reticola- ri per la rappresentazione preventiva di programmi produttivi nel settore edilizio. Il Pert.

Il «plant lay-out» come rappresentazione diagrammatica di soluzioni tecnico-distribu- tive di processi produttivi.Simbologie rappresentative della forma urbana e del territo- rio.

Le caratteristiche di int e rd isc ipl inarietà de I corso prevedono uno spec il ico coordinamento mediante consulenze ed interventi specialistici.

Verifiche del flusso didattico.

Il corsoè programmato in proseguimentoalle nozioni già ricevute in Disegno Ed i le.

con particolare attenzione a quanto viene trattato nelle discipline dell'Istituto di Archi- tettura Tecnica.

(5)

Esercitazioni.

a) A ppl icaz ion i graf iche in au la su tem i oggetti deI corso.

b) Ricerche personali. che non escludono eventuali attività di gruppo. su temi pre s ce lt i ,:

attinenti a Ico rs o .

cl Elaborazione di progetti semplicidi oggetti med iante l'allestimento di modelli formali e di prototipi nel Laboratorio di modellistica.

d) Visitea studi di sde siq ns e ad uffic i-progettodi organizzazioni specializzate.

/I materiale didattico vienemesso a disposizionedegli allievi attraverso una documenta'~ zionespecifica. annualmente aggiornata. distribuita per schedature antologiche complete di riferimenti bibliografici.

(6)

TECNOLOGIA MECCANICA per aeronautici e nucleari

Prof. R. IPPOLITO

Corso di laurea in INGEGNERIA AERONAUTICA

PROGRAMMA

Il PERIODO DIDATTICO

Parte I

La prima parte del corso a carattere prevalentemente propedeutico si articola sui se - guenti argomenti:

a) Elementi costruttivi caratteristici delle macchine utensili :cambi di velocità ed ele- menti di trasmissione;motori in corrente alternata; motori in corrente continua c o n cenni ai relativi azionamenti; pompe e motori idraulici; strutture e cenni alcomporta- mento dinamico delle macchine utensi li ;guide di scorrimento.

b) La struttura dei materialimetallici e cenni di teoria della plasticità.

Parte Il

La seconda parte del corsoè dedicata alle lavorazioni mec caniche con asportazione di materiale. I princ ipali argoment itrattati sono:

a) La teoria del taglio dei metalli:il pianodi scorrimento ed i concetti di scorrimento e deformazione del materiale staccato; le forze di taglio ed i I loro calcolo nel caso pia- no; estensione delle formule generali al calcolo delle forze di taglio nelle più comu- ni lavorazioni ad asportazionedi truciolo.

b)I materiali per utensili e la velocità di taglio:i principali materiali per utensili; le sollecitazion i del tagliente durante il taglio e cenno ai fenomeni d'usura; la formula di Taylor con le sue estensioni; il concetto di velocità di taglio economica; cenniai fluidi da taglio ; i principali materiali metallici usati nell'industria aerospazialee nu- cleare e il concetto di lavorabilità.

clLe principali macchine per la lavorazione con asportazione di materiale:il tornio pa- rallelo. il tornio a torretta; il trapano (se nsItivo,automatico a montante e radiale): la limatrice; la fresatrice (orizzontale e verticale); la rettificatrice (universale e per pia- ni).

Parte III

La terza parte èdedicata ad una breve analisi delle macchine utensil ia controllo nu- merico.necessaria per fornire all'allievo i concetti necessari alla comprensione delle ca- ratteristiche di funzionamento e d'impiego di questo moderno sistema produttivo .

Parte IV

La quarta parte del corso vuole fornire all'allievo una panoramica delle principali la- vorazioni per deformazione plastica dei materiali metallici. Essa si articola sui seguenti argomenti :

a) Il lavoro di deformazione e la resistenza dei materiali alla deformazione;

b) la fucinatura e lo stampaggio a caldo; c) l' e s t r us ione;

d) la trafilatura;

e) cenni alle lavorazioni sulle lamiere:tranc iatura, imbutitura. spinning: f) la v or a z i o n i ad alta velocità (H.V.F.).

Parte V

L'ultima parte del corso fornisce una breve panoramica dei nuovi metodi di lavorazio- ne (lavorazioni non convenzionali):

a) Elettroerosione

b) Lavorazionielettrochimiche

cl Saldatura con il Laser ed il fascio elettronico

d) Lavorazione per deformazione plastica ad alta velocità.

(7)

Il corso è integrato da alcuneesercitaz ion i pratiche d'officina nelle quali l'allievo prende contatto con le principali macchine ut e ns i l i universali e con i relativi utensili e .d a una seriedi lezioni-esercitazion iattinenti alla stesura dei cicli di lavorazione.

Per la buona comprensione del corso è indi s pe n s abi l e la conoscenza del DisegnoMec- canico.

TESTI CONSIGLIA TI

G.F.Michelett i -.11 taglio dei metalli. e «LeMacchin e utensili•• UT ET. Torino.

R.lppolito - eAppuntidi Tecnolog ia Meccan ica•• Levrotto & Bella. Torino. 1974.

R.Ottone - eMacchìne utensili a Comando Numerico•• Etas Kornpass ,

(8)

TECNOLOGIA MECCANICA per meccan ici

Prof. G.F. MICHELETTI

Corso di laurea in

INGEGNERIA MECCANICA

NOTIZIE GENERALI

I PERIODO DIDATTICO

Scopo del corso è lo studio delle lavorazioni dei metall

i

per asportazione di truciolo e per deformazion

e

plastica e delle macchine utensili utilizzate per tali lavorazioni. Nella prima parte del Corso è studiata la formazione del truciolo e sono illustrate le macchine utensili che lavorano per asportazione di materiale.

Nella seconda parte, introdotte nozioni fondamentali di plasticità, si analizzano i vari tipi di lavorazione a freddo e a caldo, illustrando le macchine corrisponden- ti.

È indispensabile la conoscenza del Disegno, inteso come primo contatto con gli organi elementari delle macchine (viti, ruote dentate, ecc.) e della Fisica Spe- rimentale (Cinematica, Dinamica e Termodinamica).

PROGRAMMA

- Teorie sulla formazionedel truciolo: modello di Pi is panen , di Merchant. ecc.

- Meccanica del taglio:forze e potenze di taglio. Calcolo approssimatodi tali grandez- ze.

- Materiali per utensili: requisiti, caratterist iche.confronti.

- Usura dell'utensile e sua dipendenzadalle condizionidi lavorazione. Calcolo della ve- locitàdi·taglioeconomica. Problemi connessi con la lavorabilità.

- Organi e componenti delle macchine utensili.

- Azionamento e regolazionedellemacchineutensili.

- Principali macchine utensili con moto rotatorio di taglio: torni. trapani. alesatrici.fre- satrici.

- Macchine utensili con moto rettilineo di taglio: l imatr i c i , pìa l latr ic i , s toz z atr iciibroc- c iatr ici ,

- Macchine utensili per lavorazionidi finitura: rettificatr ici , lappatrici.

- Macchine utensili per la lavorazione delle ruote dentate.

- Lavorazioni per deformazione plastica a temperatura ambiente: traf i latura , laminazione delle lam i er e .

- Lavorazioni sulle lamiere:tranciat u r a , imb ut i t ur a . piegatura. ecc.

Esercitazion i.

Si articolano in due settori:esercitazioni di aula. nelle quali sono svolti calcoli teo- rici connessi con problemi concernenti la formazione del truciolo.ed esercitazioni di la- boratorio, durante le quali gli allievi assistono e partecipano a lavorazioni su macchine ute nsiI i.

TESTI CONSIGLIA TI

G.F.Micheletti - eTecno loqia Meccanica: Il taglio dei metalli•• vol. I. e cT e c n o l o g ia Meccanica: Le macchine uterrsilia,vol. Il, UTET. Torino.

(9)

TECNOLOG

IA

MECCANICA per meccan

ici

Prof. RAFFAELLO LEVI

Corso di laurea in

INGEGNERIA MECCANICA

NOTIZIE GENERALI

I PERIODO DIDATTICO

Corsi propedeutici : '

Analis

i

Matematica. Disegno, Disegno Meccanico. Fis ica, Meccanica Raz

iona-

le,

PROGRAMMA

Taglio dei metall i ;studi teo r ici ed applicati. Aspetti mecc anic i e termi cidella forma- zione del truciolo e lo r ore la z i o n i con le prestaz ion i degli utensili.

