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2. DISCIPLINA DEL TERRITORIO PROVINCIALE

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Academic year: 2022

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presidente

ia n o U rb a n is ti c o P ro v in c ia le ia n o T e rr it o ri a le d i C o o rd in a m e n to

Assessorato Pianificazione Territoriale

Pianificazione Settoriale e Servizi di Pubblica utilità

Salvatore Cherchi assessore Guido Vacca

dirigente Palmiro Putzulu

Ufficio del Piano

2. DISCIPLINA DEL TERRITORIO PROVINCIALE

2 . 4 . 1 D i s c i p l i n a d i a t t u a z i o n e :

C a m p i d i p i a n i f i c a z i o n e c o o r d i n a t a

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Coordinamento generale e tecnico-scientifico Paolo Falqui architetto

Margherita Monni ingegnere Andrea Soriga geografo fisico

Dirigente

Palmiro Putzulu ingegnere

Responsabile del procedimento Sara Mucelli architetto

Ufficio del Piano

Pinello Bullegas ingegnere, Fabio Casule forestale, M.Grissanta Diana agronomo, Ubaldo Diana ragioniere, Sara Mucelli architetto, Marco Murtas geologo, Silvia Musa architetto, Ugo Piras ingegnere, M.Laura Tuveri architetto, Vittorio Uras geologo

Esperti e specialisti di settore Paolo Bagliani ingegnere

Mauro Erriu architetto Silvia Pisu geologo Patrizia Sechi biologo Gianluca Serra forestale Marcella Sodde ingegnere Daniela Tedde ingegnere Valentina Vargiu ingegnere Laura Zanini architetto

Valeria Atzori sociologo Elisa Fenude ingegnere

Carolina Guerra Fuentes sociologo Valentina Lecis naturalista

Maria Grazia Marras agronomo Alessandro Meloni economista Tamara Mura naturalista GianFilippo Serra ingegnere

Sistema informativo del Piano Roberto Ledda ingegnere Giuseppe Manunza ingegnere Cinzia Marcella Orrù operatore GIS Ulteriori contributi

Gianluca Castangia architetto, Francesca Etzi ingegnere, Giovanni Mandis naturalista,

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INDICE

Campi di pianificazione coordinata

Difesa del suolo... 2

Distretti Idrografici di valenza provinciale (Riu Cixerri, Rio Flumentepido, Rio Palmas)... 3

Recupero ambientale delle aree inquinate ...19

Recupero ambientale delle aree inquinate ...20

Tutela e valorizzazione ambientale ...23

Sviluppo della Rete Ecologica Provinciale ...24

Patrimonio storico culturale e del paesaggio...26

Rete integrata della ferrovia storica del Sulcis Iglesiente, delle risorse di presidio costiero e delle Città di Fondazione ...27

Rete della valorizzazione delle testimonianze del patrimonio minerario ...31

Rete dei Poli a densità storico-ambientale ...36

Rete dei presidi religiosi del Sulcis Iglesiente...39

Rete degli insediamenti rurali del Sulcis: medaus e furriadroxius...43

Rete Sentieristica del Sulcis Iglesiente ...45

Patrimonio agro-forestale e dell’agricoltura specializzata ...47

Ambiti agricoli di rilevanza provinciale...48

Pianificazione Forestale di Distretto ...51

Pianificazione Forestale Particolareggiata ...53

Insediamenti produttivi ...55

Sistema territoriale dell'Iglesiente Fluminese ...56

Sistema territoriale di Carbonia...59

Sistema territoriale della piana del Rio Palmas ...62

Sistema costiero del Sulcis ...65

Sistema della pesca e delle produzioni ittiche...68

Sistema delle produzioni agroalimentari del Sulcis ...70

Insediamenti turistico ricettivi...72

Anfiteatro del Sulcis ...73

Carbonia e isole sulcitane...81

Bacino metallifero ...90

Sulcis...99

Valle del Cixerri...106

Risorsa idrica territoriale ...112

Recupero e riuso delle acque usate...113

Infrastrutture per la mobilità...116

Sistema portuale integrato provinciale ...117

Gestione della risorsa energetica ...122

Produzione energetica da fonti rinnovabili...123

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DIFESA DEL SUOLO

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Distretti Idrografici di valenza provinciale (Riu Cixerri, Rio Flumentepido, Rio Palmas)

1. Descrizione e analisi dei processi

1.1 - Distretto idrografico del Riu Cixerri Informazioni generali

Distretto Idrografico

interprovinciale Sub-Distretto Idrografico Comuni Provincia Carbonia-

Iglesias Valenza

Riu Cixerri - Domusnovas, Iglesias, Musei,

Villamassargia, Carbonia Provinciale

Elementi costitutivi del Distretto

Corsi d’acqua: Riu De Fora, Riu Prete, Riu Forresu, Riu Arriali, Riu Su Spurgu, Genna Gonnesa, Riu Marraconi, Cixerri, Riu De Su Molenti, Riu De Su Terrazzu, Riu Loddiri, Riu Sega Sacqua, Riu Pranu Concas, Riu Su Canoni, Riu Matta Conti, Riu Figu, Riu Murtas, Riu Gibbara, Riu San Giovanni

Laghi, stagni e lagune: Punta Gennarta (L. Corsi), Bellicai e Monteponi Unità marino litorali: nessuna

Assetto fisico-ambientale del Distretto

Il Rio Cixerri scorre principalmente in una valle che prende il suo nome chiusa ad ovest dalle alture di Gonnesa, a nord dal massiccio dell’Iglesiente e a sud dai rilievi del Sulcis.

La valle è larga circa 8 km e lunga circa 30km e drena in direzione ovest-est per poi congiungersi nella pianura del Campidano. La valle pressoché pianeggiante ha altitudini massime non superiori ai 150 m. Il Rio Cixerri, un tempo il più importante affluente del Flumini Mannu è diventato un corso d’acqua autonomo, A seguito de lavori di bonifica dello stagno di Santa Gilla, infatti, il suo alveo è stato canalizzato e rettificato sfociando nella laguna con una foce indipendente.

Il Rio Cixerri nasce a sud della citta di Iglesias, raccogliendo le acque che scendono dal versante orientale dei Monti Corica (338 m) e Monte Oi (316m). La direzione di scorrimento si articola prevalentemente lungo la valle omonima per poi sboccare nella Pianura del Campidano. La prima frazione del bacino è quella fino alla confluenza con il Rio Arriali. La parte settentrionale è caratterizzata dal complesso carbonatico e quindi con scarso drenaggio superficiale e quindi con un ridotto apporto di afflussi, mentre la parte meridionale della valle, costituita esclusivamente da litologie metamorfiche scistose, è drenata da un consistente numero di affluenti. Nel successivo tratto a valle (bacino di circa 160 km2) che scorre nel territorio provinciale il Rio Cixerri scorre in un alveo anastomizzato, terrazzando il sottile materasso alluvionale e incidendo i sedimenti terziari vulcano- sedimentari. Qui, nella parte settentrionale, le litologie carbonatiche sono sostituite da rilievi di metamorfici scistosi cambro-ordoviciani le cui cime più rappresentative sono Pranu Cardu (692m) e Cuccurdoni mannu (911). Gli affluenti principali del Rio Cixerri in questo settore sono il Rio Forresu e il Rio de su Terrazzu; a sud lo spartiacque principale è costituito dall’allineamento di monti che va da Monte Rosas a Conca Arrubia, passando per Monte Orri e generando un reticolo idrografico dendritico che diventa subparalelo nella fascia pedemontana e di pianura. La fascia pedemontana è caratterizzata da una dinamica fluviale di reincisione e terrazzamento di antiche conoidi.

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Il Rio Cixerri prosegue il suo scorrere verso est nella valle per poi immettersi nella Pianura del Campidano.

Specifiche situazioni di problematicità legate al rischio idraulico

Iglesias: La parte orientale del territorio del capoluogo di provincia ricade all’intero del bacino idrografico del Rio Cixerri. In questo tratto di monte non sono state segnalate situazioni di pericolo e soltanto nell’area a sud di Guardia Su Ollastus, sono segnalate ampie aree a probabilità di inondazione fino a massima (PSFF). Qui il Rio Cixerri scorre tra i morbidi rilievi costituiti dai depositi arenaci della Formazione del Cixerri e su di un materasso alluvionale di scarso spessore. Le aree a massima probabilità di inondazione sono ubicate in prossimità del ramo ferroviario Villamassargia-Carbonia. La fascia perimetrata dal nuovo PSFF e che delimita le aree a probabilità da inondazione anche bassa ha una larghezza di circa 500m. Anche in questo settore il corso d’acqua originario è stato modificato, incanalato e rettificato.

