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La definizione dei value driver strategici è svolta mediante ricerche e analisi della letteratura di settore, congiuntamente ad interviste agli esperti dell’azienda

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Academic year: 2021

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La mappa è volutamente di carattere generale e attraverso opportune modifiche, come l’eliminazione di aree non inerenti all’analisi o estensioni per includere caratteristiche specifiche dell’organizzazione, diviene una check list di tutti i possibili impatti che le normative hanno sulle operations dell’azienda.

Pertanto l’impiego della mappa, correttamente modificata, consente di formulare le ipotesi di base per la conduzione della successiva fase volta all’individuazione dei value driver, mediante i quali si perverrà alla valorizzazione dei benefici derivanti dall’adozione delle normative.

Attraverso questa fase il gruppo restringe l’insieme iniziale di standard su cui approfondire l’impatto sulla creazione di valore e sceglie quelli ritenuti più rilevanti ai fini dell’analisi.

Parallelamente, le considerazioni che emergono durante l’analisi sono progressivamente integrate nelle Interview Guidelines di carattere generale fornite da ISO, adattandole allo specifico caso.

2.3.4 Step 3: Definizione e analisi dei value driver

I value driver sono l’insieme di fattori e variabili organizzative attraverso cui un’azienda riesce a generare il proprio vantaggio competitivo. La loro comprensione consente di identificare quali leve organizzative permettono all’azienda di perseguire la propria strategia e di regolare le operations di conseguenza.

Inizialmente la ricerca è condotta per identificare i value driver di carattere strategico, così da migliorare la comprensione della realtà aziendale ed approfondire i fattori che ne guidano l’orientamento e le scelte.

La definizione dei value driver strategici è svolta mediante ricerche e analisi della letteratura di settore, congiuntamente ad interviste agli esperti dell’azienda.

Successivamente la ricerca si orienta verso i value driver operativi specifici delle varie funzioni.

Le linee guida sviluppate da ISO (ISO Interview Guidelines) forniscono le indicazioni per la conduzione delle interviste, così da comprendere meglio i metodi e le prassi che regolano le attività delle funzioni. Il loro scopo è far acquisire al gruppo una visione di dettaglio dei valori su cui l’organizzazione crea il proprio vantaggio competitivo e che guidano le scelte e le attività aziendali.

Attraverso le interviste, gli analisti del gruppo raccolgono informazioni riguardo i punti di forza e di debolezza dell’azienda, nonché la sua struttura di costo, ed approfondiscono l’organizzazione delle attività interne alle funzioni in esame. Progredendo da una discussione più generale sull’attitudine aziendale verso la normazione e come essa è percepita all’interno dell’organizzazione, il team approfondisce la relazione tra gli standard e i value driver strategici, giungendo infine ad analizzare come lo strumento normativo influenzi le attività delle varie

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funzioni in esame.

L’elaborazione di tali informazioni e il loro progressivo affinamento, attraverso successivi incontri con i responsabili delle funzioni coinvolte, consente di giungere all’identificazione dei key performance indicator, che saranno impiegati nella successiva fase di analisi per quantificare i benefici derivati.

E’ da notare che l’insieme degli indicatori chiave cui giunge il team potrebbe non coprire tutte le possibili influenze degli standard, identificate al passo precedente mediante la Standard Impact Map. Però, se gli indicatori operativi sono scelti accuratamente, la loro quantificazione può essere sufficientemente significativa da dimostrare il grado con cui gli standard impattano sulle operations della compagnia.

2.3.5 Step 4: Quantificazoiine e consolidamento dei risultati

Lo scopo del progetto è la valutazione quantitativa dei benefici economici derivanti dall’utilizzo delle normative, misurati mediante gli indicatori individuati al passo precedente.

L’obiettivo è raggiunto in quest’ultima fase dell’analisi.

Il team, mediante interviste e/o workshop con il personale ed i responsabili delle funzioni sotto esame, cerca di valutare in termini monetari gli effetti degli standard, chiedendo agli intervistati di stimare quanto l’insieme normativo utilizzato in seno alla loro funzione contribuisce a ridurre i costi sostenuti o ad incrementare i ricavi prodotti.

La quantificazione dei benefici normativi è la fase più critica (e spesso più difficile) dell’intero progetto. Le principali difficoltà discendono dalla disponibilità d’informazioni inerenti le questioni trattate. La maggior parte delle aziende non dispone di dati specifici sugli effetti degli standard sulle proprie attività, da ciò discende che la gran parte delle stime sono svolte dagli esperti dell’azienda durante le interviste basandosi sulle proprie conoscenze ed esperienze.

Lo scopo finale degli incontri è la quantificazione in termini di EBIT (Earning Before Interest and Taxes – Risultato Ante Oneri Finanziari) dei benefici prodotti dalle normative applicate.