Utensili per lavorazioni con asportazionedi truc iolo; caratteristiche e modalità diim- piego.

Elementi costitutividelle macchine utensili ;strutture. treni di co man d o , organi di re- golazione.sopporti di pezzi ed utensili.

Caratteristiche e campi di impiego delle principali macchine utensili a moto di taglio rotatorio e rettilineo per la lav o ra z i o ne di pezzi singoli. Collaudo dimensionale. Macchi- ne e principal i procedimenti di lavorazione a freddo per deformazione plastica.

Cicli di lavorazione per la produzione di particolari singol i da semilavorat i. Conside- razioni economiche sulle lavorazioni meccaniche.

Esercitazion i.

Studio di problemi specifici nel taglio dei metalli. Calcolo cinematico di cambi di ve- locità a ing ra na g g i e di semplici comandi idraulici. Stesura di cicli di lavorazione per la produzione di pezzi singoli.Elementi di metrologia di officina. Esecuzione di lavorazioni sulle principali macchine utensil i.

(10)

TECNOLOGIE AERONAUTICHE Pro!. LUIGI LOCATI

Corso di laurea in INGEGNERIA AERONAUTICA Il PERIODO DIDATTICO

NOTIZIE GENERALI (un'analisi più particolareggiata si trova nella Guida dello Stu- dente della Scuola di Ingegneria Aerospaziale).

Il Co rso si propone di illustrare all'allievo

i processi ed i materiali

usati nel- le costruzioni aeronautiche, intese in senso lato,comprendenti cioè motori, strut- ture, trasmissioni, su aeroplani, elicotteri etc.

Molte nozioni interessano anche progetti moderni non pienamente aeronautici, quali mezzi marini veloci, veicoli leggeri etc.

Esami propedeutici e consigliati.

Disegno meccanico (prop.]. Tecnologia meccanica [con s

i

q.}, Scienza delle Co- struzioni [prop.}, Tecnologie dei materiali (consig.).

PROGRAMMA

In una prima parte si ricordano iprocessi «classici" quali fonderia, lavorazione pia- sticaacaldo ed a freddo, lavorazione per asportazionedi truciolo, saldatura, etc. consi- derati sempre dal punto di vista dell'aeronautica (utilizzazione molto spinta).

In una seconda parte, si indicano i processi «s pe c i a li» (ad es. il « precision forgingl l'incollaggio etc. moltidei quali, nati per l'aeronautica,sono poi estesi ad altre branche produttive.

Per ogni processo si indicano i procedimenti di collaudo non distruttivo più adatti.

Per quanto lo consentono le limitazioni del Corso, si descrivono imateriali «nuovi».

quali acciai maraging, leghe leggere saldabili, titanio,.berillio. elastomeri, sostanze pla- stiche. ceramici. fibre e composit i.

In parallelo alla parte strettamente tecnologica. si descrivono particolari aspetti di comportamento dei materialiche'po t re b be r o essere affrontati presso altri Corsi ma che per i I momento non lo sono o lo sonoin modo in c o mp l e t o. ad esempio: fatica(con particolare riguardo ai componenti aeronauti c i l, resis t e nz a a I caricoins istente ad a Ita temperatura.

rottura differita,meccanica della frattura. resistenza all'usura, lubrificaz ione solida. sta- tistica, affidabilitànella durata a fatica etc.

Esercitazioni.

Nelle esercitazioni si sviluppano reali casi di verifica. in applicazione alle formule teoriche del Corso (fatica. creep, statistica).

TESTI CONSIGLIA TI

Dispense di Tecnologie Aeronautiche del 1967 completate da Complementi del 1973.

L. Locati • Levrotto & Bella. Torino.

(11)

TECNOLOGIE CHIMICHE INDUSTRIALI Prof. ROLANDO RIGAMONTI

Corso di laurea in INGEGNERIA CHIMICA

NOTIZIE GENERALI

I PERIODO DIDATTICO

Scopo del corso :

analisi e descrizione ragionata dei principali processi ch im i ci industriali. Attraverso a tale descrizione si mostra come si applicano i criteri ge- nerali del corso di Chimica Industriale.

Nozioni propedeutiche necessarie.

Oltre alle materie del biennio

è

utile conoscere: Chimica analitica, Chimica fisica, Chimica applicata, Principi di ingegneria chimica, Fisica tecnica,Chimica industriale.

PROGRAMMA

Argomenti trattati.

Principali industrie inorganiche. Industrie di produzione:dell'idrogeno. dell'azoto e dell'ossigeno; dell'ammoniaca. dei concimi azotati; dello zolfo. dell'acido solforicoe de- rivati; dei concimi fosfatici e potassici; del cloruro. del carbonato e de l l'Idros s ido di so- dio; degli alogenie loro derivati. Acqua dolce del mare. Processi chimici nell'industria nuc le are ,

Principali industrie organiche: lavorazione del petrolio e suoi derivati (benzine. lubri- ficanti. gas di petrolio liquefatti);etilene. olefine e derivati (alcoli. a lde idivcbetoniiepos- s id i,alogenoderivati); acetilene e derivati (aldeide acetica ed acido acetico. cloruro di v ini le , trielina) ; sintesi da ossido di carbonio e idrogeno (idrocarburi. metano lo, aldeide formica); grassi e loro derivati (glicerine. saponi.detergenti sintetici);zucchero. amido;

industrie fermentative; cellulosa e derivati; materie plastiche; fibre sintetiche; gomma;

composti aromatici del catrame e del petrolio;esplosivi; coloranti.

Esercitazioni.

Consistononella ese'cuz ione pratica di reazioni interessanti i processi chimici indu- striali. in laboratorio e sull'impianto pilota.

TEST! CONSIGLIA T!

Dispensedi Chimica Industriale - inorganica parte Il. organica parte Il - Ed. CLUT.

Girelli. Matteoli e Parisi - sTrattato di Chimica Industriale» - Vol. I e II· Ed. Zanichel- li. Bologna.

E.Mariani -eCh im ica Industriale ed Applicata» - Ed. UTET.

(12)

T E C N O L O G I E D E I M A T ER I A LI

(*) Prof.I.AMATO

Corso di laurea in INGEGNERIA MECCANICA I PERIODO DIDATTICO

NOTIZIE GENERALI

Il

corso si propone di fo rni r e le nozioni fondamentali sulle proprietà metallur- gichee tecnologiche e sui criteri di scelta dei materia li metallici impiegati nelle costruzioni industriali. Le nozioni impartite dal corso di Chi mica Applicata sono necessarie e propedeutiche per il corso di Tecnologie dei Materiali .

Il corso si articola su

4

ore settimanali di lezione e 2 ore settimanali di eser- citazione per quattro squadre.

PROGRAMMA

Le leghe industriali del Ferro - Il diagramma di stato Ferro-Carbonio - Influenza della velocità di raffreddamento sulla struttura degli acciai - Classificazione generale acciai - Accia i comuni ed acciai legati - Acciai da carpenteria comuni e speciali - Acciai da bo- nifica - Acciai per utensili - Acciaiautomatici -Acciaida cementazione- Acciai da n i- trurazione - Acciai per cuscinetti - Acciaiper molle - La corrosionedei metalli e gli ac- cia i inos si d abi li - Materiali metallici per impiegh i ad alta temperatura - La saldatura degli acciai - Saldatura degli acciai inossidabili - Classificazione generale delle ghise -Le

\ti;..

se - Allumin io e sue leghe - Magnesio e sue leghe - litanio e sue leghe - Rame e sue le- ghe - Zincoe sue leghe - Stagno e sue leghe - Piomboe sue leghe.

Esercitazioni.

Struttura cristallografica dei metalli - Metallografia ottica e microscopia elettronica - Prove meccaniche (trazione. resilienza. durezza. fatica.usura) - Prove non distrutt ive (ul- trasuonl, polveri magnetiche. liquidi penetranti. raggi X) - Prove di resistenza alla corro- sione - Prove tecnologiche (imbutibil ità. lavorabilità. aa ldab i lità},

TESTI CONSIGLIA TI

L.Matteoli - cC o r s o di Tecnologiadei Materiali1- Vol. I e Il - Levrotto& Bella. Torino.

L. Matteoli -cii diagrammadi stato Fe-C e le curve TTTI - Associaz ione Italiana di Me- ta lIurgia.

G. Guzzoni •cMet a li ur g i a e tecnologia dei materiali1- Etas Kompass.

A. Burdese - cManua le di Meta lIurgiat - UTET.

(*) Con l'entrata in vigore del nuovo Statuto il corso assumerà la denominazione di .Tec- nologia dei Materiali Metallicil.