Decisamente più rappresentato nel territorio di Iglesias è il sub bacino idrografico che fa capo al Riu Arriali. Tale corso d’acqua nacse dalla Punta Cuglieritano (658m) nei Rilievi a nord ovest di Iglesias drenando un bacino di notevoli dimensioni e caratterizzato, lungo il suo alveo, dalla presenza di due invasi, quello di Punta Gennarta, a nord di Iglesias e il lago Monteponi. Nel tratto vallivo, allo sbocco dagli ultimi rilievi collinari paleozoici, il Rio Arriali, scorre con direzione NW.SE. Il tracciato originario del Riu Arriali è stato sostituito da un canale artificiale. Dalla topografia si evincono le antiche linee di drenaggio e le pertinenze fluviali, ora invase da un persistente tessuto di abitazioni sparse. Tale fascia è perimetrata dal PSFF come area a probabilità di inondazione bassa. Il Riu Arriali, più a valle nel territorio di Villamassargia confluisce nel Riu Cixerri.

Musei: Il paese di Musei è ubicato su un terrazzo pleistocenico, con quote ben al di sopra della attuale idrografia superficiale. In quel territorio, l’idrografia superficiale è costituita da affluenti di sinistra del Rio Cixerri spesso poco incisi e con alvei di dimensioni estremamente ridotte che in caso di forti piogge risultano insufficienti. Le criticità riguardano principalmente le realtà abitative e produttive insediate nelle campagne. Sono da tempo conosciute situazioni di pericolo che hanno provocato l’interruzione di tratti di strade comunali e vicinali e che isolano, in caso di forti piogge, case sparse ed attività produttive. Sono situazioni che si ripetono con una certa frequenza e che sono in parte legate alla mancanza di manutenzione dei corsi d’acqua ed in parte all’insufficienza delle infrastrutture stradali.

A volte, come il caso del Rio Arixeddu, la modifica del tracciato dell’alveo può comportare fenomeni di esondazione. In prossimità dell’incrocio con la ferrovia, ad esempio, il Rio Arixeddu è stato deviato bruscamente creando un gomito innaturale nell’alveo ed il rio è stato costretto in un canale che scorre parallelo alla ferrovia. E’ stata di fatto creata una sorta di “cattura fluviale” artificiale che provoca, in caso di forti piogge, l’esondazione delle campagne a valle di quell’ansa non naturale del corso d’acqua.

Fa parte inoltre del territorio di Musei la parte settentrionale dell’area golenale del Riu Cixerri poiché il confine comunale con Villamassargia coincide con il l’alveo del corso d’acqua. Sono quindi possibili in tale tratto tutti i fenomeni di esondazione e che interessano in particolar modo campi coltivati e adibiti al pascolo.

Villamassargia: Il paese di Villamassargia è ubicato nella parte meridionale valle del Cixerri ed è costruito sui rilievi costituiti dall’omonima formazione del Cixerri e su dei terrazzi alluvionali di probabile età olocenica. Il territorio di Villamassargia è cartografato all’interno delle aree PAI; buona parte dell’alveo del Rio Cixerri infatti ricade nel territorio di Villamassargia. La nuova perimetrazione proposta dagli studi del PSFF ha indicato un area di pertinenza fluviale molto larga. Il tratto a monte dell’abitato di Villamassargia che scorre dall’intersezione con la linea ferroviaria e il centro abitato è stato oggetto di un inalveamento che ha modificato l’assetto dell’alveo originario, modificando le dinamiche fluviali.

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Nel PAI è segnalata come area a forte rischio il settore della stazione ferroviaria di Villamassargia. Anche in quel caso l’alveo è stato modificato, come appare evidente dalla morfologia, ed è stato soggetto in passato, ma anche di recente di numerosi episodi alluvionali. Un’area segnalata nel PAI come area a rischio idraulico Ri4 è l’alveo di Riu Arridori l’affluente di destra del Cixerri che sbocca nel Rio principale in località Prabetza compresa tra due terrazzi fluviali di età pleistocenica.

Le aree maggiormente interessate dal rischio idraulico ricadono al di fuori del centro abitato, interessando principalmente le infrastrutture presenti nell’area di pertinenza dell’alveo di piena.

Domusnovas: Il Paese di Domusnovas è costruito in parte su un terrazzo costituito da litologie paleozoiche e in parte su un terrazzo alluvionale, probabilmente pleistocenico situato sulla sinistra idrografica del Rio di San Giovanni. Proprio per questo la quasi totalità degli edifici del centro abitato è esclusa dalla dinamica fluviale attuale ed è al riparo da eventi alluvionali importanti. Il Rio San Giovanni origina dal massiccio carbonatico del Marganai ed è alimentato da una importante sorgente con portata di 70 l/sec. La cartografia PAI inserisce tra le aree a rischio idrogeologico l’area di pertinenza dell’alveo del Rio San Giovanni. Le strutture ritenute a rischio sono quelle ubicate nella periferia del paese a sudovest lungo la Strada comunale che unisce l’abitato con la SS 130.

Specifiche situazioni di problematicità legate al rischio da frana

Iglesias: Una delle situazioni a maggior rischio idrogeologico e che è riconducibile al rischio frana è quella dei fenomeni di sprofondamento. Tale problematica interessa un’ampia porzione di territorio del Comune di Iglesias nella Valle del Cixerri, ubicata tra la parte sudorientale del centro abitato e il Rilievo di Monte Ollastus, in territorio di Villamassargia.

Nel P.A.I. questo settore è perimetrato come area di pericolosità da frana molto elevata e a rischio frana elevato. La ZIR di Iglesias e la località Isca Sa Stoia sono perimetrale nel P.A.I.

come aree a rischio idraulico molto elevato.

Tali fenomeni sono riconducibili all’assetto geologico strutturale del sottosuolo in quell’area.

In buona parte di quel settore, infatti, il sottosuolo è costituito dalle formazioni carbonatiche paleozoiche (Formazione di Gonnesa), le stesse che affiorano anche lungo l’allineamento strutturale che dai rilievi di Orbai a sud della valle del Cixerri si ritrova a nord nel sovrascorrimento tettonico di monte Acqua, in territorio di Domusnovas.

Al di sopra dei litotipi carbonatici si trovano i depositi terziari della successione paleogenica e le coperture quaternarie. La presenza di formazioni calcari caratterizzate da un intenso carsismo e da una importante circolazione idrica sotterranea crea cavità nel sottosuolo provocando lo sprofondamento delle coperture soprastanti. Si tratta di vere e proprie voragini (sinkhole) che possono raggiungere il diametro di qualche decina di metri. La zona industriale di Iglesias, un tratto di circa 2,5 km della ferrovia Villamassargia-Carbonia e in genere l’abitato sparso sono i principali elementi esposti al rischio. E’ in corso lo studio di dettaglio nella ZIR di Iglesias per riperimetrare con maggior precisione le aree vincolate.

Nel territorio amministrativo del capoluogo iglesiente inoltre sono segnalate numerose aree di pericolosità da frana. I rilievi a nord a monte della cittadina mineraria costituiti dalle litologie carbonatiche della Formazione di Gonnesa sono caratterizzati da versanti acclivi da cui in passato si sono originati fenomeni franosi. La modificazione del territorio a seguito dello sfruttamento minerario ha lasciato scavi e discariche che hanno contribuito ad accrescere le cause predisponesti al dissesto.

Musei: Il territorio di Musei si sviluppa completamente su terreni pianeggianti e, per questo motivo, non sono state segnalate aree a rischio frana.

Villamassargia: Il territorio di Villamassargia è morfologicamente diviso in due settori. La parte settentrionale è caratterizzata dai depositi sabbioso ghiaiosi terrazzati olocenici della

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pianura alluvionale del Riu Cixerri e dalla fascia pedemontana costituita da conoidi pleistoceniche. Nella parte occidentale riaffiora il bedrock costituito dai litotipi carbonatici di Monte Ollastu. La parte meridionale del territorio comunale di Vilamassargia è costituito dall’allineamento dei rilievi arenaceo di Punta Predi Antiogu, Prabetza e dai rilievi carbonatici di Monte Scorra, Monte Rosas, Punta Is Ollastu, Monte Orbai e Monte Mesu. A sud del centro abitato sono da segnalare i rilievi andesitici di Monte Exi ed del più distante Monte Gioiosa Guardia.

