Ufficio per la Pastorale Giovanile e gli Oratori – Diocesi di Lodi
Itinerario in preparazione alla PdF 14enni
I ragazzi tra la seconda e la terza media, che incontreremo durante i percorsi vicariali in preparazione alla Professione di Fede, sono chiamati ad una scelta impegnativa: dopo il sacramento della Confermazione che cristiani vogliono essere? Qual è il loro “posto” nella Chiesa, a partire dalla parrocchia in cui vivono? Come vogliono vivere il loro Battesimo? I 14enni hanno forse già scelto la scuola superiore e magari qualcuno di loro vuole impegnarsi maggiormente: potrebbe anche essere il semplice
“fare l’animatore del Grest”, anche se un po’
riduttivo, oppure il ministrante, l’aiuto catechista, altre forme di volontariato… il loro essere cristiani passa anche dalla scelta semplice di continuare il loro cammino di fede, anche se molti coetanei hanno abbandonato.
Obiettivi:
accompagnare i ragazzi a consolidare la scelta
di fede: l’amicizia con Gesù come stile di vita (anno cristologico - anno A).
favorire/vivere la relazione con il Signore condividendola con gli altri per realizzare una comunità evangelica (anno ecclesiologico - anno B).
Ogni anno (A e B) ha sullo sfondo i sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima, Eucarestia) perché, dopo l’erase and rewind della preadolescenza e del post cresima, è necessario far emergere come sia decisivo per la loro vita la Grazia ricevuta, che arricchisce, educa, compie, guarisce la loro umanità.
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 2 Nella tabella sono riportati gli anni A e B, con il titolo e il sacramento che fa da sfondo ad ogni incontro.
La scheda di ogni incontro prevede:
TEMA
Il contenuto da annunciare.
PREGHIERA
Con un canto, un salmo da recitare a cori alterni e un brano di vangelo che richiama la tematica dell’incontro. Il momento di preghiera potrà essere fatto o all’inizio o alla conclusione dell’incontro.
INTRODUZIONE
Un video, una canzone, un brano, una testimonianza, che può servire per comunicare il tema dell’incontro ai ragazzi.
ATTIVITA’
Divisi per gruppi, è il momento di catechesi esperienziale. Le attività proposte sono da scegliere e da adattare secondo le possibilità.
TESTIMONE
Viene proposta anche la testimonianza di una figura di santità che può essere utilizzata per approfondire il tema.
SINTESI
Una preghiera, un testo, un video, un’immagine, un simbolo che può aiutare a far sintesi alla fine dell’incontro.
ANNO A - CRISTOLOGICO (IO E GESU’)
ANNO B - ECCLESIOLOGICO (NOI E LA CHIESA)
1A. AMATI DA DIO (BATTESIMO)
1B. UN SOLO CORPO (BATTESIMO)
2A. DISCEPOLI DELL’AMORE (CRESIMA)
2B. UNA GIOIA DA CONDIVIDERE (CONFERMAZIONE)
3A. MI NUTRE IL SUO AMORE (EUCARESTIA)
3B. VI HO DATO UN ESEMPIO
(EUCARESTIA)
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TEMA
E’ il primo incontro del cammino biennale di professione di fede dei 14enni; questo significa che i ragazzi hanno alle spalle la celebrazione del Sacramento della Confermazione come esperienza recente. La finalità dell’incontro, guidati dall’episodio biblico di Nicodemo, è riscoprire il Battesimo come rinascita dall’acqua e dallo Spirito Santo. Il Battesimo ci rende nuove creature e ci inserisce nel mistero pasquale del Figlio Gesù. Con Lui instauriamo una relazione di fede-fiducia, alimentata dalla grazia sacramentale e dalla certezza dell’amore di Dio che è sempre presente nella nostra vita.
L’amicizia con Gesù diventa quindi il nostro stile di vita.
PREGHIERA
Canto: Il canto dell’amore
Se dovrai attraversare il deserto non temere io sarò con te se dovrai camminare nel fuoco la sua fiamma non ti brucerà seguirai la mia luce nella notte sentirai la mia forza nel cammino io sono il tuo Dio, il Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato ti ho chiamato per nome
io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore
perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai.
In alternativa: Sei fuoco e vento oppure altro canto adatto.
Non pensare alle cose di ieri cose nuove fioriscono già aprirò nel deserto sentieri darò acqua nell'aridità
perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori
io sarò con te dovunque andrai (2volte)
Io ti sarò accanto sarò con te per tutto il tuo viaggio sarò con te io ti sarò accanto sarò con te per tutto il tuo viaggio sarò con te.
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 4 Salmo 91,1-11 (tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato)
Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente,
dì al Signore: "Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido".
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne sotto le sue ali troverai rifugio.
La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza;
non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra;
ma nulla ti potrà colpire.
Solo che tu guardi, con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi.
Poiché tuo rifugio è il Signore
e hai fatto dell'Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi.
sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,1-6)
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui».
Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito.
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INTRODUZIONE
Video di Alessandro D’Avenia sul tema della vocazione.
https://www.youtube.com/watch?v=ofKHEv6mfpc
ATTIVITA’
1° attività: Che nome date al vostro bambino? (Rito del Battesimo)
“Trovare Dio nelle cose ordinarie della vita” (Alessandro d’Avenia)
Il nome che abbiamo ricevuto il giorno della nostra nascita, e il giorno del nostro battesimo, ci identifica. Con il Battesimo diventiamo figli di Dio. Questo ci permette di essere davvero noi stessi, quando in ogni situazione, con ogni persona, diamo il meglio di noi stessi.
Si chiede ai ragazzi se conoscono il significato del loro nome. Aiutandosi con strumenti tecnologici (smartphone, tablet, computer, ecc…) i ragazzi ricercano il significato del proprio nome e lo scrivono su un foglio appositamente preparato dai catechisti. Questo serve per raccontare ai ragazzi\e che il nome, nella Bibbia, indica il progetto di Dio su quella persona (es.: Gesù = Dio salva, Giovanni = dono di Dio, Cefa/Pietro = Pietra, Adamo=terra,
Giacobbe=Soppiantatore/calcagno, Davide=Amato, ecc…).