(13)

TECNOLOGIE DELLE ALTE PRESSIONI E DELLE ALTE TEMPERATURE

Prof. VITO SPECCHIA

Corso

di

laurea

in INGEGNERIA CHIMICA

PROGRAMMA

Alta pres s ione ed alta temp eratura nei processi ch i m ic i . Rife r imenti nelca m p o organico e inorganico .Aspettichimico-fis ici del comportame ntodei sistemi alle alt e pressioni e temperature.

Criter i di sicurez za:esplosion i primarie e secondarie pe rfughe; ispezioni e prove sul- l'apparecch iatura e su ogni componente; barriera antiesplosione; valvole tarate; se- gnalidi allarme; controllo automatico.

Apparecchiature ausiliar ie : pompe per liquidi ; compressori per gas; valvole ; chiu s u re ; giunt i ;finestre di ispezione interna;alberi ed organi in movimento; isolamento delle connessioni elettricheper il riscaldamento.

Strumenti di misura delle alte pressionie temperature.

Scelta dei materiali:fragilità, fenomeni di fatica e di creep ;effetti dei gas ad alta pres- sione;comportame ntoalle alte temperature ;cause di rottura,

Aspetti relativi alla costruzione di recipientiad elevato spessore; taglio con particola- ri macchine,con cannello, con plasma;formatura delle lamiere; saldatura elettrica,ad arco sommerso, co n gas ine r t e ;as s e mb la gg i o dei componenti; rivestiment i protettivi (protezione dalla corrosione e dalle alte temperature superficiali) ; trattamenti post- sa Ida tura •

Criteri di dimensionamento: recipienticilindrici e sferici soggetti a pressione interna in regime elasticoed in regime elasto-plasticoe plastico (cenni).

Plasma:sintesi chimiche in corrente di plasma; reattori a plasma:tipie caratterist iche.

TESTI CONSIGLIA TI

R,W. N ichols -«Pressure vesse I engineering technology», Applied Sc ience Pu b Ii s he rs LTD, London. 1971.

E.W, Comings- «H igh pressure technology»,McGraw-H i Il - Book Company, lnc ,; N e w York, 1956. -

R.H.Wentorf .Jr, - «Modern very high pressure techniques», Butterworths, London 1962.

E.Jurzolla - «II ca l c o l o dei recipienti a pressione» - Libreria Cortina,Padova 1974.

IUPAC Publications c« H igh temperature technology »,3th International Symposium on High Temperature Technology, Asilomar, California, 1967 - Edito da Butterworths.

London.

. .'-

(14)

TECNOLOGIE ELETTROCHIMICHE

Prof. PAOLO SPINELLI

Corso di laurea in

INGEGNERIACHIMIC A

NOTIZIE GENERALI

Il Corso presuppone la conoscenza dell'El

ettroch im ica.

PROGRAMMA

Il PERIODO DIDATTICO

Il Cors o non prevede esercitazioni. Ven go no tr attati i seguenti.a rg ome nti:

Part eI - Ap pa recchia tureelettric he inte re s santi gli impia nti Elettroc h i mici.

Apparecch i di man ovra. di protezione.di re gola z ione. Conversion ede ll ' en e rgi a. din a - mo. rnutatorì, rad d ri z z at o r i alsili ci o . Strument idi misura. Rifasamento industrial e. Parte 1/ - Il circuito di elettro lisi.

Equazio n i generali per il dime ns i o namentodel l a sala di ele ttr o li si. Cos t itu zione edi- spo si zi o ne deglielettr odi . Mater iali el e ttr od i c i . Dia framm i .Sistem i di collegamento.

Parte 1/1 - Pr i nc ip a l i proc e s s idi elettrol i s i ind ustriale .

Galva nosteg ia .Ele ttrofo r ma z ione . La v o r azi on e elettroc himi c a de i metalli. Proc es s i .id roe lettro me t a llurgi ci: ra f fin a zi one del rame. produz ion edello zi nc o . Produ z ion e del nichel edel cobalto. produ zi one del cadmio. Elettrolisi delcloruro disodio in solu- zioneacquosa:produzione di soda caustica con il processoa diaframma. produzione.

disoda caustica con il processo a mercu rio. produzionedi ipoc loritì, cloratie pere lo- rati, Elettrolisi dell'acqua. Separaz ione dell'acqua pesante. Elett rol is i in sali fusi: produzione e raffi n a zi on e dell'alluminio.s od io, lit io.magnesio . calc io.titan io . Parte IV - Generator ielettroch im ic i .

Pile a secco. Pi le a combust ib i le. Accumulator i alpiombo .Accumulatori alca li n i .

TESTI CONSIGLIA TI

P.Gallone -«Tr attatc di Ing eg ne ri a ElettrochimicaD. Tamburini Editore.

A.T. Kuhn •«In d us tri a i Electrochemical Processes•• Elsevier Pub. Co.

(15)

TECNOLOGIE METALLURGICHE per chimici e.minerari

Prof , MARIA LUCCO BORLERA

Corso di laurea in INGEGNERIA MINERARIA

NOTIZIE GENERALI

Il PERIODO DIDATTICO

Il corso ha come scopo uno studio comparativo di alcuni tra i più significativi processi metallurgici per via ignea, idrometallurgica ed elettrochimica. Per una chiara comprensione della materia

è

indispensabile una buona conoscenza delle notizie imparti t e nei corsi di Chimica, di Fisica e di Chimica Applicata.

PROGRAMMA

Generalità - Principidi chimica analitica appl i cataai metalli ed ai minerali- Leggi chi- mico-fisiche e diagrammi di stato di int e re s s e metallurgico- Process idiriduzione per via ignea· Processi elettrochimici ed idrometallurgic i - Sistemidi arricchimentodei minerali e trattamenti preliminari.

Siderurgia - Minerali di ferro e loro requisit i per l'utilizzazione - Altoforno - Produzione dell'acciaio - Trattamenti termicidegli acciai - Ghise da getto, malleabili e sferoidali.

Metalli non ferrosi.

Alluminio - Metallurgia e cenno sulle principali leghe da getto e da trattamento termico.

Rame - Metallurgia per via ignea - Idrometallurgia - Lisciviazione - Ricuperodel rame per cementazione e per via elettrolitica.

Zinco - Processo per via ig nea e preparazione elettrolitica - Cenni sul ricupero del cad- mio e del germaniodai fumidi arrostimento delle blende.

Magnesio.Preparazione per via silicotermica e produzione elettrolitica.

Uranio - Processo classico per la produzionedell'ossido e del tetrafluoruro - Estrazione con solventi e con resine a scambio ionico.

Piombo -Minerali e loro requisiti per l'utilizzazione - Metallurgia al forno verticale e su suola - Raffinaz ione e disargentaz ione.

Esercitazioni.

Comprendono prove analitiche su minerali e leghe ed esami micrografici, rdntqenoqra- fici e tecnologici su materiali metallici.

TESTI CONSIGLIA TI Appunti de I corso.

A. Burdese -«M a n u a le d i meta lIurg ial , Ed. UTET.

G. Van Arsda le - «H y d ro me t a lIurgy of Base Metalsl, Ed. McGraw-H i Il.

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TECNOLOGIE MINERARIE

Prof.RENATO MANCINI

Corso

di

laurea

in INGEGNERIA MINERAR IA

PROGRAMMA

Il PERIODO DIDATTICO

Argomenti•

• Abbattimento delle rocce (macchine.mezzi e metodi per lavori di abbattimento con va- rie finalità. a giorno. sotterranei e subacquei)•

• Sondaggi e trivellazioni . Capitoli.

Abbattimentodelle rocce con impiego di esplosivi (esplosivi. loro caratterist ichee mo- didi im pi e g o;perforazione dei fori di mina;progettazionedi lavori di abbattimento mediante esplos iv i per coltivazione di cave. sbancamentf, scavo di canali. di galle- rie.di pozzi. coltivazione mine ra r ia sotterranea. erc.}.

Taglio al monte dimarmi.granit i. rocce ornamentali.

Abbattimentomeccanic o (senza impi e g o di esplosivi) in sotterraneo (ma c c hi ne pial latr i- ci e tagliat ric i.minatori continui.tunneler. macchine per la perforaz ione di fornelli e tc.),

Escavatori ed altre macchine per l'abbattimentoa giornodi ro c c e incoerentio poco coe- renti.