Nel settore settentrionale pianeggiante, a sud del Monte Ollastus, sono segnalati 4 fenomeni di sprofondamento ascrivibili alle cavità carsiche del bedrock, costituito in quest’area dai litotipi carbonatici della Formazione di Gonnesa. Per i medesimi motivi il P.A.I. perimetra tutta la collina del Monte Ollastus considerandola area di pericolosità da frana e tutto il settore a nord e ad ovest del Monte Ollastus come area a rischio frana elevato.

Nel settore caratterizzato dai rilievi andesitici di Monte Exi e Monte gioiosa Guardia non sono segnalati fenomeni franosi. Da una attenta lettura della carta e dai rilievi effettuati in quella zona, però, si rileva una probabile pericolosità in prossimità dei versanti. Queste alture infatti sono costituite alla base dai litotipi arenacei e conglomeratici della formazione del Cixerri sormontate dalle competenti andesiti mioceniche. I versanti acclivi, l’erosione differenziale e l’intensa fratturazione delle vulcaniti causano crolli e ribaltamenti. Ne è testimonianza l’estesa coltre di detriti di versante che avvolge i rilievi.

Nel settore meridionale a nord di Monte Scorra sono state perimetrate alcune aree (P.A.I.) di pericolosità da frana e un settore caratterizzato da un fenomeno di sprofondamento.

Domusnovas: L’80% del territorio di Domusnovas è costituito di metamorfici paleozoiche cambro ordoviciane caratterizzate da carbonati e litologie scistose fortemente fratturate. La natura di queste rocce unite all’acclività dei rilievi possono causare fenomeni di dissesto dovuti al rischio di frana. Nel P.A.I. sono state segnalate numerose aree a rischio frana disseminate nel territorio. Da evidenziare in modo particolare l’area a ridosso della Grotta di san Giovanni costituita da pareti carbonatiche verticali e vecchi fronti di miniera abbandonata dove vengono segnalate anche dal progetto I.F.F.I. delle aree soggette a rischio di crolli/ribaltamenti diffusi. Altre aree indicate come a rischio frane elevato sono state segnalate in altre località del territorio comunale, le più important sono: Sa Duchessa de Pitzus, Punta Su Crabiolu, Sa Telluri, Punta Nebidedda, Su Corovau e Genna Ollioni.

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1.2 - Distretto idrografico del Rio Flumentepido Informazioni generali

Distretto Idrografico

provinciale Sub-Distretto Idrografico Comuni Provincia Carbonia-

Iglesias Valenza

Rio Flumentepido - Gonnesa, Carbonia, Iglesias, Portoscuso, S. Giovanni Suergiu

Provinciale

Elementi costitutivi del Distretto

Corsi d’acqua: Riu Ariena – Riu Perda Maiori – Riu Flumentepido – Can.le di Paringianu, Riu Is Corongius, Riu de Su parenteddu, Riu Anguiddas, Riu Perdaias, Can.le di Guardia, Riu de Terra Niedda

Laghi, stagni e lagune: Forru, Boi Cerbus

Unità marino litorali: Capo Altano, Porto Paleddu, Portoscuso, Punta S’Aliga Assetto fisico-ambientale del Distretto

Il Rio Flumentepido si origina nei pressi del Monte Santu Miai e dopo aver percorso circa 23 km trova sbocco nel canale di Paringianu. Il bacino idrografico ha una superfcie di 120,2 km2. Il maggior contributo in passato proveniva dalle sorgenti di Caput Acquas di Barbusi, che attualmente vengono captate direttamente in falda e sfruttate per usi civili. Riceve dalla destra idrografica gli apporti dei torrenti che provengono da Monti di Barega mentre in sinistra idrografica va menzionato l’apporto del canale Peddori.

Il Distretto comprende l’esteso sistema costiero che va dalla baia di Portopaleddu, a nord dell’abitato di Portoscuso, fino alla lingua sabbiosa di Punta Trettu a sud. Il sistema appare piuttosto eteregeneo e complesso nei caratteri morfologici, che derivano da un insieme di fenomeni geostrutturali e vulcanici impostatisi nel Terziario, su cui sono sovraimpressi i fenomeni geodinamici e geomorfologici del Plio-Quaternario, che hanno delineato un litorale di costa bassa e prevalentemente detritico-sabbiosa, movimentata dalla presenza di importanti sistemi lagunari e zone di impaludamento, frecce litorali sabbiose e modesti campi dunari.

La costa bassa trova un certa continuità altimetrica verso l’entroterra nei bassi morfologici di impostazione tettonica, occupate da estese piane alluvionali pleistoceniche e olocenico- attuali, da superfici subpianeggiati dei depositi colluviali frammisti ai detriti eluviali e alle coperture sabbiose di origine eolica che limitano gli scarsi affioramenti rocciosi di vulcaniti piroclastiche oligo-mioceniche. Nell’insieme i processi di evoluzione litorale risultano controllati dalle dinamiche delle correnti sottocosta che danno forma alle frecce litorali di Punta Trettu e Punta s’Aliga, propaggini sabbiose allungate verso sud che racchiudono ampi sistemi lagunari. Questi ultimi rappresentano ambienti di transizione, in termini di scambio energetico e detritico, tra i processi alluvionali dei corsi d’acqua immissari, come il Rio Perdaias e il Rio Paringianu, e la dinamica marino-litorale, risultando particolarmente sensibili a qualunque modificazione o alterazione, anche minima. L’origine morfogenetica di questa piana costiera è messa in relazione con i processi di sprofondamento di tutta la piana marino-litorale da Portoscuso al Golfo di Palmas, con un sistema di horst e graben della neotettonica plio-quaternaria e presumibilmente ancora in attività, sovraimpressa su antecedenti direttrici strutturali oligo-mioceniche e contemporanee agli eventi magmatici calcoalcalini. I processi litorali risultano, soprattutto in questo settore, sovrapposti e interagenti con le dinamiche continentali, che sviluppano intensi ed estesi processi di trasporto e sedimentazione di materiali detritico-alluvionali ad opera delle acque incanalate. I

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sedimenti coinvolgono direttamente l’area marina-litorale, dando luogo a fondali poco profondi e debole pendenza (circa 0,2% fino alla batimetrica dei –5 m), per i continui apporti di depositi limoso-sabbiosi e limoso-argillosi distribuiti in estese barene o in delta sommersi che, dallo sbocco dei più importanti corsi d’acqua, sono progradanti verso l’area più strettamente marina. Il colmamento delle piane interne si completa con i processi di dilavamento sui versanti vulcanici che favoriscono la formazione di ampie conoidi colluviali limoso-sabbiose e limoso-argillose che si raccordano con le piane alluvionali o che si sovrappongono in parte alle aree di aspersione delle sabbie eoliche, talvolta deposte in morfologie di dune embrionali. I potenti banchi di sedimenti quaternari e la strutturazione tettonica hanno una notevole importanza anche per lo sviluppo degli acquiferi e l’idrodinamica delle falde sotterranee. La successione sedimentaria termina generalmente con la copertura di depositi argillosi che determinano quasi ovunque condizioni di falde in pressione nei sottostanti acquiferi. Anche se non è ben conosciuta la potenzialità degli acquiferi presenti, per la complessità dell’idrostruttura areale e verticale e per la presenza di numerosi pozzi a servizio della Zona Industriale di Portovesme e subordinatamente per usi agricoli, è presumibile che le falde abbiano importanti relazioni con le zone umide costiere o con quelle più interne, in termini di scambio idrico e alimentazione. La presenza delle Zona Industriale ha determinato spesso usi conflittuali delle risorse con la loro naturale evoluzione, attraverso interventi di bonifica idraulica, canalizzazioni importanti e scarico di reflui, intensi emungimenti delle falde, stoccaggio e messa a dimora di scorie industriali, non sempre con tecniche appropriate al contesto geomorfologico e ambientale, comportando irreversibili alterazioni geomorfologiche dei corsi d’acqua, variazioni idrodinamiche degli acquiferi fino alla compromissione delle risorse stesse sia in termini quantitativi che qualitativi.