Possiamo scoprire questo progetto anche nella nostra vita! Ai ragazzi si chiede di pensare come il significato del proprio nome sia legato alla propria vita, al proprio carattere, alle proprie abitudini, e come possono esprimere il meglio di loro stessi per essere coerenti all’identità cristiana ricevuta il giorno del Battesimo.
2° attività: Ti sei rivestito di Cristo e in Lui sei diventato una nuova creatura (Rito del Battesimo)
“Peccato è non essere se stessi” (Alessandro d’Avenia)
Essere rivestiti di Cristo comporta che pian piano cominciamo ad assomigliare a Lui e perciò cominciamo ad amare come ama Lui, con il suo stesso amore, un amore che è senza misura, è gratuito, sa sacrificarsi.
Sento, quando il mio carattere mi sta facendo agire male, la capacità e la forza di andare contro il mio egoismo, contro la mia falsità, contro il mio desiderio di vendetta, per liberarmi dal peccato e dal desiderio di male?
Vengono pensate e proposte dai catechisti alcune storie, possibilmente che possano riguardare ambiti, situazioni di vita vicine ai ragazzi, ai quali è chiesto di pensare ad un finale (vedi dopo la sintesi “Tipizzazioni”). Nel gruppo si avvia il confronto: il finale proposto è conforme alla vocazione battesimale ricevuta e alla consapevolezza dell’amore di Dio?
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TESTIMONE
Charles-Eugène de Foucauld nacque il 15 settembre 1858, a Strasburgo. Visse una giovinezza scapestrata, «senza niente negare e senza niente credere», impegnandosi solo nella ricerca del proprio piacere. Intraprese la carriera militare, ma fu congedato con disonore «per indisciplina aggravata da cattiva condotta». Si dedicò allora a viaggiare, esplorando una zona sconosciuta del Marocco, impresa che gli meritò una medaglia d’oro dalla Società di Geografia di Parigi. Tornò in patria scosso dalla fede totalitaria di alcuni musulmani conosciuti in Africa. Si riavvicinò al cristianesimo e si convertì radicalmente, accettando di accostarsi per la prima volta al
sacramento della confessione. Deciso a «vivere solo per Dio», entrò dapprima tra i monaci trappisti, ma ne uscì dopo alcuni anni per recarsi in Terra Santa e abitarvi come Gesù, in povertà e nascondimento. Ordinato sacerdote, con l’intento di poter celebrare e adorare l’Eucaristia nella più sperduta zona del mondo, tornò in Africa, si stabilì vicino a un’oasi del profondo Sahara, indossando una semplice tunica bianca, sulla quale aveva cucito un cuore rosso di stoffa, sormontato da una croce. A cristiani, musulmani, ebrei e idolatri, che passavano per la sua oasi, si presentava come
«fratello universale» e offriva a tutti ospitalità. In seguito si addentrò ancora di più nel deserto, raggiungendo il villaggio tuareg di Tamanrasset. Vi trascorse tredici anni occupandosi nella preghiera (a cui dedicava undici ore al giorno) e nel comporre un enorme dizionario di lingua francese-tuareg (usato ancor oggi), utile alla futura evangelizzazione.
La sera del primo dicembre 1916, la sua abitazione – sempre aperta a ogni incontro – fu saccheggiata da predoni. Presso il suo cadavere fu ritrovata la lunula del suo ostensorio, quasi per un’ultima adorazione. È stato beatificato nella basilica di San Pietro a Roma il 13 novembre 2005, sotto il pontificato di Benedetto XVI. I suoi resti mortali sono venerati nel cimitero francese di El Golea in Algeria, vicino alla chiesa di San Giuseppe, retta dai Padri Bianchi.
Preghiera di Charles de Foucauld - LA PACE VERRÀ Se tu credi che un sorriso è più forte di un'arma, Se tu credi alla forza di una mano tesa,
Se tu credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide, Se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
Se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
Se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l'altro, allora...
La pace verrà.
Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore, Se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
Se l'ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 7 Se per te lo straniero che incontri è un fratello,
Se tu sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore, Se tu sai accettare che un altro, ti renda un servizio,
Se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora...
La pace verrà.
Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta, Se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
Se tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza, Se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
Se tu credi che la pace è possibile, allora...
La pace verrà.
SINTESI
Eventuali domande sul vangelo:
1- Guardando alla figura di Nicodemo, cos'è che ti assomiglia?
2- Nicodemo non capisce bene quella parola "rinascere dall'alto". Tu invece l'hai capita? Cosa significa per te?
3- Tu credi veramente che la parola e l'amore di Gesù bastano per dare pienezza alla tua vita?
TIPIZZAZIONI PER ATTIVITA’
Compagno di scuola in difficoltà: l’altro giorno nel compito di matematica G. ha preso proprio un brutto voto.
Non è proprio da lei/lui, solitamente se l’è sempre cavata abbastanza bene. In questo periodo però sembra proprio strana/o. Forse c’è qualcosa che non va…
Aiuto in casa: i miei genitori me lo chiedono spesso, soprattutto quando mi vedono chiuso/a nella mia stanza senza fare nulla, con in mano il cellulare, le cuffiette nelle orecchie, chiuso/a nel mio mondo…mi chiedono di dare una mano, anche nelle cose piccole di tutti i giorni: apparecchiare, sistemare la mia stanza, riordinare le mie cose lasciate in giro per casa… in questi giorni vedo la mamma tanto stanca e lo stesso il papà. Forse, senza che me lo chiedano….
Ambiente: tutto il mondo da un po’ di tempo a questa parte parla di ambiente, di clima. Anche i giovani sono scesi in piazza, scioperano, fanno sentire le loro voci, desiderano un futuro migliore da poter vivere insieme.
