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Diversamente, la subunità L è responsabile dell’immagazzinamento a lungo termine del ferro e predomina nel fegato e nella milza

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Academic year: 2021

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La ferritina è la proteina più importante coinvolta nell’immagazzinamento del

ferro, nella maggior parte dei mammiferi. Essa è costituita da un involucro

polipeptidico esterno e da un nucleo centrale contenente Fe 3+- idrossido-

fosfato. La ferritina è costituita da 24 subunità, rappresentate in rapporti

diversi da catene H, pesanti e L, leggere, che generano le numerose isoforme

(Fig. 5). Il rapporto ferro/polipeptide non è costante poiché la proteina può

legare o rilasciare il ferro a seconda delle necessità fisiologiche. Pur avendo

una capacità di 4500 atomi di ferro, una molecola di ferritina ne contiene

normalmente meno di 3000. L’accumulo e il rilascio del ferro sono consentiti

da canali in comunicazione con la superficie della proteina. La subunità H lega e rilascia il ferro a seconda delle necessità fisiologiche

della cellula, grazie alla capacità di ossidare gli ioni ferrosi a ioni ferrici. Si

trova generalmente in tessuti con un’alta utilizzazione del ferro come il cuore

e il cervello. Diversamente, la subunità L è responsabile

dell’immagazzinamento a lungo termine del ferro e predomina nel fegato e

nella milza. La ferritina può essere considerata contemporaneamente, un sito

di immagazzinamento del ferro e un sito di detossificazione della cellula.

Infatti, il ferro nella sua forma libera può legarsi a diverse macromolecole

influenzandone struttura e funzione, con effetti dannosi per le cellule. La

tossicità del ferro è anche attribuita alla sua capacità di partecipare alla

formazione di specie reattive, come i radicali liberi dell’ossigeno nella

reazione di Fenton (Halliwell and Gutteridge, 1989). La ferritina ha dunque il

ruolo di catturare e “tamponare “ il pool di ferro nella cellula, giocando un

ruolo chiave nel mantenimento dell’omeostasi di tale metallo (Kakhlon et al.,

2001). Per questi motivi, il contenuto di ferritina nella cellula è finemente

regolato, sia a livello trascrizionale che post-trascrizionale, dal pool intracellulare di ferro “chelabile” o ferro “labile” (Rogers and Munro,

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1987).

Quando la concentrazione di ferro nella cellula è bassa, la sintesi di ferritina

diminuisce; viceversa, quando il livello del ferro è alto, la sintesi di ferritina

aumenta. Sebbene in certe circostanze il ferro determini un incremento

dell’mRNA della ferritina, agendo a livello trascrizionale (Cairo et al., 1985),

la regolazione della ferritina avviene principalmente a livello post- trascrizionale (Zahringer et al., 1976).

Nel citosol si trovano almeno due proteine che rispondono a cambiamenti

della concentrazione del ferro. Esse agiscono da molecole effettrici che

controllano la traduzione degli mRNA che codificano per la H- ferritina.

Queste proteine regolatrici del ferro (IRP), di cui la più nota è IRP1, si legano

a specifiche strutture stelo-ansa presenti nella regione 5’ dell’mRNA, note

come elementi di risposta al ferro (IRE), quando la concentrazione intracellulare del ferro è bassa (Fig. 6) Il legame inibisce l’inizio della traduzione in quanto impedisce alla subunità

ribosomale 40S di percorrere l’estremità 5’ dell’mRNA. Una delle più importanti funzioni della ferritina è di limitare il ferro

disponibile per la generazione dei radicali liberi dell’ossigeno (ROS).

Per

questo motivo la sintesi di questa proteina è regolata a livello trascrizionale e

post-trascrizionale dagli agenti ossidanti. Gli ossidanti determinano un

aumento della trascrizione della ferritina, agendo direttamente in una regione

conservata del gene della ferritina (Tsuji et al., 2000). Lo stress ossidativo

può anche contribuire ad aumentare la sintesi della ferritina inattivando IRP1

attraverso l’ossidazione reversibile di residui di cisteina.

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