Quest’ultimo caso rappresenta uno degli aspetti più importanti per l’intensità e l’estensione del fenomeno, che ha comportato elevati rischi ambientali, per l’inquinamento dei corpi idrici costieri e continentali, dell’atmosfera, dei sedimenti lagunari, palustri e alluvionali, determinando elevati tenori in metalli pesanti, soprattutto di zinco, cadmio e piombo, con l’attivazione di fenomeni di bioaccumulo nelle faune e nelle biocenosi vegetali soprattutto delle zone lagunari. Non meno rilevanti le modificazioni dell’assetto geomorfologico della linea di costa e degli alvei dei corsi d’acqua, che hanno comportato variazioni sull’intensità e direzione delle correnti di deriva litorale, delle portate solide e liquide delle acque incanalate con ripercussioni negative dirette sul bilancio sedimentario dei sistemi lagunari e litorali.

Specifiche situazioni di problematicità legate al rischio idraulico

Portoscuso: Le principali emergenze sono considerate quelle legate al rischio di frana. I tagli stradali della S.S. 108, denominata più comunemente “Panoramica”, sono costituiti da pareti verticali da cui spesso si staccano porzioni di roccia che invadono la sede stradale. Si tratta di pareti costituite da una alternanza di formazioni vulcaniche in giacitura pressoché orizzontale, con caratteristiche litologiche differenti e fortemente fratturate. Il rischio per gli autoveicoli che transitano su quella arteria è legato al ribaltamento e al crollo di grossi blocchi.

Oltretutto la sede stradale presenta sconnessioni legati principalmente ai terreni su cui è costruita. Dal rilievo in campagna e da una attenta osservazione della topografia in carta si riconoscono segnali di una dinamica di frana che coinvolge, nell’area a valle del tracciato stradale, il substrato. Un corpo di frana marcato da una contropendenza evidenzia queste dinamiche in località Guroneddu. Questi fenomeni sono presenti anche nel confinante territorio di Gonnesa. La messa in sicurezza della strada, ed in particolare delle pareti verticali, è inserita nell’elenco degli interventi posti all’attenzione della Regione dall’Amministrazione provinciale.

Da segnalare inoltre che la redazione del nuovo Piano Stralcio delle fasce fluviali (PSFF) ha indicato l’alveo del Rio Flumentepido come area a probabilità di inondazione bassa (Tr ≤ 500 anni). Si tratta di un rio importante nel territorio provinciale che ha un bacino idrografico di estensione maggiore di 100 kmq e che ha la caratteristica di sfociare nei pressi dell’area

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industriale di Portovesme dove si immette nel canale consortile di Paringianu. Anche per questo corso d’acqua la Provincia ha richiesto finanziamenti per la messa in sicurezza ed il ripristino delle funzionalità idrauliche.

Specifiche situazioni di problematicità legate al rischio da frana

Portoscuso: Al confine con il territorio di Gonnesa, lungo la S.P. n. 108 panoramica per Portoscuso, si riscontrano gli stessi fenomeni di dissesto già evidenziati per il settore costiero del Distretto Idrografico n. 4 (Rio di Gonnesa - Sa Masa). Sono due le principali dinamiche in atto: la prima riguarda il distacco di grossi blocchi dalle pareti del taglio stradale e che cadendo invadono la sede stradale e la seconda riguarda i fenomeni di scivolamento rotazionale e di instabilità delle formazioni vulcaniche su cui fonda la strada. La S.P. 108 è costruita a mezza costa sul fianco settentrionale del rilievo tabulare in località S’Accorrru su una successione di formazioni vulcaniche costituite da lave riolitiche saldate, ignimbriti e tufi con caratteristiche litotecniche assai differenti. Tale differenza unita alla intensa fatturazione e all’esposizione a maestrale è causa scatenante dei fenomeni. In particolare la strada fonda su materiali meno competenti ed già in un recente passato è stata oggetto di interventi di stabilizzazione. Alcune decine di metri al di sotto della sede stradale è ben evidente un antico scivolamento rotazionale in cui si nota ancora il corpo di frana e la caratteristica contropendenza.

Carbonia: In territorio di Carbonia sono stati segnalati dal progetto IFFI fenomeni gravitativi nelle pendici dei rilievi di Corona sa Craba e Serra Lurdagu nel settore a nord della città, tra Barbusi e Carbonia. Le pericolosità sono da addebitarsi alle caratteristiche geologiche e geomorfologiche di quei rilievi, costituiti da quarziti intensamente brecciate e fratturate.

Queste marcano una grossa struttura tettonica che sovrappone i litotipi carbonatici della Formazione di Gonnesa sui discordanti scisti della Formazione di Monte Argentu. Per la loro competenza, le quarziti danno origine a versanti con forti pendenze che in concomitanza con la notevole disomogeneità litologica e la presenza di diffuse discontinuità originano dinamiche gravitative riferibili a crolli e ribaltamenti di grossi blocchi. A riprova di ciò sul versante sono presenti grossi trovanti di quarzite provenienti dalle parti alte del rilievo. Il settore più elevato del versante è segnalato nella cartografia IFFI come “area soggetta a crolli e ribaltamenti diffusi”, mentre la parte di valle è stata classificata come “area a frane superficiali diffuse”. Parte dello stesso versante continua nel confinante distretto idrografico n. 7 del Rio san Milano, in cui si rinvengono le stesse dinamiche gravitative

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1.3 - Distretto Idrografico del Rio Palmas Informazioni generali

Distretto Idrografico

interprovinciale Sub-Distretto Idrografico Comuni Provincia Carbonia-

Iglesias Valenza

Monte Prano Narcao, Perdaxius, Nuxis, Villaperuccio, Tratalias. Giba,

Piscinas, Santadi, Teulada, Carbonia Provinciale Rio Palmas

Santa Caterina - Porto Botte

Tratalias, S. Giovanni Suergiu, Sant'Antioco, Giba, Masainas, S.

Anna Arresi Provinciale

Elementi costitutivi del Distretto Sub-Distretto di Monte Prano

- Corsi d’acqua: Riu Mannu Santadi, Riu Baseddori, Riu s'Ega, Riu Arrosu, Riu S.Lucia, Riu Murtas, Riu Canne, Riu Cannedu, Riu Muregu, Riu Siriddi, Riu Naniechi, Riu Cresia, Riu Baccu Mannu, Riu Piscinas, Riu Gutturu Ponti, Riu Sega Funtana, Medau Bacciu, Riu Tanca Beccia, Riu Monte Orco, Riu Garamala, Riu De Sa Viura, Riu Palmas

- Laghi, stagni e lagune: Bau Pressiu, Monte Pranu - Unità marino litorali: nessuna

Sub-Distretto di Santa Caterina – Porto Botte

- Corsi d’acqua: Riu Sarnagiu, Riu Grabiolu, Rio Fonnesu, Riu Mitza, Riu Corrovotus, Riu Marmuri, Canale Adduttore, Riu Palmas

- Laghi, stagni e lagune: Mulargia, Santa Caterina, Saline di Sant’Antioco, Porto Botte e Baiocca

- Unità marino litorali: Santa Caterina, Porto Botte Assetto fisico-ambientale del Distretto

Il Bacino idrografico del Rio Palmas ha un’estensione di 460,6 km2. Se si considera il Riu Mannu di Narcao come ramo principale, il corso d’acqua nasce nei pressi di Monte Orri (722 m) dopo un percorso di circa 40 km e sfocia nei pressi di porto Botte.

In realtà il Rio Palmas è il risultato della confluenza di diversi corsi d’acqua: il Riu Gutturu Ponti, Il Rio Mannu di Narcao, il Riu Mannu di Santadi ed il Rio di Piscinas. Da un’osservazione generale della morfologia del bacino si riconosce una struttura “ad anfiteatro” con due principali fasce, una più esterna, costituita da un reticolo dendritico in litologie metamorfiche, ed una più interna, caratterizzata da un reticolo angolato da ricondurre alle valli quaternarie impostate ai bordi dei depositi vulcano sedimentari oligo miocenici.

Per conformazione e complessità geologica il bacino principale è preferibilmente divisibile in bacini tributari. A valle della confluenza dei corsi d’acqua tributari è stato realizzata la diga di Monte Pranu. L’invaso, progettato nel 1933 allo scopo di regolare le piene del Rio Palmas, è stato realizzato tra il 1948 e il 1951 ed ha una capacità utile d’invaso di circa 50 milioni di m3. I tre corsi d’acqua tributari sono:

- il Riu Gutturu Ponti: è lungo 14 km, nasce dai rilievi a nord-ovest di Terraseo e drena un bacino idrografico di 76,6 km2. Nella parte più settentrionale presenta un reticolo prevalentemente dendritico riconducibile alle litologie scistoso-metamorfiche su cui è

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impostato. Nella parte valliva, più meridionale, il reticolo diventa angolato perché caratterizzato dai fondovalle dei rilievi costituiti dalle litologie vulcaniche e tabulari oligo mioceniche. Il reticolo idrografico del subbacino del Riu Gutturu Ponti è convergente.

