contenuto della Green Paper della Commissione
Europea
Stefano Mazzocchi
Bergamo, 7 ottobre 2011
Tutte le informazioni qui fornite sono di carattere generale e non intendono prendere in considerazione fatti riguardanti persone o entità particolari. Nonostante tutti i nostri sforzi, non siamo in grado di garantire che le informazioni qui fornite siano precise ed accurate al momento in cui vengono ricevute o che continueranno ad esserlo anche in
■ Il 13 ottobre 2010 la Commissione Europea ha avviato una
consultazione sul ruolo del revisore contabile, le modalità e le condizioni di svolgimento della revisione contabile nel mercato europeo, mediante la pubblicazione del documento “Green Paper - Audit policy: Lessons from the crisis” (di seguito, il “Green Paper”).
■ La Commissione intende comprendere se sia utile ed opportuno rivedere alcuni aspetti caratteristici dell’attività di revisione
contabile, attraverso i quali si possano mitigare o ridurre gli effetti negativi di una crisi finanziaria, quale quella avvenuta nell’ultimo periodo, ampliando nel contempo il numero dei soggetti che
operano nel mercato europeo della revisione contabile.
In particolare, la Commissione ritiene che debbano essere approfondite alcune questioni quali:
■ Il ruolo del revisore contabile
■ La governance e l’indipendenza delle imprese di revisione contabile
■ La vigilanza
■ La concentrazione e la struttura del mercato della revisione
■ La creazione di un mercato europeo e la cooperazione internazionale
■ I rapporti con i professionisti per le imprese di piccole e medie dimensioni
Il ruolo del revisore contabile
La Commissione invita a riflettere se sia necessario che:
■ si rafforzi la cooperazione tra revisori e autorità di vigilanza nella trasmissione a quest’ultima delle informazioni raccolte dai revisori nello svolgimento del proprio lavoro;
■ il lavoro di revisione contabile e la metodologia applicata debbano essere meglio spiegati ai destinatari (esempio: specificare quali componenti sono state verificate direttamente e quali sulla base di spiegazioni dei dirigenti o di modelli interni); migliore esplicitazione dell’ “Audit Methodology”;
■ l’applicazione dello “scetticismo professionale” da parte del revisore nello svolgimento della propria attività sia rafforzata attraverso
opportune “osservazioni” ed enfasi nella relazione di revisione
(esempio: sulle stime contabili rilevanti o sensibili sulle procedure di controllo interno, ecc.);
(continua)
Il ruolo del revisore contabile
La Commissione invita a riflettere se sia necessario che:
■ la relazione di revisione sia quindi modificata, integrandola con
maggiori dettagli con riferimento all’incarico ed ai risultati ottenuti, e fornendo ulteriori strumenti per una migliore comprensione, da
parte dei destinatari, degli eventuali “rilievi” inseriti nella stessa relazione;
■ assicurare un dialogo regolare tra il revisore esterno (legale) e gli organi di controllo interno societario (Consiglio di Sorveglianza, revisore interno, ecc.);
■ estendere il mandato del revisore con giudizi sulle prospettive della società cliente, come le analisi svolte dagli analisti finanziari e dalle agenzie di rating (esempio: esposizione dell’impresa a rischi o
eventi futuri).
La governance e l’indipendenza delle imprese di revisione contabile La Commissione chiede se:
■ il processo di designazione e le modalità di remunerazione e di determinazione dei corrispettivi dei revisori debbano essere modificati (dal cliente a una terza autorità di regolamentazione);
■ la rotazione dell’impresa di revisione contabile debba essere prevista in aggiunta a quella già normata per il responsabile dell’incarico di revisione (“partner rotation”);
■ occorra estendere il periodo di tempo intercorrente tra una nomina e l’altra (cooling-off period);
■ il modello di governance delle imprese di revisione contabile debba essere rafforzato per ridurre la possibilità di conflitti di interesse e aumentare l’indipendenza (esempio: amministratori indipendenti), nonché gli assetti proprietari debbano essere modificati (possibilità di raccolta di capitali da altri fondi fuori dai soci professionisti per incremento garanzie verso terzi);
(continua)
La governance e l’indipendenza delle imprese di revisione contabile
■ rafforzamento dei divieti per le società di revisione di prestare servizi diversi dalla revisione;
■ Limite (15%?) alla proporzione di corrispettivi per le revisioni che un’impresa di revisione contabile può ricevere da un singolo cliente in rapporto al totale dei redditi generati dall’attività di revisione
contabile stessa.
La vigilanza
■ La Commissione ritiene che la vigilanza delle imprese di revisione contabile in Europa debba essere attuata in modo più integrato, con una maggiore collaborazione fra i sistemi nazionali di vigilanza che, a loro volta, dovranno essere totalmente indipendenti rispetto a
coloro che esercitano l’attività di revisione contabile.
La concentrazione del mercato della revisione e la sua struttura
■ La Commissione, osservando che il mercato europeo della revisione contabile delle società quotate è sostanzialmente
dominato dalle imprese di revisione contabile “Big Four”, pone in evidenza il rischio “sistemico” che il mercato europeo della
revisione contabile corre qualora una di queste, per qualsiasi motivo, dovesse scomparire da tale mercato.
■ La Commissione vorrebbe pertanto valutare alcune misure quali:
■ la costituzione di consorzi di imprese di revisione contabile ovvero l’utilizzo delle revisioni congiunte (“joint audit”) almeno per le
società di grandi dimensioni (>1 miliardo di euro?);
■ living wills: l’introduzione di piani di emergenza a livello europeo, per consentire una risoluzione rapida in caso di scomparsa di
un’impresa di revisione contabile di importanza “sistemica”
(consorzi di impresa).
La creazione di un mercato europeo e la cooperazione internazionale
■ Secondo il Green Paper, il mercato unico europeo dei servizi di revisione contabile potrebbe essere basato su una maggiore
armonizzazione con l’attribuzione di un “passaporto europeo per i revisori”, con la creazione di un sistema di registrazione europeo, basato su requisiti minimi in materia di qualificazione professionale e norme comuni per governance, assetto proprietario e
indipendenza applicabili in tutta l’Unione Europea. Ciò per favorire nuove “reti” di società di revisione presenti in più paesi.
I rapporti con i professionisti per le imprese di piccole e medie dimensioni
■ La Commissione chiede se sia opportuno che la revisione legale per tale tipologia di imprese non venga effettuata, ovvero si possa
ridurre la portata della revisione legale in tali fattispecie, ad esempio svolgendo una revisione limitata anziché una completa, con norme meno vincolanti per quanto riguarda il controllo di qualità e la
vigilanza applicabile ai professionisti incaricati di tale tipologia di attività.
■ Inoltre, se si possa prevedere di permettere al revisore della PMI di fornire, subordinatamente all’esistenza di adeguate salvaguardie, alcuni servizi diversi dalla revisione contabile.
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