Io sono lontano da tutto questo, ma l’argomento in qualche modo tocca anche me, anche il mio piccolo mondo, anche il mio quotidiano. Cosa è alla mia portata? Come posso contribuire in modo concreto?
Diversità: i grandi continuano a confrontarsi e a volte anche a scontrarsi su coloro che partono dalla propria patria e in qualche modo arriva fino in Italia. Usano parole come “gli altri”, “il diverso”, contrappongono il
“loro” al “noi”. Mi guardo attorno, guardo la mia classe di scuola, guardo le strade della mia città, guardo gli ambienti del mio oratorio…è qualcosa che proprio non mi tocca oppure se presto attenzione anche io sono chiamato/a a confrontarmi e ad aprirmi all’altro?
Scelta: un tuo amico/una tua amica ti ha invitato alla sua festa di compleanno. La sta organizzando da tanto tempo nei minimi dettagli; desidera sia l’evento dell’anno. E tu non vedi l’ora di partecipare: hai aiutato con i preparativi e sai già che sarà indimenticabile. È lunedì, ricordi ai tuoi genitori che sabato ci sarà questo meraviglioso evento. Per tutta una serie di motivi, e complice il fatto che hai preso l’ennesimo 4, i tuoi genitori ti negano il permesso. Allora tu….
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TEMA
L’incontro si propone di aiutare i/le ragazzi/e ad assumere i tratti belli dello stile del discepolo Gesù:
dal rapporto personale con Gesù prendono luce e forma le relazioni con gli altri e con l’ambiente che ci circonda.
PREGHIERA
Canto: Vieni e seguimi
Lascia che il mondo vada per la sua strada, lascia che l’uomo ritorni alla sua casa, lascia che la gente accumuli la sua fortuna.
Ma tu, tu, vieni e seguimi. Tu, vieni e seguimi!
Lascia che la barca in mare spieghi la vela, lascia che trovi affetto chi segue il cuore, lascia che dall’albero cadano i frutti maturi.
Ma tu, tu, vieni e seguimi. Tu, vieni e seguimi!
oppure altro canto adatto
E sarai, luce per gli uomini e sarai sale della terra e nel mondo deserto
aprirai una strada nuova (2v.) E per questa strada va, va e non voltarti indietro mai.
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 9 Salmo 1 (Le due vie)
Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e
oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 10
INTRODUZIONE
Per imparare ad avere un cuore come Gesù vogliamo vedere come viveva la sua giornata.
Dividiamo in gruppi i ragazzi e ad ogni gruppo assegniamo un foglio con su cui è riportato il quadrante di un orologio. Questo quadrante rappresenta il loro tempo personale. Ogni gruppo deve dividere e colorare il quadrante dell’orologio indicando: il TEMPO CHE PASSO DA SOLO, il TEMPO CHE PASSO A CHATTARE PARLANDO/SPARLANDO CON GLI AMICI, il TEMPO IN CUI DISCUTO COI GENITORI, il TEMPO DELLA PREGHIERA, il TEMPO DEL SILENZIO, IL TEMPO PER GIOCARE E DIVERTIRSI CON GLI AMICI.
ATTIVITA’
Terminata questa fase, i gruppi percorrono alcuni luoghi del “tempo libero” di Gesù, prepararti in diverse aule dai catechisti. Poiché sarebbe bello che ogni gruppo riuscisse a visitarli tutti, è opportuno calcolare bene i tempi, magari segnalando in qualche modo il momento in cui il gruppo deve lasciare lo stand in cui si trova e recarsi al successivo (ad esempio facendo sentire una campanella, una canzone o un suono particolare). In ogni ambiente ogni catechista accoglie i ragazzi, introduce il luogo di Gesù leggendo il brano biblico di riferimento e svolge l’attività.
LA CASA - Lc 10,38-42 - Oggetto: chiave di cartoncino - Gesù ospite da Marta e Maria. I ragazzi appendono al collo la chiave sulla quale scrivono da una parte il nome delle persone da cui sono stati ospitati in casa e dall’altra il nome di quelle che hanno ospitato in casa loro. - TEMPO PER LA FAMIGLIA E LE RELAZIONI DI OSPITALITA’.
IL DESERTO - Mc 1,35-37 - Oggetto: ambientare l’aula come deserto - Gesù si ritira in solitudine per pregare mentre tutti lo cercano; i ragazzi sono invitati a stare da soli in silenzio per circa 2 minuti. Al termine devono rispondere ognuno su un foglio a queste tre domande: 1. Che cosa ho provato? 2.
Chi avrei voluto cercare/incontrare? 3. A cosa è servito questo momento di silenzio? - TEMPO DELLA PREGHIERA, DA SOLO, DEL SILENZIO E RELAZIONE CON SE STESSO
IL MONTE - Mt 6,28-32 - Oggetto: un’immagine di un paesaggio o naturalistica, musica di sottofondo
“Osservate i gigli del campo.” I ragazzi si fermano in contemplazione: chiudono gli occhi e sono invitati a immaginare il posto più bello, la cosa più bella che conoscono. - TEMPO DELLA CONTEMPLAZIONE E RELAZIONE COL CREATO
IL POZZO - Gv 4, 5-9 - Oggetto: guantone da boxe (vero o riprodotto su un cartellone) – Gesù e la donna samaritana. I ragazzi scriveranno su un post-it le relazioni problematiche che vivono e il perché sono problematiche. Questo post-it verrà poi attaccato al guantone. - TEMPO PER PARLARE CON GLI ALTRI E RELAZIONI PROBLEMATICHE.