- il Riu Mannu di Narcao: è lungo 31,5 km2 dal Monte Orri, dove origina, fino al lago di Monte Pranu e drena un bacino di 268 km2. Il suo affluente principale è il Rio Mannu di Santadi. Il Rio Mannu attraversa il territorio comunale di Narcao, ricevendo le acque degli affluenti di destra che drenano i rilievi scistosi e carbonatici del settore settentrionale del bacino (Riu Cannedu, etc) e gli afflussi in sinistra idrografica dei rii che drenano il territorio di Nuxis. Il Rio attraversa il centro abitato di Villaperuccio ricevendo, un chilometro più a valle, gli apporti del Riu Mannu di Santadi. Il corso d’acqua si immette poi nell’invaso della diga di Monte Pranu.

- il Rio Piscinas: un tempo affluente del rio Mannu di Narcao, oggi è tributario del lago di Monte Pranu. Il corso d’acqua, lungo 24,4 km, nasce tra i rilievi del monte Culurgioni e di Prantas Ladas, scorre seguendo la direzione SE-NO attraversando il territorio comunale di Piscinas e di Giba, prima di immettersi nell’invaso di Monte Pranu. Il bacino idrografico del Riu di Piscinas ha una estensione di 84,4 km2.

Il settore costiero del Distretto è costituito dal sistema marino-costiero e delle zone umide di Santa Caterina e Mulargia e dalla piana costiera di Porto Botte-Masainas.

La fascia marino-costiera che si estende dallo Stagno di Santa Caterina fino allo Stagno di Mulargia, si configura attualmente in un complesso sistema di conoidi alluvionali e piane colluviali che degradano con deboli pendenze verso il litorale, caratterizzato da una costa bassa limoso-sabbiosa e articolata in estesi sistemi lagunari e aree di impaludamento in evoluzione. Questi ambienti di transizione appaiono particolarmente sensibili a qualunque alterazione, anche minima, delle dinamiche litorali o continentali, a causa della scarsa maturità genetica e dell’intensa attività evolutiva di questo territorio, che focalizza maggiormente le interazioni dei processi nell’interfaccia terra-mare. I processi relativi al ruscellamento diffuso e delle acque incanalate, insieme agli effetti sul suolo delle attività agricole che storicamente insistono nelle piane interne, favoriscono i fenomeni del dilavamento sui versanti, di trasporto e successiva sedimentazione di materiali detritico- alluvionali verso l’area marino-costiera. Quest’ultima è infatti caratterizzata da fondali relativamente bassi e scarsa pendenza (compresa tra 0,2-0,7% fino alla batimetrica dei –5 m), in cui la mobilità dei sedimenti limoso-sabbiosi e limoso-argillosi è piuttosto ridotta, rafforzata in parte anche dall’azione stabilizzante delle praterie a Posidonia che localmente si estendono quasi fino alla riva. L’azione energetica marina è prevalentemente guidata dai flussi delle correnti litoranee in quanto quella diretta del moto ondoso appare subordinata, per la mancanza di ampie superfici di mare aperto in relazione alla frequenza, direzione e intensità dei venti dominanti, essendo il mare racchiuso nel bacino del Golfo di Palmas. Gli apporti solidi, rappresentati in media dalle frazioni granulomentriche più fini, sono veicolati nell’area marina prevalentemente attraverso i deflussi fluviali del Rio Palmas, il cui bacino idrografico naturale, ampio circa 470 km2, va a costituire per circa 435 km2 l’attuale bacino idrografico del lago artificiale di Monte Prano, con immaginabili conseguenze sulla variazione della portata solida e liquida alla foce del fiume. La riduzione degli apporti solidi, che risultavano probabilmente consistenti prima della realizzazione della diga, come testimoniato della presenza del delta sommerso e delle barre di foce che caratterizzano i fondali litorali del Golfo di Palmas, ha avuto presumubili conseguenze sull’assetto sedimentario dei lidi sabbiosi presenti nel golfo. Inoltre l’irrigidimento degli alvei con la banchinatura delle sponde fluviali, già realizzate nella maggior parte dei corsi d’acqua che attraversano la piana costiera, contribuiscono ad aggravare il problema non solo per le variazioni idrodinamiche che riducono le portate solide verso mare e accentuano il pericolo di esondazioni, ma anche per le minori infiltrazioni efficaci per le falde sotterranee, accentuando il pericolo delle contaminazioni saline. I corpi idrici sotterranei, rappresentati da falde generalmente in

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pressione nei sottostanti acquiferi d coltri alluvionali e eluvio-colluviali della piana di San Giovanni Suergiu, presentano una vulnerabilità elevata per loro caratteristiche intriseche.

La piana costiera di Porto Botte-Masainas costituisce parte delle depressioni subpianeggianti che bordano il Golfo di Palmas, il cui sistema costiero presenta un assetto morfologico caratterizzato da un cordone di spiaggia e un campo dunare non eccessivamente esteso che delimitano la zona umida retrostante.

Il territorio si estende verso l’interno con una piana colluviale, fino alla base dei rilievi carbonatici che si elevano a formare una barriera tra l’entroterra e la fascia costiera. Tale piana presenta sicuramente importanti processi di relazione con le aree umide retrolitorali legate soprattutto all’idrodinamica dei corpi idrici sotterranei e subordinatamente ai deflussi superficiali delle acque meteoriche. Le superfici colluviali appaiono solcate da impluvi brevi e lineari a causa della lieve pendenza verso mare che non permette una vera e propria organizzazione del ruscellamento superficiale in canali sviluppati. L’azione erosiva delle acque meteoriche non è tuttavia marginale, soprattutto per la mancanza di una efficiacie protezione del suolo da parte della vegetazione e per le pratiche agricole che contribuiscono da un lato allo spianamento delle superfici e dall’altra all’erosione idrica incanalata con l’aratura a ritocchino. Le falde sotterranee appaiono potenzialmente produttive per le favorevoli caratteristiche geologiche e strutturali; tuttavia gli acquiferi sono caratterizzati da una elevata vulnerabilità nei confronti di eventuali fonti di contaminazione esterne e per il pericolo dell’ingressione salina, conseguente ad esempio ad un eccessivo emungimento.

Il sistema di spiaggia è costituito da componenti ambientali reciprocamente legate tra loro, tra cui emerge il ruolo del campo dunare di retrospiaggia che funge da serbatoio sedimentario per l’arco sabbioso e nello stesso tempo ha una azione di contenimento per gli specchi d’acqua retrostanti. L’evoluzione dinamica del sistema dipende dalle azioni delle correnti litoranee, mentre l’azione morfodinamica del moto ondoso risulta importante ma con una intensità energetica subordinata, a causa dell’assenza di ampie superfici di mare aperto in relazione alla frequenza, direzione e intensità dei venti dominanti. La spiaggia presenta un una leggera tendenza alla regressione della linea di riva per una serie di con-cause, tra cui la diminuzione di apporti solidi terrestri da parte di corsi d’acqua immissari. Il bacino del Rio Palmas in passato sicuramente contribuiva al ripascimento naturale del sistema sabbioso, che può essere andato incontro ad un deficit sedimentario con la costruzione dello sbarramento artificiale del lago di Monte Pranu. Per questa ragione la spiaggia di Porto Botte-Sa Salina appare un sistema in equilibrio precario in cui qualunque modificazione dell’attuale assetto morfologico o minima alterazione delle dinamiche marino-litorali, si riflettono sul sistema stesso con fenomeni di degrado irreversibili, la cui evidenza maggiore si manifesta con l’erosione della linea di riva o dei corpi dunari di retrospiaggia, con estensioni delle problematiche sulle zone umide retrostanti. Inoltre, i processi geomorfologici che interagiscono con il sistema di spiaggia, come lo scorrimento delle acque superficiali sia incanalato che diffuso nelle piane colluviali retrostanti, condizionano l’evoluzione delle depressioni stagnali di retrospiaggia, che come conseguenza possono andare incontro a fenomeni di interrimento se venissero in qualche modo accelerati i processi erosivi sui versanti interni.