L’EBIT è l’espressione del risultato aziendale prima delle imposte e degli oneri finanziari.

Esprime il reddito che l’azienda è in grado di generare prima della remunerazione del capitale, sia esso capitale di debito o capitale proprio.

La scelta d’impiego di tale indice per valorizzare i benefici, deriva dal fatto che nel calcolo dell’EBIT la struttura di capitale e i tassi d’interesse non sono considerati. Attraverso l’esclusione delle spese legate a tasse ed oneri finanziari, elementi differenti per ogni realtà aziendale, l’EBIT consente di focalizzarsi principalmente sulla capacità dell’organizzazione di generare profitti, rendendo in tale maniera più agevole la comparazione con altre aziende.

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Determinati i benefici in termini di EBIT per ogni impatto rilevante, questi sono aggregati per ricavare il beneficio totale della compagnia. La quantificazione è svolta dapprima aggregando i valori per funzione e, successivamente, accorpando tutti i valori ottenuti.

Ricavato il beneficio totale l’analisi è conclusa ed i risultati sono riassunti nel report finale, secondo le indicazioni contenute nel Report Template fornito da ISO.

2.4 Il progetto

2.4.1 Il progetto pilota: “The Global Automotive Industry”

La metodologia per valutare i benefici economici delle norme consensuali è stata sviluppata da ISO in seguito ad un primo indirizzo da parte del Consiglio del 2009 e resa disponibile ai Membri nel mese di marzo 2010.

Il primo progetto pilota è stato incentrato su una serie di aziende del settore automotive. Per poter valutare l’efficacia della metodologia le aziende selezionate erano differenti per tipologia, dimensioni e posizione geografica (figura 2).

L’analisi si è focalizzata sulle funzioni aziendali e sulle tipologie di compagnie per le quali l’impatto degli standard è maggiore. Le funzioni aziendali sono: la Ricerca e Sviluppo, l’Ingegneria di processo, gli Acquisti e la Produzione. Le tipologie d’impresa sono: produttori automobilistici, fornitori, servizi assistenza, distributori e associazioni di consumatori.

Figura 2 – Distribuzione geografica e tipologie di aziende coinvolte nel progetto

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Nel corso della valutazione sono stati identificati attraverso le interviste alle compagnie circa 80 benefici specifici prodotti dalle norme.

Lo studio ha mostrato che, relativamente alla funzione di approvvigionamento, gli standard:

- aiutano il processo di riduzione della varietà di categorie di prodotto, con il conseguente beneficio sui costi;

- aiutano a rendere il processo di approvvigionamento più rapido e efficiente, agevolando anche la stesura dei contratti tra le parti.

I benefici per le funzioni di Ricerca e Sviluppo e Ingegneria di processo emersi includono:

- riduzione dei costi di ricerca grazie a materiali e parametri di prova correttamente definiti;

- riduzione dei costi di sviluppo prodotto proporzionale al divario tra gli standard interni all’azienda e le normative internazionali;

- riduzione dei costi di fornitura, derivante dall’innalzamento della capacità dei fornitori di rispettare gli standard concordati;

- riduzione dei costi di sviluppo prodotto legati all’adozione di standard di processo.

I maggiori benefici per la Produzione sono imputabili all’introduzione di standard di processo inerenti la qualità di prodotto. Tali standard hanno consentito una maggiore comprensione delle attività interne alle aziende e ciò ha permesso di creare rapporti d’integrazione e di collaborazione tra le differenti organizzazioni lungo la filiera produttiva.

Gli studi hanno dimostrato che i benefici economici prodotti dagli standard sono compresi tra lo 0,15% ed il 3%, in funzione del tipo di compagnia e di business unit esaminati.

Per una migliore comprensione dell’entità delle ricadute positive, i dati dei singoli studi sono stati aggregati per valutare il beneficio di settore. E’ stato stimato che le norme consensuali producono un guadagno annuo quantificabile tra i 38 e i 55 miliardi di dollari.

Il Progetto Pilota ha inoltre fornito un’indicazione valida sull’efficacia dell’ISO Methodology come guida per il processo di analisi dei benefici economici prodotto dall’applicazione delle normative.

2.4.2 I primi case studies

A valle della conferma della validità della metodologia attraverso lo studio pilota, ISO, nel periodo tra il 2010 e il 2012, si è posto l’obiettivo di avviare una serie di studi riguardanti una ventina di imprese provenienti da diverse regioni del globo.

In linea con quanto previsto dalla procedura della metodologia i progetti sono stati condotti mediante la stretta collaborazione tra il personale ISO, i membri dell’ente normativo della nazione di appartenenza dell’azienda selezionata e i rappresentanti di un’istituzione accademica

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opportunamente scelta.