LA RIVA DEL LAGO - Mt 13,47-48 - Oggetto: la rete – “Il regno dei cieli è simile a una rete.” La rete è segno della scelta delle amicizie buone o cattive, su un post-it, che poi si attaccherà alla rete, scrivere: 1. Come sono capace di distinguere un amico buono e uno cattivo? 2. Mi è capitato di
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 11 allontanarmi da un ragazzo che si comportava male? - TEMPO CON GLI AMICI E SCELTA DI COME VIVERE LE RELAZIONI
LA TAVOLA - Mt 9, 14-15 - Oggetto: la tovaglia – “Possono gli invitati alle nozze digiunare?” Ognuno scrive, sulla tovaglia (di carta), la una sua preghiera al Signore per il dono delle relazioni che ha nella sua vita. TEMPO CON GLI AMICI E DELLA FESTA.
TESTIMONE
"Sandra era immersa in una relazione limpida e intensa con Dio. Viveva ogni istante con profonda gioia. Gustava tutto l'universo, scoprendone ogni bellezza assieme a Lui.
Lei viveva tesa verso l'Infinito, la Luce, il Mistero, l'Amore." Don Oreste Benzi
Sandra Sabattini nasce il 19 agosto 1961 a Riccione. Il 24 gennaio 1972, all'età di 10 anni, inizia a scrivere le sue riflessioni su fogliettini lasciati dentro i libri di scuola, tra gli appunti fissati su quaderni, agende, o magari su cartoline mai spedite. A 12 anni, conosce don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. È lo stesso don Oreste a voler far emergere, dopo la sua morte, il profondo cammino spirituale compiuto da Sandra pubblicando “Il Diario di Sandra”. Sandra scriveva:
«La vita vissuta senza Dio è un passatempo, noioso o divertente, con cui giocare in attesa della morte». «Sandra Sabattini era eccezionale nella normalità del quotidiano», spiega un’amica che ha lavorato con lei nelle comunità terapeutiche. «Era capace di farmi sentire una persona speciale e, dopo la sua morte, ho scoperto che era la stessa cosa per tutti quelli che l’avevano conosciuta». Sandra faceva una vita normale, come tanti ragazzi della sua età, divisa tra lo studio e la preghiera. Frequentava l’università, era al terzo anno di Medicina, amava lo sport e la musica, studiava il pianoforte e cantava in un coro. Viveva con impegno la scelta di condivisione che l’aveva portata a entrare nella Comunità Papa Giovanni XXIII. «Non voleva sprecare il suo tempo, ma cercava di dare un senso a tutto quello che faceva». La mattina del 29 aprile 1984, all’età di 22 anni, mentre scende dall’auto per partecipare ad incontro della Comunità con il fidanzato Guido Rossi e un amico, viene travolta da un’altra auto e morirà tre giorni dopo all’ospedale Bellaria di Bologna. Nel settembre 2006 il vescovo di Rimini introduce la causa di canonizzazione. Sandra Sabattini sarà presto proclamata Beata e continua ad essere presente nella Chiesa, dove è viva più che mai, per la sua testimonianza di amore.
SINTESI
Riprendendo quanto detto negli stand, il momento finale farà emergere lo stile di Gesù nel vivere il tempo e le relazioni.
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TEMA
In questo incontro imparo ad imitare Gesù nutrendomi di Lui.
PREGHIERA
Canto: Pane del cielo Pane del cielo, sei tu Gesù, via d’amore, tu ci fai come Te.
No, non è rimasta fredda la terra:
Tu sei rimasto con noi per nutrirci di Te, Pane di vita,
ed infiammare col Tuo Amore tutta l’umanità.
Sì, il Cielo è qui su questa terra:
Tu sei rimasto con noi, ma ci porti con Te nella Tua casa
dove vivremo insieme a Te tutta l’eternità.
No, la morte non può farci paura:
Tu sei rimasto con noi,
e chi vive di Te vive per sempre.
Sei Dio con noi, sei Dio per noi, Dio in mezzo a noi.
oppure: Pane di vita sei Pane di vita sei, spezzato per tutti noi,
chi ne mangia per sempre in Te vivrà.
Veniamo al Tuo santo altare, mensa del Tuo amore.
Come pane vieni in mezzo a noi.
Il tuo corpo ci sazierà, il tuo sangue ci salverà,
perché Signore, tu sei morto per amore, e ti offri oggi per noi. (2 volte)
Fonte di vita sei, immensa carità,
il Tuo sangue ci dona l’eternità.
Veniamo al Tuo santo altare, mensa del Tuo amore.
Come vino vieni in mezzo a noi.
oppure altro canto adatto
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 13 Salmo 34,2-10 (Gustate e vedete com’è buono il Signore)
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 3-13)
Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo:
“Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù:
“Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 14 Commento/riflessione
“Ho fame”: è il primo messaggio che abbiamo mandato al mondo. Il primo pianto dice proprio questo: “ho fame. Di cibo, certo, ma soprattutto di qualcuno che mi voglia bene”. Da qui tutti partiamo, anche se a prima vista potrebbe sembrare diversamente. Forse il problema sta proprio qui. I nostri adolescenti non vengono a dirci: “Chiara, Matteo, Luca… ho fame di… gruppo, di campeggio, di senso, di incontrarci, di fare cose nuove…”. Il nostro incontro con loro passa più per il “boh, non so, vedo se sono libero, adesso aspetta, chi c’è?, ma lui viene?”, piuttosto che per la loro fame. Eppure questa fame c’è. C’è fame di felicità, di amore puro, di incontro sincero, di sguardo non giudicante, di vita in amicizia, di futuro. C’è fame di Dio. Anche se nascosta, questa fame c’è.