Specifiche situazioni di problematicità legate al rischio idraulico Sub-Distretto di Monte Prano

Nuxis: Il centro abitato di Nuxis è ubicato nella fascia pedemontana occidentale del massiccio carbonatico e granitico le cui vette più alte sono il monte Tamara (850m) e Monte Nieddu (1041m) e sono situate nel settore orientale del bacino del Rio Mannu. Il paese è attraversato da torrenti con andamento circa E-W che originano dalle pendici del massiccio.

L’acclività dei versanti unita allo sviluppo areale e all’ubicazione del centro abitato (nella fascia pedemontana a ridosso dei rilievi) sono fattori predisponesti ad eventi alluvionali

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improvvisi. Oltretutto i torrenti montati, in passato, sono stati oggetto di canalizzazioni o modifiche dell’alveo originario. Il Rio Cuxina, ad esempio, che si origina da una sorgente perenne, è stato completamente tombato nel tratto che attraversa il paese. Il rio è coperto e nascosto sotto un lungo marciapiede e al di sotto di alcuni attraversamenti di vie cittadine.

Dopo aver attraversato i quartieri più alti del paese, il rio intercetta trasversalmente la S.S.

293 e, proprio nell’intersezione con l’importante arteria sorgono le maggiori criticità: Le acque incanalate sboccano con velocità in prossimità di quel sottopasso e si riversano nel tratto più a valle. In quel tratto è necessaria una costante manutenzione dell’alveo per evitare fenomeni di esondazione. Analoga situazione è quella del Rio Maria Ciccu che ha origine ad est del comune di Nuxis e scorre, nel suo tratto iniziale all’interno del centro abitato dove risulta inalveato con fondo e sponde in cemento; come per il Rio Cuxina , le maggiori criticità sono da ricercare in prossimità dell’attraversamento della Strada Statale 293, dove dovrebbe essere programmata una periodica opera di manutenzione per facilitare il normale deflusso delle acque. La mancata cura dell’infrastruttura potrebbe provocare danni alle abitazioni subito a valle e problemi nella sede stradale della S.S. 293.

Altra situazione a rischio è quella del rio Is Ceas de Aquacadda che nasce a nord della frazione di Acquacadda. Nel tratto iniziale il rio scorre parallelamente alla strada che unisce la strada statale n. 293 all’altezza di Acquacadda con le frazioni di Terrubia e Riomurtas. In quel punto, nei pressi del depuratore di Acquacadda, il rio ha un alveo di magra estremamente ridotto e si riduce ulteriormente in presenza di una folta vegetazione ripariale.

In quel punto, e per circa 900 m si sono verificati in passato fenomeni di esondazione che hanno invaso la sede stradale. In quel tratto sarebbe opportuno intervenire con l’asportazione periodica della vegetazione, così da consentire il normale deflusso delle acque

Le problematiche non riguardano soltanto le acque superficiali ma anche le acque di falda.

La fascia pedemontana costituita da detriti e colluvi derivanti dal disfacimento delle rocce retrostanti, sono un buon acquifero in cui ha sede una falda che, nei periodi invernali piovosi, emerge nell’area più distale. Le abitazioni del paese i quella fascia possiedono opere di captazione realizzate per deprimerne la piezometrica e controllarne il livello.

Piscinas: L’abitato di Piscinas è ubicato sulla sinistra idrografica dell’omonimo Riu Piscinas, che, come detto prima, confluisce direttamente nell’invaso della diga di Monte Pranu. Questo corso d’acqua è uno di quelli indicati nel P.A.I. come a rischio idraulico da elevato a molto elevato e che in passato ha esondato creando problemi al vicino centro abitato e all’area a valle. Il rio è stato rettificato ed è stato oggetto di recenti e importanti opere di arginatura che ne hanno limitato il rischio. L’arginatura ha riguardato in particolare il tratto a cavallo della SS 293, per un lungo tratto a monte e a valle. Durante le ultime intense piogge il rio Piscinas, ha superato gli argini nel tratto più a valle del paese, non interessato dai lavori di arginatura, inondando campi coltivati e pascoli. Il Rio Piscinas, prima di immettersi nell’invaso di Monte Pranu scorre a nord dell’abitato di Giba dove, in caso di piena provoca l’interruzione di una strada vicinale.

Altro rischio legato alla modifica dell’originario reticolo idrografico è quello del Rio Gora de Piscinas, nel tratto che scorre nel centro abitato. In quel punto, circa trenta anni fa, il rio è stato tombato. In caso di intense precipitazioni l’acqua che arriva da monte viene recapitata solo in parte nel canale tombato la cui luce risulta insufficiente per il deflusso e in un recente passato ha provocato l’esondazione nelle strade del paese. . È in questo tratto, naturalmente in corrispondenza del centro abitato, che si sono avuti in passato ripetuti fenomeni di esondazione. Allo sbocco, inoltre, la luce del canale è ridotta a causa della presenza di una tubazione che lo taglia trasversalmente. Il tracciato più a valle è stato inoltre deviato dal suo alveo naturale creando un gomito che lo incanala lungo il rilevato ferroviario per circa 200 m fino all’imboccatura di un ponte che bypassa la strada ferrata e la S.S. 293. A valle dell’argine costituito dal rilevato ferroviario è stato di recente costruito un piccolo teatro ed una struttura ricettiva.

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Da citare inoltre il Rio di Barrua, le cui principali problematiche sono individuate nel tratto in prossimità della S.S. 293 dove è presente un ponticello stradale la cui luce appare insufficiente soprattutto quando il tratto a monte non viene ben ripulito. La particolarità di questo rigagnolo, apparentemente viene da definirlo in questo modo, è che il tratto terminale scompare a ridosso della nuova lottizzazione a nord dell’abitato. Nel tratto a valle il canale riduce notevolmente la sua sezione fino a sparire in località Curusonis dove non è più individuabile tra due fondi privati.

Villaperuccio: Il centro abitato di Villaperuccio è attraversato dal Rio Mannu che, dopo la confluenza con il Rio di Santadi va ad alimentare il bacino artificiale di Monte Pranu. I rischi idrogeologici del paese di Villaperuccio sono stati segnalati a più riprese dalla stessa Amministrazione comunale con note inviate all’Assessorato Regionale dei LL.PP. – Servizio del Genio Civile di Cagliari. Nelle segnalazioni è stata portata all’attenzione un'altra area a rischio, quella sottesa al Rio Candiazzus. Si tratta di un torrente che ha un bacino idrografico di circa 21 km2 e che in periodi di forti piogge causa allagamenti di terreni coltivati e pascoli.

Il rischio maggiore però è da attribuire al Rio Mannu, che dopo aver percorso in valli strette i rilievi dei territorio di Narcao e Nuxis si immette nella piana alluvionale del territorio di Villaperuccio. Il cambiamento di pendenza e di morfologia dell’alveo crea un rallentamento delle acque che in corrispondenza dell’abitato di Villaperuccio, in prossimità del ponte sulla S.P. 79 ha creato in passato situazioni di pericolo. Più a valle dell’abitato di Villaperuccio sono stati segnalati alla confluenza con il Rio di Santadi, situazioni di allagamento delle campagne. Come gia scritto nella relazione a corredo del sopralluogo effettuato in data 27 luglio 2007, la ripetitività delle esondazioni in tutta questa area rientra nella normalità della dinamica fluviale che è caratterizzata da rii caratterizzati da grandi apporti e da una pianura alluvionale che a sud di Villaperuccio raggiunge il km di larghezza.

Santadi: Il centro abitato di Santadi è attraversato da diversi torrenti le cui caratteristiche morfologiche e idrauliche sono state modificate. Dalla osservazioni riportate nella relazione redatta a seguito del sopralluogo effettuato in data 10 ottobre 2007 sono state segnalate alcune criticità.

Come in altre realtà territoriali, anche nel Comune di Santadi esiste un rio tombato: Il Rio Rigau che attraversa Santadi con andamento E-W è coperto per circa 500 metri. L’alveo del Rio Cresia nei pressi dell’abitato di Terresoli, è cementato e presenta, nei pressi del tratto a valle della strada comunale, un ansa artificiale che genera, in caso di forti precipitazioni, esondazione del corso d’acqua. Gli altri due rii che meritano una menzione perchè potrebbero causare dei rischi sono il Rio Siriddi ed il Rio Cane, affluente del Rio Mannu di Santadi, che scorre nella periferia di Santadi basso e che presenta qualche rischio nella confluenza con le strade comunali e vicinali.

