La relazione d’aiuto
la via per l’ incontro con l’Altro
La Relazione d’Aiuto
Si tratta di una dimensione interpersonale asimmetrica (non
paritaria dunque, cioè tra un soggetto portatore di bisogni e un altro che per competenza, capacità, spinta altruistica è nella
condizione di mettere a disposizione un aiuto, mettendo queste sue doti al servizio della persona in difficoltà), all’interno della quale le persone “significano” (nel senso che importano,
contano), l’una per l’altra, reciprocamente.
L’interesse, per l’operatore di aiuto, è per la persona che si sta
proponendo di aiutare e a questa egli si approccerà, nel porgersi, con calore, interessamento, accettazione e autenticità nella
motivazione, con il preciso fine di permetterle un cambiamento
costruttivo, nella percezione della realtà e del proprio Sé dentro
questa.
La professione sanitaria è una PROFESSIONE DI AIUTO che ha luogo
dentro lo SPAZIO RELAZIONALE
motivazione/intenzionalità reciprocità e significato
consapevolezza/responsabilità
siamo tenuti a starci …
perché è bello starci …
Comunicazione e relazione d’aiuto
La Rd’A: caratteristiche
Osservazione
Ascolto attivo
Valutazione dei bisogni
Empatia, sintonizzazione emotiva
Rispetto della privacy e della riservatezza
Astensione dal giudizio
Azione
OBIETTIVI DELLA RELAZIONE D’AIUTO: dare FORZA
1. Coltivare/accrescere l’autonomia di chi chiede aiuto
2. Accrescere il senso della propria dignità
3. Accrescere l’auto-stima e la consapevolezza delle risorse
4. Fornire alla persona occasioni per mettersi alla prova senza molte possibilità di fallire-PROTEZIONE
5. Attraverso la tolleranza dell’operatore aiutare
l’assistito ad avere maggiore tolleranza verso se stesso
Dare la possibilità di cogliere il senso di ciò che accade
Come comunicare per sostenere:
Valutare sempre il contesto situazionale
Osservare con attenzione e disporsi per cercare di capire
Modularsi in funzione dei diversi tipi di interlocutore
Esprimersi usando un linguaggio chiaro, semplice e comprensibile
Assumere un atteggiamento di ascolto attivo e comprensivo
Creare un clima facilitante che consenta l’espressione delle emozioni
Cogliere i bisogni dell’altro e disporsi per il loro soddisfacimento
Mostrarsi sensibili e solidali con il dolore e la sofferenza espressi
Comunicare disponibilità e motivazione autentica
Affiancare, accompagnare e guidare, infondere sicurezza
Offrire rispetto incondizionato e totale
Garantire discrezione e affidabilità, legittimazione e protezione
Fornire informazioni selezionate e veritiere
Facilitare i contatti tra la persona e la rete familiare e sociale
Comunicazione non supportiva
Ascoltare in modo distratto
Formulare giudizi di valore, assumere atteggiamenti moralisti
Dare per scontate le altrui esigenze
Azzardare previsioni su cosa accadra’ quando non si è più che certi di ciò che si dice
Alimentare aspettative non fondate e fornire false o premature rassicurazioni
Impegnarsi in false promesse
Agire secondo schemi fissi
Eccedere nei contatti corporei consolatori (pacca sulla spalla)
Infantilizzare le persone e non favorirne l’autonomizzazione
Pretendere l’espressione delle emozioni
Commentare, contrapporsi, indignarsi, zittire o schierarsi
Commiserare, generalizzare, minimizzare, banalizzare, normalizzare
Atteggiamento di difesa
Fornire consigli sulla base della propria esperienza personale
La co-costruzione di una nuova realtà:
non sostituirsi ma stimolare l’auto-aiuto
I PERICOLI DELLA RELAZIONE D’AIUTO
1. Avidità nel dare, assolutamente fare
2. Bisogno di onnipotenza
(l’operatore indispensabile e l’angelo missionario)
3. Pregiudizi
4. Eccessiva direttività
(posizione di potere e superiorità)
5. Contagio emotivo
(incapacità di gestione)
6. Paura della sofferenza
(incapacità di sopportazione)
7. Difficoltà nel dire “no”
(fraintendimento dell’obiettivo)