Come aiutarli e aiutarci a riconoscerla? Gesù provoca Filippo e provoca anche noi. Il primo passo di Gesù è quello di metterci davanti alla realtà. “Guardati attorno, prova a risolvere con le logiche che conosci: comperare. Funziona?” sembra dirci Gesù. In fondo, è la nostra logica: consumo, quindi sono. Nostra non perché è sempre scelta, ma perché in essa viviamo. È la logica che rovina qualche volta anche i nostri progetti. In fondo, noi proponiamo un’esperienza di amicizia: si può forse comperare o consumare? Gesù vuole accompagnare Filippo proprio in questo sguardo diverso. Se al posto di Filippo ci mettiamo noi, animatori… se al posto di Filippo mettiamo i nostri adolescenti…
Ma è il gruppo che può vedere meglio: Andrea ha un’intuizione, anche se gli sembra sempre troppo poco. Vede che c’è qualcosa. Ci invita a non far tacere chi sta vedendo che qualcosa c’è. Che c’è una possibilità aperta. Sempre. Ci invita a guardare quello che tu hai, quello che tu sei. Gesù non trasforma le pietre in pane (ricordate la tentazione del diavolo? È lui che suggerisce a Gesù la scorciatoia, ma ogni scorciatoia che elimina il contatto con la vita non viene da Dio). Gesù però nemmeno manda tutti a casa, ad arrangiarsi. Gesù vede: vede che in ogni vita si nasconde la possibilità di un dono, un dono capace di sfamare, anzi, di saziare. Sfama, sazia, solamente la condivisione di ciò che è tuo. Un gruppo funziona, un ambiente di vita va avanti, solamente se facilita la condivisione di ciò che ognuno è. Quel ragazzo con i 5 pani e i 2 pesci siamo noi, sono i nostri ragazzi, le loro storie, le loro e le nostre famiglie e parrocchie. Il miracolo di Gesù è questo: prendere quello che sembra niente e renderlo ciò che può diventare: un dono per tutti. Solamente il dono ti ricorda che hai fame. Solamente il dono sazia. Le azioni che Gesù compie sono quelle della vita:
prende, rende grazie, dona, fa raccogliere i pezzi avanzati. Dio ti rende capace di una vita umana, una vita che sa ricevere, che sa ringraziare, che sa donare, che impedisce anche al più piccolo respiro di andare perso. Questa è la forza dell’Eucaristia: lì riceviamo il pane che sazia, il pane che suscita la fame di infinito, il pane che rende la tua vita pane buono per gli altri. La merenda di quel ragazzo è diventata il segno della condivisione: nelle mani di Dio, il tuo amore può fare tanto rumore. È quello che può accadere anche nei nostri gruppi, ogni volta che noi animatori per primi lasciamo che i nostri cinque pani e due pesci siano presi da Cristo per essere dono per tutti. La vita donata, Dio la moltiplica. Un dono che non si ferma.
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 15
INTRODUZIONE
Dal film “Ratatouille”: il critico assaggiando il piatto e gustandolo fa memoria di un momento di tenerezza di sua madre.
https://www.youtube.com/watch?v=v0PSNTvKeP8
ATTIVITA’
GustaLo
Si prepara per i ragazzi una sorta di banchetto al quale verranno chiamati a partecipare a gruppetti non troppo numerosi (importante il trovarsi insieme intorno ad un tavolo). Tutti dovranno essere bendati. Gli educatori che gestiscono l’attività faranno passare nelle loro mani delle ciotole o piatti con dentro alcune diverse tipologie di alimenti: pietanze dolci, salate, amare, morbide, dure, croccanti, calde, fredde… la scelta della tipologia e il numero degli assaggi è a discrezione di chi gestisce l’incontro. Ciascuno dovrà prenderne un pezzetto, assaggiarlo, gustarlo e passare la pietanza al compagno al proprio fianco. Gli educatori aiutano i ragazzi a riflettere su ciò che quei sapori suscitano in loro, quali ricordi accendono, a quali persone rimandano, quali sensazioni provocano. Non si tratta solo di essere in grado di riconoscere l’alimento ma di associarlo il più possibile ad un personale vissuto, da condividere ad alta voce.
• Questo cibo mi ricorda…
• Questo profumo mi fa pensare a questa situazione…
• Mi piace questo sapore perché…
• Non mi piace questo sapore perché…
• Mi capita di mangiare questa cosa con…
NB: gli educatori si assicurino di conoscere eventuali allergie o intolleranze alimentari dei ragazzi al fine di evitare alimenti pericolosi.
Al termine dell’attività gli educatori propongano agli adolescenti di riflettere sul tema del gustare in relazione al loro personale rapporto con il Signore:
• Quando mi è capitato di aver gustato la presenza del Signore nella mia vita? Quando ho sentito di averlo incontrato?
• La mia relazione con Dio che tipo di sapore potrebbe avere? È un rapporto dolce, di vicinanza, confidenza, affidamento oppure c’è qualcosa di amaro che mi allontana da Lui, la mia pigrizia, il suo silenzio, la fatica della preghiera, ecc?
• La Sacra Scrittura è un piatto che sto imparando a gustare, per esempio durante la Messa o qualcosa che non so ancora digerire?
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SINTESI
Ascolto della canzone “Lavori in corso” Gen Rosso https://www.youtube.com/watch?v=G-LYyO2w7HI
Alcune domande per la riflessione nei gruppi:
Ripensa alla canzone che hai ascoltato: cosa ti colpisce? Quale frase? Perché?
E tu, di cosa hai bisogno/fame affinché la tua vita possa essere davvero una vita felice?
I giovani di oggi di cosa hanno fame?
Il mondo, la società, i mass media cercano in tutti i modi di procurarci il pane che ci serve per saziare la nostra fame… ma non tutto quello che ci viene “servito” come pane lo è davvero! Alcune cose ci “riempiono” momentaneamente, ma non saziano davvero la nostra fame. E basta poco perché la fame si ripresenti, più forte di prima.
TESTIMONI
Carlo Acutis – Il giovane di Dio
https://www.youtube.com/watch?v=agYVgBNsAYQ
François Xavier Nguyên Van Thuân - La catena e la croce https://www.youtube.com/watch?v=G-LYyO2w7HI
La vita in prigionia del cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/documentation/cardinali_biografie/cardinali_bio_
nguyen-van-thuan_fx.html
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TEMA
Nella prima lettera ai corinti Paolo fa il grande esempio della Chiesa come Corpo dove ciascuno ha il suo compito e la sua importanza: tutti sono richiamati all’unità e tutti sono chiamati al servizio.
Questo perché noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo.