Draghe ed operazioni di scavo subacqueo.

Abbattimento idraulico. con fluidi in pressione.ed altri metodi speciali di abbattimento.

Sondaggi con finalità esplorative (sonde a·rotazione ed a percussione).

Trivellazione di pozzi per acqua.

Trivellazioni profonde perricerca e coltivazionedi idrocarburi ed altriminerali fluidi.

Esercitazioni.

Collettive: smontaggio. montaggio. rilievo di caratterist ichee studio meccanico di mac- chine per perforazione ed abbattimento.

Singole : ricerchesu temi particola ri (assegnate ai singoli alliev i )con stesura di rela- zioni scritte discusse successivamente in sede di colloquio (di norma. 3 colloqui lun- go i I corso).

TEST! CONSIGLIA T!

In mancanza di testo generale. vengono di volta in volta segnalati agli allievi testi da cui attingere per approfondire singoliargomenti.

(17)

TECNOLOGIE NUCLEARI

Pr of. CESARE MERLI NI

Corso d

i

laurea in

INGEGNERIA NUCLEARE

PROGRAMMA

Il PERIODO DIDATTICO

/I cors otratta l' e f fettode l l erad i a z ion i. la prot ez i one da ll e st e s s e e il progetto di co m- ponenti sottopost i a irra g gi am e nto .

Dopoun rich iam osull e radia zioni e la lorointe r azio ne con la materia sono anal izzat i gli effetti su l l' or g anis m o e. co n maggior dettaglio.suimaterial idi più comuneimpiego ne- gli imp i a nti .comb us ti b il i . struttural i e di rivestimento.La teoria dell'attenuazioneèsvol- ta come base al progettoe al ca l c ol o di verificadelle scherm ature :sono analizzati i ma- teriali perscherrnature,con particolare evidenza per lo schermotermico e quello biologi- co dei reattori. Gli altri aspetti della sicurezzadi un impianto. come l'apparecchiatura di rivelazione e dosimetria e come iIcontrollo degli effluenti e dei rifiuti sono brevemente cons iderati.

L'el e mentodi combustib ile è il componente più sollecitatodalle radiaz ioni :senecon- sid e r a in dettaglioiI progetto termomeccanico. onde pervenire alla dis trib uz lone delle tem- perature e delletensioninel combustibile. nella guaina e nell'intercapedine.Sono analiz- za t i i material i impi egati. Imetodi costruttiv i più recent ie comuni sono passati in rasse- gna ins i eme alle tecnichedimontaggioed alle prove di controllo.

Esercitazioni.

Le esercitazioni comprendono:

1) calcolo di una scherma tura per reattore termico ; 2) calcolo dello schermo di un reattore veloce; 3) calcolo delle tensioni in una guaina;

4) èal c o l o delle tensioni nel combustibile.

TESTI CONSIGLIATI

Sono disponib ili dispense riviste dal docente.

Altri testi:

B.I. Kelly -«Irrad iation damagetosolids•• Pergamon Presso 1966.

J.A.L. Robertson -sIrrad iat ion effects in nuclear fuels •• Gordon and Breach Science Pu- biìs h e r s , 1969,

Jii g e r - D r e s ne r -«Prìn clp le s of radiation protection engineering>. McGraw-Hill New York 1965.

C.O.Smith -.Nuclear reactor materials••Addison-Wesley. 1967.

A.R, Kaufmann -•Nuclear reactor fuel elements >. Interscientia. 1962.

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TECNOLOGIE SIDERURGICHE

Prof. G. PEROTTI

Corso di laurea in INGEGNERIA MECCANICA

NOTIZIE GENERALI

Il PERIODO DIDATTICO

Scopo del corso

è

di completare la preparazione degli allievi nel campo delle lavorazioni dei metalli senza asportazione di truciolo. fornendo nozioni per la de- terminazione dei cicli tecnologici e delle forze necessarie all'esecuzione delle diverse lavorazioni plastiche a caldo e a freddo. le quali costituiscono un passag- gio obbligato per l'elaborazione dei prodotti siderurgici greggi e semi lavorati. ed offrono soluzioni economicamente valide per ottenere vari tipi di prodotti finiti.

AI

fine di una buona comprensione della materia trattata sono da considerarsi propedeutici i corsi di «Metallurgia>} o di «Tecnologie metallurgiche» e quello di «Siderurgia». Sono utili le nozioni impartite nel corso di «Tecnologia Meccanica

».

PROGRAMMA

1) Cenni di teoria della plasticità e di meccanica delle deformazioni dei metalli.

2) Fucinatura. stampaggio.estrusione. Criteri di scelta dei processi. calcolo delle for- ze. analisi dei cicli tecnologici. macchine operatrici (magli e presse) e loro impiego.

Cenni di sicurezza sul lavoro.

3) Laminazione a caldo e a Ireddo. Cicli di lavorazione per l'ottenimento di semilavora- ti e di prodotti fin it i. calcolo delle pressionidi laminazione: treni per sbozzatura e per finitura. a due o più ciclindr i. Problemi di calibrazione.

4) Trafi latura , Geometria de Il 'operazio ne . ca Icolo de Ile forze. macch ine tralilatric i.

5) Fabbricazione di tubi. Pro cessi per estrusione e mediante impiego di laminatoio per- foratore.

6) Lavorazione delle lamiere: tranc iatura , piegatura. imbutitura e stampaggio.

7) Calcolo delle forze e studio degli sviluppi: stampi e matrici: cicli e tecnica dei pro- cess i. Macch ine operatric i.

Esercitazioni.

Il corso è completato da esercitazion irelative ari l ev a menti di forze di rica lc atura, laminazione e piegatura. da calcoli di pressionidi stampaggio. laminazione.estrusionee trafi latura. da misuraz ion i di deformaz ion i con mic r os c opi o e proiettore. da Il 'uso de I mi- croscopio metallografico. Ove possibile si effettuano visite integrative a stabilimenti.

TESTI CONSIGLIA TI

Sono testie dispense che trattino in gene rale delle lavorazioni a caldo e a freddo.

nonchè delle lavorazioni su lamiera.

17.

(19)

TECNOLOGIE TESSILI

Prof , FRANCOTESTa RE

Corso di laurea in INGEGNERIA CHIMICA Il PERIODO D IDA

rnco

NOTIZIE GENERALI

Scopo dell 'insegnamento:

studio dei principali processi tecnologici in cui si arti- cola la trasformazionedelle fibre e del filo in tessuto finito: i cicli di lavorazione e le necessità ambientali per il loro razionale svolgimento.

Relativamente agli esami propedeutici non si ravvisano esigenze specifiche.

PROGRAMMA

L'insegnamento si divide in tre parti princ ipali.concernenti. a grandissime linee. la formazionedel filato. la formazione di superficitessili piane. la nobilitaz ionedei filati e de i tessuti.D i c iascuna parte vengono i IIustrate le esigenze d i carattere tecnologic o che influenzano la progettazione di edific i industrial i tessi li.dalla struttura al Iavontvda l l Tl- luminazione al condizionamento.

Formazionedel filato: classificazione delle fibre - titolazione - stiro- torsione - tecnolo- gia della cardatura e della filatura.

Mescolatura. preparazione e filatura del cotone e delle fibre a taglio cotoniero.

Mescolatura. preparazione e filatura della lana e delle fibre a taglio laniero. sia nel si- stema pettinatoche ne I cardato.

Cenni sulla preparazione e filatura delle fibre vegetali minori (lino.canapa. juta.ecc.l, Cenn i su Ila trattura de Ila seta e su Ila filatura dei cascami d i seta.

Trattamentitessili ai cavi di filatura (tow) di fibre chimiche e ai fili continui artificiali e sintetici (taglio. strappo.tor c itura,testurizzazione. ecc .},

Tecnologia generale di tessitura:preparazione alla tessitura.descrizione dei pr inc ipali ti- pi di telaio - Vari sistemi per creare l'intrecc io - Tessuti a trama e catena.a maglia.non tessuti.

Rifinizione :classificazionee scopidelle principali operazioni - Fin issaggiodei tessuti la- nieri puri O in mista. dei cotonieri puri o.in mista.dei tessuti di fili sintetic i. dei tes- sutia maglia. dei non tessuti - Principali macchine di rifinizione.