Ma il corso d’acqua più importante che scorre nel territorio di Santadi è senz’altro il Rio Mannu di Santadi. Come già detto, questo corso d’acqua fa parte del sistema idrografico che drena nell’invaso creato a monte della diga di Monte Pranu.

Narcao: Il 70% del territorio comunale di Narcao è costituito dai rilievi scistoso carbonatici cambro ordoviciani. E’ la parte meridionale del complesso paleozoico del Sulcis che delimita a nord e ad est la valle colmata da depositi del complesso vulcano sedimentario terziario e dai sedimenti quaternari e che si apre verso la fascia costiera del Golfo di Palmas. Questi rilievi costituiscono una superficie importante del Bacino idrografico del Rio Mannu di Narcao. Narcao e le sue frazioni sono attraversati da alcuni affluenti di destra del Rio Mannu.

Oltre al Rio Mannu è segnalato nel P.A.I. come a rischio molto elevato il Rio Cannedu.

Il P.A.I. indica il tratto del Rio Mannu a sud dell’abitato di Narcao compreso tra Guardia Atzeni e Is Caddeus del Rio Mannu a rischio idraulico molto elevato. Lungo questo tratto di alveo ci sono le confluenze dell’affluente di sinistra, il Riu Nuxis che drena i rilievi alle spalle dell’omonimo paese e il Rio Cannedu in destra idrografica che proviene dai monti di Narcao

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e il cui alveo divide in due il centro abitato. Nell’area considerata a probabilità di inondazione è costruita la frazione di Is Meddas.

Per quanto riguarda il Riu Canneddus le aree a rischio per un tempo di ritorno di 500 anni comprendono manufatti e abitazioni.

Si segnalano altre aree di pertinenza dei corsi d’aqcua, tutte da verificare, e che potrebbero rivelarsi interessate da dissesto idrogeologico. Fattore predisponente potrebbe essere per questo settore l’assetto geomorfologico. Il paese di Narcao e le sue frazioni sono costruite sulla fascia pedemontana a ridosso dei rilievi paleozoici. Pur in presenza di bacini idrografici modesti, i torrenti dopo aver attraversato stretti valli impostate su litologie paleozoiche si immettono nella fascia pedemontata e di pianura a minor inclinazione diminuendo la loro velocità e depositando i materiali in carico. Presso la frazione di Rio Murtas presenta queste caratteristiche il Riu Sa Canniga e Is Aios, nella frazione di Pesus si segnala il Riu Gutturu de Sa Saracca, al limite del confine comunale di Perdaxius.

Perdaxius: Il Paese di Perdaxius è ubicato nella fascia più valliva della fascia pedemontana del ai piedi del complesso paleozoico del Sulcis. Il paese è in parte costruito sulle arenarie della Formazione del Cixerri e, principalmente, sulle alluvioni oloceniche terrazzate che, nella parte più montana, reincidono le conoidi pleistoceniche. Il paese di Perdaxius ha le medesime caratteristiche geologiche e geomorfologiche del paese di Narcao e delle sue frazioni. I numerosi torrenti che drenano i rilievi paleozoici a nord, sboccano nella fascia pedemontana, attraversano il territorio comunale per poi confluire nel Riu Gutturu Ponti che si immette nell’invaso della diga di Monte Pranu. Il reticolo idrografico del territorio di Perdaxius è convergente.

Il P.A.I. indica come area a rischio idraulico da elevato a molto elevato l’area di pertinenza del corso d’acqua che si origina dalle alture intorno a Monte Perda ad ovest e scorre tra le frazioni di Is Pillonis e Is Melas. Le aree a rischio idraulico per un tempo di ritorno di 500 anni comprendono diverse abitazioni proprio dell’abitato di Is Pillonis.

Sub-Distretto di Santa Caterina – Porto Botte

San Giovanni Suergiu: Buona parte del territorio di san Giovanni Suergiu è a rischio idraulico. Il territorio di san Giovanni Suergiu presenta morfologie tipiche delle piane alluvionali e dei territori costieri pianeggianti. I depositi alluvionali olocenici che costituiscono il 90% delle litologie affioranti, sono da attribuire alla dinamica fluviale degli importanti rii che scorrono in quel territorio per poi sfociare nelle acque del Golfo di Palmas e più a nord nello stagno di Santa Caterina. Il Rio Milano, Il Rio Palmas ed il Rio Murmuri drenano aree a monte costituite da rilievi costituiti da vulcaniti oligomioceniche e metamorfici paleozoiche. Le aree di pertinenza dei primi due corsi d’acqua in particolare sono indicate come aree a probabilità di inondazione da bassa a massima. Dalle banche dati storiche e dai riscontri recenti, leggasi la cosiddetta “alluvione di pasqua 2009”, si evince una pericolosità intrinseca del territorio. La situazione che appare più rilevante è indubbiamente quella del Rio Palmas su cui si riversano le acque della diga di Monte Pranu e dunque di tutto il sistema che comprende il Rio Mannu ed il Rio Gutturu Ponti di Narcao ed il Rio di Santadi. Si parla in definitiva di un bacino di oltre 400 km2. L’invaso è stato costruito per razionalizzare l’utilizzo delle acque per fini agricoli ed industriali e come opera di laminazione delle piene. Di recente, durante i giorni della pasqua 2009, a seguito di intense precipitazioni, l’invaso a valle della diga di Monte Pranu superò la capacità utile, riversando a valle, nel Rio Palmas, l’eccedente. La tracimazione ha provocato allagamenti che hanno comportato l’intervento dei tecnici della Provincia. L’area cartografata a probabilità di inondazione del Rio Palmas lambisce l’antico borgo di Tratalias, abbraccia la frazione di Fragata e intercetta un lungo tratto della S.S. 195. Buona parte delle aree inondabili sono comunque costituite da terreni agricoli, pascoli o terreni incolti.

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A seguito delle situazioni di rischio createsi nel periodo di pasqua 2009 la Provincia ha operato una stima dei costi necessari per la messa in sicurezza straordinaria del Rio Palmas a partire dal Piede della Diga di Monte Pranu. Dai sopralluoghi effettuati dai tecnici si evince la necessità di: “asportazione della vegetazione (…); risagomatura e messa in sicurezza di masse terrose e/o rocciose poco stabili (…); recupero di rifiuti (…); regolarizzazione, sagomatura e profilatura delle aree interessate dalla pulizia (…); totale salvaguardia di tutte le essenze vegetali (…); totale salvaguardia di tutti i manufatti presenti (…)”. Per la realizzazione della messa in sicurezza e ripristino delle funzionalità idrauliche, la Provincia ha stimato il costo di € 3.300.000,00.

L’altra realtà territoriale indicata come area a probabilità di inondazione bassa è quella che riguarda il bacino idrografico a valle del Rio Milano, le cui maggiori probabilità di dissesto si riscontrano nel vicino centro abitato di Carbonia. Dall’analisi geomorfologica ed idraulica così come prevista dalle linee guida per la redazione del P.S.F.F., è stata cartografata un area particolarmente ampia che comprende il centro abitato di san Giovanni Suergiu e le vicine frazioni.

Tratalias: Il territorio comunale di Tratalias è costituito a nord da rilievi vulcanici e a sud da coltri di depositi alluvionali principalmente oloceniche e subordinatamente del pleistocene superiore. I rii che drenano i rilievi vulcanici a nord hanno bacini idrografici di modestissime dimensioni e non presentano particolari situazioni di rischio. Si fa eccezione per il Rio Crabiolu nel tratto che scorre nei pressi di Is Frongias.

Un’area ad elevata probabilità di inondazione è quella a valle della diga di Monte Pranu, costruita il territorio di Tratalias. Le aree a valle della diga e lungo il canale che drena le acque del Rio Crabiolu, in situazioni di piena, sono da considerarsi aree a probabilità di inondazione da massima a bassa. L’area a probabilità bassa, e quindi con tempi di ritorno minori di 500 anni lambiscono le abitazioninpiù a sud dell’abitato di Tratalias vecchia.

Occorre ricordare che il Centro abitato di Tratalias è stato delocalizzato in conseguenza della realizzazione della diga di Monte Pranu che ha mutato le condizioni idrogeologiche a valle. Il nuovo centro abitato è stato costruito su una collina vulcanica e sui depositi terrazzati del pleistocene superiore addossati al rilievo.