La riscoperta del Battesimo passa anche attraverso la consapevolezza che non sono da solo ma che Dio Padre mi ha inserito (come unicum) nell’insieme dei suoi figli, la Chiesa.
Nella riflessione ci aiuterà anche la figura di santa Teresa di Lisieux (vedi testi): leggendo quelle stesse pagine di Paolo, la religiosa si interrogò sul suo “posto” nella Chiesa; voleva vedersi in tutte eppure non le bastava. Ecco allora che scelse di essere l’amore, la carità (rappresentato dal cuore) per poter portare a tutto il Corpo (= Chiesa) l’amore di Dio attraverso la preghiera.
Sembrerà strano, ma è così che una giovane suora di clausura è diventata la patrona delle missioni!
È un richiamo forte anche alla preghiera e alla vita contemplativa (clausura) per i nostri tempi: i ragazzi sono abituati a considerare “inutile” una vita dedita alla preghiera, per di più in clausura!
Eppure è grazie anche alla preghiera dei monasteri che la Chiesa continua la sua missione e la sua testimonianza in tutto il mondo.
PREGHIERA Canto: Mani
Vorrei che le parole mutassero in preghiera e rivederti o Padre che dipingevi il cielo
Sapessi quante volte guardando questo mondo vorrei che tu tornassi a ritoccare il cuore.
Vorrei che le mie mani avessero la forza per sostenere chi non può camminare
Vorrei che questo cuore che esplode in sentimenti diventasse culla per chi non ha più madre...
oppure: Niente vale di più Mani, prendi queste mie mani,
fanne vita, fanne amore
braccia aperte per ricevere... chi è solo Cuore, prendi questo mio cuore, fa che si spalanchi al mondo germogliando per quegli occhi che non sanno pianger più.
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 18 Salmo 114
Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da' gloria, per la tua fedeltà, per la tua grazia.
Perché i popoli dovrebbero dire: «Dov'è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli, egli opera tutto ciò che vuole.
Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo.
Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano.
Hanno mani e non palpano, hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
Sia come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida.
Israele confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo.
Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinti (1Cor 12, 4-31)
Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore;
vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza;
a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell'unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.
Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse:
"Poiché non sono mano, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: "Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l'occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te"; oppure la testa ai piedi: "Non ho bisogno di voi". Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 19 membro soffre, tutte le membra soffrono insieme;
e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti?
Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.
ATTIVITA’
I ragazzi verranno divisi in 5 gruppi se il numero lo permette e l’attività si svolge in due momenti
PRIMO MOMENTO
Su un rotolo di cartoncino/carta il ragazzo più esile del gruppo si stende e si deve ricalcare la sagoma (la mano nel dettaglio con le 5 dita e la faccia aggiungere poi le parti della faccia); il risultato è il contorno di un corpo.
I ragazzi dovranno scrivere sulle varie parti del corpo della sagoma le qualità, le possibilità buone che possiamo compiere con quella parte.
Esempi
Mano: fare la pace, aiutare, accarezzare, dar da mangiare Bocca: fare complimenti, incoraggiare, consolare, dire la verità
Testa: memoria, intelligenza, fantasia e creatività nel fare e pensare bene
Gambe: impegnarsi in uno sport (per dare il meglio di sé), correre verso qualcuno
(*) potrebbe succedere che qualcuno voglia fare lo sciocco e indichi anche le parti intime; nessuna preoccupazione: anche quelle parti (che non andremo a disegnare, ndr) sono buone perché ce le ha date Dio; con esse possiamo fare davvero del bene (“pro-creare” significa proprio “continuare e aiutare nella creazione!!!)
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SECONDO MOMENTO
A ciascun gruppo verrà assegnata una parte del corpo che sarà rappresentata in grande.
Le parti scelte sono: testa, bocca, mani, cuore e orecchie.
Su quella parte dovranno scrivere quelle persone o vocazioni che ricoprono per loro un compito particolare, cominciando dalle persone che conoscono (don, catechisti, insegnanti, genitori, volontario Caritas, nonni…).
Esempi
Chi oggi nella tua parrocchia e nel mondo sarebbe oggi l’orecchio? Cioè chi esercita il “compito”
dell’ascolto? Possono essere il don per la confessione, un amico che ci ascolta, il volontario che ascolta chi ha bisogno, chi tiene compagnia ad un anziano…
Di per sé sarebbe meglio lasciare parecchio spazio libero da scritte per fare poi una ripresa/conclusione. Questo secondo momento non dovrebbe prolungarsi troppo.
Al termine non è necessaria la condivisione perché tutti i gruppi hanno svolto similmente l’attività.
Le sagome possono essere attaccate da una parte e le parti del corpo grandi attaccate insieme da un’altra parte, accessibile a loro.
Nel momento conclusivo di tutto l’incontro, i ragazzi sono invitati a fare la propria firma su quella parte del corpo (una o più di una tra le 5) scelta come impegno o realizzazione. C’è chi si sente più mano perché pratico o caritatevole, chi invece più cuore perché già prega e vorrebbe impegnarsi un po’ di più…
TESTIMONE
“Nel cuore della Chiesa io sarò l'amore”
Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarmi finalmente una risposta.
Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi, e lessi nel primo che tutti non possono essere al tempo stesso apostoli, profeti e dottori e che la Chiesa si compone di varie membra e che l'occhio non può essere contemporaneamente la mano. Una risposta certo chiara, ma non tale da appagare i miei desideri e di darmi la pace.
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 21 Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo:
«Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte» (1 Cor 12, 31). L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità è la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace.
Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte. La carità mi offrì il cardine della mia vocazione.
Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato dall'amore. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi e conobbi che l'amore abbraccia in sé tutte le vocazioni, che l'amore è tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola, che l'amore è eterno.
Allora con somma gioia ed estasi dell'animo grida: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione è l'amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio.
Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.