Tintura e stampa:cenni sulle fasi del cicloe sullemacchine in cui si può compiere la tin- tura e la stampa.

Controlli tecnologici: cenni sulle principali prove (scopi.metodologia. apparecchiature.

ecc.) che sicompiono su fibre. fili e filati.tessuti.

Esercitazioni. Le esercitazioni consistono,alternandovisite e prove sperimentali presso aziende tessilie meccanotessili.e presso laboratori tessili pubblici e privati. nella ela- borazione pressoil Pol itecnicodei risultati sperimentali con lo scopo di svolgereuna orl- ginale mini·r icerca applicata.

TESTI CONSIGLIA TI

• Tecnologia de Ila fi latura, di Franco Testore - Ed. ELSA. 1975•

• Wool Science Review. by International Wool Secretariat • Londra.

- Bollettinidell'lnternat ionalTextile Service - Zurigo.

- Texti le Progress - Manchester.

- Journal of Textile Institute • Manchester.

(20)

TEORIA DEI SEGNALI

Prof,SERGIO BENEDETTO

Corso di laurea in

INGEGNERIA ELETTRONICA NOTIZIE GENERALI

Il PERIODO DIDATTICO

Descrizione.

Il corso di Teoria dei Segnali, che si svolge al Il semestre del III Anno, è pro- pedeutico all'indirizzo

e

Tetecomun icaz ioni

t

del Corso di Laurea in Ingegneria Elet- tronica.

Prerequisiti.

Per poter seguire con profitto il corso, è necessario che l'allievo sia in pos- sesso dei concetti fondamentali dell'elettrotecnica, e abbia familiarità con gli ar- gomenti del corso di Complementi di Matematica (in particolare serie e trasforma- ta di Fourier - Teoria delle distribuzioni).

PROGRAMMA

Il corso si propone lo studio delle principali caratteristiche dei segnali elettrici usa- ti per le Comunicazioni e l'analisi dei metodi per analizzarne le proprietà più importanti ai fini del progetto di sistema.

Nella prima parte del corso la teoria della trasformata di Fourier viene utilizzata per l'analisi spettrale dei segnali non casuali (deterministici).

Il nucleo centrale del corso si propone di sviluppare l'analisi dei segnali di tipo ca- suale (aleatori), dopo aver fornito le necessarie basi di calcolo delle probabilità e stati- stica. Si introducono in questa parte alcuni concetti di teoria della stima che verranno uti- lizzati nei corsi di indirizzo successivi.

L'ultima parte del corso riguarda i fondamenti della teoria dei sistemi lineari, con par- ticolare riferimento al filtraggio di segnali aleatori.

Esercitazioni.

Le esercitazioni occupano circa la metà delle ore complessive del corso;si propongo- no di mettere gli allievi in grado di svolgere con profitto itipi di problemi fondamentali per i corsi successivi dell'indirizzo «Telecomunicazioni. mediante l'iniziativa personale nel lavoro guidato dagli assistenti alle esercitazioni.

Esami.

L'esame consta di una prova scritta e di una prova orale. Durante l'anno viene propo- sto un compito scritto che esonera (in caso di esito positivo) dalla prova scritta di esame.

TESTI CONSIGLIA TI

E.Biglieri-V.Castellani-M.Pent - «Principi di Teoria delle Comunicazioni ••

In vendita presso la Libreria Editrice Levrotto& Bella. Torino.

(21)

TEORIA DEI SISTEMI

Prof , D.CARLUCCI

Corso d

i

laurea in

IN GEGN ERIA ELETTRONICA NOTIZIE GENERALI

I PERIODO DIDATTICO

Il corso è propedeutico di base per i corsi di

:

Controll i Automatici. T ec n i ca della Regolazione. Automazione.

PROGRAMMA

Il corso pres enta le bas iteoriche nece ss a r ie per l'anal i s idel comporta me n t o dei .,i- ste rni fi s i ci con partico lare riguardoai si ste mi di tipo in ge gn eri s ti c o .

I punti fondamentali del corso sono :

• la definizionematematicadi si stema dinam ico;

• le diverse rappresentazioni dei sistem i;

• l' ana l i s i approfonditadei sistemi lin ear i continui neltempo e discreti nel tempo;

• il ruolo dei modelli lineari nella descriz ion edisistemi reali;

• la teoria del la stab ilità localeeglobale. il metodo di Lyapunov;

• l'analisi delle propr ietàdi raggiungib il ità e osservabilità .

Il corso èa caratteretaor lco, le esercita zionivengono svolte in au l a e tendono a ren- dere familiareallo studente la scelta e la costruzionedei modelli matematici di sistem i fisici allo scopo di analizzarne le proprietà strutturali.

TESTI CONSIGLIA TI

S.Rinaldi •«Te o ri a dei sistemi»·Hoepli • Milano.

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TEORIA DELLE RETI ELETTRICHE Proff.M.SOLDI-M. BIEY Corso di laurea in INGEGNERIA ELETTRONICA

NOTIZIE GENERALI

Il PERIODO DIDATTICO

Il corso si svolge con una media di 8 ore settimanali. dicui 4 dedi cate alle esercitaz ion i. Per un agevole apprend imento

è

indi spensabi le la conoscenza degl i argomenti svolti nei corsi di Elettrotecnica edi Complementi di Matematir:a.

PROGRAMMA

Ret i RCLM; problemidi analisi edi sintesi. Componenti; risonatori idealie reali.Fun- zioni direte nel piano della pulsazione com p le s s a p;zeri e poli. Transitoriogen e ra le in una rete passiva. Studio grafico delle funzion idi rete;diagrammi ele me nt a ri di modulo ed argomento. Energetica dei bipoli in regime sino idalee cisoidale; le condizioni diatt u a bi - lità di Brune. Pro cedimenti elementari di sintesi dei b ipo l i , Bipoli puramenter eattiv i, RC.

RL; condizion i di attuabilità e sintesi. Sintesi nel caso generale;estrazione di poli e zeri sull'asse imma g i na ri o ; estrazione della resistenza minima; ci c li di Brune. Relazioni fra parte reale ed immaginaria. fra modulo e ar g o me nt o . Il problemadiapprossimazione; sua soluzione col metodo grafico. Sintesi di ampl ificatori con stadi di tipo semplice.

Doppi bipoli; gruppi di parametri che caratterizzano un doppio bipolo. Celle elementa- ri e loro collegamento in cascata. Accoppiamento diretto d i un generatore con un carico;

adattamento energetico e di uniformità. Inserzione di un doppio bipolo; formula di Zobel;

guadagno d'inserzionee suo valore massimo. La teoria dei filtri sulla base dei parametri immagine;doppi bipoli reattivi come filtri.Filtri passa basso;celle elementari a k co- stante e m derivate. Attenuazione d'inserzione di un filtro in banda passante ed in ban- da attenuata. Progetto d i un fi Itro. Adattatori.A tte nuatorì,

Condizioni di attuabilità di un coefficiente di riflessione e di un coeffici ente di tra- smissione. Sintesi dei doppi bipoli a resistenza costante. Attuazione in forma bilanciata o sbilanciata. con più celle in ca s c a t a . Egualizzatori di ampiezza e di fase. Sintesi dei bipolia partire dalla parte reale;relazione fra gli zeri della parte reale e last r u ttu ra del b ipo lo , Sintesi dei doppi bipoli reattivi ricondotta alla sintesi di un bipolo.Caso del dop- pio bipolo caricato da un lato solo. Filtri passa basso alla Butterworth o alla Cebisceff.

Caso del doppio bipolo caricato da entrambi i lati. Coefficiente di riflessione e di trasmis- sione. fattore d'inserzione e funzione caratteristica assunti come dato del problema di sin- tesi. Filtri passa basso alla Butterworth o alla Cebisceff. Altreso l u z i o n i del problema di approssimazione.

Esercitazioni.

Le esercitazioni consistono nella soluzione.da parte degli all iev i. di una seriedipro- blemi.di analisi e di progetto.

TESTI CONSIGLIA TI

M. Soldi -«Te o r i a delle reti elettriche•• vol. I e II. CLUT.

CvBeccar i, CvNa ldi, M.Soldi -.«Esercitazioni di Teoria delle reti elettriche •• CLUT.

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TEORIA E PROGETTO DEI CIRCUITI LOGICI

Prof. L. G I LLI

Corso

di laurea in INGEGNERIA ELETTRONICA

PROGRAMMA

I PERIODO DIDATTICO

Si stem i di num era zi o nee cod i c i . Operaz ioniaritmet ichefra num er i bin a ri.