Masainas: Il centro abitato di Masainas è ubicato alla base di una fascia pedemontana costituita dai rilievi carbonatici paleozoici e da una fascia esigua di coltre colluviale. Il paese è attraversato da impluvi poco incisi e di dimensioni trascurabili in cui scorrono stagionalmente dei rigagnoli. Questi sono alimentati da bacini idrografici di modestissime dimensioni che si attivano soltanto in caso di piogge intense. Sono stati segnalati in passato, ed inseriti anche nel PAI, fenomeni di dissesto idrogeologico nella frazione di Is Fiascus, ubicata alcune centinaia di metri più a sud del centro abitato principale. La situazione geomorfologica e le condizioni idrauliche di questa frazione sono del tutto simili a quella del vicino centro abitato. La situazione di maggior pericolo sembra da imputare all’insufficienza delle opere di drenaggio in prossimità dell’intersezione del reticolo idrografico con la SS 195.

Una modifica di tali sottoservizi potrebbe risolvere o attenuare notevolmente le situazioni di pericolo.

Sant’Anna Arresi: Il paese è ubicato in una fascia pedemontana costituita da colluvi derivanti dalla degradazione dei rilievi metamorfici paleozoici. Si tratta per lo più di formazioni carbonatiche e scistose. Nella parte più a monte del paese è presente un esigua coltre detritica (conoide) che si fa più spessa nella parte valliva al raccordo con la pianura alluvionale. Sono stati segnalati in passato ma anche di recente diversi fenomeni di dissesto creati dalla dinamica fluviale.

I fenomeni si generano principalmente negli impluvi di monte in coincidenza con forti piogge.

A valle, in prossimità del paese, le pertinenze degli alvei sono state abbondantemente, edificate o più semplicemente recintate, impedendo il normale deflusso delle acque. Le acque, non più contenute negli alvei ormai ridotti a canali di modeste dimensioni, tendono ad

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invadere il centro abitato e, più a valle, la sede stradale all’intersezione con il tracciato della S.S. 195, per via dell’insufficienza delle luci sotto la strada. Questo tipo di situazioni si riscontrano in località Concali Panieseu, come indicato nel P.A.I., ma anche lungo il Rio Perdaiola. In questo caso, anche la mancanza di una adeguata manutenzione dell’alveo crea i fenomeni in oggetto. Più a valle il reticolo idrografico originario è di difficile lettura. Il vecchio disegno idrografico è stato stravolto dalla realizzazione di una serie di canalizzazioni legate al disordinato sorgere di case sparse nell’agro di Sant’Anna Arresi. La cartografia risulta imprecisa per quel che riguarda le aree inondabili che vengono interrotte nella parte valliva.

Specifiche situazioni di problematicità legate al rischio da frana Sub-Distretto di Monte Prano

Nuxis: A sud ovest dell’Abitato di Nuxis sono segnalate aree soggette a crolli/ribaltamenti diffusi. Si tratta degli stessi fenomeni cartografati in territorio di Narcao e Villaperuccio ed ascrivibili alle ripide pareti rocciose dei rilievi tabulari di origine vulcanica ed affioranti nella parte valliva del bacino idrografico del Rio Mannu. Tali fenomenoi danno origine a consistenti depositi di versante. Tali depositi sono visibili, in territorio di Nuxis, sul fianco orientale dal rilievo di Sa Pranedda, ad ovest del tratto della S.S. n. 293 da Nuxis all’incroco con la S.P. n.

79. Tali dinamiche non sembrano interessare la rete stradale, rimanendo limitate ai versanti del rilievo.

Villaperuccio: Nella parte settentrionale del territorio di Villaperuccio sono segnalate aree soggette a crolli/ribaltamenti diffusi. Il territorio è caratterizzato da rilievi tabulari costituiti da formazioni vulcaniche mioceniche. La particolare morfologia dei rilievi, limitati da pareti verticali, unita alla presenza di diffuse fatturazioni provoca fenomeni di ribaltamento e in subordine di crollo. Ai piedi delle ripide scarpate sono presenti spesse coltri di depositi di versante che possono a loro volta essere rimobilizzate. In cartografia sono segnalati come aree soggette a crolli/ribaltamenti diffusi il versante meridionale di Monte Essu, Genn’e Mari e la propaggine del versante meridionale di Sa Pranedda.

Narcao: Nella parte meridionale del territorio di Narcao sono segnalate, sui versanti lungo la valle del Rio Mannu aree soggette a crolli/ribaltamenti diffusi. I rilievi tabulari di quel settore sono costituiti dai litotipi del Complesso vulcanico miocenico costituito da successioni di lave, tufi e livelli igninbritici. La parte sommatale è costituita da colate laviche che danno il classico aspetto tabulare.

Dalle cornici di questi rilievi, per morfologia, per fatturazioni intrinseche e per erosione al piede si staccano blocchi che precipitano a valle. Tali crolli hanno interessato in un recente passato la strada provinciale n. 80 nel tratto Narcao-Villaperuccio che attraversa la valle del Rio Mannu. Sono interessati da questi fenomeni i versanti settentrionali di Mont’Essu e il versante occidentale di Sa Pranedda.

Perdaxius: La modesta estensione del territorio di Perdaxius unito alla scarsa presenza di elementi a rischio nel settore più acclive influenza la scarsa presenza di aree a rischio frana.

Nella parte settentrionale del territorio di Perdaxius, comunque, il P.A.I. segnala un area di pericolosità da frana moderata. Si tratta della parte più estrema a sud del fianco meridionale della sinclinale est-ovest con al nucleo gli scisti della Formazione di Cabitza, compresa tra il massiccio carbonatico di Santu Miai a nord e i rilievi carbonatici di Serra Guttu Arru. In quel settore, denominato Pranu Lepori, affiorano le arenarie paleozoiche della Formazione di Nebida.

Sub-Distretto di Santa Caterina – Porto Botte

Nei territori comunali ricompresi nel Sub-Distretto non sono state segnalate situazioni di rischio da frana.

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2. Linee guida e scenari attuativi

Ai fini dell’attuazione operativa del Piano, la Provincia intende avviare, per i diversi Campi della difesa del suolo individuati, dei Processi di copianificazione, coerentemente con i principi e le strategie enunciate nel Sistema della difesa del suolo. Ai processi di copianificazione è affidato il compito di identificare, nell’ambito dei Distretti idrografici provinciali, gli elementi del sistema idrografico e costiero, che devono essere oggetto di indagine e di gestione intercomunale e di coordinamento provinciale, in coerenza con le funzioni istituzionali degli enti coinvolti, e di delineare, in forma coordinata tra i diversi soggetti coinvolti, scenari e strategie di azione, obiettivi specifici e relative azioni strategiche e progettuali.

In particolare, nell’ambito dei processi di copianificazione, i diversi soggetti coinvolti saranno chiamati, per ciò che concerne le loro specifiche competenze istituzionali e di pianificazione territoriale, a:

- condividere l’individuazione dei Distretti e Sub-distretti Idrografici provinciali ed eventualmente concorrere ad una loro ridefinizione di dettaglio sulla base di elementi conoscitivi alla scala comunale;

- giungere alla individuazione delle problematiche e delle criticità caratterizzanti i Distretti e Sub-Distretti Idrografici, attraverso la descrizione dello stato ambientale e dei processi evolutivi dei sistemi idrografici, del suolo e del rilievo e del sistema marino-costiero;

- individuare le esigenze territoriali locali attraverso il riconoscimento dei fattori di pressione e delle minacce previste e future, che possono comportare una variazione dell’equilibrio idrogeologico del sistema e l’attivazione di nuovi processi di dissesto;

- concorrere alla individuazione e condivisione di strategie di azione, obiettivi specifici e azioni strategiche calibrati alla scala del singolo Distretto o Sub-Distretto Idrografico provinciale e definire le priorità di intervento;

- individuare specifici ambiti territoriali di interesse sovracomunale o campi problematici la cui risoluzione necessita di un approccio coordinato tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti.

Gli esiti dei processi di copianificazione diventano oggetto di specifici Accordi di Campo, che dovranno essere approvati e sottoscritti da parte di tutti i soggetti territorialmente competenti, e i cui contenuti saranno recepiti dai Comuni attraverso i propri piani urbanistici e di settore.

3. Sistemi e campi correlati

Campi della mobilità e trasporti, Campo dell’agricoltura specializzata, Campo degli insediamenti turistico ricettivi, Campo dei sistemi produttivi, Campo della Rete ecologica provinciale.

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RECUPERO AMBIENTALE DELLE AREE INQUINATE

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