(Dall'«Autobiografia» di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine)
SINTESI
La conclusione (nella preghiera) è la ripresa del legame tra Battesimo e Chiesa: nella comunità dei credenti formiamo un solo corpo con Lui e in Lui. Staccarci dal Capo significherebbe sprecare la nostra unicità e annullarci. Vivere nella Chiesa significa anche accettare chi ha qualità diverse dalle mie; si eviterebbero così invidie, gelosie e divisioni. Ci sarebbe anche una rivalutazione delle diverse vocazioni (come per santa Teresina: la preghiera come canale missionario). Infine si aprirebbero gli orizzonti: se la Chiesa è come un corpo, mi interessa se alcune sue membra anche lontane soffrono (esempio: i cristiani perseguitati).
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 22
TEMA
I ragazzi sono invitati a capire l’importanza della fede e come possono viverla nel quotidiano, la testimonianza dei santi mostra il coraggio per fare scelte decisive.
PREGHIERA
Canto: L’unico maestro
Le mie mani, con le tue possono fare meraviglie, possono stringere, perdonare e costruire cattedrali.
Possono dare da mangiare e far fiorire una preghiera.
Perché tu, solo tu, solo Tu sei il mio Maestro e insegnami ad amare come hai fatto Tu con me se lo vuoi
io lo grido a tutto il mondo che Tu sei, l'unico Maestro sei per me.
o altro canto adatto
Salmo 112
Beato l'uomo che teme il Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza dei giusti sarà benedetta.
Onore e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre come luce per i giusti, buono, misericordioso e giusto.
Felice l'uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno: il giusto sarà sempre ricordato.
Non temerà annunzio di sventura, saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme, finché trionferà dei suoi nemici.
Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua potenza s'innalza nella gloria.
L'empio vede e si adira, digrigna i denti e si consuma.
Ma il desiderio degli empi fallisce.
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 23 Vangelo secondo Giovanni (15,9-16)
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
ATTIVITA’
I testimoni della gioia della fede sono quelle persone che hanno scelto di fare del Vangelo un elemento importante della loro vita, nelle scelte, nell’esperienze e soprattutto nella vita quotidiana fatta di relazioni, servizio, amicizia, preghiera. Tutti questi elementi i ragazzi li trovano, o scoprono, nella vita di comunità:
parrocchia e oratorio. Questi “luoghi” offrono la possibilità concreta di mettere in pratica i valori evangelici in modo semplice, accessibile scoprendo che vivendo il Vangelo lo si conosce sempre di più e si sperimenta la gioia evangelica che nasce del sentire la propria vita come dono per se e per gli altri.
In questo cammino di crescita e “costruzione”, il compito della Chiesa è quello di mostrare ai ragazzi delle vie, delle scelte, dei principi che possano aiutarli a sperimentare che Gesù è la via, la verità e la vita e quindi l’essere suoi discepoli diventa la condizione essenziale per accedere alla gioia della fede.
Primo momento: INCONTRO CON I TESTIMONI
Dobbiamo far conoscere ai ragazzi la possibilità di percorrere questa strada attraverso l’incontro con chi sta già camminando sulla via del vangelo nei diversi ambiti in cui si divide la loro vita: famiglia, comunità, impegni (sport, scuola, …), seminarista o religiosa… non occorre cercare esperienze straordinarie, ma gente che vive la fede nel quotidiano.
I ragazzi potrebbero preparare delle domande negli incontri parrocchiali precedenti.
Secondo: CHE TESTIMONE SARÒ?
Partendo dalle testimonianze ascoltate, i ragazzi provano ad immaginare che tipo di testimone potranno essere scegliendo l’ambito in cui spendersi, quale parte del proprio carattere o quale abilità possano essere condivise, cosa potranno dare agli altri, chi potrebbe aiutarli a diventare testimoni. In gruppo compilano l’identikit del testimone, le caratteristiche e le qualità principali.
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TESTIMONIANZA
Tra scherzi, ingegno, e travestimenti
Quando si tratta di divertirsi e di essere fedeli a Cristo, si potrebbe dire che Miguel Pro è, beh, un vero Professionista.
Da giovane Miguel Pro era noto per il suo pungente umorismo. Invece di inseguire la ricchezza, continuando l’attività di successo di suo padre, o di sposare una delle sue tante ammiratrici, Miguel Pro ha realizzato la sua vocazione subito dopo l’ingresso di sua sorella maggiore in un convento di clausura.
Entrato nei Gesuiti nel 1909, Miguel Pro realizzò la sua formazione sacerdotale viaggiando per molti paesi, perché la rivoluzione aveva costretto la Compagnia di Gesù a fuggire dal suo nativo Messico.
Ordinato nel 1925, in Belgio, tornò in Messico l’anno successivo. Solo ventitré giorni dopo, il presidente
Calles vietato ogni culto pubblico e ordinò l’arresto di tutti i sacerdoti.
Padre Pro approfittò del fatto che in pochi erano a conoscenza del suo ruolo di sacerdote, celebrando sacramenti sotto mentite spoglie, travestendosi da uomo d’affari, da tassista, da mendicante e persino da poliziotto. Ha dato tutto quello che poteva agli altri, osservando che “come regola, la mia borsa è asciutta quanto l’anima di Calles, ma non bisogna preoccuparsene, dal momento che il Procuratore del cielo è generoso”. Ci sono tantissimi racconti sulle avventure vissute durante il breve tempo in cui è stato sacerdote.
Nel 1927 Padre Pro è stato ingiustamente accusato di un attentato contro il generale Álvaro Obregón, venendo condannato a morte tramite fucilazione. Quando morì aveva solo 36 anni. Calles sperava che molti cattolici sarebbero rimasti demoralizzati dalla morte di Pro. Invece, Padre Pro perdonò chi stava per sparargli, rifiutò di essere bendato, allargò le sue mani come Cristo crocifisso, e gridò: “Viva Cristo Re!” Nella sua vita aveva promesso che, se in cielo avrebbe incontrato dei santi brontoloni, avrebbe fatto una danza tipica messicana per farli sorridere. Inutile dire, lo spirito dei cattolici messicani non fu affatto abbattuto, anzi: l’assassinio di Beato Miguel Pro lo risollevò ulteriormente.