Algebra boo l ea n a . Po stu lat ie teorem i. Espressioni not e v o li di una funzi o ne boo leana . Tavola di ver i t à e map pa di Karnaugh Minterm. imp l i c an t i princ ipa l i . implicant iessenz ial i.

Funzioni logiche fondamenta lied esempidi circu it i che le attuano. Esempi di ci r c u iti logicidi impiego comune nei sistem i numer ic i.

Semplificazione delle espressioni logiche:metodo delle mappe;cenni al metodo di Quine. Analis i dei circu it icombinator i:fenomeni transitori nei circuiti combinatori.

Copertu radi una funzione logi ca. Sintes idi circuiti comb inatori.Sintesicon reti NJlND e NOR. Realizza zion edi ci rcu it i combi n at o ri mediante fun z ioni comple sse.

Analis idicircu it i sequenz ial i asincroni.Tabella di.flusso. tabella delle transiz ioni.

di agrammadi stato. diagramma delle trans izion i.

Fenomeni transitorinei circuiti sequenziali:corse critiche. alee s tat iche , dinamiche.

essenzia I i.

Sintesidi circu it i sequenziali asincroni. Assegnazione delle variabili di stato.

Analisi di circuit isincroni. Modi funzionamento. Circuiti ad im pu ls i e circuiti sinc r o -

niz z ati . .

Sintesi di ci r cu it i im p ul si vi . Cenni alla loro trasformazione in ci rcui ti autoconcorren- ti. Impiegodei flip-flopnella sintesi dei circuiti impulsivi.

Struttura dei sistemi numeric idi elaborazione. La memoria centrale. l'un ità aritmet i- ca. l'unità di controllo. le unità periferiche. Cenni all'organizzazionedella memoria cen- tra le.

Esempio di un semplice sistema numerico e analisi del suo funzionamento.

Impostazionè formaledel progetto di un sistema numericocon i criter idella micro-pr o- grammazione.

Algoritmidi sintesidell'unità di controllo e dell'unità operativa per sistem i micropro- grammati. Cenno al problema delle unità periferiche.

Cenni ai problemi re lativ i ad un sistema automatizzato di progettazione automatica: la simulazione. la diagnostica. il collaudo. l'ingegnerizzazionee la produzione.

TESTI CONSIGLIA TI

1) Dispense sulla logica combinatoria.

2) L.Gilii -«A n a l is i e sintesi dei circuit isequenzialit - Levrotto & Bella. Torino.

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TEORIA E SVILUPPO DEI PROCESSI CHIMICI Prof , AGOSTINO GIANETTO

Corso di laurea in INGEGNERIA CHIMICA Il PERIODO DIDATTICO

NOTIZIE GENERALI

Vengono descritti i principali tipi di reattori chimic i e sono riferiti tutti i fe- nomeni che intervengono nel loro funz ionamento . Si i Ilustrano inf i ne

i

c r i t e r i di progettazione. Si considera propedeutico il corso di Principi di Ingegneria Chim ica.

PROGRAMMA

Bilanci: bilan c io di mater ia; bilancio dienergia ; bilancio econ omi co.

Ri ch iamitermodinamici:calcolo del ca l o re di reazione. Equilibri chimi ci. Energia libera.

Attività.Equazione di Van't Hoff.

Cinetica dei fenomeni fisici e chimici:richiamoai fenomeni di scam bi o di mater ia. ca lo - re e quantità di moto. Cinetica chimica. Gradodi conv e r s i o ne . Produzione. Produzione specifica. Resa.

Reattori omogene i is o t e rm i idea I i: equazio ne d i progetto. in presenza di reazio n i d i vario ord i ne . dei tipi dis conti n uo a tino.tubo lare,continuo a tino.semicont inuoa tino;reat- tori in cascata;proprietà e metodi di ca lc o l o analitici e grafici con alimentazione ini - ziale o variamente distribu ita. Reazioni complesse: consecutive. parallele ecc. Anda- mento delle reazioni nei predetti tipidireattori. resa e selettività. Confronto nell'im- piego dei varitipi di reattori. Ricerca delle condizioni di massima resa e di massima produzione. Influenza della ricircol azione dei reagent i non trasformat i . dell'eccesso e della concentrazione dei reagenti.

Reattori omogenei isotermi reali:effettivo grado di miscelazione . La funzionedi distribu- zione dei tempi di permanenza E(t). Studio del reattore tubolarecondispers ione longi- tudinale. Influenza di E(t) sul grado di conversione con particolare ri g u a rd o all'ordine della reazione. Segregaz ione.e miscelazione a livello molecolare.Calcolo della co n - versioneseguendo il modello della dispersione longitudinale.

Influenza del calore di reazione : influenza della temperatura di reazione sulla cinetica e sull'equilibrio.Considerazioni tecnologiche. Controllo delle temperature. Reattori mi- scelati e tubolari con scambiatoredi calore per eliminare il calore di reazione. Tempe- rature massime. Reattori adiabatic i.Reattori autotermici .Stabilità e sensitività. Scam- bio dicalore tra reagentie prodotti.

Sistemi eterogenei:reazione in una o più fasi. ovvero reazione all'interfaccia tra le fasi.

Influenza dei fenomeni di trasporto di materia nelle reazioni omogenee.Inf luenza dei fe- nomeni di trasporto di materia nelle reazioni eterogenee liquido/liqu ido. gas/liquido.

I iquido/solìd o , Influenza dei fenomen i d iffusiv i d i materia e ca lore i n un cataIiz z at ore poroso. Effic ienza de I c ata I lz z atore , Se lettività ,Reattor i autoterm ic icon reaz ion i eso- termichegas/solido. Reattori con catalizzatore a letto fisso e fluidizzato.

Il principio di similitudine nei reattori chimici: simi litudine geometrica ;similitudinemec- canica:s tat ica,cinematica.dinamica;similitudine chimica. Equazioni di cambiamento di scala.

Ottimazione dei reattori chimici:fine e mezzi dell'ottimazione; scelta del tipo di reattore.

della portata dialimentazione. della concentrazione dei reagenti. del modo di alimenta- zione. dei procedimenti di ricupero dei reagenti e della purificazione dei pr odottlvdel la pressio ne e de Ila temperatura di reaz ione. Metodi maternat ic i di ottimaz ione: con pro- grammazione dinamica. con la tecnica dei moltiplicatori di Lagrange. con ottimazione a gradini.

Reattorisperimentali per lo studio dei sistemi chimici.Reattori integrali e differenziali.

Reattori cromatograf ici.

Analisidei sistemi e dei processi.

Esercitazioni: 2 ore settimana li.

TESTI CONSIGLIA TI

H. Krarners , K.R. Westerterp - «E l e m en t s of Chemical Reactors Design and Operations» _ Nethermands Un. Press Amsterdam 1963.

M. Hlrnmetblau, K. Bishoff -«Process analysis and simulation »- John Wiley London 1968.

(25)

TERMOCINETICA Prof , BRUNO PANELL A Corso di laurea in INGEGNERIA NUCLEARE

NOTIZIE GENERALI

I PERIODO DIDATTICO

/I

cors o di Termocinetic a è

strutturato in modo da approfondire l'omonimo ca- pitolo della Fisica Tecnica, con particolare riguardo alla metodologia. e ha il fine di fornireallo studente in ingegner i a nuclearegli strumenti di base per poter af- frontare in modo rigoroso lo studio termoidraulico di un reattore nucleare.

A causa della general ità e del peso dato ai metodi per affrontare problemi di moto dei fluidi e di scambio termico ; il corso può essere consigliato anche a stu- denti di Ingegneria Meccanica e Aeronautica.

Comecorsi propedeutici si consigliano quelli di Analisi I e Il edi Complementi di Matematica, di Fisica I e di Fisica Tecnica.

PROGRAMMA

Il pro gr amma del corso di Termocinet ica comprende l'anal i si dei proc es s i di tra sferi- mento in massa.di ene r giae di quantitàdi mot one i fluidi con particolar e riferiment o ai fluidi usati come refrigeranti dei reattori nucleari di potenza. Viene inoltr e st u d iato i n profondità il problema della cond u z i o ne nei solidi. Dopo aver il l us t ra to le proprietà ter- modin am ich e e di tra sportodei flu idi edei so l i d i. è espos t a la me ccanica dei fluidi in as- senza d i cam po te rm ico .