I risultati di tali studi sono stati raccolti in due volumi, il primo pubblicato nell’agosto 2011 ed il secondo nello stesso mese dell’anno successivo.

La scelta dell’organizzazione a livello nazionale è stata lasciata al relativo ente di normazione sulla base dei seguenti criteri:

Azienda operante in un settore dove esistono e sono adottate norme volontarie;

Governance aziendale in buona relazione con l’ente normativo nazionale e che condivida le finalità dell’iniziativa consentendo l’accesso ai dati d’interesse.

Nella tabella 1 sono elencati i differenti settori di appartenenza delle 21 organizzazioni analizzate. Come intuibile, la maggioranza è costituita da aziende manifatturiere data la rilevanza storica delle norme convenzionali e pattizie all’interno di tale settore.

Settore Azienda Nazione di appartenenza

Agro-alimentare Chococam Cameroon

DanPer Truijllo Perù

Chimica PTT Chemical Thailandia

Edilizia e materiali edili

Lobatse Clay Works Botswana

PT. Wijaya Karya Indonesia

MAPEI Italia

Holcim Lebanon Libano

PPC Cement Sud Africa

Maga Engineering Sri Lanka

Elettrodomestici VINAKIP Vietnam

Trasmissione dell’energia Siemens AG Germania

Distribuzione alimentare NTUC Fairprice Singapore Condizionamento dell’aria Petra Engineering Giordania

ICT Nanotron Germania

Produzione di succo Juhayna Food Industries Egitto

Automazione industriale Festo Brazil Brasile

Tubature e sistemi di tubazione

Xinxing Iron Pipes Cina

Gerfor Colombia

PPP PSL Mauritius

Cantieristica navale Dalian Shipbuilding Cina

Distribuzione idrica SDE Senegal

Tabella 1 – Settori industriali e aziende analizzate nei case studies

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L’elenco più dettagliato delle funzioni aziendali , in cui sono stati rilevati i maggiori benefici nei vari studi, è riportato nella tabella 2. La tabella mostra che la funzione maggiormente analizzate sono: la Produzione, seguita dalle Vendite e dal Marketing, dagli Approvvigionamenti e, infine, dalla Ricerca e Sviluppo.

Le aziende esaminate vanno dalle piccole imprese con 25 dipendenti e ricavi annui di circa 4,5 milioni USD a multinazionali con migliaia di lavoratori e fatturati oltre i 2 miliardi USD.

I risultati, indipendentemente dalle dimensioni e dalla posizione geografica dell’azienda, hanno mostrato che le normative consensuali contribuiscono positivamente ed efficacemente alle attività aziendali. Gli effetti degli standard, identificati attraverso le analisi, possono essere suddivisi in tre principali categorie d’impiego:

Le normative possono essere adottate per migliorare i processi interni all’azienda, riducendo gli scarti ed i costi sostenuti, e incrementando l’efficienza della ricerca e sviluppo. Ulteriori incrementi di efficienza possono essere ottenuti mediante la riduzione di tempi e costi degli scambi con fornitori e clienti. La maggior parte degli studi ha fornito evidenza di questa tipologia di benefici, con una valorizzazione, relativamente al profitto lordo delle compagnie, compresa tra lo 0,15% ed il 5% del fatturato annuo.

Alcuni studi forniscono esempi di impiego degli standard come base per l’innovazione dei processi aziendali. In altri casi le norme hanno aiutato le organizzazioni a ridurre i rischi d’immissione di nuovi prodotti sul mercato nazionale e hanno incrementato l’adozione di tali prodotti da parte dei clienti. Gli standard hanno anche consentito di creare un modello di gestione comune che ha supportato il processo d’internazionalizzazione di alcune aziende.

Altri studi mostrano che le norme sono state impiegate come basi per lo sviluppo di nuovi prodotti e il loro inserimento all’interno del mercato, o in alcuni casi per la creazione di mercati prima inesistenti. In alcuni studi, i benefici hanno superato le aspettative degli analisti, raggiungendo un contributo nella creazione del profitto lordo delle aziende pari al 33% del fatturato annuo.

Mediante l’applicazione di standard condivisi un’azienda può essere capace di modellare o accedere a nuovi mercati. In tali processi le norme possono giocare un ruolo centrale nell’incrementare la fiducia dei consumatori riguardo la qualità offerta dall’azienda o nella sua capacità di mantenere costante, o al limite incrementare, tale qualità.

Gli studi hanno anche dimostrato che ponendo una particolare attenzione sulle norme convenzionali e pattizie le aziende possono disporre dei requisiti necessari all’accesso in segmenti di maggior rilevanza della catena del valore del proprio settore di appartenenza.

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