La sua morte è stato un dono, non una tragedia: “Vedo la mano di Dio in ogni cosa, al punto da quasi – quasi – temere che in tutte queste avventure non verrò ucciso. Sarà una gran delusione per me, dato che aspiro al paradiso per iniziare a fare degli arpeggi alla chitarra, insieme al mio angelo custode”.
SINTESI
Al termine dell’incontro si leggono i vari identikit dei testimoni proposti dai gruppi.
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TEMA
Imparare da Gesù la logica dell’amore: viverla diffondendola nel mondo.
PREGHIERA
Canto: Servo per amore
Una notte di sudore sulla barca in mezzo al mare e mentre il cielo si imbianca già,
tu guardi le tue reti vuote.
Ma la voce che ti chiama un altro mare ti mostrerà e sulle rive di ogni cuore, le tue reti getterai.
Offri la vita tua come Maria ai piedi della croce E sarai servo di ogni uomo, Servo per amore, Sacerdote dell'umanità.
o altro canto adatto
Cantico Fil 2, 6-11
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio
l'essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami:
"Gesù Cristo è Signore!", a gloria di Dio Padre.
Avanzavi nel silenzio fra le lacrime e speravi che il seme sparso davanti a te,
cadesse sulla buona terra.
Ora il cuore tuo è in festa
perché il grano biondeggia ormai, è maturato sotto il sole,
puoi riporlo nei granai
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 26 Dal vangelo di Giovanni (Gv 13, 1-5.12-15)
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.
Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.
INTRODUZIONE
Papa Francesco compie il rito della lavanda dei piedi nel carcere di Regina Coeli (fa anche da commento al vangelo)
https://www.youtube.com/watch?v=BpNqnUntWV0
ATTIVITA’
Divisi in gruppi, drammatizzazione del vangelo della lavanda dei piedi.
Durante il momento a gruppi si può far riferimento alla vita di Santa Teresa di Calcutta (anche con le proposte sotto allegate)
TESTIMONE
#BeatiVoi #TuttiSanti: Giovanni Scifoni racconta la vita di Madre Teresa di Calcutta
https://www.youtube.com/watch?v=PDR2H3NZh9Y
(Brani tratti dal discorso di Madre Teresa in occasione dell’assegnazione del premio Nobel per la pace)
Ringraziamo Dio per l’opportunità che abbiamo tutti insieme oggi, per questo dono di pace che ci ricorda che siamo stati creati per vivere quella pace, e Gesù si fece uomo per portare
questa buona notizia ai poveri. Egli essendo Dio è diventato uomo in tutto eccetto che nel peccato,
UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE E GLI ORATORI – DIOCESI DI LODI 27 e ha proclamato molto chiaramente di essere venuto per portare questa buona notizia. La notizia era pace a tutti gli uomini di buona volontà e questo è qualcosa che tutti vogliamo – la pace del cuore – e Dio ha amato il mondo tanto da dare suo Figlio – è stato un dono – è come dire che a Dio ha fatto male dare, perché ha amato tanto il mondo da dare suo Figlio, e lo dette alla Vergine Maria, e lei allora che cosa fece? Appena arrivò nella sua vita, fu subito ansiosa di darne la buona notizia, e appena entrò nella casa di sua cugina, il bambino – il bambino non ancora nato – il bambino nel grembo di Elisabetta, sussultò di gioia. Era un piccolo bambino non ancora nato, fu il primo messaggero di pace.
Riconobbe il Principe della Pace, riconobbe che Cristo era venuto a portare una buona notizia per me e per te. E se non fosse abbastanza – se non fosse abbastanza diventare uomo – egli morì sulla croce per mostrare quell’amore più grande, e morì per voi e per me e per quel lebbroso e per quell’uomo che muore di fame e per quella persona nuda nelle strade non solo di Calcutta, ma dell’Africa, e New York, e Londra, e Oslo – e insistette che ci amassimo gli uni gli altri come lui ci ha amato. Lo abbiamo letto molto chiaramente nel Vangelo – amatevi come io vi ho amato – come io vi amo – come il Padre ha amato me così io amo voi – e tanto più forte il Padre lo ha amato, tanto da donarcelo, e quanto ci amiamo noi, noi pure dobbiamo donarci gli uni agli altri finché non fa male. Non è abbastanza per noi dire: amo Dio, ma non amo il mio prossimo. San Giovanni dice che sei un bugiardo se dici di amare Dio e non il prossimo. Come puoi amare Dio che non vedi se non ami il prossimo che vedi, che tocchi, con cui vivi? Così è molto importante per noi capire che l’amore, per essere vero, deve fare male.
Ha fatto male a Gesù amarci, gli ha fatto male. E per essere sicuro che ricordassimo il suo grande amore si fece pane della vita per soddisfare la nostra fame del suo amore. La nostra fame di Dio, perché siamo stati creati per questo amore. Siamo stati creati a sua immagine. Siamo stati creati per amare ed essere amati, ed egli si è fatto uomo per permettere a noi di amare come lui ci ha amato.
Egli è l’affamato – il nudo – il senza casa – l’ammalato – il carcerato – l’uomo solo – l’uomo rifiutato – e dice: l’avete fatto a me. Affamato del nostro amore, e questa è la fame dei nostri poveri. Questa è la fame che voi e io dobbiamo trovare, potrebbe stare nella nostra stessa casa. Non dimentico mai l’opportunità che ebbi di visitare una casa dove tenevano tutti questi anziani genitori di figli e figlie che li avevano semplicemente messi in un istituto e forse dimenticati.
SINTESI
Per la conclusionepossono aiutare i due video seguenti:
Noah and the Whale - Give a Little Love
https://www.youtube.com/watch?v=y0abYKwRWlU Nek - Se non ami
https://www.youtube.com/watch?v=sQ4zmYdemz8