Si fa unce n no ai probl em i inere nt i alla stati c adei fl u id ie quind isi esaminan o in pro- fond it à le eq uaz i oni di conserv azione dellamas s a . dell' e ne rgia edell aquant ità di moto dei fluidi in movim ento. Es s e ve ng o n o applica te alcaso dei cond ott i chi us i. sia per flui- di id ea li che pe rfl u id i viscos i :eq uazionidi Berno ulli e di Navi er-St o k es. Vi ene stud i ato a fondo il concettodi turbol enz ae la te or i adello st ra to limite. di cui siespongono i me- todi deI caIcolo deIlo spes s ore sia pe r.m ot o lam i nare che turbolento. Vengono illustrate le varie formulaz i oni per la dete rminaz ionedel profil odi veloc ità (fin o al profilo univer- sale di velo c ità) e delle cadute di pres s ione neico ndotti chiusi .

Nel moto dei fluidi in condizioni non isoterme viene approfondito il meccan ismo di tra- sferimentodel calore sia in moto laminare ch e turbolento. Vengono analizzati i modelli di Leveque. Gr aetz , Eckert per il moto la mi n are; i mod ellidi Reynolds. Prandt l, Von Kàrmàn e Martinell i per moto turbolen t o ch e pe rm ettono ladetermina zionesia del profilo di tem- peratura che del coeff i cient edisc ambio termic o.

Dopo un cenno all 'a na l i si dime nsi ona le . che si co ns id e ra già nota. si analizzan o le formu laz i oni più usate per il coe ffici en te di sc a mb io termico e imodi per aumenta rlo.

C'è un paragrafodedi cat o al l aconv ez io ne natu ra l e. Un paragrafo èdedi c a t o all o scam- bio term icodeimetalli liquidi. usa ti co me refrig erante nei reattori veloci.

Si studia in dettaglio la conduzione del calore nei solidi con particolare riferimento ai solidi generanticalore (tip ici dei reattori nucleari). Si analizzanoproblemi di condu- zione in geometrie complesse. come le ale tt e . e in condizioni bidimensionali e tridimen- sionali. stazionarie e non stazionarie. Si esaminano i metodi numerici per la risoluzione delle equazioni più generali della conduzione. Si fanno alcune applicazioni al progetto termoidraulico del nocciolo del reattore.

Eserc itaz ion i.

Lees e r c i t a z i o ni com prendo no la risoluz ionedi numerosi problemi sia di meccanica dei fluidi che di scambio termico.

TESTI CONS IGLIA TI

B. Pane Ila - «Lezioni di Termocinetica... CLUT.

G. Grosso - «Esercitazioni di Termocinetica»,CLUT.

Knudsen-Katz -«F l u i d Dynamics and Heat Tr ansier»,McGraw-Hili.

Eckert-Drake - «H eat and Mass Trans ter», McGraw-H i Il.

Carslaw-Jaeger -eConduct ion of Heat in Solids •• Oxf ord University Presso Boe Iter-Cherry-Johnson-Martine Ili ••No tes of Heat Transferl . McGraw-H i Il.

M.Curno -eElemerrti di Termotecnica del reattorel. Ed. C.N.E.N.

(26)

TOPOGRAFIA per civ

ili

Proff. GIUSEPPE INGHILLERI e CARMELO SENA

Corso di laurea in

INGEGNERIA CIVILE

NOTIZIE GENERALI

Il PERIODO DIDATTICO

Il Corso di Topografia

può ess

er e

considerato s

ia

com

e

corso propedeutico sia come corso che fornisce una preparaz

ione

per la comprens ione e l'esecuzione del- le tecn

iche

topografiche che affiancano l'opera dell

'ingegneria

civile.

I momenti in cui

,

l ' i ngegneria civile u

sa

il lavoro topografico

sono ess enz i a l-

mente due

:

il momento

in cui

l'ing

egnere

ch

i ede

al topografo document i metrica- mente va

lidi

per impostare la progettazione di un'opera, ed

i

l momento

in cui l'ope-

ra viene realizzata e collaudata. Qualunque ingegnere civile si trova quindi nella necessità di conoscere la tecnica topografica, es

eguita

di norma dai geometri.

Le conoscenze devono essere sol ide e approfondite nel caso della progettazio- ne e realizzazione di infrastrutture (strade, canal

i,

fognature, s

istemazion i

urbani- stiche, sistemazioni

idrau l i che, bonifiche, etc.), come nel caso di progettazione

e realizzazione e collaudo di strutture qual

i

le dighe, le condotte forzate, i p o n t i etc.: potrebbero essere meno solide e approfond

ite

se l'ingegnere s

i

limitasse al- la progettazione e realizzazione di semplici edif

ici.

La Topografia può essere consid

erata

sc

ienza

delle misure geometriche, e co- me tale potrebbe essere chiamata

«

Geometria applicata » . Essenzialmente le m i su- re geometriche, con

ri f er iment o al rilievo, sono le misure di angoli,

di distanze e d

islivelli.

Una parte del corso (strumenti e operazion

i

elementari di misura) è quin- di dedicata alla descriz

ione

e all

'uso

di strumenti e metodi che permettono queste misure.

Poichè un rilievo in generale consta di una serie di misurazioni e calcoli, in un'altra parte del corso (Metodi di ril

ievo

topografico) si descrivono le operazioni che conducono alla definizione di un ril

ievo.

Una parte più scientifica, ma essenziale, sono gli « Elementi d

i

teor

ia

de Il a combinazione della misura» in cu

i,

partendo dalla Statistica Matematica. si forni- scono i mezzi per una critica e un uso razionale dei risultati delle misu

re.

Così pure gli «Elementi di Geodesia»

impos t ano su una base scientif ica il pro-

blema del rilievo della superficie terrestre, ed introducono i concetti di base del- la rappresentazione cartografica.

Modernamente i I lavoro topografico di una certa entità viene svolto m e d i a n te la Fotogrammetria, di cui si forniscono i concetti ed i procedimenti essenz

iali.

Gli esami propedeutici rich

iesti

sono

:

Analisi Matematica I - Analisi Matematica

Il - Fisica I - Fisica Il e Geometria.

PROGRAMMA

Elementi di Geodesia. Campo di gravità terrestre; definizione della superficiediriferimen- to: geoide. sferoide, ellissoide terrestre. Sezioninormali.Teoremi della geodesia opera- tiva.Campo geodetico e campo topografico.

Calcolo delle coordinate di punti sull'ellisso ide terrestre.

(27)

Elementidi cartografia. Defo rmaz ioni de llecarte - Tipi di rappresentazioni.Equazioni dif·

ferenzi ali del le carte con f o rmi ed eq u iv a le nt i . Cartografia ufficiale italiana.

Elementi di teoria della com binaz ione delle misure. Elementi di statisticae calcolo dell e probabilità.Misuredirett e. Mi su re ind ir ette.Mi suredir ettecondizionate.

Strumentied oper az ion i dimisura. Mis uradi angoli azimutali e zen itali. Misuradirettaed ind i r ettade Iledis t a nze . Misu ra de Ile dist an ze med iante stru men tiad onde.Li ve lIaz ione ge om et r i ca.Livelli.

Metodidi rilie vo topografico. General ità sulle ret idei punti diap pog gio. Compensaz ion e dell e reti. Triangolazi on i.Met odidi inte rse z i o ne. Poli gonali. Livellazioni.Compensazio- ne delle reti di liv ella zion e.Riliev odei particolari .Sezioni. Celerimensura.

Elementi di Fotogrammetria. Prin cipi e fondamenti analitic i.Strumenti per la pre sa fot o- grafi ca.Apparat idi re stituz i on e.Orientamento interno di un fotogramma. Orientament o este rno d i una coppia di fot o gr amm i ste reosc o pici. Rest ituzio nefotogrammetrica .

Esercitazion i-.

Si hanno eserc itaz i o ni di tiponumeri co (calcoli ecompe nsazi oni di intersezioni. po- l iqonali,etc.)ed eserc i ta z i o n i di tipo strumentale (uso deitac heome tri, te od olit i,livell i.

strument i ad onde ; ri lie vi ed operaz i on i topografiche) .

TESTI CONSIGLIA TI

So la i ni-In gh ill er i - «To po g r a f ia» - Ed. Levrotto& Bell a. Torin o.

Inghill eri - «To po g ra fia Gen er al e»- Ed.UTET. Rayner-Schm idt -«Su rv ey i n g» - Ed.van Nos trand, Rich ardus -«Pr o j ec t survey ing»- Ed. North Holland P. C .

Manual of Ph ot og ra mmetr y - Ed. Amer i can Soci etyof Pho tog ramme t ry . Jordan- Egge rt-KneissI• «Hand b uc h der Vermessungskunde •• De Miche lis-Se n a - «Es e r c ita z io ni di Topograf i a ••

(28)

TOPOGRAFIA per minerari Prof. GIUSEPPE INGHILLERI Corso di laurea in INGEGNERIA MINERAR IA

NOTIZIE GENERALI

Il PERIODOD IDA TTICO

Il Corso fornisce agli all ievi gli element i fondamentali per il rili evo topografi·

co di opere minerarie, indispensabile , a normadi legge, sia per la conduzione dei lavori, che per la pianificazione degli aiuti nel caso di s ini s

tri ,

Sono corsi prope- deutici le Analisi Ma~ematiche,le Fisiche Sperimentali e la Geometria.

PROGRAMMA

Fondamenti geodeticide I ri I ievo topograf ic o - Elementi di Cartografia , Teoria statistico-matemati ca delle misuredirette e delle misure indi r e tte.

Strumenti e metodi perJa misura di angoliazimutali e zenitali, distanze e dis livelli.

Operazioni fondamentali planimetriche: int ers ez i oni, poligonal i,triangolaz ioni, trìlate- razioni.

Operazioni di livellazione.

Ce lerimensura.

Collegamenti dei rilievi a giorno con riliev i in sotterraneo.

Rile v amento magnetico.

Problemi di Topografia sotterranea.

Piani di miniera.

Esercitazioni.

Esercitazioni pratiche agli strumentied esercitazioni di calcolo. Le prime sono rela- tive all'usodei tacheometri, livelli ed all'esecuzione di operazioni topografiche. Le se- conde sono relative a calcolie compensazioni di int e rs e z i oni , poligonali, etc.

TESTI CONSIGLIA TI

Seguiti -«To po gr a f i a Minerariat - Ed. Sc ia tp i, Inghilleri • «TOpografia Generalet - Ed. UTET.

Solain i-Ingh iller i• «T opo g ra f i at Ed.Levrotto & Bella, Torino.

(29)

TRASMISSIONE DEL CALORE Prof. EVASIO LAVAGNO

Corso di laurea in IN G EG N ERIA NUCLEARE NOTIZIE GENERALI

Il PERIODO DIDATTICO

Il corso di Trasm i ssione del Ca lore

è

strutturato in modo da forni re agi i stu- denti in Ingegneria Nucleare i modelli interpretativi dei fenomeni connessi a Il o scambio termico ed al moto dei fluidi bifase ed i metodi per il calcolo termoidrau- lico dei circuiti di refrigerazione dei reattori di potenza. Il corso può essere con- sigliato anche a studenti di Ingegneria Meccanica e Chimica.

Come

corsi propedeutici

si consigliano quelli di Analis i Matematica. Fisi ca I.

Fisica Tecnica e Termocinetica.

PROGRAMMA

Il programma del cors oes t e nde l'an ali si de i pr ocess iditrasferime nt odi massa. di e- nergia e di quant itàdi moto. già svol t ane l co rso di Termoc in etica per i fl ui di monof ase . al casodel le miscelebifase ut ili zz atecome refrigerant i neireattorinucleari di poten z a.

La prima parte del co r s o tratta i problemi associ at i alla idrodinam ica dei fluidi bifa- se. Dopo aver descritto i caratteri distint iv idei vari tipi di moto esistenti nei defluss i adiabat ici ed iabat ici, ed av er forn i to i cr iter i per la loro indiv iduazione. si esaminano le equazionidiconserv az ione della massa. dell' energiae della Quantità di moto per i fluidi bifase al finedi valut are le cadute di pression e nei co nd ott i sia adiabatici ch e diabat ici.

Vengono presentat i imodelli an al i ti ci e le co rrel a zi oni empiri che per i vari tip i di mo t o del fluido.Questa prima parte comp re nd e ino l tre la trattazi o nedegli efflussi criti c ie del- l' instabil itàdei def luss ibifase.

La seconda partedel corso in i z i a con il ca pi t o l o dedicatoalla fenomenolog i a dell'e- bolliz ione sia nel caso di fluido stagnantech e nel caso di circolazione forzata. Dopo aver trattato gli aspetti fondamentali del fenomeno dell'ebollizion enuc le ata, sono presentati i modelli analitici e le correlazioni empiriche che interpretano i fenomenidella generazio- ne della fase gassosa e i meccanismi di trasmissione del calore associat i. Successiva- mente sono descritti i fe nomen iassociati alla crisi termica e Sono presentate le correla- zioniche consentono la previsionedell'evento, L'ultimo capitolo di Questa parte è dedi- cato ai fenomeni di scambio termico in u ltracr isi, .

Laterza parte del corso tratta i fenomeni di ins t a bi li t à termoidrau l icache si instau- rano nei cir cuiti sia nel caso di canale singoloche nel caso di canali in parallelo.

La quarta parte del corao presenta le caratteristichedello scambio termico a pressio- ni ipercritiche.

Nello svolgimento del programma vengono ino l t re descritti i me todle le apparecchia- ture utilizzati per la misuradelle grandezze·ca ra tt e r i s t i c h e della termoidraulica dei de- flussi bifase.

Esercitazioni.

Le esercitazionicomprendono il calcolo di un ci rcuitorefrigerante percorsoda una mi- scela bifase e prove pratiche di laboratorio.

TESTI CONSIGLIA TI

L.S. Tong - •Bai I ing heat transferand two-phase f lows- Ed. J.Wi ley & S.

M. Cumo - .E l e me nti di Termotecnica del reattore. - Ed. C.N.E.N.

G.F.Hewittand N.S. Hall-Taylor -sAnu lar two-phase f lows- Ed. Pergamon Presso

(30)

TRASMISSIONE TELEFONICA Prof. LUIGI BONA VOGLIA

Corso di laurea in INGEGNERIA ELETTRONICA

PROGRAMMA

I PERIODO DIDATTICO

Il corsotratta della realizzazionedi circ u i t i tele fonici su supporti fisici come line e aeree. cav i sotterrat i e sottomarin i. lasc iando a I corso di eSistem i d i Te lecomun icaz io- ne» la trattazione dei circuiti in ponte radio. La materia è distribuita in quattro ca pitoli fondamentali e cioè:

- Descriz ione statistica dei segnal i chenormalmentesi inv i an o su canali te lefonici e cioè segnale fonico. segnaledi telegrafia armonica. segnale dati. Per il segnale fonico. particolare cura è posta nello studiodei metodi dispon ibili per giudicaredel- la qualitàtrasmissivae dei limit ida porre alla degradazione della qualità.

Il - Descrizione e studio delle linee fisichedisponib ili ; loro caratteristichecostruttive e costanti elettriche conseguenti. Larghezzedi banda di frequenze ottenibili. Quan- to sopra per linee aeree in filo nudo. cavi a coppie simmetriche. cavi coassiali.

III - Studio delle possib ilitàdi coesistenza di più linee entro lo stesso cavo o sulla stes- sa arter ia aerea. Diafonie in funzionedelle frequenze in uso; metodi per ottenere la rid uzi one delle diafon ie.

IV - Costituzione di circu it ia frequenza vocale o a frequenza vettrice.L'amplificazion e a banda fonica e a larga banda. Il rumore di fondo di in t e rmod u l a z i one e da diafonie.

Sistemi con multiplexad allocaz ione di frequenza su linee aeree e cavi (12.e24 ca- nali su coppie simmetriche; 300. 960. 2700 e 10800 canali su cavi coassiali). Mul- tipiexe linee numeriche (PCM). I problemi di codifica allasorgente e di rigenera- zione sulla linea. Criteri di dimensionamento per linee FDM e PCM.

Esercitazioni.

Vengono svolte esercitaz ionidi due tipi. Le prime basate sul rilievo sperimentale di caratteristiche di organi trasmissiviche servono di base per una esercitazione di calco- lo; le seconde basate su calcoli da eseguire dagli allievi su problemi di carattere genera- le (per esempio calcolo del rumore di fondo e di intermodulazione su una linea coax, etc.),

TESTI CONSIGLIA TI

Dispense del corso. oppure:Possenti -eTe Iefon ia a grande distanza. (ed. Tamburini).

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